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  • Prysmian in rialzo dopo la revisione al rialzo delle previsioni di Legrand, spinta dal boom dei data center alimentati dall’IA

    Prysmian in rialzo dopo la revisione al rialzo delle previsioni di Legrand, spinta dal boom dei data center alimentati dall’IA

    Prysmian (BIT:PRY) è stata la protagonista della mattinata alla Borsa di Milano, sostenuta dal forte slancio di Legrand, società francese che ha rivisto al rialzo le sue previsioni di vendita per il 2025. Gli investitori hanno reagito positivamente, facendo salire il titolo Prysmian del 4% nelle prime ore di contrattazione, fino a 63,18 euro, il livello più alto da febbraio.

    Il rialzo ha permesso a Prysmian di recuperare le perdite accumulate nel 2025, portando il bilancio a 12 mesi a un guadagno del 2%. L’annuncio di Legrand ha fatto da catalizzatore, confermando la forte domanda nel settore dei data center, alimentata dalla crescente adozione di tecnologie di intelligenza artificiale.

    Legrand prevede ora per l’intero 2025 una crescita delle vendite compresa tra il 10% e il 12%, rispetto alla precedente stima del 6%–10%, dopo aver registrato un aumento del 9% dei ricavi organici nel primo semestre dell’anno. La società attribuisce questi risultati principalmente alla forte domanda nei data center e pubblicherà i risultati finanziari il 31 luglio.

    “I data center si stanno rivelando un mercato di sbocco redditizio per aziende come Legrand, che forniscono infrastrutture come armadi server, apparecchiature elettriche e tecnologie di raffreddamento,” hanno sottolineato gli analisti di WebSim Intermonte, che mantengono un rating outperform su Prysmian con un target price di 66 euro.

    In un’altra analisi, Omid Vaziri di Bloomberg Intelligence ha evidenziato ulteriori potenzialità di crescita per Prysmian nel mercato del raffreddamento a liquido, stimando che la domanda per questo segmento potrebbe crescere oltre il 70% fino al 2025. Poiché l’IA richiede grandi quantità di energia elettrica, con conseguente necessità di potenziamento delle infrastrutture, Prysmian è ben posizionata per trarne vantaggio diretto.

    In vista della pubblicazione dei risultati del secondo trimestre e del primo semestre, prevista per il 31 luglio, Banca Akros ha confermato la raccomandazione di acquisto e il prezzo obiettivo di 65 euro sul titolo Prysmian. Secondo la banca, l’azienda potrebbe rivedere al rialzo la guidance 2025 per l’EBITDA rettificato di circa 25–50 milioni di euro, rispetto all’attuale intervallo di 2,25–2,35 miliardi di euro.

    Anche gli analisti di UBS si sono espressi positivamente, affermando che Prysmian ha registrato “un altro trimestre solido,” con stime in linea con il consensus di Visible Alpha per un EBITDA pari a 584 milioni di euro. Prevedono una crescita organica di circa il 6,8%, anche se con un impatto valutario negativo di circa il 2,4% a causa dell’indebolimento del dollaro statunitense.

    Inoltre, UBS ha incluso nelle sue previsioni l’acquisizione di Channell, avvenuta a giugno, stimando che questa possa aumentare la guidance dell’EBITDA 2025 di circa 50 milioni di euro, compensando un impatto valutario negativo atteso di 60 milioni di euro. Channell dovrebbe infatti contribuire con 66 milioni di euro all’EBITDA complessivo.

    Alla luce di questi aggiornamenti, gli analisti di UBS hanno alzato il prezzo obiettivo su Prysmian da 70 a 72 euro, mantenendo la raccomandazione di acquisto.

    Questo contenuto è fornito esclusivamente a scopo informativo e non costituisce consulenza finanziaria, d’investimento o di altro tipo professionale. Non deve essere considerato come una raccomandazione all’acquisto o alla vendita di titoli o strumenti finanziari. Tutti gli investimenti comportano dei rischi, inclusa la possibilità di perdere il capitale investito. Le performance passate non sono indicative di risultati futuri. Si consiglia di effettuare le proprie ricerche e di consultare un consulente finanziario qualificato prima di prendere qualsiasi decisione di investimento.

  • UniCredit Valuta la Proroga dell’OPA su Banco BPM tra Rallentamenti Regolatori

    UniCredit Valuta la Proroga dell’OPA su Banco BPM tra Rallentamenti Regolatori

    UniCredit (BIT:UCG) starebbe valutando la possibilità di prorogare la scadenza dell’offerta pubblica di acquisto (OPA) su Banco BPM (BIT:BAMI), attualmente fissata al 23 luglio 2025. Secondo quanto riportato da Il Sole 24 Ore, la banca potrebbe presentare una richiesta formale alla Consob per ottenere una proroga di 15 giorni, alla luce dei ritardi legati a questioni regolatorie e legali.

    Vista la complessità dell’operazione—che coinvolge anche le norme del “golden power” e sentenze giudiziarie—la Consob potrebbe decidere autonomamente di sospendere l’offerta per ulteriori 30 giorni, facendo slittare la scadenza a inizio settembre. Sebbene UniCredit non abbia ancora presentato una richiesta ufficiale, sarebbero in corso contatti informali con l’Autorità per valutare eventuali aperture.

    Parallelamente, UniCredit starebbe elaborando un piano alternativo nel caso in cui non fosse possibile ottenere una proroga. Tra le opzioni al vaglio vi sarebbe la possibilità di lasciare scadere l’offerta attuale e presentarne una nuova con condizioni riviste.

    Nel frattempo, l’adesione da parte degli investitori risulta ancora molto limitata. Alla chiusura del mercato del 16 luglio, erano state apportate solo 2.326.570 azioni, pari allo 0,15% circa del totale oggetto dell’offerta. L’OPA, avviata il 28 aprile, era già stata sospesa dalla Consob per 30 giorni.

    Separatamente, UniCredit ha annunciato l’intenzione di procedere con il rimborso integrale delle obbligazioni ‘Issuer Call’ emesse a settembre 2020. Il rimborso anticipato avverrà alla pari, comprensivo degli interessi maturati, alla data di scadenza anticipata. Anche i Global Receipts associati verranno riscattati nella stessa data.

    Questo contenuto è fornito esclusivamente a scopo informativo e non costituisce consulenza finanziaria, d’investimento o di altro tipo professionale. Non deve essere considerato come una raccomandazione all’acquisto o alla vendita di titoli o strumenti finanziari. Tutti gli investimenti comportano dei rischi, inclusa la possibilità di perdere il capitale investito. Le performance passate non sono indicative di risultati futuri. Si consiglia di effettuare le proprie ricerche e di consultare un consulente finanziario qualificato prima di prendere qualsiasi decisione di investimento.

  • Il dollaro si ritira leggermente mentre gli investitori attendono nuovi segnali sull’inflazione

    Il dollaro si ritira leggermente mentre gli investitori attendono nuovi segnali sull’inflazione

    Il dollaro statunitense ha registrato un lieve calo mercoledì, interrompendo una recente fase rialzista, mentre i mercati reagiscono ai dati sull’inflazione al consumo e attendono un nuovo rapporto sui prezzi alla produzione per valutare l’impatto delle politiche tariffarie sull’economia.

    Alle 04:55 ET (08:55 GMT), l’Indice del Dollaro, che misura la performance del biglietto verde rispetto a un paniere di sei valute principali, è sceso dello 0,1% a 98,205, dopo aver toccato un massimo mensile nella seduta precedente.

    Attesa per l’indice PPI dopo i segnali di inflazione

    I dati diffusi martedì hanno mostrato che i prezzi al consumo negli Stati Uniti sono aumentati dello 0,3% a giugno, segnando il maggiore incremento mensile dal mese di gennaio. Secondo gli economisti, la causa principale è da ricercare nell’intensificarsi dei dazi commerciali imposti dalla precedente amministrazione.

    La Federal Reserve ha mantenuto i tassi di interesse invariati, in linea con un approccio attendista volto a monitorare l’evoluzione dell’inflazione. Il presidente Jerome Powell aveva già previsto che gli effetti delle tariffe sarebbero diventati visibili nel corso dell’estate – una dinamica che ora sembra concretizzarsi.

    Secondo gli analisti di ING, “Il brusco risveglio di ieri riguardo alle aspettative di tagli da parte della Fed potrebbe avere un impatto duraturo, innalzando l’asticella per una nuova valutazione accomodante; per questo riteniamo che i rischi restino orientati verso un rafforzamento del dollaro da questo punto in avanti.”

    Ora l’attenzione è rivolta all’indice dei prezzi alla produzione (PPI) che sarà pubblicato più tardi nella giornata, e che potrebbe fornire ulteriori indizi sull’andamento delle pressioni inflazionistiche.

    “Ci si aspetta che i mercati reagiscano a qualsiasi sorpresa, anche se il consenso prevede già una variazione mensile moderata dello 0,2% sia per il dato complessivo che per il dato core del PPI.”

    L’euro e la sterlina rimbalzano dai minimi recenti

    Sul fronte valutario europeo, l’EUR/USD è salito dello 0,2% a 1,1621, recuperando da un minimo di tre settimane toccato martedì. Il rimbalzo è stato sostenuto dai commenti del membro del Consiglio direttivo della BCE, Joachim Nagel.

    In un’intervista al quotidiano economico Handelsblatt, Nagel ha affermato che è necessaria una “mano ferma” per affrontare l’incertezza generata dalle nuove minacce tariffarie degli Stati Uniti. Ha aggiunto che l’impatto sull’inflazione dell’attuale contesto geopolitico e della disputa commerciale con Washington resta “estremamente incerto.”

    La Banca Centrale Europea ha segnalato, dopo la riunione di giugno, l’intenzione di mantenere i tassi d’interesse invariati anche nella prossima riunione prevista per la settimana successiva.

    Nel frattempo, la sterlina britannica ha registrato un modesto rialzo, con il cambio GBP/USD in crescita dello 0,1% a 1,3392, dopo che l’inflazione nel Regno Unito è aumentata inaspettatamente al 3,6% a giugno – il livello più alto in oltre dodici mesi.

    Secondo gli analisti di ING, “La sterlina ha guadagnato leggermente dopo la pubblicazione del dato. I rischi legati ai dati sull’occupazione di domani probabilmente frenano una rivalutazione più aggressiva delle aspettative restrittive sulla curva Sonia e, di conseguenza, limitano l’apprezzamento della GBP.”

    “I mercati continuano a prezzare due tagli dei tassi entro la fine dell’anno, ma recentemente la tendenza è stata verso previsioni ancora più accomodanti.”

    Le valute asiatiche recuperano leggermente

    In Asia, le valute locali hanno registrato lievi segnali di recupero dopo il calo subito nella seduta precedente a seguito dei dati USA. Il cambio USD/JPY è sceso dello 0,1% a 148,82, correggendo in parte il forte aumento (quasi dell’1%) del giorno prima.

    Il dollaro australiano (AUD/USD) è salito dello 0,1% a 0,6521, mentre lo yuan cinese (USD/CNY) è avanzato dello 0,1% a 7,1770, indicando una stabilizzazione dei mercati nella regione asiatica.

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  • DAX, CAC, FTSE100, Mercati europei misti tra delusioni sugli utili e timori tariffari

    DAX, CAC, FTSE100, Mercati europei misti tra delusioni sugli utili e timori tariffari

    Le borse europee hanno mostrato un andamento incerto mercoledì, faticando a riprendersi dopo tre sedute consecutive in calo. Il sentiment degli investitori è rimasto prudente, a causa di rinnovate preoccupazioni legate ai dazi commerciali e ai risultati deludenti di alcune società come ASML Holding NV e Renault SA.

    A pesare ulteriormente è stato un dato macroeconomico dal Regno Unito, dove l’inflazione ha registrato un aumento inatteso. L’indice dei prezzi al consumo è salito del 3,6% su base annua a giugno, rispetto al +3,4% di maggio, segnando il livello più alto da gennaio 2024. Il rialzo è stato trainato soprattutto dai costi di trasporto e alimentari.

    Nonostante l’incertezza generale, il DAX tedesco è salito dello 0,5% e il FTSE 100 britannico ha guadagnato lo 0,3%, mentre il CAC 40 francese è rimasto pressoché stabile.

    Tra i titoli in evidenza:

    • Kenmare Resources (LSE:KMR) ha registrato un calo dopo aver confermato che rimane sulla buona strada per raggiungere gli obiettivi di produzione e costi per l’intero anno.
    • Stellantis (BIT:STLAM) è scesa dopo aver annunciato l’abbandono del programma sulle celle a combustibile a idrogeno e la cancellazione del lancio previsto per la nuova gamma di veicoli a idrogeno, citando infrastrutture insufficienti e incentivi deboli.
    • ASML Holding (EU:ASML) ha perso terreno dopo aver affermato che le incertezze legate alle politiche commerciali statunitensi potrebbero ostacolare la crescita nel 2026.
    • AstraZeneca (LSE:AZN) ha subito una flessione in seguito al fallimento, in fase avanzata di sperimentazione, del suo farmaco per una rara malattia del plasma.
    • Renault (EU:RNO) è scivolata dopo aver tagliato le stime per il 2025 e annunciato la nomina di un nuovo CEO ad interim.

    In controtendenza:

    • Richemont (TG:RITN) è salita dopo aver pubblicato ricavi superiori alle attese nel primo trimestre fiscale.
    • Antofagasta (LSE:ANTO) ha guadagnato terreno grazie a un aumento dell’11% nella produzione di rame nella prima metà del 2025.

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  • Dow Jones, S&P, Nasdaq, I mercati statunitensi in rialzo grazie al rallentamento dell’inflazione e agli utili positivi

    Dow Jones, S&P, Nasdaq, I mercati statunitensi in rialzo grazie al rallentamento dell’inflazione e agli utili positivi

    I future sugli indici statunitensi indicano un’apertura positiva mercoledì, con il sentiment degli investitori rafforzato da dati sull’inflazione più contenuta e risultati societari incoraggianti.

    I contratti sono saliti dopo che il Dipartimento del Lavoro ha comunicato che i prezzi alla produzione sono rimasti invariati a giugno, offrendo un segnale di sollievo sul fronte inflazionistico. L’indice dei prezzi alla produzione per la domanda finale è rimasto stabile per il mese, dopo un aumento dello 0,3% a maggio, rivisto al rialzo.

    Gli analisti avevano previsto un incremento mensile dello 0,2%, leggermente superiore allo 0,1% inizialmente segnalato per maggio. Su base annua, il tasso di crescita dei prezzi alla produzione è sceso al 2,3% dal 2,7% rivisto di maggio, un rallentamento maggiore rispetto alle attese del 2,5%.

    Il tono positivo è stato rafforzato anche dai risultati societari. Le azioni Johnson & Johnson (NYSE:JNJ) sono salite del 2,1% nel pre-market dopo che la società ha superato le aspettative sugli utili del secondo trimestre e ha aumentato le sue previsioni per l’intero anno.

    Anche Bank of America (NYSE:BAC) ha riportato risultati superiori alle attese, spingendo il settore finanziario. Goldman Sachs (NYSE:GS) e Morgan Stanley (NYSE:MS) hanno pubblicato trimestrali positive, contribuendo all’ottimismo.

    La seduta di martedì era partita bene ma ha perso slancio nel corso della giornata. Il Nasdaq è salito di 37,47 punti (+0,2%) chiudendo a un nuovo massimo storico di 20.677,80. L’S&P 500 ha perso 24,80 punti (-0,4%) a 6.243,76, mentre il Dow Jones è sceso di 436,36 punti (-1,0%) a 44.023,29.

    Il settore tecnologico, in particolare i semiconduttori, ha brillato. Il Philadelphia Semiconductor Index è salito dell’1,3%, raggiungendo il livello di chiusura più alto dell’anno. Nvidia (NASDAQ:NVDA) ha contribuito in modo decisivo, guadagnando il 4,0% dopo aver annunciato che riprenderà “presto” le vendite dei chip H20 AI in Cina.

    “Il governo degli Stati Uniti ha assicurato a NVIDIA che verranno concesse le licenze e NVIDIA spera di iniziare presto le consegne,” ha dichiarato l’azienda in un comunicato.

    Al contrario, le azioni legate al settore immobiliare sono crollate, con il Philadelphia Housing Sector Index in calo del 3,3%. Anche i titoli del settore energetico hanno perso terreno a causa della discesa del prezzo del petrolio, facendo scendere il Philadelphia Oil Service Index del 3,1%. Pressione anche su banche, biotecnologie e farmaceutici.

    Sempre martedì, il Dipartimento del Lavoro ha pubblicato dati positivi sull’inflazione al consumo. L’indice dei prezzi al consumo è aumentato dello 0,3% a giugno, in linea con le previsioni, dopo un +0,1% a maggio.

    Su base annua, l’inflazione è salita al 2,7% dal 2,4% del mese precedente, superando leggermente le attese del 2,6%. L’indice core, che esclude cibo ed energia, è salito dello 0,2% a giugno dopo un +0,1% a maggio, mentre gli economisti prevedevano un aumento dello 0,3%.

    Nonostante i segnali positivi, i mercati restano cauti a causa delle persistenti tensioni commerciali legate alle politiche protezionistiche del presidente Donald Trump.

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  • DAX, CAC, FTSE100, Le azioni europee scendono mentre inflazione e risultati aziendali preoccupano gli investitori

    DAX, CAC, FTSE100, Le azioni europee scendono mentre inflazione e risultati aziendali preoccupano gli investitori

    I mercati azionari europei hanno chiuso in calo mercoledì, con le persistenti preoccupazioni sull’inflazione e i nuovi dati sugli utili aziendali che hanno moderato il sentiment degli investitori all’inizio della stagione degli utili.

    Alle 07:05 GMT, il DAX tedesco ha perso lo 0,4%, il CAC 40 francese è sceso dello 0,3% e il FTSE 100 del Regno Unito è diminuito dello 0,1%.

    Le tensioni commerciali frenano il morale del mercato

    La fiducia degli investitori in Europa è stata colpita questa settimana dopo l’annuncio del presidente statunitense Donald Trump di tariffe del 30% sulle importazioni dall’Unione Europea, in vigore da agosto.

    Le autorità europee rimangono ottimiste sul fatto che si possano evitare queste tariffe prima della scadenza, preservando l’importante relazione commerciale bilaterale da 1,7 trilioni di dollari. Tuttavia, l’incertezza continua a dominare il quadro.

    Questo clima incerto ha influenzato le previsioni sugli utili aziendali europei, con un calo medio previsto dello 0,7% su base annua nei profitti del secondo trimestre, peggiore del -0,2% stimato solo la scorsa settimana, secondo i dati LSEG I/B/E/S.

    Continuano gli annunci sugli utili

    ASML (EU:ASML), leader nella produzione di apparecchiature per semiconduttori, ha superato le stime di prenotazioni del secondo trimestre, ma ha avvertito che la crescita potrebbe rallentare nel 2026.

    Il colosso del lusso Richemont, proprietario di Cartier e Van Cleef & Arpels, ha registrato nel primo trimestre guadagni superiori alle attese, trainati dalla forte domanda nel segmento gioielli, anche se le pressioni sui margini rimangono un problema.

    La svedese Handelsbanken (LSE:0R7S) ha annunciato un calo del 12% del profitto operativo rispetto al trimestre precedente, a causa di minori ricavi da interessi netti e perdite nel trading.

    Negli Stati Uniti, le banche JPMorgan Chase (NYSE:JPM) e Citigroup (NYSE:C) hanno dato il via alla stagione degli utili con risposte contrastanti da parte del mercato martedì. Sono attesi altri risultati bancari da Goldman Sachs (NYSE:GS), Morgan Stanley (NYSE:MS) e Bank of America (NYSE:BAC). Johnson & Johnson (NYSE:JNJ) fornirà invece ulteriori indicazioni sulle tendenze dei consumatori.

    L’inflazione resta al centro dell’attenzione

    L’ansia degli investitori per l’inflazione persiste dopo dati sui prezzi al consumo USA più forti del previsto, diffusi martedì.

    Nel Regno Unito, l’inflazione annua dei prezzi al consumo è salita inaspettatamente al 3,6% a giugno, il livello più alto da oltre un anno, secondo i dati pubblicati mercoledì.

    Ora l’attenzione è puntata sui dati sull’inflazione nelle fabbriche statunitensi in uscita più tardi mercoledì, mentre gli operatori cercano indicazioni sui tempi del prossimo possibile taglio dei tassi da parte della Federal Reserve.

    Il petrolio rimbalza grazie alle previsioni di domanda solide di OPEC

    I prezzi del petrolio sono risaliti mercoledì dopo due giorni di cali, sostenuti dalle conferme di OPEC su una domanda globale robusta.

    Alle 03:05 ET, i futures sul Brent sono saliti dello 0,3% a 68,89 dollari al barile, mentre i futures sul West Texas Intermediate USA sono aumentati dello 0,4% a 66,80 dollari al barile.

    Il rimbalzo segue una rivalutazione del mercato dei rischi di approvvigionamento dopo le minacce di Trump di imporre tariffe sul petrolio russo.

    OPEC ha ribadito le sue proiezioni ottimistiche sulla domanda di petrolio per il 2025 e 2026, sottolineando aspettative di una crescita economica più forte del previsto nella seconda metà dell’anno, nonostante le tensioni commerciali in corso.

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  • I prezzi dell’oro recuperano mentre i dati sull’inflazione negli USA rafforzano il dollaro e mettono pressione sui metalli

    I prezzi dell’oro recuperano mentre i dati sull’inflazione negli USA rafforzano il dollaro e mettono pressione sui metalli

    I prezzi dell’oro sono saliti leggermente durante la sessione asiatica di mercoledì, recuperando dalle perdite precedenti dopo che i dati sull’inflazione al consumo negli Stati Uniti hanno superato le aspettative, rafforzando il dollaro e riducendo le speranze di tagli ai tassi d’interesse nel breve termine.

    Anche gli altri metalli preziosi hanno registrato un rimbalzo dopo i recenti cali. Platino e argento, che avevano sovraperformato l’oro recentemente, hanno ceduto parte dei guadagni di questa settimana mentre gli investitori hanno incassato i profitti.

    La domanda di rifugio sicuro per l’oro è rimasta solida tra le preoccupazioni persistenti sulle tariffe commerciali del presidente Donald Trump. L’incertezza crescente sull’indipendenza della Federal Reserve ha ulteriormente sostenuto l’oro, con pressioni politiche crescenti per la rimozione del presidente Powell. Le tensioni geopolitiche tra Russia e Ucraina hanno contribuito a sostenere la domanda del metallo.

    L’oro spot è salito dello 0,4% a 3.339,26 dollari l’oncia, mentre i futures sull’oro di settembre sono aumentati dello 0,3% a 3.345,40 dollari l’oncia nelle prime ore di mercoledì ET.

    L’oro resta all’interno di un intervallo mentre gli altri metalli mostrano volatilità

    Nonostante i guadagni modesti, l’oro è rimasto all’interno di un intervallo di trading familiare tra 3.300 e 3.500 dollari l’oncia, un range occupato negli ultimi tre mesi. Il metallo ha faticato a rompere questo livello, mentre si ipotizza che i recenti massimi record di aprile abbiano lasciato l’oro un po’ ipercomprato, soprattutto rispetto ad altri metalli preziosi.

    Platino e argento hanno fatto progressi negli ultimi mesi, raggiungendo massimi pluriennali. I loro guadagni sono stati alimentati in parte da investitori che cercavano alternative all’oro a valutazioni più attraenti, insieme alle aspettative di un’offerta più stretta e di una domanda più forte.

    Tuttavia, entrambi i metalli hanno subito una battuta d’arresto questa settimana, con il calo delle scommesse su tagli imminenti dei tassi da parte della Federal Reserve. Il platino spot si è stabilizzato a 1.421 dollari l’oncia, mentre l’argento è salito leggermente a 37,84 dollari l’oncia.

    Dollaro più forte pesa sui metalli mentre persistono le preoccupazioni sull’inflazione

    Il mercato più ampio dei metalli ha subito pressioni a causa del rafforzamento del dollaro USA, che martedì ha raggiunto un massimo di tre settimane dopo dati sull’inflazione più alti del previsto per giugno.

    I futures del rame sul London Metal Exchange sono rimasti stabili a 9.639,70 dollari per tonnellata, mentre i futures sul rame USA sono calati dello 0,4% a 5,50 dollari per libbra.

    Sebbene l’indice dei prezzi al consumo abbia mostrato solo un modesto aumento rispetto a maggio, i dati suggeriscono che l’inflazione rimane persistente. Ciò ha aumentato le preoccupazioni sugli effetti inflazionistici delle tariffe imposte dal presidente Trump.

    La Federal Reserve ha indicato che manterrà i tassi d’interesse invariati finché non sarà chiaro l’impatto delle tariffe, un messaggio rafforzato dal rapporto sull’inflazione di martedì. Tuttavia, questa posizione ha suscitato critiche da parte di Trump e dei suoi sostenitori, che continuano a chiedere la rimozione di Powell e tagli ai tassi.

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  • I prezzi del petrolio salgono mentre l’OPEC+ mantiene le previsioni sulla domanda e le scorte USA aumentano leggermente

    I prezzi del petrolio salgono mentre l’OPEC+ mantiene le previsioni sulla domanda e le scorte USA aumentano leggermente

    I prezzi del petrolio sono saliti nella sessione asiatica di mercoledì, recuperando dopo perdite precedenti, mentre l’OPEC+ ha confermato il suo ottimismo riguardo alla domanda globale di petrolio nonostante gli aumenti di produzione recenti. Nel frattempo, i trader hanno reagito a un modesto aumento delle scorte di greggio negli Stati Uniti.

    Alle 22:17 ET (02:17 GMT), i futures sul Brent con scadenza a settembre sono aumentati dello 0,4% a 69,01 dollari al barile, mentre il WTI di settembre è salito dello 0,6% a 66,94 dollari al barile.

    Il mercato ha vissuto volatilità all’inizio della settimana dopo l’avvertimento del presidente USA Donald Trump su una “dichiarazione importante” relativa alla Russia, che ha fatto temere possibili interruzioni nelle forniture. Tuttavia, i prezzi sono scesi di quasi il 3% nei primi due giorni dopo che Trump ha rinunciato a un’azione immediata, concedendo invece alla Russia un periodo di 50 giorni per risolvere il conflitto in Ucraina.

    L’OPEC prevede una crescita economica più forte nella seconda metà dell’anno e conferma le stime sulla domanda

    L’ultimo rapporto mensile dell’OPEC ha riaffermato le previsioni di domanda per il 2025 e il 2026, esprimendo la speranza che l’allentamento delle tensioni commerciali sosterrà la crescita economica nella seconda metà di quest’anno.

    L’organizzazione ha osservato che gli sviluppi recenti suggeriscono la possibilità di accordi commerciali con partner chiave degli Stati Uniti, riducendo così l’incertezza nell’economia globale.

    Nonostante ciò, i prezzi del petrolio restano sotto pressione a causa delle preoccupazioni che i prossimi aumenti tariffari annunciati da Trump, in vigore dal 1° agosto, possano accelerare l’inflazione e rallentare la crescita economica, indebolendo potenzialmente la domanda di petrolio.

    L’OPEC+ ha sottolineato che i processi di raffinazione a livello mondiale, specialmente negli Stati Uniti, dovrebbero restare elevati per far fronte all’aumento stagionale della domanda di carburanti per trasporto, inclusi benzina, carburante per aerei e residui.

    Questo avviene in un contesto di aumenti continui della produzione da parte di OPEC+, con l’ultimo incremento di 548.000 barili al giorno previsto per agosto.

    Le scorte di greggio USA aumentano leggermente

    I dati settimanali dell’American Petroleum Institute relativi al periodo terminato l’11 luglio mostrano un aumento moderato delle scorte di greggio negli Stati Uniti di circa 839.000 barili. Le scorte di benzina sono aumentate di 1,93 milioni di barili e quelle di distillati di 828.000 barili.

    Questo segue un significativo aumento delle scorte di greggio della settimana precedente di 7,1 milioni di barili, dovuto in gran parte a un ridotto flusso nelle raffinerie per la stagione di manutenzione.

    Questo contenuto è fornito esclusivamente a scopo informativo e non costituisce consulenza finanziaria, d’investimento o di altro tipo professionale. Non deve essere considerato come una raccomandazione all’acquisto o alla vendita di titoli o strumenti finanziari. Tutti gli investimenti comportano dei rischi, inclusa la possibilità di perdere il capitale investito. Le performance passate non sono indicative di risultati futuri. Si consiglia di effettuare le proprie ricerche e di consultare un consulente finanziario qualificato prima di prendere qualsiasi decisione di investimento.

  • Dow Jones, S&P, Nasdaq, Accordo commerciale USA-Indonesia, outlook prudente di ASML e risultati chiave in arrivo sui mercati

    Dow Jones, S&P, Nasdaq, Accordo commerciale USA-Indonesia, outlook prudente di ASML e risultati chiave in arrivo sui mercati

    I futures azionari statunitensi sono scesi mentre gli investitori assimilavano dati sull’inflazione contrastanti e si preparavano a ulteriori report economici. Diverse grandi aziende statunitensi stanno per pubblicare i risultati trimestrali, mentre il produttore europeo di apparecchiature per semiconduttori ASML (UE:ASML) ha avvertito di possibili ostacoli legati all’aumento dei dazi statunitensi, mettendo in dubbio la crescita per il 2026. Sul fronte commerciale, il presidente Donald Trump ha annunciato un nuovo accordo tariffario con l’Indonesia, in vista della scadenza cruciale del 1° agosto per i suoi dazi “reciproci”.

    Movimenti di mercato e dati sull’inflazione

    Mercoledì mattina i futures sul Dow, S&P 500 e Nasdaq hanno mostrato cali moderati, riflettendo la cautela degli investitori. La sessione precedente aveva registrato lievi ribassi degli indici principali a causa delle preoccupazioni sull’aumento dei prezzi di beni soggetti a dazi. I dati più recenti sull’inflazione sembrano aver rafforzato le aspettative che la Federal Reserve manterrà i tassi d’interesse invariati alla prossima riunione, aumentando le tensioni tra Trump e il presidente della Fed Jerome Powell, criticato da Trump per non aver tagliato i tassi più rapidamente.

    I primi risultati bancari hanno mostrato esiti contrastanti: le azioni JPMorgan sono leggermente scese, Citigroup è salita nettamente, mentre Wells Fargo ha perso terreno dopo aver rivisto al ribasso le previsioni.

    Dettagli sull’accordo commerciale USA-Indonesia

    Gli Stati Uniti imporranno un dazio del 19% sulle importazioni dall’Indonesia, in aumento rispetto al 10% attuale, nell’ambito di un nuovo accordo bilaterale. L’accordo mira anche a contrastare le pratiche di “transshipment”, ovvero il transito di merci cinesi attraverso l’Indonesia per eludere i dazi statunitensi. L’intesa segue precedenti accordi quadro con Regno Unito, Cina e Vietnam. Trump ha sottolineato che la scadenza del 1° agosto non sarà rinviata, nonostante i precedenti disordini di mercato.

    Il Yale Budget Lab stima che il tasso medio dei dazi USA salirà oltre il 20% a causa di queste politiche, un netto aumento rispetto ai livelli pre-Trump.

    Risultati e prospettive di ASML

    ASML ha riportato ordini solidi nel secondo trimestre, ma ha avvertito che la crescita nel 2026 è incerta a causa di fattori macroeconomici e geopolitici, in particolare i dazi. Il CEO Christophe Fourier ha dichiarato che la crescita è ancora prevista, ma non può essere garantita al momento. Le azioni ASML sono scese di oltre il 6% nelle contrattazioni mattutine dopo l’annuncio.

    Nel frattempo, il produttore di beni di lusso Richemont ha registrato un aumento delle vendite del 6% nel trimestre, trainato dalla domanda di gioielli nonostante la debolezza nel segmento orologi.

    Risultati imminenti

    Il calendario degli utili di mercoledì include grandi banche come Bank of America, Morgan Stanley e Goldman Sachs, che offriranno indicazioni sulle prospettive del settore finanziario. Anche il gigante farmaceutico Johnson & Johnson pubblicherà i suoi risultati, così come United Airlines, che dovrebbe fornire spunti sulla domanda nel settore aereo. Delta Air Lines ha recentemente reintegrato le previsioni, citando miglioramenti nei fondamentali del settore.

    Indicatori d’inflazione e Beige Book della Fed

    Gli investitori si concentreranno sull’indice dei prezzi alla produzione di giugno, che dovrebbe mostrare un leggero rallentamento dell’inflazione annua ma un modesto aumento su base mensile. Verrà pubblicato anche il Beige Book della Federal Reserve, che riassume le condizioni economiche regionali. Gli analisti si aspettano che il rapporto evidenzi rischi persistenti di stagflazione, con sfide di crescita e pressioni inflazionistiche derivanti dalle tensioni commerciali.

    Questo contenuto è fornito esclusivamente a scopo informativo e non costituisce consulenza finanziaria, d’investimento o di altro tipo professionale. Non deve essere considerato come una raccomandazione all’acquisto o alla vendita di titoli o strumenti finanziari. Tutti gli investimenti comportano dei rischi, inclusa la possibilità di perdere il capitale investito. Le performance passate non sono indicative di risultati futuri. Si consiglia di effettuare le proprie ricerche e di consultare un consulente finanziario qualificato prima di prendere qualsiasi decisione di investimento.

  • DAX, CAC, FTSE100, Mercati europei in lieve rialzo grazie all’ottimismo sul commercio globale e ai dati positivi dalla Cina

    DAX, CAC, FTSE100, Mercati europei in lieve rialzo grazie all’ottimismo sul commercio globale e ai dati positivi dalla Cina

    Le borse europee hanno registrato lievi guadagni martedì, sostenute dal miglioramento del sentiment riguardo ai negoziati commerciali globali e da dati economici incoraggianti provenienti dalla Cina.

    A metà giornata, il DAX tedesco è salito dello 0,3%, il CAC 40 francese ha guadagnato lo 0,2% e il FTSE 100 del Regno Unito è avanzato dello 0,1%.

    Gli investitori sembrano rassicurati dal fatto che la retorica aggressiva del presidente statunitense Donald Trump in tema di commercio difficilmente comprometterà gli scambi internazionali. Allo stesso tempo, le cifre sulla crescita cinese superiori alle attese hanno alimentato l’appetito per il rischio.

    I titoli tecnologici si sono distinti dopo che Nvidia (NASDAQ:NVDA) ha ottenuto l’approvazione del governo USA per riprendere l’esportazione dei suoi chip AI H20 verso la Cina.

    Tra i titoli in evidenza, le azioni di Trustpilot Group (LSE:TRST) sono balzate dopo che l’azienda ha rivisto al rialzo le previsioni sugli utili dell’anno, sostenuta da una solida crescita delle prenotazioni e dei ricavi nel primo semestre.

    Bene anche Thyssenkrupp Nucera (TG:NCH2), specializzata in idrogeno, che ha rivisto al rialzo la guidance sull’EBIT annuale, facendo salire il titolo.

    Sul fronte negativo, B&M European Value Retail (LSE:BME) è crollata dopo vendite del primo trimestre inferiori alle attese.

    Male anche Ericsson (NASDAQ:ERIC), penalizzata dai dazi statunitensi che hanno inciso negativamente sui margini di profitto.

    Barratt Redrow (LSE:BTRW) ha registrato un forte calo dopo aver mancato gli obiettivi di vendita per l’intero anno fino a giugno.

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