Blog

  • JPMorgan: la crescente correlazione tra dollaro e azioni potrebbe ridurre i benefici della diversificazione

    JPMorgan: la crescente correlazione tra dollaro e azioni potrebbe ridurre i benefici della diversificazione

    Gli analisti di JPMorgan Chase (NYSE: JPM) osservano un cambiamento nella relazione tra il dollaro statunitense e i mercati azionari globali, suggerendo che il biglietto verde potrebbe non offrire più gli stessi vantaggi come strumento di diversificazione nelle strategie di portafoglio.

    In una recente nota ai clienti, la banca ha evidenziato una correlazione crescente — seppur ancora modesta — tra i rendimenti settimanali dell’indice del dollaro USA e il MSCI World Local Index.

    Su una scala di correlazione che va da -1 a +1, un valore positivo indica che due asset tendono a muoversi nella stessa direzione. Storicamente, il dollaro e le azioni hanno mostrato correlazioni negative, soprattutto nel periodo post-pandemico. Tuttavia, secondo il team guidato dallo stratega Nikolaos Panigirtzoglou, quest’anno la correlazione si è avvicinata allo zero.

    “Questo movimento verso una correlazione nulla o leggermente positiva sembra più un ritorno alla normalità che l’inizio di un nuovo regime di mercato”, hanno scritto gli analisti, aggiungendo che fasi simili si sono già verificate in modo sporadico dagli anni ’80.

    Sebbene questa dinamica possa suggerire che il dollaro stia offrendo meno benefici come asset diversificante rispetto alle azioni, JPMorgan sottolinea che non conta solo il segno della correlazione, ma anche la forza. A livelli prossimi allo zero o solo leggermente positivi, l’impatto sulla volatilità di un portafoglio azionario non coperto resta limitato.

    In teoria, una minore capacità di diversificazione potrebbe indebolire il dollaro nel tempo. Tuttavia, gli analisti osservano che storicamente non ci sono molte prove che i cambiamenti nella correlazione tra dollaro e azioni abbiano influito significativamente sulla performance della valuta.

    “Una possibile spiegazione è che la decisione di coprire il rischio valutario in un portafoglio azionario è tutt’altro che semplice,” scrivono. “A meno che la correlazione non diventi in modo persistente e marcatamente positiva — come nel range tra 0,2 e 0,4 osservato dalla metà degli anni ’80 al 2007 —, la copertura valutaria difficilmente porterà a una riduzione significativa e duratura della volatilità complessiva del portafoglio.”

    Questo contenuto è fornito esclusivamente a scopo informativo e non costituisce consulenza finanziaria, d’investimento o di altro tipo professionale. Non deve essere considerato come una raccomandazione all’acquisto o alla vendita di titoli o strumenti finanziari. Tutti gli investimenti comportano dei rischi, inclusa la possibilità di perdere il capitale investito. Le performance passate non sono indicative di risultati futuri. Si consiglia di effettuare le proprie ricerche e di consultare un consulente finanziario qualificato prima di prendere qualsiasi decisione di investimento.

  • Mercati oggi: l’S&P 500 chiude a un nuovo record nonostante il calo dei titoli dei chip

    Mercati oggi: l’S&P 500 chiude a un nuovo record nonostante il calo dei titoli dei chip

    L’indice S&P 500 ha chiuso martedì a un nuovo massimo storico, anche se con un guadagno contenuto, mentre gli investitori hanno valutato una serie di risultati societari e la debolezza del settore dei semiconduttori.

    Alle 16:00 ET, il Dow Jones Industrial Average è salito di 170 punti (+0,40%), mentre l’S&P 500 ha guadagnato appena lo 0,03% chiudendo a un nuovo record di 6.307,67. L’indice Nasdaq Composite, invece, ha perso lo 0,4%, appesantito dal calo dei titoli tecnologici e dei chip.

    I titoli dei semiconduttori scendono dopo il ridimensionamento del progetto IA

    Le azioni di importanti produttori di chip come NVIDIA, Broadcom e AMD sono scese dopo che The Wall Street Journal ha riferito che SoftBank e OpenAI hanno ridimensionato il progetto di intelligenza artificiale Stargate, inizialmente stimato in 500 miliardi di dollari.

    A gennaio le due società avevano annunciato un investimento iniziale da 100 miliardi di dollari. Ora, invece, i piani sono stati ridotti alla costruzione di un singolo centro dati più piccolo. Questo ridimensionamento ha raffreddato l’ottimismo sul potenziamento dell’infrastruttura IA negli Stati Uniti, penalizzando l’intero comparto tecnologico.

    Texas Instruments pubblicherà i risultati dopo la chiusura dei mercati.

    La stagione degli utili accelera

    Questa settimana oltre l’85% delle società dell’S&P 500 comunicherà i risultati. Finora, circa il 12% ha già pubblicato i dati: di queste, l’86% ha superato le aspettative sugli utili per azione, mentre il 67% ha battuto le stime sui ricavi. Questi numeri solidi hanno contribuito a portare S&P 500 e Nasdaq a livelli record nella sessione precedente.

    Titoli in evidenza

    • Coca-Cola è scesa di quasi l’1%, nonostante utili superiori alle attese, a causa delle pressioni legate ai dazi. L’azienda ha comunque confermato la guidance nella parte alta del range previsto.
    • General Motors ha registrato un calo dopo aver riportato un netto calo degli utili nel secondo trimestre, dovuto a performance deboli nel mercato nordamericano.
    • Northrop Grumman ha guadagnato dopo aver alzato le previsioni di utile annuale, grazie alla domanda costante per aerei militari e sistemi di difesa in un contesto geopolitico teso.
    • Philip Morris ha perso terreno dopo aver riportato ricavi trimestrali inferiori alle attese, nonostante una forte crescita nel segmento dei prodotti senza fumo.
    • D.R. Horton è salito con decisione dopo aver superato le attese nel terzo trimestre fiscale, consegnando 23.160 abitazioni, oltre il limite superiore della propria guidance.
    • Intuitive Surgical pubblicherà i risultati dopo la chiusura dei mercati.

    Attesa per i risultati di Tesla e Alphabet

    I riflettori sono puntati su Tesla e Alphabet, le prime del gruppo delle cosiddette “Magnifiche Sette” a pubblicare i risultati trimestrali, attesi per mercoledì.

    Tesla è sotto osservazione dopo che in California le immatricolazioni sono diminuite del 21,1% nel secondo trimestre. Gli investitori cercheranno indicazioni su come i dazi imposti da Trump stiano influenzando i risultati aziendali.

    Dazi e tassi d’interesse restano fonte di incertezza

    Nonostante i recenti massimi degli indici di Wall Street, il ritmo degli aumenti si è rallentato per via delle continue incertezze legate ai nuovi dazi e al futuro dei tassi d’interesse.

    Trump ha annunciato tariffe tra il 20% e il 50% sui prodotti importati dai principali partner commerciali degli Stati Uniti, in vigore dal 1° agosto. Ha inoltre imposto un dazio del 50% sul rame e minacciato una tariffa del 200% sui farmaci importati.

    Queste misure hanno aumentato i timori sull’inflazione. La Federal Reserve dovrebbe mantenere invariati i tassi d’interesse nella riunione della prossima settimana, citando proprio i dazi come motivo principale per non agire.

    Il presidente della Fed, Jerome Powell, parlerà martedì in una conferenza a Washington D.C., anche se difficilmente affronterà il tema della politica monetaria poiché siamo nel periodo di “blackout” che precede la riunione di fine luglio.

    Questo contenuto è fornito esclusivamente a scopo informativo e non costituisce consulenza finanziaria, d’investimento o di altro tipo professionale. Non deve essere considerato come una raccomandazione all’acquisto o alla vendita di titoli o strumenti finanziari. Tutti gli investimenti comportano dei rischi, inclusa la possibilità di perdere il capitale investito. Le performance passate non sono indicative di risultati futuri. Si consiglia di effettuare le proprie ricerche e di consultare un consulente finanziario qualificato prima di prendere qualsiasi decisione di investimento.

  • Azioni USA stabili; gli investitori si concentrano sulla valanga di utili trimestrali

    Azioni USA stabili; gli investitori si concentrano sulla valanga di utili trimestrali

    Le azioni statunitensi hanno registrato un andamento contenuto martedì, mantenendosi vicino ai massimi storici mentre gli investitori assimilavano una valanga di risultati finanziari da parte di alcune delle più grandi aziende del paese.

    Alle 09:35 ET, il Dow Jones Industrial Average è salito di 20 punti, l’indice S&P 500 ha guadagnato 6 punti (+0,1%) e il NASDAQ Composite è sceso di 30 punti (-0,1%).

    Accelera il ritmo della stagione degli utili

    La stagione degli utili trimestrali entra nel vivo nei prossimi giorni, con oltre l’85% delle aziende dell’S&P 500 pronte a pubblicare i loro risultati questa settimana.

    Finora, circa il 12% delle società dell’S&P 500 ha già pubblicato i propri conti. Di queste, l’86% ha superato le aspettative sugli utili per azione e il 67% ha registrato vendite superiori al previsto, contribuendo a spingere gli indici S&P 500 e Nasdaq Composite verso nuovi record nella sessione precedente.

    Nelle prime ore della giornata, il titolo Coca-Cola (NYSE:KO) ha registrato un lieve calo, mentre il colosso delle bevande affronta venti contrari derivanti dai dazi doganali, pur avendo riportato un utile trimestrale superiore alle attese e dichiarato di prevedere una crescita dell’utile per azione rettificato nella fascia alta delle stime precedenti.

    Le azioni di General Motors (NYSE:GM) sono scese dopo che l’utile del secondo trimestre è diminuito in modo significativo rispetto all’anno precedente, a causa delle performance più deboli nel suo mercato chiave del Nord America.

    Al contrario, le azioni di Northrop Grumman (NYSE:NOC) sono salite dopo che la società della difesa ha alzato le previsioni di utile annuale, puntando su una domanda costante di aerei militari e sistemi difensivi in un contesto di tensioni geopolitiche persistenti.

    Le azioni di Philip Morris (NYSE:PM) hanno perso terreno dopo che la multinazionale del tabacco ha riportato ricavi del secondo trimestre inferiori alle attese, nonostante una forte crescita nel segmento senza fumo.

    Le azioni di DR Horton Inc (NYSE:DHI) sono salite con forza dopo che la società di costruzioni ha pubblicato risultati superiori alle attese per il terzo trimestre fiscale, consegnando 23.160 abitazioni, oltre la parte alta del proprio intervallo di guidance.

    Nel corso della giornata sono attesi i risultati di Texas Instruments (NASDAQ:TXN), produttore di semiconduttori, e di Intuitive Surgical (NASDAQ:ISRG), azienda di dispositivi medici, che pubblicheranno i propri dati a mercati chiusi.

    L’attenzione principale degli investitori, in termini di utili, sarà rivolta ai risultati del secondo trimestre di Tesla (NASDAQ:TSLA) e Alphabet (NASDAQ:GOOGL), i primi del gruppo dei cosiddetti “Magnifici Sette” di Wall Street a rendere noti i propri bilanci in questa stagione.

    Entrambi i report sono attesi per mercoledì e saranno attentamente analizzati per valutare gli effetti dei dazi imposti da Trump sugli utili societari.

    Dazi di Trump e incertezze sui tassi d’interesse

    Sebbene i principali indici di Wall Street abbiano raggiunto nuovi massimi nelle ultime settimane, il ritmo dei guadagni si è rallentato di recente a causa delle persistenti incertezze legate ai dazi imposti da Trump e all’evoluzione futura dei tassi di interesse.

    Trump ha delineato dazi che vanno dal 20% al 50% contro i principali partner commerciali degli Stati Uniti, tutti previsti per entrare in vigore il 1° agosto. Il presidente ha inoltre imposto un dazio del 50% sulle importazioni di rame e minacciato un’imposta del 200% sui prodotti farmaceutici.

    Queste misure hanno alimentato timori nei mercati per un potenziale impatto inflazionistico, soprattutto considerando che la Federal Reserve ha citato i dazi come una delle principali motivazioni per mantenere i tassi di interesse invariati nel breve periodo.

    La Fed si riunirà la prossima settimana e si prevede ampiamente che manterrà ancora una volta i tassi fermi, nonostante le continue critiche da parte di Trump e dei suoi alleati.

    Jerome Powell parlerà martedì a una conferenza della Fed a Washington D.C., anche se non è chiaro se affronterà temi legati alla politica monetaria, dato che l’intervento avviene durante il cosiddetto “periodo di silenzio” prima della riunione di fine luglio.

    Petrolio in calo per timori commerciali

    I prezzi del petrolio sono scesi martedì a causa dei timori che una guerra commerciale sempre più probabile tra Unione Europea e Stati Uniti — due tra i maggiori consumatori — possa colpire l’attività economica e, di conseguenza, la domanda di greggio.

    Alle 09:35 ET, i futures sul Brent sono scesi dell’1% a 68,54 dollari al barile, mentre i futures sul WTI (West Texas Intermediate) sono calati dell’1% a 65,29 dollari al barile. Entrambi avevano già chiuso in leggero calo lunedì.

    I dazi statunitensi sulle importazioni provenienti dall’UE, insieme a quelli su altri importanti partner commerciali, entreranno in vigore il 1° agosto, una data definita “scadenza improrogabile” da funzionari della Casa Bianca.

    Questo contenuto è fornito esclusivamente a scopo informativo e non costituisce consulenza finanziaria, d’investimento o di altro tipo professionale. Non deve essere considerato come una raccomandazione all’acquisto o alla vendita di titoli o strumenti finanziari. Tutti gli investimenti comportano dei rischi, inclusa la possibilità di perdere il capitale investito. Le performance passate non sono indicative di risultati futuri. Si consiglia di effettuare le proprie ricerche e di consultare un consulente finanziario qualificato prima di prendere qualsiasi decisione di investimento.

  • Dow Jones, S&P, Nasdaq, I futures indicano un’apertura piatta per Dow, S&P e Nasdaq mentre Wall Street attende chiarezza sul commercio

    Dow Jones, S&P, Nasdaq, I futures indicano un’apertura piatta per Dow, S&P e Nasdaq mentre Wall Street attende chiarezza sul commercio

    I principali futures azionari statunitensi segnalano un avvio di sessione stabile per martedì, con gli investitori cauti dopo i modesti guadagni registrati nella chiusura di mercato del giorno precedente.

    I trader evitano mosse aggressive mentre si avvicina la scadenza del 1° agosto per i “dazi reciproci” proposti dal Presidente Donald Trump, aumentando l’incertezza sul mercato.

    Le azioni hanno iniziato la settimana in territorio positivo lunedì, salendo costantemente durante gran parte della giornata prima di arretrare leggermente verso la chiusura.

    Nonostante questo ritracciamento finale, Nasdaq e S&P 500 hanno chiuso la giornata ai massimi storici.

    Il Nasdaq è salito di 78,52 punti (0,4%) chiudendo a 20.974,17, mentre l’S&P 500 ha guadagnato 8,81 punti (0,1%) chiudendo a 6.305,60. Nel frattempo, il Dow Jones Industrial Average ha perso 19,12 punti, meno dello 0,1%, chiudendo a 44.323,07.

    L’ottimismo riguardo a potenziali accordi commerciali ha sostenuto i guadagni iniziali. Il Segretario al Commercio Howard Lutnick ha detto a CBS News che crede che gli Stati Uniti e l’Unione Europea siano “i due maggiori partner commerciali al mondo, che stanno parlando tra loro,” e ha espresso fiducia nel raggiungimento di un accordo.

    “Questi sono i due maggiori partner commerciali al mondo, che stanno parlando tra loro. Concluderemo un accordo,” ha detto Lutnick. “Sono fiducioso che concluderemo un accordo.”

    Tuttavia, Lutnick ha anche avvertito che la scadenza del 1° agosto è ferma per l’entrata in vigore dei dazi, affermando: “Niente impedisce ai Paesi di parlare con noi dopo il 1° agosto, ma dovranno iniziare a pagare i dazi dal 1° agosto.”

    Con il passare della giornata, l’interesse all’acquisto è rallentato mentre gli investitori si sono concentrati sui risultati trimestrali in arrivo questa settimana da grandi società tra cui Alphabet (NASDAQ:GOOGL), Tesla (NASDAQ:TSLA) e Intel (NASDAQ:INTC).

    Sul fronte economico, il Conference Board ha segnalato un calo leggermente superiore alle attese dei suoi indicatori anticipatori a giugno, con una diminuzione dello 0,3% rispetto al previsto 0,2%.

    Nonostante la debolezza del mercato generale, le azioni legate all’oro sono salite, con l’indice NYSE Arca Gold Bugs che ha guadagnato il 3,8% in seguito al rialzo del prezzo dell’oro.

    Anche i titoli siderurgici hanno registrato guadagni, con l’indice NYSE Arca Steel in crescita del 2,5%.

    Nel frattempo, i titoli delle telecomunicazioni e del retail hanno mostrato una modesta forza, mentre i settori del gas naturale e delle biotecnologie hanno registrato notevoli perdite.

    Questo contenuto è fornito esclusivamente a scopo informativo e non costituisce consulenza finanziaria, d’investimento o di altro tipo professionale. Non deve essere considerato come una raccomandazione all’acquisto o alla vendita di titoli o strumenti finanziari. Tutti gli investimenti comportano dei rischi, inclusa la possibilità di perdere il capitale investito. Le performance passate non sono indicative di risultati futuri. Si consiglia di effettuare le proprie ricerche e di consultare un consulente finanziario qualificato prima di prendere qualsiasi decisione di investimento.

  • DAX, CAC, FTSE100, I mercati europei arretrano tra preoccupazioni commerciali e risultati deludenti

    DAX, CAC, FTSE100, I mercati europei arretrano tra preoccupazioni commerciali e risultati deludenti

    Le azioni europee hanno registrato un calo martedì, con gli investitori prudenti a causa di risultati aziendali deludenti e crescenti tensioni commerciali.

    Secondo quanto riportato, l’Unione Europea si sta preparando a mettere in atto azioni di ritorsione nell’ambito del suo Strumento anti-coercizione (ACI) in risposta al piano del presidente statunitense Donald Trump di imporre un dazio del 30% sulle merci europee a partire dal 1° agosto.

    Nel frattempo, le speranze di un accordo commerciale temporaneo tra Stati Uniti e India prima della scadenza del 1° agosto si sono affievolite, a causa di persistenti disaccordi su prodotti agricoli e lattiero-caseari chiave.

    Sul fronte economico, i dati del Regno Unito hanno mostrato un forte aumento del deficit di bilancio per giugno. Il prestito netto del settore pubblico è salito di 6,6 miliardi di sterline su base annua, raggiungendo i 20,7 miliardi di sterline, superando la previsione di 17,1 miliardi della Office for Budget Responsibility. Questo rappresenta il secondo valore più alto di prestito per un giugno da quando si tengono i registri, dal 1993.

    Sul fronte dei mercati, l’indice DAX della Germania è sceso dell’1,3%, il CAC 40 francese ha perso lo 0,9%, mentre il FTSE 100 britannico ha segnato un lieve calo dello 0,1%.

    Tra i singoli titoli, la società olandese Akzo Nobel NV ha ceduto terreno dopo aver riportato utili netti e vendite più deboli nel secondo trimestre, penalizzata da venti valutari sfavorevoli e da condizioni di mercato deboli.

    Anche la società svedese Alfa Laval ha subito perdite, non riuscendo a raggiungere le previsioni su ordini e vendite del secondo trimestre.

    La banca svizzera Julius Baer ha visto le azioni scendere dopo un calo netto degli utili dovuto a maggiori accantonamenti per perdite sui prestiti.

    Givaudan, specialista in fragranze e aromi, è crollata dopo aver registrato un flusso di cassa libero negativo di 16 milioni di franchi svizzeri nella prima metà del 2025.

    Anche Sartorius AG, fornitore tedesco di apparecchiature farmaceutiche e da laboratorio, ha subito un calo. L’azienda ha confermato le sue previsioni per il 2025, ma ha avvertito che le stime di vendite e margini non includono potenziali effetti dei dazi o misure correttive correlate.

    In controtendenza, le azioni di Integrum AB sono salite dopo che il comitato indipendente di offerta della società ha raccomandato agli azionisti di accettare l’offerta pubblica di acquisizione di OsteoCentric Oncology and Bone Anchored Prostheses, LLC.

    Questo contenuto è fornito esclusivamente a scopo informativo e non costituisce consulenza finanziaria, d’investimento o di altro tipo professionale. Non deve essere considerato come una raccomandazione all’acquisto o alla vendita di titoli o strumenti finanziari. Tutti gli investimenti comportano dei rischi, inclusa la possibilità di perdere il capitale investito. Le performance passate non sono indicative di risultati futuri. Si consiglia di effettuare le proprie ricerche e di consultare un consulente finanziario qualificato prima di prendere qualsiasi decisione di investimento.

  • Poste Italiane in rialzo dopo risultati record nel primo semestre 2025 e revisione al rialzo dell’outlook sugli utili

    Poste Italiane in rialzo dopo risultati record nel primo semestre 2025 e revisione al rialzo dell’outlook sugli utili

    Le azioni di Poste Italiane (BIT:PST) sono salite del 4% martedì, dopo la pubblicazione dei migliori risultati semestrali di sempre e l’aggiornamento al rialzo delle previsioni sugli utili per l’intero anno 2025.

    Nel primo semestre dell’anno, il gruppo ha registrato ricavi pari a 6,46 miliardi di euro, con un aumento del 4,8% su base annua, grazie al contributo positivo di tutte le aree di business. L’EBIT rettificato è cresciuto dell’11,5% a 1,66 miliardi di euro, mentre l’utile netto è aumentato del 14% a 1,17 miliardi di euro.

    Nel solo secondo trimestre, i ricavi sono saliti del 4,5% a 3,26 miliardi di euro. L’EBIT rettificato ha raggiunto 864 milioni di euro (+10,4%), e l’utile netto è cresciuto del 9,1% a 572 milioni di euro.

    Il comparto Servizi Finanziari ha trainato la crescita, con ricavi in aumento del 5,7% a 2,84 miliardi di euro, spinti da un reddito netto da interessi record di 671 milioni. L’EBIT rettificato è aumentato del 26,9% a 528 milioni di euro, mentre l’utile netto è cresciuto del 28,6% a 396 milioni. Le commissioni per la distribuzione del risparmio postale sono salite del 5,6% a 892 milioni di euro, e i ricavi dalla distribuzione di prestiti ai consumatori sono cresciuti del 15,4% a 140 milioni di euro.

    Anche il comparto Assicurazioni ha mostrato solidi risultati, con ricavi in crescita del 9,5% a 906 milioni di euro. I ricavi da Investimenti Vita e Pensioni sono aumentati del 9,6% e quelli da Protezione del 9,3%. I premi lordi raccolti hanno raggiunto gli 11,7 miliardi di euro, in aumento del 24,2%. L’EBIT rettificato è salito dell’8,5% a 789 milioni di euro e l’utile netto è cresciuto dell’11,9% a 573 milioni.

    Il segmento Postepay ha generato ricavi per 802 milioni di euro (+5,4%). I pagamenti hanno contribuito per 580 milioni (+2,9%), mentre i ricavi legati all’energia sono balzati del 68,2% a 57 milioni, con quasi 900.000 clienti. L’EBIT rettificato è cresciuto del 10,9% a 276 milioni di euro e l’utile netto è aumentato del 9,5% a 209 milioni.

    Nel comparto Corrispondenza, Pacchi e Distribuzione, i ricavi sono aumentati dell’1,1% a 1,91 miliardi di euro. I volumi di pacchi sono saliti dell’11,3%, raggiungendo 159 milioni di spedizioni. I ricavi da pacchi e logistica sono cresciuti del 7,9% a 801 milioni, mentre quelli da corrispondenza sono scesi del 4,4% a 1,04 miliardi. L’EBIT rettificato del segmento è calato del 30,6% a 67 milioni di euro e si è registrata una perdita netta di 8 milioni.

    Grazie alla performance positiva della prima metà dell’anno, l’azienda ha rivisto al rialzo le proprie stime per il 2025: l’EBIT rettificato è atteso a 3,2 miliardi di euro (da 3,1 miliardi), e l’utile netto a 2,2 miliardi di euro (da 2,1 miliardi). La politica dei dividendi resta invariata.

    Al 30 giugno, Poste Italiane registrava 600 miliardi di euro di Attività Finanziarie Totali, con un incremento di 9 miliardi rispetto a dicembre 2024. Il CET1 ratio di BancoPosta era pari al 19,5%, mentre il Solvency II ratio del gruppo Poste Vita si attestava al 315%.

    Tra le iniziative strategiche, si segnala la trasformazione di 3.905 uffici postali in hub digitali, l’espansione della flotta a basse emissioni a 29.000 veicoli, e l’installazione di 690 impianti fotovoltaici.

    Sul fronte degli investimenti, Poste Italiane ha acquisito una quota del 24,81% in Telecom Italia (BIT:TIT) e ha ceduto la partecipazione del 3,78% in Nexi (BIT:NEXI) per 267,2 milioni di euro.

    Questo contenuto è fornito esclusivamente a scopo informativo e non costituisce consulenza finanziaria, d’investimento o di altro tipo professionale. Non deve essere considerato come una raccomandazione all’acquisto o alla vendita di titoli o strumenti finanziari. Tutti gli investimenti comportano dei rischi, inclusa la possibilità di perdere il capitale investito. Le performance passate non sono indicative di risultati futuri. Si consiglia di effettuare le proprie ricerche e di consultare un consulente finanziario qualificato prima di prendere qualsiasi decisione di investimento.

  • Dow Jones, S&P, Nasdaq, Dow Jones, S&P, Nasdaq, Futures stabili prima di una settimana intensa di trimestrali; mercati concentrati su commercio, IA e fusioni ferroviarie

    Dow Jones, S&P, Nasdaq, Dow Jones, S&P, Nasdaq, Futures stabili prima di una settimana intensa di trimestrali; mercati concentrati su commercio, IA e fusioni ferroviarie

    I futures azionari statunitensi sono rimasti quasi invariati martedì, mentre gli investitori attendono una nuova ondata di risultati trimestrali di grandi aziende. Nonostante i risultati incoraggianti finora, l’incertezza sui dazi continua a pesare sull’economia. Nel frattempo, emergono notizie di difficoltà nel progetto di intelligenza artificiale tra OpenAI e SoftBank. Inoltre, crescono le speculazioni su possibili fusioni nel settore ferroviario merci negli Stati Uniti.

    Futures in attesa

    Martedì mattina, i futures legati al Dow Jones, S&P 500 e Nasdaq 100 erano per lo più piatti, mentre i trader si preparano ai prossimi risultati societari.

    S&P 500 e Nasdaq Composite hanno raggiunto livelli record nella sessione precedente, sostenuti da notizie positive sulle trimestrali.

    Le azioni di Alphabet Inc. (NASDAQ:GOOGL), società madre di Google, sono salite in vista dei risultati di mercoledì. Alphabet fa parte del gruppo “Magnificent Seven” dei giganti tech che comunicano questa settimana, insieme a Tesla (NASDAQ:TSLA), le cui azioni sono leggermente calate lunedì.

    Verizon Communications (NYSE:VZ) è salita quasi del 4% dopo aver alzato la stima minima di crescita degli utili annuali.

    Mentre la stagione delle trimestrali accelera, i mercati restano vigili sui dazi USA in arrivo. La scadenza del 1° agosto per i dazi “reciprocati” proposti dal presidente Donald Trump si avvicina, e i media segnalano scarsi progressi nei negoziati commerciali con vari Paesi.

    La risposta delle aziende americane ai rischi tariffari sarà centrale in questo ciclo di trimestrali.

    Trimestrali da seguire

    Martedì verranno pubblicati risultati chiave di costruttori di case come DR Horton (NYSE:DHI) e PulteGroup (NYSE:PHM), che potrebbero fornire indicazioni sul mercato immobiliare, sotto pressione per i tassi ipotecari più alti e l’incertezza economica. Gli analisti osservano che possibili tagli dei tassi da parte della Fed potrebbero incentivare l’acquisto di case.

    General Motors (NYSE:GM) ha già segnalato un impatto negativo da 4 a 5 miliardi di dollari all’anno sugli utili a causa dei dazi, e gli investitori cercheranno aggiornamenti sull’outlook commerciale.

    Prima dell’apertura segnaliamo anche Coca-Cola (NYSE:KO), Philip Morris International (NYSE:PM), e i settori difesa con RTX Corp. (NYSE:RTX) e Lockheed Martin (NYSE:LMT). Dopo la chiusura, risultati da Texas Instruments (NASDAQ:TXN) e Intuitive Surgical (NASDAQ:ISRG).

    NXP Semiconductors (NASDAQ:NXPI) ha annunciato un calo del 6% nei ricavi del secondo trimestre, dopo l’orario di mercato, a causa di debolezza nei segmenti comunicazioni e infrastrutture, facendo scendere le azioni nel trading esteso.

    Il progetto IA OpenAI-SoftBank incontra ostacoli, secondo il WSJ

    Il Wall Street Journal riporta che la partnership da 500 miliardi di dollari tra OpenAI e SoftBank per sviluppare rapidamente l’intelligenza artificiale negli USA sta incontrando difficoltà.

    Fonti vicine al progetto “Stargate” riferiscono che i piani a breve termine sono stati fortemente ridimensionati. Nonostante il lancio ufficiale da parte del CEO di OpenAI Sam Altman, del miliardario SoftBank Masayoshi Son e del presidente Trump sei mesi fa, non è stato firmato alcun contratto per data center.

    Disaccordi sui termini della partnership, compresa la scelta delle sedi per i data center, hanno rallentato i progressi, aggiunge il WSJ.

    Nonostante l’impegno di SoftBank di investire immediatamente 100 miliardi di dollari a gennaio, ora si punta a un data center più piccolo, probabilmente in Ohio, entro fine anno. Altman e Son mantengono che la collaborazione procede bene.

    Gli analisti di Vital Knowledge suggeriscono che questo potrebbe avvantaggiare Microsoft (NASDAQ:MSFT), perché OpenAI potrebbe dover utilizzare il cloud Azure più a lungo del previsto.

    “Ma questo solleva dubbi sull’hype che si è creato nel settore, dove grandi cifre di investimento sono spesso usate superficialmente come giustificazione per valutazioni in continua espansione, quando molti numeri sono riciclati, conteggi doppi o vaporware,” commentano gli analisti.

    Crescono le voci su fusioni ferroviarie

    Secondo Semafor, BNSF di Berkshire Hathaway ha incaricato Goldman Sachs di valutare l’acquisto di un concorrente nel settore ferroviario merci.

    Non è chiaro se BNSF punterà a Norfolk Southern (NYSE:NSC) o CSX Corp (NASDAQ:CSX). Reuters segnala che CSX sta considerando di ingaggiare consulenti finanziari.

    Questi sviluppi seguono la notizia che Union Pacific (NYSE:UNP), il più grande operatore ferroviario USA, sta esplorando un’acquisizione di Norfolk Southern per creare una rete ferroviaria da 200 miliardi di dollari che attraverserebbe il Paese. Sarebbe una delle operazioni più importanti dal merger tra Canadian Pacific e Kansas City Southern quattro anni fa, assistito da Goldman Sachs.

    Gli analisti avvertono che i regolatori potrebbero esaminare a fondo l’operazione, mentre si interrogano sull’appetito dell’amministrazione Trump per grandi fusioni.

    Oro in lieve calo dai massimi recenti

    Martedì l’oro ha perso terreno, ritirandosi da un picco mensile raggiunto il giorno precedente, tra prese di profitto e un moderato rafforzamento del dollaro.

    L’attrattiva del metallo prezioso come bene rifugio era aumentata dopo notizie che l’Unione Europea prepara contromisure contro i dazi “reciprocati” USA. Washington vorrebbe almeno un 15% di dazi sull’UE, che però punta a mantenere la tariffa attuale al 10%.

    L’incertezza su tassi USA e indipendenza della Fed ha sostenuto la domanda di rifugio. La Fed dovrebbe mantenere i tassi invariati alla riunione della prossima settimana, nonostante le pressioni di Trump per un taglio immediato.

    L’oro spot è sceso dello 0,4% a 3.383,63 dollari l’oncia, mentre i futures hanno perso lo 0,3% a 3.395,62 dollari l’oncia nelle prime ore di martedì. Lunedì l’oro spot era salito dell’1,4% fino a quasi 3.400 dollari l’oncia.

    Questo contenuto è fornito esclusivamente a scopo informativo e non costituisce consulenza finanziaria, d’investimento o di altro tipo professionale. Non deve essere considerato come una raccomandazione all’acquisto o alla vendita di titoli o strumenti finanziari. Tutti gli investimenti comportano dei rischi, inclusa la possibilità di perdere il capitale investito. Le performance passate non sono indicative di risultati futuri. Si consiglia di effettuare le proprie ricerche e di consultare un consulente finanziario qualificato prima di prendere qualsiasi decisione di investimento.

  • L’oro scende leggermente dopo i recenti rialzi, con i negoziati sui dazi al centro dell’attenzione

    L’oro scende leggermente dopo i recenti rialzi, con i negoziati sui dazi al centro dell’attenzione

    I prezzi dell’oro hanno registrato un lieve calo martedì dopo il forte rialzo di lunedì, che li aveva portati ai massimi di oltre un mese. Nonostante la correzione, le preoccupazioni sui dazi statunitensi e sulle mosse dei tassi di interesse hanno mantenuto elevata la domanda di oro e altri metalli rifugio.

    Alle 04:25 ET (08:25 GMT), l’oro spot è sceso dello 0,2% a 3.389,27 dollari l’oncia, dopo aver guadagnato l’1,4% lunedì. I futures sull’oro hanno perso la stessa percentuale, attestandosi intorno a 3.401,12 dollari l’oncia.

    Scadenza sui dazi Usa alimenta nervosismo sui mercati

    Con l’avvicinarsi della scadenza dell’1 agosto, i mercati restano tesi per i dazi in arrivo dagli Stati Uniti. L’ottimismo per un accordo commerciale tra Usa e Ue è diminuito, mentre emergono notizie secondo cui l’Ue sta preparando dazi di ritorsione in risposta all’aumento dei dazi Usa oltre le aspettative iniziali.

    L’amministrazione Trump ha inoltre indicato che probabilmente la scadenza non sarà posticipata. Nelle ultime due settimane, il presidente Donald Trump ha emanato diverse lettere annunciando dazi tra il 20% e il 50% su importanti partner commerciali, aumentando l’ansia sui mercati e suscitando minacce di ritorsione.

    Questa incertezza ha sostenuto la domanda di metalli preziosi come oro, argento e platino, che hanno registrato aumenti di prezzo significativi. Martedì si è osservata una presa di profitto con l’argento spot in calo dello 0,4% a 39,165 dollari l’oncia e il platino spot in discesa dello 0,5% a 1.488,10 dollari l’oncia.

    I metalli industriali hanno mostrato guadagni modesti: i futures sul rame alla London Metal Exchange sono saliti dello 0,1% a 9.879,25 dollari la tonnellata, mentre i futures sul rame COMEX sono aumentati dello 0,2% a 5,6480 dollari la libbra. Gli Usa imporranno un dazio del 50% sul rame a partire dall’1 agosto.

    I dati della Shanghai Futures Exchange indicano un aumento delle scorte di metalli base la scorsa settimana. Le scorte di rame sono salite di 3.094 tonnellate a 84.556 tonnellate a venerdì, l’alluminio è aumentato di 5.625 tonnellate a 108.822 tonnellate, mentre lo zinco è cresciuto del 9,3% su base settimanale a 54.630 tonnellate, il livello più alto da metà aprile.

    Bernstein prevede prezzi dell’oro più alti nel lungo termine

    Gli analisti di Bernstein avvertono che molti modelli tradizionali per prevedere i prezzi dell’oro sono ormai superati o inefficaci. Hanno individuato sei metodi di previsione affidabili, incentrati sulle politiche governative e monetarie, che portano a una proiezione di 3.700 dollari l’oncia entro il 2026, ben al di sopra del consenso attuale di Wall Street di 3.073 dollari.

    Il dollaro rallenta leggermente in attesa della Fed

    Il dollaro ha registrato un lieve calo martedì dopo due settimane di guadagni, in concomitanza con il recente rialzo dell’oro. Gli operatori si attendono che la Federal Reserve mantenga invariati i tassi di interesse nel prossimo incontro.

    Tuttavia, permangono preoccupazioni sull’autonomia della Fed, tra speculazioni secondo cui il presidente Trump potrebbe tentare di sostituire il presidente Jerome Powell, che ha mostrato poco interesse a tagliare i tassi, suscitando frustrazione nell’amministrazione.

    Powell parlerà più tardi nella giornata, anche se non è chiaro se si esprimerà sulla politica monetaria, dato il consueto blackout mediatico della Fed prima delle riunioni.

    Questo contenuto è fornito esclusivamente a scopo informativo e non costituisce consulenza finanziaria, d’investimento o di altro tipo professionale. Non deve essere considerato come una raccomandazione all’acquisto o alla vendita di titoli o strumenti finanziari. Tutti gli investimenti comportano dei rischi, inclusa la possibilità di perdere il capitale investito. Le performance passate non sono indicative di risultati futuri. Si consiglia di effettuare le proprie ricerche e di consultare un consulente finanziario qualificato prima di prendere qualsiasi decisione di investimento.

  • Il dollaro si ferma mentre gli investitori attendono segnali più chiari sulle tariffe

    Il dollaro si ferma mentre gli investitori attendono segnali più chiari sulle tariffe

    Il dollaro statunitense ha registrato un lieve rialzo martedì, anche se l’attività complessiva nei mercati valutari è rimasta contenuta, mentre gli investitori aspettano segnali più definiti sulle negoziazioni commerciali in vista della scadenza cruciale del 1° agosto. Questa scadenza minaccia tariffe elevate per i partner commerciali degli Stati Uniti che non hanno ancora siglato accordi.

    Lo yen giapponese ha mantenuto gran parte dei guadagni della sessione precedente dopo le elezioni della Camera alta del Giappone durante il weekend, che si sono svolte secondo le aspettative del mercato. Ora l’attenzione si sposta su quanto velocemente Tokyo possa chiudere un accordo commerciale con Washington e sul futuro politico del Primo Ministro Shigeru Ishiba.

    A poco più di una settimana dalla scadenza delle tariffe, il Segretario al Tesoro degli Stati Uniti Scott Bessent ha sottolineato lunedì che l’amministrazione si concentra più sulla qualità degli accordi commerciali che sulla loro rapidità di conclusione. Alla domanda se la scadenza potesse essere prorogata per i Paesi che stanno facendo progressi costruttivi, Bessent ha rimandato la decisione al presidente Donald Trump.

    L’incertezza sulla forma finale e l’entità delle tariffe continua a pesare sui mercati valutari, mantenendo le principali valute all’interno di range ristretti, anche se gli indici azionari statunitensi hanno raggiunto nuovi massimi.

    “Nulla di ciò che accade il 1° agosto è necessariamente permanente, purché l’amministrazione statunitense rimanga disposta a dialogare, come indicato nelle lettere di Trump di due settimane fa,” ha detto Thierry Wizman, stratega globale FX e tassi di Macquarie Group.

    L’euro è sceso leggermente a 1,1692 dollari mentre gli investitori si preparano alla riunione di questa settimana della Banca Centrale Europea, che dovrebbe mantenere i tassi di interesse nella zona euro invariati.

    I negoziati tra Unione Europea — che rischia tariffe potenziali del 30% dal 1° agosto — e Stati Uniti restano bloccati. I diplomatici dell’UE hanno dichiarato lunedì che stanno esplorando una gamma più ampia di contromisure vista la diminuzione delle speranze per un accordo.

    “L’amministrazione Trump ha mostrato poca tolleranza verso le misure di ritorsione, e c’è il rischio che questo possa sfociare (anche se temporaneamente) in un’escalation di tariffe reciproche. La capacità dell’euro di mantenere la preferenza sul dollaro in mezzo alle tensioni sulle tariffe dipenderà dall’entità di qualsiasi escalation e se l’UE ne uscirà come perdente relativa mentre altri Paesi siglano accordi significativi con gli USA.”

    In un aggiornamento separato, la BCE ha riferito martedì che la domanda di prestiti da parte delle aziende dell’area euro è migliorata nell’ultimo trimestre e dovrebbe aumentare ulteriormente, nonostante le minacce di tariffe e le tensioni geopolitiche.

    Rispetto a un paniere di valute, il dollaro è salito dello 0,1% a 97,91 dopo essere sceso dello 0,6% lunedì.

    Persistono anche le preoccupazioni sull’indipendenza della Federal Reserve, dopo che il presidente Trump ha più volte criticato il presidente della Fed Jerome Powell e ha chiesto le sue dimissioni a causa della riluttanza della banca centrale a tagliare i tassi d’interesse.

    “Il nostro scenario base rimane che dati solidi dagli USA e una ripresa dell’inflazione guidata dalle tariffe terranno il FOMC fermo fino al 2026, e che lo spostamento risultante nei differenziali dei tassi di interesse guiderà un continuo rimbalzo del dollaro nei prossimi mesi,” ha detto Jonas Goltermann, vicedirettore economista dei mercati presso Capital Economics. “Ma questa visione è chiaramente alla mercé dei capricci della Casa Bianca.”

    Lo yen è rimasto sotto i riflettori, scambiandosi leggermente più debole a 147,64 martedì dopo un guadagno dell’1% lunedì dopo le elezioni e una festività pubblica.

    “Il sollievo iniziale per lo yen, dato che la coalizione di governo non ha perso ulteriori seggi e che il Primo Ministro Ishiba intende restare al potere, probabilmente sarà di breve durata,” ha detto Lee Hardman, analista senior delle valute presso MUFG. “L’aumento dell’incertezza politica in Giappone potrebbe complicare il raggiungimento di un accordo commerciale tempestivo con gli USA, comportando rischi al ribasso per l’economia giapponese e per lo yen.”

    Questo contenuto è fornito esclusivamente a scopo informativo e non costituisce consulenza finanziaria, d’investimento o di altro tipo professionale. Non deve essere considerato come una raccomandazione all’acquisto o alla vendita di titoli o strumenti finanziari. Tutti gli investimenti comportano dei rischi, inclusa la possibilità di perdere il capitale investito. Le performance passate non sono indicative di risultati futuri. Si consiglia di effettuare le proprie ricerche e di consultare un consulente finanziario qualificato prima di prendere qualsiasi decisione di investimento.

  • I prezzi del petrolio calano tra l’impatto limitato delle sanzioni contro la Russia e le crescenti tensioni commerciali UE-USA

    I prezzi del petrolio calano tra l’impatto limitato delle sanzioni contro la Russia e le crescenti tensioni commerciali UE-USA

    I prezzi del petrolio sono scesi nei mercati asiatici martedì, mentre gli operatori hanno valutato che le recenti sanzioni europee contro la Russia avranno un effetto minimo sull’offerta globale. Nel frattempo, le crescenti preoccupazioni per un potenziale conflitto commerciale tra Stati Uniti e Unione Europea hanno pesato sui prezzi.

    Nonostante il forte indebolimento del dollaro USA, che ha ridotto parte dei suoi recenti guadagni, i futures sul greggio hanno registrato scarsi rialzi. Il Brent con consegna a settembre è sceso dello 0,5% a 68,86 dollari al barile, mentre i futures sul West Texas Intermediate sono calati dello 0,5% a 65,61 dollari al barile alle 21:15 ET (01:15 GMT).

    Crescono le preoccupazioni per la guerra commerciale

    Il mercato petrolifero resta nervoso a causa delle crescenti tensioni tra Washington e Bruxelles sulle politiche tariffarie. Secondo i rapporti, gli Stati Uniti spingono per tariffe di almeno il 15% sulle importazioni europee, una richiesta che ha sorpreso i negoziatori UE e ha portato a minacce di dazi di ritorsione sui prodotti americani.

    Gli analisti di ANZ hanno avvertito che questa impasse potrebbe frenare la crescita economica e ridurre la domanda di petrolio, soprattutto se gli Stati Uniti applicheranno tariffe elevate contro l’UE. Oltre ai dazi previsti sull’UE, gli USA intendono imporre significative tariffe ad altri importanti partner commerciali a partire dal 1° agosto, tra cui il 25% sul Giappone, il 35% sul Canada e il 50% sulle importazioni dal Brasile.

    I livelli tariffari elevati hanno suscitato timori riguardo al loro potenziale effetto dirompente sull’economia globale e, di conseguenza, sul consumo di petrolio.

    Le sanzioni contro la Russia hanno un impatto limitato

    Nel frattempo, le recenti restrizioni dell’Unione Europea sul settore petrolifero russo non hanno sostenuto in modo significativo i prezzi. Gli analisti di ANZ si sono mostrati scettici sul fatto che queste misure possano ridurre sostanzialmente le esportazioni di petrolio di Mosca.

    Le sanzioni fanno parte degli sforzi legati al conflitto tra Russia e Ucraina, che dopo più di tre anni non mostra segni di rallentamento. Sebbene la guerra abbia inizialmente spinto i prezzi del petrolio a livelli quasi record, i mercati hanno in gran parte già prezzato il rischio di interruzioni nell’offerta causate dal conflitto.

    Tuttavia, gli Stati Uniti mantengono sanzioni rigorose contro l’industria petrolifera russa.

    Questo contenuto è fornito esclusivamente a scopo informativo e non costituisce consulenza finanziaria, d’investimento o di altro tipo professionale. Non deve essere considerato come una raccomandazione all’acquisto o alla vendita di titoli o strumenti finanziari. Tutti gli investimenti comportano dei rischi, inclusa la possibilità di perdere il capitale investito. Le performance passate non sono indicative di risultati futuri. Si consiglia di effettuare le proprie ricerche e di consultare un consulente finanziario qualificato prima di prendere qualsiasi decisione di investimento.