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  • Dow Jones, S&P, Nasdaq, Futures, Wall Street pronta a continuare il rally mentre Apple annuncia nuovi investimenti e Trump introduce dazi sui chip

    Dow Jones, S&P, Nasdaq, Futures, Wall Street pronta a continuare il rally mentre Apple annuncia nuovi investimenti e Trump introduce dazi sui chip

    I futures sugli indici statunitensi indicano una probabile apertura in rialzo giovedì mattina, confermando la forte spinta positiva osservata ieri, sostenuta da annunci aziendali rilevanti e una spinta rinnovata alla produzione nazionale.

    Gli investitori hanno accolto con favore le dichiarazioni di Donald Trump, secondo cui verrà imposto un dazio del 100 % su chip e semiconduttori importati, con esenzioni per le aziende che producono negli USA.

    “La buona notizia per aziende come Apple è che se state costruendo negli Stati Uniti o avete deciso di farlo, senza dubbio, impegnati a costruire negli Stati Uniti, non ci sarà alcun addebito,” ha detto Trump.

    “Quindi, in altre parole, imporremo un dazio di circa il 100 percento sui chip e semiconduttori,” ha aggiunto. “Ma se costruite negli Stati Uniti d’America, non c’è alcun addebito.”

    Questa nuova politica è stata annunciata insieme al CEO di Apple, Tim Cook, che ha confermato l’intenzione della società di investire ulteriori 100 miliardi di dollari negli Stati Uniti. Mercoledì, queste notizie avevano fatto schizzare il titolo Apple del 5,1 %; nelle trattative premercato di giovedì, il titolo continua a guadagnare e sale ulteriori 2,8 %.

    Sul fronte contrapposto, Intel (NASDAQ:INTC) perde il 3,1 % in premercato, dopo che Trump ha pubblicamente chiesto le dimissioni del CEO Lip-Bu Tan, definendolo “altamente in conflitto.”

    Mercoledì le principali borse USA hanno chiuso in forte crescita. Il Nasdaq è balzato di 252,87 punti (+1,2 %) a 21.169,42. L’S&P 500 ha guadagnato 45,87 punti (+0,7 %) a 6.345,06, mentre il Dow Jones è salito di 81,38 punti (+0,2 %) chiudendo a 44.193,12.

    L’effetto Apple è stato uno dei fattori chiave del rally.

    “L’annuncio odierno con Apple rappresenta un altro successo per la nostra industria manifatturiera, che contribuirà al contempo a riportare la produzione di componenti critici in America per proteggere la sicurezza economica e nazionale,” ha dichiarato Taylor Rogers, portavoce della Casa Bianca, in un comunicato rilasciato a CNN.

    In seguito, Tim Cook è apparso al fianco di Trump per annunciare che Apple porterà i suoi investimenti totali negli Stati Uniti fino a 600 miliardi di dollari nei prossimi quattro anni.

    Nel frattempo, i risultati societari hanno sostenuto ulteriormente l’umore positivo. McDonald’s (NYSE:MCD) ha guadagnato il 3,0 % dopo aver superato le aspettative sugli utili e i ricavi nel secondo trimestre.

    Shopify (NYSE:SHOP) è esplosa con un +22,0 % grazie a ricavi deludenti al rialzo e prospettive ottimistiche per il terzo trimestre.

    Tra le note negative, Super Micro Computer (NASDAQ:SMCI) è crollata del 18,3 % dopo una guidance deludente, Snap (NYSE:SNAP) ha perso il 17,2 % a causa di ricavi inferiori alle attese, e anche Disney (NYSE:DIS) ha visto una flessione dopo risultati misti nel terzo trimestre.

    Le azioni del settore networking hanno dominato la giornata: l’indice NYSE Arca Networking è salito del 5,6 % toccando un nuovo massimo storico. Arista Networks (NYSE:ANET) ha brillato con un +17,5 % grazie a utili migliori del previsto e una guidance rivista al rialzo.

    Hanno mostrato vigore anche i titoli retail (+2,8 % l’indice Dow Jones U.S. Retail), oro e compagnie aeree. Al contrario, il settore farmaceutico ha registrato un calo, trascinando l’indice NYSE Arca Pharmaceutical in ribasso dell’1,9 %.

    Questo contenuto è fornito esclusivamente a scopo informativo e non costituisce consulenza finanziaria, d’investimento o di altro tipo professionale. Non deve essere considerato come una raccomandazione all’acquisto o alla vendita di titoli o strumenti finanziari. Tutti gli investimenti comportano dei rischi, inclusa la possibilità di perdere il capitale investito. Le performance passate non sono indicative di risultati futuri. Si consiglia di effettuare le proprie ricerche e di consultare un consulente finanziario qualificato prima di prendere qualsiasi decisione di investimento.

  • Le azioni di Webuild salgono notevolmente dopo l’approvazione del progetto del Ponte sullo Stretto di Messina

    Le azioni di Webuild salgono notevolmente dopo l’approvazione del progetto del Ponte sullo Stretto di Messina

    Webuild (BIT:WBD) ha registrato una forte crescita alla Borsa di Milano dopo che il Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica e lo Sviluppo Sostenibile (CIPES) ha dato il via libera al progetto del Ponte sullo Stretto di Messina, insieme a una serie di iniziative complementari per la regione.

    L’annuncio ha alimentato l’ottimismo degli investitori riguardo al potenziale impatto positivo sul gigante italiano delle infrastrutture, spingendo il titolo a guadagnare oltre il 4% nelle prime due ore di contrattazioni, raggiungendo i 4,27 euro.

    Le azioni di Webuild hanno mostrato una forte performance quest’anno, crescendo del 49% nel 2025 e aumentando oltre l’85% negli ultimi 12 mesi.

    Gli analisti di Websim Intermonte hanno sottolineato che la spesa statale di 13,5 miliardi di euro deve ancora ricevere l’approvazione della Corte dei Conti entro 60 giorni. Successivamente, “il contratto sarà aggiunto al portafoglio ordini di Webuild (circa il 20% dell’attuale portafoglio). Il progetto presenta un margine interessante e un profilo di flusso di cassa/capitale circolante attrattivo, con la prima tranche di anticipi (stimata a 600 milioni di euro) incassata quest’anno.”

    La società ha inoltre osservato che il Ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, “ha dichiarato che sarà compito del Ministro della Difesa e del Ministro del Tesoro decidere se il costo del progetto farà parte dell’impegno assunto a livello NATO lo scorso giugno di aumentare la spesa per la difesa al 5% del PIL, di cui l’1,5% sarà destinato a infrastrutture e progetti a doppio uso.”

    Secondo Equita, l’approvazione del progetto “rappresenta un catalizzatore importante per Webuild (stimiamo preliminarmente un valore dei lavori di circa 350/500 milioni per Webuild, pari al 9%/12% della capitalizzazione attuale) con un sostegno politico del governo che è attualmente molto elevato.”

    Gli esperti evidenziano inoltre che al momento il progetto non è ancora incluso nel portafoglio ordini o negli obiettivi ufficiali di Webuild. “Continuiamo a ritenere,” aggiungono, “che il Ponte sullo Stretto di Messina sia la pietra angolare del grande piano di investimenti del governo italiano per lo sviluppo della mobilità nel Sud, includendo le due linee ferroviarie Palermo-Catania-Messina e Salerno-Reggio Calabria.”

    Questa recente approvazione del CIPES segue la firma di un addendum al contratto tra la concessionaria Stretto Di Messina e il contraente Eurolink—un consorzio guidato da Webuild—del valore di 10,6 miliardi di euro. Il consorzio comprende importanti operatori come Sacyr (Spagna), IHI (Giappone), Condotte, Itinera e la Cooperativa Muratori e Cementisti di Ravenna.

    Il progetto entra ora nella sua fase operativa completa, con Webuild che guida la costruzione del ponte in collaborazione con importanti partner internazionali come il Gruppo Sacyr, già coinvolto nell’espansione del Canale di Panama, e IHI, noto per ponti emblematici come l’Akashi in Giappone e l’Osman Ghazi in Turchia. Altri partner italiani come Condotte e Itinera contribuiscono anch’essi all’opera.

    Il ponte avrà una lunghezza totale di 3.666 metri, con una campata centrale sospesa di 3.300 metri. Le opere complementari includono oltre 40 chilometri di strade e ferrovie, tre stazioni ferroviarie a Messina, un centro commerciale in Calabria e diversi lavori di sistemazione paesaggistica. Il completamento è previsto tra il 2032 e il 2033.

    Il Ponte sullo Stretto di Messina rappresenta un elemento chiave di un più ampio piano di investimenti infrastrutturali già in corso nel Sud Italia. Fa inoltre parte del corridoio scandinavo-mediterraneo della Rete Transeuropea dei Trasporti (TENT), contribuendo a rafforzare l’integrazione logistica, economica e sociale del Sud Italia e il suo ruolo strategico nel contesto europeo e mediterraneo.

    Questo contenuto è fornito esclusivamente a scopo informativo e non costituisce consulenza finanziaria, d’investimento o di altro tipo professionale. Non deve essere considerato come una raccomandazione all’acquisto o alla vendita di titoli o strumenti finanziari. Tutti gli investimenti comportano dei rischi, inclusa la possibilità di perdere il capitale investito. Le performance passate non sono indicative di risultati futuri. Si consiglia di effettuare le proprie ricerche e di consultare un consulente finanziario qualificato prima di prendere qualsiasi decisione di investimento.

  • DAX, CAC, FTSE100, I mercati europei mostrano performance contrastanti mentre guadagnano attenzione utili societari e decisione della Banca d’Inghilterra

    DAX, CAC, FTSE100, I mercati europei mostrano performance contrastanti mentre guadagnano attenzione utili societari e decisione della Banca d’Inghilterra

    I mercati azionari europei hanno registrato un andamento misto giovedì mentre gli investitori hanno analizzato un nuovo flusso di risultati trimestrali societari in vista della prossima decisione politica della Banca d’Inghilterra.

    Alle 07:05 GMT, il DAX tedesco ha guadagnato lo 0,1%, il CAC 40 francese è salito dello 0,3%, mentre il FTSE 100 britannico ha perso lo 0,2%.

    Questa stagione degli utili continua a rivelare la salute finanziaria delle imprese, con i risultati del secondo trimestre che finora hanno fornito un certo sollievo agli investitori preoccupati per gli effetti delle tensioni commerciali sulle performance aziendali. In particolare, questo è il primo periodo di rendicontazione che riflette l’impatto della guerra tariffaria guidata dal presidente Donald Trump. Dopo il recente accordo commerciale tra UE e Stati Uniti, gli analisti hanno generalmente aumentato le stime di crescita degli utili per il trimestre.

    Aggiornamenti chiave dalle aziende

    Il gigante della spedizione AP Moeller-Maersk (USOTC:AMKAF), spesso considerato un indicatore dei flussi commerciali globali, ha superato le aspettative con il suo utile operativo del secondo trimestre e ha rivisto al rialzo la previsione degli utili per l’intero anno.

    La compagnia assicurativa tedesca Allianz (TG:ALV) ha registrato un utile operativo record nel trimestre, sostenuto da forti guadagni nella divisione Property-Casualty, trainata da maggiori ricavi assicurativi e miglioramenti nell’underwriting.

    Il leader delle telecomunicazioni Deutsche Telekom (TG:DTE) ha mantenuto la previsione degli utili per l’intero anno dopo aver riportato utili core nel secondo trimestre in linea con le stime, citando una continua espansione sia nei mercati tedesco che statunitense.

    Siemens (TG:SIE) ha registrato un utile industriale in linea con le aspettative per il trimestre, anche se il dollaro più debole ha pesato sulle prestazioni complessive.

    Il gruppo di difesa Rheinmetall (TG:RHM) ha riportato vendite leggermente inferiori alle attese nel secondo trimestre, in parte a causa di ritardi nell’assegnazione di contratti di difesa in Germania, ma ha confermato le previsioni per l’intero anno.

    Attesa una riduzione dei tassi dalla Banca d’Inghilterra

    Al di fuori dei risultati aziendali, l’attenzione del mercato si concentra sulla riunione di politica monetaria della Banca d’Inghilterra prevista più tardi nella giornata. La maggior parte degli analisti prevede un ulteriore taglio dei tassi di un quarto di punto, segnando il quinto calo nell’ultimo anno.

    Gli investitori seguiranno con attenzione le indicazioni future della banca centrale, mentre i responsabili politici cercano di bilanciare un mercato del lavoro in rallentamento con persistenti preoccupazioni inflazionistiche.

    Produzione industriale e aggiornamenti sulle tariffe

    Giovedì mattina i dati hanno mostrato che la produzione industriale tedesca è scesa dell’1,9% a giugno, superando le previsioni, poiché l’effetto temporaneo di aziende che acceleravano le spedizioni per anticipare le tariffe statunitensi si è affievolito.

    Le tariffe restano al centro dell’attenzione degli investitori, specialmente dopo che il presidente Trump ha annunciato mercoledì sera tramite i social media che nuove tariffe commerciali su diverse grandi economie entreranno in vigore a mezzanotte.

    La scorsa settimana, Trump ha dettagliato tariffe comprese tra il 15% e il 50% dirette a partner commerciali chiave degli Stati Uniti. Giovedì ha inoltre aumentato le tariffe sull’India a un totale del 50%, citando l’acquisto continuato di petrolio russo.

    Trump ha anche annunciato l’intenzione di imporre tariffe di circa il 100% sui semiconduttori importati, esentando però le aziende che producono chip all’interno degli Stati Uniti.

    Recupero dei prezzi del petrolio in un contesto di segnali contrastanti

    I prezzi del petrolio sono risaliti giovedì, sostenuti da segnali di forte domanda negli Stati Uniti, nonostante permangano timori sugli effetti macroeconomici delle tariffe e sulla possibile ripresa delle forniture di petrolio russo sul mercato globale.

    Alle 03:05 ET, i futures sul Brent sono saliti dello 0,7% a 67,33 dollari al barile, mentre il West Texas Intermediate statunitense ha guadagnato lo 0,7% a 64,81 dollari al barile.

    Il supporto è arrivato da un calo maggiore del previsto delle scorte di petrolio negli Stati Uniti la scorsa settimana. L’Energy Information Administration ha riferito mercoledì che le riserve sono diminuite di 3 milioni di barili nella settimana terminata l’1 agosto, superando le aspettative degli analisti.

    Entrambi i benchmark avevano toccato minimi di otto settimane mercoledì, dopo una serie di cinque cali consecutivi, in seguito ai commenti di Trump su progressi nei colloqui con Mosca volti a porre fine al conflitto in Ucraina, che potrebbero portare a un ritorno delle esportazioni di petrolio russo.

    Tuttavia, gli Stati Uniti continuano a preparare sanzioni secondarie, che potrebbero includere la Cina, per fare pressione su Mosca affinché ponga fine alle operazioni militari in Ucraina.

    Questo contenuto è fornito esclusivamente a scopo informativo e non costituisce consulenza finanziaria, d’investimento o di altro tipo professionale. Non deve essere considerato come una raccomandazione all’acquisto o alla vendita di titoli o strumenti finanziari. Tutti gli investimenti comportano dei rischi, inclusa la possibilità di perdere il capitale investito. Le performance passate non sono indicative di risultati futuri. Si consiglia di effettuare le proprie ricerche e di consultare un consulente finanziario qualificato prima di prendere qualsiasi decisione di investimento.

  • Dow Jones, S&P, Nasdaq, Wall Street, I futures salgono mentre entrano in vigore le nuove tariffe di Trump — Cosa muove i mercati

    Dow Jones, S&P, Nasdaq, Wall Street, I futures salgono mentre entrano in vigore le nuove tariffe di Trump — Cosa muove i mercati

    I futures azionari statunitensi sono aumentati giovedì dopo l’entrata in vigore delle nuove tariffe del presidente Donald Trump, che colpiscono un’ampia gamma di paesi con l’obiettivo di rimodellare le dinamiche del commercio globale. Nel frattempo, Apple ha annunciato l’intenzione di aumentare gli investimenti nella manifattura americana, mentre Trump ha suggerito una possibile tariffa del 100% sulle importazioni di semiconduttori, indicando però esenzioni per le aziende che incrementano la produzione interna. Toyota (NYSE:TM) ha ridotto le previsioni sull’utile operativo annuale a causa delle pressioni tariffarie.

    Mercati in crescita grazie alle tariffe e agli utili

    Alle 2:45 ET, i futures erano moderatamente in rialzo: Dow +34 punti (0,1%), S&P 500 +17 punti (0,3%), Nasdaq 100 +67 punti (0,3%). Nella sessione precedente, gli indici principali di Wall Street avevano guadagnato terreno, sostenuti da solide trimestrali, tra cui risultati positivi di McDonald’s (NYSE:MCD). Anche le azioni Apple (NASDAQ:AAPL) sono salite, spinte dall’annuncio di maggiori investimenti in produzione domestica (dettagli più avanti).

    L’S&P 500 si è ripreso da un calo di fine settimana causato da dati sull’occupazione inferiori alle attese.

    Gli analisti di Vital Knowledge hanno commentato: “La spiegazione più semplice è che non è successo nulla che abbia modificato la tendenza attuale (che è stata al rialzo); il peso della prova è sulle spalle degli orsi per cambiare l’umore del mercato e (finora) non ci sono riusciti.” Hanno inoltre aggiunto che le aspettative di tagli ai tassi da parte della Federal Reserve a causa dei dati deboli sull’occupazione hanno migliorato il sentiment degli investitori. Alcuni membri della Fed hanno recentemente indicato la possibilità di ridurre i tassi nella prossima riunione per sostenere un mercato del lavoro in rallentamento, nonostante persistano preoccupazioni che le tariffe possano alimentare l’inflazione.

    Le tariffe di Trump entrano in vigore

    Dopo la mezzanotte ora orientale, le tariffe aumentate da Trump sono diventate operative, interessando oltre 90 paesi nell’ambito della strategia commerciale dell’amministrazione.

    Paesi come Bolivia e Nigeria ora affrontano una tariffa del 15%, mentre Taiwan e altri subiscono un dazio del 20%. Brasile e India affrontano tariffe ancora più alte, dovute anche a questioni politiche — il processo contro l’alleato di Trump Jair Bolsonaro in Brasile e l’acquisto di petrolio russo da parte dell’India.

    Alcuni partner commerciali, come Regno Unito, Unione Europea, Giappone, Corea del Sud e Vietnam, hanno negoziato accordi preliminari con Washington prima dell’entrata in vigore delle tariffe, ottenendo tariffe tra il 15% e il 20%. Questi accordi spesso includono impegni ad aprire i mercati ai prodotti americani e, in alcuni casi, a investire negli Stati Uniti.

    La tariffa del 30% sui prodotti cinesi rimane in vigore dopo una tregua commerciale all’inizio dell’anno ma scadrà il 12 agosto.

    Trump ha anche minacciato una tariffa del 100% sulle importazioni di semiconduttori per incentivare il ritorno della produzione nazionale, ma “le aziende che promettono di investire e produrre negli Stati Uniti saranno esentate.”

    Apple annuncia un grande investimento negli USA

    Il CEO di Apple Tim Cook ha partecipato alla Casa Bianca per annunciare un investimento aggiuntivo di 100 miliardi di dollari negli Stati Uniti, sottolineando gli sforzi per aumentare la produzione americana e riportare parte della catena di fornitura nel paese.

    Cook ha dichiarato di prendere molto “seriamente” l’appello di Trump a riportare le operazioni negli USA.

    Le azioni Apple sono salite di oltre il 2% negli scambi after-hours di giovedì, dopo un rialzo superiore al 5% il giorno precedente.

    All’inizio dell’anno, Apple aveva annunciato piani per investire 500 miliardi di dollari negli USA, con l’obiettivo di assumere 20.000 lavoratori in quattro anni e costruire un nuovo impianto in Texas dedicato alla produzione di macchinari per l’intelligenza artificiale.

    Nonostante la minaccia di Trump, in maggio, di una tariffa del 25% sugli smartphone importati, Apple non ha ancora spostato tutta la produzione di iPhone negli Stati Uniti, ma ha trasferito parte della produzione dalla Cina a India e Thailandia.

    Toyota taglia le previsioni sugli utili a causa delle tariffe

    Le azioni Toyota sono calate dopo che il costruttore automobilistico ha rivisto al ribasso del 16% le previsioni sull’utile operativo annuale, citando un costo di 10 miliardi di dollari dovuto a tariffe USA sui veicoli importati, maggiori costi delle materie prime e uno yen più forte.

    Toyota ora prevede un utile operativo di 3,2 trilioni di yen per l’anno fiscale terminante a marzo 2026, in calo rispetto ai 3,8 trilioni stimati in precedenza. Solo le tariffe USA dovrebbero ridurre i ricavi di 1,4 trilioni di yen (circa 9,5 miliardi di dollari), molto più di quanto stimato prima.

    Questa revisione, insieme a un calo degli utili del primo trimestre, evidenzia l’impatto delle politiche commerciali aggressive di Trump sulle case automobilistiche straniere.

    Nonostante ciò, la domanda è rimasta solida: Toyota ha registrato vendite globali record nella prima metà dell’anno e un utile operativo di 1,17 trilioni di yen nel primo trimestre, superiore alle attese degli analisti.

    La crescita delle esportazioni cinesi accelera

    Le esportazioni cinesi sono aumentate più rapidamente a luglio, nonostante un calo delle spedizioni verso gli Stati Uniti, segno che le tariffe non hanno ancora danneggiato gravemente questo settore chiave dell’economia cinese.

    Le esportazioni di luglio sono aumentate del 7,2% su base annua in termini di dollari, rispetto al 5,8% di giugno, secondo i dati dell’Amministrazione Generale delle Dogane cinese.

    Tuttavia, le esportazioni verso gli USA sono diminuite del 22% su base annua a luglio, dopo cali del 16% e 35% a giugno e maggio.

    Questi dati indicano che, sebbene le tensioni commerciali USA-Cina si siano attenuate, la Cina è riuscita a mantenere le esportazioni indirizzando le spedizioni verso altri paesi, una tendenza fondamentale dato il rallentamento della domanda interna e la crisi immobiliare prolungata.

    Questo contenuto è fornito esclusivamente a scopo informativo e non costituisce consulenza finanziaria, d’investimento o di altro tipo professionale. Non deve essere considerato come una raccomandazione all’acquisto o alla vendita di titoli o strumenti finanziari. Tutti gli investimenti comportano dei rischi, inclusa la possibilità di perdere il capitale investito. Le performance passate non sono indicative di risultati futuri. Si consiglia di effettuare le proprie ricerche e di consultare un consulente finanziario qualificato prima di prendere qualsiasi decisione di investimento.

  • I prezzi dell’oro aumentano in mezzo a nuove minacce tariffarie USA e speculazioni su taglio dei tassi Fed

    I prezzi dell’oro aumentano in mezzo a nuove minacce tariffarie USA e speculazioni su taglio dei tassi Fed

    Giovedì l’oro è salito leggermente mentre gli investitori cercavano rifugio sicuro dopo gli annunci di nuove tariffe da parte del presidente statunitense Donald Trump e dati economici USA deboli, che hanno riacceso le speranze di un imminente taglio dei tassi da parte della Federal Reserve.

    Alle 04:30 ET (08:30 GMT), l’oro spot è cresciuto dello 0,1%, raggiungendo 3.373,80 dollari l’oncia. Nel frattempo, i futures sull’oro con scadenza a dicembre sono saliti dello 0,4% a 3.447,90 dollari l’oncia.

    L’aumento delle tariffe genera preoccupazioni sui mercati

    La domanda di oro è aumentata dopo che Trump ha annunciato l’intenzione di imporre una tariffa del 100% sulle importazioni di semiconduttori da paesi selezionati che non investono nella produzione di chip negli Stati Uniti. Questa misura mira a rafforzare la produzione interna, ma ha sollevato timori su ulteriori interruzioni nelle catene di approvvigionamento globali e potenziali pressioni inflazionistiche.

    In una mossa correlata, Trump ha firmato un ordine esecutivo che raddoppia le tariffe sulle importazioni dall’India al 50%, citando gli acquisti continuativi di petrolio russo da parte del paese. Le tariffe, annunciate sulla piattaforma Truth Social di Trump mercoledì sera, entreranno in vigore a mezzanotte, aumentando l’incertezza sui mercati.

    Questi sviluppi, insieme alla minaccia di costi in aumento e tensioni commerciali più intense, hanno rafforzato il ruolo dell’oro come copertura affidabile contro l’inflazione e la volatilità economica.

    I mercati guardano ai tagli dei tassi della Fed

    L’oro ha beneficiato anche delle crescenti aspettative che la Federal Reserve riduca i tassi di interesse già a partire da settembre. Recenti report economici hanno evidenziato un rallentamento nel settore dei servizi negli Stati Uniti a luglio, dopo i dati deludenti sull’occupazione non agricola della scorsa settimana.

    Il mercato attende i dati settimanali sulle richieste di sussidi di disoccupazione, previsti più tardi nella giornata, con previsioni di un leggero aumento di 3.000 richieste a 221.000 per la settimana terminata il 2 agosto, confermando i timori di un rallentamento dell’economia americana.

    Secondo il FedWatch Tool del CME, ora c’è una probabilità del 95% che la Fed tagli i tassi a settembre. Tassi di interesse più bassi riducono il costo opportunità di detenere oro, che non paga interessi, rendendolo più attraente per gli investitori.

    Movimenti più ampi nei metalli grazie ai dati commerciali cinesi

    Anche altri metalli hanno registrato rialzi: i futures sul platino sono cresciuti dell’1% a 1.353,70 dollari l’oncia, mentre quelli sull’argento sono saliti dello 0,9% a 38,25 dollari l’oncia.

    I prezzi del rame sono aumentati su entrambi i mercati, con i futures sul rame alla London Metal Exchange in rialzo dello 0,3% a 9.719,20 dollari la tonnellata e quelli statunitensi dello 0,5% a 4,4328 dollari la libbra.

    L’ottimismo degli investitori è stato inoltre sostenuto dai dati commerciali cinesi che mostrano una forte ripresa delle esportazioni, suggerendo un possibile allentamento delle tensioni commerciali tra USA e Cina.

    Questo contenuto è fornito esclusivamente a scopo informativo e non costituisce consulenza finanziaria, d’investimento o di altro tipo professionale. Non deve essere considerato come una raccomandazione all’acquisto o alla vendita di titoli o strumenti finanziari. Tutti gli investimenti comportano dei rischi, inclusa la possibilità di perdere il capitale investito. Le performance passate non sono indicative di risultati futuri. Si consiglia di effettuare le proprie ricerche e di consultare un consulente finanziario qualificato prima di prendere qualsiasi decisione di investimento.

  • Il dollaro si indebolisce in attesa dei dati sulle richieste di sussidio; occhi sulla BoE e sull’Eurozona

    Il dollaro si indebolisce in attesa dei dati sulle richieste di sussidio; occhi sulla BoE e sull’Eurozona

    Il dollaro statunitense ha leggermente ceduto terreno giovedì mentre gli investitori hanno aumentato le scommesse sui tagli dei tassi da parte della Federal Reserve e restano cauti sulle crescenti tensioni commerciali.

    Alle 04:10 ET (08:10 GMT), il Dollar Index — che confronta il biglietto verde con sei valute principali — è sceso dello 0,1% a 97,877, dopo un calo più netto dello 0,6% nella sessione precedente.

    Crescono le attese per tagli Fed prima del rapporto sulle richieste di disoccupazione

    Il recente calo del dollaro è stato determinato da una serie di dati economici deludenti, a partire dal debole rapporto sull’occupazione della scorsa settimana. La scarsa performance del settore servizi all’inizio di questa settimana ha aumentato i timori che i dazi introdotti dall’amministrazione Trump stiano iniziando a danneggiare l’economia americana.

    Ora l’attenzione è rivolta ai dati settimanali sulle richieste di sussidio, attesi più tardi oggi. Gli economisti prevedono un modesto aumento di 3.000 unità, a 221.000 richieste per la settimana terminata il 2 agosto.

    Le aspettative di allentamento monetario sono aumentate rapidamente. Secondo il FedWatch Tool del CME Group, i trader ora vedono una probabilità del 94% che la Federal Reserve tagli i tassi a settembre — rispetto al 48% di una settimana fa. Complessivamente, il mercato prevede 60,5 punti base di tagli nel 2025.

    Tensioni politiche e notizie commerciali mettono pressione

    A pesare sul dollaro ci sono anche crescenti preoccupazioni sull’indipendenza delle principali istituzioni economiche statunitensi. La scorsa settimana, il presidente Trump ha licenziato il funzionario responsabile delle statistiche sul lavoro, creando incertezza sulle nomine imminenti, tra cui una vacanza nel Board of Governors della Fed e la scelta del prossimo presidente della banca centrale.

    “Riteniamo che la nomina di Kevin Hassett, considerato il favorito, sia un evento negativo per il dollaro a causa delle sue posizioni accomodanti e della sua maggiore esposizione all’influenza di Trump rispetto all’altro candidato principale, Kevin Warsh,” hanno scritto gli analisti di ING.

    I trader stanno inoltre valutando le nuove minacce tariffarie, dopo che Trump ha dichiarato sui social media mercoledì sera che nuovi dazi su grandi economie entreranno in vigore da mezzanotte.

    Euro rafforzato dall’ottimismo su una tregua tra Ucraina e Russia

    L’euro ha guadagnato terreno, con l’EUR/USD in rialzo dello 0,2% a 1,1689, grazie alle speranze di progressi nei negoziati tra Ucraina e Russia. Secondo alcune indiscrezioni, Trump potrebbe incontrare il presidente russo Vladimir Putin già la prossima settimana, alimentando le aspettative di una svolta diplomatica.

    “L’ottimismo di Trump su una tregua tra Ucraina e Russia probabilmente alimenta la forza dell’euro, che si contrappone completamente al dollaro sulla questione,” ha osservato ING. “Se una tregua diventasse una prospettiva più concreta, EUR/USD ed EUR/CHF dovrebbero fungere da canali principali per l’apprezzamento dell’euro.”

    In Europa, però, la notizia meno positiva è che la produzione industriale tedesca è calata dell’1,9% a giugno, più del previsto, segnalando che i benefici derivanti dalla corsa delle aziende a evitare i dazi statunitensi si stanno esaurendo.

    La sterlina si rafforza in vista della decisione della BoE

    La sterlina britannica è salita dello 0,2% a 1,3378, in attesa della decisione sui tassi della Bank of England, prevista più tardi oggi.

    Si prevede che la banca centrale taglierà i tassi dal 4,25% al 4%, continuando il ciclo di allentamento con il quinto taglio nell’ultimo anno. Con l’inflazione ancora presente e un mercato del lavoro in rallentamento, la BoE deve trovare un equilibrio delicato.

    “La reazione della sterlina sarà principalmente guidata dalla divisione del voto; ci aspettiamo dissidenti su entrambi i fronti,” ha commentato ING. “Almeno un membro (Catherine Mann) dovrebbe votare per il mantenimento dei tassi, e potrebbe essere accompagnata da altri due (Huw Pill e Megan Greene), anche se questo non è il nostro scenario base. L’arcidovista Swati Dhingra dovrebbe votare per un taglio di 50 punti base, con qualche rischio che anche il collega dovista Alan Taylor la segua.”

    Movimenti nelle valute asiatiche: yuan e dollaro australiano supportati dai dati commerciali

    Nei mercati Asia-Pacifico, USD/JPY è sceso dello 0,3% a 146,94, nonostante notizie – poi chiarite – che gli Stati Uniti intendano applicare un ulteriore dazio del 15% sulle merci giapponesi oltre a quelli già esistenti.

    Il dollaro australiano è salito dello 0,4% a 0,6526, sostenuto da dati commerciali di giugno migliori del previsto. Le esportazioni sono aumentate del 6%, invertendo la forte contrazione del mese precedente.

    Nel frattempo, USD/CNY è sceso dello 0,1% a 7,1788 dopo che i dati commerciali hanno mostrato un avanzo più ridotto del previsto. Tuttavia, le esportazioni cinesi sono aumentate del 7,2%, superando di gran lunga le aspettative, suggerendo che gli esportatori stanno approfittando della tregua commerciale con gli Stati Uniti.

    Anche le importazioni sono salite del 4,1%, un incremento inatteso che evidenzia una certa resilienza della domanda interna, nonostante le preoccupazioni sulla debolezza economica generale.

    Questo contenuto è fornito esclusivamente a scopo informativo e non costituisce consulenza finanziaria, d’investimento o di altro tipo professionale. Non deve essere considerato come una raccomandazione all’acquisto o alla vendita di titoli o strumenti finanziari. Tutti gli investimenti comportano dei rischi, inclusa la possibilità di perdere il capitale investito. Le performance passate non sono indicative di risultati futuri. Si consiglia di effettuare le proprie ricerche e di consultare un consulente finanziario qualificato prima di prendere qualsiasi decisione di investimento.

  • I prezzi del petrolio rimbalzano dopo le tariffe di Trump sull’India per il greggio russo

    I prezzi del petrolio rimbalzano dopo le tariffe di Trump sull’India per il greggio russo

    I prezzi del petrolio sono leggermente risaliti nelle contrattazioni asiatiche di giovedì, recuperando dai minimi di due mesi dopo che il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha intensificato la pressione commerciale sull’India per l’acquisto continuo di petrolio dalla Russia.

    Il mercato ha tratto beneficio da una combinazione di tensioni geopolitiche, preoccupazioni sull’offerta e acquisti tecnici a buon mercato, nonostante il persistente timore legato all’aumento della produzione OPEC+ e al rallentamento della domanda globale.

    Alle 21:43 ET (01:43 GMT), i futures sul Brent per ottobre sono saliti dello 0,9% a 67,48 dollari al barile, mentre i futures sul WTI hanno guadagnato lo 0,9% raggiungendo 63,98 dollari.

    Trump colpisce l’India per il commercio di petrolio russo

    Mercoledì Trump ha firmato un ordine esecutivo che aumenta le tariffe statunitensi sull’India al 50%, citando l’acquisto continuato di greggio da parte di Nuova Delhi dalla Russia. Le nuove tariffe entreranno in vigore 21 giorni dopo il 7 agosto, aggravando le tensioni con uno dei maggiori importatori di petrolio dell’Asia.

    Il presidente ha anche accennato a possibili dazi sulla Cina, che ha anch’essa aumentato le importazioni di petrolio russo a prezzi scontati.

    L’obiettivo è isolare ulteriormente economicamente Mosca per porre fine all’invasione dell’Ucraina. Nel frattempo, gli sforzi diplomatici sembrano continuare: alti funzionari statunitensi sono arrivati a Mosca questa settimana, e Trump starebbe preparando un incontro con il presidente russo Vladimir Putin per discutere un cessate il fuoco.

    Si teme che colpire i maggiori acquirenti del petrolio russo possa causare una notevole disgregazione delle forniture globali.

    Analisti: c’è ancora spazio per negoziare

    Tuttavia, i mercati potrebbero avere tempo per reagire. “Il periodo di grazia di 21 giorni per le tariffe sull’India lascia ancora aperta la porta alle negoziazioni”, hanno osservato gli analisti di ANZ, indicando una possibile risoluzione diplomatica.

    L’offerta OPEC+ e la domanda debole continuano a pesare

    Nonostante il rimbalzo, il petrolio rimane sotto pressione a causa di preoccupazioni sulla domanda globale e sull’aumento della produzione da parte dell’OPEC+.

    Il cartello ha recentemente deciso di aumentare la produzione a settembre, annullando parte dei tagli applicati negli ultimi due anni. L’intento è di compensare le perdite fiscali causate dai prezzi bassi.

    Contemporaneamente, i dati macroeconomici deludenti provenienti da Stati Uniti e Cina rafforzano i timori su una domanda debole, in particolare nei settori industriali.

    Un segnale positivo, però, è arrivato dai dati sulle scorte: le scorte di petrolio statunitensi sono scese di 3 milioni di barili, rispetto alle previsioni di un aumento di 200.000 barili — segnale di una possibile tenuta della domanda interna.

    Questo contenuto è fornito esclusivamente a scopo informativo e non costituisce consulenza finanziaria, d’investimento o di altro tipo professionale. Non deve essere considerato come una raccomandazione all’acquisto o alla vendita di titoli o strumenti finanziari. Tutti gli investimenti comportano dei rischi, inclusa la possibilità di perdere il capitale investito. Le performance passate non sono indicative di risultati futuri. Si consiglia di effettuare le proprie ricerche e di consultare un consulente finanziario qualificato prima di prendere qualsiasi decisione di investimento.

  • Le azioni DoorDash volano di oltre l’8% grazie ai solidi risultati del secondo trimestre e a prospettive positive

    Le azioni DoorDash volano di oltre l’8% grazie ai solidi risultati del secondo trimestre e a prospettive positive

    Le azioni di DoorDash (BIT:1DASH) sono salite di oltre l’8% nelle contrattazioni pre-market di giovedì, dopo la pubblicazione di risultati trimestrali superiori alle attese, sostenuti da una domanda costante per i servizi di consegna di cibo e generi alimentari, nonostante un contesto di consumo più debole.

    La società ha registrato nel secondo trimestre un utile per azione di 0,65 dollari, superando nettamente la stima degli analisti di 0,43 dollari. I ricavi sono saliti a 3,3 miliardi di dollari, superando le previsioni di 3,16 miliardi.

    Uno dei principali motori dei risultati è stato l’uso intensificato di promozioni e sconti, che ha attratto un numero crescente di consumatori attenti al prezzo, in particolare negli Stati Uniti. DoorDash ha inoltre ampliato la propria offerta includendo elettronica, prodotti di bellezza e alcolici, diventando un’alternativa più versatile rispetto ai ristoranti tradizionali in un periodo in cui l’incertezza economica spinta dai dazi porta molte famiglie a ridurre le spese per mangiare fuori.

    “La performance superiore è stata trainata da un’accelerazione del volume degli ordini, mentre l’adozione continua del programma di abbonamento e i nuovi segmenti verticali aiutano ad aumentare la frequenza degli ordini. I nuovi verticali continuano a espandersi, poiché sia la frequenza degli ordini sia l’economia unitaria per questi nuovi segmenti continuano a migliorare,” hanno commentato gli analisti di BMO Capital Markets.

    Per il terzo trimestre, DoorDash prevede un valore lordo degli ordini (GOV) compreso tra 24,2 e 24,7 miliardi di dollari, superando diverse stime di consenso e segnalando un forte slancio nell’interazione con i clienti.

    Inoltre, la società prevede un EBITDA rettificato per il terzo trimestre compreso tra 680 e 780 milioni di dollari, ben al di sopra della previsione di 637 milioni formulata dagli analisti di Stifel, indicando un miglioramento dell’efficienza operativa e una crescita continua degli ordini.

    Questo contenuto è fornito esclusivamente a scopo informativo e non costituisce consulenza finanziaria, d’investimento o di altro tipo professionale. Non deve essere considerato come una raccomandazione all’acquisto o alla vendita di titoli o strumenti finanziari. Tutti gli investimenti comportano dei rischi, inclusa la possibilità di perdere il capitale investito. Le performance passate non sono indicative di risultati futuri. Si consiglia di effettuare le proprie ricerche e di consultare un consulente finanziario qualificato prima di prendere qualsiasi decisione di investimento.

  • I prezzi del petrolio guadagnano terreno sulle voci di sanzioni più severe contro la Russia, recuperando dai recenti minimi

    I prezzi del petrolio guadagnano terreno sulle voci di sanzioni più severe contro la Russia, recuperando dai recenti minimi

    I futures sul petrolio sono saliti mercoledì, rimbalzando da un minimo di cinque settimane raggiunto il giorno precedente, sostenuti dalle aspettative di sanzioni più rigide degli Stati Uniti contro gli acquirenti di petrolio russo.

    Alle 08:55 ET (12:55 GMT), i futures sul Brent di ottobre sono aumentati dell’1,5%, attestandosi a 68,67 dollari al barile. Nel frattempo, il WTI (West Texas Intermediate) è salito dell’1,6% a 66,18 dollari al barile.

    Le sanzioni alla Russia sotto i riflettori

    Il presidente Donald Trump ha rinnovato le sue minacce di aumentare i dazi sull’India a causa delle continue importazioni di petrolio russo. Dopo aver imposto dazi reciproci del 25% la scorsa settimana, Trump ha dichiarato che questa settimana saranno introdotte ulteriori tariffe.

    Trump ha criticato gli acquisti continui di petrolio russo da parte dell’India, sostenendo che finanziano il conflitto della Russia con l’Ucraina. Tuttavia, l’India ha respinto queste accuse, facendo intendere che continuerà ad acquistare petrolio russo nel breve termine. Il paese dipende fortemente dalle importazioni di greggio, coprendo circa l’80% del proprio fabbisogno.

    “Se l’India dovesse smettere di comprare petrolio russo a causa delle minacce tariffarie, crediamo che il mercato sarebbe in grado di assorbire la perdita di questa offerta. Ciò annullerebbe l’eccesso di offerta che ci aspettiamo nel mercato nella seconda parte di quest’anno e per gran parte del 2026. Questo lascerebbe un aumento dei prezzi, ma gestibile,” hanno dichiarato gli analisti di ING in una nota.

    Hanno inoltre avvertito: “Il rischio maggiore è se anche altri acquirenti dovessero smettere di acquistare petrolio russo. Questo richiederebbe a OPEC di attingere rapidamente e in modo aggressivo alla sua capacità produttiva inutilizzata per bilanciare il mercato. Ciò potrebbe comportare un aumento significativo dei prezzi.”

    “Dovremmo avere più chiarezza entro la fine della settimana, con la scadenza fissata da Trump affinché la Russia raggiunga un accordo con l’Ucraina venerdì. Questa settimana una delegazione americana visiterà la Russia. Ci sono rapporti che indicano che il presidente Putin potrebbe essere disposto a offrire alcune concessioni, come una tregua aerea, per evitare sanzioni più severe e dazi secondari,” ha aggiunto ING.

    Il mercato è stato anche incoraggiato dai dati dell’American Petroleum Institute che hanno mostrato un calo sorprendentemente grande delle scorte di petrolio statunitensi la scorsa settimana, pari a 4,2 milioni di barili, ben oltre la diminuzione prevista di 1,8 milioni.

    Bilanciare le preoccupazioni su offerta e domanda

    Nonostante i guadagni di mercoledì, i prezzi del petrolio sono stati sotto pressione recentemente. Il calo si è accelerato dopo che l’OPEC+ ha deciso di aumentare la produzione di 547.000 barili al giorno a partire da settembre.

    L’aumento costante della produzione del cartello quest’anno ha aumentato i timori di un eccesso di offerta nella seconda metà del 2025.

    Inoltre, i dati economici deboli degli Stati Uniti e della Cina rilasciati la scorsa settimana hanno intensificato i timori di una crescita più lenta e di una domanda di petrolio ridotta tra i maggiori consumatori mondiali.

    Questo contenuto è fornito esclusivamente a scopo informativo e non costituisce consulenza finanziaria, d’investimento o di altro tipo professionale. Non deve essere considerato come una raccomandazione all’acquisto o alla vendita di titoli o strumenti finanziari. Tutti gli investimenti comportano dei rischi, inclusa la possibilità di perdere il capitale investito. Le performance passate non sono indicative di risultati futuri. Si consiglia di effettuare le proprie ricerche e di consultare un consulente finanziario qualificato prima di prendere qualsiasi decisione di investimento.

  • Generali in rialzo dopo i solidi risultati del primo semestre, spinti dalla crescita del ramo Danni

    Generali in rialzo dopo i solidi risultati del primo semestre, spinti dalla crescita del ramo Danni

    Le azioni di Generali (BIT:G) sono salite di oltre il 2% mercoledì, dopo che l’assicuratore italiano ha pubblicato risultati del primo semestre 2025 superiori alle attese. Il principale motore della performance è stato il buon andamento del segmento Danni (P&C), che ha sostenuto gran parte del superamento delle stime.

    Il gruppo ha registrato un utile operativo di 4,05 miliardi di euro, superando la previsione media degli analisti, che si attestava a 3,99 miliardi di euro, secondo Morgan Stanley.

    A distinguersi è stato in particolare il comparto P&C, che ha riportato un utile operativo di 2,05 miliardi di euro, rispetto agli 1,98 miliardi attesi.

    “Il superamento delle attese è stato determinato da un combined ratio migliore del previsto – 91,0% contro un consenso del 91,4%”, ha affermato Morgan Stanley.

    La banca ha aggiunto che il rapporto sinistri attrizionali si è rivelato migliore di circa 80 punti base rispetto alle previsioni, grazie a minori perdite causate dall’uomo, a una riduzione della frequenza dei sinistri e a una strategia di pricing più efficace.

    I risultati del ramo Vita sono stati in linea con le aspettative, anche se Morgan Stanley ha sottolineato che:

    “Il CSM del Vita, pari a 31,5 miliardi di euro, ha superato le attese di 31,0 miliardi – grazie a variazioni economiche più favorevoli”.

    Il Solvency ratio del gruppo si è attestato al 212%, leggermente al di sotto del consenso del 214%. Morgan Stanley ha attribuito lo scostamento a:

    “variazioni non economiche legate al previsto aumento del profilo di rischio degli investimenti”,

    aggiungendo che il management si aspetta un ulteriore impatto negativo di 2–3 punti percentuali nella seconda metà dell’anno.

    Generali ha inoltre confermato l’avvio del programma di riacquisto di azioni proprie da 500 milioni di euro, già annunciato in precedenza.

    L’Amministratore Delegato Philippe Donnet ha commentato i risultati sottolineando che rappresentano:

    “un inizio molto solido” del piano strategico del gruppo, con “una performance positiva sia nel comparto assicurativo che nella piattaforma globale di Asset Management”.

    Questo contenuto è fornito esclusivamente a scopo informativo e non costituisce consulenza finanziaria, d’investimento o di altro tipo professionale. Non deve essere considerato come una raccomandazione all’acquisto o alla vendita di titoli o strumenti finanziari. Tutti gli investimenti comportano dei rischi, inclusa la possibilità di perdere il capitale investito. Le performance passate non sono indicative di risultati futuri. Si consiglia di effettuare le proprie ricerche e di consultare un consulente finanziario qualificato prima di prendere qualsiasi decisione di investimento.