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  • I prezzi dell’oro recuperano mentre i dati sull’inflazione negli USA rafforzano il dollaro e mettono pressione sui metalli

    I prezzi dell’oro recuperano mentre i dati sull’inflazione negli USA rafforzano il dollaro e mettono pressione sui metalli

    I prezzi dell’oro sono saliti leggermente durante la sessione asiatica di mercoledì, recuperando dalle perdite precedenti dopo che i dati sull’inflazione al consumo negli Stati Uniti hanno superato le aspettative, rafforzando il dollaro e riducendo le speranze di tagli ai tassi d’interesse nel breve termine.

    Anche gli altri metalli preziosi hanno registrato un rimbalzo dopo i recenti cali. Platino e argento, che avevano sovraperformato l’oro recentemente, hanno ceduto parte dei guadagni di questa settimana mentre gli investitori hanno incassato i profitti.

    La domanda di rifugio sicuro per l’oro è rimasta solida tra le preoccupazioni persistenti sulle tariffe commerciali del presidente Donald Trump. L’incertezza crescente sull’indipendenza della Federal Reserve ha ulteriormente sostenuto l’oro, con pressioni politiche crescenti per la rimozione del presidente Powell. Le tensioni geopolitiche tra Russia e Ucraina hanno contribuito a sostenere la domanda del metallo.

    L’oro spot è salito dello 0,4% a 3.339,26 dollari l’oncia, mentre i futures sull’oro di settembre sono aumentati dello 0,3% a 3.345,40 dollari l’oncia nelle prime ore di mercoledì ET.

    L’oro resta all’interno di un intervallo mentre gli altri metalli mostrano volatilità

    Nonostante i guadagni modesti, l’oro è rimasto all’interno di un intervallo di trading familiare tra 3.300 e 3.500 dollari l’oncia, un range occupato negli ultimi tre mesi. Il metallo ha faticato a rompere questo livello, mentre si ipotizza che i recenti massimi record di aprile abbiano lasciato l’oro un po’ ipercomprato, soprattutto rispetto ad altri metalli preziosi.

    Platino e argento hanno fatto progressi negli ultimi mesi, raggiungendo massimi pluriennali. I loro guadagni sono stati alimentati in parte da investitori che cercavano alternative all’oro a valutazioni più attraenti, insieme alle aspettative di un’offerta più stretta e di una domanda più forte.

    Tuttavia, entrambi i metalli hanno subito una battuta d’arresto questa settimana, con il calo delle scommesse su tagli imminenti dei tassi da parte della Federal Reserve. Il platino spot si è stabilizzato a 1.421 dollari l’oncia, mentre l’argento è salito leggermente a 37,84 dollari l’oncia.

    Dollaro più forte pesa sui metalli mentre persistono le preoccupazioni sull’inflazione

    Il mercato più ampio dei metalli ha subito pressioni a causa del rafforzamento del dollaro USA, che martedì ha raggiunto un massimo di tre settimane dopo dati sull’inflazione più alti del previsto per giugno.

    I futures del rame sul London Metal Exchange sono rimasti stabili a 9.639,70 dollari per tonnellata, mentre i futures sul rame USA sono calati dello 0,4% a 5,50 dollari per libbra.

    Sebbene l’indice dei prezzi al consumo abbia mostrato solo un modesto aumento rispetto a maggio, i dati suggeriscono che l’inflazione rimane persistente. Ciò ha aumentato le preoccupazioni sugli effetti inflazionistici delle tariffe imposte dal presidente Trump.

    La Federal Reserve ha indicato che manterrà i tassi d’interesse invariati finché non sarà chiaro l’impatto delle tariffe, un messaggio rafforzato dal rapporto sull’inflazione di martedì. Tuttavia, questa posizione ha suscitato critiche da parte di Trump e dei suoi sostenitori, che continuano a chiedere la rimozione di Powell e tagli ai tassi.

    Questo contenuto è fornito esclusivamente a scopo informativo e non costituisce consulenza finanziaria, d’investimento o di altro tipo professionale. Non deve essere considerato come una raccomandazione all’acquisto o alla vendita di titoli o strumenti finanziari. Tutti gli investimenti comportano dei rischi, inclusa la possibilità di perdere il capitale investito. Le performance passate non sono indicative di risultati futuri. Si consiglia di effettuare le proprie ricerche e di consultare un consulente finanziario qualificato prima di prendere qualsiasi decisione di investimento.

  • I prezzi del petrolio salgono mentre l’OPEC+ mantiene le previsioni sulla domanda e le scorte USA aumentano leggermente

    I prezzi del petrolio salgono mentre l’OPEC+ mantiene le previsioni sulla domanda e le scorte USA aumentano leggermente

    I prezzi del petrolio sono saliti nella sessione asiatica di mercoledì, recuperando dopo perdite precedenti, mentre l’OPEC+ ha confermato il suo ottimismo riguardo alla domanda globale di petrolio nonostante gli aumenti di produzione recenti. Nel frattempo, i trader hanno reagito a un modesto aumento delle scorte di greggio negli Stati Uniti.

    Alle 22:17 ET (02:17 GMT), i futures sul Brent con scadenza a settembre sono aumentati dello 0,4% a 69,01 dollari al barile, mentre il WTI di settembre è salito dello 0,6% a 66,94 dollari al barile.

    Il mercato ha vissuto volatilità all’inizio della settimana dopo l’avvertimento del presidente USA Donald Trump su una “dichiarazione importante” relativa alla Russia, che ha fatto temere possibili interruzioni nelle forniture. Tuttavia, i prezzi sono scesi di quasi il 3% nei primi due giorni dopo che Trump ha rinunciato a un’azione immediata, concedendo invece alla Russia un periodo di 50 giorni per risolvere il conflitto in Ucraina.

    L’OPEC prevede una crescita economica più forte nella seconda metà dell’anno e conferma le stime sulla domanda

    L’ultimo rapporto mensile dell’OPEC ha riaffermato le previsioni di domanda per il 2025 e il 2026, esprimendo la speranza che l’allentamento delle tensioni commerciali sosterrà la crescita economica nella seconda metà di quest’anno.

    L’organizzazione ha osservato che gli sviluppi recenti suggeriscono la possibilità di accordi commerciali con partner chiave degli Stati Uniti, riducendo così l’incertezza nell’economia globale.

    Nonostante ciò, i prezzi del petrolio restano sotto pressione a causa delle preoccupazioni che i prossimi aumenti tariffari annunciati da Trump, in vigore dal 1° agosto, possano accelerare l’inflazione e rallentare la crescita economica, indebolendo potenzialmente la domanda di petrolio.

    L’OPEC+ ha sottolineato che i processi di raffinazione a livello mondiale, specialmente negli Stati Uniti, dovrebbero restare elevati per far fronte all’aumento stagionale della domanda di carburanti per trasporto, inclusi benzina, carburante per aerei e residui.

    Questo avviene in un contesto di aumenti continui della produzione da parte di OPEC+, con l’ultimo incremento di 548.000 barili al giorno previsto per agosto.

    Le scorte di greggio USA aumentano leggermente

    I dati settimanali dell’American Petroleum Institute relativi al periodo terminato l’11 luglio mostrano un aumento moderato delle scorte di greggio negli Stati Uniti di circa 839.000 barili. Le scorte di benzina sono aumentate di 1,93 milioni di barili e quelle di distillati di 828.000 barili.

    Questo segue un significativo aumento delle scorte di greggio della settimana precedente di 7,1 milioni di barili, dovuto in gran parte a un ridotto flusso nelle raffinerie per la stagione di manutenzione.

    Questo contenuto è fornito esclusivamente a scopo informativo e non costituisce consulenza finanziaria, d’investimento o di altro tipo professionale. Non deve essere considerato come una raccomandazione all’acquisto o alla vendita di titoli o strumenti finanziari. Tutti gli investimenti comportano dei rischi, inclusa la possibilità di perdere il capitale investito. Le performance passate non sono indicative di risultati futuri. Si consiglia di effettuare le proprie ricerche e di consultare un consulente finanziario qualificato prima di prendere qualsiasi decisione di investimento.

  • Dow Jones, S&P, Nasdaq, Accordo commerciale USA-Indonesia, outlook prudente di ASML e risultati chiave in arrivo sui mercati

    Dow Jones, S&P, Nasdaq, Accordo commerciale USA-Indonesia, outlook prudente di ASML e risultati chiave in arrivo sui mercati

    I futures azionari statunitensi sono scesi mentre gli investitori assimilavano dati sull’inflazione contrastanti e si preparavano a ulteriori report economici. Diverse grandi aziende statunitensi stanno per pubblicare i risultati trimestrali, mentre il produttore europeo di apparecchiature per semiconduttori ASML (UE:ASML) ha avvertito di possibili ostacoli legati all’aumento dei dazi statunitensi, mettendo in dubbio la crescita per il 2026. Sul fronte commerciale, il presidente Donald Trump ha annunciato un nuovo accordo tariffario con l’Indonesia, in vista della scadenza cruciale del 1° agosto per i suoi dazi “reciproci”.

    Movimenti di mercato e dati sull’inflazione

    Mercoledì mattina i futures sul Dow, S&P 500 e Nasdaq hanno mostrato cali moderati, riflettendo la cautela degli investitori. La sessione precedente aveva registrato lievi ribassi degli indici principali a causa delle preoccupazioni sull’aumento dei prezzi di beni soggetti a dazi. I dati più recenti sull’inflazione sembrano aver rafforzato le aspettative che la Federal Reserve manterrà i tassi d’interesse invariati alla prossima riunione, aumentando le tensioni tra Trump e il presidente della Fed Jerome Powell, criticato da Trump per non aver tagliato i tassi più rapidamente.

    I primi risultati bancari hanno mostrato esiti contrastanti: le azioni JPMorgan sono leggermente scese, Citigroup è salita nettamente, mentre Wells Fargo ha perso terreno dopo aver rivisto al ribasso le previsioni.

    Dettagli sull’accordo commerciale USA-Indonesia

    Gli Stati Uniti imporranno un dazio del 19% sulle importazioni dall’Indonesia, in aumento rispetto al 10% attuale, nell’ambito di un nuovo accordo bilaterale. L’accordo mira anche a contrastare le pratiche di “transshipment”, ovvero il transito di merci cinesi attraverso l’Indonesia per eludere i dazi statunitensi. L’intesa segue precedenti accordi quadro con Regno Unito, Cina e Vietnam. Trump ha sottolineato che la scadenza del 1° agosto non sarà rinviata, nonostante i precedenti disordini di mercato.

    Il Yale Budget Lab stima che il tasso medio dei dazi USA salirà oltre il 20% a causa di queste politiche, un netto aumento rispetto ai livelli pre-Trump.

    Risultati e prospettive di ASML

    ASML ha riportato ordini solidi nel secondo trimestre, ma ha avvertito che la crescita nel 2026 è incerta a causa di fattori macroeconomici e geopolitici, in particolare i dazi. Il CEO Christophe Fourier ha dichiarato che la crescita è ancora prevista, ma non può essere garantita al momento. Le azioni ASML sono scese di oltre il 6% nelle contrattazioni mattutine dopo l’annuncio.

    Nel frattempo, il produttore di beni di lusso Richemont ha registrato un aumento delle vendite del 6% nel trimestre, trainato dalla domanda di gioielli nonostante la debolezza nel segmento orologi.

    Risultati imminenti

    Il calendario degli utili di mercoledì include grandi banche come Bank of America, Morgan Stanley e Goldman Sachs, che offriranno indicazioni sulle prospettive del settore finanziario. Anche il gigante farmaceutico Johnson & Johnson pubblicherà i suoi risultati, così come United Airlines, che dovrebbe fornire spunti sulla domanda nel settore aereo. Delta Air Lines ha recentemente reintegrato le previsioni, citando miglioramenti nei fondamentali del settore.

    Indicatori d’inflazione e Beige Book della Fed

    Gli investitori si concentreranno sull’indice dei prezzi alla produzione di giugno, che dovrebbe mostrare un leggero rallentamento dell’inflazione annua ma un modesto aumento su base mensile. Verrà pubblicato anche il Beige Book della Federal Reserve, che riassume le condizioni economiche regionali. Gli analisti si aspettano che il rapporto evidenzi rischi persistenti di stagflazione, con sfide di crescita e pressioni inflazionistiche derivanti dalle tensioni commerciali.

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  • DAX, CAC, FTSE100, Mercati europei in lieve rialzo grazie all’ottimismo sul commercio globale e ai dati positivi dalla Cina

    DAX, CAC, FTSE100, Mercati europei in lieve rialzo grazie all’ottimismo sul commercio globale e ai dati positivi dalla Cina

    Le borse europee hanno registrato lievi guadagni martedì, sostenute dal miglioramento del sentiment riguardo ai negoziati commerciali globali e da dati economici incoraggianti provenienti dalla Cina.

    A metà giornata, il DAX tedesco è salito dello 0,3%, il CAC 40 francese ha guadagnato lo 0,2% e il FTSE 100 del Regno Unito è avanzato dello 0,1%.

    Gli investitori sembrano rassicurati dal fatto che la retorica aggressiva del presidente statunitense Donald Trump in tema di commercio difficilmente comprometterà gli scambi internazionali. Allo stesso tempo, le cifre sulla crescita cinese superiori alle attese hanno alimentato l’appetito per il rischio.

    I titoli tecnologici si sono distinti dopo che Nvidia (NASDAQ:NVDA) ha ottenuto l’approvazione del governo USA per riprendere l’esportazione dei suoi chip AI H20 verso la Cina.

    Tra i titoli in evidenza, le azioni di Trustpilot Group (LSE:TRST) sono balzate dopo che l’azienda ha rivisto al rialzo le previsioni sugli utili dell’anno, sostenuta da una solida crescita delle prenotazioni e dei ricavi nel primo semestre.

    Bene anche Thyssenkrupp Nucera (TG:NCH2), specializzata in idrogeno, che ha rivisto al rialzo la guidance sull’EBIT annuale, facendo salire il titolo.

    Sul fronte negativo, B&M European Value Retail (LSE:BME) è crollata dopo vendite del primo trimestre inferiori alle attese.

    Male anche Ericsson (NASDAQ:ERIC), penalizzata dai dazi statunitensi che hanno inciso negativamente sui margini di profitto.

    Barratt Redrow (LSE:BTRW) ha registrato un forte calo dopo aver mancato gli obiettivi di vendita per l’intero anno fino a giugno.

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  • I futures azionari salgono con Nvidia in evidenza, inflazione USA in linea con le attese

    I futures azionari salgono con Nvidia in evidenza, inflazione USA in linea con le attese

    I future sugli indici statunitensi registrano rialzi martedì mattina, aprendo la strada a un avvio positivo per Wall Street, sostenuti dai dati sull’inflazione e da una notizia chiave da Nvidia.

    Nvidia (NASDAQ:NVDA) ha guadagnato il 4,7% nel pre-market dopo aver annunciato che riprenderà “presto” la vendita dei suoi chip AI H20 in Cina.

    “Il governo degli Stati Uniti ha assicurato a NVIDIA che verranno concessi i permessi, e NVIDIA spera di iniziare le consegne presto,” ha dichiarato l’azienda, alimentando l’ottimismo e indicando un allentamento delle tensioni tecnologiche tra Stati Uniti e Cina.

    I mercati hanno reagito positivamente anche al report sull’inflazione del Dipartimento del Lavoro, che ha mostrato dati in linea con le stime. L’indice dei prezzi al consumo (CPI) è aumentato dello 0,3% a giugno, in crescita rispetto allo 0,1% di maggio.

    Su base annua, l’inflazione è salita al 2,7%, rispetto al 2,4% precedente e leggermente sopra le aspettative del 2,6%. L’indice core, che esclude alimentari ed energia, è salito dello 0,2% e ha segnato un tasso annuo del 2,9%, in linea con le previsioni.

    I principali indici USA hanno chiuso in rialzo lunedì. Il Nasdaq è salito di 54,80 punti (+0,3%) a 20.640,33, il Dow Jones di 88,14 punti (+0,2%) a 44.459,65 e l’S&P 500 ha guadagnato 8,81 punti (+0,1%) a 6.268,56.

    I mercati hanno resistito anche alle nuove minacce commerciali dell’ex presidente Donald Trump, che ha annunciato possibili dazi del 30% su importazioni da Unione Europea e Messico a partire dal 1° agosto.

    “I paesi dovrebbero dire: ‘Grazie per la lunga corsa gratuita di questi anni, ma ora sappiamo che dovete fare ciò che è giusto per l’America’,” ha scritto Trump su Truth Social. “Dovremmo rispondere dicendo: ‘Grazie per aver compreso la nostra situazione. Molto apprezzato!’”

    In risposta, l’Unione Europea ha deciso di sospendere le contromisure commerciali fino a inizio agosto per favorire un accordo.

    “Estenderemo la sospensione delle nostre contromisure fino all’inizio di agosto,” ha dichiarato la presidente della Commissione UE, Ursula von der Leyen. “Allo stesso tempo, continueremo a prepararci con ulteriori misure, così da essere pronti.”

    “Abbiamo sempre detto chiaramente di preferire una soluzione negoziata. E useremo il tempo a disposizione fino al 1° agosto per negoziare,” ha aggiunto.

    Questo contenuto è fornito esclusivamente a scopo informativo e non costituisce consulenza finanziaria, d’investimento o di altro tipo professionale. Non deve essere considerato come una raccomandazione all’acquisto o alla vendita di titoli o strumenti finanziari. Tutti gli investimenti comportano dei rischi, inclusa la possibilità di perdere il capitale investito. Le performance passate non sono indicative di risultati futuri. Si consiglia di effettuare le proprie ricerche e di consultare un consulente finanziario qualificato prima di prendere qualsiasi decisione di investimento.

  • Il dollaro scende leggermente prima dei dati chiave sull’inflazione USA

    Il dollaro scende leggermente prima dei dati chiave sull’inflazione USA

    Il dollaro USA è leggermente calato martedì, ma è rimasto vicino a un picco di tre settimane, mentre i mercati attendevano i dati sull’inflazione che potrebbero influenzare le prossime mosse della Federal Reserve sui tassi di interesse.

    Alle 04:30 ET (08:30 GMT), l’indice del dollaro — che confronta il biglietto verde con sei valute principali — è sceso dello 0,1% a 97,63, appena sotto il massimo di fine giugno.

    Il dollaro si ritrae in attesa del rapporto CPI

    Il dollaro, tradizionalmente considerato bene rifugio, ha ceduto terreno grazie a un sentiment di mercato migliorato, sostenuto dalla crescita del PIL cinese nel secondo trimestre superiore alle attese e dall’annuncio di Nvidia di poter riprendere presto l’esportazione dei chip verso la Cina, segnale di un allentamento delle tensioni tra i due paesi.

    Nonostante ciò, i volumi di scambio sono rimasti contenuti in attesa dei dati sul Consumer Price Index (CPI) USA. Gli economisti prevedono un aumento mensile dello 0,3% per giugno, rispetto allo 0,1% di maggio, e un incremento annuo al 2,6% dal 2,4%.

    Gli investitori sperano che la Fed riprenda i tagli dei tassi, ma i responsabili della politica monetaria restano cauti, sottolineando che i dazi potrebbero mantenere alta l’inflazione.

    Gli analisti di ING hanno affermato: «Il movimento del dollaro dipenderà probabilmente dal fatto che i dati sull’inflazione supereranno o meno il +0,3% mensile previsto». Hanno aggiunto che il mercato prevede ancora un alleggerimento da parte della Fed a settembre, ma che questo potrebbe essere rivisto.

    Euro in rialzo prima dei dati sul sentiment economico tedesco

    In Europa, l’euro è salito dello 0,2% a 1,1691 rispetto al dollaro, recuperando dopo il calo di lunedì vicino ai minimi di tre settimane.

    Sebbene l’inflazione spagnola di giugno sia stata leggermente superiore alle attese, l’attenzione si è spostata sull’indice ZEW del sentiment economico tedesco di luglio, con gli investitori alla ricerca di segnali di forza nella più grande economia europea.

    ING ha commentato che i dati dovrebbero essere «positivi, riflettendo l’ottimismo sull’espansione fiscale in corso in Germania».

    La BCE ha tagliato i tassi otto volte nel ciclo di allentamento attuale, l’ultima volta a giugno, portando il tasso sui depositi al 2%. Il membro del consiglio della BCE Fabio Panetta ha indicato la scorsa settimana che potrebbero esserci ulteriori tagli se le tensioni commerciali e i rischi geopolitici spingessero ulteriormente la disinflazione.

    La sterlina si riprende leggermente dopo la contrazione dell’economia UK

    La sterlina britannica ha guadagnato lo 0,2% a 1,3447 contro il dollaro, rimbalzando dopo la contrazione dell’economia britannica per il secondo mese consecutivo a maggio.

    ING ha sottolineato che i prossimi dati sul mercato del lavoro UK saranno fondamentali, affermando: «Se le perdite di posti di lavoro di maggio, pari a 109.000, verranno confermate e giugno vedrà un ulteriore calo, la sterlina e i tassi UK potrebbero indebolirsi ulteriormente».

    Lo yuan stabile nonostante dati economici contrastanti

    Lo yuan cinese è rimasto pressoché invariato a 7,1739 per dollaro, nonostante una serie di dati economici. Il PIL cinese del secondo trimestre è cresciuto del 5,2% su base annua, superando leggermente le previsioni, sostenuto da esportazioni solide e misure di stimolo governativo.

    La produzione industriale di giugno ha superato le aspettative, mentre le vendite al dettaglio sono state più deboli del previsto e il tasso di disoccupazione è rimasto stabile al 5%.

    Altrove, USD/JPY ha oscillato intorno a 147,71, mentre AUD/USD è salito dello 0,3% a 0,6569.

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  • Dow Jones, S&P, Nasdaq, I profitti delle banche dominano l’attenzione; CPI in arrivo; Nvidia torna a vendere chip H20 in Cina

    Dow Jones, S&P, Nasdaq, I profitti delle banche dominano l’attenzione; CPI in arrivo; Nvidia torna a vendere chip H20 in Cina

    I futures sui titoli statunitensi sono rimasti poco mossi martedì, mentre gli investitori si preparano a una giornata densa di rilievi economici: importanti trimestrali bancarie e nuovi dati sull’inflazione. Le principali banche di Wall Street dovrebbero presentare risultati solidi grazie a un’economia ancora resiliente. Inoltre, i prezzi al consumo sono previsti in accelerazione a giugno. A livello globale, l’economia cinese ha registrato una crescita leggermente superiore alle attese nel secondo trimestre, e Nvidia ha annunciato che “presto” riprenderà le vendite del chip AI H20 in Cina.

    Futures su livelli stabili

    Martedì mattina, le attese sul mercato statunitense hanno visto modesti rialzi in vista delle trimestrali bancarie e dei dati CPI di giugno. Alle 03:35 ET, i futures sul Dow erano stabili, quelli sull’S&P 500 guadagnavano 16 punti (+0,3%), e il Nasdaq 100 saliva di 99 punti (+0,4%).

    Settimana positiva per Wall Street

    Nella sessione precedente, Wall Street ha registrato un lieve progresso grazie a notizie legate all’intelligenza artificiale, che hanno mitigato le preoccupazioni sulle nuove minacce tariffarie USA verso Europa e Messico. Il CEO di Meta, Mark Zuckerberg, ha dichiarato che Facebook investirà “centinaia di miliardi” in infrastrutture AI, mentre Bloomberg ha riferito che Trump presenterà un piano da 70 miliardi di dollari per AI ed energia.

    Il calderone dei trimestrali

    Gli operatori restano concentrati sulle prossime trimestrali, che potrebbero mostrare come le aziende prevedono l’andamento dei profitti in uno scenario di crescenti tensioni commerciali. Gli analisti di Vital Knowledge hanno definito i primi dati di Delta Air Lines e Levi Strauss “incoraggianti”, ma hanno avvertito che quattro grandi aziende chimiche europee hanno tagliato le previsioni.

    Riflettori sui bilanci delle banche

    Ora l’attenzione si sposta su Wall Street, dove importanti istituti come JPMorgan Chase, Citigroup, Wells Fargo e BlackRock pubblicheranno i loro conti prima dell’apertura. Questi grandi gruppi spesso aprono la stagione delle trimestrali e offrono un’indicazione sull’andamento dell’economia.

    Secondo Reuters, i principali istituti dovrebbero mostrare un aumento a medio-basso dígit nel reddito da interessi (NII), indicatore chiave del margine tra prestiti e tassi sui depositi.

    Nonostante i venti contrari—tra cui le tariffe di Trump e i conflitti in Medio Oriente—l’economia statunitense ha tenuto nel secondo trimestre 2025. L’inflazione è contenuta, la domanda di lavoro stabile, ma gli economisti avvertono che le tariffe “reciproche” di Trump attese ad agosto potrebbero oscurare le prospettive.

    Inflazione nel mirino

    Oltre ai conti, oggi arriva l’indice CPI USA: l’inflazione tendenziale a giugno è attesa al 2,6% (da 2,4% a maggio), l’incremento mensile al 0,3% (da 0,1%). L’inflazione core, esclusi cibo e carburante, è stimata al 3,0% su base annua e 0,3% mensile.

    Come spiegano gli analisti di ING: “Markets will likely be more interested in the impact from Trump’s trade tantrums on the underlying economic data” [“I mercati saranno probabilmente più interessati all’effetto dei capricci commerciali di Trump sui dati economici sottostanti”]. Aggiungono: “However, any interpretation of the numbers could be complicated by uncertainty around the knock-on effect of many businesses moving to lock in orders before Trump’s ‘Liberation Day’ tariff announcement in April.” [“Tuttavia, qualsiasi interpretazione dei dati potrebbe essere complicata dall’incertezza legata all’effetto indiretto di molte aziende che hanno anticipato ordini prima dell’annuncio dei dazi del ‘Liberation Day’ di Trump in aprile.”]

    La Cina tira, ma restano dubbi

    La Cina ha mostrato una discreta tenuta nel primo semestre 2025: il PIL del secondo trimestre è cresciuto del 5,2% su base annua (contro attese 5,1%), ma in rallentamento rispetto al 5,4% del primo trimestre. La crescita trimestrale è stata dell’1,1% (contro 0,9%) e nei primi sei mesi il PIL ha segnato un +5,3%, in linea con le previsioni e sopra il target governativo del 5%.

    Le tariffe USA hanno avuto impatti limitati, grazie a una de-escalation a metà maggio, sostenendo la crescita dell’export in maggio e giugno. Tra gennaio e giugno, l’export cinese si è dimostrato solido. Tuttavia, gli analisti restano cauti: la domanda interna debole e la crisi immobiliare potrebbero richiedere nuovi stimoli da parte di Pechino.

    Nvidia torna in azione con il chip H20 in Cina

    Nvidia (NASDAQ:NVDA) ha dichiarato lunedì che “presto” riprenderà la vendita del processore AI H20 in Cina, grazie al miglioramento delle relazioni commerciali e dopo l’incontro tra il CEO Jensen Huang e rappresentanti USA e cinesi.

    L’azienda ha anche presentato una nuova GPU per industrie AI, smart factory e logistica cinese. Le azioni Nvidia sono salite del 3,6% after-hours.

    Come recita la nota: Nvidia sta “filing applications to sell” l’H20 di nuovo e “the U.S. government has assured […] that licenses will be granted” [Nvidia sta “presentando domande per la vendita” dell’H20 di nuovo e “il governo statunitense ha assicurato […] che le licenze verranno concesse”]. Questo passo arriva dopo la rimozione di alcune restrizioni USA sulle esportazioni di tecnologia chip, che ha permesso anche a aziende come Synopsys di tornare sul mercato cinese.

    Questo contenuto è fornito esclusivamente a scopo informativo e non costituisce consulenza finanziaria, d’investimento o di altro tipo professionale. Non deve essere considerato come una raccomandazione all’acquisto o alla vendita di titoli o strumenti finanziari. Tutti gli investimenti comportano dei rischi, inclusa la possibilità di perdere il capitale investito. Le performance passate non sono indicative di risultati futuri. Si consiglia di effettuare le proprie ricerche e di consultare un consulente finanziario qualificato prima di prendere qualsiasi decisione di investimento.

  • Le azioni europee salgono leggermente con l’inizio della stagione degli utili e l’attenzione sull’inflazione USA

    Le azioni europee salgono leggermente con l’inizio della stagione degli utili e l’attenzione sull’inflazione USA

    Le azioni europee hanno registrato modesti rialzi martedì, mentre gli investitori guardano oltre il panorama tariffario in continua evoluzione, concentrandosi sull’avvio della stagione degli utili aziendali in Europa e negli Stati Uniti.

    Alle 07:05 GMT, l’indice DAX in Germania è salito dello 0,3%, il CAC 40 in Francia dello 0,2% e il FTSE 100 nel Regno Unito dello 0,1%.

    La stagione degli utili al centro dell’attenzione

    Nonostante un inizio di settimana difficile dopo l’annuncio del presidente Donald Trump di tariffe del 30% sulle importazioni dall’Unione Europea a partire dal 1° agosto, i mercati europei hanno iniziato con un cauto ottimismo.

    Tariffe simili sono state recentemente imposte a Giappone, Corea del Sud, Canada e Brasile, aumentando i timori di un possibile conflitto commerciale globale.

    Tuttavia, gli investitori sembrano abituarsi a queste notizie tariffarie e stanno ora rivolgendo l’attenzione ai rapporti sugli utili del secondo trimestre, in particolare a come le tensioni commerciali in corso potrebbero influenzare i profitti aziendali.

    Risultati solidi nel secondo trimestre per Ericsson

    Gli analisti prevedono un leggero calo dello 0,2% negli utili dell’indice STOXX 600 per il trimestre, una flessione rispetto alla crescita del 2,2% del trimestre precedente.

    Tuttavia, Ericsson (NASDAQ:ERIC) ha sorpreso i mercati con utili rettificati più forti del previsto nel secondo trimestre, sostenuta dalla crescita delle vendite in Nord America e dalle riduzioni dei costi.

    Il costruttore immobiliare britannico Barratt Developments (LSE:BDEV) ha registrato risultati solidi per l’intero anno 2025 nonostante un mercato immobiliare difficile, mentre l’agenzia di informazioni creditizie Experian (LSE:EXPN) ha riportato una crescita organica del fatturato dell’8% e ha confermato le previsioni annuali grazie a una forte domanda per i suoi servizi.

    Oltreoceano, gli investitori osserveranno gli utili del secondo trimestre di grandi banche USA come JPMorgan Chase (NYSE:JPM), Wells Fargo (NYSE:WFC) e Citigroup (NYSE:C) più tardi nella giornata.

    Gli utili dell’S&P 500 per il trimestre sono previsti in aumento del 5,8%, in calo rispetto al 10,2% previsto a inizio aprile prima dell’intensificarsi delle tensioni commerciali, secondo i dati LSEG.

    L’indice ZEW tedesco e il rapporto sull’inflazione USA sotto i riflettori

    Gli operatori di mercato esamineranno anche l’indice ZEW di fiducia economica in Germania per luglio e la produzione industriale dell’Eurozona per maggio, cercando segnali sulla dinamica economica regionale.

    Tuttavia, l’evento economico principale sarà il dato sull’indice dei prezzi al consumo (CPI) statunitense per giugno, molto atteso per indicazioni sulle prossime mosse della Federal Reserve sui tassi d’interesse.

    Gli economisti prevedono un aumento mensile dello 0,3% del CPI a giugno, in crescita rispetto allo 0,1% di maggio, mentre il tasso di inflazione annuo dovrebbe salire al 2,6% dal 2,4%.

    La crescita cinese supera le attese, ma rallenta leggermente

    I dati diffusi in precedenza indicano che l’economia cinese è cresciuta del 5,2% su base annua nel secondo trimestre, leggermente oltre le previsioni del 5,1%, ma leggermente inferiore al 5,4% del primo trimestre.

    Prezzi del petrolio in calo mentre il termine per la Russia attenua le preoccupazioni sull’offerta

    I prezzi del petrolio sono scesi martedì dopo che il presidente Trump ha fissato un termine di 50 giorni per la Russia per porre fine al conflitto in Ucraina ed evitare sanzioni, attenuando così i timori di interruzioni immediate dell’offerta.

    Alle 03:05 ET, i future sul Brent sono scesi dello 0,6% a 68,82 dollari al barile, mentre i future sul WTI statunitense sono calati dello 0,7% a 66,53 dollari al barile.

    Il petrolio aveva registrato un rialzo a fine settimana scorsa, in seguito alle speculazioni sull’imposizione di tariffe più severe sulla Russia da parte degli USA a causa dello stallo nei negoziati di pace, ma l’atteggiamento più moderato ha placato le preoccupazioni sull’offerta, portando a vendite nelle prime fasi di questa settimana.

    Questo contenuto è fornito esclusivamente a scopo informativo e non costituisce consulenza finanziaria, d’investimento o di altro tipo professionale. Non deve essere considerato come una raccomandazione all’acquisto o alla vendita di titoli o strumenti finanziari. Tutti gli investimenti comportano dei rischi, inclusa la possibilità di perdere il capitale investito. Le performance passate non sono indicative di risultati futuri. Si consiglia di effettuare le proprie ricerche e di consultare un consulente finanziario qualificato prima di prendere qualsiasi decisione di investimento.

  • I prezzi dell’oro salgono in mezzo a incertezze sulla guerra commerciale e dati contrastanti dalla Cina

    I prezzi dell’oro salgono in mezzo a incertezze sulla guerra commerciale e dati contrastanti dalla Cina

    I prezzi dell’oro sono aumentati durante la sessione asiatica di martedì, sostenuti dalle continue preoccupazioni riguardo ai dazi commerciali imposti dal presidente statunitense Donald Trump, che hanno mantenuto alta la domanda di beni rifugio. Ulteriore cautela è derivata dai dati economici disomogenei pubblicati dalla Cina, che hanno rafforzato la prudenza degli investitori.

    Le tensioni geopolitiche tra Russia e Ucraina hanno ulteriormente alimentato la domanda di oro, dopo la decisione degli Stati Uniti di inviare armi supplementari a Kiev e le minacce di sanzioni più severe contro il settore petrolifero russo.

    Nonostante questi fattori, l’oro è rimasto sostanzialmente entro un intervallo di prezzo tra 3.300 e 3.500 dollari l’oncia, poiché la forza del dollaro ha limitato guadagni più ampi. Anche gli altri metalli di base hanno mostrato movimenti modesti. I mercati ora sono concentrati sui prossimi dati sull’indice dei prezzi al consumo (CPI) degli Stati Uniti, cercando segnali riguardo a possibili mosse sui tassi di interesse.

    L’oro spot è salito dello 0,6% a 3.364,26 dollari l’oncia, mentre i futures sull’oro a settembre sono aumentati dello 0,4%, raggiungendo 3.373,52 dollari l’oncia alle 01:44 ET (05:44 GMT).

    Incertezza sui dazi e rischi geopolitici sostengono l’oro

    I guadagni di martedì per l’oro si basano sulla recente forza del metallo giallo, specialmente in un contesto di incertezza elevata riguardo ai dazi annunciati da Trump. Nella scorsa settimana, il presidente ha introdotto dazi elevati contro partner commerciali importanti, inclusi il 30% su importazioni da Messico e Unione Europea.

    L’UE sta preparando misure di ritorsione, anche se Trump ha lasciato aperta la possibilità di negoziati commerciali. Mancano poco più di due settimane per definire accordi con Washington, e i mercati temono che Trump proceda con le tariffe, scatenando una nuova guerra commerciale globale.

    Sul fronte geopolitico, Trump ha concesso alla Russia un periodo di 50 giorni per negoziare un cessate il fuoco in Ucraina. Tuttavia, le tensioni restano alte, dato che Trump ha criticato pubblicamente il presidente russo Vladimir Putin, mentre gli Stati Uniti hanno inviato armi offensive aggiuntive a Kiev, capaci di colpire Mosca.

    Altri metalli preziosi come argento e platino sono rimasti stabili ma sotto i massimi recenti, dopo aver sovraperformato nettamente l’oro a giugno. Entrambi affrontano una crescente resistenza ai prezzi dopo settimane di guadagni.

    Il dollaro si mantiene stabile in attesa dei dati CPI

    Il dollaro si è stabilizzato nei mercati asiatici dopo forti guadagni recenti, con l’attenzione puntata sui prossimi dati CPI statunitensi. Si prevede un lieve aumento sia dell’inflazione headline sia di quella core per giugno, dati che saranno monitorati per capire l’impatto inflazionistico dei dazi di Trump.

    Un’inflazione persistente riduce la probabilità che la Federal Reserve riduca drasticamente i tassi d’interesse, poiché i decisori hanno espresso cautela riguardo all’allentamento della politica monetaria in un contesto di incertezze commerciali.

    Il rame sotto pressione dopo dati contrastanti dalla Cina

    I segnali economici contrastanti dalla Cina hanno pesato sui prezzi del rame, alimentando l’avversione al rischio. Sul London Metal Exchange, i futures benchmark sul rame sono saliti dello 0,2% a 9.642,20 dollari per tonnellata, mentre i futures statunitensi sono aumentati dello 0,3% a 5,5460 dollari per libbra, stabilizzandosi dopo un forte calo dai livelli record.

    Il PIL cinese nel secondo trimestre ha superato leggermente le attese, grazie a stimoli e a limitate tensioni commerciali con gli Stati Uniti. Tuttavia, la crescita ha rallentato rispetto al trimestre precedente, e i dati di giugno sulle vendite al dettaglio e sugli investimenti in attività fisse sono risultati inferiori alle previsioni.

    La produzione industriale ha sorpreso positivamente, ma gli analisti di ANZ hanno avvertito che il rapporto sul PIL evidenzia debolezze strutturali, con pressioni deflazionistiche che frenano la crescita. Inoltre, l’effetto iniziale degli stimoli al consumo di Pechino è destinato a esaurirsi nella seconda metà dell’anno.

    Essendo la Cina il maggior importatore mondiale di rame, qualsiasi segnale di rallentamento economico potrebbe indebolire la domanda del metallo rosso.

    Da notare che le importazioni di rame della Cina a giugno sono aumentate del 9%, interrompendo due mesi consecutivi di cali.

    Questo contenuto è fornito esclusivamente a scopo informativo e non costituisce consulenza finanziaria, d’investimento o di altro tipo professionale. Non deve essere considerato come una raccomandazione all’acquisto o alla vendita di titoli o strumenti finanziari. Tutti gli investimenti comportano dei rischi, inclusa la possibilità di perdere il capitale investito. Le performance passate non sono indicative di risultati futuri. Si consiglia di effettuare le proprie ricerche e di consultare un consulente finanziario qualificato prima di prendere qualsiasi decisione di investimento.

  • I prezzi del petrolio calano mentre i mercati valutano l’ultimatum di Trump sulle tariffe alla Russia e il PIL cinese del secondo trimestre

    I prezzi del petrolio calano mentre i mercati valutano l’ultimatum di Trump sulle tariffe alla Russia e il PIL cinese del secondo trimestre

    I prezzi del petrolio sono scesi moderatamente nella sessione asiatica di martedì mentre gli investitori hanno elaborato l’avvertimento di 50 giorni del presidente USA Donald Trump affinché la Russia ponga fine al conflitto in Ucraina, insieme alla minaccia di sanzioni contro i paesi che continuano a importare petrolio russo.

    I trader hanno inoltre analizzato una serie di dati economici cinesi pubblicati martedì, tra cui il PIL del secondo trimestre, la produzione industriale, le vendite al dettaglio e altri indicatori importanti.

    Alle 21:56 ET (01:56 GMT), i futures sul Brent con scadenza a settembre sono scesi dello 0,2% a 69,06 dollari al barile, mentre i futures sul West Texas Intermediate (WTI) sono calati dello 0,3%, attestandosi a 66,79 dollari al barile.

    Lunedì, il petrolio aveva inizialmente registrato un rialzo dopo l’annuncio di Trump, per poi chiudere quasi il 2% in calo, dopo che il presidente ha rinviato misure più severe immediate, concedendo una finestra di 50 giorni.

    Trump fissa un termine di 50 giorni alla Russia per porre fine alla guerra in Ucraina

    Lunedì, Trump ha chiesto alla Russia di raggiungere un accordo di pace entro 50 giorni, minacciando “sanzioni secondarie” contro i paesi che continueranno a importare petrolio russo qualora Mosca non si adegui.

    “Sebbene questa dichiarazione abbia inizialmente fatto aumentare i prezzi, questi sono poi scesi mentre i trader valutavano il momento e le modalità di applicazione effettiva di queste sanzioni,” hanno commentato gli analisti di ING in una nota.

    “La mancanza di qualsiasi azione immediata e la convinzione che queste minacce non verranno messe in atto aiutano a spiegare la reazione del mercato,” hanno aggiunto.

    “Tuttavia, se Trump dovesse andare avanti e la tariffa fosse applicata efficacemente, ciò cambierebbe drasticamente le prospettive per il mercato del petrolio. La Russia esporta più di 7 milioni di barili al giorno di petrolio greggio e prodotti raffinati,” hanno precisato.

    I maggiori acquirenti di petrolio russo sono Cina, India e Turchia.

    “La capacità produttiva di riserva dell’OPEC non sarebbe in grado di coprire l’intera carenza. Ciò rappresenterebbe un significativo rialzo dei prezzi del petrolio. Considerando il desiderio di Trump di mantenere bassi i prezzi del petrolio, non crediamo che sarebbe incline a seguire questa minaccia,” hanno concluso gli analisti.

    Focus sulle tariffe di Trump e sul PIL cinese oltre le aspettative

    La scorsa settimana Trump ha annunciato l’imposizione di una tariffa del 30% sulla maggior parte delle importazioni provenienti da UE e Messico a partire dal 1° agosto.

    In risposta, lunedì sono emersi rapporti secondo cui l’UE ha finalizzato una lista di tariffe su 84 miliardi di dollari di prodotti statunitensi, aumentando la tensione commerciale con Washington.

    Precedentemente, Trump aveva annunciato nuove tariffe su Giappone, Corea del Sud, Canada e Brasile, oltre a una tariffa del 50% sul rame, tutte in vigore dal 1° agosto.

    Nel frattempo, i dati di lunedì hanno mostrato che l’economia cinese è cresciuta del 5,2% su base annua nel secondo trimestre 2025, superando leggermente le previsioni del 5,1%, sostenuta da esportazioni solide e stimoli governativi.

    Ulteriori dati diffusi martedì hanno evidenziato una forte crescita della produzione industriale a giugno, mentre le vendite al dettaglio sono risultate inferiori alle aspettative.

    Questo contenuto è fornito esclusivamente a scopo informativo e non costituisce consulenza finanziaria, d’investimento o di altro tipo professionale. Non deve essere considerato come una raccomandazione all’acquisto o alla vendita di titoli o strumenti finanziari. Tutti gli investimenti comportano dei rischi, inclusa la possibilità di perdere il capitale investito. Le performance passate non sono indicative di risultati futuri. Si consiglia di effettuare le proprie ricerche e di consultare un consulente finanziario qualificato prima di prendere qualsiasi decisione di investimento.