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  • Apple rischia azioni collettive nell’UE sulle commissioni dell’App Store dopo una decisione chiave della Corte

    Apple rischia azioni collettive nell’UE sulle commissioni dell’App Store dopo una decisione chiave della Corte

    Apple Inc. (NASDAQ:AAPL) potrebbe presto affrontare una serie di azioni di risarcimento in stile class action in tutta l’Unione Europea dopo che la corte più alta del blocco ha stabilito che i consumatori possono avviare cause collettive nei Paesi Bassi, indipendentemente dal loro paese di residenza.

    In una sentenza emessa martedì, la Corte di giustizia dell’UE ha stabilito che un tribunale di Amsterdam è competente ad esaminare i reclami presentati dalle fondazioni Stichting Right to Consumer Justice e Stichting App Stores. I gruppi sostengono che la struttura delle commissioni dell’App Store di Apple — che possono arrivare fino al 30% per transazione — violi le norme sulla concorrenza.

    Nella sua dichiarazione che accompagna la decisione preliminare, la Corte europea ha affermato: “I tribunali dei Paesi Bassi hanno la competenza per esaminare un’azione rappresentativa riguardante la presunta condotta anticoncorrenziale di Apple in relazione al suo App Store rivolto al mercato olandese.”

    La decisione apre potenzialmente la strada a un insieme più ampio di azioni coordinate contro le politiche dell’App Store di Apple nell’UE.

  • Il petrolio resta stabile mentre il mercato valuta i rischi geopolitici sulla fornitura

    Il petrolio resta stabile mentre il mercato valuta i rischi geopolitici sulla fornitura

    I prezzi del petrolio sono rimasti sostanzialmente invariati martedì, mentre gli operatori analizzano le potenziali conseguenze degli attacchi con droni ucraini contro impianti energetici russi e delle crescenti tensioni diplomatiche tra Stati Uniti e Venezuela.

    Alle 09:03 GMT, il Brent è sceso di 19 centesimi (0,3%) a 62,98 $ al barile, mentre il West Texas Intermediate (WTI) statunitense ha perso 12 centesimi (0,2%), attestandosi a 20 $ al barile.
    Entrambi i benchmark erano saliti di oltre 1% lunedì, con il WTI vicino ai massimi di due settimane.

    Ole Hansen, responsabile della strategia sulle materie prime di Saxo Bank, ha osservato che, sebbene i prezzi prompt restino relativamente bloccati in un intervallo ristretto, il premio di rischio geopolitico è tornato a crescere, soprattutto a causa delle tensioni nel Mar Nero e in Venezuela.
    Ha aggiunto: “Oltre a ciò, la prevista ma ancora sfuggente eccedenza di offerta rimane un punto chiave che impedisce qualsiasi rimbalzo significativo in questa fase.”

    L’outlook sull’offerta si è ulteriormente complicato lunedì dopo che il Caspian Pipeline Consortium ha confermato di aver ripreso le spedizioni da uno dei suoi punti di carico nel Mar Nero, in seguito al grave attacco con droni ucraini del 29 novembre.

    Le tensioni sono aumentate ulteriormente quando il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha dichiarato sabato che “lo spazio aereo sopra e intorno al Venezuela” deve essere considerato chiuso, alimentando nuova incertezza sul mercato dato il ruolo del Paese sudamericano nella produzione petrolifera globale.

    Gli analisti seguono da vicino anche il fronte diplomatico.
    Tamas Varga di PVM Oil Associates ha affermato: “L’attenzione è rivolta anche ai colloqui di pace sull’Ucraina, che potrebbero portare la Russia ad aumentare nuovamente le esportazioni di petrolio greggio e prodotti, anche se questo processo probabilmente sarà lungo.”

    Il presidente ucraino Volodymyr Zelenskiy ha ribadito lunedì che la priorità di Kyiv è mantenere la sovranità e garantire solide garanzie di sicurezza, aggiungendo che le questioni territoriali restano l’ostacolo più complesso nei negoziati.

    Nel frattempo, l’inviato speciale di Trump Steve Witkoff, accompagnato da Jared Kushner, incontrerà martedì il presidente russo Vladimir Putin per discutere di possibili vie per porre fine al conflitto.

    Sul fronte dell’OPEC+, il gruppo ha confermato domenica un piccolo aumento della produzione per dicembre e una sospensione degli incrementi nel primo trimestre del prossimo anno, alla luce dei crescenti timori di un eccesso di offerta globale.

  • L’oro arretra mentre i rendimenti USA risalgono; gli investitori attendono la decisione della Fed

    L’oro arretra mentre i rendimenti USA risalgono; gli investitori attendono la decisione della Fed

    I prezzi dell’oro sono diminuiti nelle contrattazioni asiatiche di martedì, appesantiti dal rimbalzo dei rendimenti dei Treasury statunitensi, mentre gli investitori mantengono un atteggiamento cauto in vista di una serie di dati macroeconomici chiave e dell’attesissima decisione della Federal Reserve della prossima settimana.

    L’oro spot è sceso dello 0,4% a 4.213,97 $ l’oncia alle 02:41 ET (06:41 GMT), dopo aver toccato un massimo di sei settimane nella sessione precedente. I future sull’oro USA sono scesi dello 0,7% a 4.245,55 $.

    L’oro scivola mentre i rendimenti salgono

    La correzione ha seguito l’aumento dei rendimenti dei Treasury statunitensi a 10 anni, che hanno raggiunto i massimi delle ultime due settimane. Il rialzo ha ridotto l’appetito per il metallo prezioso, che non offre rendimento, smorzando parte dell’ottimismo legato alle crescenti aspettative di un imminente taglio dei tassi da parte della Fed.

    Nonostante il tono più debole, il sentiment generale verso l’oro rimane solido. Il mercato continua infatti a prezzare con convinzione la possibilità che la Federal Reserve effettui un taglio dei tassi la prossima settimana, sostenuta da un rallentamento dell’inflazione e da segnali di raffreddamento del mercato del lavoro.

    Un taglio dei tassi favorirebbe solitamente l’oro riducendo il costo opportunità di detenerlo.

    Tuttavia, gli operatori preferiscono rimanere prudenti in vista di una settimana ricca di pubblicazioni macroeconomiche importanti.

    Sono attesi infatti i dati ADP sull’occupazione privata di novembre e l’Indice PCE di settembre, indicatore d’inflazione preferito dalla Fed, che potrebbero influenzare in modo significativo le aspettative sul ritmo dell’allentamento monetario.

    Il mercato dell’oro ha inoltre continuato a monitorare le incertezze politiche legate alla futura leadership della Fed.

    Il presidente Donald Trump ha dichiarato domenica di aver scelto un candidato per sostituire il presidente della Fed Jerome Powell, senza però rivelarne il nome.

    Alcuni report suggeriscono che il consigliere economico della Casa Bianca Kevin Hassett sia tra i favoriti.

    Metalli in calo; l’argento ritraccia dai massimi storici

    Anche gli altri metalli preziosi e industriali hanno registrato ribassi nelle contrattazioni di martedì, mentre gli investitori riducono l’esposizione prima della riunione della Fed.

    • I future sull’argento sono scesi del 2,1% a 57,88 $ l’oncia, dopo aver toccato il massimo storico di 59,44 $ lunedì.
    • I future sul platino hanno perso lo 0,6% a 1.661,60 $.
    • Il rame LME è sceso dello 0,3% a 11.228,20 $ la tonnellata.
    • I future sul rame USA sono rimasti invariati a 5,27 $ la libbra.
  • Il dollaro si stabilizza ma resta sotto pressione mentre i mercati puntano a un taglio dei tassi della Fed

    Il dollaro si stabilizza ma resta sotto pressione mentre i mercati puntano a un taglio dei tassi della Fed

    Il dollaro statunitense ha registrato un lieve rialzo martedì mattina, anche se il sentiment generale sulla valuta rimane debole poiché gli operatori continuano a prevedere un taglio dei tassi da parte della Federal Reserve nella riunione di fine mese.

    Alle 04:30 ET (09:30 GMT), il Dollar Index — che misura il biglietto verde contro sei principali valute — saliva dello 0,1% a 99,422, dopo aver chiuso in calo per sette sedute consecutive ed essere sceso lunedì ai minimi delle ultime due settimane.

    Le aspettative di un taglio dei tassi pesano sul dollaro

    I dati pubblicati lunedì hanno mostrato che l’attività manifatturiera negli Stati Uniti è diminuita per il nono mese consecutivo a novembre, rafforzando i segnali di un’economia in rallentamento verso la fine dell’anno.

    Secondo il CME FedWatch, i futures ora attribuiscono una probabilità dell’88% a un taglio di 25 punti base nella riunione della Fed del 10 dicembre, in forte aumento rispetto al 63% di un mese fa.

    Gli analisti di ING hanno scritto che “ci aspettiamo che il resto della settimana confermi il pricing accomodante del mercato per la riunione della Fed della prossima settimana.”

    Gli investitori guardano anche alla nomina del successore del presidente della Fed Jerome Powell, dopo indiscrezioni secondo cui l’addetto economico della Casa Bianca Kevin Hassett sarebbe ora il favorito.

    Il segretario al Tesoro USA Scott Bessent ha dichiarato che è probabile che il presidente Donald Trump annunci la sua scelta prima di Natale.

    Euro stabile in attesa dei dati sull’inflazione

    In Europa, EUR/USD è sceso leggermente a 1,1607, mentre proseguono i colloqui diplomatici sul conflitto in Ucraina, con l’inviato americano Steve Witkoff in viaggio a Mosca per incontrare il Cremlino.

    Nel corso della giornata è attesa la stima preliminare dell’inflazione nell’area euro. Gli economisti prevedono un tasso annuo poco sopra l’obiettivo di medio termine della BCE — un dato che difficilmente influenzerà la politica monetaria, dato che il mercato non si aspetta cambiamenti dei tassi fino al 2026.

    ING ha aggiunto che “i rischi sono leggermente al ribasso per l’euro, ma ci aspettiamo comunque un impatto neutrale sul cambio e che EUR/USD possa tornare a puntare 1,170 se il dollaro si indebolisce come previsto.”

    La coppia GBP/USD è scesa lievemente a 1,3213, pur rimanendo vicina ai massimi dell’ultimo mese, dopo le dimissioni del capo dell’ente di vigilanza fiscale britannico a seguito della diffusione accidentale dei dettagli del bilancio prima della presentazione ufficiale del ministro Rachel Reeves.

    Lo yen ritraccia dopo il rialzo di lunedì

    In Asia, USD/JPY è salito dello 0,3% a 155,94, dopo essere sceso dello 0,5% lunedì in seguito ai commenti più aggressivi del governatore della Bank of Japan Kazuo Ueda.

    Ueda, intervenuto nel fine settimana, ha suggerito che la BOJ potrebbe valutare un rialzo dei tassi già questo mese, spingendo i rendimenti dei titoli di Stato giapponesi ai massimi da decenni.

    Il rendimento del JGB a 30 anni ha superato l’1,9%, mentre il decennale si è avvicinato all’1,88%.

    Altrove nella regione, USD/CNY è sceso leggermente a 7,0700, mentre AUD/USD è salito dello 0,1% a 0,6553.

  • Bitcoin risale leggermente a 87.000 $ dopo il forte selloff; i titoli cripto continuano a scendere

    Bitcoin risale leggermente a 87.000 $ dopo il forte selloff; i titoli cripto continuano a scendere

    Bitcoin (COIN:BTCUSD) ha registrato un lieve recupero martedì dopo il brusco calo della sessione precedente, che aveva spinto la principale criptovaluta sotto gli 84.000 dollari. Il ribasso è arrivato in un contesto di rinnovata avversione al rischio che ha colpito gli asset digitali all’inizio di dicembre, prolungando la volatilità vista a fine novembre.

    La correzione improvvisa ha colto di sorpresa molti operatori, soprattutto perché arrivata poco dopo un rimbalzo dai livelli vicini agli 80.000 dollari della scorsa settimana. Alle 01:58 ET (06:58 GMT) Bitcoin era in rialzo dello 0,6% a 87.087,6 $, dopo essere sceso di oltre il 7% lunedì.

    Bitcoin fatica a stabilizzarsi dopo la flessione di inizio dicembre

    Il tonfo di lunedì ha esteso il trend ribassista prevalso in novembre — mese in cui Bitcoin ha segnato la sua peggiore performance da oltre quattro anni e gli ETF spot su BTC hanno registrato forti deflussi.

    Il sentiment è rimasto fragile martedì, con crescenti timori sul possibile indebolimento della domanda istituzionale. Dati recenti mostrano un forte aumento dei flussi dei “whale” verso gli exchange e vendite algoritmiche che hanno amplificato la pressione ribassista.

    Nonostante il piccolo rimbalzo, la mossa non è bastata a dissipare i timori di ulteriori cali. Un report di CoinDesk indica che Bitcoin potrebbe scendere verso l’area 60.000–65.000 $ se la pressione di vendita dovesse intensificarsi.

    Il selloff è stato alimentato da prese di profitto, bassa liquidità e cautela in vista di diversi eventi macro importanti attesi questo mese.

    Le aspettative per un taglio dei tassi della Federal Reserve la prossima settimana sono salite a quasi il 90%, alimentando le speranze di condizioni finanziarie più accomodanti. Tuttavia, l’incertezza sul ritmo dei futuri tagli continua a generare volatilità sui mercati cripto.

    Gli investitori seguono anche gli sviluppi a Washington, dove il presidente Donald Trump dovrebbe decidere un possibile successore per il presidente della Fed Jerome Powell.

    Strategy Inc taglia la guidance mentre Bitcoin affonda

    Le azioni di Strategy Inc (NASDAQ:MSTR) sono crollate lunedì dopo che la società ha tagliato la sua guidance annuale, avvertendo che il peggioramento della flessione di Bitcoin e la continua volatilità del mercato cripto hanno pesato in modo significativo sulle prospettive di utile.

    Anche altri titoli legati al settore sono scesi:

    • Coinbase (NASDAQ:COIN) – circa 5%
    • Robinhood (NASDAQ:HOOD) – oltre 4%

    Altcoin perlopiù deboli

    La maggior parte delle altcoin ha scambiato in range ristretti, con un clima di cautela dominante.

    • Ethereum: -0,3% a 2.814,92 $
    • XRP: -1,1% a 2,02 $
    • Solana: leggermente in rialzo
    • Cardano: +2%
    • Polygon: -3,5%

    Tra i meme token, Dogecoin e $TRUMP hanno perso lo 0,6%.

  • JPMorgan ottimista sugli hotel europei per il 2026; outlook misto per il settore del gaming

    JPMorgan ottimista sugli hotel europei per il 2026; outlook misto per il settore del gaming

    JPMorgan ha pubblicato le sue previsioni per il settore del tempo libero europeo in vista del 2026, indicando che gli operatori alberghieri sono ben posizionati per un anno solido grazie al miglioramento dei trend di viaggio e a diversi catalizzatori regionali.

    Gli analisti prevedono che l’industria alberghiera possa ritrovare slancio dopo un 2025 debole, richiamando “comparabili RevPAR statunitensi più favorevoli” a partire dal secondo trimestre e il sostegno globale atteso dai Mondiali FIFA di giugno e luglio.

    Un’ulteriore spinta potrebbe arrivare da una possibile ripresa in Cina l’anno prossimo, con benefici particolarmente rilevanti per InterContinental Hotels (LSE:IHG), che JPMorgan valuta Overweight con un potenziale upside di circa il 20%. Accor (EU:AC) viene anch’essa messa in evidenza per il potenziale di re-rating, favorito dal miglioramento dell’esecuzione operativa e dalla vendita imminente di Essendi.

    Il tono cambia quando JPMorgan analizza il comparto del gaming. Pur riconoscendo che il forte selloff della seconda metà del 2025 potrebbe essere stato eccessivo per Flutter (LSE:FLTR) e Entain (LSE:ENT) — entrambi promossi a Overweight — la banca mantiene un atteggiamento prudente sul settore nel suo complesso. I due gruppi vengono definiti come dotati di un “profilo di crescita solido” e considerati tra i beneficiari di un mercato britannico ormai “de-risked” dopo l’ultimo budget.

    Per Flutter, JPMorgan sottolinea uno dei migliori algoritmi di crescita del settore, indicando una crescita dell’EBITDA superiore al 20% e una crescita dell’EPS oltre il 30% tra il 2026 e il 2028, sostenuta dalle opportunità negli Stati Uniti e dai regolari buyback. Anche Entain è vista in modo più positivo, grazie ai progressi operativi nel Regno Unito e negli Stati Uniti e al miglioramento della redditività di BetMGM.

    La banca è invece molto più cauta su Evolution (USOTC:EVGGF) e FDJ United (EU:FDJU). Evolution è stata inserita nel Negative catalyst watch, mentre FDJ è stata oggetto di un doppio downgrade a Underweight in vista dei risultati di febbraio. Le stime JPMorgan sono circa l’8% inferiori al consenso per l’EBITDA 2026–2027, a causa delle aspettative di crescita strutturalmente più basse per Evolution e delle continue pressioni regolatorie nei principali mercati di FDJ.

    Per FDJ, gli analisti avvertono anche che la revisione delle aspettative richiederà più tempo del previsto, dato che controlli di affordability, aumenti fiscali e una minore dinamica nei Paesi Bassi e nel Regno Unito continuano a pesare sulla divisione online.

    Nel complesso del comparto leisure, i titoli preferiti di JPMorgan per il 2026 sono InterContinental Hotels, Accor, Compass (LSE:CPG) e Flutter, mentre Evolution rimane la principale raccomandazione Underweight.

  • Dow Jones, S&P, Nasdaq, Wall Street, Futures in calo; Bitcoin si stabilizza dopo il crollo; Marvell attesa ai risultati: ecco cosa muove i mercati

    Dow Jones, S&P, Nasdaq, Wall Street, Futures in calo; Bitcoin si stabilizza dopo il crollo; Marvell attesa ai risultati: ecco cosa muove i mercati

    I futures statunitensi erano per lo più deboli martedì, mentre gli operatori monitoravano il brusco calo di Bitcoin e attendevano la riunione della Federal Reserve della prossima settimana, dove si rafforzano le aspettative di un taglio dei tassi. Bitcoin restava quasi invariato dopo il forte scivolone, penalizzato dal calo dell’appetito per il rischio. L’oro arretrava sotto la pressione dei rendimenti dei Treasury USA in rialzo, mentre il petrolio oscillava. Nel frattempo, Marvell Technology (NASDAQ:MRVL) pubblicherà i risultati dopo la chiusura, offrendo potenzialmente nuove indicazioni sul boom dell’intelligenza artificiale.

    Futures sottotono

    I futures USA si muovevano con cautela dopo una prima seduta di dicembre contrastata, caratterizzata da un forte calo di Bitcoin, un balzo dei rendimenti obbligazionari e dati macroeconomici deboli.

    Alle 03:17 ET (08:17 GMT):

    • Dow futures: -71 punti (-0,2%)
    • S&P 500 futures: -0,2%
    • Nasdaq 100 futures: -0,2%

    Wall Street aveva chiuso lunedì in ribasso dopo i dati dell’Institute for Supply Management che hanno mostrato un calo dell’attività manifatturiera per il nono mese consecutivo a novembre, segnalando pressioni continue legate ai dazi.

    Le aspettative di un taglio dei tassi da parte della Federal Reserve questo mese restano solide. Secondo CME FedWatch, i mercati attribuiscono una probabilità dell’85% a un taglio di 25 punti base alla riunione del 9–10 dicembre.

    I rendimenti dei Treasury sono saliti dopo che il governatore della Bank of Japan, Kazuo Ueda, ha indicato che le condizioni economiche del Giappone potrebbero consentire un aumento dei costi di finanziamento. Deboli anche i titoli di Stato europei e giapponesi.

    Nel frattempo, il forte crollo di Bitcoin ha pesato sui titoli esposti alla criptovaluta. Strategy — il maggiore detentore aziendale di asset digitali — ha tagliato le previsioni sugli utili 2025 citando la debolezza di Bitcoin, spingendo al ribasso il titolo.

    Bitcoin stabile dopo la forte correzione

    Bitcoin si muoveva vicino alla parità martedì dopo il tonfo della sessione precedente che aveva portato la criptovaluta sotto gli 84.000 $, colpita da un ritorno di avversione al rischio.

    Nonostante un lieve recupero dai minimi vicini agli 80.000 $ registrati la scorsa settimana, il sentiment rimane prudente.

    Alle 03:32 ET, Bitcoin perdeva lo 0,4% a 86.480,3 $. Nel solo novembre, la criptovaluta ha bruciato oltre 18.000 $, registrando il peggior mese dal 2021. Ora è circa 30% sotto il massimo storico toccato a ottobre.

    L’oro arretra

    I prezzi dell’oro erano in lieve calo a causa dell’aumento dei rendimenti dei Treasury USA, mentre gli investitori restavano cauti in vista dei prossimi dati macro e della decisione della Fed molto attesa.

    • Oro spot: -0,4% a 4.213,95 $ (03:40 ET)
    • Oro futures USA: -0,7% a 4.245,25 $

    Il calo è arrivato mentre i rendimenti dei Treasury a 10 anni si mantenevano sui massimi di due settimane, riducendo l’attrattiva del metallo non remunerativo. Nonostante ciò, il sentiment di fondo verso l’oro rimane costruttivo, con i mercati che continuano a prevedere un nuovo taglio dei tassi la prossima settimana grazie all’inflazione in raffreddamento e ai segnali di un rallentamento del mercato del lavoro.

    Il petrolio oscilla

    I prezzi del petrolio si muovevano senza direzione definita, sostenuti da tensioni geopolitiche ma appesantiti dai timori di una maggiore offerta.

    • Brent: -0,2% a 63,04 $
    • WTI: -0,1% a 59,27 $ (03:45 ET)

    Entrambi i benchmark avevano guadagnato oltre l’1% lunedì, con il WTI vicino ai massimi di due settimane.

    Commentando la crisi in Ucraina, il presidente Volodymyr Zelenskiy ha ribadito che le priorità di Kiev sono proteggere la sovranità e “garantire solide garanzie di sicurezza”, aggiungendo che le dispute territoriali restano “il punto più complicato”.

    L’inviato USA Steve Witkoff aggiornerà le autorità russe martedì, anche se una fine immediata del conflitto — ormai vicino al quarto anno — sembra improbabile.

    Le tensioni tra Washington e Caracas sono aumentate dopo che gli Stati Uniti hanno segnalato possibili restrizioni più severe verso il Venezuela, incluso un potenziale blocco dello spazio aereo.

    Nel weekend, l’OPEC+ ha confermato un piccolo aumento della produzione per dicembre ma ha sospeso ulteriori incrementi per l’inizio del 2026 a causa dei timori di un eccesso di offerta.

    Marvell attesa ai risultati

    In una giornata povera di trimestrali, Marvell Technology (NASDAQ:MRVL) è destinata a essere la protagonista.

    Il produttore di semiconduttori è un forte concorrente di Broadcom (NASDAQ:AVGO) nel segmento dei chip custom e di rete. Lunedì, indiscrezioni di stampa hanno indicato che Marvell sarebbe in trattative avanzate per acquisire la startup Celestial AI in un accordo da miliardi di dollari.

    Secondo The Information, l’operazione — potenzialmente superiore ai 5 miliardi di dollari — potrebbe essere annunciata già oggi. L’acquisizione rafforzerebbe il portafoglio tecnologico di Marvell in un momento in cui il boom dell’intelligenza artificiale sta alimentando una forte domanda di potenza di calcolo. Marvell pubblicherà i conti dopo la chiusura: il consenso Bloomberg stima un EPS di 0,74 $. Le azioni sono in ribasso del 18% da inizio anno dopo la guidance debole per il settore data center annunciata in agosto.

  • DAX, CAC, FTSE100, Borse europee stabili mentre gli investitori attendono i segnali delle banche centrali

    DAX, CAC, FTSE100, Borse europee stabili mentre gli investitori attendono i segnali delle banche centrali

    Le azioni europee si sono mosse con cautela martedì, con i principali indici incapaci di trovare una direzione chiara mentre gli investitori guardano alle importanti decisioni di politica monetaria previste nelle prossime settimane.

    Alle 03:05 ET (08:05 GMT), il DAX in Germania e il FTSE 100 nel Regno Unito erano entrambi in rialzo dello 0,1%, mentre il CAC 40 francese cedeva lo 0,1%.

    Politica monetaria globale in primo piano

    Le borse europee hanno iniziato dicembre in calo, chiudendo la seduta di lunedì con un andamento debole. Nonostante ciò, i principali indici dell’area restano ben avviati verso un bilancio annuale positivo, sostenuti dalle crescenti aspettative di un taglio dei tassi da parte della Federal Reserve già dalla prossima settimana.

    Il DAX tedesco e il FTSE 100 britannico sono entrambi in vista di chiudere il 2025 con rialzi superiori al 18%, mentre il CAC 40, frenato da incertezze politiche, è indirizzato verso un progresso più modesto, intorno al 10%.

    I mercati attribuiscono ora una probabilità dell’87,2% a un taglio dei tassi di un quarto di punto da parte della Fed, secondo il CME FedWatch Tool. Anche la Bank of England è attesa ridurre i tassi questo mese, vista l’inflazione in raffreddamento e la debole crescita economica, soprattutto dopo gli aumenti fiscali annunciati nell’Autumn Budget della scorsa settimana.

    Nel corso della giornata saranno pubblicati anche i dati preliminari sull’inflazione dell’eurozona. L’indice dei prezzi è previsto poco sopra il target della BCE, ma difficilmente questo cambierà le aspettative di una banca centrale ferma almeno fino al 2026.

    I buyback societari spingeranno le azioni europee nel 2026

    Oltre all’effetto delle politiche monetarie, gli analisti di Barclays individuano un ulteriore sostegno per i mercati europei nel 2026.

    Le aziende europee hanno riacquistato azioni proprie per 19,3 miliardi di euro nel novembre 2025 — vicino ai livelli massimi dal 2017 — secondo una nota pubblicata martedì dalla banca. I buyback hanno rappresentato il 2,3% dei volumi di scambio del mese, con società energetiche e finanziarie che da sole hanno generato oltre il 2,5% dei volumi tramite riacquisti.

    L’esecuzione dei programmi nel quarto trimestre è superiore alla media storica e il potenziale per il 2026 appare significativo: circa il 70% delle autorizzazioni ai buyback del prossimo anno non è stato ancora utilizzato. I modelli di Barclays indicano inoltre 50 miliardi di euro di nuovi annunci attesi nel primo trimestre.

    La banca prevede una crescita dell’8% dell’utile per azione per le azioni europee nel 2026, con il settore automobilistico, le telecomunicazioni e l’energia che attualmente offrono i migliori rendimenti di free cash flow.

    Prezzi del petrolio in lieve aumento

    I prezzi del greggio hanno mantenuto i guadagni di lunedì, sostenuti dalle tensioni geopolitiche e da una certa prudenza sugli equilibri dell’offerta globale.

    Il Brent è salito dello 0,1% a 63,20 $ al barile, mentre il WTI ha registrato un incremento dello 0,2% a 59,41 $. Entrambi i contratti avevano guadagnato oltre l’1% lunedì, con il WTI vicino ai massimi delle ultime due settimane.

    Le speranze di progressi nei negoziati riguardanti l’Ucraina restano fragili. Il presidente Volodymyr Zelenskiy ha ribadito che le priorità di Kiev sono la tutela della sovranità e solide garanzie di sicurezza, aggiungendo che le dispute territoriali restano il nodo più difficile. L’inviato statunitense Steve Witkoff è atteso a Mosca martedì, anche se un rapido epilogo del conflitto — ormai quasi al quarto anno — appare improbabile.

    Parallelamente, le tensioni tra Washington e Caracas sono aumentate dopo i segnali degli Stati Uniti su un possibile irrigidimento delle sanzioni nei confronti del Venezuela, incluso il possibile blocco dello spazio aereo, in un Paese considerato il detentore delle maggiori riserve petrolifere al mondo.

    Durante il weekend, l’OPEC+ ha confermato un piccolo incremento della produzione per dicembre, ma ha deciso di sospendere ulteriori aumenti nel primo trimestre del 2026 per timori di un eccesso di offerta.

  • JPMorgan prevede che le banche europee manterranno la leadership nel 2026 grazie a fondamentali solidi e a una rivalutazione del settore

    JPMorgan prevede che le banche europee manterranno la leadership nel 2026 grazie a fondamentali solidi e a una rivalutazione del settore

    Secondo l’ultimo outlook di JPMorgan, le banche europee sono destinate a proseguire la loro sovraperformance anche nel 2026, sostenute da condizioni macroeconomiche stabili, forte generazione di capitale interna e ulteriori miglioramenti nelle valutazioni.

    La banca sostiene che gli istituti stanno operando in un contesto particolarmente favorevole, caratterizzato da una crescita del PIL solida, bassa volatilità e una politica monetaria stabile da parte della BCE — fattori che favoriscono un flusso di credito regolare e una qualità degli attivi complessivamente buona.

    “Entriamo nel 2026 con una visione positiva, continua e riconfermata, sulle banche europee che operano in un ambiente ‘perfetto’”, hanno dichiarato gli analisti di JPMorgan guidati da Kian Abouhossein.

    Secondo il team, i due fattori chiave sono: un contesto macro in miglioramento — con crescita del PIL in ripresa e stabilità su tassi, inflazione e disoccupazione — e una solida forza operativa, con crescita annuale dell’utile operativo ante accantonamenti del 5,5% e crescita degli utili del 9,7% fino al 2027, sostenute anche dai buyback.

    Le valutazioni rappresentano un pilastro centrale della tesi rialzista. Il settore tratta a 8,9 volte gli utili attesi per il 2027, un livello considerato interessante rispetto ai rendimenti sul capitale tangibile (RoTE) del 16,2%, che implicano un costo del capitale vicino all’11%. Gli analisti prevedono che questo scenda verso il 10% nel 2026, generando “almeno un 12% di rialzo nei prossimi dodici mesi”.

    Nel medio termine, secondo JPMorgan, lo sconto del settore rispetto al mercato più ampio dovrebbe continuare a ridursi con il rafforzamento dei fondamentali.

    La banca sottolinea inoltre che gli istituti stanno producendo leva operativa positiva, con costi in aumento dell’1,7% annuo contro una crescita dei ricavi del 3,6%. I buffer patrimoniali restano solidi: il settore può assorbire circa 268 punti base di accantonamenti prima che i profitti diventino negativi. Le distribuzioni agli azionisti — tra dividendi e buyback — dovrebbero restare attorno all’8% annuo.

    Nella selezione dei titoli, JPMorgan privilegia valutazioni convenienti e solidità patrimoniale. Restano nella lista dei preferiti Barclays (LSE:BARC), NatWest (LSE:NWG), Deutsche Bank (TG:DBK) e Société Générale (EU:GLE), a cui si aggiungono Caixabank (TG:48CA), Standard Chartered (LSE:STAN) ed Erste (TG:EBO).

    Gli analisti hanno aggiunto di “continuare a preferire le banche europee rispetto a quelle statunitensi”, nonostante l’indice europeo Stoxx 600 Banks abbia sovraperformato il KBW Nasdaq Bank Index USA del 40% dall’inizio dell’anno.

    Il team sostiene che lo sconto del 17% sul P/E a due anni rispetto alle banche statunitensi “è troppo elevato”, notando che tale differenza è più tipica delle banche regionali USA di qualità inferiore, mentre i grandi istituti americani trattano a circa 11,7 volte gli utili previsti per il 2027.

    Tra i rischi individuati figurano tassi d’interesse più bassi del previsto, incertezza politica in Francia e maggiore competizione sulla raccolta dei depositi.

  • Stellantis prosegue la crescita delle vendite in Italia a novembre mentre il mercato resta stagnante

    Stellantis prosegue la crescita delle vendite in Italia a novembre mentre il mercato resta stagnante

    Stellantis (BIT:STLAM) ha registrato un altro mese positivo in Italia a novembre, dopo la forte performance di ottobre, confermando l’andamento in miglioramento delle immatricolazioni per il gruppo italo-francese nonostante un mercato automobilistico nazionale sostanzialmente fermo.

    L’azienda ha riportato 31.733 immatricolazioni, in aumento del 3% rispetto alle 30.820 unità registrate nello stesso mese dell’anno precedente, dopo il +5,1% segnato a ottobre. La quota di mercato, tuttavia, è risultata in calo: Stellantis ha ottenuto 25,6% del mercato italiano il mese scorso, un dato superiore al 24,8% di novembre 2024 ma inferiore al 26,8% rilevato a ottobre.

    Nei primi undici mesi dell’anno, i dati Dataforce mostrano 399.083 veicoli immatricolati dal gruppo, pari a un calo del 6,8% rispetto allo stesso periodo del 2024 (quando furono registrate 428.197 unità). La quota di mercato da gennaio a novembre è scesa al 28,1%, dal 29,4% dell’anno precedente.

    Performance dei brand: Fiat in evidenza, Jeep Avenger guida il segmento SUV

    Tra i marchi del gruppo, Fiat e Fiat Professional si sono distinte per i risultati positivi. La Jeep Avenger ha continuato a dominare la sua categoria, confermandosi come l’SUV più venduto negli ultimi mesi del 2025 con una quota del 5,63% nel segmento. Rimane inoltre il modello leader tra i B-SUV 100% elettrici, con una quota superiore al 16%.

    Leapmotor, il marchio emergente della mobilità elettrica che opera in Italia tramite la joint venture Leapmotor International controllata da Stellantis, ha registrato il suo miglior risultato di sempre con 2.211 immatricolazioni (dati Dataforce). Ciò corrisponde a una quota dell’1,8% del mercato totale e al 3% del mercato privati.

    Crescita in controtendenza rispetto a un mercato italiano fermo

    I progressi di Stellantis sono arrivati nonostante un mercato automobilistico italiano sostanzialmente invariato anno su anno: le immatricolazioni sono diminuite solo dello 0,04%, passando da 124.267 a 124.222 unità (dati Ministero dei Trasporti).

    Nei primi undici mesi, le immatricolazioni complessive sono state 1,417 milioni, in calo del 2,43% rispetto agli 1,452 milioni dello stesso periodo del 2024.

    Rimescolamento delle quote: Fiat seconda a novembre

    Su base mensile, Fiat è scesa al secondo posto in Italia per quota di mercato con 8,72% (immatricolazioni in aumento del 23,15% a 10.827 unità), superata da Toyota/Lexus (NYSE:TM) — conteggiate insieme nelle tabelle ministeriali — che hanno raggiunto 9,13%.

    Seguono:

    • Volkswagen (TG:VOW3) con 7,18%
    • Dacia con 6,17%

    Sull’intero periodo gennaio-novembre, Fiat resta comunque il marchio leader con una quota del 9,49%, davanti a Toyota/Lexus all’8,31%.

    Boom dei BEV grazie agli incentivi; i modelli più venduti sono extra-UE

    “Il mercato automobilistico è rimasto stagnante a novembre e si prepara a chiudere l’anno con un risultato negativo”, ha sottolineato Roberto Vavassori, presidente di ANFIA.

    Sul fronte della mobilità elettrica, però, si osserva un forte aumento: la quota dei BEV è salita al 12,3% a novembre (dal 5% di ottobre), con oltre 15.000 unità immatricolate, spinte dagli incentivi attivati il 22 ottobre. Il meccanismo ha generato un vero e proprio “click-day” dopo mesi di attesa.

    “Constatiamo purtroppo che i quattro veicoli elettrici più venduti non sono prodotti in Europa”, ha aggiunto Vavassori.

    Tesla (NASDAQ:TSLA) ha immatricolato 1.281 unità, in aumento del 58,15% su base annua, mentre BYD ha registrato 3.526 veicoli, pari a un incremento del 535,32% anno su anno.