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  • Dow Jones, S&P, Nasdaq, Trump invia lettere sui dazi e posticipa la scadenza, i mercati reagiscono

    Dow Jones, S&P, Nasdaq, Trump invia lettere sui dazi e posticipa la scadenza, i mercati reagiscono

    I futures azionari statunitensi sono per lo più in rialzo martedì, mentre gli investitori elaborano le ultime mosse del presidente Donald Trump sui dazi. Trump ha inviato lettere formali a più di una dozzina di paesi dettagliando i dazi più elevati che dovranno affrontare, ma ha posticipato la scadenza per l’implementazione di queste tariffe. Nel frattempo, la Cina ha avvertito Washington di non riaccendere le tensioni commerciali.

    Futures mostrano guadagni moderati

    Martedì mattina presto, i futures sul Dow erano stabili, quelli sull’S&P 500 sono aumentati leggermente dello 0,1%, e i futures sul Nasdaq 100 sono saliti dello 0,2%. Lunedì i mercati avevano perso terreno dopo le lettere sui dazi di Trump, con alcuni trader che hanno realizzato profitti in un clima di incertezza. Tuttavia, l’ottimismo persiste poiché alcuni investitori credono che Trump possa rimanere aperto alla negoziazione, sostenuti da segnali di crescita economica stabile e da pressioni inflazionistiche in calo.

    Gli analisti di Vital Knowledge hanno osservato: “Nonostante il calo di lunedì e le preoccupazioni sui dazi, i rialzisti continuano a dominare il mercato.”

    Lettere sui dazi segnalano tariffe più alte ma scadenza flessibile

    Lunedì, Trump ha inviato notifiche sui dazi a 14 paesi, avvertendo di un imminente aumento delle tariffe superiore all’attuale aliquota base del 10%, anche se meno severo rispetto agli annunci di aprile. La nuova scadenza per l’entrata in vigore di questi dazi è stata spostata al 1° agosto, concedendo più tempo ai paesi – tra cui fornitori principali come Giappone e Corea del Sud – per negoziare.

    Interrogato sulla fermezza della nuova scadenza, Trump ha detto che è “ferma, ma non al 100%,” lasciando aperta la possibilità di proposte alternative se i partner commerciali lo richiedono.

    Va notato che questi nuovi dazi non si sommeranno a quelli già esistenti su settori specifici come auto, acciaio e alluminio. India e Unione Europea non sono state incluse nell’ultima tornata di notifiche, alimentando speculazioni su possibili accordi imminenti.

    Il Giappone ha espresso la volontà di continuare le trattative, con il Primo Ministro Shigeru Ishiba che ha confermato i colloqui in corso. Il Ministro del Commercio sudcoreano Yeo Han-koo ha incontrato il Segretario al Commercio USA Howard Lutnick per discutere possibili esenzioni o riduzioni su tariffe chiave.

    La Cina invita gli USA a non esacerbare le tensioni

    In un’evoluzione parallela, la Cina ha esortato gli Stati Uniti a evitare di riaccendere le dispute sui dazi che potrebbero compromettere la fragile tregua commerciale recentemente raggiunta. Sebbene a giugno USA e Cina abbiano riaffermato un accordo quadro dopo lunghe trattative, molti dettagli restano poco chiari, alimentando dubbi sulla sua solidità.

    La Cina ha tempo fino al 12 agosto per raggiungere un accordo con gli USA, o rischiare tariffe superiori al 100% su alcune merci. Il People’s Daily, giornale ufficiale del Partito Comunista, ha chiesto ulteriori “dialogo e cooperazione,” definendo i dazi di Trump “bullismo.” Ha anche avvertito i paesi più piccoli contro accordi con gli USA che escludano la Cina, minacciando ritorsioni.

    Prezzi del petrolio in calo tra timori commerciali e aumento dell’offerta

    I prezzi del petrolio sono scesi leggermente mentre gli investitori valutavano l’impatto incerto dei dazi sul mercato globale, insieme all’aumento della produzione da parte dell’OPEC+. I futures sul Brent sono calati dello 0,1% a 69,54 dollari al barile, quelli sul WTI USA dello 0,2% a 67,76 dollari.

    L’OPEC+ ha annunciato un aumento della produzione di 548.000 barili al giorno ad agosto, superiore alle precedenti incrementi di maggio, giugno e luglio, esercitando ulteriori pressioni sul mercato.

    Amazon lancia Prime Day esteso

    Amazon (NASDAQ:AMZN) ha avviato il Prime Day martedì, prolungando l’evento di vendite annuale a quattro giorni, più lungo del solito. Gli analisti prevedono che la spesa online negli Stati Uniti raggiungerà i 23,8 miliardi di dollari, un aumento del 28,4% rispetto all’evento di due giorni dello scorso anno.

    Amazon attribuisce questa estensione alla richiesta dei membri di avere più tempo per approfittare delle offerte. Nel 2024, gli americani hanno speso 14,2 miliardi di dollari durante il Prime Day, un aumento dell’11% rispetto all’anno precedente.

    L’evento affronta una forte concorrenza da parte di Walmart, Target e TikTok Shop, che puntano soprattutto ai giovani acquirenti desiderosi di sconti per il ritorno a scuola. Amazon ha risposto offrendo tariffe scontate per l’abbonamento Prime e altri vantaggi per i giovani.

  • Mercati europei in lieve rialzo dopo il rinvio della scadenza commerciale; calano le esportazioni tedesche

    Mercati europei in lieve rialzo dopo il rinvio della scadenza commerciale; calano le esportazioni tedesche

    Le azioni europee hanno guadagnato terreno martedì mentre gli investitori valutavano le conseguenze del rinvio della scadenza commerciale negli Stati Uniti e analizzavano nuovi dati dalla Germania.

    Alle 07:05 GMT, il DAX tedesco è salito dello 0,3%, il CAC 40 francese dello 0,1% e il FTSE 100 britannico ha guadagnato anch’esso lo 0,1%.

    Trump rinvia la scadenza per i dazi, alimentando l’ottimismo

    Il sentiment degli investitori in Europa ha ricevuto una leggera spinta dopo segnali di flessibilità da Washington sui negoziati commerciali internazionali. Lunedì, il Presidente Donald Trump ha firmato un ordine esecutivo che sposta la scadenza per finalizzare gli accordi commerciali dal 9 luglio al 1 agosto, sottolineando che la nuova data non è “fissata in modo definitivo”, lasciando spazio a ulteriori trattative.

    La Casa Bianca ha inoltre reso nota una lista di 14 Paesi soggetti a possibili aumenti tariffari, tra cui Giappone, Corea del Sud, Indonesia, Serbia e Tunisia, con dazi del 25% minacciati per importanti alleati in assenza di accordi.

    Tuttavia, queste nuove misure non si sommeranno ai dazi già annunciati per settori specifici come auto, acciaio e alluminio, offrendo una certa tregua ai comparti interessati.

    L’Unione Europea non figura nella lista dei nuovi dazi. Un portavoce della Commissione Europea ha dichiarato che i colloqui tra la Presidente Ursula von der Leyen e Trump sono stati costruttivi, con l’obiettivo di concludere un accordo entro mercoledì.

    Calano le esportazioni tedesche a causa delle incertezze commerciali

    Dal fronte economico, le esportazioni tedesche sono diminuite dell’1,4% a maggio rispetto al mese precedente, molto più del calo previsto dello 0,2%. Il rallentamento è stato trainato da una domanda più debole dagli Stati Uniti, con esportazioni verso quel mercato in calo del 7,7% su base mensile.

    Il calo segue mesi di forte attività esportativa, probabilmente dovuta a ordini anticipati per evitare i dazi previsti.

    Novartis ottiene l’approvazione per il trattamento della malaria pediatrica

    Sul fronte aziendale, Novartis (BIT:1NOVN) ha annunciato l’approvazione regolatoria in Svizzera per il nuovo farmaco Coartem Baby — il primo trattamento contro la malaria specificamente formulato per bambini e neonati.

    Nel frattempo, il gruppo energetico austriaco OMV (TG:OMV) ha riportato in un aggiornamento commerciale una riduzione dei prezzi dell’energia e dei volumi di produzione nel secondo trimestre. Tuttavia, ha evidenziato un aumento dei margini nel settore chimico che ha contribuito a compensare in parte il calo.

    Prezzi del petrolio in calo per timori legati ai dazi e aumento della produzione OPEC+

    I mercati petroliferi hanno registrato un calo mentre i trader valutavano l’impatto economico potenziale delle tensioni commerciali. Le preoccupazioni per una possibile diminuzione della domanda globale e l’aumento dell’offerta da parte di OPEC+ hanno aggiunto pressione al ribasso sui prezzi.

    Alle 03:05 ET, i future sul Brent sono scesi dello 0,5% a 69,25 dollari al barile, mentre il West Texas Intermediate (WTI) è calato dello 0,6% a 67,50 dollari.

    Il cartello OPEC+ ha annunciato nel fine settimana un aumento della produzione di 548.000 barili al giorno ad agosto, un incremento significativo rispetto ai 411.000 barili al giorno aggiunti nei tre mesi precedenti.

    La combinazione di una maggiore offerta e delle incertezze commerciali ha aumentato i timori di un eccesso di offerta nel breve termine.

  • I prezzi dell’oro restano stabili tra le incertezze sui dazi di Trump; il dollaro forte limita i guadagni

    I prezzi dell’oro restano stabili tra le incertezze sui dazi di Trump; il dollaro forte limita i guadagni

    I prezzi dell’oro sono rimasti pressoché invariati nelle contrattazioni asiatiche di martedì, mentre i mercati hanno reagito alle ultime notizie sui dazi commerciali annunciati dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump. La domanda di beni rifugio ha inizialmente sostenuto il metallo prezioso, ma il rafforzamento del dollaro ha contenuto i guadagni.

    Lunedì l’oro era salito dopo che Trump aveva pubblicato una serie di lettere con cui proponeva dazi pesanti su diverse economie asiatiche e africane. Tuttavia, il posticipo della scadenza all’1 agosto e l’apertura a nuovi negoziati hanno ridotto le tensioni tra gli investitori.

    Il dollaro si è rafforzato in scia all’annuncio, sostenuto anche dalle attese di tassi d’interesse stabili negli Stati Uniti — fattore che ha esercitato pressioni sui metalli quotati in dollari.

    Alle 01:22 ET (05:22 GMT), l’oro spot scendeva leggermente a 3.334,22 dollari l’oncia, mentre i futures sull’oro con scadenza a settembre erano stabili a 3.343,70 dollari.

    Le parole di Trump alimentano l’incertezza, ma anche il rischio

    Trump ha dichiarato che la scadenza dell’1 agosto non è definitiva, lasciando spazio a ulteriori trattative. La dichiarazione ha seguito l’estensione del termine originario del 9 luglio e ha rafforzato le speranze per una possibile de-escalation.

    L’atteggiamento più morbido ha sostenuto l’appetito per il rischio, con i mercati asiatici in rialzo e i future di Wall Street in recupero. Tuttavia, i contenuti delle lettere pubblicate restano preoccupanti:

    • 25% di dazi su importazioni da Corea del Sud, Giappone, Malesia e Kazakistan
    • 30% sul Sudafrica
    • 32% sull’Indonesia
    • 35% sul Bangladesh
    • 36% sulla Thailandia

    Le lettere hanno inizialmente colpito il sentiment di mercato, spingendo gli investitori verso l’oro come bene rifugio.

    Nonostante ciò, l’oro è rimasto in un range ristretto nelle ultime settimane, sostenuto dall’avversione al rischio ma limitato da dati macro positivi. Il prezzo resta vicino al massimo storico di 3.500 dollari l’oncia toccato all’inizio dell’anno.

    Il dollaro forte pesa sui metalli in attesa dei verbali della Fed

    Il dollaro ha perso leggermente terreno in Asia, ma resta su livelli elevati dopo il rimbalzo registrato nella notte. I segnali di forza economica degli Stati Uniti e le tensioni sui dazi alimentano le aspettative che la Federal Reserve non taglierà i tassi a breve, penalizzando i metalli preziosi.

    Gli operatori attendono ora la pubblicazione dei verbali della riunione Fed di giugno, che potrebbe offrire indicazioni sulla futura politica monetaria. Finora, la banca centrale si è mostrata cauta e poco incline a ulteriori stimoli.

    Il rafforzamento del dollaro ha frenato anche altri metalli:

    • Futures sul platino in rialzo dello 0,1% a 1.383,75 $/oz
    • Futures sull’argento in crescita dello 0,3% a 37,008 $/oz

    Tra i metalli industriali:

    • Futures sul rame LME in aumento dello 0,2% a 9.839,80 $/tonnellata
    • Rame USA in crescita dello 0,4% a 5,0260 $/libbra
  • Il dollaro USA arretra dopo il rally da dazi; l’Aussie vola con la sorpresa della RBA

    Il dollaro USA arretra dopo il rally da dazi; l’Aussie vola con la sorpresa della RBA

    Il dollaro statunitense ha perso terreno martedì mattina, annullando i guadagni della notte precedente dopo che il presidente Donald Trump ha intensificato le tensioni commerciali con una nuova serie di minacce tariffarie. Nel frattempo, il dollaro australiano è balzato in rialzo dopo che la banca centrale ha sorprendentemente deciso di lasciare i tassi invariati.

    Alle 04:10 ET (08:10 GMT), l’Indice del dollaro USA ha perso lo 0,2% a 96,910, dopo aver toccato un massimo di 97,280 durante la notte.

    Il dollaro corregge mentre i mercati valutano la flessibilità sui dazi

    La valuta statunitense era salita dopo che Trump aveva annunciato l’invio di lettere ufficiali a 14 paesi, tra cui Giappone e Corea del Sud, per introdurre dazi del 25% su molte importazioni a partire dal 1° agosto.

    Un ordine esecutivo firmato lunedì ha anche prorogato la scadenza originaria del 9 luglio, lasciando intendere che la nuova data sia “ferma, ma non definitiva”, offrendo spazio per negoziati.

    Secondo gli analisti di ING, i mercati stanno iniziando a interpretare queste mosse come parte di una strategia negoziale e non come cambiamenti definitivi di politica commerciale. L’indice DXY dovrebbe muoversi tra 96,50 e 98,00, in attesa dei dati CPI USA di giugno.

    L’euro sale grazie all’ottimismo sui negoziati, nonostante l’export tedesco deluda

    L’euro (EUR/USD) è salito dello 0,5% a 1,1761, sostenuto dalle speranze che l’Unione Europea possa raggiungere un buon accordo commerciale con gli Stati Uniti. L’UE non è stata inclusa nella nuova lista di dazi e, secondo la Commissione, il dialogo tra Trump e Ursula von der Leyen è stato “costruttivo”.

    ING ha sottolineato che la forza del mercato UE (450 milioni di consumatori) potrebbe facilitare il mantenimento del dazio del 10% e portare a esenzioni settoriali, come per aerospazio e bevande.

    Tuttavia, le esportazioni tedesche sono scese dell’1,4% a maggio, con un crollo del 7,7% verso gli Stati Uniti, dopo mesi di ordini anticipati legati al timore di dazi.

    Sterlina stabile, mercato scommette su BoE ancora aggressiva

    La sterlina britannica (GBP/USD) ha guadagnato lo 0,3% a 1,3642, vicino ai massimi recenti di 1,3787, il livello più alto da ottobre 2021.

    Il Regno Unito ha già firmato un accordo commerciale e l’inflazione ancora elevata suggerisce che la Bank of England manterrà una politica più restrittiva rispetto ad altre banche centrali.

    Dollaro australiano in rally dopo la sorpresa della RBA

    In Asia, l’Aussie (AUD/USD) è balzato dello 0,7% a 0,6543 dopo che la Reserve Bank of Australia ha lasciato invariati i tassi, sorprendendo i mercati che si aspettavano un taglio.

    La RBA ha spiegato di voler attendere ulteriori segnali sulla discesa dell’inflazione e ha citato i rischi globali, in particolare legati ai nuovi dazi USA.

    Nonostante il calo dell’inflazione rispetto ai picchi del 2022, l’ultimo dato CPI più forte delle attese ha portato la banca a una maggiore prudenza.

    Nel frattempo, USD/JPY è salito dello 0,1% a 146,10, con lo yen in leggero recupero dopo il forte calo notturno. Il dollaro/yuan (USD/CNY) ha perso lo 0,1% a 7,1715, riflettendo l’incertezza sui commerci globali.

  • Prezzi del petrolio in calo tra i timori per i dazi di Trump e l’aumento della produzione OPEC+

    Prezzi del petrolio in calo tra i timori per i dazi di Trump e l’aumento della produzione OPEC+

    Prezzi del petrolio in calo tra i timori per i dazi di Trump e l’aumento della produzione OPEC+I prezzi del petrolio sono scesi nelle contrattazioni asiatiche di martedì, mentre i mercati valutano l’impatto delle nuove tariffe annunciate dagli Stati Uniti e l’aumento della produzione deciso dall’alleanza OPEC+.

    Alle 01:40 GMT (21:40 ET di lunedì), i future sul Brent con consegna a settembre sono calati dello 0,7% a 69,11 dollari al barile, mentre il WTI ha perso anch’esso lo 0,7%, scendendo a 67,46 dollari. Il calo segue un rialzo superiore all’1% registrato lunedì, sostenuto da aspettative di mercato ancora ristretto nonostante l’incremento dell’offerta.

    Trump intensifica la guerra commerciale con nuovi dazi su 14 paesi

    Il presidente americano Donald Trump ha inasprito lunedì la sua politica commerciale notificando a 14 paesi l’introduzione di nuovi dazi, che entreranno in vigore il 1° agosto. Tra i destinatari figurano Giappone e Corea del Sud, a cui è stato comunicato l’imposizione di un dazio del 25% su tutte le esportazioni, mentre altri paesi – tra cui Serbia, Tunisia e Thailandia – potrebbero affrontare tariffe fino al 40%.

    Un ordine esecutivo firmato nel fine settimana ha posticipato la scadenza originaria del 9 luglio, lasciando una finestra per trattative. Tuttavia, Trump ha definito la nuova data “ferma, ma non del tutto”, suggerendo una certa flessibilità per i partner disposti al dialogo. Le tariffe rischiano di compromettere i flussi commerciali globali, soprattutto per importatori energetici come India, Corea del Sud e Giappone.

    L’OPEC+ aumenta la produzione e continua a ridurre i tagli

    Nel frattempo, l’alleanza OPEC+ ha annunciato un aumento della produzione di 548.000 barili al giorno per agosto, superiore agli incrementi mensili di 411.000 barili registrati nei tre mesi precedenti. Un ulteriore aumento simile è in valutazione per settembre, con decisione attesa alla riunione del 3 agosto.

    L’iniziativa prosegue il graduale ritiro dei tagli volontari pari a 2,2 milioni di barili al giorno, messi in atto da produttori chiave come Arabia Saudita e Russia per sostenere i prezzi nei mesi precedenti.

    Nonostante il ribasso iniziale di lunedì, i prezzi si sono ripresi dopo che l’Arabia Saudita ha aumentato il prezzo ufficiale di vendita del greggio Arab Light destinato al mercato asiatico per agosto, segnale interpretato come fiducia nella domanda da parte del maggiore esportatore mondiale.

  • Borsa di Milano piatta tra incertezze sulla guerra dei dazi; brillano Campari e i titoli petroliferi

    Borsa di Milano piatta tra incertezze sulla guerra dei dazi; brillano Campari e i titoli petroliferi

    La Borsa di Milano ha aperto in leggero rialzo per poi tornare sulla parità, mentre gli investitori restano cauti a causa delle incertezze legate alla nuova fase della guerra commerciale avviata dagli Stati Uniti. Il clima di mercato è stato appesantito dalla notizia che la Casa Bianca ha inviato lettere formali per imporre dazi del 25% sulle importazioni da Giappone e Corea del Sud a partire dal 1° agosto. La notizia ha pesato su Wall Street, dove gli indici principali hanno chiuso in calo.

    Nonostante le tensioni, i negoziati tra Stati Uniti e Giappone sono in corso, mentre l’Unione Europea – finora esclusa dalle nuove misure – punta a raggiungere un’intesa con Washington entro domani. Il sentiment rimane fragile, con gli operatori attenti a eventuali ricadute sulle relazioni commerciali globali.

    Alle 9:30, il FTSE MIB segna un lieve rialzo dello 0,02% dopo un avvio positivo di circa lo 0,2%.

    I titoli si muovono in ordine sparso. Campari (BIT:CPR) si distingue con un rialzo del 2,4%, mentre Diasorin (BIT:DIA) e Brunello Cucinelli (BIT:BC) cedono circa l’1%. Bene i titoli petroliferi, con Saipem (BIT:SPM) in crescita dell’1,2% e Eni (BIT:ENI) in progresso dello 0,6%. Deboli le utility, mentre i bancari restano poco mossi. Segnali positivi tra gli industriali, in particolare Pirelli (BIT:PIRC), Interpump (BIT:IP) e Leonardo (BIT:LDO).

  • Dow Jones, S&P, Nasdaq, Le Borse USA Scendono per le Tensioni Commerciali; Tesla Crolla Dopo la Mossa Politica di Musk

    Dow Jones, S&P, Nasdaq, Le Borse USA Scendono per le Tensioni Commerciali; Tesla Crolla Dopo la Mossa Politica di Musk

    I mercati azionari statunitensi hanno aperto in calo lunedì, mentre cresce la cautela degli investitori a causa delle crescenti tensioni legate ai dazi commerciali proposti dal presidente Donald Trump. Dopo i record della scorsa settimana, i tre principali indici hanno registrato perdite: il Dow Jones è sceso di 95 punti (-0,2%), l’S&P 500 ha perso 22 punti (-0,4%) e il Nasdaq è calato di 95 punti (-0,5%) alle 9:32 (ET).

    Gli operatori di mercato sono preoccupati per l’imminente scadenza della sospensione temporanea dei dazi di ritorsione annunciati da Trump. Sebbene siano stati raggiunti accordi preliminari con Regno Unito, Vietnam e Cina, restano ancora da definire intese più ampie. Il segretario al Tesoro Scott Bessent ha affermato che le trattative si sono intensificate nelle ultime ore, segnalando di aver ricevuto numerose nuove proposte durante la notte. “Sarà una settimana intensa”, ha dichiarato a CNBC, anticipando diversi annunci commerciali entro 48 ore.

    Trump ha confermato che lunedì verranno inviate lettere con i nuovi tassi tariffari, anche se non è ancora chiaro quando entreranno in vigore: alcuni rapporti indicano come possibile data l’1° agosto. Il presidente ha inoltre lasciato intendere che i dazi potrebbero salire fino al 60-70%, e ha avvertito che i paesi membri del blocco BRICS (Brasile, Russia, India, Cina, Sudafrica) saranno soggetti a ulteriori imposte per presunte pratiche “anti-americane”.

    Gli investitori guardano anche con attenzione ai verbali della riunione della Federal Reserve, attesi mercoledì, per avere indicazioni sull’orientamento futuro dei tassi d’interesse. La Fed ha mantenuto invariati i tassi lo scorso mese al range del 4,25%-4,5%, adottando un approccio attendista in attesa di ulteriori dati macroeconomici.

    Tesla in Ribasso Dopo l’Annuncio Politico di Musk

    Le azioni Tesla (NASDAQ:TSLA) sono crollate dopo che Elon Musk ha annunciato l’intenzione di fondare un nuovo partito politico chiamato “America Party”. Gli analisti di Wedbush hanno espresso preoccupazione per il timing dell’iniziativa, sottolineando che Tesla sta affrontando un calo delle vendite e sta preparando una transizione verso i veicoli autonomi. “È l’ultima cosa che gli azionisti vogliono vedere in questo momento”, ha scritto Wedbush, facendo riferimento anche alla crescente tensione tra Musk e Trump in merito al controverso “Big Beautiful Bill”.

    Altri Titoli in Movimento

    Kalvista Pharmaceuticals (NASDAQ:KALV) è balzata in seguito all’approvazione da parte della FDA del suo nuovo trattamento orale per una rara patologia ereditaria.

    Geo Group (NYSE GEO) e CoreCivic (NYSE:CXW) hanno guadagnato dopo l’approvazione di un disegno di legge federale che aumenta i fondi per i centri di detenzione per immigrati.

    Stellantis (NYSE:STLA) ha perso terreno dopo che l’agenzia NHTSA ha aperto un’indagine su oltre 1,2 milioni di pick-up Ram per potenziali problemi alla trasmissione.

    Petrolio in Ripresa

    Sul fronte delle materie prime, i prezzi del greggio sono rimbalzati dopo l’annuncio di OPEC+ su un aumento della produzione di 548.000 barili al giorno per il mese di agosto. Il Brent è salito dell’1% a 68,97 dollari al barile, mentre il WTI ha guadagnato l’1,3% a 67,38 dollari.

  • Dow Jones, S&P, Nasdaq, Futures USA in calo mentre i mercati attendono chiarezza sulle tariffe di Trump

    Dow Jones, S&P, Nasdaq, Futures USA in calo mentre i mercati attendono chiarezza sulle tariffe di Trump

    I future statunitensi hanno aperto in ribasso lunedì, mentre gli investitori rimangono cauti in vista della scadenza della moratoria sulle tariffe imposte dal presidente Donald Trump. La Casa Bianca dovrebbe comunicare ai partner commerciali i nuovi dazi entro il 9 luglio, una data cruciale per gli equilibri del commercio globale. Intanto, cresce la tensione dopo che Trump ha attaccato Elon Musk, il quale ha annunciato l’intenzione di fondare un nuovo partito politico.

    Futures in calo in vista della scadenza tariffaria

    I mercati statunitensi si preparano a un avvio debole della settimana, con i contratti future sotto pressione per via delle incertezze legate alla politica commerciale americana. Alle 03:30 ET (07:30 GMT), i futures del Dow Jones erano in calo di 149 punti (-0,3%), quelli dell’S&P 500 perdevano 31 punti (-0,5%) e i futures del Nasdaq 100 scendevano di 126 punti (-0,5%).

    Dopo la chiusura di venerdì per la festa dell’Independence Day, l’attenzione si concentra ora su un periodo che si preannuncia volatile. Nonostante luglio sia storicamente il mese migliore per l’S&P 500 (con un rendimento medio del 2,5%), gli investitori osservano con cautela il contesto macro e le decisioni politiche.

    L’approvazione di un ampio pacchetto fiscale ha portato un po’ di sollievo, ma i dubbi rimangono su inflazione e utili societari del secondo trimestre, attesi nelle prossime settimane.

    Ancora incertezza sulle tariffe

    Trump ha ribadito che la Casa Bianca invierà a breve comunicazioni con i nuovi livelli tariffari, ma non è chiaro quando entreranno in vigore. La pausa di 90 giorni sulle tariffe reciproche termina formalmente il 9 luglio, anche se alcune fonti indicano che l’implementazione potrebbe slittare al 1° agosto.

    “Avremo accordi o lettere per la maggior parte dei Paesi entro il 9”, ha dichiarato Trump, mentre il Segretario al Commercio Howard Lutnick ha precisato che le tariffe entreranno in vigore dal 1° agosto.

    Fino ad ora, gli Stati Uniti hanno concluso intese preliminari con Vietnam, Regno Unito e Cina, ma restano in corso i negoziati con altri partner. Secondo ING: “Non si esclude nessun esito: accordi dell’ultimo minuto, forti aumenti tariffari o nuove proroghe”.

    Trump ha menzionato tariffe che potrebbero salire dal 10% fino al 70%, alimentando l’incertezza tra le imprese.

    Dazi extra per i Paesi BRICS

    In parallelo, Trump ha annunciato l’intenzione di applicare un dazio aggiuntivo del 10% ai Paesi che si allineano con il blocco BRICS, accusati di politiche anti-americane.

    Il gruppo BRICS—composto da Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica—ha recentemente accolto Egitto, Indonesia, Iran, Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti. Sebbene si parlasse della creazione di una valuta alternativa al dollaro USA, l’ipotesi è stata accantonata.

    “Ogni Paese che sostiene l’agenda anti-americana dei BRICS sarà soggetto a un dazio addizionale del 10%, senza eccezioni”, ha scritto Trump sul suo social. Le sue dichiarazioni arrivano durante un vertice BRICS in Brasile, dove il gruppo ha criticato l’aumento dei dazi e l’aggressività americana contro l’Iran.

    Trump attacca Musk per il nuovo partito

    Trump ha anche criticato l’ex alleato Elon Musk, dopo l’annuncio del miliardario di voler fondare un nuovo partito politico: America Party.

    Musk, che aveva finanziato la campagna di Trump nel 2024, ha da tempo preso le distanze dal presidente. In risposta, Trump ha dichiarato su Truth Social di essere “deluso dal fatto che Musk stia perdendo il controllo” e ha aggiunto che l’abolizione degli incentivi per i veicoli elettrici penalizzerà Tesla.

    Prezzi del petrolio altalenanti dopo decisione OPEC+

    Il prezzo del petrolio è rimasto stabile lunedì, dopo che OPEC+ ha annunciato un aumento della produzione di 548.000 barili al giorno per agosto, superiore alle aspettative e fonte di nuove preoccupazioni sull’eccesso di offerta.

    Alle 03:31 ET, il Brent era a $68,25 (-0,1%) e il WTI a $66,56 (+0,1%).

    L’aumento segue i rialzi mensili di 411.000 bpd già attuati per maggio, giugno e luglio, e potrebbe essere replicato a settembre nella riunione prevista per il 3 agosto.

    La mossa rappresenta un’ulteriore riduzione dei tagli volontari da 2,2 milioni di barili/giorno, decisi da Arabia Saudita e Russia all’inizio dell’anno per sostenere i prezzi.

  • Stellantis in calo: JP Morgan taglia il target price tra richiami tecnici e rischi normativi

    Stellantis in calo: JP Morgan taglia il target price tra richiami tecnici e rischi normativi

    Le azioni Stellantis (BIT:STLAM) sono scese di oltre il 2% nelle prime ore di contrattazione di lunedì, piazzandosi tra le peggiori sul FTSE MIB. Il titolo ha toccato un minimo intraday di 8,29 euro, ampliando le perdite da inizio anno a oltre il 33%. Su base annua, la flessione supera il 53%.

    A pesare sul titolo è stato anche il taglio del prezzo obiettivo da parte di JP Morgan, che lo ha rivisto al ribasso da 13 a 11 euro per azione, citando pressioni valutative. Di segno opposto, invece, Jefferies, che ha alzato il proprio target da 11,10 a 13,20 euro, mantenendo la raccomandazione di “acquisto”.

    La flessione arriva pochi giorni prima di due importanti appuntamenti: i dati sulle consegne l’11 luglio e i risultati del primo semestre il 29 luglio.

    Richiamo di veicoli diesel solleva preoccupazioni operative

    Il titolo Stellantis era già sceso di quasi il 2% venerdì, dopo l’annuncio di un richiamo massiccio di veicoli diesel in Europa. Il problema riguarda un possibile difetto della catena dell’albero a camme in auto prodotte tra ottobre 2017 e gennaio 2023.

    Il richiamo interessa diversi marchi del gruppo, tra cui Peugeot, Citroën, Opel/Vauxhall, DS e Fiat, equipaggiati con motori diesel 1.5 BlueHDi. Secondo Stellantis, il difetto potrebbe causare rumori anomali e, nei casi più gravi, la rottura della catena di distribuzione.

    In Francia sono già 636.000 i veicoli coinvolti, ma secondo alcune fonti il numero complessivo in Europa potrebbe superare 1 milione, con la stampa belga che parla di altri 177.000 veicoli richiamati nel paese.

    La riparazione prevista consiste in un aggiornamento software e, se necessario, un cambio dell’olio. Inoltre, Stellantis ha introdotto un’applicazione specifica che consente ai centri assistenza di rilevare il problema analizzando il rumore del motore.

    Costi e rischi normativi all’orizzonte

    Secondo gli analisti di Banca Akros, che mantengono una raccomandazione neutrale con un target price di 9 euro, Stellantis si farà carico integralmente dei costi di riparazione, in linea con la garanzia offerta fino a 10 anni o 240.000 km. Nei casi più gravi sarà necessario sostituire l’intera catena di distribuzione, oltre a eseguire aggiornamenti software e controlli diagnostici.

    Per Mediobanca Research, si tratta di una “notizia negativa dal punto di vista reputazionale”, anche se l’impatto economico non dovrebbe essere significativo, dato che i costi di manutenzione per veicolo appaiono contenuti.

    Nel frattempo, la società potrebbe anche trovarsi a fronteggiare sanzioni regolamentari per il mancato rispetto degli obiettivi UE sulle emissioni di CO₂, che richiedono che almeno il 20% della produzione sia costituito da veicoli elettrici a batteria (BEV). In caso di non conformità, le multe potrebbero arrivare fino a 2,6 miliardi di euro.

    “Alla luce del peso attuale dei BEV nel mix produttivo del gruppo, la notizia è potenzialmente negativa,” osservano gli analisti di Banca Akros, “ma restiamo in attesa di sviluppi normativi che potrebbero alleggerire il quadro.”

  • I mercati europei contrastati mentre si avvicina la scadenza sui dazi; il petrolio cala, Capgemini acquisisce WNS

    I mercati europei contrastati mentre si avvicina la scadenza sui dazi; il petrolio cala, Capgemini acquisisce WNS

    I mercati azionari europei hanno mostrato un’andatura incerta lunedì, mentre gli investitori mantengono un atteggiamento prudente in vista dell’imminente scadenza fissata dagli Stati Uniti per nuovi accordi commerciali, che potrebbe ridefinire i rapporti economici globali.

    Alle 07:05 GMT, il DAX tedesco guadagnava lo 0,3%, il CAC 40 francese saliva dello 0,1%, mentre il FTSE 100 britannico scendeva dello 0,1%, riflettendo il clima di incertezza diffusa.

    Focus globale sulla scadenza commerciale imposta da Trump

    Gli investitori si preparano a una potenziale volatilità, con l’avvicinarsi della scadenza del 9 luglio imposta dal presidente statunitense Donald Trump per finalizzare nuovi accordi commerciali. La Casa Bianca aveva temporaneamente sospeso l’imposizione di dazi generalizzati dopo l’annuncio del 2 aprile (“Liberation Day”), concedendo 90 giorni per trattare nuove intese.

    Durante il fine settimana, Trump ha dichiarato che diversi accordi sono prossimi alla conclusione, mentre i Paesi che non avranno raggiunto un’intesa riceveranno notifiche formali su aumenti tariffari previsti dal 1° agosto.

    Tuttavia, regna l’incertezza sull’entità effettiva dei dazi. Sebbene inizialmente si parlasse di tariffe tra il 10% e il 50%, Trump ha poi ipotizzato livelli fino al 60% o 70%, accrescendo la confusione. Ha anche minacciato dazi aggiuntivi del 10% contro i Paesi ritenuti vicini a politiche anti-americane, inclusi alcuni membri dei BRICS.

    Produzione industriale tedesca in ripresa

    Sul fronte macroeconomico, la produzione industriale tedesca ha registrato un rialzo inaspettato a maggio, con un incremento mensile dell’1,2%, sostenuto dal settore automobilistico ed energetico. Le attese degli analisti indicavano una variazione nulla.

    Nel frattempo, i dati sul mercato immobiliare nel Regno Unito hanno evidenziato una fase di stallo: secondo Halifax, i prezzi delle case sono rimasti invariati a giugno, mentre la lettura di maggio è stata rivista al ribasso con un calo dello 0,3%. Il rallentamento riflette l’impatto del recente aumento delle imposte sulle transazioni immobiliari introdotto ad aprile.

    Capgemini acquisisce WNS per 3,3 miliardi di dollari

    Sul fronte societario, la francese Capgemini (EU:CAP) ha annunciato l’acquisizione della statunitense WNS Holdings (NYSE:WNS) per 3,3 miliardi di dollari, con l’obiettivo di rafforzare la propria offerta nei servizi di consulenza basati sull’intelligenza artificiale. L’operazione punta ad aiutare le aziende nella trasformazione digitale dei processi.

    Shell prevede risultati trimestrali deboli

    Shell (LSE:SHEL) ha segnalato un possibile indebolimento dei risultati del secondo trimestre, citando margini ridotti nei segmenti Gas Integrato e Prodotti Chimici, a causa di una domanda più debole e margini in contrazione.

    Petrolio in calo dopo aumento produttivo OPEC+

    I prezzi del greggio sono scesi lunedì in seguito alla decisione dell’OPEC+ di aumentare la produzione oltre le attese. Alle 03:05 ET, il Brent cedeva lo 0,2% a 68,18 dollari al barile, mentre il WTI perdeva lo 0,1% a 66,46 dollari.

    Il cartello ha annunciato un incremento della produzione di 548.000 barili al giorno (bpd) per agosto, superiore agli aumenti mensili da 411.000 bpd attuati da maggio a luglio. L’OPEC+ ha anche indicato un possibile ulteriore aumento di pari entità a settembre, da valutare nella riunione del 3 agosto.

    La decisione segna un ulteriore ritiro dei tagli volontari da 2,2 milioni di bpd, introdotti all’inizio dell’anno da Paesi come Arabia Saudita e Russia per sostenere i prezzi.