I prezzi del greggio sono scesi nuovamente martedì, zavorrati dalle aspettative di un nuovo aumento della produzione da parte di OPEC+ a dicembre, che ha attenuato l’entusiasmo dei mercati per i prossimi colloqui commerciali tra Stati Uniti e Cina.
Alle 07:57 GMT, i future sul Brent Crude hanno perso 0,83 dollari, pari all’1,26%, a 64,79 dollari al barile, mentre il West Texas Intermediate (WTI) è sceso di 0,75 dollari, ovvero dell’1,22%, a 60,56 dollari.
“Gli operatori hanno valutato i progressi nei colloqui commerciali USA-Cina e le prospettive più ampie dell’offerta”, hanno scritto gli analisti di Australia and New Zealand Banking Group (ANZ) in una nota.
La debolezza segue la più forte performance settimanale da giugno per Brent e WTI, alimentata dalle sanzioni annunciate da Washington contro la Russia. Le misure del presidente Donald Trump hanno preso di mira Lukoil e Rosneft, segnando una significativa escalation geopolitica. Gli investitori stanno ancora valutando quanto queste sanzioni possano incidere sull’offerta globale.
All’interno dell’alleanza dei produttori, fonti vicine alle trattative hanno affermato che OPEC+ sta valutando un incremento limitato della produzione il mese prossimo, come parte della strategia di allentamento graduale dei tagli attuati negli ultimi anni. Il gruppo ha iniziato a ridurre le restrizioni produttive lo scorso aprile.
Allo stesso tempo, le aspettative di un accordo commerciale tra Washington e Pechino restano un elemento di sostegno per la domanda. Trump e il presidente cinese Xi Jinping si incontreranno giovedì in Corea del Sud, e i mercati seguono da vicino ogni possibile segnale di svolta tra i due principali consumatori mondiali di petrolio.
Il ministro degli Esteri Wang Yi ha dichiarato al segretario di Stato statunitense Marco Rubio durante una telefonata di lunedì che la Cina spera che Washington possa venirle incontro “per preparare interazioni ad alto livello” tra i due Paesi.
In Russia, l’impatto delle sanzioni statunitensi si fa già sentire: Lukoil ha annunciato lunedì che venderà i propri asset internazionali, la mossa più significativa da parte di un’azienda energetica russa dall’inizio delle sanzioni occidentali seguite alla guerra in Ucraina, cominciata nel febbraio 2022.
Tuttavia, gli esperti ritengono che l’effetto delle sanzioni sui prezzi sarà limitato. Fatih Birol, direttore esecutivo della International Energy Agency, ha dichiarato che la capacità produttiva inutilizzata del mercato dovrebbe assorbire l’impatto.
Un rapporto di Haitong Securities ha ribadito questa valutazione, sottolineando che “gli operatori di mercato considerano ampiamente le sanzioni come un fattore con impatto a breve termine” e che “un eccesso di offerta probabilmente eserciterà pressioni sui prezzi” nel medio-lungo periodo.









