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  • DAX, CAC, FTSE100, Le Borse europee rimbalzano grazie all’ottimismo sui nuovi accordi commerciali

    DAX, CAC, FTSE100, Le Borse europee rimbalzano grazie all’ottimismo sui nuovi accordi commerciali

    I mercati azionari europei sono tornati a salire mercoledì, interrompendo tre sedute consecutive di ribassi, sostenuti dal miglioramento del sentiment legato a possibili sviluppi positivi sul fronte del commercio internazionale. Gli investitori hanno reagito con favore all’annuncio del presidente statunitense Donald Trump di accordi commerciali con Giappone e Filippine.

    Sono inoltre aumentate le aspettative di negoziati commerciali tra Unione Europea e Stati Uniti, con Trump che ha confermato l’arrivo di rappresentanti europei a Washington.

    “Abbiamo l’Europa che arriva domani, e dopodomani ne arrivano altri,” ha dichiarato Trump martedì sera, senza fornire ulteriori dettagli.

    L’Indice CAC 40 francese è salito dell’1,2%, il DAX tedesco dello 0,7% e il FTSE 100 britannico dello 0,5%.

    Tra i titoli in evidenza:

    • Koninklijke KPN NV (EU:KPN) ha perso quasi il 2% dopo la pubblicazione dei risultati del secondo trimestre e del primo semestre 2025.
    • Randstad NV (EU:RAND) è scesa dell’1,8% nonostante un utile operativo trimestrale in linea con le attese.
    • ASM International (EU:ASM) ha ceduto l’8,5% a causa di prenotazioni inferiori alle aspettative nel secondo trimestre.
    • Lonza Group AG (TG:LO3) è balzata del 5% grazie a un incremento del 23% nell’utile operativo semestrale, oltre le previsioni.
    • Roche Holding AG (EU:RBO) ha guadagnato l’1,4% dopo la sospensione di alcune spedizioni del controverso trattamento genico Elevidys.
    • Stora Enso Oyj è salita di quasi il 6% grazie a risultati operativi superiori alle attese, nonostante un contesto di domanda incerto.
    • Alstom (EU:ALO) ha guadagnato il 4% dopo aver superato le stime di vendita nel primo trimestre fiscale.
    • Thales (EU:HO) ha perso il 2% a seguito di un calo del 4% negli ordini ricevuti nella prima metà dell’anno, sia in termini assoluti che organici.
    • Renault Group (EU:RNO) è salita del 3,7% dopo aver riportato un aumento dell’1,3% nelle vendite di veicoli nel primo semestre.
    • Informa (LSE:INF) è balzata del 5,7% dopo aver alzato le previsioni sui ricavi per l’intero anno.
    • SAP (TG:SAP) ha perso il 3%, nonostante risultati trimestrali superiori, a causa della conferma degli obiettivi annuali, ritenuti prudenti da alcuni investitori.

    Questo contenuto è fornito esclusivamente a scopo informativo e non costituisce consulenza finanziaria, d’investimento o di altro tipo professionale. Non deve essere considerato come una raccomandazione all’acquisto o alla vendita di titoli o strumenti finanziari. Tutti gli investimenti comportano dei rischi, inclusa la possibilità di perdere il capitale investito. Le performance passate non sono indicative di risultati futuri. Si consiglia di effettuare le proprie ricerche e di consultare un consulente finanziario qualificato prima di prendere qualsiasi decisione di investimento.

  • Bybit illumina Vienna: Inizia una nuova era per le criptovalute in Europa

    Bybit illumina Vienna: Inizia una nuova era per le criptovalute in Europa

    Bybit EU ha lanciato ufficialmente la sua sede europea a Vienna la scorsa settimana con un evento storico al METAstadt, che ha riunito oltre 250 ospiti provenienti dai settori fintech, politico, accademico e blockchain. La serata ha celebrato l’emergere dell’Austria come hub di innovazione crittografica sotto MiCAR e ha segnato l’inizio dell’impegno a lungo termine di Bybit in Europa.
    Mazurka Zeng, CEO di Bybit EU, è salita sul palco per presentare il suo team appena costituito a Vienna insieme al Consiglio di Amministrazione di Bybit, sottolineando la forza della leadership locale e la visione dell’azienda per l’Europa: “Abbiamo scelto Vienna perché offre chiarezza, stabilità e un ecosistema fiorente. L’evento si prefigge di creare connessioni reali e durature con la comunità europea delle criptovalute”: “Bybit EU si propone di stabilire un nuovo standard, non solo in Austria, ma in tutta Europa. Siamo qui per costruire, insieme. “Il Segretario di Stato austriaco per le Finanze, Barbara Eibinger-Miedl, ha accolto con favore l’espansione, osservando che: “La decisione di Bybit di stabilirsi in Austria dimostra ancora una volta che il nostro Paese offre condizioni eccellenti per le FinTech internazionali: da quadri normativi chiari e infrastrutture digitali moderne a un ambiente favorevole all’innovazione”. L’Austria si è posizionata fin dall’inizio come pioniere nell’attuazione del regolamento MiCAR e oggi è una delle sedi FinTech più interessanti d’Europa. In qualità di Segretario di Stato per le Finanze, il mio obiettivo è quello di rafforzare ulteriormente questo vantaggio competitivo”.
    Oltre al palcoscenico, gli ospiti hanno potuto godere di un programma vivace, che comprendeva un red carpet per catturare i momenti salienti della serata e attività di coinvolgimento progettate per stimolare la connessione e la creatività. Tra i partecipanti di rilievo, Georg Brameshuber (Validvent), Walter Mösenbacher (DAAA), Alfred Taudes (WU Wien), Ed Prinz (DLT), Bjorn Declerck (Tomorrowland), Christian Rau (Mastercard), Attila Dogudan (DO&CO) e Martin Hanzl (EY).
    Il lancio di Vienna non è stato solo una celebrazione, ma un segnale. Bybit EU è qui per restare, crescere e co-creare il futuro delle criptovalute in tutto il continente.

    Informazioni su Bybit EU
    Bybit EU GmbH è l’entità europea di nuova costituzione, dedicata a servire i clienti in tutto lo Spazio Economico Europeo (SEE “*”, eccetto Malta) tramite la piattaforma Bybit.eu. Gestita da Bybit EU GmbH, un Crypto-Asset Service Provider (CASP) autorizzato ai sensi della Markets in Crypto-Assets Regulation (MiCAR), Bybit EU offre servizi completamente regolamentati, tra cui la custodia di criptovalute, lo scambio e altri prodotti, nel pieno rispetto delle normative europee per la protezione degli investitori e l’integrità del mercato.
    Bybit EU GmbH è un Crypto-Asset-Service Provider autorizzato ai sensi della Markets in Crypto Assets Regulation (MiCAR), autorizzato a offrire i seguenti servizi ai residenti dello Spazio Economico Europeo (eccetto Malta):
    fornire la custodia e l’amministrazione di cripto-asset per conto dei clienti;
    scambiare cripto-asset per fondi;
    scambiare cripto-asset per altri cripto-asset;
    collocare cripto-asset; e
    fornire servizi di trasferimento di cripto-asset per conto dei clienti.
    Bybit EU GmbH non è né il gestore di una piattaforma di trading per cripto-asset né fornisce consulenza sugli investimenti.
    Contatto con i media: [email protected]
    Ulteriori informazioni: www.bybit.euContatto
    Tony – Bybit : [email protected]

  • Dow Jones, S&P, Nasdaq, I mercati salgono grazie all’accordo commerciale USA-Giappone; focus sugli utili di Alphabet e Tesla

    Dow Jones, S&P, Nasdaq, I mercati salgono grazie all’accordo commerciale USA-Giappone; focus sugli utili di Alphabet e Tesla

    I futures statunitensi sono in rialzo mercoledì grazie all’ottimismo generato da un nuovo accordo commerciale tra Stati Uniti e Giappone. La Casa Bianca ha definito l’intesa, che prevede tariffe più basse per le importazioni giapponesi rispetto a quanto annunciato inizialmente dal presidente Donald Trump, “massiccia.” Ora l’attenzione si sposta su una serie di risultati aziendali, con i giganti tecnologici Alphabet (NASDAQ:GOOGL) e Tesla (NASDAQ:TSLA) pronti a pubblicare i loro dati dopo la chiusura dei mercati. Nel frattempo, le azioni di Texas Instruments (NASDAQ:TXN) sono calate dopo che le previsioni di utili trimestrali non hanno convinto gli investitori.

    Futures in rialzo

    Alle 03:38 ET, i futures sul Dow sono saliti di 137 punti (0,3%), quelli sull’S&P 500 di 17 punti (0,3%) e quelli sul Nasdaq 100 di 26 punti (0,1%). Wall Street ha chiuso mista martedì mentre gli investitori valutavano una serie di risultati societari.

    Le azioni di General Motors (NYSE:GM) sono scese drasticamente dopo che il produttore ha segnalato un calo dell’utile del secondo trimestre di oltre un terzo, dovuto in gran parte a costi di 1 miliardo di dollari legati ai dazi di Trump.

    Nonostante ciò, l’ottimismo intorno agli investimenti importanti nell’intelligenza artificiale ha sostenuto alcuni grandi nomi della tecnologia. I prossimi risultati di Alphabet e Tesla saranno un test importante per il sentiment di mercato.

    Gli sviluppi commerciali restano al centro dell’attenzione con la scadenza del 1° agosto per i dazi “reciprocati” aumentati da Trump che si avvicina.

    Dettagli dell’accordo commerciale

    Il presidente Trump ha annunciato un “massiccio accordo” con il Giappone che prevede una tariffa del 15% sulle importazioni giapponesi, inferiore al 25% inizialmente proposto.

    Ha aggiunto che il Giappone investirà 550 miliardi di dollari negli Stati Uniti, di cui l’America “riceverà il 90% dei profitti.”

    “Japan will open their Country to Trade including Cars and Trucks, Rice and certain other Agricultural Products, and other things. Japan will pay Reciprocal Tariffs to the United States of 15%,” ha scritto Trump sui social media.

    L’accordo – uno dei più importanti tra quelli preliminari dal primo annuncio dei dazi ad aprile – segue notizie che il principale negoziatore commerciale giapponese, Ryosei Akazawa, abbia incontrato Trump alla Casa Bianca martedì.

    Sebbene la tariffa del 15% sia inferiore a quella inizialmente prevista, contraddice la richiesta giapponese di un’esenzione totale dai dazi statunitensi.

    Gli analisti di Capital Economics hanno commentato: “The trade deal with the U.S. announced today removes a key downside risk to Japan’s economy. We estimate that the net effect of today’s announcement will be a reduction in the average tariff rate faced by Japanese exporters in the U.S. of around one percentage point.”

    Focus sugli utili: Alphabet e Tesla

    Gli investitori si preparano ai risultati di Alphabet e Tesla, i primi tra i “Magnificent 7” giganti tecnologici a presentare i dati del secondo trimestre.

    Particolare attenzione sarà rivolta alla strategia AI di Alphabet, dopo il recente impegno a investimenti ingenti nella tecnologia. Gli investitori vogliono vedere come la spesa proteggerà il business di ricerca e pubblicità da concorrenti basati sull’intelligenza artificiale.

    Gli analisti di Vital Knowledge hanno dichiarato: “For Google, sentiment is very mixed, with bears worried about the secular outlook for search as AI chatbots capture share and regulatory [slash] legal pressures while bulls emphasize compelling secular tailwinds in many key markets and a relatively cheap valuation.”

    Tesla è sotto pressione per la concorrenza crescente che ha ridotto le vendite nella sua attività principale di auto. Le consegne sono diminuite su base annua, e nuovi problemi potrebbero sorgere dopo che la legge firmata da Trump ha eliminato i crediti fiscali per veicoli elettrici e solari.

    Tuttavia, si spera che Tesla possa generare nuovi ricavi dai progetti di robotica e guida autonoma. Vital Knowledge ha aggiunto che l’attesa per queste iniziative ha mantenuto le azioni Tesla “beyond where it should trade based exclusively on auto fundamentals alone.” Il titolo Tesla è calato di oltre il 12% quest’anno.

    Texas Instruments: risultati solidi, azioni in calo

    Texas Instruments ha superato le aspettative con risultati del secondo trimestre sostenuti dalla domanda industriale. Tuttavia, le azioni sono scese nel trading after-hours, preoccupando gli investitori per la divisione chip analogici.

    I ricavi sono aumentati del 16% rispetto a un anno fa, raggiungendo 4,45 miliardi di dollari, vicino al limite superiore delle previsioni e sopra i 4,35 miliardi stimati dagli analisti.

    L’utile per azione è stato di 1,41 dollari, includendo un beneficio di 2 centesimi non previsto.

    I ricavi sono cresciuti del 9% sequenzialmente, guidati da una “continua ripresa diffusa” nel settore industriale. L’utile netto è stato di 1,30 miliardi.

    Per il terzo trimestre, Texas Instruments prevede ricavi tra 4,45 e 4,80 miliardi e un utile per azione tra 1,36 e 1,60 dollari. Gli analisti avevano stimato 4,59 miliardi di ricavi e 1,49 di utile.

    Sebbene non sia ancora direttamente impattata dai dazi, l’aumento dei costi per gli strumenti di produzione di chip ha spinto alcuni clienti a ridurre gli acquisti. Il CEO Haviv Ilan ha detto in conferenza post-utili che la ripresa del settore auto è stata “shallow,” poiché dazi e geopolitica “disrupt and reshape” le catene di approvvigionamento.

    Oro in lieve calo

    I prezzi dell’oro hanno leggermente ceduto dopo i recenti guadagni, mentre l’accordo USA-Giappone ha stimolato l’appetito per il rischio, riducendo parte dell’attrattiva del metallo come rifugio sicuro.

    Tuttavia, l’oro resta meno di 100 dollari sotto il massimo storico di aprile, mentre l’incertezza sui dazi di Trump persiste.

    In attesa di una riunione chiave della Federal Reserve, la prudenza nei mercati ha sostenuto l’oro, mentre il dollaro ha perso parte dei guadagni recenti.

    L’oro spot è sceso dello 0,2% a 3.426,80 dollari l’oncia, mentre i futures hanno ceduto lo 0,1% a 3.440,70 dollari alle 03:38 ET.

    Questo contenuto è fornito esclusivamente a scopo informativo e non costituisce consulenza finanziaria, d’investimento o di altro tipo professionale. Non deve essere considerato come una raccomandazione all’acquisto o alla vendita di titoli o strumenti finanziari. Tutti gli investimenti comportano dei rischi, inclusa la possibilità di perdere il capitale investito. Le performance passate non sono indicative di risultati futuri. Si consiglia di effettuare le proprie ricerche e di consultare un consulente finanziario qualificato prima di prendere qualsiasi decisione di investimento.

  • Il dollaro USA si stabilizza vicino ai minimi delle ultime due settimane in attesa dei dati sul mercato immobiliare

    Il dollaro USA si stabilizza vicino ai minimi delle ultime due settimane in attesa dei dati sul mercato immobiliare

    Il dollaro USA si è stabilizzato mercoledì dopo tre giorni di cali, ma rimane vicino al suo livello più basso delle ultime due settimane, sostenuto da una rinnovata fiducia degli investitori derivante dall’accordo commerciale recentemente annunciato tra Stati Uniti e Giappone.

    Alle 04:10 ET (08:10 GMT), l’indice del dollaro, che monitora il biglietto verde rispetto a un paniere di sei valute, si è attestato stabile intorno a 97,110, appena sopra il minimo del 10 luglio.

    Da quando il presidente Donald Trump ha presentato il suo piano tariffario “Liberation Day” il 2 aprile, il dollaro ha perso oltre il 6%, riflettendo le crescenti preoccupazioni legate al commercio globale.

    Accordo commerciale rafforza il sentiment sul dollaro

    L’intesa commerciale USA-Giappone ha allentato i timori di una guerra commerciale globale in escalation e ha alimentato le speranze di ulteriori accordi prima della scadenza tariffaria del 1° agosto.

    Trump ha scritto su Truth Social: “è stata fissata una tariffa del 15% sulle importazioni dal Giappone, in calo rispetto al 25% che si prevedeva entrasse in vigore dal 1° agosto,” aggiungendo che “la nazione asiatica investirà 550 miliardi di dollari negli Stati Uniti.”

    Il dollaro è stato tra le valute più penalizzate dopo gli annunci di tariffe di aprile, soprattutto dopo che molte delle misure sono state posticipate o annullate in favore di accordi bilaterali.

    Ora gli investitori volgono lo sguardo ai prossimi dati sulle vendite di case negli Stati Uniti, in vista della riunione di politica monetaria della Federal Reserve della prossima settimana.

    “L’attenzione degli Stati Uniti sarà rivolta ai dati sulle vendite di case esistenti di giugno,” hanno affermato gli analisti di ING in una nota. “Alcuni pensano che il settore immobiliare sarà la prossima area a mostrare segni di rallentamento.”

    Euro leggermente in calo in vista della decisione BCE

    In Europa, l’EUR/USD è sceso dello 0,1% a 1,1745, in lieve calo ma ancora vicino al massimo quadriennale toccato all’inizio del mese.

    L’euro ha guadagnato oltre il 13% quest’anno, mentre gli investitori cercavano alternative agli asset statunitensi.

    La Banca Centrale Europea dovrebbe mantenere i tassi fermi giovedì dopo otto tagli consecutivi, con il rischio di nuove tariffe USA all’orizzonte.

    GBP/USD è salito dello 0,2% a 1,3546, supportato dall’accordo commerciale recentemente firmato tra Regno Unito e amministrazione Trump.

    Incertezza politica pesa sullo yen

    USD/JPY è salito dello 0,1% a 146,72, mentre lo yen ha perso i guadagni iniziali legati all’accordo commerciale a causa dell’instabilità politica in Giappone.

    Washington e Tokyo hanno raggiunto un accordo commerciale comprensivo, imponendo una tariffa del 15% sulle importazioni giapponesi, in calo rispetto al 25% precedentemente proposto.

    Tuttavia, l’ottimismo è svanito dopo che il quotidiano Mainichi ha riportato che il primo ministro Shigeru Ishiba intende dimettersi ufficialmente entro fine agosto.

    La decisione segue critiche interne al suo partito Liberal Democratico dopo le recenti sconfitte elettorali.

    In Asia, AUD/USD è salito dello 0,5% a 0,6577, mentre USD/CNY è sceso dello 0,2% a 7,1629, con l’ottimismo derivante dall’accordo che si è diffuso nella regione.

    Questo contenuto è fornito esclusivamente a scopo informativo e non costituisce consulenza finanziaria, d’investimento o di altro tipo professionale. Non deve essere considerato come una raccomandazione all’acquisto o alla vendita di titoli o strumenti finanziari. Tutti gli investimenti comportano dei rischi, inclusa la possibilità di perdere il capitale investito. Le performance passate non sono indicative di risultati futuri. Si consiglia di effettuare le proprie ricerche e di consultare un consulente finanziario qualificato prima di prendere qualsiasi decisione di investimento.

  • I prezzi del petrolio salgono grazie all’accordo commerciale tra USA e Giappone e al calo delle scorte di greggio negli Stati Uniti

    I prezzi del petrolio salgono grazie all’accordo commerciale tra USA e Giappone e al calo delle scorte di greggio negli Stati Uniti

    I prezzi del petrolio sono aumentati durante la sessione asiatica di mercoledì, sostenuti dall’ottimismo derivante dal nuovo accordo commerciale tra Stati Uniti e Giappone e dai dati che mostrano un calo delle scorte di greggio negli Stati Uniti.

    Alle 22:07 ET (02:07 GMT), i futures sul Brent con scadenza a settembre sono saliti dello 0,4% a 68,84 dollari al barile, mentre i futures sul West Texas Intermediate (WTI) sono aumentati dello 0,3% a 65,50 dollari al barile.

    Questo segna un rimbalzo dopo tre sessioni consecutive di calo, causato dalle tensioni commerciali tra USA e UE e dall’incertezza legata alla scadenza del 1° agosto per l’aumento dei dazi stabilita dal presidente Donald Trump.

    Accordo USA-Giappone sostiene il commercio globale e la crescita

    Il presidente Trump ha annunciato martedì che Stati Uniti e Giappone hanno raggiunto un ampio accordo commerciale con una tariffa del 15% sulle importazioni giapponesi, inferiore al 25% precedentemente proposto. L’intesa prevede inoltre un investimento giapponese di 550 miliardi di dollari nell’economia statunitense.

    L’accordo apre i mercati giapponesi alle esportazioni americane, tra cui veicoli, prodotti agricoli e merci energetiche, aumentando la fiducia nel commercio globale e nella domanda futura.

    Questo accordo è il più importante di una serie di intese commerciali raggiunte dalla Casa Bianca in vista della scadenza del 1° agosto, quando erano previsti aumenti tariffari per i principali partner commerciali.

    I trader del petrolio hanno accolto positivamente la notizia come un segnale di una maggiore attività economica in arrivo, che di solito sostiene un aumento del consumo di greggio.

    API segnala calo inatteso delle scorte di greggio negli USA

    A sostenere ulteriormente il trend positivo, l’American Petroleum Institute (API) ha riportato un calo sorprendente di 577.000 barili delle scorte di greggio statunitensi nella settimana terminata il 18 luglio, invertendo il precedente aumento di 19,1 milioni di barili.

    Questa riduzione indica un possibile aumento della domanda di carburante durante la stagione estiva di picco.

    Le scorte di benzina sono diminuite di 1,2 milioni di barili, mentre quelle di distillati – che comprendono diesel e gasolio per riscaldamento – sono aumentate di circa 3,48 milioni di barili.

    Gli analisti di ING hanno osservato: “Questo offrirà un certo sollievo al mercato dei distillati medi, che si è mostrato sempre più stretto.”

    I mercati attendono ora i dati ufficiali dell’Energy Information Administration (EIA) previsti per mercoledì, per avere maggiori conferme.

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  • DAX, CAC, FTSE100, Le azioni europee volano sull’ottimismo commerciale; UniCredit alza le previsioni per il 2025

    DAX, CAC, FTSE100, Le azioni europee volano sull’ottimismo commerciale; UniCredit alza le previsioni per il 2025

    I mercati azionari europei hanno registrato una forte crescita mercoledì, sostenuti dal rinnovato ottimismo degli investitori dopo l’annuncio di un accordo commerciale tra Stati Uniti e Giappone, insieme a una stagione degli utili attiva nella regione.

    Alle 07:05 GMT, l’indice DAX in Germania è salito dello 0,8%, il CAC 40 in Francia è cresciuto dell’1,3% e il FTSE 100 nel Regno Unito è aumentato dello 0,4%.

    L’accordo commerciale tra USA e Giappone alimenta la fiducia

    In mattinata, il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha dichiarato che la sua amministrazione ha siglato un “accordo enorme” con il Giappone, imponendo una tariffa del 15% sulle esportazioni giapponesi. Trump ha inoltre sottolineato che il Giappone investirà 550 miliardi di dollari negli Stati Uniti, di cui “il 90% dei profitti” sarà a beneficio dell’economia americana.

    Sebbene la tariffa del 15% sia inferiore al 25% inizialmente proposto da Trump, questa va comunque contro la precedente richiesta di Tokyo di essere esentata da tutte le tariffe USA. La nuova tariffa dovrebbe entrare in vigore dal 1° agosto, in concomitanza con l’entrata in vigore delle altre tariffe di Trump rivolte alle principali economie globali.

    L’annuncio ha spinto l’indice Nikkei giapponese a salire di oltre il 3%, raggiungendo il livello più alto da un anno. Il sentimento positivo ha aumentato le aspettative che Stati Uniti e Unione Europea possano raggiungere un accordo commerciale prima della scadenza di agosto, con rappresentanti UE che parteciperanno a ulteriori colloqui a Washington questa settimana.

    UniCredit migliora le previsioni per il 2025 nel corso della stagione degli utili

    In Europa, la stagione delle trimestrali si è intensificata con il rilascio dei risultati da parte di diverse importanti aziende.

    UniCredit (BIT:UCG) ha superato le aspettative di profitto nel trimestre e ha rivisto al rialzo le previsioni per il 2025, dopo aver abbandonato l’offerta di acquisizione di Banco BPM (BIT:BAMI), la seconda banca italiana per dimensioni.

    Renault (EU:RNO), il colosso automobilistico francese, ha registrato vendite stabili nel secondo trimestre, con il calo della domanda di furgoni in Europa che ha compensato la crescita delle auto passeggeri.

    Thales (EU:HO), gruppo francese della difesa e dell’aerospazio, ha rivisto al rialzo le previsioni di crescita delle vendite per il 2025 dopo aver riportato un aumento di vendite e profitti nel primo semestre, grazie all’incremento della spesa militare in Europa.

    La compagnia energetica norvegese Equinor (TG:DNQ) ha annunciato un calo del 13% del profitto nel secondo trimestre rispetto all’anno precedente, a causa del ribasso dei prezzi del petrolio non compensato dall’aumento dei prezzi del gas.

    Il gigante tedesco del software SAP (TG:SAP) ha registrato un secondo trimestre solido, sostenuto da riduzioni dei costi, ma non ha alzato le previsioni per l’intero anno, deludendo alcuni investitori.

    Intanto, negli Stati Uniti, gli investitori attendono con interesse i risultati di Tesla (NASDAQ:TSLA) e Alphabet (NASDAQ:GOOGL), società madre di Google, due dei titoli principali che hanno guidato il rally di mercato grazie all’ottimismo sull’IA.

    Attesa per il dato sulla fiducia dei consumatori nell’Eurozona

    Più tardi nella sessione, gli operatori si concentreranno sulla pubblicazione del dato di giugno sulla fiducia dei consumatori nell’Eurozona, indicatore chiave in vista della riunione di politica monetaria della Banca Centrale Europea di giovedì.

    Gli analisti prevedono in larga misura che la BCE manterrà il tasso sui depositi chiave al 2%, dopo il taglio di 25 punti base del mese scorso, l’ottavo nell’arco di un anno.

    Prezzi del petrolio in rialzo per l’ottimismo commerciale e il calo delle scorte

    I futures sul petrolio sono saliti mercoledì, sostenuti dall’ottimismo sull’accordo commerciale USA-Giappone e da un calo significativo delle scorte di greggio negli Stati Uniti.

    Alle 03:05 ET, i futures sul Brent sono aumentati dello 0,2% a 68,74 dollari al barile, mentre il West Texas Intermediate statunitense è salito dello 0,3% a 65,48 dollari al barile. Entrambi i benchmark avevano chiuso in calo nelle tre sessioni precedenti.

    Gli investitori vedono l’accordo come un volano per l’attività economica globale, che di solito sostiene una domanda più alta di petrolio.

    A rafforzare le prospettive positive, l’American Petroleum Institute ha riportato una sorprendente diminuzione di 577.000 barili nelle scorte di petrolio statunitensi nella settimana terminata il 18 luglio, invertendo l’aumento di 19,1 milioni di barili registrato nella settimana precedente.

    Questo calo delle scorte segnala una possibile ripresa della domanda di carburante durante il picco della stagione estiva dei viaggi.

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  • I costruttori europei di auto volano dopo l’annuncio del patto commerciale tra Stati Uniti e Giappone

    I costruttori europei di auto volano dopo l’annuncio del patto commerciale tra Stati Uniti e Giappone

    Le azioni dei produttori automobilistici europei sono salite mercoledì, seguendo l’andamento positivo dei loro omologhi asiatici, grazie a un accordo commerciale tra Stati Uniti e Giappone che ha alimentato le speranze per un’intesa simile con l’Unione Europea.

    Le azioni di Stellantis (BIT:STLAM), produttore di Jeep quotato a Milano, sono aumentate insieme a quelle dei colossi tedeschi Volkswagen (TG:VOW3), Mercedes-Benz (TG:MBG), BMW (TG:BMW) e Porsche (BIT:1PORS). Anche Renault (EU:REN) ha registrato rialzi, nonostante volumi di vendita stabili nel secondo trimestre.

    Questo slancio è stato guidato da forti guadagni tra i produttori giapponesi. Toyota Motor (NYSE:TM) ha guidato la crescita con un aumento del 14%, seguita da Honda Motor (NYSE:HMC) con un rialzo superiore all’11%. Nissan (USOTC:NSANY) è salita di circa l’8%, mentre Mazda (TG:MZA) ha fatto un balzo di quasi il 17%.

    I produttori sudcoreani hanno anch’essi beneficiato, con Hyundai Motor (USOTC:HYMTF) in crescita del 7,5% e Kia Corp (USOTC:KIMTF) salita dell’8,5%, in mezzo a speculazioni secondo cui Seoul potrebbe ottenere condizioni commerciali simili a quelle raggiunte con il Giappone.

    Questi movimenti di mercato sono seguiti all’annuncio del presidente Donald Trump secondo cui la sua amministrazione aveva concluso un “accordo enorme” con il Giappone, che prevede un dazio del 15%. In particolare, il settore automobilistico giapponese — che rappresenta oltre il 25% delle esportazioni verso gli Stati Uniti — sarà soggetto a questa tariffa.

    Trump ha dichiarato che il Giappone investirà 550 miliardi di dollari negli Stati Uniti, dai quali il Paese “riceverà il 90% dei profitti.”

    “Il Giappone aprirà il proprio Paese al commercio, includendo auto e camion, riso e alcuni altri prodotti agricoli, e altre cose. Il Giappone pagherà dazi reciproci agli Stati Uniti del 15%,” ha scritto Trump in un post sui social media.

    Questo accordo — tra i più rilevanti di una serie di intese preliminari dal momento in cui Trump ha introdotto tariffe più alte ad aprile — è arrivato dopo che il principale negoziatore giapponese, Ryosei Akazawa, ha incontrato Trump alla Casa Bianca martedì.

    Sebbene la tariffa del 15% sia inferiore al 25% inizialmente proposto da Trump, contraddice comunque le richieste precedenti di Tokyo di esenzione totale dai dazi statunitensi.

    “L’accordo commerciale con gli Stati Uniti annunciato oggi elimina un rischio importante per l’economia giapponese,” hanno commentato gli analisti di Capital Economics in una nota ai clienti. “Stimiamo che l’effetto netto dell’annuncio odierno sarà una riduzione del tasso medio di tariffa affrontato dagli esportatori giapponesi negli USA di circa un punto percentuale.”

    Guardando oltre il Giappone, il progresso delle trattative con altri importanti partner commerciali statunitensi, come l’Unione Europea e l’India, resta incerto, con la scadenza dell’1 agosto per l’entrata in vigore delle “tariffe reciproche” potenziate di Trump che si avvicina rapidamente.

    Tuttavia, “il successo nel raggiungere qualche accordo in questo momento dovrebbe quindi avere un effetto sostanziale nel mitigare le preoccupazioni riguardo all’incertezza futura,” hanno osservato gli analisti di Jefferies.

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  • UniCredit aumenta le previsioni di utile per il 2025 dopo un secondo trimestre record da 3,3 miliardi di euro

    UniCredit aumenta le previsioni di utile per il 2025 dopo un secondo trimestre record da 3,3 miliardi di euro

    UniCredit (BIT:UCG) ha alzato le stime sull’utile netto per l’intero anno 2025 a circa 10,5 miliardi di euro, dopo aver registrato un utile netto record di 3,3 miliardi nel secondo trimestre, in crescita del 24,8% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente e del 20,7% rispetto al trimestre precedente.

    Nei primi sei mesi del 2025, la banca ha riportato un utile netto di 6,1 miliardi di euro, il miglior risultato semestrale di sempre. Su base rettificata, escludendo elementi straordinari, l’utile netto del secondo trimestre è salito dell’8% su base annua, raggiungendo i 2,9 miliardi.

    Il ritorno sul capitale tangibile (ROTE) è migliorato significativamente, attestandosi al 24,1%, rispetto al 22% del primo trimestre e al 19,8% dello stesso periodo dello scorso anno.

    I ricavi del trimestre sono stati pari a 6,1 miliardi di euro, in calo del 3,3%, principalmente a causa di un impatto negativo di 335 milioni legato ai costi di copertura relativi alla consolidazione della partecipazione in Commerzbank (TG:CBK). Il margine di interesse netto è sceso del 2,8% a 3,46 miliardi di euro, mentre le commissioni si sono ridotte dell’1% a 2,1 miliardi. I ricavi da trading sono crollati del 57,7%, attestandosi a 192 milioni.

    I costi operativi sono aumentati leggermente, dello 0,7%, arrivando a 2,3 miliardi, con un rapporto costi/ricavi salito al 37,8% rispetto al 36,3% dell’anno precedente. Il risultato lordo operativo è diminuito del 5,5%, a 3,8 miliardi.

    Le rettifiche su crediti sono salite a 109 milioni di euro, portando il costo del rischio a 10 punti base rispetto a 1 punto base dell’anno precedente. Nonostante ciò, il rapporto tra esposizioni deteriorate lorde (NPE) è rimasto stabile al 2,6%, con accantonamenti pari a 1,7 miliardi. Le NPE lorde sono state pari a 11,7 miliardi, mentre quelle nette a 6,4 miliardi.

    I profitti sugli investimenti sono aumentati a 865 milioni, grazie a una rivalutazione di 653 milioni delle partecipazioni in joint venture assicurative sulla vita e a 230 milioni di badwill legati alla consolidazione di Commerzbank. Questi risultati sono stati esclusi dagli accantonamenti per dividendi, che hanno raggiunto 2,5 miliardi nel trimestre e 5,2 miliardi nel semestre.

    Il Common Equity Tier 1 (CET1) fully loaded si è attestato al 16,0%, in calo di 11 punti base rispetto al primo trimestre, nonostante una generazione organica di capitale pari a 2,4 miliardi. Gli attivi ponderati per il rischio sono saliti a 287,7 miliardi.

    Guardando al futuro, la banca prevede ricavi per il 2025 superiori a 23,5 miliardi, costi operativi pari o inferiori a 9,6 miliardi e un costo del rischio intorno a 15 punti base. Il margine di interesse netto dovrebbe diminuire di una percentuale a una cifra media rispetto al 2024, mentre commissioni e risultati netti da assicurazioni sono attesi in crescita di una percentuale simile.

    Le distribuzioni agli azionisti sono ora previste per almeno 9,5 miliardi, inclusi minimo 4,75 miliardi in dividendi in contanti. Un dividendo intermedio di circa 2,1 miliardi è programmato per novembre, soggetto all’approvazione del consiglio.

    Gli attivi finanziari totali sono cresciuti del 3,4% su base annua, arrivando a 826,7 miliardi. Gli asset under management e custody sono aumentati del 14,7% a 178,2 miliardi, mentre gli asset assicurativi sono calati dell’1,4% a 57,3 miliardi.

    La banca ha inoltre completato l’internalizzazione delle attività di bancassicurazione vita in Italia e ha incrementato la partecipazione in Alpha Bank al 20%. Ha anche convertito parte della posizione sintetica su Commerzbank in capitale, portando la quota di voto a circa il 20%.

    Questo contenuto è fornito esclusivamente a scopo informativo e non costituisce consulenza finanziaria, d’investimento o di altro tipo professionale. Non deve essere considerato come una raccomandazione all’acquisto o alla vendita di titoli o strumenti finanziari. Tutti gli investimenti comportano dei rischi, inclusa la possibilità di perdere il capitale investito. Le performance passate non sono indicative di risultati futuri. Si consiglia di effettuare le proprie ricerche e di consultare un consulente finanziario qualificato prima di prendere qualsiasi decisione di investimento.

  • Banco BPM crolla dopo il ritiro dell’offerta pubblica da parte di UniCredit

    Banco BPM crolla dopo il ritiro dell’offerta pubblica da parte di UniCredit

    Le azioni di Banco BPM (BIT:BAMI) sono scese bruscamente all’apertura della seduta alla Borsa di Milano, dopo che UniCredit (BIT:UCG) ha ufficializzato ieri il ritiro della propria offerta pubblica di acquisto sull’istituto guidato da Giuseppe Castagna. Il titolo ha perso il 4% nei primi scambi, scendendo a €9,822, in netta controtendenza rispetto all’indice FTSE MIB, che saliva dell’1%, sostenuto dal nuovo accordo commerciale tra Stati Uniti e Giappone.

    Con questa flessione, il guadagno di Banco BPM da inizio 2025 si riduce al 28%, pur mantenendo una crescita di oltre il 50% negli ultimi 12 mesi.

    Nel comunicare la decisione di abbandonare l’operazione, il consiglio di amministrazione di UniCredit ha indicato ostacoli di natura politica e regolamentare, affermando che: “la condizione relativa all’autorizzazione golden power non è soddisfatta” e che la clausola imposta dal governo “ha impedito a UniCredit di interagire con gli azionisti di BPM (BIT:PMII) come sarebbe stato consentito in una normale procedura d’offerta.”

    La banca ha aggiunto che: “la gestione di BPM ha privato i suoi azionisti del dialogo che normalmente avviene durante un periodo di offerta per comprendere il valore creato dalla combinazione e determinare le condizioni che sarebbero state accettabili per procedere.”

    Il CEO di UniCredit, Andrea Orcel, ha sottolineato: “La mia responsabilità principale è agire nel migliore interesse di UniCredit e dei nostri azionisti,” aggiungendo: “la continua incertezza sull’applicazione delle disposizioni del golden power non giova a nessuna delle due parti. Abbiamo quindi deciso di ritirare la nostra offerta.”

    Orcel ha poi ribadito l’impegno strategico della banca: “La strategia di UniCredit è eccellente, e la sua esecuzione è sempre stata il nostro obiettivo. I nostri risultati lo dimostrano. Continueremo quindi a portare avanti la nostra trasformazione con la stessa energia e determinazione che ci hanno aiutato a battere record, consolidare la nostra posizione di leader del settore e, soprattutto, a essere un partner bancario di fiducia per i nostri clienti e le loro comunità.”

    Secondo gli analisti di Websim Intermonte, la mossa di UniCredit è legata principalmente all’incertezza normativa. “La decisione comunicata ieri da UniCredit è essenzialmente legata alle incertezze sulle condizioni imposte dal golden power,” hanno scritto in una nota.

    Gli analisti confermano il loro target price di €12 per Banco BPM, specificando che: “Ricordiamo che il calcolo del nostro target price su Banco BPM (12 euro) include una parte delle sinergie che, a nostro avviso, avrebbero dovuto essere riconosciute da UniCredit agli azionisti di Banco BPM (1 euro per azione),” sulla base del 50% del valore attuale netto delle sinergie attese, al netto dei costi d’integrazione, e ponderato con una probabilità del 50% di successo dell’operazione.

    Websim è in attesa di “ulteriori chiarimenti sulla decisione di UniCredit, che potrebbero arrivare durante la presentazione dei risultati odierna,” ricordando che “Banco BPM pubblicherà i propri risultati il 5 agosto.”

    Dal punto di vista valutativo, Intermonte osserva che il titolo Banco BPM tratta a “1,28/1,25/1,21 volte il suo TE per il 2025/26/27, con un ROTE superiore al 16% e offrendo un dividend yield intorno al 10%, uno dei più elevati tra le banche commerciali sotto la nostra copertura.”

    Nonostante l’operazione sia per ora archiviata, Orcel non ha escluso del tutto possibili sviluppi futuri. Intervistato da Class CNBC ha dichiarato: “Niente è mai chiuso,” aggiungendo che “la situazione dovrebbe cambiare in modo molto sostanziale perché facciamo qualcosa di diverso.”

    Con il ritiro dell’offerta, Banco BPM non è più vincolata dalla regola di passività, che finora aveva limitato il potere del consiglio di amministrazione nel compiere operazioni straordinarie e difendersi da azioni ostili. Tale vincolo decade ufficialmente oggi.

    Secondo quanto riportato da Il Corriere della Sera, nei corridoi di BPM si respira un certo sollievo, ma c’è anche prudenza: l’imprevedibilità a cui Andrea Orcel ha abituato i mercati induce molti a non abbassare la guardia.

    Per questo motivo, si ipotizza la convocazione di un consiglio straordinario dell’istituto nei prossimi giorni per fare il punto sulla situazione e guardare avanti. Pur avendo sempre rivendicato con orgoglio la propria autonomia, Banco BPM non può ignorare alcuni segnali, come la richiesta del suo maggiore azionista, Crédit Agricole, alla Banca Centrale Europea per salire oltre il 20% del capitale—a detta di molti, una mossa che potrebbe nascondere un rafforzamento tramite strumenti finanziari sotto la soglia OPA.

    Sebbene una vera e propria acquisizione da parte dei francesi sembri poco probabile al momento, indiscrezioni di mercato parlano di un certo fermento nei rapporti tra Castagna e Crédit Agricole, che potrebbe sfociare in sviluppi inattesi.

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  • La Borsa di Milano apre in rialzo: rally del settore auto, banche in altalena

    La Borsa di Milano apre in rialzo: rally del settore auto, banche in altalena

    La Borsa di Milano ha aperto in territorio positivo, seguendo l’andamento favorevole degli altri mercati europei dopo il nuovo accordo commerciale siglato tra Stati Uniti e Giappone. L’intesa ha alimentato l’ottimismo su possibili progressi nei negoziati tra Stati Uniti e Unione Europea, offrendo un forte impulso ai titoli automobilistici europei.

    Il settore auto è stato tra i migliori in avvio di seduta: Stellantis (BIT:STLAM) è salita di oltre il 6% e Iveco ha guadagnato il 5%.

    Più movimentato l’andamento del comparto bancario. Unicredit (BIT:UCG) è avanzata del 3,1% dopo aver ritirato la sua offerta di acquisizione su Banco BPM (BIT:BAMI), che ha perso il 3%. Unicredit ha inoltre rivisto al rialzo la propria guidance grazie a risultati trimestrali superiori alle attese. L’ultima novità in ambito M&A ha alimentato le speculazioni su Monte dei Paschi di Siena (BIT:BMPS), che è balzata del 4,1% su ipotesi di un rinnovato interesse da parte di Banco BPM.

    Il trend positivo ha coinvolto anche altri titoli finanziari: Anima (BIT:ANIM) è salita del 3,3%, Mediobanca (BIT:MB) del 3%, e BPER Banca (BIT:BPE) dell’1,6%.

    Più contenuto l’andamento dei titoli energetici, mentre il calo delle utility e di STMicroelectronics (BIT:STM), in ribasso del 2,7%, ha parzialmente compensato i guadagni diffusi. Alle 9:30, l’indice FTSE MIB segnava un aumento dell’1,1%.

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