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  • Le azioni europee salgono leggermente con l’inizio della stagione degli utili e l’attenzione sull’inflazione USA

    Le azioni europee salgono leggermente con l’inizio della stagione degli utili e l’attenzione sull’inflazione USA

    Le azioni europee hanno registrato modesti rialzi martedì, mentre gli investitori guardano oltre il panorama tariffario in continua evoluzione, concentrandosi sull’avvio della stagione degli utili aziendali in Europa e negli Stati Uniti.

    Alle 07:05 GMT, l’indice DAX in Germania è salito dello 0,3%, il CAC 40 in Francia dello 0,2% e il FTSE 100 nel Regno Unito dello 0,1%.

    La stagione degli utili al centro dell’attenzione

    Nonostante un inizio di settimana difficile dopo l’annuncio del presidente Donald Trump di tariffe del 30% sulle importazioni dall’Unione Europea a partire dal 1° agosto, i mercati europei hanno iniziato con un cauto ottimismo.

    Tariffe simili sono state recentemente imposte a Giappone, Corea del Sud, Canada e Brasile, aumentando i timori di un possibile conflitto commerciale globale.

    Tuttavia, gli investitori sembrano abituarsi a queste notizie tariffarie e stanno ora rivolgendo l’attenzione ai rapporti sugli utili del secondo trimestre, in particolare a come le tensioni commerciali in corso potrebbero influenzare i profitti aziendali.

    Risultati solidi nel secondo trimestre per Ericsson

    Gli analisti prevedono un leggero calo dello 0,2% negli utili dell’indice STOXX 600 per il trimestre, una flessione rispetto alla crescita del 2,2% del trimestre precedente.

    Tuttavia, Ericsson (NASDAQ:ERIC) ha sorpreso i mercati con utili rettificati più forti del previsto nel secondo trimestre, sostenuta dalla crescita delle vendite in Nord America e dalle riduzioni dei costi.

    Il costruttore immobiliare britannico Barratt Developments (LSE:BDEV) ha registrato risultati solidi per l’intero anno 2025 nonostante un mercato immobiliare difficile, mentre l’agenzia di informazioni creditizie Experian (LSE:EXPN) ha riportato una crescita organica del fatturato dell’8% e ha confermato le previsioni annuali grazie a una forte domanda per i suoi servizi.

    Oltreoceano, gli investitori osserveranno gli utili del secondo trimestre di grandi banche USA come JPMorgan Chase (NYSE:JPM), Wells Fargo (NYSE:WFC) e Citigroup (NYSE:C) più tardi nella giornata.

    Gli utili dell’S&P 500 per il trimestre sono previsti in aumento del 5,8%, in calo rispetto al 10,2% previsto a inizio aprile prima dell’intensificarsi delle tensioni commerciali, secondo i dati LSEG.

    L’indice ZEW tedesco e il rapporto sull’inflazione USA sotto i riflettori

    Gli operatori di mercato esamineranno anche l’indice ZEW di fiducia economica in Germania per luglio e la produzione industriale dell’Eurozona per maggio, cercando segnali sulla dinamica economica regionale.

    Tuttavia, l’evento economico principale sarà il dato sull’indice dei prezzi al consumo (CPI) statunitense per giugno, molto atteso per indicazioni sulle prossime mosse della Federal Reserve sui tassi d’interesse.

    Gli economisti prevedono un aumento mensile dello 0,3% del CPI a giugno, in crescita rispetto allo 0,1% di maggio, mentre il tasso di inflazione annuo dovrebbe salire al 2,6% dal 2,4%.

    La crescita cinese supera le attese, ma rallenta leggermente

    I dati diffusi in precedenza indicano che l’economia cinese è cresciuta del 5,2% su base annua nel secondo trimestre, leggermente oltre le previsioni del 5,1%, ma leggermente inferiore al 5,4% del primo trimestre.

    Prezzi del petrolio in calo mentre il termine per la Russia attenua le preoccupazioni sull’offerta

    I prezzi del petrolio sono scesi martedì dopo che il presidente Trump ha fissato un termine di 50 giorni per la Russia per porre fine al conflitto in Ucraina ed evitare sanzioni, attenuando così i timori di interruzioni immediate dell’offerta.

    Alle 03:05 ET, i future sul Brent sono scesi dello 0,6% a 68,82 dollari al barile, mentre i future sul WTI statunitense sono calati dello 0,7% a 66,53 dollari al barile.

    Il petrolio aveva registrato un rialzo a fine settimana scorsa, in seguito alle speculazioni sull’imposizione di tariffe più severe sulla Russia da parte degli USA a causa dello stallo nei negoziati di pace, ma l’atteggiamento più moderato ha placato le preoccupazioni sull’offerta, portando a vendite nelle prime fasi di questa settimana.

    Questo contenuto è fornito esclusivamente a scopo informativo e non costituisce consulenza finanziaria, d’investimento o di altro tipo professionale. Non deve essere considerato come una raccomandazione all’acquisto o alla vendita di titoli o strumenti finanziari. Tutti gli investimenti comportano dei rischi, inclusa la possibilità di perdere il capitale investito. Le performance passate non sono indicative di risultati futuri. Si consiglia di effettuare le proprie ricerche e di consultare un consulente finanziario qualificato prima di prendere qualsiasi decisione di investimento.

  • I prezzi dell’oro salgono in mezzo a incertezze sulla guerra commerciale e dati contrastanti dalla Cina

    I prezzi dell’oro salgono in mezzo a incertezze sulla guerra commerciale e dati contrastanti dalla Cina

    I prezzi dell’oro sono aumentati durante la sessione asiatica di martedì, sostenuti dalle continue preoccupazioni riguardo ai dazi commerciali imposti dal presidente statunitense Donald Trump, che hanno mantenuto alta la domanda di beni rifugio. Ulteriore cautela è derivata dai dati economici disomogenei pubblicati dalla Cina, che hanno rafforzato la prudenza degli investitori.

    Le tensioni geopolitiche tra Russia e Ucraina hanno ulteriormente alimentato la domanda di oro, dopo la decisione degli Stati Uniti di inviare armi supplementari a Kiev e le minacce di sanzioni più severe contro il settore petrolifero russo.

    Nonostante questi fattori, l’oro è rimasto sostanzialmente entro un intervallo di prezzo tra 3.300 e 3.500 dollari l’oncia, poiché la forza del dollaro ha limitato guadagni più ampi. Anche gli altri metalli di base hanno mostrato movimenti modesti. I mercati ora sono concentrati sui prossimi dati sull’indice dei prezzi al consumo (CPI) degli Stati Uniti, cercando segnali riguardo a possibili mosse sui tassi di interesse.

    L’oro spot è salito dello 0,6% a 3.364,26 dollari l’oncia, mentre i futures sull’oro a settembre sono aumentati dello 0,4%, raggiungendo 3.373,52 dollari l’oncia alle 01:44 ET (05:44 GMT).

    Incertezza sui dazi e rischi geopolitici sostengono l’oro

    I guadagni di martedì per l’oro si basano sulla recente forza del metallo giallo, specialmente in un contesto di incertezza elevata riguardo ai dazi annunciati da Trump. Nella scorsa settimana, il presidente ha introdotto dazi elevati contro partner commerciali importanti, inclusi il 30% su importazioni da Messico e Unione Europea.

    L’UE sta preparando misure di ritorsione, anche se Trump ha lasciato aperta la possibilità di negoziati commerciali. Mancano poco più di due settimane per definire accordi con Washington, e i mercati temono che Trump proceda con le tariffe, scatenando una nuova guerra commerciale globale.

    Sul fronte geopolitico, Trump ha concesso alla Russia un periodo di 50 giorni per negoziare un cessate il fuoco in Ucraina. Tuttavia, le tensioni restano alte, dato che Trump ha criticato pubblicamente il presidente russo Vladimir Putin, mentre gli Stati Uniti hanno inviato armi offensive aggiuntive a Kiev, capaci di colpire Mosca.

    Altri metalli preziosi come argento e platino sono rimasti stabili ma sotto i massimi recenti, dopo aver sovraperformato nettamente l’oro a giugno. Entrambi affrontano una crescente resistenza ai prezzi dopo settimane di guadagni.

    Il dollaro si mantiene stabile in attesa dei dati CPI

    Il dollaro si è stabilizzato nei mercati asiatici dopo forti guadagni recenti, con l’attenzione puntata sui prossimi dati CPI statunitensi. Si prevede un lieve aumento sia dell’inflazione headline sia di quella core per giugno, dati che saranno monitorati per capire l’impatto inflazionistico dei dazi di Trump.

    Un’inflazione persistente riduce la probabilità che la Federal Reserve riduca drasticamente i tassi d’interesse, poiché i decisori hanno espresso cautela riguardo all’allentamento della politica monetaria in un contesto di incertezze commerciali.

    Il rame sotto pressione dopo dati contrastanti dalla Cina

    I segnali economici contrastanti dalla Cina hanno pesato sui prezzi del rame, alimentando l’avversione al rischio. Sul London Metal Exchange, i futures benchmark sul rame sono saliti dello 0,2% a 9.642,20 dollari per tonnellata, mentre i futures statunitensi sono aumentati dello 0,3% a 5,5460 dollari per libbra, stabilizzandosi dopo un forte calo dai livelli record.

    Il PIL cinese nel secondo trimestre ha superato leggermente le attese, grazie a stimoli e a limitate tensioni commerciali con gli Stati Uniti. Tuttavia, la crescita ha rallentato rispetto al trimestre precedente, e i dati di giugno sulle vendite al dettaglio e sugli investimenti in attività fisse sono risultati inferiori alle previsioni.

    La produzione industriale ha sorpreso positivamente, ma gli analisti di ANZ hanno avvertito che il rapporto sul PIL evidenzia debolezze strutturali, con pressioni deflazionistiche che frenano la crescita. Inoltre, l’effetto iniziale degli stimoli al consumo di Pechino è destinato a esaurirsi nella seconda metà dell’anno.

    Essendo la Cina il maggior importatore mondiale di rame, qualsiasi segnale di rallentamento economico potrebbe indebolire la domanda del metallo rosso.

    Da notare che le importazioni di rame della Cina a giugno sono aumentate del 9%, interrompendo due mesi consecutivi di cali.

    Questo contenuto è fornito esclusivamente a scopo informativo e non costituisce consulenza finanziaria, d’investimento o di altro tipo professionale. Non deve essere considerato come una raccomandazione all’acquisto o alla vendita di titoli o strumenti finanziari. Tutti gli investimenti comportano dei rischi, inclusa la possibilità di perdere il capitale investito. Le performance passate non sono indicative di risultati futuri. Si consiglia di effettuare le proprie ricerche e di consultare un consulente finanziario qualificato prima di prendere qualsiasi decisione di investimento.

  • I prezzi del petrolio calano mentre i mercati valutano l’ultimatum di Trump sulle tariffe alla Russia e il PIL cinese del secondo trimestre

    I prezzi del petrolio calano mentre i mercati valutano l’ultimatum di Trump sulle tariffe alla Russia e il PIL cinese del secondo trimestre

    I prezzi del petrolio sono scesi moderatamente nella sessione asiatica di martedì mentre gli investitori hanno elaborato l’avvertimento di 50 giorni del presidente USA Donald Trump affinché la Russia ponga fine al conflitto in Ucraina, insieme alla minaccia di sanzioni contro i paesi che continuano a importare petrolio russo.

    I trader hanno inoltre analizzato una serie di dati economici cinesi pubblicati martedì, tra cui il PIL del secondo trimestre, la produzione industriale, le vendite al dettaglio e altri indicatori importanti.

    Alle 21:56 ET (01:56 GMT), i futures sul Brent con scadenza a settembre sono scesi dello 0,2% a 69,06 dollari al barile, mentre i futures sul West Texas Intermediate (WTI) sono calati dello 0,3%, attestandosi a 66,79 dollari al barile.

    Lunedì, il petrolio aveva inizialmente registrato un rialzo dopo l’annuncio di Trump, per poi chiudere quasi il 2% in calo, dopo che il presidente ha rinviato misure più severe immediate, concedendo una finestra di 50 giorni.

    Trump fissa un termine di 50 giorni alla Russia per porre fine alla guerra in Ucraina

    Lunedì, Trump ha chiesto alla Russia di raggiungere un accordo di pace entro 50 giorni, minacciando “sanzioni secondarie” contro i paesi che continueranno a importare petrolio russo qualora Mosca non si adegui.

    “Sebbene questa dichiarazione abbia inizialmente fatto aumentare i prezzi, questi sono poi scesi mentre i trader valutavano il momento e le modalità di applicazione effettiva di queste sanzioni,” hanno commentato gli analisti di ING in una nota.

    “La mancanza di qualsiasi azione immediata e la convinzione che queste minacce non verranno messe in atto aiutano a spiegare la reazione del mercato,” hanno aggiunto.

    “Tuttavia, se Trump dovesse andare avanti e la tariffa fosse applicata efficacemente, ciò cambierebbe drasticamente le prospettive per il mercato del petrolio. La Russia esporta più di 7 milioni di barili al giorno di petrolio greggio e prodotti raffinati,” hanno precisato.

    I maggiori acquirenti di petrolio russo sono Cina, India e Turchia.

    “La capacità produttiva di riserva dell’OPEC non sarebbe in grado di coprire l’intera carenza. Ciò rappresenterebbe un significativo rialzo dei prezzi del petrolio. Considerando il desiderio di Trump di mantenere bassi i prezzi del petrolio, non crediamo che sarebbe incline a seguire questa minaccia,” hanno concluso gli analisti.

    Focus sulle tariffe di Trump e sul PIL cinese oltre le aspettative

    La scorsa settimana Trump ha annunciato l’imposizione di una tariffa del 30% sulla maggior parte delle importazioni provenienti da UE e Messico a partire dal 1° agosto.

    In risposta, lunedì sono emersi rapporti secondo cui l’UE ha finalizzato una lista di tariffe su 84 miliardi di dollari di prodotti statunitensi, aumentando la tensione commerciale con Washington.

    Precedentemente, Trump aveva annunciato nuove tariffe su Giappone, Corea del Sud, Canada e Brasile, oltre a una tariffa del 50% sul rame, tutte in vigore dal 1° agosto.

    Nel frattempo, i dati di lunedì hanno mostrato che l’economia cinese è cresciuta del 5,2% su base annua nel secondo trimestre 2025, superando leggermente le previsioni del 5,1%, sostenuta da esportazioni solide e stimoli governativi.

    Ulteriori dati diffusi martedì hanno evidenziato una forte crescita della produzione industriale a giugno, mentre le vendite al dettaglio sono risultate inferiori alle aspettative.

    Questo contenuto è fornito esclusivamente a scopo informativo e non costituisce consulenza finanziaria, d’investimento o di altro tipo professionale. Non deve essere considerato come una raccomandazione all’acquisto o alla vendita di titoli o strumenti finanziari. Tutti gli investimenti comportano dei rischi, inclusa la possibilità di perdere il capitale investito. Le performance passate non sono indicative di risultati futuri. Si consiglia di effettuare le proprie ricerche e di consultare un consulente finanziario qualificato prima di prendere qualsiasi decisione di investimento.

  • Dow Jones, S&P, Nasdaq, I futures di Wall Street indicano un ulteriore calo a causa delle tensioni commerciali

    Dow Jones, S&P, Nasdaq, I futures di Wall Street indicano un ulteriore calo a causa delle tensioni commerciali

    I futures sui principali indici azionari statunitensi segnalano un’apertura in calo per lunedì, suggerendo che Wall Street potrebbe estendere le perdite registrate durante la sessione di venerdì scorso.

    I mercati rimangono turbati a causa delle crescenti dispute commerciali del presidente Donald Trump, che ha inviato lettere ai leader dell’Unione Europea e del Messico minacciando tariffe del 30% a partire dal 1° agosto.

    Questa mattina presto, Trump ha scritto su Truth Social che gli Stati Uniti sono stati “ripresi” nel commercio per decenni, costando al Paese trilioni di dollari.

    «I Paesi dovrebbero sedersi e dire: “Grazie per il lungo periodo di vantaggi gratuiti, ma ora sappiamo che dovete fare ciò che è giusto per l’America”», ha scritto Trump. «Noi dovremmo rispondere dicendo: “Grazie per aver compreso la situazione in cui ci troviamo. Molto apprezzato!”»

    In risposta, l’UE ha deciso di posticipare l’implementazione delle sue contromisure commerciali contro gli Stati Uniti fino all’inizio di agosto, concedendo più tempo per le negoziazioni.

    La presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen, durante una conferenza stampa domenica, ha dichiarato: «Estenderemo quindi la sospensione delle nostre contromisure fino all’inizio di agosto. Allo stesso tempo, continueremo a preparare ulteriori contromisure per essere pienamente preparati.»

    Ha aggiunto: «Abbiamo sempre detto chiaramente che preferiamo una soluzione negoziata. Questo rimane valido, e useremo il tempo che abbiamo ora fino al 1° agosto (per negoziare).»

    L’UE aveva programmato di applicare da lunedì tariffe su merci americane per un valore di 25 miliardi di dollari, in risposta ai dazi statunitensi su acciaio e alluminio.

    Nel frattempo, gli investitori restano prudenti in attesa dei dati economici chiave previsti nei prossimi giorni, tra cui rapporti sull’inflazione, vendite al dettaglio e produzione industriale.

    La stagione degli utili si intensifica questa settimana, con importanti società come JPMorgan Chase (NYSE:JPM), Wells Fargo (NYSE:WFC), Bank of America (NYSE:BAC), Goldman Sachs (NYSE:GS), Johnson & Jonson (NYSE:JNJ) e Netflix (NASDAQ:NFLX) pronte a pubblicare i risultati.

    Venerdì, le azioni hanno recuperato parte delle perdite dopo un calo iniziale, chiudendo però leggermente in ribasso. Tutti i principali indici sono diminuiti, con Nasdaq e S&P 500 che si sono ritirati dai massimi storici raggiunti giovedì.

    Il Dow è sceso di 279,13 punti, ovvero lo 0,6%, chiudendo a 44.371,51. Il Nasdaq ha perso 45,14 punti, ovvero lo 0,2%, a 20.585,53, mentre l’S&P 500 è calato di 20,71 punti, ovvero lo 0,3%, chiudendo a 6.259,75.

    L’attenzione degli investitori è focalizzata sulle tensioni commerciali crescenti di Trump.

    In una lettera al primo ministro canadese Mark Carney, pubblicata su Truth Social, Trump ha annunciato un dazio del 35% sulle importazioni canadesi a partire dal 1° agosto.

    Ha attribuito i dazi in parte all’incapacità del Canada di fermare il flusso di fentanyl negli Stati Uniti e ha avvertito di ulteriori aumenti tariffari se il Canada dovesse rispondere.

    «Se il Canada collabora con me per fermare il flusso di fentanyl, potremmo forse considerare una modifica a questa lettera», ha detto Trump.

    In un’intervista a “Meet the Press” con Kristen Welker della NBC, Trump ha dichiarato di voler imporre tariffe generali dal 15 al 20% alla maggior parte dei partner commerciali degli Stati Uniti.

    Ha inoltre indicato che presto invierà lettere ai membri dell’Unione Europea notificando nuovi tassi tariffari.

    Nel complesso, il trading è rimasto contenuto in attesa dei dati economici in arrivo.

    Le azioni delle compagnie aeree hanno subito un forte calo dopo un rally precedente, con l’indice NYSE Arca Airline che ha perso il 2,7% dal massimo di quattro mesi di giovedì.

    Anche i titoli biotecnologici sono scesi, con l’indice NYSE Arca Biotechnology in calo dell’1,5%.

    Le azioni dei settori networking, edilizia e farmaceutico hanno mostrato debolezza, mentre i titoli auriferi sono saliti insieme al prezzo dell’oro.

    Questo contenuto è fornito esclusivamente a scopo informativo e non costituisce consulenza finanziaria, d’investimento o di altro tipo professionale. Non deve essere considerato come una raccomandazione all’acquisto o alla vendita di titoli o strumenti finanziari. Tutti gli investimenti comportano dei rischi, inclusa la possibilità di perdere il capitale investito. Le performance passate non sono indicative di risultati futuri. Si consiglia di effettuare le proprie ricerche e di consultare un consulente finanziario qualificato prima di prendere qualsiasi decisione di investimento.

  • I mercati europei scivolano a seguito della minaccia di dazi dell’UE da parte di Trump

    I mercati europei scivolano a seguito della minaccia di dazi dell’UE da parte di Trump

    I titoli europei sono scesi leggermente lunedì dopo l’avvertimento del presidente statunitense Donald Trump di imporre un dazio del 30% sulle importazioni dall’Unione Europea, alimentando timori di un rallentamento economico prolungato e più profondo.

    Secondo quanto riportato, l’UE ha preparato un pacchetto di dazi da 21 miliardi di euro (24,52 miliardi di dollari) come contromisura sui prodotti americani, nel caso in cui i negoziati commerciali fallissero.

    L’indice STOXX 600, che copre un’ampia gamma di titoli europei, è sceso dello 0,3%, dopo un calo dell’1% venerdì.

    L’indice tedesco DAX ha perso lo 0,8%, mentre il francese CAC 40 è calato dello 0,4%. Al contrario, il FTSE 100 del Regno Unito ha sfidato la tendenza negativa, salendo dello 0,4%.

    I produttori di automobili hanno subito un calo, con Volkswagen (TG:VOW3), BMW (TG:BMW), Mercedes-Benz (TG:MBG) e Porsche  (BIT:1PORS) che hanno perso circa il 2%.

    In positivo, il colosso minerario BHP (LSE:BHP) è salito circa dell’1% dopo aver firmato accordi preliminari con i produttori cinesi di batterie CATL e BYD per esplorare opportunità nella tecnologia delle batterie e nell’elettrificazione.

    Le azioni di AstraZeneca (LSE:AZN) sono aumentate del 2% a Londra dopo che i risultati di uno studio di fase avanzata hanno mostrato che il suo farmaco sperimentale baxdrostat riduce efficacemente l’ipertensione.

    I titoli della difesa francese sono saliti dopo che il presidente Emmanuel Macron ha chiesto domenica un significativo aumento del budget per la difesa, citando rischi crescenti provenienti dalla Russia.

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  • Il dollaro si rafforza leggermente, l’euro si indebolisce dopo le minacce di Trump sui dazi all’UE

    Il dollaro si rafforza leggermente, l’euro si indebolisce dopo le minacce di Trump sui dazi all’UE

    Il dollaro statunitense ha guadagnato terreno lunedì mentre l’euro ha perso quota, dopo che il presidente Trump ha annunciato una nuova serie di dazi del 30% sulle importazioni dall’Unione Europea. Nonostante il potenziale impatto, i mercati valutari sono rimasti relativamente tranquilli.

    Alle 05:30 ET (09:30 GMT), l’Indice del Dollaro — che misura il biglietto verde rispetto a sei valute principali — ha guadagnato lo 0,1%, attestandosi a 97,577. La scorsa settimana il dollaro aveva registrato il miglior risultato settimanale dall’inizio di dicembre, con un rialzo vicino al 2%.

    Il dollaro si rafforza nel clima di tensioni commerciali

    L’ultimo annuncio di Trump prevede dazi al 30% su beni importati da Messico e UE, in vigore dal 1° agosto, riducendo il tempo per trovare accordi commerciali. Il termine iniziale del 9 luglio era già stato spostato.

    Sebbene i dazi abbiano supportato il dollaro, la reazione del mercato è stata molto più contenuta rispetto ad aprile, quando era stato annunciato il dazio definito “Liberation Day”.

    “I movimenti non sono stati maggiori poiché gli investitori interpretano queste minacce come una tattica negoziale di Washington per spingere l’altra parte a chiudere un accordo,” hanno scritto gli analisti di ING.

    “Il nostro scenario base prevede che prima del 1° agosto si raggiungano accordi migliori e che non assisteremo a un nuovo shock di mercato come quello di inizio aprile provocato dai dazi del Liberation Day.”

    Gli operatori restano attenti anche ad altri fattori della settimana, fra cui il rilascio del dato sull’IPC USA di giugno e l’eventualità di nuove sanzioni contro paesi che comprano petrolio russo.

    “Prestate attenzione all’annuncio di eventuali sanzioni secondarie contro i paesi che comprano petrolio russo,” hanno aggiunto da ING.

    “Un aumento dei prezzi energetici è una buona notizia per gli USA — indipendenti dal punto di vista energetico (e per il dollaro) — e negativa per i grandi importatori di energia in Europa e Asia.”

    Euro crolla ai minimi di tre settimane

    L’EUR/USD è sceso dello 0,1% a 1,1683, il minimo delle ultime tre settimane, dopo le minacce di Trump.

    La presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha definito i dazi “ingiusti e dirompenti”, ma ha confermato che l’UE posticiperà le contromisure fino all’inizio di agosto, preferendo negoziare una soluzione.

    “Chi aspetta livelli migliori per acquistare EUR/USD potrebbe essere ricompensato per la propria pazienza,” ha commentato ING.

    “I negoziati tra USA e UE sembrano destinati a diventare più rumorosi nelle prossime settimane, e le aspettative di una tariffa al 10% su gran parte dei beni potrebbero essere messe in discussione.”

    Sterlina in calo a causa della debolezza dell’economia UK

    La sterlina si è indebolita, con GBP/USD in calo dello 0,2% a 1,3476, minimi di due settimane, dopo dati economici deludenti per maggio.

    “Gli investitori sembrano avere una visione più cupa sulla sterlina, presumibilmente a causa della rigida stretta fiscale che attanaglia l’U.K. Chancellor Rachel Reeves,” ha spiegato ING.

    Mercati asiatici tranquilli nonostante dati positivi dalla Cina

    Le valute asiatiche hanno mostrato variazioni minime: USD/JPY ha guadagnato lo 0,1% a 147,21, mentre USD/CNY è rimasto stabile a 7,1682.

    I mercati restano cauti tra tensioni commerciali e dati incoraggianti dalla Cina, che a giugno ha mostrato un surplus commerciale superiore alle attese e crescita delle esportazioni legata a riduzioni tariffarie bilaterali. Le terre rare sono aumentate grazie a restrizioni allentate.

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  • Dow Jones, S&P, Nasdaq, I mercati reagiscono a tariffe UE e Messico, dati commerciali della Cina e rally del Bitcoin

    Dow Jones, S&P, Nasdaq, I mercati reagiscono a tariffe UE e Messico, dati commerciali della Cina e rally del Bitcoin

    I futures azionari statunitensi sono scesi lunedì dopo l’annuncio del presidente Trump di nuove tariffe contro importanti partner commerciali, Unione Europea e Messico. Nel frattempo, il Bitcoin ha toccato nuovi massimi storici all’inizio della “Crypto Week”, i prezzi del petrolio sono aumentati leggermente e la Cina ha registrato un surplus commerciale superiore alle attese.

    Trump impone tariffe su UE e Messico

    Le tensioni commerciali globali sono aumentate dopo che il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha annunciato l’introduzione di tariffe del 30% sulle importazioni da Messico e Unione Europea a partire dal 1° agosto. Questa mossa segue tariffe simili imposte di recente su Giappone, Corea del Sud, Canada, Brasile e un dazio del 50% sul rame.

    I paesi interessati devono ora trovare un accordo commerciale con Washington entro una scadenza stretta, dopo il rinvio del termine originario del 9 luglio. I dati mostrano che i dazi doganali statunitensi hanno raggiunto un record di 113,3 miliardi di dollari lordi nei primi nove mesi dell’anno fiscale 2025 (che termina il 30 settembre).

    Futures USA in calo per timori commerciali

    Gli investitori si mostrano nervosi, con i futures azionari statunitensi in calo per la paura di una guerra commerciale globale. Alle 02:55 ET (06:55 GMT), i futures sull’S&P 500 erano in ribasso dello 0,6%, quelli sul Nasdaq 100 del 0,5% e quelli sul Dow Jones dello 0,6%. La scorsa settimana tutti gli indici principali hanno interrotto una serie di tre settimane di rialzi, tornando indietro dai massimi storici.

    L’annuncio delle tariffe di Trump ha ulteriormente scosso i mercati, alla vigilia della stagione degli utili trimestrali, che partirà martedì con i risultati di importanti banche come JPMorgan Chase, Wells Fargo e Citigroup.

    Il surplus commerciale della Cina cresce

    La Cina ha registrato un surplus commerciale superiore alle attese di 114,77 miliardi di dollari a giugno, grazie alla crescita delle esportazioni dopo la riduzione delle tariffe nell’accordo commerciale con gli Stati Uniti. Questo dato supera le previsioni di 113,20 miliardi e i 103,22 miliardi di maggio.

    Le esportazioni sono cresciute del 5,8% su base annua in termini di dollari, superando il 5% previsto e il 4,8% del mese precedente. Anche le esportazioni di terre rare sono aumentate, grazie all’allentamento delle licenze per l’export dovuto alle restrizioni meno rigide sulle tecnologie dei chip imposte dagli USA.

    Tuttavia, la crescita delle importazioni resta debole, con un aumento dell’1,1% annuo a giugno, sotto la previsione dell’1,3%, ma un miglioramento rispetto al calo del 3,4% del mese precedente.

    Questi dati preparano il terreno per il rapporto sul PIL di martedì, che dovrebbe mostrare una crescita superiore all’obiettivo annuale cinese del 5%.

    Bitcoin supera nuovi massimi all’inizio della “Crypto Week”

    Il Bitcoin ha superato lunedì per la prima volta la soglia di 120.000 dollari, salendo del 3,7% a 122.020 dollari alle 02:55 ET, in un clima di ottimismo sulle possibili leggi USA sul settore crypto.

    Il rally è alimentato da forti afflussi negli ETF e da crescenti speranze che i disegni di legge Genius Act, Clarity Act e Anti-CBDC Surveillance State Act vengano discussi questa settimana alla Camera americana.

    Se approvati, questi provvedimenti potrebbero stabilire quadri normativi completi per stablecoin, custodia di asset crypto e l’ecosistema finanziario digitale più ampio. Le leggi godono del sostegno di Trump, che si è definito il “presidente crypto” e ha chiesto politiche favorevoli all’industria.

    Il valore del Bitcoin è aumentato del 30% da inizio anno, portando la capitalizzazione totale del mercato crypto a circa 3,78 trilioni di dollari.

    Prezzi del petrolio in lieve aumento in attesa della dichiarazione di Trump sulla Russia

    I futures sul petrolio sono saliti leggermente lunedì mentre i mercati attendono una “dichiarazione importante” di Trump sulla Russia, dopo la frustrazione per la mancanza di progressi nel conflitto in Ucraina.

    Alle 02:55 ET, i futures sul Brent sono aumentati dello 0,1% a 70,40 dollari al barile, mentre quelli sul West Texas Intermediate USA sono saliti dello 0,1% a 68,54 dollari.

    Il Congresso sta avanzando su un disegno di legge bipartisan per nuove sanzioni contro la Russia, in attesa dell’approvazione di Trump. Anche i rappresentanti dell’UE sono vicini a un accordo su un ulteriore pacchetto di sanzioni, che potrebbe includere un tetto ai prezzi delle esportazioni di petrolio russe.

    Questo contenuto è fornito esclusivamente a scopo informativo e non costituisce consulenza finanziaria, d’investimento o di altro tipo professionale. Non deve essere considerato come una raccomandazione all’acquisto o alla vendita di titoli o strumenti finanziari. Tutti gli investimenti comportano dei rischi, inclusa la possibilità di perdere il capitale investito. Le performance passate non sono indicative di risultati futuri. Si consiglia di effettuare le proprie ricerche e di consultare un consulente finanziario qualificato prima di prendere qualsiasi decisione di investimento.

  • Elon Musk esclude la fusione tra Tesla e xAI

    Elon Musk esclude la fusione tra Tesla e xAI

    Lunedì, il miliardario Elon Musk ha chiarito di non essere favorevole alla fusione tra Tesla (NASDAQ:TSLA) e la sua startup di intelligenza artificiale, xAI. Rispondendo brevemente sul social media X, Musk ha semplicemente detto “No” quando gli è stato chiesto se le due società si sarebbero unite.

    La dichiarazione arriva poco dopo che Musk ha annunciato l’intenzione di chiedere l’approvazione degli azionisti per un investimento di Tesla in xAI, segnalando la volontà di mantenere le due società come entità separate. Le sue parole sottolineano una strategia basata sulla collaborazione tramite investimento, piuttosto che una fusione totale, in attesa del voto degli azionisti.

    Questo contenuto è fornito esclusivamente a scopo informativo e non costituisce consulenza finanziaria, d’investimento o di altro tipo professionale. Non deve essere considerato come una raccomandazione all’acquisto o alla vendita di titoli o strumenti finanziari. Tutti gli investimenti comportano dei rischi, inclusa la possibilità di perdere il capitale investito. Le performance passate non sono indicative di risultati futuri. Si consiglia di effettuare le proprie ricerche e di consultare un consulente finanziario qualificato prima di prendere qualsiasi decisione di investimento.

  • I mercati europei scendono per i nuovi dazi di Trump

    I mercati europei scendono per i nuovi dazi di Trump

    I mercati europei scendono mentre i dazi di Trump riaccendono i timori di guerra commerciale

    Le borse europee hanno aperto la settimana con ribassi diffusi, colpite dal ritorno delle tensioni commerciali dopo l’annuncio del presidente statunitense Donald Trump di nuovi dazi sulle importazioni provenienti dall’Unione Europea. La mossa, che arriva mentre erano in corso negoziati transatlantici, ha riacceso il rischio di un conflitto commerciale più ampio.

    Alle 07:55 GMT, il DAX tedesco perdeva lo 0,7%, mentre il CAC 40 francese scendeva dello 0,5%. In controtendenza, il FTSE 100 britannico guadagnava lo 0,2%, grazie all’accordo commerciale già in vigore tra Regno Unito e Stati Uniti.

    Scontro commerciale tra UE e USA

    Nel fine settimana, Trump ha annunciato l’introduzione di dazi del 30% su beni provenienti dall’UE e dal Messico, con effetto dal 1° agosto. La decisione segue misure simili già adottate contro Giappone, Corea del Sud, Canada e Brasile.

    La presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, ha criticato duramente la decisione, affermando che i nuovi dazi “interromperebbero le catene di approvvigionamento transatlantiche”, danneggiando imprese e consumatori su entrambi i lati dell’oceano. L’UE rimane aperta al dialogo fino alla scadenza, ma è pronta a “difendere i propri interessi con contromisure proporzionate se necessario”.

    L’Unione Europea e gli Stati Uniti rappresentano insieme quasi il 30% del commercio globale e il 43% del PIL mondiale, con uno scambio bilaterale che nel 2024 ha raggiunto 1.700 miliardi di euro (circa 4,6 miliardi al giorno).

    Titoli auto tedeschi in calo

    I titoli dei principali produttori automobilistici tedeschi sono scesi dopo l’annuncio dei dazi, che non prevedono alcuna eccezione per il settore auto. Volkswagen (TG:VOW3), BMW (TG:BMW), Mercedes-Benz (TG:MBG) e Porsche (BIT:1PORS) hanno registrato cali superiori all’1%.

    AstraZeneca in rialzo dopo risultati positivi

    Il titolo AstraZeneca (LSE:AZN) ha registrato un rialzo dopo che l’azienda ha annunciato che il suo farmaco Baxdrostat ha raggiunto tutti gli obiettivi principali e secondari in uno studio clinico avanzato su pazienti con ipertensione resistente.

    Petrolio in aumento in attesa di possibili sanzioni alla Russia

    I prezzi del petrolio sono saliti lunedì, sostenuti da ipotesi di nuove sanzioni statunitensi contro la Russia che potrebbero ridurre l’offerta globale.

    Alle 03:55 ET, i future sul Brent salivano dell’1,1% a $71,14, mentre quelli sul WTI guadagnavano l’1,2% a $69,25 al barile.

    Trump dovrebbe rilasciare una “dichiarazione importante” sulla Russia in giornata. Intanto, al Congresso avanza un disegno di legge bipartisan per introdurre nuove sanzioni, mentre anche l’Unione Europea si avvicina a un nuovo pacchetto che potrebbe includere un tetto massimo al prezzo del petrolio russo.

    Questo contenuto è fornito esclusivamente a scopo informativo e non costituisce consulenza finanziaria, d’investimento o di altro tipo professionale. Non deve essere considerato come una raccomandazione all’acquisto o alla vendita di titoli o strumenti finanziari. Tutti gli investimenti comportano dei rischi, inclusa la possibilità di perdere il capitale investito. Le performance passate non sono indicative di risultati futuri. Si consiglia di effettuare le proprie ricerche e di consultare un consulente finanziario qualificato prima di prendere qualsiasi decisione di investimento.

  • Prezzo dell’Oro in Leggero Rialzo: Crescono le Tensioni Commerciali e Geopolitiche

    Prezzo dell’Oro in Leggero Rialzo: Crescono le Tensioni Commerciali e Geopolitiche

    L’oro ha registrato un lieve rialzo durante le contrattazioni asiatiche di lunedì, proseguendo il trend positivo della scorsa settimana. Le rinnovate tensioni commerciali e le incertezze geopolitiche hanno rafforzato la domanda per beni rifugio.

    I mercati sono stati scossi dai nuovi dazi annunciati dal presidente statunitense Donald Trump contro le importazioni da Messico e Unione Europea, accrescendo i timori di un’escalation commerciale. Intanto, la decisione di inviare armi offensive all’Ucraina ha alimentato le preoccupazioni per un possibile peggioramento delle relazioni con la Russia.

    Tuttavia, i guadagni dell’oro sono stati contenuti dalla forza del dollaro USA, che si è rafforzato in vista dei dati sull’inflazione attesi per martedì. In contrasto, l’argento ha brillato con un forte rialzo, toccando i massimi degli ultimi 14 anni.

    Alle 04:40 GMT, l’oro spot era in aumento dello 0,2% a 3.361,42 dollari l’oncia, mentre i future sull’oro guadagnavano lo 0,3% a 3.374,80 dollari. I future sull’argento sono saliti dell’1,4% a 39,493 dollari, il livello più alto dal 2011.

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