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  • Saipem conferma la guidance mentre il portafoglio ordini supera i 30 miliardi di euro

    Saipem conferma la guidance mentre il portafoglio ordini supera i 30 miliardi di euro

    Saipem (BIT:SPM) ha registrato un EBITDA di 437 milioni di euro nel terzo trimestre, in linea con le attese degli analisti, e ha confermato le proprie previsioni per l’intero esercizio.

    Nel trimestre, la società ha acquisito nuovi contratti per un valore di 3,2 miliardi di euro, portando il portafoglio ordini complessivo a 30,5 miliardi di euro.

    Le performance hanno mostrato un andamento differenziato tra le divisioni. L’area Asset Based Services ha continuato a migliorare la redditività, mentre la divisione Energy Carriers ha registrato risultati moderatamente positivi. L’Offshore Drilling ha mantenuto un margine solido di circa il 41%, anche se la minore attività nel periodo ha ridotto il contributo all’EBITDA complessivo.

    Dal punto di vista finanziario, Saipem ha riportato un flusso di cassa neutro dopo i pagamenti dei leasing, influenzato da un movimento negativo del capitale circolante pari a 114 milioni di euro. L’indebitamento netto, inclusi i leasing IFRS 16, si è attestato a 411 milioni di euro, corrispondenti a circa 850 milioni di euro di posizione netta di cassa al netto degli effetti IFRS 16.

    Nonostante la solida performance operativa, la società non ha rivisto al rialzo le proprie previsioni per l’anno, contrariamente alle attese di alcuni analisti, in particolare per quanto riguarda il flusso di cassa.

    Il titolo Saipem è salito dell’1% giovedì, in seguito alla pubblicazione dei risultati.

  • Airbus, Leonardo e Thales uniranno le attività spaziali in una nuova joint venture

    Airbus, Leonardo e Thales uniranno le attività spaziali in una nuova joint venture

    Airbus (EU:AIR), Leonardo (BIT:LDO) e Thales (EU:HO) hanno firmato un Memorandum of Understanding per fondere le proprie attività spaziali in una nuova joint venture, che dovrebbe diventare operativa nel 2027.

    In base all’accordo, Leonardo contribuirà con l’intera Space Division, inclusa la sua partecipazione del 67% in Telespazio e del 33% in Thales Alenia Space. Telespazio, consolidata integralmente, è attualmente redditizia, mentre Thales Alenia Space, contabilizzata con il metodo del patrimonio netto, registra perdite.

    Su base pro forma, la nuova entità avrebbe generato 6,5 miliardi di euro di ricavi nel 2024. I dati sulla redditività non sono stati comunicati, ma le aziende hanno indicato che i margini rimangono contenuti. Leonardo deterrà una quota del 32,5% nella nuova società, che sarà probabilmente consolidata con il metodo del patrimonio netto.

    I tre partner stimano che la combinazione genererà circa 500 milioni di euro di sinergie annue a livello di reddito operativo entro cinque anni dalla chiusura dell’operazione — pari a un potenziale incremento del 4–5% dell’EBITA previsto di Leonardo per il 2023.

  • Dow Jones, S&P, Nasdaq, Futures, Wall Street si prepara a un’apertura incerta tra tensioni commerciali e risultati societari misti

    Dow Jones, S&P, Nasdaq, Futures, Wall Street si prepara a un’apertura incerta tra tensioni commerciali e risultati societari misti

    I futures statunitensi sono rimasti pressoché invariati mercoledì, segnalando un’apertura cauta mentre gli investitori valutano le incertezze geopolitiche e una nuova serie di risultati trimestrali.

    I rinnovati dubbi sulle relazioni commerciali tra Stati Uniti e Cina hanno aggiunto tensione al mercato dopo le recenti dichiarazioni del presidente Donald Trump.

    Durante un pranzo con legislatori repubblicani nel Giardino delle Rose della Casa Bianca martedì, Trump ha detto di sperare di raggiungere un “buon accordo” con il presidente cinese Xi Jinping, ma ha lasciato intendere che l’incontro tra i due leader potrebbe non avvenire.

    “Magari non succederà,” ha detto Trump. “Possono accadere cose in cui, per esempio, qualcuno potrebbe dire: ‘Non voglio incontrarmi, è troppo spiacevole.’ Ma in realtà non è spiacevole. È solo business.”

    Trump ha inoltre segnalato che potrebbe cancellare un incontro previsto con il presidente russo Vladimir Putin, affermando di non voler “perdere tempo.”

    Il tono cauto arriva in un momento di calma sul fronte economico, con gli investitori in attesa dei dati sull’inflazione di venerdì, considerati cruciali per capire le prossime mosse della Federal Reserve.

    Sul fronte societario, Netflix (NASDAQ:NFLX) è scesa del 7,7% nelle contrattazioni pre-market dopo aver riportato utili del terzo trimestre inferiori alle attese. Anche Mattel (NASDAQ:MAT) è sotto pressione dopo risultati deludenti.

    Al contrario, Intuitive Surgical (NASDAQ:ISRG) è balzata del 18,4% nel pre-market grazie a risultati superiori alle previsioni, mentre Capital One (NYSE:COF) dovrebbe aprire in rialzo dopo aver battuto le stime sia sugli utili sia sui ricavi.

    Nella sessione di martedì, Dow Jones Industrial Average, S&P 500 e Nasdaq Composite hanno mostrato un andamento contrastante. Il Dow ha toccato un nuovo record, sostenuto da alcuni titoli blue-chip, mentre gli altri indici si sono mossi lateralmente.

    Il Dow è salito di 218,16 punti, o dello 0,5%, a 46.924,74. L’S&P 500 è avanzato di 0,22 punti a 6.735,35, mentre il Nasdaq è sceso di 36,88 punti (-0,2%) a 22.953,67.

    Il rialzo del Dow è stato trainato dal +7,7% di 3M (NYSE:MMM) grazie a risultati trimestrali migliori delle attese, e dal +4,1% di Coca-Cola (NYSE:KO). Anche Salesforce (NYSE:CRM), Amazon (NASDAQ:AMZN) e Sherwin-Williams (NYSE:SHW) hanno contribuito ai guadagni.

    La mancanza di direzione più ampia riflette una pausa dopo il recente rally, con i trader prudenti a causa delle tensioni commerciali e della chiusura parziale del governo. Con la maggior parte dei dati macro ritardati, l’inflazione di venerdì potrebbe influenzare le aspettative per la riunione della Fed della prossima settimana.

    Tra i settori, i servizi petroliferi hanno sovraperformato, facendo salire del 2,3% il Philadelphia Oil Service Index, grazie a un +11,6% di Halliburton (NYSE:HAL). Anche il comparto edilizio ha registrato rialzi, con il Philadelphia Housing Sector Index in crescita dell’1,7%, mentre i titoli retail hanno mostrato forza.

    I titoli auriferi, invece, sono crollati insieme al prezzo dell’oro, trascinando il NYSE Arca Gold BUGS Index in calo del 10%.

  • DAX, CAC, FTSE100, I mercati europei chiudono in modo misto mentre gli investitori valutano i conti trimestrali e le tensioni commerciali USA–Cina

    DAX, CAC, FTSE100, I mercati europei chiudono in modo misto mentre gli investitori valutano i conti trimestrali e le tensioni commerciali USA–Cina

    Le borse europee hanno mostrato andamenti contrastanti mercoledì, mentre gli investitori hanno bilanciato una serie di risultati societari con nuovi sviluppi nelle relazioni commerciali tra Stati Uniti e Cina.

    I titoli britannici hanno sovraperformato a seguito dell’indebolimento della sterlina, dopo dati sull’inflazione più deboli del previsto. Secondo l’Ufficio Nazionale di Statistica, i prezzi al consumo nel Regno Unito sono aumentati del 3,8% su base annua a settembre, in linea con agosto ma sotto le previsioni del 4,0%.

    Un altro rapporto ha mostrato che i prezzi di input sono scesi inaspettatamente dello 0,1% rispetto a una previsione di +0,3%, mentre i prezzi di output sono rimasti invariati, mancando le stime di un aumento dello 0,2%.

    In questo contesto, l’indice FTSE 100 è salito dell’1,0%, mentre il DAX ha perso lo 0,1% e il CAC 40 ha registrato un calo dello 0,3%.

    Sul fronte societario, le azioni di Adidas (TG:ADS) sono scese nonostante solidi risultati per il terzo trimestre e un aumento delle previsioni di utile operativo annuale. Il gruppo del lusso Hermès International S.A. (EU:RMS) è arretrato dopo aver segnalato un lieve miglioramento della domanda in Cina, anche se le vendite trimestrali sono aumentate del 9,6%. Anche L’Oréal S.A. (EU:OR) ha perso terreno dopo aver deluso le attese di crescita.

    Il produttore di vernici Akzo Nobel N.V. (EU:AKZA) ha registrato un calo dopo una perdita trimestrale, mentre UniCredit S.p.A. (BIT:UCG) è scesa nonostante l’aumento degli utili e dei ricavi.

    In controtendenza, Ipsen (EU:IPN) è balzata dopo aver rivisto al rialzo le previsioni grazie a risultati superiori alle attese. Barclays (LSE:BARC) è salita dopo l’annuncio di un buyback azionario da 500 milioni di sterline (670 milioni di dollari) e il rialzo degli obiettivi di performance.

    Infine, Heineken N.V. (EU:HEIA) ha guadagnato terreno nonostante un forte calo delle vendite di birra nel terzo trimestre.

    Questi movimenti contrastanti riflettono la cautela degli investitori in un contesto di incertezza commerciale globale e un ottimismo selettivo per i risultati societari positivi.

  • Dow Jones, S&P, Nasdaq, Wall Street, Futures, Netflix scivola per il calo dei margini; focus sugli utili di Tesla; l’oro trova supporto — cosa muove i mercati

    Dow Jones, S&P, Nasdaq, Wall Street, Futures, Netflix scivola per il calo dei margini; focus sugli utili di Tesla; l’oro trova supporto — cosa muove i mercati

    I future azionari statunitensi sono rimasti pressoché invariati mercoledì mattina, mentre gli investitori attendono una nuova ondata di risultati societari e valutano segnali geopolitici contrastanti.

    Alle 03:39 ET, i future sul Dow Jones erano in rialzo di 38 punti (0,1%), quelli sull’S&P 500 guadagnavano 10 punti (0,1%) e i future sul Nasdaq 100 risultavano quasi piatti.

    Futures USA invariati in attesa di una raffica di trimestrali

    Martedì Wall Street ha chiuso con risultati contrastanti, mentre gli investitori si interrogavano sulle valutazioni elevate e sulla sostenibilità del recente rally azionario.

    Gli sviluppi geopolitici hanno mantenuto alta l’attenzione. Il presidente Donald Trump ha espresso dubbi su un possibile incontro con il presidente cinese Xi Jinping in Corea del Sud alla fine del mese, affermando che “potrebbe non avvenire”. Tuttavia, ha anche dichiarato che, se dovesse tenersi, sarebbe “molto positivo” e si aspetta di ottenere un accordo commerciale “fantastico” ed “equo”.

    Intanto, le speranze di progressi in Ucraina hanno subito un colpo dopo che il vertice Trump-Putin è stato rinviato: Mosca ha respinto la richiesta di un cessate il fuoco.

    Netflix scivola dopo il calo dei margini operativi

    Le azioni di Netflix (NASDAQ:NFLX) sono crollate di oltre il 6% nelle contrattazioni after-hours dopo che la società di streaming ha registrato un margine operativo per il terzo trimestre pari al 28%, leggermente inferiore alle attese.

    Il calo è dovuto principalmente a spese legate a una disputa fiscale in Brasile. L’azienda ha dichiarato che, escludendo tale costo, il margine avrebbe superato le previsioni.

    Netflix ha inoltre ridotto la sua stima annuale sul margine al 29% dal 30%, citando l’impatto della controversia fiscale brasiliana.

    Nonostante la pressione sui margini, l’azienda ha registrato un aumento di ricavi e utili, sostenuto dalla miglior performance pubblicitaria di sempre, dalla crescita degli abbonati e da un aumento dei prezzi.

    Tesla pronta alla pubblicazione degli utili

    Tesla (NASDAQ:TSLA) pubblicherà i suoi risultati dopo la chiusura di Wall Street, in uno degli appuntamenti più attesi della settimana.

    All’inizio del mese, la casa automobilistica ha riportato consegne record per il terzo trimestre, spinte da sconti e iniziative di marketing prima della scadenza del credito d’imposta statunitense di 7.500 dollari per i veicoli elettrici. Gli investitori si concentrano ora sull’impatto della fine dell’incentivo sulla domanda futura.

    Secondo gli analisti di Vital Knowledge, “i report sugli utili per questa azienda sono quasi irrilevanti, poiché la maggior parte della narrativa e del valore azionario non è legata all’attività principale di produzione e vendita di auto, ma piuttosto a speranze e aspettative per prodotti che non avranno un impatto significativo sul conto economico per anni”.

    L’amministratore delegato Elon Musk ha più volte sottolineato l’importanza di tecnologie come la guida autonoma completa e i robotaxi. Le azioni Tesla sono aumentate di oltre il 16% dall’inizio dell’anno, spinte anche dalla proposta di un nuovo pacchetto retributivo per Musk e da ulteriori acquisti di azioni da parte del CEO.

    Prima dell’apertura dei mercati statunitensi sono attesi anche i risultati di AT&T (NYSE:T), GE Vernova (NYSE:GEV) e Thermo Fisher (NYSE:TMO).

    Hermes segnala un “leggero miglioramento” in Cina

    In Europa, le azioni di Hermes (EU:RMS) hanno registrato un rialzo moderato a Parigi dopo che la maison del lusso ha segnalato un leggero aumento della domanda in Cina durante il terzo trimestre.

    Il CFO Eric de Halgouet ha dichiarato che l’aumento riflette prezzi immobiliari più stabili e mercati azionari più forti nelle principali città cinesi.

    I ricavi trimestrali sono cresciuti del 9,6% a 3,88 miliardi di euro, poco sotto il 10% previsto dagli analisti. L’aggiornamento è in linea con il cauto ottimismo recentemente espresso anche da L’Oréal e LVMH.

    L’oro rimbalza dopo un crollo marcato

    I prezzi dell’oro sono rimbalzati mercoledì nelle prime ore di scambio, dopo il forte calo della seduta precedente, sostenuti da acquisti d’occasione e da un dollaro più debole.

    Gli investitori attendono i dati sull’inflazione USA in uscita a fine settimana, che potrebbero influenzare le prossime mosse della Federal Reserve. A causa dello shutdown del governo, il report del CPI di venerdì sarà uno dei pochi indicatori aggiornati disponibili.

    Alle 03:32 ET, l’oro spot era in rialzo dell’1,1% a 4.153,24 dollari l’oncia, dopo essere sceso intorno a 4.000 dollari in precedenza. I future sull’oro USA guadagnavano l’1,2% a 4.156,79 dollari.

    Martedì il metallo prezioso aveva subito un crollo di oltre il 5%, il più marcato dal 2020, dopo aver toccato nuovi massimi storici nei giorni precedenti, sostenuto da tensioni geopolitiche e aspettative di un allentamento monetario statunitense.

  • Il dollaro sale mentre l’oro rallenta; la sterlina scende dopo dati sull’inflazione del Regno Unito

    Il dollaro sale mentre l’oro rallenta; la sterlina scende dopo dati sull’inflazione del Regno Unito

    Il dollaro statunitense è salito leggermente mercoledì, sostenuto dal calo dei prezzi dell’oro e da un tono più fiducioso nei mercati in vista dei dati chiave sull’inflazione attesi per la fine della settimana.

    Alle 04:20 ET (08:20 GMT), l’U.S. Dollar Index è aumentato dello 0,1% a 98,795, proseguendo il rimbalzo dopo le forti perdite della scorsa settimana.

    Il dollaro si rafforza in vista del CPI USA

    Il biglietto verde si è rafforzato costantemente mentre i timori sul settore bancario regionale si sono attenuati, e la forte correzione dell’oro di martedì ha fornito un ulteriore sostegno. “Un ulteriore rally del dollaro da qui sarà difficile da giustificare a meno che i mercati non trovino ragioni per escludere uno dei tre tagli della Fed previsti entro marzo. Il driver più realistico di questa riprezzatura hawkish questa settimana sarebbe un dato CPI caldo venerdì, cosa che non ci aspettiamo”, ha dichiarato Francesco Pesole di ING Group.

    Il dato sull’inflazione di settembre sarà la prima pubblicazione economica di rilievo del governo statunitense dall’inizio dello shutdown di ottobre. Gli economisti si aspettano un aumento dell’inflazione headline al 3,1% dal 2,9%, con il core CPI stabile al 3,1%.

    La sterlina scende dopo la sorpresa sull’inflazione

    La sterlina britannica ha perso terreno dopo che i dati sull’inflazione sono risultati inferiori alle attese. GBP/USD è sceso dello 0,4% a 1,3323 dopo che l’inflazione annua è rimasta al 3,8% in settembre, sotto la previsione del 4%.

    “La nostra previsione è che questo 3,8% rappresenti il picco dell’inflazione headline, e ci aspettiamo che rimanga al 3,5% per i restanti tre mesi dell’anno, per poi calare da gennaio”, ha detto Pesole. Ha aggiunto: “Tutto questo non dovrebbe essere sufficiente a riportare un taglio dei tassi a novembre sul tavolo, ma aumenta chiaramente le probabilità di un intervento a dicembre. A questo scopo, la Legge di Bilancio autunnale avrà un ruolo chiave, poiché un impegno più rigoroso alla disciplina fiscale potrebbe essere il grilletto per un ‘taglio di Natale’”.

    La Bank of England ha mantenuto i tassi al 4% a settembre, il livello più basso da oltre due anni, dopo aver iniziato il 2025 al 4,75%. Il governatore Andrew Bailey ha avvertito che il Regno Unito “non è ancora fuori pericolo” per quanto riguarda l’inflazione e che eventuali tagli futuri “dovranno essere effettuati gradualmente e con cautela”. La prossima decisione è fissata per il 6 novembre.

    L’euro scivola dopo il rinvio del vertice

    L’euro si è leggermente indebolito dopo che la White House ha confermato che il vertice tra il presidente USA Donald Trump e il presidente russo Vladimir Putin è stato rinviato a causa del rifiuto di Mosca di accettare un cessate il fuoco immediato.

    EUR/USD è sceso dello 0,1% a 1,1592. Pesole ha commentato: “Questi sviluppi confermano l’estrema cautela dei mercati nel trattare le speranze di una tregua in Ucraina. Rimaniamo dell’idea che qualsiasi reazione significativa richiederà progressi concreti – non semplici speculazioni”.

    Lo yen si stabilizza dopo la conferma di Takaichi

    USD/JPY è sceso dello 0,1% a 151,83 mentre lo yen giapponese ha recuperato parte delle perdite recenti. Il movimento è seguito alla conferma di Sanae Takaichi come prima premier donna del Giappone, che inizialmente aveva indebolito la valuta.

    Takaichi è vista come fiscalmente accomodante, favorevole a misure di stimolo e contraria a ulteriori strette della Bank of Japan. Le speculazioni sulla sua leadership, dopo la vittoria alla guida della Liberal Democratic Party a settembre, avevano pesato sullo yen nelle ultime settimane.

    Yuan e dollaro australiano in leggero rialzo

    USD/CNY è salito a 7,1244 in attesa di nuovi sviluppi sulle relazioni commerciali tra Pechino e Washington. Commenti recenti da parte di funzionari statunitensi hanno attenuato i timori di un’escalation tariffaria.

    AUD/USD è avanzato dello 0,2% a 0,6502.

  • L’oro si stabilizza dopo un forte calo mentre l’ottimismo commerciale riduce la domanda di beni rifugio

    L’oro si stabilizza dopo un forte calo mentre l’ottimismo commerciale riduce la domanda di beni rifugio

    I prezzi dell’oro si sono stabilizzati mercoledì durante la sessione asiatica, fermandosi dopo un forte calo registrato all’inizio della giornata. Le tensioni commerciali in diminuzione tra Stati Uniti e Cina e le speranze di progressi nei negoziati globali hanno ridotto l’attrattiva del metallo come bene rifugio.

    Il movimento è arrivato dopo che molti investitori hanno preso profitti a seguito del recente rally dell’oro, mentre l’attenzione si è spostata sui dati chiave sull’inflazione statunitense attesi per la fine della settimana — dati che potrebbero influenzare la prossima decisione sui tassi di interesse della Federal Reserve.

    L’oro spot è salito dello 0,1% a 4.127,95 dollari l’oncia alle 00:21 ET (04:21 GMT), recuperando leggermente dopo essere sceso a 4.003,39 dollari in precedenza. I futures sull’oro negli Stati Uniti sono aumentati dello 0,9% a 4.144,51 dollari.

    Martedì, il metallo prezioso è sceso di oltre il 5% — la flessione giornaliera più forte dal 2020 — dopo aver toccato un massimo storico di 4.381,21 dollari l’oncia all’inizio della settimana, sostenuto da tensioni geopolitiche e aspettative di un allentamento monetario statunitense.

    I titoli commerciali spostano il sentiment di mercato

    Il calo è arrivato dopo le dichiarazioni del presidente statunitense Donald Trump, che ha affermato che un prossimo incontro con il presidente cinese Xi Jinping potrebbe portare a un “buon accordo” commerciale, pur ammettendo che i colloqui “potrebbero non avvenire”.

    I suoi commenti hanno rafforzato il sentiment di rischio e ridotto la domanda per l’oro e altri beni rifugio.

    Il clima positivo è stato ulteriormente sostenuto da un articolo del quotidiano indiano Mint (newspaper), secondo cui Washington e Nuova Delhi sarebbero vicine a un accordo commerciale che ridurrebbe le tariffe statunitensi sui prodotti indiani dal 50% attuale a circa il 15–16%, una misura vista come un potenziale impulso al commercio globale.

    “Il catalizzatore sembra essere la presa di profitto in un mercato che è stato fortemente ipercomprato nelle ultime settimane,” hanno scritto gli analisti di ING Group, aggiungendo che “chiaramente, i partecipanti al mercato stavano diventando sempre più nervosi sulla sostenibilità del trend rialzista.”

    La cautela resta elevata in vista dei dati sull’indice dei prezzi al consumo (CPI) degli Stati Uniti attesi per venerdì, che potrebbero dare segnali importanti sulla politica monetaria della Fed. L’attuale shutdown del governo statunitense aggiunge ulteriore incertezza, ritardando alcuni indicatori economici.

    Commercio dei metalli fiacco dopo i forti ribassi

    Anche gli altri metalli hanno registrato movimenti contenuti dopo le forti perdite della settimana.

    L’argento è salito dello 0,4% a 48,93 dollari l’oncia dopo un crollo superiore al 7% nella sessione precedente. I futures sull’argento sono aumentati dell’1,2% a 48,28 dollari, mentre i futures sul platino sono scesi dello 0,3% a 1.533,90 dollari.

    Il rame di riferimento alla London Metal Exchange è rimasto invariato a 10.612,95 dollari per tonnellata, mentre i futures sul rame negli Stati Uniti sono aumentati dello 0,2% a 4,96 dollari per libbra.

  • Il petrolio sale oltre il 2% grazie ai timori sull’offerta e all’ottimismo per un accordo USA–Cina

    Il petrolio sale oltre il 2% grazie ai timori sull’offerta e all’ottimismo per un accordo USA–Cina

    I prezzi del petrolio sono aumentati per la seconda seduta consecutiva mercoledì, con un rialzo superiore al 2%, sostenuti dai rischi legati all’offerta derivanti dalle sanzioni e dalle tensioni geopolitiche, oltre che dalla fiducia in un possibile accordo commerciale tra Stati Uniti e Cina.

    Alle 06:45 GMT, i futures sul Brent guadagnavano 1,24 dollari (+2,0%) a 62,56 dollari al barile, mentre il WTI statunitense saliva di 1,20 dollari (+2,1%) a 58,44 dollari.

    All’inizio della settimana, il petrolio aveva toccato il minimo degli ultimi cinque mesi a causa dell’aumento della produzione e delle preoccupazioni legate all’indebolimento della domanda globale. Tuttavia, il sentiment è cambiato quando le tensioni geopolitiche si sono intensificate.

    Il rinvio del vertice tra il presidente statunitense Donald Trump e il presidente russo Vladimir Putin, insieme alle pressioni dei governi occidentali sugli acquirenti asiatici per ridurre le importazioni di greggio russo, ha riacceso i timori di potenziali interruzioni delle forniture globali.

    Mukesh Sahdev, fondatore e CEO della società di consulenza XAnalysts, ha dichiarato: “Nonostante il sentiment generalmente ribassista, causato da un eccesso di offerta e da una domanda debole, il rischio di interruzioni nelle aree sensibili come Russia, Venezuela, Colombia e Medio Oriente rimane presente e impedisce ai prezzi del petrolio di scendere stabilmente sotto la soglia dei 60 dollari.”

    Secondo Tony Sycamore, analista di IG Australia, parte del rialzo di mercoledì è stato dovuto a ricoperture di posizioni corte: “Dopo la svendita in criptovalute, banche regionali e ora oro e argento, stiamo assistendo a una riduzione delle posizioni in diversi mercati e per il petrolio questo si traduce in ricoperture.”

    Le crescenti tensioni tra Stati Uniti e Venezuela hanno ulteriormente sostenuto i prezzi. Un gruppo di esperti indipendenti delle United Nations ha definito gli attacchi statunitensi a navi venezuelane in acque internazionali “esecuzioni extragiudiziali.” L’amministrazione Trump ha ordinato operazioni simili negli ultimi mesi contro navi sospettate di traffico di droga, come parte di una campagna contro una presunta minaccia “narcoterroristica”.

    Sul fronte commerciale, le trattative tra Washington e Pechino hanno aggiunto ulteriore sostegno. Trump ha dichiarato lunedì di aspettarsi “un accordo commerciale equo” con il presidente cinese Xi Jinping, ma martedì ha aggiunto che “forse non accadrà”, alimentando l’incertezza.

    I dati sulle scorte statunitensi hanno fornito ulteriore supporto. L’American Petroleum Institute ha segnalato un calo delle riserve di greggio, benzina e distillati, mentre il United States Department of Energy ha annunciato l’intenzione di acquistare un milione di barili per rifornire la riserva strategica. Secondo gli analisti della Australia and New Zealand Banking Group, questa decisione ha contribuito a sostenere i prezzi.

  • DAX, CAC, FTSE100, Borse europee perlopiù in calo; il Regno Unito resiste grazie all’inflazione stabile

    DAX, CAC, FTSE100, Borse europee perlopiù in calo; il Regno Unito resiste grazie all’inflazione stabile

    Le borse europee hanno chiuso perlopiù in ribasso mercoledì, mentre gli investitori hanno reagito alle rinnovate tensioni geopolitiche legate alla guerra in Ucraina. Il mercato britannico, invece, ha beneficiato di dati sull’inflazione più deboli delle attese.

    Alle 07:05 GMT, il DAX tedesco perdeva lo 0,2%, il CAC 40 francese cedeva lo 0,7%, mentre il FTSE 100 britannico guadagnava lo 0,5%, sovraperformando gli altri principali indici.

    Tensioni geopolitiche pesano sul sentiment

    Il clima di mercato si è indebolito dopo che la White House ha annunciato il rinvio a tempo indeterminato del vertice tra il presidente statunitense Donald Trump e il presidente russo Vladimir Putin. Mosca ha infatti respinto l’appello per un cessate il fuoco immediato, riducendo così le speranze di un accordo di pace a breve termine.

    Trump, che la scorsa settimana aveva parlato con Putin e incontrato il presidente ucraino Volodymyr Zelenskyy, sperava che un nuovo incontro dopo il vertice di agosto in Alaska potesse far avanzare i negoziati. Invece, le probabilità di una svolta appaiono oggi scarse, con effetti negativi sul sentiment globale.

    Focus sui risultati societari

    La stagione degli utili entra nel vivo e gli investitori valutano diverse trimestrali:

    • UniCredit (BIT:UCG) ha confermato i propri obiettivi annuali e di medio termine dopo risultati trimestrali superiori alle attese, restando così sulla buona strada per un anno record.
    • Barclays (LSE:BARC) ha alzato la guidance per l’intero anno e annunciato un buyback da 500 milioni di sterline, nonostante un calo del 7% dell’utile ante imposte a 2,1 miliardi di sterline.
    • Hermès International S.A. (EU:RMS) ha registrato un aumento del 9,6% delle vendite nel terzo trimestre, segnalando un “leggero miglioramento” in Cina grazie alla domanda sostenuta per le sue borse iconiche.
    • Heineken N.V. (EU:HEIA) ha avvertito di un calo delle vendite di birra nel 2025 a causa del peggioramento del contesto macroeconomico, rivedendo al ribasso la guidance per i volumi.
    • Reckitt Benckiser Group (LSE:RKT) ha battuto le stime sulle vendite del terzo trimestre e confermato l’outlook, grazie alla domanda nei mercati emergenti e a una ripresa nelle economie sviluppate.

    Inflazione U.K. stabile

    I dati economici diffusi in mattinata hanno mostrato che l’inflazione britannica è rimasta ferma al 3,8% a settembre, contro attese di un aumento al 4%. Ciò offre un po’ di respiro alla Bank of England, che a settembre ha lasciato invariato il tasso di riferimento al 4%, il livello più basso da oltre due anni dopo essere partiti dal 4,75% a inizio 2025.

    Petrolio in rialzo dopo il rinvio del vertice USA-Russia

    I prezzi del petrolio sono saliti dopo la cancellazione del summit USA-Russia, che alimenta i timori di interruzioni prolungate dell’offerta globale.

    Il Brent è avanzato dell’1,7% a 62,34 dollari al barile, mentre il WTI è salito dell’1,8% a 58,24 dollari.

    La prospettiva di un conflitto più lungo aumenta i rischi per l’approvvigionamento, anche perché Kyiv ha intensificato gli attacchi alle infrastrutture energetiche russe. I prezzi sono stati sostenuti anche dai dati sulle scorte USA in calo e dalla decisione della United States Department of Energy di acquistare un milione di barili per ricostituire le riserve strategiche.

  • UniCredit punta a risultati record dopo un solido terzo trimestre; guidance confermata

    UniCredit punta a risultati record dopo un solido terzo trimestre; guidance confermata

    UniCredit (BIT:UCG) ha confermato i suoi obiettivi annuali e di medio termine dopo aver riportato utili del terzo trimestre superiori alle attese, mantenendo la banca italiana sulla buona strada per chiudere il 2025 con risultati record.

    L’utile netto ha raggiunto 2,63 miliardi di euro (3,05 miliardi di dollari) nei tre mesi terminati il 30 settembre, in aumento rispetto ai 2,51 miliardi dello stesso periodo dell’anno precedente. I ricavi totali sono leggermente aumentati a 6,17 miliardi di euro, grazie a maggiori commissioni da investimenti e a un solido risultato dell’attività di trading, che hanno compensato la flessione del margine d’interesse dovuta ai tassi più bassi.

    Le stime degli analisti raccolte dalla banca prevedevano un utile netto di 2,41 miliardi di euro su ricavi per 6,01 miliardi di euro.

    UniCredit ha ribadito la propria guidance per il 2025, puntando a un utile netto di circa 10,5 miliardi di euro al netto delle azioni gestionali, che dovrebbero contribuire a un ulteriore miglioramento dei risultati nel 2026 e 2027.

    Guardando più avanti, l’istituto punta a superare gli 11 miliardi di euro di utile netto entro il 2027, sostenuto dalla partecipazione in Commerzbank e dal continuo miglioramento dell’efficienza operativa.

    La banca ha inoltre confermato l’intenzione di restituire almeno 9,5 miliardi di euro agli azionisti dagli utili di quest’anno, di cui non meno della metà sotto forma di dividendo in contanti.

    Il coefficiente Common Equity Tier 1 si è attestato al 14,8% alla fine del trimestre, a conferma di una solida posizione patrimoniale mentre la banca continua a bilanciare remunerazione degli azionisti e investimenti per la crescita.