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  • Iveco affonda dopo i conti. Scorporo di IDV entro l’anno

    Iveco affonda dopo i conti. Scorporo di IDV entro l’anno

    I risultati del primo trimestre 2025 del gruppo Iveco (BIT:IVG), pubblicati questa mattina prima dell’apertura dei mercati, sono segnati da numerosi dati negativi, inferiori alle attese degli analisti, e accolti con vendite a Piazza Affari. Le azioni Iveco hanno perso il 6% nei primi minuti di contrattazione, scendendo a 15,22 euro, dopo un’apertura ritardata.

    Il calo odierno arriva dopo un forte rialzo del titolo, che era salito del 74% da inizio gennaio (quando valeva 9,38 euro).

    La società controllata da Exor (BIT:EXO) ha chiuso i primi tre mesi del 2025 con ricavi in calo, scesi a 3,026 miliardi di euro rispetto ai 3,367 miliardi dello stesso periodo dell’anno precedente, anche al di sotto delle aspettative di consenso (tra 3,148 e 3,192 miliardi).

    I ricavi netti delle attività industriali sono diminuiti da 3,283 miliardi di dollari nel 2024 a 2,958 miliardi, con i prezzi più alti che hanno compensato solo parzialmente l’impatto negativo del cambio e dei volumi inferiori nei segmenti Truck e Powertrain.

    L’Ebit rettificato è sceso a 152 milioni rispetto ai 233 milioni del 2024, anche questo inferiore al consenso (181-172 milioni), con un margine operativo in discesa al 5% rispetto al 6,9% dell’anno precedente (consenso tra 5,8% e 5,4%). L’Ebit rettificato delle attività industriali è anch’esso calato, da 201 a 117 milioni, mentre il margine di Ebit rettificato è sceso dal 6,1% al 4%, nonostante i miglioramenti nei comparti Bus e Difesa.

    Infine, l’utile netto rettificato è stato pari a 84 milioni (153 milioni nel primo trimestre 2024), con un utile per azione diluito rettificato pari a 0,31 euro (contro 0,57 euro un anno fa).

    Previsioni confermate e scorporo di IDV

    La società torinese ha confermato le previsioni per l’intero 2025, che comprendono un Ebit rettificato tra 980 milioni e 1,03 miliardi di euro, ricavi stabili rispetto al 2024, un Ebit rettificato tra 850 e 900 milioni e un free cash flow tra 400 e 450 milioni.

    “Il contesto di mercato nel trimestre è stato caratterizzato da una domanda più debole nel segmento dei camion in Europa, come previsto. Abbiamo agito rapidamente per proteggere e confermare le nostre prospettive aziendali e finanziarie per l’anno intero”, ha dichiarato l’amministratore delegato Olof Persson.

    Nel primo trimestre, “abbiamo fatto ciò che era necessario, in modo tempestivo e rigoroso. Con un solido portafoglio ordini, agilità operativa, un modello di business diversificato e partnership strategiche consolidate, abbiamo posto le basi per una crescita futura. Le nostre previsioni per l’intero anno restano intatte e la liquidità è solida: siamo fiduciosi che le azioni intraprese nel primo trimestre abbiano posto le basi per una seconda metà dell’anno più forte e un 2025 di successo”, ha aggiunto il CEO.

    Dividendo, buyback e spin-off del settore Difesa

    Nell’assemblea del 16 aprile 2025, gli azionisti di Iveco hanno approvato il pagamento di un dividendo di 0,33 euro per azione ordinaria in circolazione, per un totale di circa 90 milioni di euro, distribuito il 24 aprile.

    Gli azionisti hanno inoltre rinnovato l’autorizzazione al riacquisto di un massimo di 10 milioni di azioni ordinarie, per un importo massimo di 130 milioni di euro, per un periodo di 18 mesi dalla data dell’assemblea. La nuova autorizzazione sostituisce quella precedente approvata il 17 aprile 2024.

    Persson ha inoltre comunicato che il consiglio di amministrazione ha deciso di procedere con lo scorporo del business della Difesa tramite spin-off, in linea con la valutazione annunciata il 7 febbraio.

    Il consiglio prevede che la separazione di IDV avvenga entro il 2025, subordinatamente all’approvazione del consiglio e degli azionisti di Iveco Group (nonché dei consigli delle altre società del gruppo coinvolte) e alle necessarie approvazioni normative.

    Nel frattempo, Iveco “ha recentemente ricevuto alcune manifestazioni preliminari di interesse per il business della Difesa da potenziali acquirenti strategici», ha annunciato il CEO, sottolineando che «il consiglio ha pertanto incaricato il management di proseguire le attività preparatorie allo spin-off, esplorando al contempo tali manifestazioni preliminari di interesse”.

  • Le borse europee scendono; l’economia del Regno Unito mostra una solida crescita nel primo trimestre

    Le borse europee scendono; l’economia del Regno Unito mostra una solida crescita nel primo trimestre

    Gli indici azionari europei sono leggermente scesi giovedì, mentre gli investitori cercavano nuovi catalizzatori dopo che lo slancio generato dall’accordo commerciale tra Stati Uniti e Cina sembrava essersi esaurito.

    Alle 09:05, l’indice DAX in Germania era in calo dello 0,5%, il CAC 40 in Francia dello 0,3% e il FTSE 100 nel Regno Unito dello 0,5%.

    Alla ricerca di nuovi catalizzatori

    Gli investitori avevano reagito positivamente all’annuncio, nei giorni scorsi, di un accordo commerciale tra Cina e Stati Uniti, le due maggiori economie mondiali. Tuttavia, ulteriori rialzi si stanno rivelando difficili da raggiungere, poiché cresce la consapevolezza che l’incertezza sull’outlook economico globale e sui negoziati commerciali tra Stati Uniti e zona euro resta elevata.

    La volatilità si è attenuata e gli investitori ora cercano nuovi stimoli per indirizzare il mercato, con l’attenzione che si concentra sui dati macroeconomici e i risultati trimestrali delle società.

    L’economia britannica sorprende in positivo

    L’economia del Regno Unito ha registrato una crescita inattesa nel mese di marzo, secondo i dati ufficiali diffusi giovedì. Il prodotto interno lordo è salito dello 0,2% rispetto a febbraio, superando le previsioni di una variazione nulla.

    Nel primo trimestre, il PIL è cresciuto dello 0,7%, al di sopra delle attese dello 0,6%, con l’espansione trainata soprattutto dal settore dei servizi, anche se la manifattura ha mostrato un buon recupero dopo un periodo di calo.

    Sebbene si tratti indubbiamente di una notizia positiva, la Banca d’Inghilterra ha avvertito la scorsa settimana che questo slancio potrebbe essere solo temporaneo.

    Nel corso della giornata è attesa anche la pubblicazione della stima preliminare del PIL dell’Eurozona per il primo trimestre, e i dati del Regno Unito potrebbero alimentare le speranze per una sorpresa positiva.

    La Banca Centrale Europea ha tagliato i tassi di interesse sette volte nell’ultimo anno e ci si aspetta ampiamente che prosegua su questa linea nella prossima riunione di inizio giugno.

    Siemens sorprende nel secondo trimestre

    Giovedì prosegue anche la stagione delle trimestrali in Europa.

    Siemens (TG:SIE) ha riportato risultati migliori delle attese per il secondo trimestre fiscale, sostenuta da un recupero della domanda di automazione in Cina e dall’aumento degli ordini per treni in USA ed Europa.

    Merck (NYSE:MRK) ha rivisto al ribasso le previsioni per il 2025 a causa delle difficoltà legate ai cambi valutari e alle incertezze sui dazi, pur registrando una solida crescita in tutti e tre i suoi segmenti di business nel primo trimestre.

    Thyssenkrupp (TG:TKA) ha confermato l’outlook per l’intero anno fiscale e si aspetta un ambiente di mercato più stabile nella seconda metà del 2025, dopo che prezzi più bassi, calo della domanda e fermi tecnici per manutenzione hanno pesato sui risultati trimestrali.

    Il petrolio scende sui colloqui per l’accordo nucleare con l’Iran

    I prezzi del petrolio sono crollati giovedì, prolungando le recenti perdite, a causa delle crescenti aspettative su un possibile accordo nucleare tra Stati Uniti e Iran, che si aggiungono ai timori per un calo della domanda dopo un aumento a sorpresa delle scorte USA.

    Alle 09:05, i future sul Brent erano in calo del 3,1% a 64,06 euro al barile, mentre i future sul WTI statunitense cedevano il 3,2% a 61,12 euro al barile.

    Entrambi i benchmark avevano perso meno dell’1% mercoledì, chiudendo un rally di quattro giorni e scendendo dai massimi di due settimane toccati all’inizio della settimana.

    Un funzionario iraniano ha dichiarato alla NBC News che Teheran sarebbe disposta ad accettare un accordo con gli Stati Uniti in cambio della revoca delle sanzioni economiche.

    Un eventuale accordo potrebbe consentire all’Iran di esportare più petrolio sul mercato globale, aumentando l’offerta e alterando l’equilibrio tra domanda e offerta mondiale.

    Inoltre, i dati dell’Energy Information Administration hanno mostrato un aumento delle scorte di greggio di 3,5 milioni di barili nella settimana terminata il 9 maggio, segnalando un possibile calo della domanda nel più grande consumatore mondiale di energia.

  • Pirelli, utili in crescita ma falliscono le trattative con Sinochem

    Pirelli, utili in crescita ma falliscono le trattative con Sinochem

    Il consiglio di amministrazione di Pirelli (BIT:PIRC) è spaccato, con i dirigenti cinesi ancora in disaccordo con il resto del board. La nuova frattura è emersa in occasione dell’approvazione dei conti del primo trimestre della società di pneumatici, con 6 membri su 15 che hanno votato contro: il presidente Jiao Jian e i consiglieri Chen Aihua, Zhang Haitao, Chen Qian, Fan Xiaohua e Tang Grace.

    Il voto contrario al bilancio trimestrale è stato motivato dai consiglieri “esclusivamente per la dichiarazione che il controllo di Sinochem su Pirelli è venuto meno”, spiega la società in una nota, poiché non condividono “le relative motivazioni anche in considerazione del fatto che il patto parasociale tra Camfin e Cnrc/MPI Italy è ancora in vigore e che quindi, a loro parere, Cnrc/MPI Italy mantiene il controllo su Pirelli ai sensi dell’art. 93 del Testo Unico della Finanza”.

    L’opposizione arriva dopo il fallimento delle trattative con Sinochem riguardo lo sviluppo nel mercato statunitense e, secondo il gruppo, le proposte del management sono state respinte dal partner cinese, mentre i consiglieri ad esso riconducibili hanno presentato una proposta agli Uffici del Golden Power, non condivisa con Pirelli.

    I conflitti interni al gruppo continuano ad attirare vendite sul titolo Pirelli a Piazza Affari, con l’apertura odierna che ha visto il titolo perdere oltre l’1% dopo circa un’ora di scambi, scendendo così sotto la soglia dei 6 euro.

    Eppure i numeri del primo trimestre 2025 non sono stati negativi: l’utile netto è cresciuto a doppia cifra, i margini sono in aumento e gli obiettivi per il 2025 sono stati confermati, nonostante le incertezze legate ai dazi USA.

    I ricavi sono saliti (+3,7%) a 1,76 miliardi di euro, anche se in calo dell’1% a livello organico (al netto dell’effetto cambi); l’EBIT adjusted è aumentato del 6,5% su base annua (279,8 milioni), con un margine cresciuto al 15,9% (dal 15,5%) e l’utile netto ha raggiunto i 127,2 milioni (+26,7% su base annua).

    Per il 2025, sono confermate le previsioni comunicate il 26 febbraio, anche se “le incertezze dello scenario economico potrebbero tradursi, in particolare nella seconda parte dell’anno, in un rallentamento della domanda rispetto a quanto stimato”.

    Sul fronte dei dazi, nell’eventualità che quelli attuali restino in vigore per tutto l’anno, l’azienda ha avviato un piano di mitigazione per “garantire gli obiettivi di EBIT adjusted e generazione di cassa nella parte bassa della guidance, così da raggiungere l’obiettivo di deleverage”, precisa Pirelli.

    “Primo trimestre in linea. Guidance 2025 nella parte bassa per effetto dei dazi. Da chiarire la posizione di Sinochem”, riassumono gli analisti di EQUITA, che mantengono la raccomandazione buy sul titolo, con un prezzo obiettivo di 6,5 euro.

    Anche Deutsche Bank (TG:DBK) conferma la raccomandazione buy, mantenendo il target price a 7 euro. I conti sono stati “buoni” e la guidance sull’intero anno è stata confermata, sottolineano gli analisti della banca tedesca.

  • Borsa di Milano inverte la rotta dopo il rally, pesano le trimestrali. Male Iveco e Ferragamo

    Borsa di Milano inverte la rotta dopo il rally, pesano le trimestrali. Male Iveco e Ferragamo

    Gli indici di Piazza Affari sono scesi con cautela per prese di profitto fisiologiche dopo il rally durato cinque sedute consecutive, che aveva riportato l’indice delle blue chip ai massimi da metà 2007.

    La seduta odierna è influenzata anche dalle numerose trimestrali.

    Sul fronte macroeconomico, nel pomeriggio sono attesi diversi dati dagli Stati Uniti: le vendite al dettaglio di aprile, le richieste settimanali di sussidi di disoccupazione (che dovrebbero restare stabili a 229.000 rispetto alle 228.000 della settimana precedente) e l’indice dei prezzi alla produzione (PPI) di aprile che, secondo gli analisti, potrebbe mostrare una moderazione (trend annuale al 2,5% dal 2,7% di marzo, con la componente “core” al 3,1% dal 3,3% – in linea con l’andamento del CPI).

    In Europa, questa mattina è attesa la stima ‘flash’ del PIL dell’Eurozona per il primo trimestre, monitorata con attenzione dalla BCE.

    Intorno alle 9:35 l’indice Ftse Mib perdeva lo 0,47%, avvicinandosi al livello di supporto dei 40.000 punti.

    Pesante Iveco, che cede il 7%, penalizzata dai risultati trimestrali che mostrano un utile netto inferiore al consenso degli analisti. Secondo Equita, “il primo trimestre è peggiore delle attese anche a livello operativo, rispetto alle nostre stime che erano già inferiori al consenso, a causa della riduzione della produzione per allineare le scorte dell’azienda e della rete vendita al calo del mercato”.

    Effetto trimestrali anche su Pirelli (BIT:PIRC), in calo dell’1,6%, nonostante dati in linea con le attese, ma il titolo risente delle tensioni sulla governance del gruppo, dovute allo scontro tra Camfin e la cinese Sinochem per il controllo.

    Ferragamo (BIT:SFER) perde oltre il 7% dopo aver riportato un lieve calo dei ricavi nel primo trimestre, dovuto principalmente alla debole domanda nell’area Asia Pacifico. I dati sono in linea con le attese. Il broker Equita ha ridotto il target price del 3% a 6,2 euro per azione, ritenendo che il titolo scambi ancora “a valutazioni elevate”.

    In controtendenza Dovalue, che guadagna l’8,9% dopo risultati in crescita sia in termini di utili che di ricavi, con una revisione al rialzo degli obiettivi per il 2025.

    In calo Industrie De Nora (-3,34%), con il mercato che sta ancora assorbendo i risultati pubblicati ieri mattina.

    Deboli le banche, in particolare UniCredit (BIT:UCG) in calo dell’1,3% e Banco Bpm (BIT:BMPS), oggetto di OPA da parte della banca in Piazza Gae Aulenti, che cede l’1,5%. Debole anche Mediobanca (BIT:MB), a -0,3%.

    Infine, in calo anche il settore petrolifero con Eni (BIT:ENI) e Saipem (BIT:SPM) in flessione tra l’1,2% e l’1,6%, mentre Tenaris (BIT:TEN) perde il 2,1%.

  • DAX, CAC, FTSE100, le borse europee leggermente in calo

    DAX, CAC, FTSE100, le borse europee leggermente in calo

    Le borse europee, rappresentate dagli indici Dow Jones, S&P e Nasdaq, registrano un leggero calo in una seduta caratterizzata dalla cautela questo mercoledì, mentre gli investitori attendono indicazioni dai dati sulle vendite al dettaglio negli Stati Uniti in uscita giovedì e dai prossimi colloqui tra Ucraina e Russia a Istanbul.

    Nel frattempo, l’inflazione dei prezzi al consumo in Germania è scesa ad un minimo di sei mesi ad aprile grazie al calo dei prezzi dell’energia, come stimato inizialmente, secondo i dati finali pubblicati da Destatis.

    L’indice dei prezzi al consumo è aumentato del 2,1% su base annua, dopo un incremento del 2,2% registrato a marzo. Il tasso è risultato in linea con la stima preliminare.

    L’inflazione calcolata in base all’indice armonizzato dei prezzi al consumo (HICP) è rallentata per il terzo mese consecutivo ad aprile. L’inflazione HICP è scesa al 2,2%, come previsto, rispetto al 2,3% di marzo.

    L’indice francese CAC 40 è in calo dello 0,3%, il tedesco DAX perde lo 0,2%, mentre il britannico FTSE 100 è sostanzialmente invariato.

    Il gruppo informatico francese Atos SE è crollato dopo aver presentato un nuovo piano strategico e di trasformazione.

    Anche il produttore di treni Alstom ha subito un forte ribasso dopo che le sue previsioni per l’esercizio 2025-26 sono risultate inferiori alle attese.

    Il principale tour operator europeo, TUI, ha segnato un netto ribasso dopo aver riportato una perdita più ampia nel secondo trimestre fiscale.

    La compagnia del tabacco Imperial Brands ha anch’essa registrato un forte calo in seguito a risultati semestrali contrastanti e all’annuncio del ritiro dell’amministratore delegato.

    D’altro canto, il gruppo Bouygues, attivo nel settore delle costruzioni e delle telecomunicazioni, ha messo a segno un forte rialzo dopo che i risultati del primo trimestre hanno superato le stime.

    Anche ABN AMRO Bank è salito sensibilmente dopo che la banca olandese ha riportato un utile del primo trimestre superiore alle attese.

    Infine, Burberry Group ha registrato un forte rialzo. Il marchio britannico di lusso ha annunciato il taglio di 1.700 posti di lavoro a livello globale, in risposta a un contesto macroeconomico incerto.

  • Dow Jones, S&P, Nasdaq, le azioni statunitensi potrebbero registrare ulteriori rialzi nelle prime contrattazioni

    Dow Jones, S&P, Nasdaq, le azioni statunitensi potrebbero registrare ulteriori rialzi nelle prime contrattazioni

    I principali futures sugli indici statunitensi Dow Jones, S&P e Nasdaq stanno attualmente indicando un’apertura in rialzo per mercoledì, con le azioni che potrebbero continuare a salire dopo i notevoli guadagni registrati nelle due sessioni precedenti.

    Le azioni potrebbero continuare a beneficiare dello slancio positivo recente, a seguito degli annunci di accordi commerciali tra Stati Uniti e Regno Unito e tra Stati Uniti e Cina.

    Tuttavia, l’attività complessiva sul mercato potrebbe rimanere piuttosto contenuta, data l’assenza di dati economici statunitensi di rilievo, che potrebbe spingere alcuni operatori a rimanere in attesa.

    Una serie di importanti dati economici statunitensi è prevista per giovedì, tra cui i rapporti sull’inflazione dei prezzi alla produzione, le vendite al dettaglio e la produzione industriale.

    Dopo un forte rialzo durante la sessione di lunedì, le azioni hanno registrato un’altra solida performance martedì. Il Nasdaq e l’S&P 500 hanno raggiunto i loro livelli di chiusura migliori da oltre due mesi, con l’S&P 500 che è passato in territorio positivo per il 2025.

    Il Nasdaq e l’S&P 500 si sono leggermente ritirati dai massimi di giornata verso la fine della seduta, ma sono rimasti saldamente positivi. Il Nasdaq è balzato di 301,74 punti, pari all’1,6%, chiudendo a 19.010,08, mentre l’S&P 500 è salito di 42,36 punti, pari allo 0,7%, a quota 5.886,55.

    Il più ristretto indice Dow, invece, ha trascorso gran parte della giornata in territorio negativo, chiudendo in calo di 269,67 punti, ovvero dello 0,6%, a 42.140,43.

    La persistente forza dei mercati più ampi è arrivata in seguito alla pubblicazione di un rapporto del Dipartimento del Lavoro che mostra come i prezzi al consumo negli Stati Uniti siano aumentati leggermente meno del previsto nel mese di aprile.

    Il Dipartimento del Lavoro ha riferito che il suo indice dei prezzi al consumo è salito dello 0,2% in aprile dopo essere diminuito dello 0,1% a marzo. Gli economisti si aspettavano un aumento dello 0,3%.

    Escludendo i prezzi di alimentari ed energia, i prezzi al consumo core sono anch’essi aumentati dello 0,2% in aprile, dopo un aumento dello 0,1% a marzo. Anche per questi era previsto un aumento dello 0,3%.

    Il rapporto ha inoltre indicato che il tasso annuo di crescita dei prezzi al consumo è rallentato al 2,3% in aprile dal 2,4% di marzo, mentre il tasso annuo di crescita dei prezzi core è rimasto invariato al 2,8%.

    I dati sull’inflazione, leggermente inferiori alle attese, hanno attenuato i timori che le nuove tariffe imposte dal presidente Donald Trump ai partner commerciali degli Stati Uniti potessero portare a un aumento dei prezzi.

    Anche la notizia di ieri sull’accordo commerciale tra Stati Uniti e Cina, che prevede un taglio delle pesanti tariffe reciproche, ha contribuito al prolungamento del rally a Wall Street.

    Nel frattempo, un crollo delle azioni di UnitedHealth (NYSE:UNH) ha pesato sul Dow, con il colosso della sanità che ha perso il 17,8%.

    Il crollo di UnitedHealth è avvenuto dopo che la società ha sospeso le previsioni per l’intero anno e ha annunciato che Andrew Witty lascerà l’incarico di CEO per motivi personali.

    L’hardware informatico e i semiconduttori hanno esteso il forte rialzo registrato durante la sessione di lunedì, contribuendo all’impennata del Nasdaq, fortemente orientato alla tecnologia.

    Una forza considerevole è stata visibile anche tra i titoli aerei, come riflesso dal balzo del 2,9% dell’indice NYSE Arca Airline.

    Anche i titoli dei produttori di petrolio, delle reti e delle società di intermediazione hanno mostrato una forza notevole, mentre i titoli sanitari, biotecnologici e farmaceutici hanno registrato cali significativi.

  • UniCredit illustra la strategia M&A e la direzione aziendale durante l’incontro con gli analisti

    UniCredit illustra la strategia M&A e la direzione aziendale durante l’incontro con gli analisti

    I vertici di UniCredit (BIT:UCG), con il CEO e il CFO in prima linea, hanno tenuto ieri un incontro con gli analisti sell-side, incentrato sulle operazioni di Mergers & Acquisitions (M&A) in corso, sulla direzione dell’attività autonoma e sulla generazione di capitale in eccesso.

    Sul fronte M&A italiano, la banca è in attesa di chiarimenti da parte del governo riguardo alle condizioni legate al “golden power”, che dovrebbero arrivare a breve. Il management ha spiegato le complicazioni introdotte da queste condizioni e ha sottolineato che l’operazione sarebbe difficile da sostenere se le clausole restassero invariate.

    In Germania, l’attenzione è rivolta all’evoluzione della redditività di Commerzbank (TG:CBK) e alle valutazioni relative. La dirigenza di UniCredit ha sottolineato la propria flessibilità nel muoversi in qualsiasi direzione, supportata dai guadagni in conto capitale già acquisiti grazie alla partecipazione in CBK.

    Tuttavia, è stato anche evidenziato che la conversione di questa partecipazione, insieme al contributo pro-quota di utili e perdite da CBK, introduce volatilità a causa di un disallineamento contabile rispetto all’hedge.

    Per quanto riguarda l’evoluzione del business, l’attenzione resta focalizzata sull’allocazione del capitale verso prestiti ad alto margine su base corretta per il rischio e verso prodotti a basso assorbimento di capitale. L’azienda ritiene che ci siano ancora margini di miglioramento nell’efficienza degli Asset Ponderati per il Rischio (RWA), il che rafforza la fiducia nella continua generazione organica di capitale oltre l’utile netto.

    Il management ha ribadito l’impegno a utilizzare o restituire il capitale in eccesso — che a marzo ammontava a 9,3 miliardi di euro (a metà intervallo) — entro il 2027.

    Altri temi affrontati durante l’incontro hanno riguardato la situazione in Russia, il contesto competitivo e le previsioni sull’andamento del credito.

  • Le borse europee stabili mentre gli investitori digeriscono gli utili societari e i dati sull’inflazione

    Le borse europee stabili mentre gli investitori digeriscono gli utili societari e i dati sull’inflazione

    Gli indici azionari europei sono rimasti stabili mercoledì dopo i recenti guadagni, mentre gli investitori hanno assimilato nuovi risultati societari e dati chiave sull’inflazione.

    Alle 09:05 (ora italiana), l’indice DAX in Germania è salito dello 0,3%, mentre il CAC 40 in Francia è rimasto sostanzialmente invariato e il FTSE 100 nel Regno Unito è sceso dello 0,1%.

    Volatilità in calo

    La notizia di un accordo commerciale tra Cina e Stati Uniti, le due maggiori economie del mondo, ha permesso alla maggior parte dei mercati azionari principali di recuperare le perdite subite dopo l’annuncio da parte del presidente USA Donald Trump dei piani tariffari.

    I titoli statunitensi sono tornati in territorio positivo da inizio anno, mentre le azioni europee sono ora leggermente al di sopra dei livelli del 2 aprile, il cosiddetto “Giorno della Liberazione”.

    La volatilità sta diminuendo con il ritorno della stabilità nei mercati, e gli investitori tornano a concentrarsi su questioni più regolari, come i dati economici in arrivo e i risultati trimestrali delle aziende.

    L’inflazione tedesca rallenta ad aprile

    L’inflazione in Germania è ulteriormente rallentata al 2,2% ad aprile, secondo quanto riportato mercoledì dall’Ufficio federale di statistica, confermando i dati preliminari.

    I prezzi al consumo tedeschi, armonizzati per essere confrontabili con quelli degli altri paesi dell’Unione Europea, erano aumentati del 2,3% su base annua a marzo.

    I dati equivalenti per la Spagna saranno pubblicati più tardi nella sessione, seguiti giovedì dai dati sull’inflazione francese e dalla crescita del PIL dell’area euro per il primo trimestre.

    La Banca Centrale Europea ha tagliato i tassi d’interesse sette volte nell’ultimo anno ed è ampiamente previsto un nuovo taglio nella prossima riunione di inizio giugno.

    C’è spazio per un ulteriore taglio dei tassi da parte della BCE entro l’estate, ha dichiarato martedì il consigliere François Villeroy de Galhau in un’intervista al gruppo editoriale EBRA.

    Villeroy – che è anche governatore della Banque de France – ha affermato che gli Stati Uniti potrebbero vedere un aumento dell’inflazione a causa delle tariffe imposte da Trump, mentre l’Europa dovrebbe esserne risparmiata.

    “Non vediamo un’accelerazione dell’inflazione. Il protezionismo dell’amministrazione Trump porterà a una ripresa dell’inflazione negli Stati Uniti, ma non in Europa, il che potrebbe permettere un nuovo taglio dei tassi entro l’estate”, ha detto.

    Vendite Q4 di Burberry sorprendono positivamente

    Il settore tecnologico sarà probabilmente sotto i riflettori in Europa mercoledì, dopo che le aziende statunitensi di semiconduttori Nvidia (NASDAQ:NVDA) e AMD (NASDAQ:AMD) hanno annunciato importanti accordi sull’intelligenza artificiale in Medio Oriente.

    Altrove, il marchio di lusso britannico Burberry (LSE:BRBY) ha riportato vendite del quarto trimestre e utile operativo rettificato superiori alle attese.

    E.ON (TG:EOAE) ha registrato un aumento del 18% dell’Ebitda rettificato nel primo trimestre del 2025, grazie a maggiori investimenti e a una migliore performance operativa in tutti i segmenti core del colosso elettrico tedesco.

    Ferrovial (EU:FER) ha comunicato un aumento del 19% dell’Ebitda nel primo trimestre, sostenuto da una forte performance nel business delle autostrade a pedaggio negli Stati Uniti.

    Lundbeck (TG:LDBB) ha alzato le previsioni su ricavi e utili per l’intero anno, dopo aver riportato un incremento del 16% nei ricavi del primo trimestre.

    La compagnia telefonica spagnola Telefonica (NYSE:TEF) ha riportato una forte perdita netta nel primo trimestre, a seguito di una svalutazione delle unità vendute in Perù e Argentina.

    Alstom (EU:ALO) prevede un aumento del margine operativo rettificato per l’esercizio 2025/26, dopo aver registrato un flusso di cassa libero annuale ben oltre le aspettative del mercato.

    Il greggio cala per aumento delle scorte USA

    I prezzi del petrolio sono scesi leggermente mercoledì, dopo aver raggiunto i massimi delle ultime due settimane, in seguito a un forte aumento delle scorte statunitensi che ha sollevato preoccupazioni sulla domanda.

    Alle 09:05 (ora italiana), i future sul Brent sono scesi dello 0,5% a 66,32 dollari al barile, mentre i future sul WTI statunitense sono calati dello 0,5% a 63,38 dollari al barile.

    Le scorte di greggio USA sono aumentate di 4,3 milioni di barili nella settimana conclusasi il 9 maggio, secondo i dati dell’American Petroleum Institute pubblicati martedì.

    I dati ufficiali settimanali dell’EIA (U.S. Energy Information Administration) saranno pubblicati più tardi nella giornata e potrebbero indicare che la domanda continua ad affrontare sfide significative.

    Entrambi i benchmark erano saliti di oltre il 2,5% nella sessione precedente, aggiungendosi ai guadagni di lunedì, dopo che Cina e Stati Uniti – i due maggiori consumatori mondiali di greggio – hanno concordato una tregua commerciale di almeno 90 giorni, riducendo i rispettivi dazi.

  • Borsa di Milano, partenza piatta, consolidamento delle posizioni dopo il rally, corre De Nora

    Borsa di Milano, partenza piatta, consolidamento delle posizioni dopo il rally, corre De Nora

    Gli indici della Borsa di Milano sono saliti da un inizio piatto a un lieve rialzo, in quella che sembrava essere una sessione di consolidamento dopo quattro giorni consecutivi di guadagni. I risultati aziendali influenzeranno anche i prezzi oggi, mentre sul fronte macroeconomico sono previsti pochi dati questa settimana.

    Intorno alle 9:30 l’indice Ftse Mib guadagnava lo 0,10%.

    Per quanto riguarda le tensioni tariffarie, il consigliere della BCE Klaas Knot ha dichiarato che le politiche commerciali dell’amministrazione statunitense stanno creando incertezze nell’economia globale che potrebbero ridurre sia la crescita che l’inflazione nel breve periodo.

    Industrie De Nora è in forte rialzo, +5,6% dopo risultati trimestrali in crescita e conferma delle previsioni per l’intero anno.

    INWIT è stato venduto a -0,6% dopo che i risultati trimestrali sono risultati in linea con il consenso.

    Sul fronte bancario, le grandi UniCredit (BIT:UCG) e Intesa (BIT:ISP) sono salite dello 0,4%. Ci sono anche segnali positivi su MPS (BIT:BMPS), che sale dello 0,45% dopo aver raggiunto nuovi massimi da agosto 2022 a 8,42 euro. Vendite su Mediobanca (BIT:MB), che scende dell’1% dopo i forti guadagni recenti del titolo.

    Buon andamento per TIM (BIT:TIT), +1,5%, così come per Leonardo che avanza dell’1,2%.

    La Juventus (BIT:JUVE) guadagna il 2% dopo l’annuncio che Jeep pagherà 69 milioni di euro per diventare lo sponsor della maglia del club calcistico fino a giugno 2028.

    Vendite su Stellantis (BIT:STLAM) che scende dell’1,2%.

  • DAX, CAC, FTSE100: le borse europee salgono moderatamente grazie ai progressi nei colloqui commerciali tra USA e Cina

    DAX, CAC, FTSE100: le borse europee salgono moderatamente grazie ai progressi nei colloqui commerciali tra USA e Cina

    Le borse europee — DAX, CAC e FTSE100 — hanno registrato un lieve rialzo martedì, proseguendo i guadagni per il quarto giorno consecutivo, sostenute dai segnali di progresso nei negoziati commerciali tra Stati Uniti e Cina.

    Tuttavia, è prevalso un tono di cautela dopo che il presidente statunitense Donald Trump ha dichiarato che l’Unione Europea è “più cattiva della Cina” e che “abbiamo appena iniziato con loro”, lasciando presagire negoziati commerciali difficili.

    Attualmente, l’indice CAC 40 francese, il FTSE 100 britannico e il DAX tedesco segnano tutti un aumento dello 0,1%.

    Notizie economiche

    Nel Regno Unito, le vendite al dettaglio sono cresciute in modo significativo ad aprile, principalmente grazie alla coincidenza con la Pasqua e alle buone condizioni meteo, secondo quanto riportato dal British Retail Consortium.

    Le vendite totali al dettaglio sono aumentate del 7,0% su base annua ad aprile, in netto contrasto con il calo del 4,0% registrato nello stesso periodo dell’anno precedente.

    Il tasso di disoccupazione nel Regno Unito è salito al 4,5% nei tre mesi fino a marzo, in linea con le attese, rispetto al 4,4% del periodo precedente, secondo l’Ufficio Nazionale di Statistica.

    Notizie aziendali

    La multinazionale farmaceutica e agricola Bayer AG è balzata in borsa dopo aver riportato un calo dell’utile trimestrale rettificato inferiore alle attese e aver confermato gli obiettivi per il 2025.

    Al contrario, i principali riassicuratori tedeschi, Hannover Re e Munich Re, sono crollati in seguito alla comunicazione di pesanti perdite legate agli incendi che hanno devastato Los Angeles.

    LEG Immobilien SE ha registrato un netto calo dopo aver riportato una crescita modesta degli affitti comparabili nel primo trimestre del 2025.

    Anche Vonovia, società specializzata nella gestione di immobili residenziali, ha subito una flessione significativa dopo il lancio di un’emissione di obbligazioni convertibili non garantite per un valore complessivo di 1,3 miliardi di euro.