Gli analisti di Bernstein hanno declassato Enel SpA (BIT:ENEL) da “outperform” a “market-perform” in un report pubblicato lunedì, sostenendo che il rialzo di quasi il 28% registrato quest’anno lascia poco margine per ulteriori progressi. La società ha spiegato che la maggior parte dell’avanzamento del titolo è legata all’espansione dei multipli, più che a un reale slancio degli utili.
Sebbene Bernstein abbia leggermente aumentato il prezzo obiettivo da 8,50 € a 8,90 €, gli analisti hanno dichiarato che la nuova valutazione implica un “upside molto limitato” a fronte di una persistente incertezza sull’allocazione del capitale e di una crescita organica più lenta.
Il broker ha inoltre affermato che Enel “non è più a buon mercato”, osservando che il P/E forward a 1 anno del titolo è salito da 10,1x a 12,3x, mentre le stime di consenso dell’EPS per il FY25 e il FY26 sono aumentate rispettivamente solo dell’1,3% e del 2,7% dall’inizio dell’anno. Enel ora tratta con un premio del 5% rispetto alla sua media storica del P/E, mentre il dividend yield è in linea con la media di lungo periodo e lo spread rispetto ai rendimenti sovrani decennali si è “notevolmente compresso”.
Bernstein ha segnalato diverse fonti di incertezza: la revisione delle tariffe di concessione della distribuzione elettrica in Italia, tempi regolatori più lunghi in Spagna e la sospensione del rinnovo della concessione a San Paolo—un asset che rappresentava oltre il 40% della RAB brasiliana di Enel alla fine del FY24. Gli analisti hanno avvertito che l’incertezza su San Paolo “potrebbe pesare sul titolo” dato l’elevato rendimento storico della concessione e la forte crescita del capex.
Il broker prevede inoltre che Enel non raggiungerà il suo obiettivo di capex nelle rinnovabili di 12 miliardi di euro per il FY25–FY27, stimando invece circa 8,6 miliardi. Tra le cause: un’attività ridotta negli Stati Uniti e in America Latina, un eccesso di offerta in mercati come Spagna, Cile e Brasile, e il maggiore focus dell’azienda sullo storage a batterie—un segmento che Bernstein ritiene offrirà un contributo minimo all’EBITDA, con un CAGR previsto dello 0,8% nel periodo FY24–FY27.
La revisione da parte di Enel di quasi 20 GW di asset rinnovabili brownfield in Europa, Nord America e Australia è stata segnalata come un ulteriore elemento di dibattito, sollevando interrogativi sulla capacità dell’azienda di generare valore nel lungo periodo nonostante potenziali benefici sugli utili nel breve termine.
Per l’Italia, Bernstein vede margini di fornitura sotto pressione a causa del calo dei prezzi di energia elettrica e gas, dell’aumento della concorrenza e dei problemi legati all’accessibilità economica. Sebbene gli analisti stimino circa 3,2 miliardi di euro di EBITDA annuale dalle attività di fornitura italiane, ritengono che vi sia “upside limitato” rispetto alle loro previsioni nelle attuali condizioni di mercato.
Il report evidenzia che la solidità del bilancio di Enel—con oltre 10 miliardi di euro di margine finanziario—e il continuo programma di buyback rappresentano fattori di supporto; tuttavia, non bastano a compensare la debole crescita organica degli utili (con un CAGR dell’EPS aggiustato del 2,2% tra FY24 e FY27) e le persistenti incertezze strategiche e regolatorie.
Il lieve aumento del prezzo obiettivo deriva da un miglioramento dello 0,5% dell’EBITDA per FY25–FY27, grazie soprattutto ai risultati migliori del previsto in Spagna e a valute latinoamericane leggermente più forti. Nonostante ciò, gli analisti hanno concluso: “Nel complesso, abbiamo ora una visibilità inferiore sulla politica di allocazione del capitale di Enel, lasciando il rapporto rischio/rendimento in equilibrio.”









