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  • DAX, CAC, FTSE100, Le borse europee per lo più in rialzo; atteso l’intervento di Lagarde della BCE

    DAX, CAC, FTSE100, Le borse europee per lo più in rialzo; atteso l’intervento di Lagarde della BCE

    Le borse europee hanno registrato per lo più un lieve rialzo mercoledì, mentre gli investitori hanno valutato i dati sull’attività economica della regione in attesa di un discorso della presidente della Banca Centrale Europea, Christine Lagarde, previsto più tardi nella giornata.

    Alle 08:05 GMT, il DAX in Germania è salito dello 0,4% e il CAC 40 in Francia ha guadagnato lo 0,1%, mentre il FTSE 100 nel Regno Unito è sceso dello 0,1%.

    Tono positivo durante la notte

    Le azioni europee hanno ricevuto mercoledì un’impostazione per lo più positiva dai mercati asiatici, mentre gli investitori continuano a valutare le crescenti aspettative di un taglio dei tassi da parte della Federal Reserve statunitense la prossima settimana.

    Gli indici di Wall Street hanno chiuso leggermente in rialzo, trainati dal settore tecnologico.

    Dicembre è storicamente un mese favorevole ai mercati azionari, e ulteriori rialzi sono possibili mentre gli investitori guardano alla riunione della Federal Reserve della prossima settimana, dove un taglio di 25 punti base è ora prezzato all’85%.

    Atteso il discorso della presidente della BCE

    In Europa, la presidente della BCE Christine Lagarde terrà un discorso più tardi nella giornata, e gli investitori analizzeranno attentamente le sue osservazioni alla ricerca di segnali sulle future mosse della banca centrale.

    L’inflazione dell’Eurozona è salita al 2,2% il mese scorso dal 2,1% di ottobre, un aumento contenuto che dovrebbe destare poca preoccupazione, dato che il valore resta vicino all’obiettivo del 2% della banca centrale.

    «We have practically achieved (our goal), and the inflation rate will continue to fluctuate around this value in the near future», ha dichiarato martedì Joachim Nagel, membro del Consiglio direttivo della BCE e presidente della Bundesbank, alla rivista tedesca Stern.

    I PMI compositi dell’Eurozona per novembre verranno pubblicati più tardi e dovrebbero mostrare un graduale miglioramento delle prospettive economiche.

    Inditex riporta un aumento dei ricavi

    Nel settore corporate europeo, Inditex, il più grande retailer di abbigliamento quotato al mondo, ha riportato un aumento dei ricavi del 10,6% nelle quattro settimane fino al 1° dicembre, segnalando una notevole resilienza nonostante il peggioramento del sentiment dei consumatori che colpisce gran parte del settore moda.

    Il gruppo tedesco Hugo Boss (TG:BOSS) ha dichiarato di puntare a un margine operativo di circa il 12% nel medio-lungo termine nell’ambito di un ampio processo di trasformazione strategica.

    Airbus (EU:AIR) ha ridotto il target di consegne di aerei commerciali per il 2025 a circa 790 unità, citando un problema di qualità nei pannelli di fusoliera che influisce sulla linea A320.

    I prezzi del petrolio in leggero rialzo

    I prezzi del petrolio sono saliti leggermente mercoledì poiché un accordo immediato per porre fine alla guerra in Ucraina appare improbabile, mantenendo elevate le preoccupazioni per l’offerta.

    I futures sul Brent sono aumentati dello 0,5% a 62,74 dollari al barile e i futures sul WTI statunitense sono saliti dello 0,5% a 58,94 dollari.

    Russia e Stati Uniti non hanno raggiunto alcun accordo su un possibile piano di pace per l’Ucraina dopo un lungo incontro martedì sera tra il presidente russo Vladimir Putin e gli inviati statunitensi Steve Witkoff e Jared Kushner.

    I mercati petroliferi attendono l’esito dei colloqui per valutare se un eventuale accordo possa portare alla rimozione delle sanzioni sulle aziende russe e liberare forniture attualmente bloccate.

    L’aumento delle scorte statunitensi ha aggiunto ulteriori timori di eccesso di offerta, dopo che l’API ha riportato martedì un incremento di 2,48 milioni di barili per la settimana conclusa il 28 novembre.

    L’EIA statunitense pubblicherà i dati ufficiali sulle scorte più tardi nella giornata.

  • Il settore privato dell’Eurozona registra la crescita più rapida degli ultimi due anni e mezzo

    Il settore privato dell’Eurozona registra la crescita più rapida degli ultimi due anni e mezzo

    L’economia del settore privato dell’Eurozona ha continuato a rafforzarsi a novembre, raggiungendo il ritmo di espansione più elevato dal metà 2023, secondo i più recenti dati PMI pubblicati da HCOB mercoledì.

    L’HCOB Eurozone Composite PMI Output Index è salito a 52,8 in novembre da 52,5 del mese precedente, segnando il sesto aumento consecutivo e raggiungendo il valore più alto da maggio 2023. L’indice ha inoltre superato la media di lungo periodo pari a 52,4.

    Entrambi i principali comparti hanno contribuito al miglioramento, anche se i servizi hanno nettamente sovraperformato la manifattura. L’indice dei servizi è aumentato a 53,6 da 53,0 in ottobre, raggiungendo un massimo di 30 mesi. La produzione manifatturiera, invece, ha rallentato al ritmo più debole degli ultimi nove mesi.

    Tutti e cinque i Paesi con dati compositi disponibili hanno registrato espansione. L’Irlanda ha messo a segno la crescita più forte degli ultimi tre anni e mezzo, mentre la Spagna ha registrato la seconda espansione più rapida nonostante un rallentamento rispetto al picco di ottobre 2025. L’Italia ha riportato la crescita più elevata dell’attività da aprile 2023, mentre la Francia è tornata in territorio di espansione per la prima volta in 15 mesi. La Germania ha continuato a crescere, sebbene con un ritmo più moderato rispetto al picco di 29 mesi di ottobre.

    I nuovi ordini sono aumentati per il quarto mese consecutivo, eguagliando il massimo di due anni e mezzo di ottobre. L’incremento è stato interamente trainato dalla domanda di servizi, mentre gli ordini manifatturieri hanno mostrato un lieve calo.

    L’occupazione è aumentata per l’ottava volta in nove mesi, anche se il ritmo è rimasto minimo. Le assunzioni sono state guidate esclusivamente dalle aziende dei servizi, mentre i produttori hanno tagliato posti di lavoro al ritmo più rapido da aprile.

    La fiducia delle imprese è migliorata in entrambi i settori, pur restando al di sotto dei livelli di lungo periodo. Le pressioni sui costi di input si sono intensificate, raggiungendo un massimo di otto mesi, spinte dall’aumento delle spese nel settore dei servizi e da una ripresa dei costi di acquisto per i produttori. Al contrario, l’inflazione dei prezzi di vendita è scesa ai minimi di sei mesi.

    Il capo economista di Hamburg Commercial Bank, Dr. Cyrus de la Rubia, ha commentato:
    «Il settore dei servizi nell’Eurozona mostra segnali chiari di ripresa. La solida performance del comparto è stata persino sufficiente a compensare la debolezza della manifattura, il che significa che la produzione economica nell’Eurozona è cresciuta leggermente più rapidamente a novembre rispetto al mese precedente.»

    Ha aggiunto che il settore dei servizi è ora in espansione da sei mesi consecutivi e che l’ampiezza geografica della ripresa sostiene una performance complessivamente robusta. Per il prossimo anno, si attende un sostegno proveniente dalla politica fiscale espansiva della Germania e dalla forte crescita economica continua della Spagna.

  • Il settore dei servizi in Italia registra la crescita più rapida dall’aprile 2023

    Il settore dei servizi in Italia registra la crescita più rapida dall’aprile 2023

    L’economia dei servizi italiana ha accelerato con forza a novembre, raggiungendo il ritmo più elevato da oltre due anni e mezzo. L’HCOB Italy Services PMI Business Activity Index è salito a 55,0 rispetto a 54,0 di ottobre, indicando una solida espansione del settore.

    L’aumento è stato sostenuto da un forte incremento dei nuovi ordini, che hanno toccato il massimo da 19 mesi secondo le risposte raccolte tra il 12 e il 25 novembre. Le imprese hanno segnalato l’ingresso di nuovi clienti e l’avvio di nuovi progetti, in un contesto di domanda in miglioramento.

    «Il settore dei servizi in Italia ha guadagnato slancio a novembre, registrando l’aumento più marcato da oltre due anni e mezzo», ha dichiarato Nils Müller, economista junior presso Hamburg Commercial Bank. «Questo dinamismo è stato sostenuto da un’impennata dei nuovi affari, cresciuti al ritmo più rapido dalla metà del 2024, grazie al successo nell’acquisizione di nuovi clienti».

    Sul fronte estero, però, la domanda ha perso vigore. L’attività di esportazione è tornata a contrarsi dopo la crescita di ottobre, con le aziende che hanno evidenziato condizioni internazionali difficili e debolezza nel settore automobilistico.

    L’occupazione nel comparto dei servizi è aumentata per il decimo mese consecutivo, anche se il ritmo di assunzioni è rimasto modesto e in linea con le tendenze di lungo periodo. Alcuni margini di capacità inutilizzata sono rimasti, come indica il lieve calo del lavoro arretrato.

    Le pressioni inflazionistiche si sono intensificate: le imprese hanno segnalato costi più elevati per energia, manutenzione, amministrazione, materie prime e salari. L’inflazione dei costi in ingresso è rimasta superiore alla media storica ed è stata definita come elevata.

    Per compensare almeno in parte tali aumenti, i fornitori di servizi hanno ritoccato al rialzo i prezzi di vendita, portando l’inflazione dei prezzi di output al massimo di quattro mesi.

    L’HCOB Italy Composite PMI Output Index — che combina servizi e manifattura — è salito a 53,8 in novembre da 53,1 in ottobre, il livello più alto dall’aprile 2023. Il miglioramento è stato trainato soprattutto dai servizi, mentre la crescita della produzione manifatturiera è rimasta lieve e più lenta rispetto al mese precedente.

    «La vivacità del settore dei servizi ha sostenuto la crescita complessiva del settore privato», ha aggiunto Müller. «Con la domanda in rafforzamento e la fiducia in miglioramento, l’economia italiana si avvicina alla fine dell’anno su basi più solide, anche se inflazione e domanda estera debole restano rischi significativi».

    Hamburg Commercial Bank prevede una crescita del PIL italiano dello 0,5% su base annua nel 2025 e dello 0,8% nel 2026.

  • Stellantis in forte rialzo sulle ipotesi di un allentamento degli standard sui consumi negli Stati Uniti

    Stellantis in forte rialzo sulle ipotesi di un allentamento degli standard sui consumi negli Stati Uniti

    Stellantis (BIT: STLAM) è stata la protagonista della seduta odierna a Piazza Affari, mettendo a segno un rialzo superiore al 7% dopo le indiscrezioni secondo cui l’amministrazione statunitense potrebbe alleggerire gli standard di efficienza energetica introdotti sotto la precedente presidenza. Il balzo ha reso Stellantis il miglior titolo tra le blue chip del FTSE MIB (+0,60%), con le azioni salite a 9,891 euro.

    Con il progresso di oggi, il titolo riduce al 22% la perdita accumulata nel 2025, anno iniziato a 12,62 euro.

    Secondo fonti riportate da Reuters, il presidente Donald Trump starebbe valutando una riduzione significativa degli standard sui consumi come parte di un piano più ampio volto a facilitare la vendita di auto a benzina, invertendo così la rotta rispetto alle politiche introdotte da Joe Biden. La proposta dovrebbe essere presentata oggi alla Casa Bianca alla presenza dei dirigenti di General Motors, Ford e Stellantis, incluso Antonio Filosa, anche se non sono giunte conferme né dalla Casa Bianca né dal Dipartimento dei Trasporti.

    L’amministrazione Trump sostiene che requisiti “artificialmente elevati” in materia di consumi abbiano ridotto la disponibilità di auto nuove, il cui prezzo medio ha superato per la prima volta i 50.000 dollari a settembre, rendendole inaccessibili a molti americani. I prezzi sono aumentati anche perché i costruttori statunitensi privilegiano sempre più modelli di fascia alta, ricchi di optional e con margini più elevati, a scapito delle vetture di ingresso gamma. Tuttavia, gli osservatori notano che l’allentamento degli standard sui consumi difficilmente comporterà un calo rapido dei prezzi: le case automobilistiche pianificano le loro gamme con anni di anticipo e gli effetti dei cambiamenti regolatori richiedono tempo per manifestarsi nelle concessionarie. Inoltre, i dazi introdotti dall’amministrazione Trump hanno aumentato i costi per il settore di miliardi di dollari.

    Il sentiment degli analisti è stato positivo. UBS ha migliorato la raccomandazione su Stellantis da neutrale a comprare, alzando il target price da 8,30 a 12 euro. La banca prevede che il gruppo italo-francese possa recuperare terreno in Nord America a partire dal 2026, stimando una ripresa annua della quota di mercato di circa 120 punti base, sostenuta da un mix di prodotto più favorevole, da norme sulle emissioni meno rigide negli USA e da ulteriori iniziative di riduzione dei costi.

    UBS ritiene che questi fattori possano determinare una variazione di 3 miliardi di euro nell’utile operativo rettificato (AOI) l’anno prossimo e ha rivisto al rialzo la stima di AOI per il 2026 di 1,2 miliardi di euro, portandola a 5,4 miliardi di euro, pari a un margine del 3,3%. Nonostante la visione costruttiva, UBS osserva che le sue previsioni restano inferiori al consenso degli altri analisti, il che suggerisce possibili ulteriori revisioni al ribasso da parte del mercato.

    La banca considera comunque l’attuale prezzo del titolo un interessante punto di ingresso, sottolineando un ulteriore potenziale rialzista legato ai cambiamenti strutturali del portafoglio che Stellantis potrebbe annunciare al Capital Markets Day previsto per il secondo trimestre del 2026.

    Sul fronte occupazionale, Milano Finanza riferisce che Stellantis starebbe valutando l’assunzione di circa 2.000 nuovi dipendenti per il gruppo, tra cui ingegneri e personale dedicato a qualità, sviluppo prodotto e produzione, presso il Chrysler Tech Center di Auburn Hills, nella contea di Oakland (Michigan). Le nuove risorse andrebbero a supporto del piano industriale da 13 miliardi di euro annunciato dal CEO Antonio Filosa, che prevede investimenti in Michigan, Illinois, Indiana e Ohio e la creazione di 5.000 posti di lavoro nelle fabbriche statunitensi.

  • La Borsa di Milano apre in rialzo in attesa dei dati USA; Stellantis corre e MPS rimbalza

    La Borsa di Milano apre in rialzo in attesa dei dati USA; Stellantis corre e MPS rimbalza

    Piazza Affari ha iniziato la seduta con un tono positivo, trainata soprattutto da Stellantis e dal comparto bancario. Gli investitori seguono con attenzione gli interventi della presidente della BCE, Christine Lagarde, alla ricerca di indicazioni sul futuro percorso dei tassi d’interesse.

    L’attenzione si concentra anche sulla riunione della Federal Reserve della prossima settimana, dove i trader attribuiscono ormai circa l’85% di probabilità a un taglio dei tassi di 25 punti base. L’agenda macroeconomica è particolarmente densa: oggi sono attesi i dati ADP sull’occupazione privata di novembre — previsti in netto calo a 10.000 posti dai 42.000 del mese precedente — insieme all’indice ISM dei servizi; venerdì arriveranno invece i dati sul PCE core di settembre, rinviati a causa dello shutdown.

    Verso le 9:40, il FTSE MIB avanzava dello 0,5%.

    Stellantis balza di circa il 7% dopo che Reuters ha riportato che l’amministrazione Trump sarebbe pronta a presentare un ampio allentamento degli standard sui consumi di carburante introdotti sotto la presidenza Biden. La proposta — che dovrebbe essere illustrata alla presenza dei vertici di GM, Ford e Stellantis — renderebbe più semplice per le case automobilistiche vendere veicoli a benzina.

    Dovalue (BIT:DOV) guadagna circa il 5% dopo aver annunciato un nuovo accordo strategico con Banco Santander (LSE:BNC) per la gestione dei nuovi flussi di NPL in Spagna a partire dal 1° gennaio 2026, con una durata iniziale di due anni. Secondo Equita, la notizia è “marginalmente positiva” e in linea con quanto comunicato dal management nella call del terzo trimestre.

    Nel settore bancario il clima è costruttivo. MPS (BIT:BMPS) rimbalza dell’1,4% dopo quattro sedute consecutive di cali legati alla notizia dell’apertura di un’indagine. Tra i principali titoli, Intesa Sanpaolo (BIT:ISP) scende dello 0,3%, mentre UniCredit (BIT:UCG) avanza dello 0,25%.

    Bene anche i tecnologici dopo il forte rialzo di Tokyo, con STMicroelectronics (BIT:STM) in crescita del 4%. Vivace il comparto dei servizi petroliferi: Saipem (BIT:SPM) e Tenaris (BIT:TEN) salgono entrambe dell’1,6%.

    In flessione invece Italgas (BIT:IG) e Buzzi (BIT:BZU), penalizzate da tagli di rating. Morgan Stanley ha abbassato la raccomandazione su Italgas a equal weight da overweight, mentre JPMorgan ha portato Buzzi a neutral da overweight, pur alzando il target price da 54 a 58 euro.

  • Dow Jones, S&P, Nasdaq, Wall Street, Futures, Le azioni statunitensi puntano a un’apertura in rialzo grazie al rimbalzo del Bitcoin e alla forza dei titoli tech

    Dow Jones, S&P, Nasdaq, Wall Street, Futures, Le azioni statunitensi puntano a un’apertura in rialzo grazie al rimbalzo del Bitcoin e alla forza dei titoli tech

    I future sugli indici statunitensi indicano un avvio moderatamente positivo martedì, suggerendo che Wall Street potrebbe tentare di recuperare terreno dopo il calo della seduta precedente.

    Un forte rimbalzo del Bitcoin—salito di oltre il 2% dopo il brusco crollo di lunedì—sta sostenendo il sentiment di rischio e favorendo i titoli growth e tecnologici. In particolare, Oracle (NYSE:ORCL), Nvidia (NASDAQ:NVDA) e Broadcom (NASDAQ:AVGO) registrano un solido pre-market.

    Tuttavia, l’attività complessiva potrebbe rimanere cauta in vista di diversi dati macroeconomici importanti in uscita nei prossimi giorni.

    Mercoledì arriverà il report sull’occupazione privata di ADP relativo a novembre, con gli economisti che prevedono un aumento contenuto di 10.000 posti di lavoro, dopo il +42.000 di ottobre. La pubblicazione arriva a pochi giorni dalla riunione della Federal Reserve della prossima settimana.

    Le aspettative di un taglio dei tassi continuano a crescere: secondo il CME FedWatch Tool, gli operatori attribuiscono ora una probabilità dell’87,4% a una riduzione di 25 punti base—rispetto al 63% registrato un mese fa.

    Nei prossimi giorni sono inoltre attesi i dati sul settore dei servizi, redditi e spese delle famiglie e fiducia dei consumatori, che contribuiranno a definire le aspettative del mercato verso metà dicembre.

    Lunedì, dopo un tentativo di recupero a metà seduta, i listini hanno perso nuovamente slancio, chiudendo in netto ribasso:

    • Dow Jones: -427,09 punti (-0,9%) a 47.289,33
    • Nasdaq: -89,76 punti (-0,4%) a 23.275,92
    • S&P 500: -36,46 punti (-0,5%) a 6.812,63

    Il calo ha seguito la forte performance della settimana scorsa, quando gli indici avevano messo a segno cinque sedute consecutive di rialzo recuperando le perdite di inizio novembre. Lunedì è sembrato prevalere il profit-taking.

    Il recente ottimismo sui tassi d’interesse, alimentato da commenti dovish di alcuni funzionari della Fed, potrebbe essere rimesso in discussione dai dati economici in arrivo.

    Lunedì il segnale macro è stato misto: l’indice PMI manifatturiero dell’ISM è sceso inaspettatamente a 48,2 da 48,7, mentre gli economisti stimavano un aumento a 49,0.

    I movimenti settoriali sono stati disomogenei. Le utility sono scese bruscamente, con il Dow Jones Utility Average in calo del 2,3% ai minimi di due mesi. Male anche le biotech, con il NYSE Arca Biotechnology Index giù del 2,1%. Networking, healthcare e hardware hanno registrato flessioni, mentre il comparto energetico è avanzato grazie al rialzo del petrolio greggio.

  • DAX, CAC, FTSE100, I mercati europei in lieve rialzo mentre i colloqui di pace sull’Ucraina prendono slancio

    DAX, CAC, FTSE100, I mercati europei in lieve rialzo mentre i colloqui di pace sull’Ucraina prendono slancio

    Le borse europee hanno registrato un modesto rialzo martedì, con gli investitori concentrati sugli sviluppi diplomatici riguardanti la guerra in Ucraina e sui prossimi dati economici statunitensi.

    Dopo gli incontri tra funzionari statunitensi e una delegazione ucraina in Florida, il presidente Volodymyr Zelenskyy ha dichiarato che la nuova proposta americana per porre fine al conflitto con la Russia “sembra migliore.”
    Secondo diversi media, l’inviato speciale del presidente statunitense Donald Trump, Steve Witkoff, è partito per Mosca per presentare direttamente al presidente russo Vladimir Putin un piano di pace rivisto composto da 19 punti.

    Tra gli indici principali, il DAX tedesco ha guadagnato lo 0,4%, mentre il FTSE 100 nel Regno Unito e il CAC 40 in Francia sono saliti entrambi dello 0,2%.

    Sul fronte dei dati, le stime preliminari di Eurostat hanno mostrato un aumento inatteso dell’inflazione dell’Eurozona a novembre. L’inflazione è salita al 2,2%, sorprendendo gli economisti che si aspettavano una conferma del 2,1% di ottobre.

    Nel Regno Unito, la Nationwide Building Society ha riportato una crescita dei prezzi delle case superiore alle attese. Su base annua, i prezzi sono aumentati dell’1,8% a novembre—un rallentamento rispetto al +2,4% di ottobre, ma comunque sopra la previsione dell’1,4%.

    Tra i titoli in evidenza, Bayer (TG:BAYN) è balzata dopo che l’amministrazione Trump ha sostenuto il tentativo dell’azienda di convincere la Corte Suprema americana a limitare le cause legali legate al presunto effetto cancerogeno dell’erbicida Roundup.

    Victrex (LSE:VCT) è salita dopo aver riportato una crescita del 12% nei volumi di vendita del 2025, confermando la sua posizione di leader nel mercato dei polimeri ad alte prestazioni.

    Il gruppo svizzero Holcim (BIT:1HOLM) ha registrato un rialzo dopo aver annunciato l’acquisizione di tre aziende nel Regno Unito, in Francia e in Germania specializzate nel riciclo dei materiali da demolizione.

    Infine, la società tecnologica ABB (BIT:1ABB) è avanzata dopo aver completato l’acquisizione del business di elettronica di potenza di Gamesa Electric da Siemens Gamesa in Spagna.

  • Apple rischia azioni collettive nell’UE sulle commissioni dell’App Store dopo una decisione chiave della Corte

    Apple rischia azioni collettive nell’UE sulle commissioni dell’App Store dopo una decisione chiave della Corte

    Apple Inc. (NASDAQ:AAPL) potrebbe presto affrontare una serie di azioni di risarcimento in stile class action in tutta l’Unione Europea dopo che la corte più alta del blocco ha stabilito che i consumatori possono avviare cause collettive nei Paesi Bassi, indipendentemente dal loro paese di residenza.

    In una sentenza emessa martedì, la Corte di giustizia dell’UE ha stabilito che un tribunale di Amsterdam è competente ad esaminare i reclami presentati dalle fondazioni Stichting Right to Consumer Justice e Stichting App Stores. I gruppi sostengono che la struttura delle commissioni dell’App Store di Apple — che possono arrivare fino al 30% per transazione — violi le norme sulla concorrenza.

    Nella sua dichiarazione che accompagna la decisione preliminare, la Corte europea ha affermato: “I tribunali dei Paesi Bassi hanno la competenza per esaminare un’azione rappresentativa riguardante la presunta condotta anticoncorrenziale di Apple in relazione al suo App Store rivolto al mercato olandese.”

    La decisione apre potenzialmente la strada a un insieme più ampio di azioni coordinate contro le politiche dell’App Store di Apple nell’UE.

  • Il petrolio resta stabile mentre il mercato valuta i rischi geopolitici sulla fornitura

    Il petrolio resta stabile mentre il mercato valuta i rischi geopolitici sulla fornitura

    I prezzi del petrolio sono rimasti sostanzialmente invariati martedì, mentre gli operatori analizzano le potenziali conseguenze degli attacchi con droni ucraini contro impianti energetici russi e delle crescenti tensioni diplomatiche tra Stati Uniti e Venezuela.

    Alle 09:03 GMT, il Brent è sceso di 19 centesimi (0,3%) a 62,98 $ al barile, mentre il West Texas Intermediate (WTI) statunitense ha perso 12 centesimi (0,2%), attestandosi a 20 $ al barile.
    Entrambi i benchmark erano saliti di oltre 1% lunedì, con il WTI vicino ai massimi di due settimane.

    Ole Hansen, responsabile della strategia sulle materie prime di Saxo Bank, ha osservato che, sebbene i prezzi prompt restino relativamente bloccati in un intervallo ristretto, il premio di rischio geopolitico è tornato a crescere, soprattutto a causa delle tensioni nel Mar Nero e in Venezuela.
    Ha aggiunto: “Oltre a ciò, la prevista ma ancora sfuggente eccedenza di offerta rimane un punto chiave che impedisce qualsiasi rimbalzo significativo in questa fase.”

    L’outlook sull’offerta si è ulteriormente complicato lunedì dopo che il Caspian Pipeline Consortium ha confermato di aver ripreso le spedizioni da uno dei suoi punti di carico nel Mar Nero, in seguito al grave attacco con droni ucraini del 29 novembre.

    Le tensioni sono aumentate ulteriormente quando il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha dichiarato sabato che “lo spazio aereo sopra e intorno al Venezuela” deve essere considerato chiuso, alimentando nuova incertezza sul mercato dato il ruolo del Paese sudamericano nella produzione petrolifera globale.

    Gli analisti seguono da vicino anche il fronte diplomatico.
    Tamas Varga di PVM Oil Associates ha affermato: “L’attenzione è rivolta anche ai colloqui di pace sull’Ucraina, che potrebbero portare la Russia ad aumentare nuovamente le esportazioni di petrolio greggio e prodotti, anche se questo processo probabilmente sarà lungo.”

    Il presidente ucraino Volodymyr Zelenskiy ha ribadito lunedì che la priorità di Kyiv è mantenere la sovranità e garantire solide garanzie di sicurezza, aggiungendo che le questioni territoriali restano l’ostacolo più complesso nei negoziati.

    Nel frattempo, l’inviato speciale di Trump Steve Witkoff, accompagnato da Jared Kushner, incontrerà martedì il presidente russo Vladimir Putin per discutere di possibili vie per porre fine al conflitto.

    Sul fronte dell’OPEC+, il gruppo ha confermato domenica un piccolo aumento della produzione per dicembre e una sospensione degli incrementi nel primo trimestre del prossimo anno, alla luce dei crescenti timori di un eccesso di offerta globale.

  • L’oro arretra mentre i rendimenti USA risalgono; gli investitori attendono la decisione della Fed

    L’oro arretra mentre i rendimenti USA risalgono; gli investitori attendono la decisione della Fed

    I prezzi dell’oro sono diminuiti nelle contrattazioni asiatiche di martedì, appesantiti dal rimbalzo dei rendimenti dei Treasury statunitensi, mentre gli investitori mantengono un atteggiamento cauto in vista di una serie di dati macroeconomici chiave e dell’attesissima decisione della Federal Reserve della prossima settimana.

    L’oro spot è sceso dello 0,4% a 4.213,97 $ l’oncia alle 02:41 ET (06:41 GMT), dopo aver toccato un massimo di sei settimane nella sessione precedente. I future sull’oro USA sono scesi dello 0,7% a 4.245,55 $.

    L’oro scivola mentre i rendimenti salgono

    La correzione ha seguito l’aumento dei rendimenti dei Treasury statunitensi a 10 anni, che hanno raggiunto i massimi delle ultime due settimane. Il rialzo ha ridotto l’appetito per il metallo prezioso, che non offre rendimento, smorzando parte dell’ottimismo legato alle crescenti aspettative di un imminente taglio dei tassi da parte della Fed.

    Nonostante il tono più debole, il sentiment generale verso l’oro rimane solido. Il mercato continua infatti a prezzare con convinzione la possibilità che la Federal Reserve effettui un taglio dei tassi la prossima settimana, sostenuta da un rallentamento dell’inflazione e da segnali di raffreddamento del mercato del lavoro.

    Un taglio dei tassi favorirebbe solitamente l’oro riducendo il costo opportunità di detenerlo.

    Tuttavia, gli operatori preferiscono rimanere prudenti in vista di una settimana ricca di pubblicazioni macroeconomiche importanti.

    Sono attesi infatti i dati ADP sull’occupazione privata di novembre e l’Indice PCE di settembre, indicatore d’inflazione preferito dalla Fed, che potrebbero influenzare in modo significativo le aspettative sul ritmo dell’allentamento monetario.

    Il mercato dell’oro ha inoltre continuato a monitorare le incertezze politiche legate alla futura leadership della Fed.

    Il presidente Donald Trump ha dichiarato domenica di aver scelto un candidato per sostituire il presidente della Fed Jerome Powell, senza però rivelarne il nome.

    Alcuni report suggeriscono che il consigliere economico della Casa Bianca Kevin Hassett sia tra i favoriti.

    Metalli in calo; l’argento ritraccia dai massimi storici

    Anche gli altri metalli preziosi e industriali hanno registrato ribassi nelle contrattazioni di martedì, mentre gli investitori riducono l’esposizione prima della riunione della Fed.

    • I future sull’argento sono scesi del 2,1% a 57,88 $ l’oncia, dopo aver toccato il massimo storico di 59,44 $ lunedì.
    • I future sul platino hanno perso lo 0,6% a 1.661,60 $.
    • Il rame LME è sceso dello 0,3% a 11.228,20 $ la tonnellata.
    • I future sul rame USA sono rimasti invariati a 5,27 $ la libbra.