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  • Il dollaro sale mentre l’oro rallenta; la sterlina scende dopo dati sull’inflazione del Regno Unito

    Il dollaro sale mentre l’oro rallenta; la sterlina scende dopo dati sull’inflazione del Regno Unito

    Il dollaro statunitense è salito leggermente mercoledì, sostenuto dal calo dei prezzi dell’oro e da un tono più fiducioso nei mercati in vista dei dati chiave sull’inflazione attesi per la fine della settimana.

    Alle 04:20 ET (08:20 GMT), l’U.S. Dollar Index è aumentato dello 0,1% a 98,795, proseguendo il rimbalzo dopo le forti perdite della scorsa settimana.

    Il dollaro si rafforza in vista del CPI USA

    Il biglietto verde si è rafforzato costantemente mentre i timori sul settore bancario regionale si sono attenuati, e la forte correzione dell’oro di martedì ha fornito un ulteriore sostegno. “Un ulteriore rally del dollaro da qui sarà difficile da giustificare a meno che i mercati non trovino ragioni per escludere uno dei tre tagli della Fed previsti entro marzo. Il driver più realistico di questa riprezzatura hawkish questa settimana sarebbe un dato CPI caldo venerdì, cosa che non ci aspettiamo”, ha dichiarato Francesco Pesole di ING Group.

    Il dato sull’inflazione di settembre sarà la prima pubblicazione economica di rilievo del governo statunitense dall’inizio dello shutdown di ottobre. Gli economisti si aspettano un aumento dell’inflazione headline al 3,1% dal 2,9%, con il core CPI stabile al 3,1%.

    La sterlina scende dopo la sorpresa sull’inflazione

    La sterlina britannica ha perso terreno dopo che i dati sull’inflazione sono risultati inferiori alle attese. GBP/USD è sceso dello 0,4% a 1,3323 dopo che l’inflazione annua è rimasta al 3,8% in settembre, sotto la previsione del 4%.

    “La nostra previsione è che questo 3,8% rappresenti il picco dell’inflazione headline, e ci aspettiamo che rimanga al 3,5% per i restanti tre mesi dell’anno, per poi calare da gennaio”, ha detto Pesole. Ha aggiunto: “Tutto questo non dovrebbe essere sufficiente a riportare un taglio dei tassi a novembre sul tavolo, ma aumenta chiaramente le probabilità di un intervento a dicembre. A questo scopo, la Legge di Bilancio autunnale avrà un ruolo chiave, poiché un impegno più rigoroso alla disciplina fiscale potrebbe essere il grilletto per un ‘taglio di Natale’”.

    La Bank of England ha mantenuto i tassi al 4% a settembre, il livello più basso da oltre due anni, dopo aver iniziato il 2025 al 4,75%. Il governatore Andrew Bailey ha avvertito che il Regno Unito “non è ancora fuori pericolo” per quanto riguarda l’inflazione e che eventuali tagli futuri “dovranno essere effettuati gradualmente e con cautela”. La prossima decisione è fissata per il 6 novembre.

    L’euro scivola dopo il rinvio del vertice

    L’euro si è leggermente indebolito dopo che la White House ha confermato che il vertice tra il presidente USA Donald Trump e il presidente russo Vladimir Putin è stato rinviato a causa del rifiuto di Mosca di accettare un cessate il fuoco immediato.

    EUR/USD è sceso dello 0,1% a 1,1592. Pesole ha commentato: “Questi sviluppi confermano l’estrema cautela dei mercati nel trattare le speranze di una tregua in Ucraina. Rimaniamo dell’idea che qualsiasi reazione significativa richiederà progressi concreti – non semplici speculazioni”.

    Lo yen si stabilizza dopo la conferma di Takaichi

    USD/JPY è sceso dello 0,1% a 151,83 mentre lo yen giapponese ha recuperato parte delle perdite recenti. Il movimento è seguito alla conferma di Sanae Takaichi come prima premier donna del Giappone, che inizialmente aveva indebolito la valuta.

    Takaichi è vista come fiscalmente accomodante, favorevole a misure di stimolo e contraria a ulteriori strette della Bank of Japan. Le speculazioni sulla sua leadership, dopo la vittoria alla guida della Liberal Democratic Party a settembre, avevano pesato sullo yen nelle ultime settimane.

    Yuan e dollaro australiano in leggero rialzo

    USD/CNY è salito a 7,1244 in attesa di nuovi sviluppi sulle relazioni commerciali tra Pechino e Washington. Commenti recenti da parte di funzionari statunitensi hanno attenuato i timori di un’escalation tariffaria.

    AUD/USD è avanzato dello 0,2% a 0,6502.

  • L’oro si stabilizza dopo un forte calo mentre l’ottimismo commerciale riduce la domanda di beni rifugio

    L’oro si stabilizza dopo un forte calo mentre l’ottimismo commerciale riduce la domanda di beni rifugio

    I prezzi dell’oro si sono stabilizzati mercoledì durante la sessione asiatica, fermandosi dopo un forte calo registrato all’inizio della giornata. Le tensioni commerciali in diminuzione tra Stati Uniti e Cina e le speranze di progressi nei negoziati globali hanno ridotto l’attrattiva del metallo come bene rifugio.

    Il movimento è arrivato dopo che molti investitori hanno preso profitti a seguito del recente rally dell’oro, mentre l’attenzione si è spostata sui dati chiave sull’inflazione statunitense attesi per la fine della settimana — dati che potrebbero influenzare la prossima decisione sui tassi di interesse della Federal Reserve.

    L’oro spot è salito dello 0,1% a 4.127,95 dollari l’oncia alle 00:21 ET (04:21 GMT), recuperando leggermente dopo essere sceso a 4.003,39 dollari in precedenza. I futures sull’oro negli Stati Uniti sono aumentati dello 0,9% a 4.144,51 dollari.

    Martedì, il metallo prezioso è sceso di oltre il 5% — la flessione giornaliera più forte dal 2020 — dopo aver toccato un massimo storico di 4.381,21 dollari l’oncia all’inizio della settimana, sostenuto da tensioni geopolitiche e aspettative di un allentamento monetario statunitense.

    I titoli commerciali spostano il sentiment di mercato

    Il calo è arrivato dopo le dichiarazioni del presidente statunitense Donald Trump, che ha affermato che un prossimo incontro con il presidente cinese Xi Jinping potrebbe portare a un “buon accordo” commerciale, pur ammettendo che i colloqui “potrebbero non avvenire”.

    I suoi commenti hanno rafforzato il sentiment di rischio e ridotto la domanda per l’oro e altri beni rifugio.

    Il clima positivo è stato ulteriormente sostenuto da un articolo del quotidiano indiano Mint (newspaper), secondo cui Washington e Nuova Delhi sarebbero vicine a un accordo commerciale che ridurrebbe le tariffe statunitensi sui prodotti indiani dal 50% attuale a circa il 15–16%, una misura vista come un potenziale impulso al commercio globale.

    “Il catalizzatore sembra essere la presa di profitto in un mercato che è stato fortemente ipercomprato nelle ultime settimane,” hanno scritto gli analisti di ING Group, aggiungendo che “chiaramente, i partecipanti al mercato stavano diventando sempre più nervosi sulla sostenibilità del trend rialzista.”

    La cautela resta elevata in vista dei dati sull’indice dei prezzi al consumo (CPI) degli Stati Uniti attesi per venerdì, che potrebbero dare segnali importanti sulla politica monetaria della Fed. L’attuale shutdown del governo statunitense aggiunge ulteriore incertezza, ritardando alcuni indicatori economici.

    Commercio dei metalli fiacco dopo i forti ribassi

    Anche gli altri metalli hanno registrato movimenti contenuti dopo le forti perdite della settimana.

    L’argento è salito dello 0,4% a 48,93 dollari l’oncia dopo un crollo superiore al 7% nella sessione precedente. I futures sull’argento sono aumentati dell’1,2% a 48,28 dollari, mentre i futures sul platino sono scesi dello 0,3% a 1.533,90 dollari.

    Il rame di riferimento alla London Metal Exchange è rimasto invariato a 10.612,95 dollari per tonnellata, mentre i futures sul rame negli Stati Uniti sono aumentati dello 0,2% a 4,96 dollari per libbra.

  • Il petrolio sale oltre il 2% grazie ai timori sull’offerta e all’ottimismo per un accordo USA–Cina

    Il petrolio sale oltre il 2% grazie ai timori sull’offerta e all’ottimismo per un accordo USA–Cina

    I prezzi del petrolio sono aumentati per la seconda seduta consecutiva mercoledì, con un rialzo superiore al 2%, sostenuti dai rischi legati all’offerta derivanti dalle sanzioni e dalle tensioni geopolitiche, oltre che dalla fiducia in un possibile accordo commerciale tra Stati Uniti e Cina.

    Alle 06:45 GMT, i futures sul Brent guadagnavano 1,24 dollari (+2,0%) a 62,56 dollari al barile, mentre il WTI statunitense saliva di 1,20 dollari (+2,1%) a 58,44 dollari.

    All’inizio della settimana, il petrolio aveva toccato il minimo degli ultimi cinque mesi a causa dell’aumento della produzione e delle preoccupazioni legate all’indebolimento della domanda globale. Tuttavia, il sentiment è cambiato quando le tensioni geopolitiche si sono intensificate.

    Il rinvio del vertice tra il presidente statunitense Donald Trump e il presidente russo Vladimir Putin, insieme alle pressioni dei governi occidentali sugli acquirenti asiatici per ridurre le importazioni di greggio russo, ha riacceso i timori di potenziali interruzioni delle forniture globali.

    Mukesh Sahdev, fondatore e CEO della società di consulenza XAnalysts, ha dichiarato: “Nonostante il sentiment generalmente ribassista, causato da un eccesso di offerta e da una domanda debole, il rischio di interruzioni nelle aree sensibili come Russia, Venezuela, Colombia e Medio Oriente rimane presente e impedisce ai prezzi del petrolio di scendere stabilmente sotto la soglia dei 60 dollari.”

    Secondo Tony Sycamore, analista di IG Australia, parte del rialzo di mercoledì è stato dovuto a ricoperture di posizioni corte: “Dopo la svendita in criptovalute, banche regionali e ora oro e argento, stiamo assistendo a una riduzione delle posizioni in diversi mercati e per il petrolio questo si traduce in ricoperture.”

    Le crescenti tensioni tra Stati Uniti e Venezuela hanno ulteriormente sostenuto i prezzi. Un gruppo di esperti indipendenti delle United Nations ha definito gli attacchi statunitensi a navi venezuelane in acque internazionali “esecuzioni extragiudiziali.” L’amministrazione Trump ha ordinato operazioni simili negli ultimi mesi contro navi sospettate di traffico di droga, come parte di una campagna contro una presunta minaccia “narcoterroristica”.

    Sul fronte commerciale, le trattative tra Washington e Pechino hanno aggiunto ulteriore sostegno. Trump ha dichiarato lunedì di aspettarsi “un accordo commerciale equo” con il presidente cinese Xi Jinping, ma martedì ha aggiunto che “forse non accadrà”, alimentando l’incertezza.

    I dati sulle scorte statunitensi hanno fornito ulteriore supporto. L’American Petroleum Institute ha segnalato un calo delle riserve di greggio, benzina e distillati, mentre il United States Department of Energy ha annunciato l’intenzione di acquistare un milione di barili per rifornire la riserva strategica. Secondo gli analisti della Australia and New Zealand Banking Group, questa decisione ha contribuito a sostenere i prezzi.

  • DAX, CAC, FTSE100, Borse europee perlopiù in calo; il Regno Unito resiste grazie all’inflazione stabile

    DAX, CAC, FTSE100, Borse europee perlopiù in calo; il Regno Unito resiste grazie all’inflazione stabile

    Le borse europee hanno chiuso perlopiù in ribasso mercoledì, mentre gli investitori hanno reagito alle rinnovate tensioni geopolitiche legate alla guerra in Ucraina. Il mercato britannico, invece, ha beneficiato di dati sull’inflazione più deboli delle attese.

    Alle 07:05 GMT, il DAX tedesco perdeva lo 0,2%, il CAC 40 francese cedeva lo 0,7%, mentre il FTSE 100 britannico guadagnava lo 0,5%, sovraperformando gli altri principali indici.

    Tensioni geopolitiche pesano sul sentiment

    Il clima di mercato si è indebolito dopo che la White House ha annunciato il rinvio a tempo indeterminato del vertice tra il presidente statunitense Donald Trump e il presidente russo Vladimir Putin. Mosca ha infatti respinto l’appello per un cessate il fuoco immediato, riducendo così le speranze di un accordo di pace a breve termine.

    Trump, che la scorsa settimana aveva parlato con Putin e incontrato il presidente ucraino Volodymyr Zelenskyy, sperava che un nuovo incontro dopo il vertice di agosto in Alaska potesse far avanzare i negoziati. Invece, le probabilità di una svolta appaiono oggi scarse, con effetti negativi sul sentiment globale.

    Focus sui risultati societari

    La stagione degli utili entra nel vivo e gli investitori valutano diverse trimestrali:

    • UniCredit (BIT:UCG) ha confermato i propri obiettivi annuali e di medio termine dopo risultati trimestrali superiori alle attese, restando così sulla buona strada per un anno record.
    • Barclays (LSE:BARC) ha alzato la guidance per l’intero anno e annunciato un buyback da 500 milioni di sterline, nonostante un calo del 7% dell’utile ante imposte a 2,1 miliardi di sterline.
    • Hermès International S.A. (EU:RMS) ha registrato un aumento del 9,6% delle vendite nel terzo trimestre, segnalando un “leggero miglioramento” in Cina grazie alla domanda sostenuta per le sue borse iconiche.
    • Heineken N.V. (EU:HEIA) ha avvertito di un calo delle vendite di birra nel 2025 a causa del peggioramento del contesto macroeconomico, rivedendo al ribasso la guidance per i volumi.
    • Reckitt Benckiser Group (LSE:RKT) ha battuto le stime sulle vendite del terzo trimestre e confermato l’outlook, grazie alla domanda nei mercati emergenti e a una ripresa nelle economie sviluppate.

    Inflazione U.K. stabile

    I dati economici diffusi in mattinata hanno mostrato che l’inflazione britannica è rimasta ferma al 3,8% a settembre, contro attese di un aumento al 4%. Ciò offre un po’ di respiro alla Bank of England, che a settembre ha lasciato invariato il tasso di riferimento al 4%, il livello più basso da oltre due anni dopo essere partiti dal 4,75% a inizio 2025.

    Petrolio in rialzo dopo il rinvio del vertice USA-Russia

    I prezzi del petrolio sono saliti dopo la cancellazione del summit USA-Russia, che alimenta i timori di interruzioni prolungate dell’offerta globale.

    Il Brent è avanzato dell’1,7% a 62,34 dollari al barile, mentre il WTI è salito dell’1,8% a 58,24 dollari.

    La prospettiva di un conflitto più lungo aumenta i rischi per l’approvvigionamento, anche perché Kyiv ha intensificato gli attacchi alle infrastrutture energetiche russe. I prezzi sono stati sostenuti anche dai dati sulle scorte USA in calo e dalla decisione della United States Department of Energy di acquistare un milione di barili per ricostituire le riserve strategiche.

  • UniCredit punta a risultati record dopo un solido terzo trimestre; guidance confermata

    UniCredit punta a risultati record dopo un solido terzo trimestre; guidance confermata

    UniCredit (BIT:UCG) ha confermato i suoi obiettivi annuali e di medio termine dopo aver riportato utili del terzo trimestre superiori alle attese, mantenendo la banca italiana sulla buona strada per chiudere il 2025 con risultati record.

    L’utile netto ha raggiunto 2,63 miliardi di euro (3,05 miliardi di dollari) nei tre mesi terminati il 30 settembre, in aumento rispetto ai 2,51 miliardi dello stesso periodo dell’anno precedente. I ricavi totali sono leggermente aumentati a 6,17 miliardi di euro, grazie a maggiori commissioni da investimenti e a un solido risultato dell’attività di trading, che hanno compensato la flessione del margine d’interesse dovuta ai tassi più bassi.

    Le stime degli analisti raccolte dalla banca prevedevano un utile netto di 2,41 miliardi di euro su ricavi per 6,01 miliardi di euro.

    UniCredit ha ribadito la propria guidance per il 2025, puntando a un utile netto di circa 10,5 miliardi di euro al netto delle azioni gestionali, che dovrebbero contribuire a un ulteriore miglioramento dei risultati nel 2026 e 2027.

    Guardando più avanti, l’istituto punta a superare gli 11 miliardi di euro di utile netto entro il 2027, sostenuto dalla partecipazione in Commerzbank e dal continuo miglioramento dell’efficienza operativa.

    La banca ha inoltre confermato l’intenzione di restituire almeno 9,5 miliardi di euro agli azionisti dagli utili di quest’anno, di cui non meno della metà sotto forma di dividendo in contanti.

    Il coefficiente Common Equity Tier 1 si è attestato al 14,8% alla fine del trimestre, a conferma di una solida posizione patrimoniale mentre la banca continua a bilanciare remunerazione degli azionisti e investimenti per la crescita.

  • Dow Jones, S&P, Nasdaq, Wall Street, I futures USA stabili mentre gli investitori fanno una pausa dopo il rally

    Dow Jones, S&P, Nasdaq, Wall Street, I futures USA stabili mentre gli investitori fanno una pausa dopo il rally

    I futures azionari statunitensi sono rimasti perlopiù invariati martedì mattina, segnalando un’apertura tranquilla a Wall Street dopo due sedute di forte rialzo che hanno riportato i principali indici vicino ai loro massimi storici.

    Dopo il recente rally, gli investitori sembrano meno propensi ad ampliare le posizioni in attesa di sviluppi chiave sul fronte economico e politico, tra cui le tensioni commerciali tra Stati Uniti e Cina e la lunga chiusura del governo federale.

    Con pochi dati macroeconomici in pubblicazione a causa dello shutdown, l’attenzione è rivolta ai dati sull’inflazione al consumo previsti per venerdì, che potrebbero influenzare le aspettative per la politica monetaria della Federal Reserve. I mercati scontano attualmente tagli dei tassi nei prossimi due meeting della banca centrale: secondo il FedWatch Tool della CME Group, c’è una probabilità del 97,8% di un taglio di un quarto di punto la prossima settimana e del 95,5% di un altro a dicembre.

    Sul fronte societario, General Motors (NYSE:GM) è balzata nel pre-market dopo aver battuto le stime sugli utili del terzo trimestre e alzato la guidance per l’intero anno. Anche Coca-Cola (NYSE:KO) ha registrato rialzi dopo risultati migliori delle attese. Al contrario, Northrop Grumman Corporation (NYSE:NOC) potrebbe scendere, nonostante utili superiori al consensus, a causa di ricavi inferiori alle previsioni.

    Il tono prudente segue una solida sessione di lunedì, quando tutti e tre i principali indici hanno registrato guadagni robusti: l’S&P 500 è salito dell’1,1% a 6.735,13 punti, l’Dow Jones Industrial Average dell’1,1% a 46.706,58 punti e l’Nasdaq Composite dell’1,4% a 22.990,53 punti.

    Apple (NASDAQ:AAPL) è stata tra le protagoniste della giornata, chiudendo in rialzo di quasi il 4% a un nuovo massimo storico dopo che Loop Capital ha alzato la raccomandazione a “Buy”, citando la forte domanda per la serie iPhone 17.

    Anche la politica ha dato impulso al sentiment. Kevin Hassett, direttore del National Economic Council, ha dichiarato a CNBC che “lo shutdown del governo potrebbe finire questa settimana”, esprimendo fiducia in un possibile compromesso bipartisan.

    Sul fronte commerciale, The Wall Street Journal ha riferito che l’amministrazione Trump ha iniziato a “alleggerire alcune misure tariffarie” esentando decine di prodotti e segnalando ulteriori esenzioni nei futuri accordi commerciali.

    I titoli siderurgici hanno guidato i rialzi, con l’NYSE Arca Steel Index in aumento del 3,5% e Cleveland-Cliffs (NYSE:CLF) in rally del 21,5% dopo aver annunciato piani per esplorare il business delle terre rare. Anche i titoli auriferi sono saliti con il rimbalzo del metallo prezioso, facendo guadagnare il 3% all’NYSE Arca Gold BUGS Index.

    Azioni di compagnie aeree, banche, servizi petroliferi e semiconduttori hanno contribuito al rally, sostenendo un rialzo diffuso all’inizio della settimana.

  • DAX, CAC, FTSE100, Le borse europee in rialzo mentre gli investitori guardano agli utili e alle tensioni USA–Cina

    DAX, CAC, FTSE100, Le borse europee in rialzo mentre gli investitori guardano agli utili e alle tensioni USA–Cina

    I mercati azionari europei hanno aperto in leggero rialzo martedì, con l’attenzione degli investitori concentrata su una nuova ondata di risultati societari e sugli sviluppi delle relazioni commerciali tra Stati Uniti e Cina.

    Nel Regno Unito, i dati dell’Office for National Statistics hanno mostrato un aumento del deficit di bilancio a settembre a causa di maggiori spese pubbliche. Il disavanzo netto del settore pubblico è salito a 20,2 miliardi di sterline dai 18,6 miliardi dell’anno precedente, segnando il valore più alto per settembre dal 2020.

    A livello regionale, l’indice CAC 40 è salito dello 0,5%, l’FTSE 100 dello 0,3% e l’DAX tedesco dello 0,1%.

    Tra i titoli in evidenza, Edenred (EU:EDEN) ha guadagnato terreno dopo aver riportato ricavi del terzo trimestre superiori alle attese. Anche SEGRO (LSE:SGRO) ha registrato un forte rialzo grazie a risultati trimestrali solidi, sostenuti da un miglioramento della fiducia degli occupanti e da un aumento dell’attività di pre-locazione.

    Le azioni di HSBC Holdings (LSE:HSBA) sono salite dopo la nomina dell’ex dirigente di NatWest, David Lindberg, come nuovo CEO per il Regno Unito.

    In ribasso invece Getlink (EU:GET), che ha riportato ricavi trimestrali invariati, e BHP (LSE:BHP), scesa dopo aver annunciato un calo del 2% nella produzione di minerale di ferro del primo trimestre fiscale.

    Anche Eurofins Scientific (EU:ERF) ha perso terreno dopo che il segmento BioPharma ha registrato una crescita organica dei ricavi di appena lo 0,4% nel terzo trimestre. Tele2 (BIT:1TEL) è arretrata a seguito di risultati trimestrali inferiori alle attese.

  • Il rally dell’oro potrebbe segnalare una bolla pronta a scoppiare, avverte un economista

    Il rally dell’oro potrebbe segnalare una bolla pronta a scoppiare, avverte un economista

    L’eccezionale corsa al rialzo dell’oro potrebbe non essere sostenibile, avverte John Higgins, Chief Markets Economist di Capital Economics. Higgins ritiene che il prezzo del metallo prezioso sia salito ben oltre il suo “valore equo”, segnalando la possibile formazione di una bolla.

    Secondo la sua analisi, l’andamento recente dell’oro ha superato non solo l’inflazione ma anche il suo rapporto storico con altri asset reali.  “All’inizio del 2025, il prezzo dell’oro era già vicino al suo picco precedente in termini reali, raggiunto nel 1980 “, ha scritto.  “Ma ora, il prezzo reale dell’oro è quasi del 60% superiore a quel picco e più di tre volte la sua media dal 1980 “.

    L’oro è da sempre considerato un rifugio sicuro nei momenti di incertezza. Tuttavia, Higgins ha osservato che l’attuale impennata non è trainata da fattori consueti come il calo dei rendimenti reali o un’inflazione persistentemente elevata.  “Poiché l’oro non paga interessi, il costo opportunità di detenerlo diminuisce quando i rendimenti di questi titoli scendono. Ma quei rendimenti, in generale, sono aumentati “, ha spiegato, sottolineando che la storica correlazione tra Treasury Inflation-Protected Securities (TIPS) e oro si è  “interrotta negli ultimi anni “.

    Ha inoltre escluso che l’inflazione sia la causa principale del rally, ribadendo che  “l’inflazione è in calo dal picco post-pandemia, anche se rimane più alta di quanto la Fed vorrebbe “.

    Higgins ha invece indicato dinamiche speculative come probabile motore della recente ascesa dell’oro. Tra i fattori citati:  “i gestori di riserve che diversificano fuori dal dollaro “, una maggiore allocazione in ETF,  “la crescente domanda dalla Cina “ e  “la semplice paura di restare indietro “.

    Tuttavia, alcuni di questi elementi potrebbero avere effetti più duraturi.  “Alcuni di questi fattori potrebbero essere “strutturali” e quindi continuare a sostenere il prezzo dell’oro “, ha detto.  “Ma sembra sempre più probabile che l’oro si trovi in una bolla destinata a scoppiare a breve “.

    L’allarme arriva mentre il metallo prezioso resta vicino ai massimi storici, sostenuto da tensioni geopolitiche, forti acquisti da parte delle banche centrali e un’ondata di entusiasmo tra gli investitori retail. Ma come suggerisce Higgins, il mercato potrebbe essersi distaccato dai fondamentali economici, aumentando il rischio di una brusca inversione.

    Il prezzo spot dell’oro è sceso dell’1,8% martedì, perdendo 77 dollari e attestandosi a 4.283 dollari l’oncia alle 09:38 GMT.

  • Dow Jones, S&P, Nasdaq, Wall Street Futures, Netflix guida la stagione degli utili; Zions Bancorp sale nel post-market — Focus sui mercati

    Dow Jones, S&P, Nasdaq, Wall Street Futures, Netflix guida la stagione degli utili; Zions Bancorp sale nel post-market — Focus sui mercati

    I futures azionari statunitensi sono scesi leggermente martedì, mentre gli investitori si preparavano a una serie di importanti risultati societari che potrebbero offrire nuove indicazioni sulla salute dell’economia e delle imprese americane. Netflix (NASDAQ:NFLX) sarà la protagonista della giornata, con i risultati attesi dopo la chiusura dei mercati. Zions Bancorporation (NASDAQ:ZION) è salita nel trading after-hours, mentre Amazon.com, Inc. (NASDAQ:AMZN) ha annunciato che la sua piattaforma cloud è tornata operativa e Sanae Takaichi si prepara a diventare la prima premier donna del Giappone.

    Futures in leggero calo in attesa dei risultati

    I futures sugli indici statunitensi hanno registrato un modesto calo nelle prime ore di contrattazione. Alle 03:16 ET, i futures sul Dow erano in ribasso di 86 punti (0,2%), quelli sull’S&P 500 scendevano di 9 punti (0,1%) e i futures sul Nasdaq 100 perdevano 42 punti (0,2%).

    Wall Street aveva chiuso in rialzo lunedì, trainata da guadagni nei titoli tecnologici e finanziari, risultati societari solidi e minori timori sulle banche regionali. Le azioni di Apple Inc. (NASDAQ:AAPL) hanno toccato nuovi massimi storici dopo rapporti ottimistici sulle forti vendite di iPhone 17.

    L’ottimismo è stato alimentato anche dalle prospettive di un incontro tra Donald Trump e Xi Jinping in Corea del Sud. Un funzionario della Casa Bianca ha affermato che la lunga chiusura del governo statunitense “potrebbe concludersi già questa settimana”.

    Netflix pronta a pubblicare i risultati

    La stagione degli utili entra nel vivo con Netflix sotto i riflettori.

    Le azioni di Netflix sono aumentate di oltre il 39% quest’anno, riflettendo la fiducia degli investitori nella sua strategia pubblicitaria e nel consolidamento della sua leadership nello streaming. Tuttavia, l’attenzione sarà anche sull’impatto delle dichiarazioni di Elon Musk, che ha invitato gli utenti a cancellare gli abbonamenti dopo una controversia su un programma animato.

    Altri nomi chiave che presenteranno oggi includono GE Aerospace (NYSE:GE), The Coca-Cola Company (NYSE:KO), Philip Morris International (NYSE:PM) e RTX Corporation (NYSE:RTX).

    Zions Bancorp rassicura dopo la perdita sui prestiti

    Le azioni di Zions Bancorp (NASDAQ:ZION) sono salite nel trading esteso dopo la pubblicazione di risultati trimestrali migliori del previsto.

    La banca aveva rivelato la scorsa settimana una perdita di 50 milioni di dollari su due prestiti commerciali in California, provocando un crollo dei titoli bancari regionali. Tuttavia, Derek Steward, Chief Credit Officer, ha dichiarato che la società era “fiduciosa che si trattasse di un incidente isolato nel nostro portafoglio”.

    Amazon risolve il blackout AWS

    Amazon (NASDAQ:AMZN) ha annunciato che Amazon Web Services è tornata alla normalità dopo il blackout di lunedì, che aveva messo offline centinaia di siti web. L’azienda ha aggiunto che serviranno alcune ore per smaltire l’arretrato dei messaggi.

    Takaichi pronta a fare la storia in Giappone

    Sanae Takaichi ha vinto un importante voto alla Camera bassa, aprendo la strada per diventare la prima donna primo ministro del Giappone.

    La leader 64enne del Partito Liberal Democratico ha ottenuto 237 voti, più della maggioranza richiesta. Anche se non ha vinto in Senato, il risultato conferma di fatto la sua nomina come 104° premier giapponese.

    Takaichi prenderà il posto di Shigeru Ishiba e, nota per la sua posizione fiscale accomodante, è attesa aumentare la spesa pubblica per infrastrutture, industria e difesa.

  • L’oro arretra dai massimi storici tra ottimismo commerciale e prese di profitto

    L’oro arretra dai massimi storici tra ottimismo commerciale e prese di profitto

    I prezzi dell’oro sono diminuiti durante le contrattazioni asiatiche di martedì, scendendo dai livelli record poiché gli investitori hanno incassato i profitti e i segnali di miglioramento delle relazioni commerciali tra Stati Uniti e Cina hanno ridotto la domanda di beni rifugio.

    L’oro spot è sceso dello 0,8% a 4.322,95 dollari l’oncia alle 02:27 ET (06:27 GMT), dopo aver toccato lunedì un massimo storico di 4.381,21 dollari/oncia. I future sull’oro USA con consegna a dicembre hanno ceduto lo 0,5% a 4.339,35 dollari/oncia.

    L’ottimismo commerciale riduce l’appeal dell’oro rifugio

    Il calo è arrivato dopo che Donald Trump ha adottato un tono più conciliante sui negoziati commerciali, dichiarando di aspettarsi un accordo “forte e giusto” con la Cina e sottolineando l’intenzione di avere colloqui costruttivi con Xi Jinping durante il vertice della prossima settimana in Corea del Sud.

    Ad alimentare l’ottimismo, il Segretario al Tesoro USA Scott Bessent incontrerà il Vicepremier cinese He Lifeng in Malesia più avanti nella settimana. Ciò avviene in un contesto ancora teso, con Trump che ha minacciato di imporre dazi del 100% sulle merci cinesi a partire dal 1° novembre.

    Anche il consigliere economico della Casa Bianca Kevin Hassett ha contribuito a migliorare il sentiment lunedì affermando che la prolungata chiusura del governo USA era “probabilmente destinata a concludersi questa settimana”, grazie ai progressi nei negoziati bipartisan.

    L’allentamento dei rischi politici e commerciali ha quindi ridotto l’urgenza per gli investitori di rifugiarsi nell’oro.

    Attesa per i dati sull’inflazione USA

    L’attenzione si concentra ora sui dati ritardati dell’indice dei prezzi al consumo statunitense, che verranno pubblicati venerdì. Gli economisti prevedono un aumento annuo dell’inflazione del 3,1%. Un dato superiore alle attese potrebbe ridurre le probabilità di un taglio dei tassi alla riunione di ottobre della Federal Reserve.

    Nonostante la flessione, l’oro resta sostenuto dalle aspettative di un allentamento monetario imminente da parte della Fed, dalle misure tariffarie di Trump e dagli acquisti continui da parte delle banche centrali.

    Un dollaro più forte pesa sui metalli

    Il rafforzamento della United States dollar ha esercitato ulteriori pressioni sul mercato dei metalli, rendendo le materie prime più costose per gli acquirenti internazionali.

    I future sull’argento sono scesi dell’1,5% a 50,68 dollari l’oncia, mentre quelli sul platino hanno perso l’1,1% a 1.633,60 dollari/oncia. Il rame di riferimento sulla London Metal Exchange è calato dello 0,2% a 10.666,20 dollari la tonnellata, mentre i future sul rame USA sono scesi dell’1% a 5,00 dollari per libbra.