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  • Borsa di Milano in calo, i conti trimestrali pesano sul mercato: crolla Diasorin, debole TIM

    Borsa di Milano in calo, i conti trimestrali pesano sul mercato: crolla Diasorin, debole TIM

    Apertura negativa per Piazza Affari, con le trimestrali ancora una volta protagoniste e in grado di condizionare l’andamento dei titoli.

    Sul fronte asiatico, la Borsa di Tokyo ha invece chiuso in rialzo, sostenuta dal rimbalzo di Wall Street. Il calo delle preoccupazioni per le valutazioni elevate dei titoli tecnologici, insieme a risultati trimestrali migliori del previsto e a dati macroeconomici positivi dagli Stati Uniti, hanno rafforzato l’appetito per il rischio.

    Verso le 10:15, l’indice FTSE MIB perdeva lo 0,5%. Nelle prime tre sedute della settimana, il listino milanese ha seguito uno schema simile: apertura debole, recupero in giornata e chiusura positiva nel pomeriggio.

    Diasorin (BIT:DIA) è stata la maglia nera del listino, crollando del 13,6% dopo aver pubblicato risultati del terzo trimestre inferiori alle attese e aver rivisto al ribasso la guidance per l’intero esercizio. Il titolo risente anche del contesto sfavorevole per il settore diagnostico europeo, già penalizzato due giorni fa dal tonfo di Biomerieux.

    In calo anche Mediobanca (BIT:MB), che ha ceduto il 2,3% dopo aver presentato dati trimestrali in linea con le previsioni ma poco convincenti per gli investitori.

    In controtendenza BPER Banca (BIT:BPE), in progresso dello 0,4% e ai massimi dal 2007, e Banca Popolare di Sondrio (BIT:BPSO), in rialzo dello 0,85% dopo aver toccato un nuovo record storico a 15 euro. I consigli di amministrazione dei due istituti hanno approvato la fusione di Popolare di Sondrio in BPER, che dovrebbe completarsi entro aprile. Il rapporto di cambio per gli azionisti di minoranza che non hanno aderito all’offerta resta fissato a 1,45 azioni BPER per ogni azione BPSO.

    Leonardo (BIT:LDO) arretra dell’1,2% dopo la pubblicazione dei risultati, mentre Buzzi (BIT:BZU) e Lottomatica Group (BIT:LTMC) registrano perdite superiori al 2%.

    Debole Telecom Italia (BIT:TIT), in calo dell’1% dopo la diffusione dei conti trimestrali e la conferma della guidance annuale. “I risultati del terzo trimestre sono sostanzialmente in linea con il consensus”, hanno commentato gli analisti di Intermonte.

    Prosegue invece il momento positivo per Safilo Group (BIT: SFL), in rialzo del 2%. Oggi Berenberg ha alzato il target price del titolo da 1,62 a 2,07 euro dopo la pubblicazione dei risultati.

  • DiaSorin crolla del 16% dopo risultati del terzo trimestre deludenti e revisione al ribasso delle stime

    DiaSorin crolla del 16% dopo risultati del terzo trimestre deludenti e revisione al ribasso delle stime

    DiaSorin SpA (BIT:DIA) ha visto le proprie azioni crollare di oltre il 16% giovedì, dopo aver riportato risultati del terzo trimestre inferiori alle attese e aver ridotto le previsioni per l’intero esercizio, suscitando critiche da parte degli analisti per la debolezza diffusa in diversi segmenti chiave del business.

    La società ha comunicato ricavi trimestrali pari a 280 milioni di euro, in calo del 2% rispetto all’anno precedente, ma in crescita del 2% a tassi di cambio costanti. DiaSorin ha indicato come fattori penalizzanti il deprezzamento del dollaro USA rispetto all’euro, volumi moderati nei test respiratori, la tempistica sfavorevole nelle tecnologie con licenza e gli effetti persistenti delle regole di Volume-Based Procurement in Cina. I ricavi legati al COVID sono scesi a soli 3 milioni di euro.

    L’analista di Deutsche Bank Jan Koch ha definito i risultati “una delusione a tutto campo nel terzo trimestre” e ha osservato che “la portata della revisione delle previsioni, con un solo trimestre rimanente, è sorprendente.” Koch ha aggiunto che le vendite trimestrali sono risultate inferiori del 3% alle stime della banca, con l’EBITDA rettificato più basso dell’8% e l’utile netto rettificato inferiore del 5% rispetto alle aspettative. Ha inoltre evidenziato una crescita organica del 2%, o del 3% escludendo il COVID, e un margine EBITDA rettificato del 31,3%, in calo di 141 punti base su base annua, con “una crescita del 6% a tassi costanti nell’Immunodiagnostica, compensata da cali nel Molecolare (-1%) e nelle Tecnologie con Licenza (-6%).”

    Anche RBC Capital Markets ha segnalato una performance inferiore alle attese, affermando che ricavi ed EBITDA rettificato sono stati “inferiori del 4% e del 10% rispetto al consensus VA.” La banca ha aggiunto che la revisione della guidance implica “un taglio di circa il 6% all’EBITDA rettificato FY 2025E rispetto al consensus VA.” RBC ha mantenuto la raccomandazione Outperform e un prezzo obiettivo di 105 euro.

    Nei primi nove mesi del 2025, DiaSorin ha registrato ricavi per 900 milioni di euro, in aumento del 3% rispetto all’anno precedente, o del 5% a tassi di cambio costanti. Escludendo il COVID, i ricavi sono cresciuti del 6% a tassi costanti. L’Immunodiagnostica, al netto del COVID, ha generato 616 milioni di euro, in aumento del 6% (7% a tassi costanti), mentre la Diagnostica Molecolare, escluso il COVID, ha totalizzato 146 milioni di euro, stabile ai tassi correnti e in crescita del 3% a tassi costanti. Le Tecnologie con Licenza hanno raggiunto 128 milioni di euro, con un incremento del 2%. I ricavi da COVID sono scesi a 10 milioni di euro, in calo del 53%.

    Per area geografica, i ricavi del Nord America (escluso COVID) sono stati pari a 446 milioni di euro, in aumento del 6% o del 9% a tassi costanti; l’Europa ha generato 315 milioni di euro, in crescita del 4% sia ai tassi correnti che costanti; mentre il resto del mondo ha registrato un calo del 4% a 129 milioni di euro, rimanendo stabile a tassi costanti a causa della debolezza del mercato cinese.

    L’EBITDA rettificato per i nove mesi è aumentato del 3% a 302 milioni di euro, con un margine del 34%. L’EBIT rettificato è salito a 233 milioni di euro, mentre l’utile netto rettificato si è attestato a 174 milioni di euro, in calo dell’1% rispetto all’anno precedente. L’indebitamento finanziario netto era di 617 milioni di euro e il flusso di cassa libero ha raggiunto 161 milioni, influenzato da maggiori imposte e da circa 6 milioni di euro legati al Decreto Economia italiano.

    DiaSorin ha inoltre ottenuto la certificazione FDA 510(k) per il test Simplexa COVID-19, Flu A/B e RSV Direct sulla piattaforma LIAISON MDX e ha siglato un accordo commerciale con Quest Diagnostics per il sistema di multiplexing LIAISON PLEX. L’azienda ha rivisto al ribasso la propria guidance annuale, prevedendo una crescita dei ricavi di circa il 4% a tassi di cambio costanti, o del 5% escludendo il COVID, con un margine EBITDA rettificato di circa il 33%.

  • BPER Banca Riporta Solidi Risultati nel Terzo Trimestre e Conferma i Progressi nella Fusione con BPSO

    BPER Banca Riporta Solidi Risultati nel Terzo Trimestre e Conferma i Progressi nella Fusione con BPSO

    BPER Banca (BIT:BPE) ha registrato risultati del terzo trimestre superiori alle attese di mercato, con un utile netto circa il 20% al di sopra del consensus e il 5% superiore alle previsioni degli analisti. L’istituto bancario italiano ha mostrato una solida performance di base, trainata da una forte crescita dei ricavi e da una gestione dei costi disciplinata, mentre prosegue l’integrazione di Banca Popolare di Sondrio (BPSO).

    Il margine d’interesse netto è risultato superiore del 13% rispetto al consensus e dell’1% rispetto alle stime degli analisti, mentre le commissioni nette hanno superato le aspettative del mercato dell’11%. Nel complesso, i ricavi totali hanno superato il consensus del 12%, riflettendo una robusta crescita in tutte le principali aree operative. Le spese operative sono risultate superiori del 5% rispetto al consensus, ma inferiori del 2% alle previsioni degli analisti. Gli accantonamenti su crediti deteriorati, pari a 88 milioni di euro, sono stati migliori del 3% rispetto alle attese, con un costo del rischio stabile a 32 punti base nel trimestre.

    La qualità degli attivi è rimasta solida, con il rapporto di esposizione ai crediti deteriorati (NPE) in miglioramento al 2,3% dal 2,5% di giugno, anche grazie agli effetti contabili legati alla fusione. Il rapporto NPL netto è aumentato lievemente di 10 punti base, raggiungendo l’1,2%, mentre il tasso di copertura degli NPE è salito al 56,3% dal 55,6%. Il coefficiente CET1 si è attestato al 15,1%, in calo di 110 punti base rispetto al trimestre precedente, ma superiore alle aspettative del mercato (14,8%). La generazione organica di capitale ha contribuito per 25 punti base dopo i dividendi, compensata in parte dall’impatto dell’acquisizione di BPSO e dai costi di ristrutturazione, pari a 300 milioni di euro, non ancora contabilizzati.

    BPER ha aggiornato la propria guidance per il 2025 includendo BPSO, prevedendo ricavi totali intorno a 6,4 miliardi di euro, con un rapporto cost/income del 48% escludendo i costi di integrazione — che implica spese operative inferiori a 3,1 miliardi di euro. Il CET1 è atteso rimanere sopra il 14,5% entro fine anno. La fusione con BPSO è stata approvata dai consigli di amministrazione di entrambe le banche, con un rapporto di cambio di 1,45 azioni BPER per ogni azione BPSO. Il completamento dell’operazione è previsto per la seconda metà di aprile 2026, soggetto all’approvazione delle autorità di vigilanza e degli azionisti.

    La banca ha annunciato un dividendo intermedio di 0,10 euro per azione — leggermente inferiore alle aspettative del mercato, ma coerente con un approccio prudente alla gestione del capitale.

    Informazioni su BPER Banca

    BPER Banca S.p.A. è uno dei principali gruppi bancari italiani, che offre un’ampia gamma di prodotti e servizi finanziari a clienti privati, PMI e imprese. Con sede a Modena, la banca ha una forte presenza sul territorio nazionale e sta espandendo la propria rete attraverso operazioni strategiche di fusione e acquisizione, tra cui l’integrazione di Banca Popolare di Sondrio. L’attenzione all’efficienza, alla qualità degli attivi e alla solidità patrimoniale rappresentano i pilastri della strategia di crescita a lungo termine di BPER nel settore bancario italiano.

  • DAX, CAC, FTSE100, Borse europee poco mosse dopo la flessione dei titoli tecnologici USA

    DAX, CAC, FTSE100, Borse europee poco mosse dopo la flessione dei titoli tecnologici USA

    I mercati europei sono rimasti per lo più invariati mercoledì, oscillando vicino ai minimi di due settimane mentre gli investitori hanno reagito al forte calo dei titoli tecnologici statunitensi nella notte.

    Le perdite regionali sono state parzialmente compensate da dati incoraggianti provenienti dalla Germania, dove gli ordini industriali sono aumentati più del previsto a settembre, sostenuti da una maggiore domanda nel settore automobilistico e delle apparecchiature elettriche.

    Secondo Destatis, gli ordini industriali tedeschi sono aumentati dell’1,1% su base mensile a settembre, superando le previsioni di un +0,9% e invertendo il calo rivisto dello 0,4% di agosto.

    Sul fronte azionario, il FTSE 100 britannico è salito dello 0,2%, mentre il CAC 40 francese è sceso dello 0,1% e il DAX tedesco ha perso lo 0,3%.

    Tra i singoli titoli, Bouygues (EU:EN) è salita dopo aver confermato le previsioni di crescita dei ricavi per l’intero anno e aver registrato un utile operativo superiore alle attese nei primi nove mesi.
    Fresenius (BIT:1FME) ha guadagnato terreno dopo aver rivisto al rialzo la propria guidance sull’EBIT per l’intero anno, mentre Kontron (TG:KTN) è avanzata dopo aver confermato le previsioni per il 2025 e riportato una solida crescita dei margini.

    BMW (TG:BMW) è salita grazie a margini di profitto superiori alle attese nel suo core business automobilistico nel terzo trimestre.

    Nel Regno Unito, Barratt Redrow (LSE:BTRW) è aumentata dopo aver mantenuto invariata la previsione di completamento delle abitazioni per l’anno fiscale 2026.

    Altrove, Ahold Delhaize (EU:AD) è balzata dopo aver annunciato un riacquisto di azioni proprie da 1 miliardo di euro, segno della fiducia nella solidità finanziaria del gruppo.

    In controtendenza, Siemens Healthineers (BIT:1SHL) è crollata dopo aver registrato ricavi trimestrali leggermente inferiori alle attese, mentre Marks & Spencer (LSE:MKS) ha perso terreno poiché l’utile del primo semestre si è più che dimezzato a causa di un grave attacco informatico che all’inizio dell’anno aveva compromesso le attività online.

  • Dow Jones, S&P, Nasdaq, Futures, Wall Street si prepara a un’apertura in calo mentre le preoccupazioni sulle valutazioni e la debolezza del settore tech pesano sui mercati

    Dow Jones, S&P, Nasdaq, Futures, Wall Street si prepara a un’apertura in calo mentre le preoccupazioni sulle valutazioni e la debolezza del settore tech pesano sui mercati

    I futures statunitensi indicano un’apertura leggermente negativa mercoledì, con i principali indici destinati a estendere i ribassi recenti a causa delle preoccupazioni per le valutazioni gonfiate e dei timori di una possibile bolla legata all’intelligenza artificiale.

    I futures sul Dow, S&P 500 e Nasdaq si muovevano poco sotto la parità, segnalando un’altra sessione cauta dopo il forte calo di martedì, che ha colpito in particolare i titoli tecnologici e growth.

    Advanced Micro Devices (NASDAQ:AMD) era in ribasso del 2,5% nel pre-market, dopo che i solidi risultati del terzo trimestre sono stati offuscati da previsioni sui margini del quarto trimestre in linea con le attese. Super Micro Computer (NASDAQ:SMCI) è scesa del 7,6% dopo risultati inferiori alle previsioni, mentre Arista Networks (NYSE:ANET) ha perso terreno nonostante abbia superato le stime su utile e ricavi.

    Il sentiment degli investitori è migliorato leggermente dopo il report sull’occupazione ADP, che ha mostrato una crescita dei posti di lavoro privati di 42.000 unità a ottobre, rispetto a una flessione rivista di 29.000 nel mese precedente. Gli economisti si aspettavano un aumento più modesto di 25.000 unità.

    Martedì i mercati hanno tentato un breve rimbalzo, ma hanno chiuso in deciso calo. Il Nasdaq Composite ha perso il 2,0% a 23.348,64, lo S&P 500 ha ceduto l’1,2% a 6.771,55, mentre il Dow Jones Industrial Average è sceso dello 0,5% a 47.085,24.

    Il ribasso è stato alimentato da dubbi crescenti sulle valutazioni elevate del settore tecnologico, che quest’anno hanno spinto gli indici a nuovi massimi grazie all’entusiasmo per l’intelligenza artificiale.

    Palantir Technologies (NASDAQ:PLTR) ha guidato i ribassi, scendendo dell’8% nonostante risultati migliori del previsto e un rialzo della guidance sui ricavi.
    “Questo dimostra quanto il prezzo delle azioni di Palantir sia stato gonfiato nel 2025, se anche numeri così impressionanti per il terzo trimestre non sono stati sufficienti a mantenere lo slancio,” ha dichiarato Dan Coatsworth, responsabile dei mercati presso AJ Bell.
    Ha aggiunto: “Anche nel contesto del settore AI in forte espansione, la valutazione dell’azienda ha raggiunto livelli molto alti, poiché gli investitori hanno puntato sui suoi presunti legami con l’amministrazione Trump e sulla crescita dei ricavi legata all’intelligenza artificiale.”

    Altrove, Uber Technologies (NYSE:UBER) è scesa del 5,1%, nonostante ricavi superiori alle stime, mentre Yum! Brands (NYSE:YUM) è balzata del 7,3% dopo risultati trimestrali migliori del previsto.

    A peggiorare l’umore degli investitori, David Solomon, CEO di Goldman Sachs, ha avvertito del rischio di una correzione significativa: “È probabile che ci sarà una flessione del 10-20% dei mercati azionari nei prossimi 12-24 mesi. I mercati corrono, e poi arretrano affinché gli investitori possano rivalutare la situazione.”

    Tra i settori più deboli, le società aurifere e i semiconduttori hanno guidato le perdite, con l’indice NYSE Arca Gold Bugs in calo del 4,5% e l’indice Philadelphia Semiconductor giù del 4,0%. Anche l’indice NYSE Arca Computer Hardware ha perso il 4,4% dopo i recenti massimi.

    I ribassi si sono estesi anche ai settori aereo, acciaio, rete ed energia, riflettendo un arretramento generalizzato mentre gli investitori rivalutano le valutazioni e le prospettive di crescita globale.

  • Prezzi del petrolio in calo a causa della forza del dollaro e del crollo dei mercati globali

    Prezzi del petrolio in calo a causa della forza del dollaro e del crollo dei mercati globali

    I prezzi del petrolio sono scesi leggermente mercoledì, penalizzati dal forte calo dei mercati finanziari globali e da un dollaro statunitense robusto, mentre gli operatori valutavano le prospettive di offerta.

    Alle 07:06 GMT, i future sul Brent erano in calo di 6 centesimi, o dello 0,09%, a 64,38 dollari al barile, mentre il WTI statunitense perdeva 7 centesimi, o lo 0,12%, attestandosi a 60,49 dollari al barile.

    “Il tono di avversione al rischio sui mercati ha spinto gli investitori a uscire dai mercati energetici”, hanno scritto gli analisti di ANZ in una nota di mercoledì.

    I mercati asiatici sono crollati e la volatilità ha raggiunto i livelli più alti da aprile, dopo il selloff tecnologico di Wall Street che ha riacceso le preoccupazioni sulle valutazioni eccessive.

    L’indice del dollaro USA — che misura la valuta contro sei principali controparti — è rimasto stabile sui massimi di tre mesi, sostenuto dalle divisioni all’interno del board della Federal Reserve, che indicano scarse probabilità di un taglio dei tassi a dicembre.

    Un dollaro più forte tende a pesare sulla domanda di greggio, rendendo il petrolio denominato in dollari più costoso per gli acquirenti stranieri. “Il petrolio greggio è in calo… poiché il sentiment di rischio è cambiato bruscamente in negativo, rafforzando il dollaro rifugio, entrambi fattori che hanno pesato sul prezzo del greggio”, ha dichiarato Tony Sycamore, analista di mercato di IG.

    La pressione sui prezzi è aumentata anche dopo che l’American Petroleum Institute ha segnalato un aumento delle scorte di greggio statunitense nella settimana terminata il 31 ottobre.

    Sul fronte dell’offerta, l’OPEC+ ha concordato domenica un incremento della produzione di 137.000 barili al giorno a dicembre e una sospensione degli aumenti nel primo trimestre del 2026. Tuttavia, secondo gli analisti di LSEG, la pausa è “improbabile che offra un sostegno significativo ai prezzi di novembre e dicembre”.

    La stessa OPEC ha aggiunto solo 30.000 barili al giorno alla produzione di ottobre, molto meno dei 330.000 bpd previsti, a causa dei cali in Nigeria, Libia e Venezuela.

    Il CEO del trader svizzero Gunvor Group ha dichiarato che le sanzioni occidentali contro Russia e Iran stanno spingendo volumi record di petrolio in stoccaggio galleggiante, evitando un eccesso di offerta sui mercati globali.

  • I prezzi dell’oro salgono mentre la volatilità dei mercati spinge la domanda di beni rifugio; focus sui dati occupazionali USA

    I prezzi dell’oro salgono mentre la volatilità dei mercati spinge la domanda di beni rifugio; focus sui dati occupazionali USA

    I prezzi dell’oro sono risaliti nelle contrattazioni asiatiche di mercoledì, poiché gli investitori hanno cercato sicurezza in un contesto di rinnovata volatilità nei mercati azionari globali. Il movimento arriva in vista dei dati chiave sull’occupazione statunitense, che potrebbero fornire indicazioni sulle prossime mosse della Federal Reserve.

    Alle 00:47 ET (05:47 GMT), l’oro spot è avanzato dello 0,9% a 3.966,56 dollari l’oncia, mentre i future sull’oro USA hanno guadagnato lo 0,3% a 3.974,10 dollari. Il metallo aveva perso quasi il 2% nella sessione precedente, toccando il livello più basso da una settimana.

    La ricerca di sicurezza sostiene l’oro

    Il rimbalzo del metallo giallo è seguito a una nuova ondata di avversione al rischio, innescata dagli avvertimenti dei CEO di Morgan Stanley e Goldman Sachs, che hanno segnalato valutazioni azionarie eccessive e dinamiche “simili a una bolla”. Le loro osservazioni hanno innescato pesanti vendite a Wall Street durante la notte, trascinando al ribasso anche i mercati asiatici e spingendo gli investitori verso asset difensivi come l’oro.

    La rinnovata domanda di beni rifugio ha fornito un certo sollievo dopo il recente calo dei prezzi del metallo prezioso. Tuttavia, gli analisti sottolineano che il potenziale rialzista dell’oro rimane limitato dal calo delle aspettative di ulteriori tagli dei tassi di interesse da parte della Fed. Gli operatori hanno ridimensionato le scommesse su un taglio a dicembre dopo che il presidente Jerome Powell ha indicato la scorsa settimana che il ciclo di allentamento monetario potrebbe essere vicino alla fine.

    Anche la forza del dollaro — che rimane vicino ai massimi di tre mesi — continua a frenare l’oro, rendendolo più costoso per gli acquirenti stranieri. Nel frattempo, l’allentamento delle tensioni geopolitiche tra Stati Uniti e Cina ha ridotto la domanda di beni rifugio, limitando ulteriormente la spinta al rialzo.

    L’attenzione si sposta sul rapporto ADP

    Gli investitori ora guardano al rapporto nazionale ADP sull’occupazione statunitense, atteso nel corso della giornata, per valutare la tenuta del mercato del lavoro in un contesto di rallentamento economico. Con la pubblicazione dei dati ufficiali ritardata dalla chiusura del governo, i numeri ADP assumeranno un peso maggiore nelle decisioni di politica monetaria della Fed.

    I metalli industriali si stabilizzano

    Anche gli altri metalli preziosi e industriali hanno registrato un leggero rialzo, sostenuti da un lieve indebolimento del dollaro. I future sull’argento sono saliti dello 0,4% a 47,49 dollari l’oncia, mentre quelli sul platino hanno guadagnato lo 0,2% a 1.542,75 dollari l’oncia.

    Tra i metalli industriali, i future sul rame alla London Metal Exchange sono aumentati dello 0,4% a 10.698,20 dollari la tonnellata, mentre i future sul rame USA sono saliti dello 0,9% a 4,97 dollari per libbra, sostenuti da un leggero miglioramento del sentiment e da speranze di una ripresa della domanda cinese.

  • Il dollaro si ritira leggermente in attesa dei dati ADP sull’occupazione

    Il dollaro si ritira leggermente in attesa dei dati ADP sull’occupazione

    Il dollaro statunitense è sceso leggermente mercoledì, mantenendosi vicino ai recenti massimi plurimensili, mentre gli investitori attendono nuovi dati sul mercato del lavoro per orientarsi. La valuta statunitense rimane sostenuta dalla domanda di beni rifugio e dal calo delle aspettative di ulteriori tagli dei tassi da parte della Federal Reserve quest’anno.

    Alle 04:25 ET (09:25 GMT), il Dollar Index — che misura la valuta americana rispetto a un paniere di sei principali valute — è sceso dello 0,1% a 100,002, dopo aver toccato martedì il livello più alto dal 1° aprile.

    L’attenzione si concentra sui dati ADP sull’occupazione

    La recente forza del dollaro è stata alimentata da un rinnovato avversione al rischio dopo il forte calo dei titoli tecnologici a Wall Street, dovuto alle crescenti preoccupazioni per valutazioni azionarie eccessive, che hanno spinto gli investitori verso asset difensivi. Il movimento ha seguito il taglio dei tassi della Fed della scorsa settimana, che il presidente Jerome Powell ha indicato come probabilmente l’ultimo dell’anno.

    “Un atteggiamento più difensivo ha dominato i mercati globali e valutari questa settimana”, hanno affermato gli analisti di ING. “I mercati FX riflettono questa nervosità, con le valute ad alto beta sotto pressione e il dollaro generalmente richiesto”.

    L’incertezza resta elevata a causa della chiusura del governo statunitense, che ha interrotto la pubblicazione di importanti dati economici. Ciò ha portato i mercati a concentrarsi sul report ADP sui salari privati, atteso nel corso della giornata, per avere un’indicazione sullo stato del mercato del lavoro americano.

    “Una lettura in linea con le attese probabilmente manterrà il dollaro sostenuto, poiché continuerebbero i dubbi sul fatto che la Fed possa tagliare i tassi ancora a dicembre”, ha aggiunto ING.

    L’euro guadagna terreno grazie ai solidi dati tedeschi

    L’euro è salito leggermente, con il cambio EUR/USD in rialzo dello 0,1% a 1,1488, recuperando parte delle perdite dopo il minimo di tre mesi registrato martedì. Gli ultimi dati economici della Germania hanno sorpreso positivamente: gli ordini industriali sono aumentati dell’1,1% a settembre, mentre il settore dei servizi ha registrato la crescita più rapida in oltre due anni. L’indice PMI servizi HCOB tedesco finale è salito a 54,6 in ottobre da 51,5 in settembre.

    “EUR/USD trova un certo supporto a 1,1450, vediamo cosa offriranno oggi i dati ADP”, ha dichiarato ING.

    Anche la sterlina ha mostrato un lieve recupero, con GBP/USD in rialzo dello 0,2% a 1,3041. Tuttavia, la valuta britannica è rimasta sotto pressione dopo che la ministra delle Finanze Rachel Reeves ha segnalato martedì la possibilità di ampi aumenti fiscali nel prossimo bilancio.

    Lo yen si rafforza mentre la BoJ valuta un rialzo dei tassi

    In Asia, lo yen giapponese si è rafforzato leggermente, con USD/JPY in calo dello 0,1% a 153,54 dopo la pubblicazione dei verbali della riunione di settembre della Bank of Japan. I verbali hanno mostrato che diversi membri del consiglio ritengono che le condizioni siano “in via di definizione” per un aumento dei tassi, mentre due membri hanno votato per un rialzo immediato, mantenendo la stessa posizione anche nella riunione di ottobre.

    Sebbene la BoJ abbia lasciato i tassi invariati sia a settembre che a ottobre, ha ribadito la sua previsione di un graduale irrigidimento della politica monetaria man mano che inflazione e crescita economica migliorano.

    Altrove, il cambio USD/CNY è sceso dello 0,1% a 7,1254 dopo che un sondaggio privato ha mostrato un’espansione leggermente più forte del previsto nel settore dei servizi cinese a ottobre. Il dollaro australiano è rimasto stabile, con AUD/USD invariato a 0,6492, nonostante dati PMI leggermente più deboli delle attese.

  • Dow Jones, S&P, Nasdaq, Wall Street, Futures, I mercati si stabilizzano dopo le vendite: focus su AMD, Novo Nordisk e sul calo del Bitcoin

    Dow Jones, S&P, Nasdaq, Wall Street, Futures, I mercati si stabilizzano dopo le vendite: focus su AMD, Novo Nordisk e sul calo del Bitcoin

    I future statunitensi sono rimasti poco mossi mercoledì, mentre gli investitori cercavano di riprendersi dopo il forte calo della sessione precedente, guidato dai timori per le valutazioni eccessive dei titoli azionari. L’attenzione si concentra ora sui risultati aziendali, sui rischi politici e sull’udienza della Corte Suprema riguardante l’uso dei poteri d’emergenza da parte del presidente Donald Trump per imporre dazi doganali.

    Future misti dopo il calo dei titoli tecnologici

    Alle 02:39 ET, i future sul Dow Jones erano in rialzo di 29 punti (+0,1%), quelli sull’S&P 500 in calo di 13 punti (-0,2%) e quelli sul Nasdaq 100 in ribasso di 89 punti (-0,4%). Martedì, il forte movimento di prese di profitto ha colpito in particolare i titoli legati all’intelligenza artificiale, protagonisti del rally di quest’anno.

    «[Le] azioni hanno subito vendite diffuse […] poiché il sentiment sul settore tecnologico si è deteriorato in un momento in cui gli investitori non mostrano molta voglia di ruotare verso altre parti del mercato», hanno spiegato gli analisti di Vital Knowledge, aggiungendo che il calo è stato «guidato soprattutto dalle “sensazioni” […] più che da notizie concrete».

    La debolezza si è estesa anche ai mercati asiatici: il Nikkei giapponese è arretrato dai massimi storici, mentre il KOSPI sudcoreano è crollato fino al 6% prima di recuperare parte delle perdite. «Il sentiment di rischio si è leggermente oscurato questa settimana, con alcune correzioni significative in vari mercati azionari», hanno osservato Chris Turner e Francesco Pesole di ING.

    Il clima d’incertezza è accentuato dallo shutdown del governo statunitense, che ha bloccato la pubblicazione di dati economici ufficiali. Gli investitori attendono quindi il report sui posti di lavoro del settore privato ADP di ottobre per valutare la solidità del mercato del lavoro.

    La Corte Suprema valuta i dazi di Trump

    La Corte Suprema degli Stati Uniti discuterà mercoledì se Donald Trump abbia oltrepassato la sua autorità utilizzando poteri economici d’emergenza per imporre dazi a diversi Paesi. I tribunali inferiori avevano stabilito che la misura violava i limiti previsti dal International Emergency Economic Powers Act (IEEPA) del 1977.

    Trump ha difeso la decisione, sostenendo che il deficit commerciale da 1,2 trilioni di dollari e la crisi degli oppioidi giustificano i dazi come risposta a un’emergenza nazionale. Un’eventuale bocciatura priverebbe Trump di un importante strumento negoziale, ma il segretario al Tesoro Scott Bessent si è detto fiducioso che la Corte «confermerà i dazi», aggiungendo che, in caso contrario, «la Casa Bianca potrebbe ricorrere ad altri poteri tariffari», inclusi dazi temporanei del 15% per 150 giorni per correggere gli squilibri commerciali.

    Risultati AMD: buone vendite ma pressione sui margini

    Le azioni di Advanced Micro Devices (NASDAQ:AMD) sono scese nel after hours, nonostante risultati trimestrali migliori delle attese. I ricavi sono aumentati del 9% a 9,25 miliardi di dollari, con un utile di 1,96 miliardi di dollari, pari a 1,20 dollari per azione, superando le previsioni.

    Le vendite nel comparto dei data center, che includono i chip per l’intelligenza artificiale, sono salite del 22% a 4,3 miliardi di dollari, mentre la società prevede ricavi per circa 9,6 miliardi nel trimestre in corso, con un margine di errore di 300 milioni. La CEO Lisa Su ha dichiarato che l’azienda sta vivendo «opportunità di crescita senza precedenti» grazie all’espansione dell’IA. Tuttavia, i margini sono sotto pressione, con un calo del 14% dei profitti nella divisione data center, a causa dell’aumento dei costi di produzione per soddisfare la domanda.

    Novo Nordisk riduce le previsioni di utile

    Novo Nordisk (NYSE:NVO) ha tagliato le previsioni annuali di utile e ricavi, rappresentando una prima sfida per il nuovo CEO Mike Doustdar. L’azienda prevede ora una crescita dell’utile operativo tra il 4% e il 7% a tassi costanti, rispetto al 4–10% precedente.

    Doustdar ha spiegato che la revisione riflette «aspettative di crescita inferiori» per i trattamenti GLP-1 e ha aggiunto che Novo punta a «accelerare su tutti i fronti» per restare competitiva in un mercato «dinamico» e «competitivo». La società danese affronta la concorrenza di Eli Lilly e dei farmaci composti, e le azioni hanno perso circa il 50% del loro valore nel 2025 dopo il boom legato al farmaco anti-obesità Wegovy.

    Bitcoin scende sotto i 100.000 dollari

    Il Bitcoin (COIN:BTCUSD) ha esteso il suo calo, scendendo brevemente sotto la soglia dei 100.000 dollari prima di recuperare leggermente. Alle 03:55 ET, la criptovaluta perdeva il 2,2% a 101.770 dollari dopo un minimo intraday di 99.010 dollari, il livello più basso da giugno.

    Il ribasso ha portato il Bitcoin in territorio di mercato ribassista, con un calo superiore al 20% dal massimo di ottobre di 126.186 dollari. Secondo CoinGlass, oltre 1,27 miliardi di dollari di posizioni a leva sono state liquidate all’inizio della settimana, principalmente posizioni long su Bitcoin, contribuendo al calo generalizzato delle criptovalute.

  • DAX, CAC, FTSE100, Borse europee in calo con il selloff globale; Novo Nordisk annuncia 9.000 tagli di posti di lavoro

    DAX, CAC, FTSE100, Borse europee in calo con il selloff globale; Novo Nordisk annuncia 9.000 tagli di posti di lavoro

    I mercati europei aprono in ribasso mercoledì, seguendo la scia negativa delle piazze globali in un’altra giornata segnata dalla volatilità e dalle trimestrali societarie.

    Alle 08:15 GMT, il DAX tedesco perdeva lo 0,6%, il CAC 40 francese lo 0,4% e il FTSE 100 britannico lo 0,2%.

    Tecnologici sotto pressione

    Il calo in Europa riflette l’andamento di Wall Street e dei mercati asiatici, dove cresce la preoccupazione per le valutazioni elevate dei titoli legati all’intelligenza artificiale e alla tecnologia. Il Nasdaq ha chiuso in calo del 2% martedì, mentre il Nikkei giapponese ha perso oltre il 2% e il KOSPI sudcoreano è sceso fino al 6% prima di recuperare parzialmente. Le vendite si sono intensificate dopo che i vertici di Morgan Stanley (NYSE:MS) e Goldman Sachs (NYSE:GS) hanno espresso dubbi sulla sostenibilità delle attuali valutazioni tecnologiche.

    Novo Nordisk annuncia importanti tagli occupazionali

    La stagione delle trimestrali entra nel vivo in Europa.

    Novo Nordisk (NYSE:NVO), produttore del Wegovy, ha tagliato le previsioni di utile per l’intero anno nell’ambito di una profonda ristrutturazione volta a recuperare competitività nel mercato dei farmaci anti-obesità. Il gruppo danese ha inoltre comunicato l’intenzione di eliminare circa 9.000 posti di lavoro a livello globale per semplificare le operazioni e concentrare gli investimenti sui segmenti chiave di diabete e obesità.

    Nel settore automobilistico, BMW (TG:BMW) ha aumentato i margini operativi nel terzo trimestre dopo aver ridotto le spese in ricerca e sviluppo per i veicoli elettrici, puntando sulla nuova gamma full electric per sostenere la crescita, soprattutto in Cina.

    Fresenius (BIT:1FME) ha alzato la guidance sull’EBIT 2025 dopo una solida trimestrale, sostenuta dalle performance del comparto farmaceutico e dagli ottimi risultati della rete ospedaliera Fresenius Helios.

    Al contrario, Siemens Healthineers (BIT:1SHL) ha rivisto al ribasso le previsioni per l’anno fiscale 2026, citando l’impatto di dazi e cambi sfavorevoli, pur prevedendo una crescita dei ricavi tra il 5% e il 6%.

    Marks & Spencer (LSE:MKS) ha registrato un forte calo degli utili semestrali a causa di un attacco informatico che nei mesi scorsi ha interrotto per settimane l’attività online, riducendo significativamente i margini.

    Ordini industriali tedeschi in ripresa

    I dati pubblicati in mattinata mostrano che gli ordini industriali in Germania sono aumentati dell’1,1% a settembre rispetto al mese precedente, dopo il calo dello 0,4% di agosto. In giornata saranno diffusi anche i dati sui servizi dell’area euro, che tuttavia difficilmente influenzeranno le decisioni della BCE, destinata a mantenere invariati i tassi d’interesse ancora per diversi mesi.

    Petrolio stabile dopo l’aumento delle scorte USA

    I prezzi del greggio si sono stabilizzati mercoledì dopo le perdite della sessione precedente, innescate da un forte incremento delle scorte statunitensi.

    Il Brent è sceso dello 0,1% a 64,40 dollari al barile, mentre il WTI statunitense è arretrato dello 0,1% a 60,50 dollari.

    Secondo i dati dell’American Petroleum Institute, le scorte di greggio USA sono aumentate di 6,5 milioni di barili nella settimana conclusa il 1° novembre, superando di gran lunga le attese di un calo di 2,4 milioni. L’aumento ha alimentato timori di domanda debole, accentuati dai disagi al traffico aereo causati dallo shutdown del governo statunitense.