Author: Fiona Craig

  • Rischi per la fornitura di terre rare: Tesla è il vero obiettivo della Cina?

    Rischi per la fornitura di terre rare: Tesla è il vero obiettivo della Cina?

    La Cina ha recentemente concesso licenze di esportazione di terre rare a GM (NYSE:GM), Ford (NYSE:F) e Stellantis (BIT:STLAM), ma ha escluso notevolmente Tesla (NASDAQ:TSLA), sollevando preoccupazioni sul fatto che Tesla possa essere deliberatamente presa di mira nel contesto delle tensioni commerciali in corso e delle dichiarazioni politiche estere molto esplicite del CEO Elon Musk.

    Secondo Wells Fargo, che cita l’esperta Dr.ssa Gracelin Baskaran, Tesla e Rivian sono ancora in attesa delle licenze di esportazione. Questo potrebbe riflettere la strategia della Cina di supportare i produttori nazionali di veicoli elettrici limitando al contempo l’accesso ai concorrenti stranieri.

    La Cina controlla quasi il 100% della fornitura globale di sette elementi critici di terre rare pesanti (REE), essenziali per i motori dei veicoli elettrici e per la manifattura avanzata. Sebbene il settore automobilistico statunitense sia il maggior consumatore, il suo utilizzo rappresenta solo una piccola frazione della produzione globale: circa 6.600 tonnellate su 390.000 tonnellate prodotte lo scorso anno.

    Le restrizioni imposte dalla Cina ad aprile hanno lasciato i produttori automobilistici con solo 2–3 mesi di scorte di riserva, che ora stanno per esaurirsi. Sebbene alcuni produttori statunitensi siano riusciti a mantenere l’attività grazie a sospensioni temporanee del lavoro (furlough), Wells Fargo avverte che si tratta “di un cerotto, non di una soluzione”. I rischi di approvvigionamento potrebbero persistere per due-cinque anni, fino a quando non si svilupperanno nuove capacità produttive al di fuori della Cina.

    Per ora, la selettività della Cina nel concedere licenze e il controllo sull’utilizzo finale significano che Tesla e altri produttori ancora in attesa di accesso potrebbero subire pressioni continue fino a quando le catene di approvvigionamento globali delle terre rare non saranno più diversificate.

  • Dow Jones, S&P, Nasdaq, mercati reagiscono mentre il conflitto Iran-Israele si intensifica e si avvicina il summit del G7

    Dow Jones, S&P, Nasdaq, mercati reagiscono mentre il conflitto Iran-Israele si intensifica e si avvicina il summit del G7

    I futures azionari statunitensi hanno segnato un leggero rialzo lunedì, mostrando una certa resilienza in mezzo alle crescenti tensioni tra Israele e Iran e all’incertezza economica in corso. Nel frattempo, i prezzi del petrolio sono saliti nuovamente dopo una serie di attacchi nel weekend, con il conflitto in Medio Oriente al centro dell’attenzione in vista del summit del Gruppo dei Sette (G7) che si terrà questa settimana in Canada. In altre notizie, l’investitore attivista Barington Capital Group pianifica di spingere per importanti cambiamenti in Victoria’s Secret, con l’obiettivo di rinnovare il consiglio di amministrazione del marchio di lingerie.

    I futures mostrano guadagni

    Gli investitori erano cautamente ottimisti lunedì mattina, digerendo l’ultima escalation in Medio Oriente e aspettando la decisione sui tassi di interesse della Federal Reserve prevista per la fine della settimana. Alle 3:36 ET, i futures sul Dow erano in rialzo di 181 punti (0,4%), quelli sull’S&P 500 avevano guadagnato 29 punti (0,5%) e i futures sul Nasdaq 100 erano saliti di 113 punti (0,5%).

    Lo scorso venerdì Wall Street ha chiuso in calo dopo un’ondata di raid aerei tra Israele e Iran che ha aumentato i rischi geopolitici e indebolito la fiducia del mercato. Le azioni del settore difesa sono rimbalzate in risposta, mentre le azioni energetiche hanno beneficiato del forte aumento dei prezzi del petrolio. Tuttavia, i titoli delle compagnie aeree sono scesi a causa dell’aumento dei costi del carburante.

    Gli investitori hanno trovato un certo sollievo nei dati recenti sull’inflazione e nelle richieste settimanali di sussidi di disoccupazione stabili, che hanno ridotto le preoccupazioni sull’impatto economico dei dazi statunitensi. Ora l’attenzione si concentra sull’annuncio della Federal Reserve di mercoledì, con aspettative orientate al mantenimento dei tassi attuali e a un approccio prudente riguardo a future variazioni.

    Rinnovo delle ostilità tra Iran e Israele spinge il petrolio al rialzo

    I prezzi del petrolio hanno esteso i guadagni lunedì in seguito al conflitto in corso in Medio Oriente. I futures sul Brent sono saliti dello 0,4% a 74,53 dollari al barile, mentre quelli sul West Texas Intermediate statunitense sono aumentati dello 0,5% a 71,64 dollari al barile, dopo rialzi precedenti superiori a 4 dollari.

    Durante il weekend, Israele e Iran si sono scambiati attacchi che hanno causato vittime civili e aumentato i timori di una guerra regionale più ampia. Secondo i rapporti, l’Iran ha rifiutato di partecipare ai negoziati per un cessate il fuoco mediati dagli Stati Uniti, mentre gli attacchi israeliani proseguono. Nel frattempo, Israele ha avvertito gli iraniani nelle vicinanze di siti nucleari di evacuare, prendendo di mira strutture missilistiche nelle operazioni militari in corso.

    I leader del G7 affronteranno la crisi in Medio Oriente

    Si prevede che il conflitto in escalation dominerà le discussioni al summit del G7 in Canada questa settimana. I leader stanno preparando una dichiarazione congiunta che chiederà una de-escalation. Il cancelliere tedesco Friedrich Merz ha sottolineato la necessità di bilanciare le ambizioni nucleari dell’Iran con il diritto di autodifesa di Israele, mantenendo aperte le opzioni diplomatiche.

    Contemporaneamente, i funzionari sono cauti per evitare scontri con il presidente degli Stati Uniti Donald Trump, in vista delle trattative sui controversi dazi della sua amministrazione. Il Primo Ministro canadese Mark Carney ha enfatizzato l’importanza del summit per la pace e la sicurezza, ma ha lasciato intendere che Ottawa potrebbe rispondere se gli Stati Uniti manterranno i dazi su acciaio e alluminio.

    Victoria’s Secret sotto pressione in consiglio

    L’investitore attivista Barington Capital Group si sta preparando a sfidare il consiglio di amministrazione di Victoria’s Secret (NYSE:VSCO) e a cercare di smantellare il piano “poison pill” sui diritti degli azionisti, secondo Reuters. Detenendo oltre l’1% delle azioni, Barington considera il marchio di lingerie sottoperformante dalla sua scissione nel 2021 da L Brands (NYSE:BBWI), con un calo delle azioni di circa il 55% quest’anno.

    L’investitore mira a sostituire gran parte della leadership di Victoria’s Secret per aumentare il valore per gli azionisti e contrastare le recenti tendenze di domanda debole.

  • Le azioni europee salgono leggermente prima delle riunioni delle banche centrali e del vertice del G7

    Le azioni europee salgono leggermente prima delle riunioni delle banche centrali e del vertice del G7

    Le azioni europee hanno registrato un lieve rialzo lunedì, mentre gli investitori valutavano il conflitto in corso in Medio Oriente insieme a una settimana intensa di riunioni delle banche centrali e al prossimo vertice del Gruppo dei Sette in Canada.

    Alle 03:05 ET, l’indice DAX della Germania era in crescita dello 0,4%, il CAC 40 francese ha guadagnato anch’esso lo 0,4% e il FTSE 100 del Regno Unito è salito dello 0,2%.

    Persistono le tensioni in Medio Oriente

    Israele e Iran hanno continuato a scambiarsi attacchi missilistici e raid aerei nel fine settimana, dopo che Israele ha effettuato su larga scala attacchi aerei contro siti militari e nucleari iraniani venerdì.

    Sebbene il conflitto abbia destabilizzato i mercati e spinto al rialzo i prezzi del petrolio, gli investitori generalmente non si aspettano un’espansione del conflitto a livello regionale. In particolare, le preoccupazioni circa la chiusura dello Stretto di Hormuz da parte dell’Iran — una via di navigazione vitale — rimangono basse, poiché una tale mossa potrebbe intensificare il coinvolgimento degli Stati Uniti.

    Focus sulle banche centrali

    L’aumento dei prezzi dell’energia complica le decisioni di politica monetaria della Federal Reserve questa settimana, mentre cerca di bilanciare un mercato del lavoro in raffreddamento con un’inflazione persistente sopra gli obiettivi.

    Da quando ha allentato la politica monetaria lo scorso dicembre, la Fed ha mantenuto i tassi tra il 4,25% e il 4,50% ed è ampiamente previsto che confermerà questo intervallo nell’annuncio di mercoledì. Gli operatori di mercato osserveranno con attenzione qualsiasi segnale riguardo potenziali tagli dei tassi o l’impatto delle incertezze sulle politiche commerciali statunitensi sotto l’amministrazione Trump.

    Settimana intensa a livello globale: la Banca del Giappone dovrebbe mantenere invariati i tassi martedì, seguita probabilmente dalla Banca d’Inghilterra e dalla Norges Bank norvegese più avanti nella settimana. Nel frattempo, si prevede che la Riksbank svedese taglierà i tassi e che la Banca Nazionale Svizzera potrebbe tornare a tassi negativi a causa della forza del franco.

    Prospettive del vertice G7

    I leader delle sette nazioni del G7 si riuniscono in Canada questa settimana in un contesto di crescenti tensioni dovute ai dazi statunitensi sugli alleati. Il primo ministro canadese Mark Carney, che presiede il vertice, ha sottolineato come priorità la pace e la sicurezza, il rafforzamento delle catene di approvvigionamento di minerali critici e la creazione di posti di lavoro. I temi chiave saranno probabilmente il conflitto in Medio Oriente, l’Ucraina e le tensioni commerciali.

    Novità aziendali

    Il gruppo di beni di lusso Kering (EU:KER) starebbe nominando Luca de Meo come nuovo CEO, dopo i suoi cinque anni alla guida di Renault (EU:RNO), secondo il quotidiano francese Le Figaro.

    Nel settore del gioco, Entain plc (LSE:ENT) ha annunciato che la sua joint venture americana per le scommesse sportive, BetMGM, ha aumentato le previsioni di ricavi e utili per l’anno, grazie a una forte crescita dell’iGaming e delle scommesse sportive online.

    Prezzi del petrolio in rialzo per i rischi in Medio Oriente

    I prezzi del petrolio hanno continuato a salire lunedì, in mezzo a timori di possibili interruzioni delle forniture legate al conflitto tra Israele e Iran.

    Alle 03:05 ET, i futures sul Brent sono aumentati dell’1% a 74,97 dollari al barile, mentre i futures sul West Texas Intermediate statunitense sono saliti dell’1,1% a 72,05 dollari al barile. Entrambi i benchmark avevano già guadagnato più del 7% venerdì, raggiungendo i livelli più alti da gennaio, in seguito ai timori di un conflitto regionale più ampio.

  • Prezzi del petrolio in aumento a causa delle crescenti tensioni tra Israele e Iran e preoccupazioni sull’approvvigionamento

    Prezzi del petrolio in aumento a causa delle crescenti tensioni tra Israele e Iran e preoccupazioni sull’approvvigionamento

    I prezzi del petrolio hanno guadagnato terreno durante la sessione asiatica di lunedì, continuando una recente tendenza al rialzo alimentata dalle crescenti paure di interruzioni nell’approvvigionamento, mentre le ostilità tra Israele e Iran in Medio Oriente si intensificano.

    Nonostante i rialzi, i prezzi sono rimasti sotto il picco raggiunto venerdì, dopo i primi attacchi di Israele contro obiettivi iraniani. Tehran ha risposto nel weekend con attacchi missilistici contro città israeliane.

    Alle 21:01 ET (01:01 GMT), i futures sul Brent con consegna ad agosto sono saliti dello 0,5% a 74,59 dollari al barile, mentre il West Texas Intermediate (WTI) è aumentato dello 0,6% a 71,66 dollari al barile.

    Il conflitto si intensifica; il ruolo degli Stati Uniti sotto esame

    Nel weekend si è assistito a un rapido scambio di attacchi tra Israele e Iran, con entrambe le parti poco disposte a ridurre la tensione. Gli attacchi di venerdì di Israele hanno colpito anche strutture nucleari iraniane, scatenando lanci di missili in risposta contro grandi centri urbani israeliani, tra cui Tel Aviv.

    L’escalation ha aumentato le aspettative di nuove sanzioni più dure contro le esportazioni di petrolio iraniano e ha fatto crescere le preoccupazioni per possibili interruzioni nello Stretto di Hormuz, una rotta di navigazione cruciale per le spedizioni di petrolio verso Asia ed Europa.

    Ora l’attenzione si sposta sulla possibile implicazione degli Stati Uniti. Il presidente Donald Trump ha indicato che sono in corso sforzi per un cessate il fuoco, ma ha suggerito che le due nazioni potrebbero dover “combattere fino in fondo” prima di arrivare a una soluzione. Ha anche lanciato avvertimenti all’Iran di non prendere di mira asset americani nella regione.

    Il conflitto ha portato l’Iran a ritirarsi dai negoziati nucleari con gli USA previsti per il weekend.

    Banche centrali sotto i riflettori in un contesto di rischi geopolitici

    Mentre le tensioni in Medio Oriente dominano le dinamiche a breve termine del mercato petrolifero, questa settimana sarà ricca di importanti riunioni delle banche centrali a livello globale.

    La Banca del Giappone annuncerà la sua decisione martedì, con attese per il mantenimento dei tassi d’interesse stabili, e gli investitori saranno molto attenti a qualsiasi nuovo orientamento economico.

    La Federal Reserve americana manterrà probabilmente i tassi invariati mercoledì, con il mercato desideroso di capire se la Fed darà segnali di ulteriori tagli ai tassi in un contesto di inflazione in rallentamento e rallentamento economico.

    Più avanti nella settimana, la banca centrale cinese fisserà il suo tasso di riferimento per i prestiti, mentre la Banca Nazionale Svizzera e la Banca d’Inghilterra si preparano ad annunciare le loro decisioni di politica monetaria.

  • Dow Jones, S&P, Nasdaq, azioni di energia e difesa in rialzo amid le tensioni persistenti tra Israele e Iran

    Dow Jones, S&P, Nasdaq, azioni di energia e difesa in rialzo amid le tensioni persistenti tra Israele e Iran

    Si prevede un’intensa attività lunedì per i titoli dei settori energia, difesa, trasporti marittimi e viaggi, mentre le tensioni tra Israele e Iran persistono per il quarto giorno consecutivo senza segni di allentamento.

    I prezzi del petrolio Brent sono saliti bruscamente all’inizio della sessione, aumentando fino al 5,5% a quota 78,32 dollari al barile, per poi ridurre gran parte di questi guadagni. Questa volatilità probabilmente influenzerà i titoli del settore energetico come Exxon Mobil (NYSE:XOM), Chevron (NYSE:CVX), ConocoPhillips (NYSE:COP), Occidental Petroleum (NYSE:OXY) e EOG Resources (NYSE:EOG).

    Anche le compagnie di spedizioni sono pronte a registrare movimenti a causa del conflitto. Nel mercato europeo, le azioni di AP Moller-Maersk sono salite dello 0,6%, mentre Hapag-Lloyd AG è cresciuta dell’1,8%. Le società di trasporto marittimo quotate negli Stati Uniti che potrebbero essere coinvolte includono ZIM Integrated Shipping Services (NYSE:ZIM), Star Bulk Carriers (NASDAQ:SBLK) e Matson (NYSE:MATX).

    I contraenti della difesa, che venerdì hanno registrato un rally in attesa di un possibile aumento della spesa militare scatenato dal conflitto, dovrebbero restare sotto osservazione oggi. I nomi chiave da monitorare sono Lockheed Martin (NYSE:LMT), Northrop Grumman (NYSE NOC), RTX, General Dynamics (NYSE:GD) e L3Harris Technologies (NYSE:LHX).

    Al contrario, i titoli delle compagnie aeree potrebbero subire pressioni al ribasso, poiché l’aumento dei prezzi del petrolio si traduce generalmente in costi più alti per il carburante per jet, comprimendo i margini di profitto delle compagnie. Tra le società potenzialmente interessate vi sono Delta Air Lines (NYSE:DAL), United Airlines, American Airlines (NASDAQ:AAL) e Southwest Airlines (NYSE:LUV).

    Venerdì i titoli del settore viaggi sono scesi mentre quelli energetici hanno guadagnato terreno dopo gli attacchi militari di Israele contro l’Iran.

  • Dow Jones, S&P, Nasdaq – Le preoccupazioni geopolitiche potrebbero pesare su Wall Street dopo i raid israeliani contro l’Iran

    Dow Jones, S&P, Nasdaq – Le preoccupazioni geopolitiche potrebbero pesare su Wall Street dopo i raid israeliani contro l’Iran

    I futures sugli indici principali degli Stati Uniti – Dow Jones, S&P e Nasdaq – indicano attualmente un’apertura nettamente in ribasso per i mercati nella giornata di venerdì, con le azioni che potrebbero registrare un marcato calo dopo aver chiuso la sessione precedente in leggero rialzo.

    Le tensioni geopolitiche dovrebbero pesare su Wall Street già dalle prime battute, dopo che Israele ha lanciato una serie di raid aerei contro l’Iran questa mattina.

    I bombardamenti israeliani, che hanno colpito impianti nucleari e fabbriche di missili balistici, avrebbero ucciso almeno tre alti ufficiali militari iraniani.

    In risposta, l’Iran ha lanciato oltre 100 droni verso il territorio israeliano, che le Forze di Difesa Israeliane hanno dichiarato di essere impegnate a intercettare.

    Gli attacchi hanno alimentato i timori di un conflitto più ampio, mentre il prezzo del petrolio greggio è salito bruscamente per via delle preoccupazioni legate a possibili interruzioni dell’offerta.

    Reagendo alla notizia su Truth Social, il presidente Donald Trump ha esortato l’Iran a raggiungere un accordo nucleare prima che l’escalation degli attacchi peggiori ulteriormente.

    «Ci sono già state grandi perdite e distruzioni, ma c’è ancora tempo per fermare questa carneficina, prima che i prossimi attacchi, già pianificati e ancora più brutali, abbiano luogo», ha dichiarato Trump.

    «L’Iran deve fare un accordo, prima che non resti più nulla, e salvare ciò che un tempo era noto come l’Impero Persiano», ha aggiunto. «Niente più morte, niente più distruzione, FATELO, PRIMA CHE SIA TROPPO TARDI.»

    Giovedì, le azioni sono riuscite a recuperare da un calo iniziale, chiudendo la sessione con leggeri rialzi. Questo rimbalzo ha compensato in gran parte le perdite viste mercoledì, con il Dow e lo S&P 500 che hanno toccato nuovi massimi di chiusura su tre mesi.

    Lo S&P 500 ha chiuso in aumento di 23,02 punti (+0,4%) a 6.045,26; il Dow Jones è salito di 101,85 punti (+0,2%) a 42.967,62; e il Nasdaq è cresciuto di 46,61 punti (+0,2%) a 19.662,48.

    Il rimbalzo di Wall Street è avvenuto mentre gli investitori analizzavano i dati più recenti sull’inflazione negli Stati Uniti. Un rapporto del Dipartimento del Lavoro ha mostrato che i prezzi alla produzione sono aumentati meno del previsto a maggio.

    Il Dipartimento ha riferito che l’indice dei prezzi alla produzione per la domanda finale è salito dello 0,1% dopo essere sceso dello 0,2% (dato rivisto) in aprile.

    Gli economisti si aspettavano un aumento dello 0,3%, rispetto al calo dello 0,4% inizialmente riportato per il mese precedente.

    Il rapporto ha inoltre indicato che il tasso annuale di crescita dei prezzi alla produzione è aumentato al 2,6% a maggio dal 2,5% di aprile, in linea con le stime degli economisti.

    «Per il secondo giorno consecutivo, i dati sull’inflazione sono stati inferiori alle attese, e questo dà alla Fed margine per restare in attesa», ha dichiarato Chris Zaccarelli, Chief Investment Officer di Northlight Asset Management.

    Ha aggiunto: «Finché l’inflazione non aumenterà – o meglio ancora, diminuirà – la Fed potrà essere paziente e aspettare maggiori informazioni su come i nuovi dazi e le trattative commerciali incideranno sulla stabilità dei prezzi, parte del suo duplice mandato, più avanti quest’anno.»

    Le azioni sono scese anche a causa dell’incertezza persistente sugli scambi commerciali, in assenza di dettagli concreti sull’accordo USA-Cina annunciato mercoledì.

    Il presidente Trump ha dichiarato ai giornalisti che avrebbe inviato lettere ad altri partner commerciali degli Stati Uniti entro due settimane, delineando nuove tariffe doganali.

    Trump ha inoltre affermato che sarebbe disposto a estendere la sospensione di 90 giorni dei dazi, prevista in scadenza all’inizio del mese prossimo, ma ha detto di non ritenere che sarà necessario.

    I titoli auriferi hanno registrato un forte rialzo, in scia a un forte aumento del prezzo del metallo prezioso: l’indice NYSE Arca Gold Bugs è salito dell’1,5%.

    Un forte guadagno si è visto anche tra i titoli delle utility sensibili ai tassi d’interesse, con l’indice Dow Jones Utility Average in crescita dell’1,4%.

    I titoli del settore software, farmaceutico e delle reti informatiche sono anch’essi saliti in modo significativo, mentre i titoli delle compagnie aeree hanno proseguito il calo iniziato mercoledì.

  • DAX, CAC, FTSE100, Borse Europee in calo a causa delle tensioni in Medio Oriente

    DAX, CAC, FTSE100, Borse Europee in calo a causa delle tensioni in Medio Oriente

    Le azioni europee sui principali indici DAX, CAC e FTSE100 sono scese venerdì, poiché le crescenti tensioni in Medio Oriente hanno compensato i dati incoraggianti sull’inflazione provenienti da Germania e Francia.

    Israele ha lanciato attacchi contro l’Iran, prendendo di mira impianti nucleari e fabbriche di missili balistici, nel tentativo di “danneggiare l’infrastruttura nucleare iraniana, le sue fabbriche di missili balistici e le capacità militari”.

    I raid notturni hanno causato la morte di almeno tre alti comandanti militari iraniani. In risposta, l’Iran ha lanciato oltre 100 droni verso il territorio israeliano.

    Sul fronte economico, secondo i dati finali pubblicati oggi da Destatis, i prezzi al consumo in Germania hanno registrato una crescita annuale stabile a maggio, grazie al continuo calo dei prezzi dell’energia.

    L’indice dei prezzi al consumo è salito del 2,1% rispetto all’anno precedente, lo stesso tasso di crescita registrato ad aprile. Il dato è in linea con la stima preliminare pubblicata il 30 maggio.

    L’inflazione misurata sull’indice armonizzato dei prezzi al consumo si è attenuata al 2,1% dal 2,2% del mese precedente.

    Altrove, in Francia, l’inflazione dei prezzi al consumo è leggermente rallentata come inizialmente stimato, raggiungendo a maggio il livello più basso da oltre quattro anni, complice il rallentamento dei costi dei servizi e il continuo calo dei prezzi dell’energia, secondo i dati più recenti dell’INSEE.

    L’indice dei prezzi al consumo è aumentato dello 0,7% su base annua a maggio, in rallentamento rispetto allo 0,8% registrato ad aprile. Il dato è in linea con la stima preliminare pubblicata il 27 maggio. Si tratta del tasso di inflazione più basso dal febbraio 2021, quando i prezzi erano saliti dello 0,6%.

    L’indice tedesco DAX è in calo dell’1,1%, il CAC 40 francese perde lo 0,8% e il FTSE 100 britannico cede lo 0,1%.

    I titoli legati al settore dei viaggi sono scesi bruscamente: Lufthansa (TG:LHA), easyJet (LSE:EZJ), Wizz Air Holdings (LSE:WIZZ) e il gruppo proprietario di British Airways, ICAG (LSE:IAG), hanno perso tra il 3% e il 5%.

    Il colosso del settore petrolifero e del gas BP Plc (NYSE:BP) è salito del 3% e Shell (LSE:SHEL) ha guadagnato l’1,7%, grazie all’aumento dei prezzi del greggio di oltre 4 dollari al barile per timori legati all’offerta.

    Il gruppo tecnologico Ocado (LSE:OCDO) è crollato del 3% dopo aver annunciato di aver attinto a una lettera di credito da 152 milioni di dollari nell’ambito dell’accordo con Kroger Co. (NYSE:KR), emessa dalla Bank of Nova Scotia.

    Oxford Instruments (LSE:OXIG) ha perso il 4% nonostante abbia riportato risultati solidi per l’anno fiscale conclusosi a marzo.

  • Vendite di iPhone in forte crescita: +15% ad aprile-maggio, Apple torna al primo posto in Cina

    Vendite di iPhone in forte crescita: +15% ad aprile-maggio, Apple torna al primo posto in Cina

    Le vendite globali di iPhone sono aumentate del 15% su base annua nei mesi di aprile e maggio, registrando il miglior risultato per questo periodo da prima della pandemia di COVID-19. A rivelarlo sono i dati preliminari di Counterpoint Research, secondo cui Apple (NASDAQ:AAPL) ha riconquistato la prima posizione nel mercato cinese a maggio.

    La crescita è stata trainata soprattutto dai due mercati principali dell’azienda: Cina e Stati Uniti, dove le vendite hanno mostrato una forte ripresa. Apple ha inoltre beneficiato, in parte, dell’effetto “tariff-dodging” (ovvero acquisti per evitare i dazi doganali) e ha registrato una crescita a doppia cifra anche in Giappone, India e Medio Oriente.

    “Le performance dell’iPhone nel secondo trimestre appaiono promettenti al momento,” ha affermato Ivan Lam, analista senior di Counterpoint Research. “Ma come sempre, le oscillazioni saranno determinate principalmente da due mercati: gli Stati Uniti e la Cina.”

  • I mercati europei crollano dopo gli attacchi israeliani all’Iran; petrolio in forte rialzo

    I mercati europei crollano dopo gli attacchi israeliani all’Iran; petrolio in forte rialzo

    Le borse europee hanno subito un forte calo giovedì, mentre i prezzi del petrolio sono schizzati verso l’alto, dopo che Israele ha lanciato una serie di attacchi contro l’Iran, alimentando timori di un’escalation regionale e di un rallentamento della crescita globale.

    Alle 03:02 ET, l’indice DAX in Germania ha perso l’1,4%, il CAC 40 in Francia è sceso dell’1,2% e il FTSE 100 nel Regno Unito ha ceduto lo 0,5%, ritracciando rispetto ai massimi record raggiunti giovedì.

    Timori e incertezza per gli attacchi di Israele

    Israele ha condotto un massiccio raid aereo all’alba di venerdì, colpendo decine di obiettivi militari e nucleari in Iran, mentre in Israele è stato dichiarato lo stato di emergenza in previsione di un possibile contrattacco con missili e droni da parte di Teheran.

    I media iraniani hanno riferito, senza conferme ufficiali, della morte del comandante dei Guardiani della Rivoluzione iraniani, Hossein Salami, durante gli attacchi.

    L’Iran ha promesso una risposta “dura” sia contro Israele che contro gli Stati Uniti, mentre il Segretario di Stato americano Marco Rubio ha dichiarato che l’azione militare israeliana è stata indipendente, giustificata come autodifesa.

    La Casa Bianca aveva precedentemente avvertito che avrebbe considerato misure militari qualora le trattative nucleari fossero fallite, con una scadenza cruciale giovedì scorso.

    Questi attacchi hanno riacceso le preoccupazioni per la sicurezza delle forniture di petrolio mediorientali e per la crescita globale, aggravando un clima già fragile a causa delle incertezze commerciali internazionali.

    Trump minaccia nuovi dazi sulle auto

    Il presidente USA Donald Trump ha aumentato i timori commerciali giovedì, annunciando la possibilità di nuovi dazi sulle automobili, a soli giorni dalla sua dichiarazione che l’accordo commerciale con la Cina era “completato”.

    Trump ha inoltre detto che invierà lettere ai principali partner commerciali degli Stati Uniti nelle prossime due settimane per illustrare i dazi previsti, in vista della scadenza del 9 luglio per raggiungere nuovi accordi commerciali.

    Inflazione tedesca e francese sotto controllo

    Sul fronte economico europeo, l’inflazione in Germania è scesa al 2,1% a maggio, confermando i dati preliminari. I prezzi al consumo armonizzati per l’UE sono aumentati su base annua del 2,1%, in lieve calo rispetto al 2,2% di aprile.

    Anche in Francia l’inflazione ha rallentato, attestandosi allo 0,7% annuo a maggio, contro lo 0,8% del mese precedente, confermando la debole pressione inflazionistica nella seconda economia dell’Eurozona.

    Crescita del traffico passeggeri a Francoforte

    Sul fronte corporate, l’aeroporto di Francoforte ha gestito 5,6 milioni di passeggeri a maggio 2025, in aumento dell’1,8% rispetto all’anno precedente, mentre Fraport ha registrato una crescita complessiva del traffico.

    Il volume merci, inclusi cargo e posta aerea, è cresciuto del 4,4% su base annua.

    Petrolio in forte rialzo dopo gli attacchi israeliani

    I prezzi del petrolio sono balzati venerdì dopo gli attacchi israeliani all’Iran, con il timore che un conflitto più ampio nel Medio Oriente possa compromettere le forniture da una regione strategica per l’energia mondiale.

    Alle 03:02 ET, i futures sul Brent sono saliti del 5,7% a 73,32 dollari al barile, mentre il WTI ha guadagnato il 6% a 72,13 dollari al barile, toccando i massimi da quasi cinque mesi.

    “L’incertezza geopolitica è salita in modo significativo, costringendo il mercato petrolifero a prezzare un rischio maggiore per eventuali interruzioni dell’offerta,” hanno commentato gli analisti di ING guidati da Warren Patterson.

  • Tesla aumenta i prezzi di Model S e Model X negli Stati Uniti

    Tesla aumenta i prezzi di Model S e Model X negli Stati Uniti

    Tesla (NASDAQ:TSLA) ha incrementato i prezzi dei suoi veicoli Model S e Model X negli Stati Uniti, come riportato sul sito ufficiale dell’azienda. Il costo del Model S AWD è salito di 5.000 dollari, passando da 79.990 a 84.990 dollari.

    Anche il Model S Plaid ha subito un aumento analogo, arrivando a 99.990 dollari rispetto ai precedenti 94.990. Nel frattempo, anche la gamma Model X ha visto un rialzo di 5.000 dollari per entrambe le versioni Model X AWD e Model X Plaid sul mercato statunitense.