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  • Mercati in attesa: utili dei giganti tech, decisione della Fed e incontro Trump–Xi al centro dell’attenzione

    Mercati in attesa: utili dei giganti tech, decisione della Fed e incontro Trump–Xi al centro dell’attenzione

    Gli investitori globali si preparano a una giornata cruciale, segnata da tre eventi chiave destinati a influenzare il sentiment dei mercati: un taglio dei tassi da parte della Federal Reserve, una raffica di trimestrali dei colossi tecnologici e la visita diplomatica di Donald Trump in Asia, che potrebbe culminare in un incontro decisivo con Xi Jinping.

    Alle 03:38 ET, i futures sul Dow Jones sono scesi dello 0,1% (–31 punti), mentre quelli sull’S&P 500 sono saliti dello 0,2% (+17 punti) e quelli sul Nasdaq 100 hanno guadagnato lo 0,4% (+113 punti). Il clima resta cauto dopo una serie di massimi storici a Wall Street, sostenuti dall’entusiasmo per l’intelligenza artificiale e dalle attese di una politica monetaria più accomodante.

    Wall Street continua la corsa, spinta da Nvidia

    La spinta principale arriva da Nvidia (NASDAQ:NVDA), che ha annunciato ordini per 500 miliardi di dollari relativi ai suoi chip di intelligenza artificiale e un accordo per costruire sette supercomputer per il Dipartimento dell’Energia degli Stati Uniti. Il titolo è salito di quasi il 5%, portando Nvidia a un passo dal diventare la prima azienda da 5.000 miliardi di dollari, confermando il suo ruolo guida nel rally trainato dall’AI.

    I risultati dei big tech sotto i riflettori

    Ora l’attenzione si sposta sui conti degli altri giganti tecnologici. Microsoft (NASDAQ:MSFT), Meta Platforms (NASDAQ:META) e Alphabet (NASDAQ:GOOG) pubblicheranno i risultati dopo la chiusura dei mercati, seguiti giovedì da Apple (NASDAQ:AAPL) e Amazon (NASDAQ:AMZN).

    Data la loro enorme capitalizzazione, i risultati avranno un impatto significativo sull’andamento dei listini USA negli ultimi mesi del 2025. Gli analisti si concentrano in particolare sugli investimenti in intelligenza artificiale e infrastrutture cloud, fattori chiave per il proseguimento del rally.

    Fed pronta al taglio dei tassi – i riflettori su Powell

    La Federal Reserve concluderà oggi la sua riunione di due giorni, e i mercati si aspettano quasi unanimemente un taglio di 25 punti base, che porterebbe il tasso dei fondi federali nella fascia 3,75%-4,00%.

    L’attenzione sarà tutta rivolta alle parole del presidente Jerome Powell, che potrebbe fornire indicazioni su un nuovo taglio a dicembre. La Fed deve bilanciare la necessità di sostenere la crescita e contenere l’inflazione, in un contesto complicato dal blocco del governo statunitense, che ha limitato la disponibilità dei dati sul mercato del lavoro.

    Trump in Corea del Sud: segnali di distensione commerciale

    Sul fronte geopolitico, gli investitori seguono da vicino la visita di Donald Trump in Asia, che potrebbe favorire un ammorbidimento delle tensioni commerciali con la Cina.

    Trump è arrivato a Gyeongju, in Corea del Sud, dove ha incontrato il presidente Lee Jae Myung e accennato a possibili progressi verso un accordo bilaterale, pur smorzando le aspettative.

    Il punto culminante sarà l’incontro di giovedì a Busan con Xi Jinping, durante il quale si discuterà di dazi e controllo delle esportazioni di fentanyl. Trump ha indicato che potrebbe ridurre i dazi sulle merci cinesi in cambio dell’impegno di Pechino a bloccare le esportazioni di precursori del fentanyl.

    Il presidente ha aggiunto che discuterà anche dei chip Blackwell di Nvidia, soggetti alle restrizioni sulle esportazioni USA, un tema delicato nei negoziati tra Washington e Pechino.

    L’oro torna sopra i 4.000 dollari

    Nel comparto delle materie prime, l’oro è risalito sopra la soglia dei 4.000 dollari l’oncia, sostenuto dalle aspettative di un taglio dei tassi.

    L’oro spot è salito dell’1,5% a 4.010,15 dollari, mentre i futures USA sull’oro hanno guadagnato l’1,0% a 4.023,84 dollari. Il metallo prezioso aveva toccato i minimi di tre settimane a causa dell’allentamento delle tensioni commerciali, che aveva ridotto la domanda di beni rifugio.

    Tuttavia, le aspettative di una politica monetaria più espansiva hanno riportato fiducia sul mercato. Un tono più accomodante di Powell potrebbe rafforzare il metallo giallo, mentre segnali più aggressivi o un dollaro forte potrebbero limitarne i guadagni.

  • DAX, CAC, FTSE100, Borse europee stabili in attesa della decisione della Fed; utili record per UBS

    DAX, CAC, FTSE100, Borse europee stabili in attesa della decisione della Fed; utili record per UBS

    Le principali borse europee sono rimaste pressoché invariate mercoledì, con gli investitori cauti in vista della decisione sui tassi di interesse della Federal Reserve e intenti ad analizzare una nuova ondata di trimestrali da parte di grandi società europee e statunitensi.

    Alle 08:05 GMT, il DAX tedesco perdeva lo 0,1%, il CAC 40 francese scendeva dello 0,2%, mentre il FTSE 100 di Londra guadagnava lo 0,4%, sostenuto dai titoli finanziari ed energetici.

    La Fed pronta a un taglio di 25 punti base

    La banca centrale statunitense concluderà oggi la sua riunione di politica monetaria di due giorni, con i mercati che scontano quasi completamente un taglio dei tassi di 25 punti base, portando il tasso sui fondi federali tra il 3,75% e il 4,00%.

    Secondo il CME FedWatch Tool, gli operatori attribuiscono una probabilità del 96% a tale mossa. Con il blocco parziale del governo USA che limita la disponibilità di nuovi dati economici, l’attenzione sarà rivolta alle dichiarazioni del presidente Jerome Powell per valutare la percezione della Fed sull’economia e le prospettive di politica monetaria.

    Gli investitori guarderanno anche a eventuali segnali di fine del programma di riduzione del bilancio, noto come quantitative tightening.

    Tensioni commerciali in calo

    Il clima geopolitico si è disteso dopo che il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha annunciato l’intenzione di ridurre i dazi sulle importazioni cinesi legate ai precursori del fentanyl, in vista del suo incontro con il presidente cinese Xi Jinping in Corea del Sud previsto per giovedì.

    I due leader discuteranno di ulteriori misure di de-escalation commerciale, dopo mesi di tensioni che hanno pesato sui mercati globali. Trump ha inoltre dichiarato che intende affrontare il tema del chip di intelligenza artificiale Blackwell di Nvidia (NASDAQ:NVDA) durante l’incontro.

    Trimestrali sotto i riflettori

    Oggi l’attenzione si concentrerà anche sui risultati del settore tecnologico USA, con le trimestrali di Alphabet (NASDAQ:GOOGL), Meta Platforms (NASDAQ:META) e Microsoft (NASDAQ:MSFT) attese dopo la chiusura di Wall Street. Le aspettative restano elevate, vista la forte valutazione dei titoli tech.

    In Europa, UBS (NYSE:UBS) ha riportato un balzo del 74% dell’utile netto del terzo trimestre, superando ampiamente le previsioni grazie alla volatilità dei mercati e alla ripresa delle attività di M&A.

    Deutsche Bank (TG:DBK) ha registrato un aumento dell’8% dell’utile ante imposte, sostenuto da una buona performance del trading e dal contenimento dei costi, mentre Santander (LSE:BNC) ha annunciato una crescita del 7,8% su base annua, con i risultati solidi negli Stati Uniti che hanno compensato la debolezza in Brasile.

    Mercedes-Benz (TG:MBG) ha visto invece l’utile operativo crollare di oltre due terzi a causa di costosi esuberi e della forte concorrenza, soprattutto negli USA e in Cina. Adidas (TG:ADS) ha segnalato la crescita più debole nella regione del Nord America.

    Nel settore energetico, Equinor (TG:DNQ) ha registrato un calo del 9,9% dei profitti trimestrali, leggermente peggiore del previsto, a causa del ribasso dei prezzi di petrolio e gas, ma ha confermato le stime di crescita della produzione.

    GSK (LSE:GSK) ha invece alzato le previsioni di vendita per il 2025, grazie a una crescita a doppia cifra nelle divisioni dedicate ai farmaci specialistici, in particolare HIV e oncologia.

    Prezzi del petrolio stabili dopo il calo delle scorte USA

    I prezzi del petrolio si sono stabilizzati dopo due sedute di ribassi, sostenuti dai dati che mostrano un calo inatteso delle scorte statunitensi.

    I futures sul Brent sono scesi dello 0,1% a 63,76 dollari al barile, mentre il WTI è rimasto quasi invariato a 60,14 dollari.

    Secondo l’American Petroleum Institute, le scorte di greggio USA sono diminuite di oltre 4 milioni di barili nella settimana terminata il 24 ottobre, mentre le scorte di benzina sono calate di 6,35 milioni di barili.

    Il calo superiore alle attese ha sostenuto il mercato dopo le recenti pressioni legate alle indiscrezioni secondo cui l’OPEC+ potrebbe aumentare la produzione a dicembre.

  • Piazza Affari apre piatta in attesa della decisione della Fed e delle trimestrali USA

    Piazza Affari apre piatta in attesa della decisione della Fed e delle trimestrali USA

    La Borsa di Milano ha aperto la seduta di mercoledì in modo cauto, con gli investitori che preferiscono attendere alcuni eventi chiave della giornata – tra cui la decisione sui tassi della Federal Reserve prevista in serata e la pubblicazione delle trimestrali dei principali colossi tecnologici di Wall Street.

    Il mercato ha già scontato un taglio dei tassi di 25 punti base da parte della Fed, ma l’attenzione sarà rivolta alle parole del presidente Jerome Powell per ottenere indicazioni sulla futura direzione della politica monetaria.

    Sul fronte americano, si attendono i conti di Microsoft (NASDAQ:MSFT), Alphabet (NASDAQ:GOOG) e Meta Platforms (NASDAQ:META), che verranno diffusi dopo la chiusura dei mercati, in un contesto ancora dominato dall’entusiasmo per l’intelligenza artificiale.

    In secondo piano ma comunque rilevante, la riunione di domani tra il presidente statunitense Donald Trump e il presidente cinese Xi Jinping in Corea del Sud, dove i due leader discuteranno di un possibile accordo tariffario.

    Intorno alle 9:55, l’indice FTSE MIB segnava un lieve rialzo dello 0,08%, con i titoli finanziari e dei beni di consumo ciclici in progresso, a compensare le flessioni dei comparti industriale e utility.

    FinecoBank (BIT:FBK) si è distinta con un incremento del 2,5%, dopo che Barclays ha alzato la raccomandazione sul titolo da “equal weight” a “overweight” e il target price a 25 euro.

    Tra i bancari, BPER (BIT:BPE) ha guadagnato l’1,3% e Banca Monte dei Paschi di Siena (BIT:BMPS) l’1%, in scia a una stagione delle trimestrali positiva per il settore europeo, trainata dai risultati migliori delle attese di Deutsche Bank, UBS e Santander.

    Stellantis (BIT:STLAM) ha proseguito il rally della seduta precedente, posizionandosi in testa al FTSE MIB con un aumento del 3,1%.

    In coda all’indice principale, Moncler (BIT:MONC) è scesa di oltre 4% dopo aver riportato un calo dei ricavi nel terzo trimestre.

    Fuori dal paniere principale, Avio (BIT:AVIO) è risalita dell’1,2% dopo un avvio debole, in seguito al collocamento da parte di Leonardo (BIT:LDO) di 2,6 milioni di azioni al prezzo di 37,50 euro per azione.

  • L’oro si mantiene vicino ai minimi di tre settimane in attesa della decisione della Fed e dell’ottimismo commerciale

    L’oro si mantiene vicino ai minimi di tre settimane in attesa della decisione della Fed e dell’ottimismo commerciale

    I prezzi dell’oro sono rimasti sostanzialmente invariati mercoledì, oscillando intorno ai minimi di tre settimane, mentre l’allentamento delle tensioni commerciali tra Stati Uniti e Cina e l’attesa per la decisione sui tassi della Federal Reserve hanno spinto gli investitori alla cautela.

    Alle 01:40 ET (05:40 GMT), l’oro spot è salito dello 0,2% a 3.957,42 dollari l’oncia, mentre i future sull’oro statunitensi sono scesi dello 0,1% a 3.977,76 dollari. Il metallo prezioso ha perso terreno nelle ultime due sessioni, raggiungendo il livello più basso da inizio ottobre a causa del calo della domanda di beni rifugio.

    La decisione della Fed al centro dell’attenzione

    I mercati si aspettano ampiamente che la Federal Reserve annunci un taglio dei tassi di 25 punti base al termine della riunione di due giorni prevista per mercoledì.

    Tuttavia, gli investitori si concentrano soprattutto sulle dichiarazioni del presidente della Fed, Jerome Powell, riguardo alle prossime mosse di politica monetaria. Se Powell dovesse segnalare che ulteriori tagli non sono imminenti o che le pressioni inflazionistiche restano elevate, un aumento dei rendimenti reali o un rafforzamento del dollaro potrebbero pesare ulteriormente sull’oro.

    L’ottimismo commerciale riduce l’interesse per i beni rifugio

    Segnali di miglioramento nei rapporti commerciali tra Washington e Pechino hanno anch’essi esercitato pressione sull’oro. Le notizie su un accordo quadro riguardante tariffe e restrizioni all’export di terre rare hanno attenuato i timori di un inasprimento della disputa commerciale.

    Inoltre, il Presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha dichiarato di voler ridurre il dazio del 20% sulle importazioni cinesi legate ai precursori chimici del fentanyl prima del vertice con il Presidente cinese Xi Jinping previsto in Corea del Sud giovedì.

    Trump è arrivato mercoledì a Gyeongju, Corea del Sud, dopo una visita a Tokyo, dove incontrerà il Presidente sudcoreano Lee Jae Myung per discutere di cooperazione regionale e commercio.

    Questi sviluppi hanno ridotto la domanda di asset difensivi come l’oro, mentre gli operatori mostrano maggiore fiducia nelle prospettive economiche globali.

    Metalli in attesa dell’esito della Fed

    Il mercato dei metalli è rimasto tranquillo in vista dell’annuncio della Fed. I future sull’argento sono aumentati dello 0,3% a 47,45 dollari l’oncia, mentre i future sul platino sono scesi dello 0,6% a 1.575,80 dollari.

    Tra i metalli industriali, il rame di riferimento al London Metal Exchange è salito dello 0,2% a 11.053,20 dollari per tonnellata, mentre i future sul rame statunitensi hanno guadagnato 0,3% a 5,18 dollari per libbra.

    Sebbene le aspettative di un taglio dei tassi sostengano il prezzo dell’oro, il miglioramento del sentiment di mercato e l’ottimismo sulle trattative commerciali continuano a limitarne i guadagni, suggerendo che il metallo potrebbe restare stabile nel breve termine.

  • I prezzi del petrolio salgono grazie all’ottimismo per l’incontro USA-Cina e al calo delle scorte

    I prezzi del petrolio salgono grazie all’ottimismo per l’incontro USA-Cina e al calo delle scorte

    I prezzi del petrolio sono aumentati mercoledì, sostenuti da un calo superiore alle attese delle scorte di greggio negli Stati Uniti e dal rinnovato ottimismo in vista dell’atteso incontro tra i leader di Stati Uniti e Cina, i due maggiori consumatori di petrolio al mondo.

    Alle 07:45 GMT, i futures del Brent sono saliti di 22 centesimi, o 0,34%, a 64,62 dollari al barile, mentre il West Texas Intermediate (WTI) statunitense ha guadagnato 20 centesimi, o 0,33%, a 60,35 dollari al barile.

    Il Ministero degli Esteri cinese ha confermato che il Presidente Xi Jinping incontrerà il Presidente statunitense Donald Trump giovedì a Busan, in Corea del Sud, dichiarando che l’incontro “inietterà nuovo slancio nello sviluppo delle relazioni tra Stati Uniti e Cina” e che Pechino è pronta a collaborare con Washington per “risultati positivi.”

    Le autorità cinesi hanno inoltre affermato che il Paese resta disponibile a cooperare con gli Stati Uniti sul controllo delle esportazioni di fentanyl, dopo che Trump ha dichiarato di poter ridurre i dazi sui beni cinesi in cambio di un impegno di Pechino a limitare le esportazioni dei precursori chimici della droga.

    Secondo i dati dell’American Petroleum Institute (API), le scorte di greggio, benzina e distillati negli Stati Uniti sono diminuite la scorsa settimana. Le scorte di greggio sono calate di 4,02 milioni di barili, quelle di benzina di 6,35 milioni e i distillati di 4,36 milioni nella settimana terminata il 24 ottobre.

    Il calo più marcato del previsto ha innescato un rialzo dei prezzi nella sessione precedente e ha continuato a sostenere il mercato mercoledì.

    “Il calo inaspettato delle scorte negli Stati Uniti ha sostenuto i prezzi questa mattina, ma l’interazione tra i rischi legati alle sanzioni e la posizione dell’OPEC+ sta guidando i mercati,” ha dichiarato Priyanka Sachdeva, analista senior di mercato presso Phillip Nova.

    “Ciò non significa che il rally abbia un potenziale illimitato. Perché, mentre la storia delle sanzioni e dell’offerta è stata rafforzata, la domanda mostra ancora debolezza e la capacità inutilizzata resta,” ha aggiunto.

    La scorsa settimana, Brent e WTI hanno registrato i loro maggiori guadagni settimanali da giugno dopo che Trump ha imposto nuove sanzioni legate all’Ucraina contro la Russia, colpendo i giganti energetici Lukoil e Rosneft.

    Tuttavia, le aspettative che le sanzioni non ridurranno significativamente l’offerta e le voci su un possibile aumento della produzione OPEC+ hanno fatto scendere i prezzi di circa 2% nella sessione precedente.

    Il Cremlino ha risposto martedì affermando che la Russia continua a offrire “energia di alta qualità a un buon prezzo”, lasciando ai propri partner la decisione di continuare o meno gli acquisti sotto il nuovo regime di sanzioni.

    Fonti del settore hanno riferito che diversi raffinatori indiani hanno sospeso nuovi ordini di petrolio russo in attesa di ulteriori indicazioni dal governo, mentre altri si sono rivolti al mercato spot per alternative. Tuttavia, Indian Oil ha ribadito che “non smetterà di acquistare petrolio russo finché rispetterà le sanzioni.”

    Il ministro dell’Economia tedesco ha successivamente confermato che il governo statunitense ha fornito garanzie scritte che esentano le attività tedesche di Rosneft dalle sanzioni, poiché non sono più sotto controllo russo.

    All’interno dell’OPEC+, fonti vicine ai colloqui hanno affermato che il gruppo si orienta verso un aumento moderato della produzione a dicembre, con un possibile incremento di circa 137.000 barili al giorno.

    Nel frattempo, l’amministratore delegato di Saudi Aramco ha dichiarato che la domanda globale di greggio “era forte anche prima che venissero imposte sanzioni alle principali compagnie petrolifere russe” e che “la domanda cinese è ancora solida,” alimentando l’ottimismo nel settore energetico.

  • Stellantis accelera verso il futuro autonomo con la partnership con Nvidia, Uber e Foxconn

    Stellantis accelera verso il futuro autonomo con la partnership con Nvidia, Uber e Foxconn

    Stellantis N.V. (BIT:STLAM) compie un ulteriore passo decisivo nel settore della guida autonoma, annunciando una nuova collaborazione con Nvidia Corporation (NASDAQ:NVDA), Uber Technologies Inc. (BIT:1UBER) e Foxconn Technology Group (USOTC:FXCOF) per sviluppare e implementare veicoli autonomi di Livello 4 destinati ai servizi di robotaxi a livello globale. La mossa segue la recente alleanza con Pony.ai, confermando l’accelerazione di Stellantis verso la mobilità senza conducente.

    Secondo l’azienda, la nuova partnership “rappresenta un significativo passo avanti nella strategia globale di robotaxi di Stellantis”, posizionandola “in una posizione strategica per svolgere un ruolo di primo piano nella transizione verso una mobilità autonoma sicura, efficiente e sostenibile.”

    Le azioni di Stellantis hanno aperto in rialzo a Piazza Affari, guadagnando circa l’1% fino a €9,77, segno dell’ottimismo degli investitori per la nuova iniziativa.

    Nell’ambito della collaborazione, Stellantis progetterà, ingegnerizzerà e produrrà veicoli autonomi basati sulle piattaforme AV-Ready, K0 for LCV e STLA Small. Questi modelli integreranno il software Nvidia Drive AV, che consente le funzionalità di guida autonoma Livello 4.

    Nvidia fornirà la sua suite software Drive AV, che include le funzioni L4 Parking e L4 Driving, basate sull’architettura Drive AGX Hyperion 10. Nel frattempo, Foxconn collaborerà con Stellantis per l’integrazione hardware e dei sistemi, mentre Uber gestirà le flotte di robotaxi, utilizzando i veicoli Stellantis equipaggiati con la tecnologia Nvidia.

    “La mobilità autonoma apre la porta a nuove scelte di trasporto più comode per i clienti. Abbiamo costruito piattaforme AV-Ready per soddisfare la crescente domanda e, insieme ai leader nell’intelligenza artificiale, nell’elettronica e nei servizi di mobilità, puntiamo a creare una soluzione scalabile che offra una mobilità più intelligente, sicura ed efficiente per tutti,” ha dichiarato Antonio Filosa, CEO di Stellantis.

    Il piano prevede che Uber introduca i veicoli autonomi prodotti da Stellantis in diverse città del mondo, a partire dagli Stati Uniti, con una flotta iniziale di 5.000 unità.

    L’alleanza unisce l’esperienza globale di Stellantis nella produzione automobilistica, i sistemi autonomi basati sull’intelligenza artificiale di Nvidia, le competenze elettroniche e di integrazione di Foxconn e la leadership di Uber nei servizi di mobilità, con l’obiettivo di ridefinire la guida autonoma di Livello 4 su scala industriale.

    “Il Livello 4 di autonomia non è solo una pietra miliare per l’industria automobilistica, ma un salto quantico nelle capacità dell’intelligenza artificiale. Il veicolo diventa un robot che vede, percepisce, pianifica e guida con una precisione sovrumana,” ha sottolineato Jensen Huang, fondatore e CEO di Nvidia.

    Le aziende hanno firmato un Memorandum d’intesa (MoU) non vincolante che definisce un quadro per futuri accordi su sviluppo tecnologico, licenze, produzione e approvvigionamento dei veicoli, mantenendo al contempo la flessibilità per ulteriori collaborazioni.

    I programmi pilota e i test dovrebbero intensificarsi nei prossimi anni, con l’inizio della produzione previsto per il 2028.

  • Dow Jones, S&P, Nasdaq, Wall Street, I futures USA puntano in alto mentre continua la spinta rialzista

    Dow Jones, S&P, Nasdaq, Wall Street, I futures USA puntano in alto mentre continua la spinta rialzista

    I futures sugli indici azionari statunitensi indicano un’apertura leggermente positiva martedì, segnalando la possibilità che Wall Street possa estendere i guadagni che hanno portato i principali indici a nuovi massimi storici all’inizio della settimana.

    Il sentiment rimane sostenuto dall’ottimismo per l’imminente incontro tra il presidente Donald Trump e il presidente cinese Xi Jinping, che gli investitori sperano possa aprire la strada a un accordo commerciale tra le due maggiori economie del mondo. La fiducia è stata ulteriormente rafforzata dalla notizia di un accordo tra Stati Uniti e Giappone sui metalli rari, che alimenta le aspettative per il vertice di fine settimana.

    L’entusiasmo potrebbe tuttavia essere contenuto in vista della decisione di politica monetaria della Federal Reserve, attesa mercoledì. La Fed dovrebbe tagliare i tassi di interesse di 25 punti base, ma gli investitori seguiranno da vicino la conferenza stampa del presidente Jerome Powell e la dichiarazione ufficiale per capire quali potrebbero essere i prossimi passi in materia di tagli.

    Secondo il FedWatch Tool di CME Group, i mercati stimano attualmente una probabilità del 94,9% di un nuovo taglio di un quarto di punto a dicembre, anche se le previsioni oltre questa data restano più incerte.

    Anche la stagione degli utili sarà al centro dell’attenzione questa settimana, con in arrivo i risultati trimestrali di diversi colossi tecnologici, tra cui Alphabet Inc. (NASDAQ:GOOGL), Apple Inc. (NASDAQ:AAPL), Meta Platforms Inc. (NASDAQ:META), Microsoft Corporation (NASDAQ:MSFT) e Amazon.com Inc. (NASDAQ:AMZN).

    Lunedì Wall Street ha registrato un nuovo slancio rialzista. Il Nasdaq Composite è balzato di 432,59 punti (+1,9%) a 23.637,46, lo S&P 500 ha guadagnato 83,47 punti (+1,2%) a 6.875,16 e il Dow Jones Industrial Average è salito di 337,47 punti (+0,7%) a 47.544,59.

    L’avanzata è stata trainata dal rinnovato ottimismo commerciale. Nel fine settimana, il segretario al Tesoro Scott Bessent ha definito i negoziati con i funzionari cinesi in Malesia come un «quadro molto positivo» in vista dell’incontro tra Trump e Xi. Ha inoltre indicato che la Cina potrebbe riprendere l’acquisto di soia statunitense e rinviare le restrizioni sulle esportazioni di terre rare.

    Durante il suo viaggio verso il Giappone, Trump ha espresso fiducia nella possibilità di raggiungere un accordo commerciale con Pechino dopo aver firmato accordi separati su commercio e minerali con i leader di Malesia e Cambogia.

    Anche le aspettative di tassi d’interesse più bassi stanno sostenendo il sentiment in vista della decisione della Fed.

    Tra i settori, i produttori di chip sono stati i protagonisti. L’Philadelphia Semiconductor Index è salito del 2,7% a un nuovo massimo storico, trainato da un balzo dell’11,1% di Qualcomm (NASDAQ:QCOM) dopo la presentazione di nuovi chip di accelerazione AI destinati a sfidare NVIDIA Corporation (NASDAQ:NVDA) e Advanced Micro Devices, Inc. (NASDAQ:AMD).

    Anche il comparto delle telecomunicazioni ha performato bene, con l’NYSE Arca North American Telecom Index in crescita dell’1,4%. Buone performance anche per i titoli del trasporto, dell’acciaio e del software, mentre le azioni legate all’oro hanno subito pressioni a causa del calo dei prezzi del metallo prezioso.

  • DAX, CAC, FTSE100, Borse europee caute in attesa delle decisioni delle banche centrali

    DAX, CAC, FTSE100, Borse europee caute in attesa delle decisioni delle banche centrali

    I mercati azionari europei si sono mossi in modo contenuto martedì, con gli investitori che mantengono un atteggiamento prudente in vista di importanti riunioni delle banche centrali questa settimana e dell’atteso incontro tra il presidente degli Stati Uniti Donald Trump e il presidente cinese Xi Jinping, previsto per giovedì in Corea del Sud.

    Il sentiment è stato ulteriormente appesantito dai dati deludenti provenienti dalla Germania. Un importante indicatore della fiducia dei consumatori è sceso ai minimi da aprile, riflettendo l’incertezza geopolitica persistente e le pressioni inflazionistiche.

    L’FTSE 100 nel Regno Unito è salito dello 0,2%, mentre l’DAX in Germania è rimasto leggermente sotto la parità e l’CAC 40 in Francia ha perso lo 0,1%.

    I risultati aziendali hanno influenzato gran parte dei movimenti individuali. Le azioni di Symrise AG (TG:SY1) sono crollate dopo che il produttore di fragranze e aromi ha tagliato le sue previsioni di crescita organica per l’intero anno. La banca francese BNP Paribas (EU:BNP) ha registrato un calo dopo aver mancato le stime sugli utili del terzo trimestre.

    Il gruppo farmaceutico Novartis AG (NYSE:NVS) ha anch’esso perso terreno nonostante risultati trimestrali in linea con le attese, mentre l’operatore telefonico olandese KPN (EU:KPN) è sceso dopo aver riportato una crescita del fatturato trimestrale del 2%.

    Sul fronte positivo, HSBC Holdings (LSE:HSBA) è salita dopo aver alzato le previsioni di utile per il 2025, nonostante un calo del 14% dell’utile ante imposte nel terzo trimestre. Capgemini (EU:CAP) ha guadagnato terreno dopo aver rivisto al rialzo la guidance sui ricavi annuali grazie a vendite trimestrali migliori del previsto.

    Infine, Amundi (EU:AMUN), il più grande asset manager d’Europa, è avanzata dopo aver riportato un utile ante imposte per il terzo trimestre 2025 superiore alle attese degli analisti.

  • BYD accelera mentre Tesla registra un calo delle vendite in Europa a settembre

    BYD accelera mentre Tesla registra un calo delle vendite in Europa a settembre

    Le vendite di Tesla, Inc. (NASDAQ:TSLA) in Europa sono diminuite a doppia cifra a settembre, mentre il concorrente cinese BYD Company Limited ha registrato una crescita esplosiva, conquistando una quota maggiore in un mercato dei veicoli elettrici in forte espansione.

    Secondo i dati diffusi dalla European Automobile Manufacturers’ Association, le immatricolazioni di Tesla nell’UE, nell’EFTA e nel Regno Unito sono scese del 10,5% su base annua a 39.837 unità. La quota di mercato del costruttore è calata al 3,2% dal 4,0% dell’anno precedente. Tuttavia, rispetto ad agosto (14.831 unità), le vendite di settembre hanno registrato un forte rimbalzo, grazie anche a una ripresa stagionale della domanda.

    Al contrario, BYD (USOTC:BYDDY) ha visto le sue immatricolazioni impennarsi del 398% rispetto all’anno scorso, raggiungendo 24.963 veicoli. La sua quota di mercato è salita al 2% dallo 0,4% precedente. L’aumento è in parte attribuibile alla presenza limitata di BYD in Europa lo scorso anno, ma evidenzia anche la sua strategia aggressiva di espansione nel mercato EV europeo. Le vendite mensili hanno superato nettamente anche quelle di agosto (11.455 unità).

    Nel complesso, le nuove immatricolazioni di auto in Europa sono aumentate del 10,7% su base annua a 1,24 milioni di unità, spinte dalla crescente adozione di veicoli elettrici e ibridi. Le vendite di modelli a benzina e diesel sono invece diminuite.

    I veicoli ibridi hanno guidato il mercato con una quota del 34,7%, seguiti dai veicoli a benzina al 27,7%, mentre i veicoli completamente elettrici — segmento in cui Tesla è leader — hanno raggiunto una quota del 16,1%.

    Nonostante il calo su base annua sia stato meno marcato rispetto ai mesi precedenti, Tesla deve affrontare una concorrenza sempre più intensa. I produttori europei stanno ampliando le proprie gamme di veicoli elettrici, mentre BYD continua a rafforzare la propria presenza con modelli più accessibili. L’immagine del marchio Tesla in Europa rimane inoltre fragile, anche a causa delle critiche crescenti nei confronti del CEO Elon Musk.

    A livello globale, Tesla ha registrato consegne record nel terzo trimestre, spinte dalla corsa all’acquisto prima della scadenza degli incentivi fiscali statunitensi. Tuttavia, la redditività ha deluso le aspettative, complice il calo dei margini e gli investimenti significativi in intelligenza artificiale e robotica.

    BYD, che ha superato Tesla in diversi mesi del 2025, prosegue la sua espansione internazionale aggressiva. Entrambe le aziende restano impegnate in una guerra dei prezzi in Cina, che ha ulteriormente compresso i margini negli ultimi trimestri.

  • L’oro scivola ulteriormente sotto i 4.000 dollari mentre cresce l’appetito per il rischio grazie alle speranze sui negoziati USA–Cina

    L’oro scivola ulteriormente sotto i 4.000 dollari mentre cresce l’appetito per il rischio grazie alle speranze sui negoziati USA–Cina

    I prezzi dell’oro hanno proseguito il loro calo nelle contrattazioni asiatiche di martedì, scendendo ulteriormente sotto la soglia dei 4.000 dollari l’oncia, poiché l’ottimismo legato ai negoziati commerciali tra Stati Uniti e Cina ha ridotto la domanda di beni rifugio in vista della riunione di politica monetaria della Federal Reserve System.

    Alle 01:58 ET (05:58 GMT), l’oro spot era in calo dello 0,4% a 3.963,60 dollari l’oncia, mentre i future sull’oro statunitense perdevano l’1% a 3.981,59 dollari l’oncia. Il crollo del 3% di lunedì ha spinto i prezzi ai minimi di oltre due settimane, circa il 10% al di sotto del record di 4.381,29 dollari l’oncia toccato solo pochi giorni prima.

    Le speranze di un accordo commerciale pesano sull’oro

    La recente debolezza è arrivata dopo i segnali di distensione tra Washington e Pechino, a seguito dell’accordo preliminare raggiunto nel fine settimana durante i colloqui a Kuala Lumpur. L’intesa mira a evitare un nuovo ciclo di dazi e sanzioni e potrebbe aprire la strada a un accordo formale quando il presidente Donald Trump incontrerà il presidente cinese Xi Jinping entro la fine della settimana.

    Il clima più disteso sui negoziati ha ridotto l’attrattiva dell’oro come bene rifugio contro i rischi geopolitici.

    “Anche dopo la correzione di [lunedì], l’oro è ancora in rialzo di oltre il 50% quest’anno, sostenuto dalla forte domanda di ETF e dagli acquisti delle banche centrali nell’ambito di una strategia di diversificazione”, hanno scritto in una nota gli analisti di ING.

    “Il recente arretramento dei prezzi potrebbe persino essere visto da alcune banche centrali come un’opportunità per aumentare le proprie riserve”, hanno aggiunto.

    L’attenzione del mercato è ora rivolta alla riunione di due giorni della Fed, che inizia oggi e dovrebbe concludersi mercoledì con un taglio dei tassi di 25 punti base. Sebbene tassi più bassi tendano a sostenere l’oro riducendo i rendimenti reali, gli investitori ritengono che gran parte di questa mossa sia già scontata, limitando il potenziale rialzista a breve termine.

    Metalli in calo con l’aumento del sentiment di rischio

    Il calo dell’oro è stato accompagnato da ribassi anche per altri metalli preziosi e industriali, riflettendo un miglioramento generale dell’appetito per il rischio.

    I future sull’argento sono scesi dello 0,6% a 46,49 dollari l’oncia, mentre i future sul platino hanno perso l’1,6% a 1.556,60 dollari l’oncia. I future sul rame di riferimento alla London Metal Exchange sono arretrati dello 0,6% a 10.948,95 dollari a tonnellata, e quelli statunitensi sono calati dello 0,8% a 5,12 dollari per libbra.

    Lunedì il rame LME ha toccato un massimo storico di 11.052 dollari a tonnellata, sostenuto dalle preoccupazioni sull’offerta e dal miglioramento del clima commerciale globale.

    “Con le interruzioni dell’offerta che si accumulano e l’ottimismo commerciale in crescita, le prospettive per il rame iniziano a sembrare più brillanti”, hanno affermato gli analisti.