Author: Fiona Craig

  • DAX, CAC, FTSE100, Le Borse europee scendono nonostante il rallentamento dell’inflazione nell’Eurozona

    DAX, CAC, FTSE100, Le Borse europee scendono nonostante il rallentamento dell’inflazione nell’Eurozona

    Le principali Borse europee hanno chiuso in calo venerdì, anche se i nuovi dati indicano che l’inflazione nell’Eurozona ha continuato a rallentare in ottobre, grazie in gran parte alla diminuzione dei prezzi dell’energia.

    Secondo la stima preliminare di Eurostat, l’indice armonizzato dei prezzi al consumo è aumentato del 2,1% su base annua in ottobre, in lieve calo rispetto al 2,2% di settembre e in linea con le attese degli analisti.

    L’inflazione di fondo, che esclude le componenti più volatili come energia, alimentari, alcol e tabacco, è rimasta stabile al 2,4%, contrariamente alle previsioni di un lieve calo al 2,3%.

    In precedenza, i dati francesi avevano mostrato un ulteriore rallentamento dell’inflazione, scesa al di sotto dell’obiettivo del 2% della Banca Centrale Europea, nonostante la crescita economica del Paese sia risultata più forte del previsto.

    Sul fronte azionario, il DAX tedesco ha perso lo 0,3%, mentre il FTSE 100 britannico e il CAC 40 francese sono arretrati entrambi dello 0,2%.

    Tra i titoli in evidenza, Fuchs (TG:FPE3), produttore tedesco di lubrificanti, è balzato dopo aver pubblicato risultati del terzo trimestre superiori alle attese. Anche Aker Solutions (BIT:1AKRO), società norvegese di ingegneria, ha registrato un forte rialzo grazie a utili trimestrali migliori del previsto, mentre Danske Bank (TG:DSN) ha guadagnato terreno dopo aver battuto le previsioni sugli utili.

    Al contrario, AXA (EU:CS) è scesa dopo aver riportato un aumento del 6% dei premi lordi e di altri ricavi nei primi nove mesi dell’anno, un risultato accolto con freddezza dal mercato.

  • Dow Jones, S&P, Nasdaq, Futures, Wall Street punta al rimbalzo grazie ai solidi risultati di Amazon e Apple

    Dow Jones, S&P, Nasdaq, Futures, Wall Street punta al rimbalzo grazie ai solidi risultati di Amazon e Apple

    I future sugli indici statunitensi indicano un’apertura in rialzo venerdì, segnalando una possibile ripresa per Wall Street dopo i ribassi di giovedì, sostenuta dai risultati positivi di Amazon (NASDAQ:AMZN) e Apple (NASDAQ:AAPL), che hanno rafforzato la fiducia degli investitori nel settore tecnologico.

    L’ottimismo del mercato è cresciuto all’inizio della giornata dopo che entrambe le società hanno pubblicato risultati superiori alle attese degli analisti, dimostrando la resilienza della spesa dei consumatori e della domanda cloud nonostante le incertezze macroeconomiche.

    Le azioni Amazon sono balzate del 13% nel pre-market dopo che il colosso dell’e-commerce e del cloud ha registrato utili del terzo trimestre superiori alle previsioni, trainati da un forte aumento dei ricavi della divisione Amazon Web Services (AWS). La performance ha segnato una notevole ripresa per il business cloud, che aveva mostrato segnali di rallentamento in precedenza.

    Anche Apple ha registrato un netto rialzo prima dell’apertura, grazie a risultati del quarto trimestre fiscale superiori alle attese e a prospettive positive per il trimestre festivo, sostenute dalla forte domanda per iPhone 17 e dalla continua crescita dei servizi.

    Inoltre, Netflix (NASDAQ:NFLX) potrebbe attirare nuovi acquirenti dopo aver annunciato che il consiglio di amministrazione ha approvato uno split azionario 10 a 1, una mossa volta ad aumentare la liquidità e la partecipazione degli investitori retail.

    Al contrario, le azioni Exxon Mobil (NYSE:XOM) potrebbero subire pressioni dopo che il colosso energetico ha registrato utili trimestrali inferiori rispetto all’anno precedente, a causa di prezzi del petrolio più deboli e margini di raffinazione in calo.

    Riepilogo di giovedì: la tecnologia pesa sui mercati

    I principali indici statunitensi hanno chiuso perlopiù in ribasso giovedì dopo una sessione volatile. Il Nasdaq Composite ha guidato le perdite, scendendo dell’1,6% (−377,33 punti) a 23.581,14, mentre l’S&P 500 è calato dell’1% a 6.822,34. Il Dow Jones Industrial Average ha perso lo 0,2% a 47.522,12.

    La svendita è seguita a risultati contrastanti dei grandi nomi tecnologici, con Meta Platforms (NASDAQ:META) in calo dell’11,3% dopo aver avvertito di costi più elevati legati agli investimenti in intelligenza artificiale, nonostante utili migliori del previsto. Anche Microsoft (NASDAQ:MSFT) è scesa del 2,9%, pur battendo le stime, a causa di proiezioni di spese in conto capitale in aumento per il prossimo anno fiscale.

    Al contrario, Alphabet (NASDAQ:GOOGL) è salita del 2,5% dopo risultati migliori delle attese sia sui ricavi che sugli utili, mentre Eli Lilly (NYSE:LLY) ha guadagnato il 3,8% grazie a utili solidi e a un aumento della guidance annuale.

    Tensioni commerciali in secondo piano

    Gli investitori hanno in gran parte ignorato i segnali positivi provenienti dall’incontro tra il presidente Donald Trump e il leader cinese Xi Jinping, durante il quale gli Stati Uniti hanno accettato di ridurre i dazi legati al fentanyl dal 20% al 10%, mentre la Cina ha ripreso gli acquisti di soia americana e sospeso nuove restrizioni all’esportazione di terre rare.

    Nonostante i segnali di distensione, il sentiment è rimasto debole. I titoli software hanno guidato le perdite, con l’indice Dow Jones U.S. Software in calo del 2,2%, mentre i titoli delle telecomunicazioni sono scesi del 2%.

    Anche acciaio, hardware, retail e semiconduttori hanno registrato flessioni, mentre i settori oro, reti e farmaceutico hanno mostrato una certa resilienza.

    Con i solidi risultati di Amazon e Apple, gli investitori sperano ora in una ripresa del mercato e in un’inversione del calo della seduta precedente.

  • Intesa Sanpaolo conferma l’obiettivo di utile 2025 nonostante i risultati stabili del terzo trimestre

    Intesa Sanpaolo conferma l’obiettivo di utile 2025 nonostante i risultati stabili del terzo trimestre

    Intesa Sanpaolo SpA (BIT:ISP), il più grande gruppo bancario italiano, ha confermato venerdì il suo obiettivo di utile annuale “ben al di sopra dei 9 miliardi di euro”, nonostante una crescita limitata nel terzo trimestre.

    La banca ha registrato un utile netto di 2,37 miliardi di euro nel terzo trimestre, leggermente superiore alle attese degli analisti di 2,3 miliardi di euro, mentre i ricavi totali si sono attestati a 6,64 miliardi di euro, appena sotto il consenso di 6,7 miliardi di euro.

    Dopo la pubblicazione dei risultati, le azioni Intesa Sanpaolo sono scese del 2,6%, poiché gli investitori hanno reagito a dati contrastanti. L’aumento delle commissioni e dei ricavi assicurativi ha sostenuto i risultati, ma questi progressi sono stati compensati da una minore attività di trading e da un calo del margine d’interesse netto.

    Nei primi nove mesi del 2025, la banca ha riportato un utile netto di 7,59 miliardi di euro, in crescita del 5,9% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Il Common Equity Tier 1 ratio si è mantenuto solido al 13,9%, ben al di sopra dei requisiti regolamentari.

    “I risultati dei primi nove mesi del 2025 evidenziano che Intesa Sanpaolo è in grado di generare una redditività solida e sostenibile,” ha dichiarato la banca, aggiungendo che prevede di distribuire 5,3 miliardi di euro di dividendi maturati nei primi nove mesi, di cui 3,2 miliardi verranno pagati a novembre come acconto sui dividendi.

    Il margine d’interesse netto è diminuito del 6,8% su base annua a 11,11 miliardi di euro, riflettendo il contesto sfidante dei tassi d’interesse. Tuttavia, ciò è stato parzialmente compensato da un aumento del 5,1% delle commissioni nette a 7,33 miliardi di euro e da una crescita del 4,7% dei ricavi assicurativi a 1,37 miliardi di euro.

    L’efficienza operativa è migliorata leggermente, con il rapporto costi/ricavi sceso al 38,9% dal 39,1% dell’anno precedente. La qualità del credito è rimasta solida, con un rapporto NPL pari all’1,1% netto e al 2,3% lordo, mentre il costo del rischio annualizzato si è mantenuto stabile a 25 punti base.

    “Intesa Sanpaolo continua a operare come acceleratore di crescita nell’economia reale in Italia,” ha dichiarato la banca, sottolineando che i nuovi prestiti a medio e lungo termine a famiglie e imprese italiane sono aumentati del 40% su base annua, raggiungendo circa 43 miliardi di euro nei primi nove mesi del 2025.

  • L’oro si avvia verso la seconda perdita settimanale mentre la cautela della Fed e l’ottimismo commerciale riducono la domanda rifugio

    L’oro si avvia verso la seconda perdita settimanale mentre la cautela della Fed e l’ottimismo commerciale riducono la domanda rifugio

    I prezzi dell’oro sono scesi nelle contrattazioni asiatiche di venerdì, proseguendo le perdite per la seconda settimana consecutiva, poiché l’atteggiamento prudente della Federal Reserve sui futuri tagli dei tassi e il rinnovato ottimismo sui rapporti commerciali tra Stati Uniti e Cina hanno ridotto la domanda per il metallo rifugio.

    Alle 01:49 ET (05:49 GMT), l’oro spot è sceso dello 0,4% a 4.008,65 dollari l’oncia, annullando parte del forte rialzo di giovedì, mentre i future sull’oro statunitense sono saliti dello 0,1% a 4.019,90 dollari. Nonostante la recente ripresa, il metallo è destinato a chiudere la settimana con un calo del 2,6%.

    La cautela della Fed e l’ottimismo commerciale pesano sull’oro

    La Federal Reserve ha ridotto il tasso d’interesse di riferimento di 25 punti base mercoledì, portandolo a un intervallo compreso tra il 3,75% e il 4,00%. Tuttavia, il presidente Jerome Powell ha avvertito che un nuovo taglio a dicembre è “ben lontano dall’essere una conclusione scontata.”

    Queste dichiarazioni hanno spinto al rialzo i rendimenti dei Treasury statunitensi e il dollaro, riducendo l’attrattiva dell’oro, che non offre interessi.

    Il sentiment degli investitori è migliorato ulteriormente dopo che il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha dichiarato che i colloqui commerciali con la Cina hanno fatto “progressi straordinari” e che un accordo potrebbe arrivare “abbastanza presto.”

    Durante un incontro in Corea del Sud giovedì, Trump e il presidente cinese Xi Jinping hanno concordato di ridurre un dazio del 10% sulle importazioni legate al fentanil. Pechino ha inoltre ripreso gli acquisti di soia statunitense e sospeso temporaneamente nuove restrizioni sulle esportazioni di terre rare.

    L’allentamento delle tensioni commerciali ha eliminato uno dei principali fattori di sostegno all’oro, poiché gli investitori si sono spostati verso asset più rischiosi grazie alle speranze di un accordo imminente.

    Tuttavia, gli analisti hanno affermato che l’incertezza globale e gli acquisti da parte delle banche centrali potrebbero fornire un sostegno ai prezzi del metallo, anche se la pressione di breve periodo rimane elevata.

    Altri metalli stabili; focus sui deboli dati manifatturieri cinesi

    Il mercato dei metalli è rimasto stabile. I future sull’argento sono scesi dello 0,3% a 48,48 dollari l’oncia, mentre quelli sul platino sono aumentati dello 0,4% a 1.617,45 dollari.

    I prezzi del rame sono diminuiti, con i future di riferimento sulla London Metal Exchange in calo dello 0,4% a 10.866,20 dollari a tonnellata, mentre i future sul rame statunitense sono scesi dello 0,6% a 5,07 dollari per libbra.

    I nuovi dati economici hanno mostrato che il settore manifatturiero cinese si è contratto per il settimo mese consecutivo a ottobre, segnalando le difficoltà persistenti della seconda economia mondiale. Le letture più deboli hanno alimentato le speculazioni secondo cui Pechino potrebbe introdurre presto nuove misure di stimolo per sostenere la crescita.

  • Il petrolio si avvia verso il terzo calo mensile mentre il dollaro forte e l’aumento della produzione pesano sul mercato

    Il petrolio si avvia verso il terzo calo mensile mentre il dollaro forte e l’aumento della produzione pesano sul mercato

    I prezzi del petrolio sono scesi venerdì, avviandosi verso il terzo calo mensile consecutivo, poiché un dollaro statunitense più forte e dati deludenti dalla Cina hanno pesato sul sentiment degli investitori. L’aumento costante della produzione da parte dei principali produttori ha inoltre compensato l’impatto delle sanzioni occidentali che hanno ostacolato le esportazioni di greggio russo.

    Alle 07:44 GMT, i futures sul Brent sono diminuiti di 12 centesimi, o dello 0,18%, a 64,88 dollari al barile, mentre il greggio statunitense West Texas Intermediate (WTI) è sceso di 21 centesimi, o dello 0,35%, a 60,36 dollari al barile.

    “Un USD più forte ha pesato sull’appetito degli investitori per l’intero complesso delle materie prime,” hanno dichiarato gli analisti di ANZ in una nota ai clienti.

    Il dollaro si è rafforzato dopo che il presidente della Federal Reserve, Jerome Powell, ha segnalato mercoledì che un ulteriore taglio dei tassi a dicembre “non è affatto garantito,” sostenendo così la valuta e mettendo sotto pressione le materie prime quotate in dollari.

    Il petrolio ha inoltre risentito dei dati ufficiali che hanno mostrato una contrazione dell’attività manifatturiera in Cina per il settimo mese consecutivo a ottobre, alimentando le preoccupazioni sulla domanda del principale importatore mondiale di greggio.

    Sia il Brent che il WTI si avviano a chiudere ottobre con un calo di circa il 3%, poiché la crescita dell’offerta globale continua a superare quella della domanda. I produttori dell’Organizzazione dei Paesi Esportatori di Petrolio (OPEC) e i loro alleati non OPEC hanno aumentato gradualmente la produzione per mantenere la propria quota di mercato.

    L’offerta aggiuntiva dovrebbe contribuire ad assorbire l’impatto delle sanzioni occidentali sulle esportazioni russe verso mercati chiave come Cina e India.

    Secondo fonti vicine ai colloqui, i membri dell’OPEC+ sono orientati verso un modesto aumento della produzione a dicembre, in vista della riunione del gruppo prevista per domenica. L’alleanza ha già aumentato gli obiettivi di produzione di oltre 2,7 milioni di barili al giorno (bpd), pari a circa il 2,5% dell’offerta globale, attraverso una serie di incrementi mensili graduali.

    L’Arabia Saudita, il maggiore esportatore mondiale di petrolio, ha portato le esportazioni di greggio a un massimo di sei mesi di 6,407 milioni di bpd in agosto, secondo i dati della Joint Organizations Data Initiative. Le spedizioni dovrebbero aumentare ulteriormente nei prossimi mesi. Negli Stati Uniti, i dati della Energy Information Administration hanno mostrato una produzione record di 13,6 milioni di bpd la scorsa settimana.

    Nel frattempo, il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha dichiarato giovedì che la Cina ha accettato di iniziare ad acquistare energia americana, aggiungendo che “potrebbe verificarsi una transazione su larga scala che comporti l’acquisto di petrolio e gas dall’Alaska.”

    Tuttavia, gli analisti restano scettici sull’impatto di un accordo commerciale USA-Cina sulla domanda cinese. Michael McLean di Barclays ha scritto: “L’Alaska produce solo il 3% della produzione totale di petrolio greggio degli Stati Uniti (non significativa), e riteniamo che gli acquisti cinesi di GNL dell’Alaska sarebbero probabilmente determinati dal mercato.”

  • Il dollaro resta stabile dopo i commenti di Powell; l’euro avanza dopo la decisione della BCE

    Il dollaro resta stabile dopo i commenti di Powell; l’euro avanza dopo la decisione della BCE

    Il dollaro statunitense è rimasto leggermente in rialzo venerdì, mantenendo la sua forza dopo i recenti commenti del presidente della Federal Reserve, Jerome Powell, che hanno ridotto le aspettative di un nuovo taglio dei tassi a breve termine. L’euro ha registrato un modesto rialzo, sostenuto dall’atteggiamento invariato della Banca Centrale Europea.

    Alle 05:10 ET (09:10 GMT), l’indice del dollaro, che misura il valore del biglietto verde rispetto a sei principali valute, è salito dello 0,1% a 99,380, dopo aver toccato il massimo di tre mesi il giorno precedente.

    I commenti di Powell sostengono il dollaro

    Il dollaro ha esteso i guadagni della settimana dopo che Powell ha segnalato un approccio più cauto verso ulteriori tagli dei tassi. Dopo il taglio di 25 punti base deciso mercoledì, il presidente della Fed ha dichiarato che un’ulteriore riduzione a dicembre è “ben lontana dall’essere una conclusione scontata.”

    Gli operatori di mercato hanno quindi ridimensionato le aspettative: secondo lo strumento FedWatch del CME, i future sui Fed funds ora indicano una probabilità del 74,7% di un nuovo taglio di un quarto di punto a dicembre, in calo rispetto al 91,1% di una settimana fa.

    “Il blocco del governo ha impedito ai dati sull’occupazione di fornire un catalizzatore, e la cautela di Powell su un taglio a dicembre deve essere presa più alla lettera ora,” hanno scritto gli analisti di ING in una nota.

    La BCE mantiene i tassi invariati; l’euro in lieve rialzo

    L’euro è salito dello 0,1% a 1,1570 dopo che i dati hanno mostrato un rallentamento dell’inflazione in Francia, con i prezzi al consumo in aumento dello 0,9% a ottobre rispetto all’1,1% di settembre. I mercati attendono ora i dati sull’inflazione dell’eurozona, previsti per venerdì, che dovrebbero confermare un leggero calo al 2,1%.

    Giovedì, la Banca Centrale Europea ha mantenuto il tasso sui depositi al 2% per la terza riunione consecutiva, ribadendo che la politica monetaria si trova in una “buona posizione” poiché i rischi economici si stanno attenuando.

    “Nelle prossime settimane i membri del Consiglio direttivo offriranno le loro sfumature nelle valutazioni su politica, inflazione e crescita. Ma non aspettatevi grandi cambiamenti. La BCE è chiaramente in una ‘buona posizione’ al 2% e l’asticella per ulteriori allentamenti rimane alta,” ha scritto ING.

    Sterlina in calo tra le tensioni politiche nel Regno Unito

    La sterlina è scesa dello 0,1% a 1,3143 a causa delle preoccupazioni politiche legate al futuro della ministra delle Finanze Rachel Reeves. “I mercati temono che un cambio di Cancelliere possa portare a regole fiscali più flessibili e a un aumento del debito, in un momento in cui l’emissione di gilt resta elevata. Una dimissione a sorpresa, sebbene improbabile, provocherebbe, a nostro avviso, un’elevata volatilità nei gilt e nella sterlina,” ha aggiunto ING.

    Lo yen si indebolisce nonostante i dati positivi

    Lo yen ha perso i guadagni iniziali, con USD/JPY in aumento dello 0,2% a 154,36. L’indice dei prezzi al consumo di Tokyo è salito più del previsto a ottobre, con l’inflazione core che resta sopra il 2% obiettivo della Banca del Giappone.

    La BOJ ha lasciato i tassi invariati, ma il governatore Kazuo Ueda ha dichiarato che un aumento dei tassi “potrebbe essere considerato presto”, a seconda della crescita dei salari.

    Yuan stabile, dollaro australiano in calo

    Lo yuan cinese è sceso dello 0,1% a 7,1143 dopo una fissazione leggermente più debole da parte della Banca Popolare Cinese. I dati PMI ufficiali hanno mostrato che il settore manifatturiero cinese si è contratto per il settimo mese consecutivo a ottobre, mentre la domanda interna debole e le tariffe statunitensi continuano a pesare.

    Nonostante ciò, lo yuan rimane vicino al suo livello più forte dell’anno, sostenuto da interventi regolari della banca centrale.

    Nel frattempo, il dollaro australiano è sceso dello 0,2% a 0,6542, poiché i dati sull’inflazione più alti del previsto hanno ridotto le possibilità di ulteriori tagli dei tassi da parte della Reserve Bank of Australia. La valuta ha chiuso ottobre in calo di circa l’1%.

  • Dow Jones, S&P, Nasdaq, Wall Street, Futures, I mercati si rafforzano grazie ai risultati di Amazon e Apple, mentre l’attività manifatturiera cinese si indebolisce

    Dow Jones, S&P, Nasdaq, Wall Street, Futures, I mercati si rafforzano grazie ai risultati di Amazon e Apple, mentre l’attività manifatturiera cinese si indebolisce

    I future statunitensi sono aumentati venerdì, segnalando una chiusura positiva per ottobre, grazie ai solidi risultati di Amazon (NASDAQ:AMZN) e Apple (NASDAQ:AAPL). Nel frattempo, Nvidia (NASDAQ:NVDA) ha annunciato un importante accordo di fornitura di chip AI con la Corea del Sud, mentre nuovi dati mostrano che l’attività manifatturiera cinese è diminuita più del previsto.

    Future USA in rialzo

    Alle 02:20 ET, i future dell’S&P 500 sono saliti dello 0,6% (più 42 punti), quelli del Nasdaq 100 dell’1,1% (più 290 punti), mentre i future del Dow Jones sono rimasti sostanzialmente invariati. Il rimbalzo segue il calo di giovedì, quando Wall Street era stata appesantita dai forti ribassi di Meta Platforms (NASDAQ:META) e Microsoft (NASDAQ:MSFT).

    Entrambe le società tecnologiche hanno annunciato piani per aumentare in modo significativo gli investimenti nell’intelligenza artificiale, suscitando preoccupazioni tra gli investitori per la pressione sui margini di profitto e l’incertezza sui tempi di ritorno. Le azioni di Meta sono crollate dell’11,3%, la loro peggiore performance in un solo giorno negli ultimi tre anni, mentre Microsoft è scesa del 2,9%. Al contrario, Alphabet (NASDAQ:GOOG) è salita del 2,5% dopo aver superato le aspettative grazie a solidi ricavi da pubblicità e cloud.

    Il presidente della Federal Reserve, Jerome Powell, ha smorzato le speranze di ulteriori tagli ai tassi, affermando che un’altra riduzione a dicembre è “ben lontana dall’essere una conclusione scontata.” Gli accordi commerciali annunciati durante l’atteso incontro tra il presidente statunitense Donald Trump e il presidente cinese Xi Jinping non hanno avuto un impatto significativo sul sentiment di mercato. Nvidia, che all’inizio della settimana è diventata la prima azienda a superare una valutazione di 5.000 miliardi di dollari, ha perso il 2%.

    Amazon balza grazie ai risultati del cloud e all’AI

    Le azioni di Amazon sono salite nel pre-market dopo la pubblicazione di solidi risultati trimestrali. I ricavi del terzo trimestre sono aumentati del 13% su base annua a 180,2 miliardi di dollari, superando le previsioni di 177,75 miliardi. L’utile per azione è stato di 1,95 dollari, battendo le stime di 1,56, nonostante i costi una tantum legati a una causa legale e ai licenziamenti.

    La crescita di Amazon Web Services, strettamente legata alle ambizioni dell’azienda nell’AI, è accelerata al 20%, il ritmo più rapido dal 2022. Per il trimestre festivo, Amazon prevede ricavi compresi tra 206 e 213 miliardi di dollari e un utile operativo tra 21 e 26 miliardi.

    L’azienda ha dichiarato di aver investito quasi 90 miliardi di dollari in spese in conto capitale nei primi nove mesi del 2025, con una previsione di 125 miliardi per l’intero anno, mentre continua a espandere le proprie infrastrutture AI.

    Apple prevede un trimestre natalizio da record

    Anche le azioni di Apple sono aumentate prima dell’apertura, dopo che l’azienda ha fornito una previsione ottimista per gli ultimi mesi del 2025. Il produttore di iPhone prevede una crescita dei ricavi compresa tra il 10% e il 12% nel trimestre di dicembre, superando le aspettative degli analisti.

    L’amministratore delegato Tim Cook ha dichiarato a CNBC che l’iPhone 17 porterà al miglior trimestre di dicembre “nella storia dell’azienda.” La domanda per il nuovo modello è particolarmente forte negli Stati Uniti e in Cina, dove supera quella dei modelli precedenti.

    Apple ha riportato utili per azione di 1,85 dollari su ricavi di 102,5 miliardi, leggermente sopra le attese di 1,76 dollari per azione e 102 miliardi di vendite. Le vendite di iPhone, pari a 49 miliardi, sono state leggermente inferiori alle previsioni a causa di vincoli di fornitura. Il CFO Kevan Parekh ha segnalato che gli investimenti in intelligenza artificiale aumenteranno, aggiungendo circa 1,5 miliardi di dollari alle spese operative del prossimo trimestre.

    Nvidia fornirà oltre 260.000 chip AI alla Corea del Sud

    Nvidia ha annunciato piani per consegnare oltre 260.000 dei suoi chip AI di ultima generazione al governo sudcoreano e a grandi conglomerati come Samsung Electronics, SK Group e Hyundai Motor.

    “Proprio come le fabbriche fisiche della Corea hanno ispirato il mondo con navi, automobili, chip ed elettronica sofisticati, la nazione può ora produrre intelligenza come nuova esportazione che guiderà la trasformazione globale,” ha dichiarato il CEO di Nvidia, Jensen Huang.

    Huang, che ha incontrato il presidente Lee Jae Myung e dirigenti aziendali a Gyeongju, non ha rivelato il valore né i tempi della fornitura. L’accordo consolida ulteriormente la posizione dominante di Nvidia nel settore AI globale.

    L’attività manifatturiera cinese si contrae ancora

    L’indice PMI manifatturiero ufficiale cinese è sceso a 49,0 in ottobre, sotto le aspettative di 49,6 e in calo rispetto al 49,8 di settembre, segnando il settimo mese consecutivo di contrazione.

    I dati riflettono la debole domanda interna, ordini in calo e l’impatto persistente delle tariffe commerciali statunitensi, evidenziando la fragilità della ripresa cinese. Gli analisti affermano che ciò aumenta la pressione su Pechino per introdurre ulteriori misure di stimolo mentre il Paese affronta deflazione, consumi deboli e investimenti privati in calo.

  • DAX, CAC, FTSE100, Borse europee per lo più in calo in attesa dei dati sull’inflazione dell’eurozona

    DAX, CAC, FTSE100, Borse europee per lo più in calo in attesa dei dati sull’inflazione dell’eurozona

    I mercati europei hanno chiuso la settimana in leggero calo venerdì, con la maggior parte degli indici regionali in ribasso mentre gli investitori valutavano una serie di risultati societari e decisioni delle principali banche centrali in vista di un importante dato sull’inflazione dell’eurozona.

    Alle 08:05 GMT, il DAX tedesco e il FTSE 100 britannico erano entrambi in calo dello 0,2%, mentre il CAC 40 francese è rimasto sostanzialmente invariato.

    La BCE dovrebbe mantenere la calma

    La Banca Centrale Europea ha lasciato invariato il tasso sui depositi al 2% giovedì per la terza riunione consecutiva, segnalando che la politica monetaria è in una “buona posizione” poiché i rischi economici si sono attenuati e l’eurozona continua a mostrare resilienza in un contesto di incertezza.

    Barclays ha rivisto le sue previsioni sulla politica monetaria della BCE, ora prevedendo che la banca centrale manterrà i tassi invariati a dicembre, abbandonando la precedente ipotesi di un taglio di 25 punti base. L’istituto si aspetta inoltre che i tassi restino stabili fino alla fine del 2026.

    “La BCE continua a mostrare pochissima, se non alcuna, convinzione su se e per quanto tempo l’attuale orientamento verrà mantenuto,” ha scritto Barclays in una nota.

    Gli economisti prevedono che l’indice dei prezzi al consumo dell’eurozona per ottobre si attesti al 2,1% su base annua, in leggero calo rispetto al 2,2% di settembre, segnalando che l’inflazione rimane sotto controllo. Dati precedenti hanno mostrato che i prezzi al consumo in Francia sono aumentati meno del previsto, con l’inflazione armonizzata — aggiustata per il confronto con gli altri paesi dell’eurozona — allo 0,9% su base annua.

    Nel frattempo, la Federal Reserve statunitense ha ridotto il tasso di riferimento di 25 punti base all’inizio della settimana, portandolo a un intervallo compreso tra 3,75% e 4,00%, segnando il terzo taglio dell’anno. Tuttavia, il presidente Jerome Powell ha avvertito che un’ulteriore riduzione a dicembre è “tutt’altro che una conclusione scontata.”

    Apple e Amazon protagoniste negli utili statunitensi

    La sessione di venerdì è stata più tranquilla per quanto riguarda i risultati trimestrali, ma l’attenzione si è concentrata sui solidi risultati di due dei maggiori nomi di Wall Street.

    Apple (NASDAQ:AAPL) ha riportato ricavi da iPhone e servizi superiori alle aspettative, con l’amministratore delegato Tim Cook che ha dichiarato che l’azienda è pronta per “un trimestre festivo da record.”

    Amazon (NASDAQ:AMZN) ha anch’essa battuto le previsioni, sostenuta da un miglioramento dei margini retail e dalla solida crescita della divisione cloud, Amazon Web Services.

    In Europa, Danske Bank (TG:DSN) ha dichiarato di aspettarsi un utile netto per il 2025 nella fascia alta delle previsioni, nonostante un calo del 5% dei profitti nei primi nove mesi dell’anno, citando maggiori accantonamenti su crediti e minori ricavi dal ramo assicurativo.

    Caixabank (USOTC:CIXPF) ha annunciato un nuovo programma di riacquisto di azioni da 500 milioni di euro insieme ai risultati del terzo trimestre, leggermente superiori alle attese grazie a ricavi più elevati e alla qualità stabile degli attivi.

    Aker Solutions (BIT:1AKRO) ha registrato utili in crescita nel terzo trimestre, sostenuta da una forte attività progettuale, mentre Fuchs (TG:FPE3) ha superato le previsioni e confermato la propria guidance per l’intero anno.

    Petrolio in calo per il terzo mese consecutivo

    I prezzi del greggio sono scesi nuovamente venerdì, avviandosi verso il terzo mese consecutivo di perdite a causa del rafforzamento del dollaro e dell’aumento dell’offerta da parte dei principali produttori.

    I future sul Brent sono diminuiti dello 0,3% a 64,21 dollari al barile, mentre il WTI statunitense è sceso dello 0,3% a 60,42 dollari. Entrambi i benchmark sono destinati a perdere circa il 3% in ottobre, poiché l’aumento dell’offerta dovrebbe superare la crescita della domanda, con l’OPEC e i produttori non OPEC che incrementano la produzione per guadagnare quote di mercato. L’aumento della produzione dovrebbe inoltre attenuare l’impatto delle sanzioni occidentali sulle esportazioni di petrolio russo verso i principali acquirenti, tra cui Cina e India.

  • Il petrolio arretra mentre gli investitori valutano la decisione della Fed, l’incontro Trump-Xi e le prospettive dell’OPEC+

    Il petrolio arretra mentre gli investitori valutano la decisione della Fed, l’incontro Trump-Xi e le prospettive dell’OPEC+

    I prezzi del petrolio sono scesi giovedì, mentre gli investitori analizzavano le implicazioni del taglio dei tassi d’interesse della Federal Reserve, dell’esito dell’incontro commerciale tra Donald Trump e Xi Jinping, e delle prossime mosse dell’OPEC+ previste per il fine settimana.

    Alle 08:25 ET (12:25 GMT), il Brent con consegna a dicembre perdeva lo 0,7% a 63,86 dollari al barile, mentre il WTI statunitense scendeva dello 0,7% a 60,06 dollari. Entrambi i benchmark si avviano a chiudere ottobre con cali superiori al 3%, segnando il terzo mese consecutivo di ribassi a causa delle persistenti preoccupazioni sull’eccesso di offerta e sulla debole crescita della domanda.

    Le speranze commerciali svaniscono nonostante i colloqui “straordinari”

    I mercati avevano inizialmente accolto con ottimismo la notizia dell’incontro tra il presidente degli Stati Uniti Donald Trump e il presidente cinese Xi Jinping, tenutosi in Corea del Sud a margine del vertice APEC.

    Trump ha definito i colloqui “straordinari”, annunciando di aver raggiunto un accordo annuale con Xi per ridurre i dazi statunitensi sui beni cinesi dal 57% al 47%. In cambio, ha dichiarato che la Cina riprenderà gli acquisti di soia americana, manterrà l’export di terre rare e intensificherà la lotta contro il traffico di fentanyl verso gli Stati Uniti.

    Nonostante il tono positivo, la mancanza di dettagli concreti ha lasciato gli investitori cauti. Tamas Varga, analista di PVM, ha osservato che “gli investitori considerano l’accordo annunciato tra Cina e Stati Uniti più come una de-escalation delle tensioni che come un cambiamento strutturale nel rapporto”.

    Questo clima di incertezza ha frenato l’appetito per il rischio e riportato i prezzi del greggio in territorio negativo.

    La forza del dollaro e il tono prudente della Fed pesano sui prezzi

    Il mercato petrolifero è stato messo sotto pressione anche dal rafforzamento del dollaro USA, balzato di quasi lo 0,6% contro un paniere di valute principali dopo che la Federal Reserve ha tagliato i tassi di 25 punti base, portando il range al 3,75%-4,00%.

    Il presidente Jerome Powell ha però frenato le aspettative di ulteriori tagli, affermando che una nuova riduzione a dicembre è “tutt’altro che scontata” e che la prolungata chiusura del governo sta aumentando l’incertezza economica.

    Il biglietto verde si è poi leggermente indebolito (-0,2%) nelle contrattazioni asiatiche, ma il calo non è bastato a sostenere i prezzi del greggio.

    Sebbene tassi più bassi possano sostenere la domanda di energia stimolando la crescita economica, il tono più cauto della Fed ha limitato le prospettive di un rialzo duraturo per il petrolio.

    I riflettori sull’OPEC+

    L’attenzione si sposta ora sull’atteso vertice dell’OPEC+, in programma per il fine settimana, dove si prevede che l’alleanza annunci un aumento della produzione di circa 137.000 barili al giorno a partire da dicembre.

    L’organizzazione, che include i membri OPEC e partner come la Russia, continua ad aumentare l’offerta nonostante il mercato debole, cercando di riconquistare quote di mercato in un contesto di prezzi persistentemente bassi.

    Tuttavia, gli analisti avvertono che ulteriori incrementi produttivi potrebbero accentuare lo squilibrio tra offerta e domanda.

    Con l’incertezza geopolitica ancora elevata, una politica monetaria meno accomodante e un’offerta in espansione, il petrolio resta intrappolato tra pressioni macroeconomiche e fondamentali di surplus, lasciando i prezzi vulnerabili a nuovi ribassi.

  • Dow Jones, S&P, Nasdaq, Futures, Wall Street si prepara ad un’apertura in calo tra risultati tech contrastanti e commenti prudenti della Fed

    Dow Jones, S&P, Nasdaq, Futures, Wall Street si prepara ad un’apertura in calo tra risultati tech contrastanti e commenti prudenti della Fed

    I future di Wall Street hanno registrato un leggero calo giovedì, con gli investitori cauti dopo una seduta volatile e una serie di risultati misti provenienti dai giganti tecnologici statunitensi. Le dichiarazioni del presidente della Federal Reserve, Jerome Powell, hanno inoltre smorzato le aspettative di un nuovo taglio dei tassi entro fine anno.

    Il settore tecnologico pesa sull’apertura

    I principali indici statunitensi preannunciano un avvio debole: Dow Jones, S&P 500 e Nasdaq 100 erano tutti in territorio negativo nelle contrattazioni pre-market. Gli investitori hanno reagito a una serie di trimestrali contrastanti da parte dei grandi nomi del comparto tecnologico.

    Meta Platforms (NASDAQ:META) è crollata di quasi 10% nel pre-market, nonostante risultati del terzo trimestre superiori alle attese, dopo aver avvertito di un aumento della spesa legata all’intelligenza artificiale (AI).

    Anche Microsoft (NASDAQ:MSFT) ha perso terreno, pur avendo superato le stime sugli utili del primo trimestre fiscale, segnalando però che le spese in conto capitale accelereranno nel corso dell’anno.

    Al contrario, Alphabet (NASDAQ:GOOGL) è balzata del 7,9% dopo che la casa madre Google ha pubblicato risultati che hanno superato le previsioni sia sui ricavi che sui profitti.

    Tra gli altri titoli in evidenza, Eli Lilly (NYSE:LLY) ha aperto in rialzo grazie a utili trimestrali migliori delle attese e all’innalzamento delle previsioni sui ricavi annuali.

    I colloqui Trump-Xi limitano le perdite

    Un po’ di ottimismo geopolitico ha limitato le vendite dopo l’atteso incontro tra il presidente statunitense Donald Trump e il presidente cinese Xi Jinping, che si è concluso con progressi moderati.

    Trump ha definito i colloqui “produttivi”, confermando che Washington ridurrà i dazi legati al fentanyl sui beni cinesi dal 20% al 10%, mentre Pechino riprenderà gli acquisti di soia statunitense e sospenderà temporaneamente le nuove restrizioni all’esportazione di terre rare.

    In cambio, gli Stati Uniti sospenderanno la regola di penetrazione del 50% sulle esportazioni controllate.

    La Fed taglia i tassi, ma Powell resta prudente

    La Federal Reserve ha annunciato un taglio dei tassi di 25 punti base, portando il tasso dei fondi federali nella fascia 3,75%-4,00%, come ampiamente previsto.

    Tuttavia, i commenti di Powell dopo la riunione hanno ridimensionato le aspettative di ulteriori interventi a dicembre.

    Ha affermato che un ulteriore taglio “non è una conclusione scontata”, sottolineando che i funzionari della banca centrale avevano “opinioni fortemente divergenti su come procedere” e citando la mancanza di dati economici dovuta alla chiusura del governo come fattore di incertezza.

    Secondo lo strumento FedWatch del CME Group, la probabilità che i tassi restino invariati a dicembre è salita al 34,1%, rispetto al 9,1% del giorno precedente.

    Riepilogo: una seduta volatile mercoledì

    Mercoledì, l’indice Nasdaq Composite ha guadagnato 0,6%, chiudendo a un nuovo record di 23.958,47, grazie alla forza dei titoli tecnologici e dei semiconduttori.
    L’S&P 500 è rimasto invariato a 6.890,59, mentre il Dow Jones Industrial Average ha perso 0,2% a 47.632,00.

    Panoramica settoriale: tecnologia in rialzo, immobili in calo

    Il comparto tecnologico ha continuato a guidare il mercato, con l’indice NYSE Arca Computer Hardware in crescita del 6,3%, trainato dal rally del 19% di Seagate Technology (NASDAQ:STX) dopo risultati superiori alle attese.

    I titoli energetici hanno beneficiato del rimbalzo del petrolio, mentre i settori sensibili ai tassi — come immobiliare e edilizia — hanno subito cali significativi. L’indice immobiliare Dow Jones U.S. è sceso del 2,6%, l’indice edilizio di Filadelfia ha perso 2,3%, e il comparto aereo ha ceduto 1,4%.