Author: Fiona Craig

  • Dow Jones, S&P, Nasdaq, I futures statunitensi salgono mentre il Canada ritira la tassa sui servizi digitali. Il Senato USA avvia il dibattito sulla maxi legge fiscale

    Dow Jones, S&P, Nasdaq, I futures statunitensi salgono mentre il Canada ritira la tassa sui servizi digitali. Il Senato USA avvia il dibattito sulla maxi legge fiscale

    I futures azionari statunitensi sono in rialzo lunedì, sostenuti dalla decisione del Canada di annullare una controversa tassa sui servizi digitali. Nel frattempo, il Senato degli Stati Uniti, a maggioranza repubblicana, ha avviato il dibattito su un ampio disegno di legge su tagli fiscali e spesa pubblica promosso da Donald Trump. Intanto in Asia, i dati sulla produzione manifatturiera cinese mostrano una contrazione più moderata del previsto.

    Apertura positiva per i mercati

    I mercati azionari statunitensi si avviano verso un’apertura solida, spinti dalla notizia che il governo canadese ha ritirato una tassa sui ricavi digitali destinata ai colossi tech americani.

    Alle 07:30 GMT, i futures sul Dow Jones erano in rialzo di 250 punti (+0,6%), quelli sull’S&P 500 salivano dello 0,4%, mentre i futures sul Nasdaq 100 guadagnavano lo 0,5%.

    Venerdì, l’S&P 500 e il Nasdaq hanno chiuso ai massimi storici, con il Nasdaq che è entrato ufficialmente in territorio di mercato rialzista, segnando un aumento del 20% dai recenti minimi.

    I dati sulla spesa personale negli Stati Uniti hanno mostrato un calo inatteso a maggio, mentre l’inflazione resta sopra il target del 2% della Fed. Ciò ha rafforzato le aspettative di un possibile taglio dei tassi d’interesse a partire da settembre. I mercati ora prevedono con una probabilità del 74% un taglio dei tassi entro quella data.

    Il Canada annulla la tassa digitale

    Il governo canadese ha annunciato la revoca della tassa sui servizi digitali, che sarebbe dovuta entrare in vigore lunedì. La decisione è vista come un tentativo di rilanciare i colloqui commerciali con Washington, dopo che Trump aveva minacciato nuove tariffe in risposta alla tassa.

    La misura avrebbe applicato un’imposta del 3% ai ricavi digitali superiori ai 20 milioni di dollari ottenuti da aziende tecnologiche in Canada, retroattiva al 2022.

    Il premier Mark Carney e il presidente Trump hanno ora in programma un incontro per raggiungere un accordo commerciale entro il 21 luglio.

    Il Senato USA discute maxi piano fiscale

    Il Senato ha avviato il dibattito su una legge fiscale sostenuta da Trump, che include l’estensione dei tagli fiscali del 2017 e nuovi fondi per difesa e sicurezza alle frontiere.

    Secondo l’Ufficio di Bilancio del Congresso, il disegno di legge potrebbe aumentare il debito nazionale di circa 3.300 miliardi di dollari in dieci anni. Il voto finale in Senato potrebbe arrivare già lunedì. Il Congresso punta a far firmare la legge a Trump entro il 4 luglio.

    Manifattura cinese ancora in calo

    L’attività manifatturiera cinese è calata per il terzo mese consecutivo a giugno, ma a un ritmo inferiore rispetto alle attese. L’indice PMI si è attestato a 49,7, sopra le stime di 49,6.

    La lettura riflette un lieve miglioramento, favorito da un accordo di maggio tra Cina e Stati Uniti per ridurre alcune tariffe commerciali. Un ulteriore rafforzamento dei rapporti tra i due paesi potrebbe favorire le esportazioni cinesi.

    Petrolio in lieve calo

    I prezzi del petrolio sono scesi leggermente a causa del calo delle tensioni in Medio Oriente e delle aspettative di un aumento della produzione da parte dell’OPEC+.

    Alle 03:35 ET, i futures sul Brent erano in calo dello 0,2% a 66,66 dollari, mentre il WTI perdeva lo 0,4% a 65,26 dollari.

    Nonostante un forte calo settimanale, entrambe le tipologie sono pronte a chiudere giugno con il secondo guadagno mensile consecutivo superiore al 5%.

  • Il dollaro cala sulle speranze di taglio dei tassi; euro vicino al massimo pluriennale

    Il dollaro cala sulle speranze di taglio dei tassi; euro vicino al massimo pluriennale

    Il dollaro statunitense è sceso lunedì, mantenendosi vicino ai minimi degli ultimi anni, mentre gli investitori diventano sempre più ottimisti riguardo a potenziali accordi commerciali e alla probabilità che la Federal Reserve riduca presto i tassi d’interesse.

    Alle 04:10 ET (08:10 GMT), l’Indice del Dollaro, che misura il valore del biglietto verde rispetto a un paniere di sei valute principali, è sceso dello 0,2% a 96,81, avvicinandosi al punto più basso da marzo 2022. L’indice si avvia a registrare un calo marcato del 2,6% nel mese di giugno.

    Progresso negli accordi commerciali alimenta le attese di taglio dei tassi

    Il sentiment di mercato è migliorato dopo gli annunci di importanti sviluppi commerciali: la scorsa settimana Stati Uniti e Cina hanno finalizzato un accordo, mentre il Canada ha abolito la tassa sui servizi digitali per rilanciare negoziati bloccati.

    Inoltre, la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen avrebbe espresso fiducia nel raggiungere un’intesa tra USA e UE prima della scadenza del 9 luglio, data in cui potrebbero entrare in vigore nuovi dazi su entrambe le parti. L’evitare questi dazi — potenzialmente inflazionistici — potrebbe spingere la Federal Reserve a tagliare i tassi.

    L’audizione del presidente della Fed Jerome Powell al Congresso è stata vista come accomodante, suggerendo che i tagli ai tassi sono probabili se l’inflazione non dovesse aumentare a causa dei dazi quest’estate. Secondo il FedWatch Tool del CME Group, la probabilità di almeno un taglio di un quarto di punto entro settembre è salita al 91,5%, rispetto all’83% della settimana precedente.

    Il prossimo meeting della Fed è previsto a luglio; non è previsto alcun incontro ad agosto. Gli investitori osservano anche un importante disegno di legge su tagli fiscali e spese al vaglio del Senato, che secondo il Congressional Budget Office potrebbe aggiungere 3,3 trilioni di dollari al debito nazionale in dieci anni.

    Movimenti delle valute europee e dati economici

    L’euro è salito dello 0,1% a 1,1730 contro il dollaro, vicino al massimo di venerdì scorso di 1,1754, il livello più alto da settembre 2021, beneficiando della debolezza del dollaro. I fattori economici interni hanno avuto un impatto più limitato sulla salita della moneta unica.

    Le vendite al dettaglio in Germania sono calate bruscamente dell’1,6% a maggio rispetto ad aprile, mettendo in dubbio le prospettive di forte crescita economica nel secondo trimestre per la più grande economia europea. Nel frattempo, i dati sull’inflazione in arrivo da Germania e Italia dovrebbero mostrare una lieve accelerazione dell’inflazione nell’Eurozona.

    Gli analisti di ING hanno osservato che, mentre i mercati attualmente prezzano il primo taglio dei tassi da parte della Banca Centrale Europea a dicembre, esiste un crescente rischio di un aggiustamento più accomodante a breve.

    La sterlina britannica è scesa dello 0,1% a 1,3705 contro il dollaro, poco sotto il picco di giovedì scorso di 1,3770, il livello più alto da ottobre 2021. L’economia britannica è cresciuta dello 0,7% nel primo trimestre del 2025, il ritmo più veloce da un anno, ma la Banca d’Inghilterra prevede una crescita più lenta, intorno allo 0,25%, nel secondo trimestre.

    Focus sui mercati asiatici

    In Asia, lo yen giapponese si è rafforzato leggermente, con USD/JPY in calo dello 0,4% a 144,07, nonostante una crescita della produzione industriale a maggio inferiore alle attese.

    Lo yuan cinese ha guadagnato terreno, con USD/CNY in calo dello 0,1% a 7,1654, vicino al massimo da novembre. I dati recenti sul PMI hanno mostrato che il settore manifatturiero cinese si è contratto a un ritmo inferiore al previsto a giugno, mentre l’attività non manifatturiera è migliorata. Questo segnala un certo recupero delle condizioni economiche, favorito dalla riduzione dei dazi dopo gli accordi commerciali USA-Cina. Tuttavia, il manifatturiero si è contratto per il terzo mese consecutivo, riflettendo la pressione dei dazi elevati e la domanda interna debole.

  • Tesla avvia la prima rete di Supercharger V4 in Cina, ampliando l’infrastruttura di ricarica per veicoli elettrici

    Tesla avvia la prima rete di Supercharger V4 in Cina, ampliando l’infrastruttura di ricarica per veicoli elettrici

    Tesla (NASDAQ:TSLA) ha ufficialmente avviato l’operatività delle sue nuove stazioni di ricarica Supercharger V4 in Cina, ha confermato lunedì il produttore di veicoli elettrici. Il primo lancio include location a Shanghai, Chongqing, Gansu e Zhejiang.

    Tesla prevede di estendere la rete di Supercharger V4 in altre aree chiave, tra cui Pechino e la provincia di Guangdong. Queste stazioni di ricarica ad alta velocità saranno accessibili anche ai veicoli elettrici di altri marchi, segnando un passo verso una maggiore interoperabilità nell’infrastruttura di ricarica EV in Cina.

    Questo lancio rappresenta l’impegno continuo di Tesla per migliorare la comodità della ricarica e accelerare l’adozione dei veicoli elettrici nel paese.

  • Le azioni europee salgono grazie alle speranze di accordi commerciali, ma le vendite al dettaglio in Germania rallentano

    Le azioni europee salgono grazie alle speranze di accordi commerciali, ma le vendite al dettaglio in Germania rallentano

    I mercati azionari europei hanno aperto in rialzo lunedì, sostenuti dall’ottimismo crescente riguardo a potenziali accordi commerciali con l’avvicinarsi della scadenza delle tariffe USA del 9 luglio. All’inizio delle contrattazioni, alle 07:05 GMT, l’indice DAX in Germania è aumentato dello 0,5%, il CAC 40 in Francia è salito dello 0,2% e il FTSE 100 nel Regno Unito è cresciuto dello 0,1%.

    L’ottimismo commerciale sostiene la fiducia degli investitori

    Il sentimento degli investitori è stato positivo dopo i segnali incoraggianti dai mercati Asia-Pacifico durante la notte e la conferma della scorsa settimana che Stati Uniti e Cina hanno finalizzato un accordo commerciale rispecchiando i termini concordati a Ginevra il mese scorso. Nel frattempo, il Canada ha annunciato la cancellazione della sua tassa sui servizi digitali (DST), aprendo la strada a nuove trattative commerciali e di sicurezza con gli Stati Uniti, con l’obiettivo di chiudere un accordo entro il 21 luglio.

    Il Ministro delle Finanze canadese François-Philippe Champagne ha confermato che il governo interromperà la riscossione della DST dopo il 30 giugno e introdurrà una legge per abolire la tassa, che colpiva principalmente le grandi multinazionali tecnologiche. Washington aveva considerato la DST un ostacolo chiave alle trattative commerciali più ampie.

    Più vicino a casa, fonti hanno riferito che la presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen ha espresso fiducia, durante un vertice riservato dell’UE, che un accordo commerciale con gli USA potrebbe essere finalizzato prima della scadenza del 9 luglio. In assenza di un’intesa, gli Stati Uniti intendono imporre una tariffa del 50% su quasi tutte le esportazioni UE, mentre l’Europa è pronta con misure di ritorsione.

    Vendite al dettaglio in Germania evidenziano pressioni sui consumatori

    I dati di lunedì hanno mostrato un calo dell’1,6% delle vendite al dettaglio in Germania a maggio rispetto ad aprile, evidenziando le difficoltà dei consumatori nella più grande economia europea in un contesto di incertezze commerciali. Nel contempo, il settore manifatturiero cinese ha registrato una contrazione a giugno, ma a un ritmo più lento del previsto, mentre gli esportatori affrontano una domanda globale debole e tariffe americane persistenti.

    Anche il Giappone ha riportato una crescita più lenta del previsto della produzione industriale a maggio, attribuibile principalmente ai dazi USA sulle importazioni di automobili.

    Gli investitori europei attendono inoltre i dati sull’inflazione di Germania e Italia, dopo che l’inflazione nell’area euro è scesa all’1,9% su base annua a maggio, sotto l’obiettivo del 2% della Banca Centrale Europea. Nonostante il taglio dei tassi di 25 punti base a giugno, la presidente della BCE Christine Lagarde ha indicato che il ciclo di allentamento monetario potrebbe essere vicino alla fine.

    Aggiornamenti societari e mercati delle materie prime

    In ambito societario, il gestore patrimoniale Polar Capital (LSE:POLR) ha annunciato un aumento del 27% del profitto operativo core per l’anno fiscale concluso il 31 marzo, trainato da un aumento del 17% degli asset in gestione e da commissioni nette più elevate.

    Sul fronte delle materie prime, i prezzi del petrolio sono scesi a causa della diminuzione delle tensioni geopolitiche in Medio Oriente e dell’attesa di un ulteriore aumento della produzione da parte di OPEC+ in agosto. Alle 03:05 ET, i futures sul Brent hanno perso lo 0,4% a 66,53 dollari al barile, mentre quelli sul West Texas Intermediate sono calati dello 0,6% a 65,12 dollari al barile.

    La scorsa settimana entrambi i benchmark hanno registrato i maggiori ribassi settimanali da marzo 2023, ma sono destinati a chiudere giugno con guadagni superiori al 5% per il secondo mese consecutivo. La riunione di OPEC+ è prevista per il 6 luglio, con una probabile decisione su un nuovo aumento della produzione, il quinto mensile consecutivo dall’aprile scorso.

  • I prezzi dell’oro rimbalzano dal minimo di un mese grazie al dollaro più debole; l’ottimismo sui deal commerciali limita i guadagni

    I prezzi dell’oro rimbalzano dal minimo di un mese grazie al dollaro più debole; l’ottimismo sui deal commerciali limita i guadagni

    I prezzi dell’oro sono saliti durante la sessione asiatica di lunedì, recuperando da un minimo di un mese grazie all’indebolimento del dollaro USA. Tuttavia, la domanda di beni rifugio è rimasta contenuta a causa del calo delle tensioni in Medio Oriente e delle speranze legate a importanti accordi commerciali USA.

    L’oro spot è aumentato dello 0,5% a 3.290,25 dollari l’oncia, mentre i futures sull’oro di agosto sono saliti dello 0,4% a 3.300,00 dollari l’oncia alle 02:00 ET (06:00 GMT). Il metallo prezioso era sceso di quasi il 3% la scorsa settimana, segnando la sua flessione settimanale più marcata da inizio maggio. Nonostante queste perdite, l’oro dovrebbe chiudere il mese sostanzialmente invariato, dopo che i guadagni iniziali generati dai conflitti geopolitici sono stati compensati dal recente cessate il fuoco tra Israele e Iran.

    Il dollaro debole sostiene l’oro, mentre gli accordi commerciali influenzano il sentiment di mercato

    Il cessate il fuoco negoziato la scorsa settimana dal presidente USA Donald Trump tra Israele e Iran ha ridotto i rischi geopolitici, riducendo l’appeal dell’oro come bene rifugio. Sul fronte commerciale, l’ottimismo è stato alimentato da un recente accordo USA-Cina firmato a Ginevra, che ha affrontato le esportazioni di terre rare e ridotto alcune barriere commerciali chiave.

    Inoltre, un accordo commerciale tra USA e Regno Unito è entrato in vigore lunedì, riducendo le tariffe sulle auto al 10% e rimuovendo completamente i dazi sui componenti aeronautici. Tuttavia, il mercato resta cauto in vista della scadenza del 9 luglio, quando potrebbero essere reintegrate le tariffe su altri partner commerciali, così come quelle globali sull’acciaio e l’alluminio.

    L’oro ha beneficiato anche di un dollaro USA più debole, con i trader che si aspettano sempre più un taglio dei tassi da parte della Federal Reserve entro settembre. L’indice del dollaro USA è sceso dello 0,2% durante le ore di contrattazione asiatiche, mantenendosi vicino a un minimo di tre anni.

    Altri metalli mostrano movimenti misti; il platino è pronto per un’impennata mensile

    Il calo del dollaro rende oro e altre materie prime più accessibili agli acquirenti con valute diverse, aumentando la domanda. I futures sul platino sono saliti dell’1,9% a 1.377,00 dollari, dopo un recente ritracciamento da un massimo decennale, posizionando il metallo per un guadagno superiore al 30% nel mese.

    I futures sull’argento sono rimasti relativamente stabili, scambiando intorno a 36,05 dollari l’oncia. I futures sul rame alla London Metal Exchange sono rimasti invariati a 9.888,95 dollari per tonnellata, mentre i futures statunitensi sul rame sono aumentati dello 0,7% a 5,13 dollari per libbra.

    I guadagni del rame sono stati limitati dai dati che mostrano come il settore manifatturiero cinese sia diminuito a giugno, segnalando una debolezza continua nella domanda esterna, aggravata dai dazi statunitensi elevati che colpiscono il più grande consumatore mondiale di rame.

  • I prezzi del petrolio calano mentre i rischi di approvvigionamento in Medio Oriente diminuiscono; al centro l’aumento della produzione OPEC+

    I prezzi del petrolio calano mentre i rischi di approvvigionamento in Medio Oriente diminuiscono; al centro l’aumento della produzione OPEC+

    I prezzi del petrolio sono diminuiti durante la sessione asiatica di lunedì, poiché il calo delle tensioni geopolitiche tra Israele e Iran ha spinto i trader a ridurre il premio per il rischio. Inoltre, le aspettative di ulteriori aumenti della produzione da parte dell’OPEC+ hanno esercitato pressione al ribasso sui prezzi del greggio.

    Il Brent con consegna ad agosto è sceso dello 0,8% a 67,20 dollari al barile, mentre il WTI (West Texas Intermediate) è calato dell’1,1% a 64,77 dollari al barile alle 21:44 ET (01:44 GMT). Nonostante il recente calo, i prezzi del petrolio sono comunque destinati a crescere di oltre il 5% nel corso del mese, spinti inizialmente dal conflitto tra Israele e Iran.

    Segnali contrastanti sono arrivati dai dati sulla produzione industriale in Cina, con l’indice dei responsabili degli acquisti (PMI) che ha mostrato una contrazione a giugno, offrendo solo un moderato supporto alla domanda di petrolio.

    Il cessate il fuoco regge, i rischi di approvvigionamento in Medio Oriente si riducono

    I prezzi del greggio hanno subito un calo dopo i forti rialzi della scorsa settimana, poiché il cessate il fuoco tra Israele e Iran sembra stabile, riducendo i timori di interruzioni prolungate nell’approvvigionamento in Medio Oriente. Il conflitto durato 12 giorni aveva spinto il petrolio vicino ai massimi annuali, soprattutto dopo gli attacchi israeliani e statunitensi alle strutture nucleari iraniane.

    Gli Stati Uniti hanno mediato il cessate il fuoco, e il presidente Donald Trump ha annunciato imminenti negoziati nucleari con l’Iran, contribuendo ad alleviare ulteriormente le tensioni. Il cessate il fuoco ha anche ridotto le preoccupazioni per un eventuale blocco dello Stretto di Hormuz da parte dell’Iran, una rotta di spedizione cruciale per il petrolio.

    Aumento della produzione OPEC+ atteso prima della riunione di luglio

    L’attenzione del mercato ora si concentra sulla riunione dell’OPEC+ prevista per il 6 luglio, in cui il gruppo dovrebbe approvare un aumento della produzione di circa 411.000 barili al giorno per agosto, in linea con gli aumenti mensili recenti.

    All’inizio di quest’anno, l’OPEC+ ha iniziato a invertire due anni di tagli alla produzione per contrastare i prezzi persistentemente bassi e per disciplinare i membri che superano le quote.

    Al di fuori dell’OPEC+, i trader osservano anche la domanda di carburante negli Stati Uniti con l’aumento della stagione dei viaggi estivi.

  • Il dollaro in difficoltà mentre l’euro si rafforza; occhi puntati sull’inflazione USA

    Il dollaro in difficoltà mentre l’euro si rafforza; occhi puntati sull’inflazione USA

    Il dollaro statunitense è salito leggermente venerdì mattina, ma è rimasto vicino ai minimi pluriennali, complice il miglioramento del clima geopolitico e il progresso nelle trattative commerciali. Nel frattempo, l’euro continua a guadagnare terreno, spinto da dati sull’inflazione migliori del previsto nell’area euro.

    Il dollaro soffre a causa del contesto accomodante e delle tensioni in calo

    Alle 04:45 ET (08:45 GMT), l’Indice del Dollaro USA, che misura la valuta rispetto a un paniere di sei valute principali, è salito leggermente a 96,770, rimanendo però vicino ai minimi da marzo 2022. Per il mese di giugno, è atteso un calo dell’1,5%, il sesto consecutivo.

    L’allentamento delle tensioni geopolitiche, in particolare grazie al cessate il fuoco tra Israele e Iran, ha ridotto la domanda per il dollaro come bene rifugio. Sul fronte commerciale, il Segretario al Commercio USA Howard Lutnick ha annunciato che Stati Uniti e Cina hanno finalizzato un accordo commerciale abbozzato a Ginevra. Inoltre, Lutnick ha affermato che un’intesa con l’India è vicina, mentre secondo il Wall Street Journal, l’Unione Europea starebbe valutando la riduzione dei dazi su alcune importazioni americane per facilitare un accordo con il presidente Donald Trump.

    Torna l’attenzione sui tassi della Fed e sui dati macro

    Il presidente della Fed Jerome Powell ha mantenuto una linea prudente sui tagli ai tassi durante la sua recente testimonianza al Congresso, ricevendo nuove critiche da Trump, che ha lasciato intendere un possibile cambio al vertice della banca centrale. Questo scenario ha aumentato le aspettative di una politica monetaria più espansiva.

    I mercati ora scontano 64 punti base di tagli entro fine anno, contro i 46 previsti una settimana fa. I riflettori sono puntati sull’indice PCE core, in uscita oggi, che potrebbe dare ulteriori indicazioni sulla direzione dei tassi.

    “Il rischio rimane orientato al ribasso per il dollaro,” hanno scritto gli analisti di ING. “I fattori chiave – Fed, dati macro, misure fiscali e dazi – potrebbero spingere il dollaro ancora più in basso.”

    L’euro si rafforza grazie ai dati sull’inflazione dell’eurozona

    L’euro è salito dello 0,2% a 1,1715, toccando i massimi da settembre 2021. I dati provenienti da Francia e Spagna mostrano una ripresa dell’inflazione.

    L’indice armonizzato dei prezzi al consumo francese è cresciuto dello 0,8% su base annua a giugno, rispetto allo 0,6% di maggio. In Spagna, l’inflazione armonizzata è salita al 2,2%, in lieve aumento dal 2,0% precedente.

    Gli analisti attendono ora i dati dalla Germania, in uscita lunedì, per avere un quadro completo sull’area euro. Secondo ING, il cambio EUR/USD potrebbe avvicinarsi a quota 1,20, ma saranno soprattutto i dati dagli Stati Uniti a determinarne il movimento.

    Anche la sterlina britannica ha guadagnato, con il cambio GBP/USD in aumento dello 0,1% a 1,3743, vicino ai massimi di ottobre 2021.

    Valute asiatiche miste su inflazione e sviluppi commerciali

    In Asia, lo yen giapponese ha guadagnato leggermente, con il cambio USD/JPY in calo dello 0,1% a 144,32. L’inflazione di Tokyo, più debole del previsto, alimenta dubbi sulla possibilità che la Bank of Japan continui ad alzare i tassi.

    Lo yuan cinese è rimasto stabile, con il cambio USD/CNY a 7,1694, reagendo poco all’annuncio di Lutnick sull’accordo commerciale con la Cina, in assenza di dettagli concreti.

  • Dow Jones, S&P, Nasdaq, Futures USA in rialzo in attesa dei dati sull’inflazione; Nike vola dopo i conti trimestrali

    Dow Jones, S&P, Nasdaq, Futures USA in rialzo in attesa dei dati sull’inflazione; Nike vola dopo i conti trimestrali

    I futures statunitensi hanno aperto in rialzo venerdì, mentre gli investitori attendono i nuovi dati sull’inflazione e guardano con favore ai segnali di distensione sul fronte geopolitico e commerciale. A contribuire al clima positivo anche i risultati migliori del previsto di Nike, che ha annunciato un piano per spostare parte della produzione dalla Cina agli Stati Uniti.

    Futures in rialzo con il mercato più fiducioso

    Wall Street si prepara a chiudere la settimana in territorio positivo. Alle 09:33 ora italiana, i futures sul Dow Jones erano in rialzo di 149 punti (+0,3%), quelli sull’S&P 500 salivano di 20 punti (+0,3%) e i futures sul Nasdaq 100 guadagnavano 87 punti (+0,4%).

    Il sentiment è migliorato grazie alla tregua tra Israele e Iran, che ha ridotto i timori di un’escalation in Medio Oriente. Inoltre, secondo fonti della Casa Bianca, gli Stati Uniti e la Cina avrebbero raggiunto un’intesa per agevolare la fornitura di terre rare, materiali strategici per diversi settori industriali.

    Il presidente Trump starebbe anche valutando una proroga della pausa tariffaria oltre la scadenza di inizio luglio, mentre circolano voci su una possibile sostituzione del presidente della Fed, Jerome Powell, con una figura più “dovish”.

    Il dollaro USA ha toccato i minimi da tre anni e mezzo, avviandosi verso la peggior settimana da oltre un mese.

    Occhi puntati sull’indice PCE

    L’attenzione degli investitori è ora tutta rivolta all’indice PCE, il parametro d’inflazione preferito dalla Fed. Per maggio, gli analisti prevedono una crescita annuale del 2,3%, in linea con il mese precedente a livello mensile (+0,1%).

    La Fed rimane cauta sulle future mosse sui tassi, volendo valutare prima l’impatto delle politiche tariffarie sull’economia. Finora non si sono visti segnali concreti di aumento dell’inflazione, ma la banca centrale probabilmente attenderà anche i dati di giugno, luglio e agosto prima di decidere.

    Nike vola in Borsa e sposta la produzione

    Nike ha registrato un rialzo delle azioni nel pre-market dopo aver battuto le attese sugli utili trimestrali. Le vendite sono calate del 12% a 11,1 miliardi di dollari, ma il dato è superiore alle previsioni di 10,72 miliardi.

    Per il primo trimestre, Nike prevede un calo dei ricavi a cifra singola media, meno grave rispetto alla previsione del -7,3%.

    Gli executive hanno segnalato che i dazi potrebbero costare all’azienda 1 miliardo di dollari in più, ma hanno annunciato l’intenzione di ridurre la produzione cinese dal 16% attuale a una quota a cifra singola alta entro maggio 2026.

    Test di stress bancari in arrivo

    La Federal Reserve pubblicherà oggi i risultati dei suoi stress test bancari annuali. Gli analisti si aspettano che le grandi banche superino la prova, confermando una buona solidità patrimoniale.

    Secondo Wells Fargo, ciò potrebbe aprire la strada a più prestiti, operazioni straordinarie e maggiori dividendi o buyback.

    Prezzi del petrolio in lieve rialzo ma settimana in rosso

    I prezzi del greggio sono saliti leggermente, ma restano in calo di circa 12% su base settimanale, registrando il peggior risultato dal marzo 2023.

    Alle 09:32 italiane, i futures Brent guadagnavano lo 0,7% a 67,14 dollari al barile, mentre il WTI saliva dello 0,7% a 65,69 dollari.

    Il mercato ha ridotto il premio di rischio dopo il cessate il fuoco tra Israele e Iran, anche se i dati USA sulle scorte, in calo, segnalano una domanda ancora solida.

  • I mercati europei guadagnano terreno grazie a un clima globale più positivo; attesi dati chiave sull’inflazione

    I mercati europei guadagnano terreno grazie a un clima globale più positivo; attesi dati chiave sull’inflazione

    I mercati azionari europei hanno chiuso la settimana in rialzo venerdì, recuperando dalla recente volatilità causata dalle tensioni in Medio Oriente e dalle dispute commerciali.

    Alle 07:10 GMT, l’indice DAX tedesco è salito dello 0,8%, il CAC 40 francese ha guadagnato lo 0,9% e il FTSE 100 britannico è aumentato dello 0,2%.

    Il sentimento globale migliora

    La fiducia degli investitori sta crescendo a livello globale, sostenuta da un cessate il fuoco apparentemente stabile tra Israele e Iran, negoziato all’inizio della settimana dal presidente statunitense Donald Trump.

    Anche i rapporti commerciali tra Stati Uniti e Cina mostrano primi segnali di allentamento. In un’intervista a Bloomberg Television, il Segretario al Commercio degli USA Howard Lutnick ha confermato che i due Paesi hanno finalizzato un accordo commerciale raggiunto a Ginevra il mese scorso, anche se i dettagli rimangono scarsi. Lutnick ha aggiunto che gli USA sono vicini anche a chiudere un’intesa commerciale con l’India.

    Nel frattempo, l’Unione Europea sta valutando la possibilità di ridurre i dazi su alcune importazioni americane per agevolare un accordo commerciale più rapido con gli USA, secondo il Wall Street Journal. Nonostante la scadenza del 9 luglio fissata dalla Casa Bianca per nuovi accordi commerciali, la portavoce Karoline Leavitt ha sottolineato che “la scadenza non è critica”.

    Attesa per i dati sull’inflazione negli USA

    L’ottimismo del mercato è stato ulteriormente alimentato dalle aspettative di possibili tagli ai tassi da parte della Federal Reserve, in un contesto di dati economici statunitensi più deboli e speculazioni su una leadership più accomodante della banca centrale. Il presidente della Fed Jerome Powell ha avvertito che le riduzioni dei tassi aspettano una migliore comprensione dell’impatto inflazionistico dei dazi, suscitando critiche dal presidente Trump, che ha indicato l’intenzione di nominare un successore di Powell prima della scadenza del suo mandato a maggio 2026.

    L’imminente pubblicazione dell’indice dei prezzi delle spese per consumi personali (PCE) – la misura preferita della Fed sull’inflazione – dovrebbe fornire ulteriori indicazioni sulle politiche future della banca centrale.

    In Europa, i dati sull’inflazione mostrano che i prezzi al consumo in Francia sono aumentati dello 0,9% su base annua, superando la previsione dello 0,7%, mentre l’inflazione in Spagna è salita al 2,2%, oltre le attese del 2,0%.

    Novità aziendali: Akzo Nobel e Unilever

    Sul fronte aziendale, Akzo Nobel (EU:AKZA) ha annunciato la vendita della sua partecipazione in una controllata indiana al gruppo JSW per circa 1,4 miliardi di euro. Una parte dei proventi sarà destinata a un programma di riacquisto di azioni.

    Inoltre, Unilever (LSE:ULVR) acquisirà il marchio statunitense di prodotti per la cura personale maschile Dr Squatch da Summit Partners, società di private equity, per 1,5 miliardi di dollari, secondo il Financial Times.

    Prezzi del petrolio in ripresa, ma in calo settimanale

    I prezzi del petrolio hanno segnato un lieve rialzo venerdì, ma si avviano verso la più consistente perdita settimanale degli ultimi due anni, poiché il cessate il fuoco tra Israele e Iran ha ridotto il premio per il rischio geopolitico sul mercato.

    Alle 03:10 ET, i future sul Brent sono saliti dello 0,7% a 67,17 dollari al barile, mentre i future sul WTI statunitense hanno guadagnato lo 0,8% a 65,76 dollari al barile.

    Nonostante questa modesta crescita, entrambi i benchmark registrano perdite settimanali intorno al 12%, il calo più forte da marzo 2023, tornando ai livelli pre-conflitto. I piccoli guadagni verso la fine della settimana sono stati supportati dai dati governativi statunitensi che hanno mostrato un calo delle scorte di petrolio greggio e carburante, indicando una domanda sostenuta nella più grande economia mondiale.

  • Mediobanca punta a un payout azionario di 4,9 miliardi di euro e prevede forte crescita di utili e ricavi fino al 2028

    Mediobanca punta a un payout azionario di 4,9 miliardi di euro e prevede forte crescita di utili e ricavi fino al 2028

    La banca italiana Mediobanca (BIT:MB) ha presentato un piano strategico aggiornato fino al 2028, prevedendo aumenti significativi di utili e ritorni per gli azionisti.

    L’istituto mira a distribuire un totale di 4,9 miliardi di euro agli azionisti nei prossimi tre anni, di cui 4,5 miliardi sotto forma di dividendi e 400 milioni tramite riacquisti di azioni.

    I dividendi per azione sono previsti in crescita da 1,125 euro nell’esercizio 2025 a 1,7 euro nel 2026, fino a raggiungere 2,1 euro nel 2028, per un rendimento cumulativo superiore al 30%. Questi pagamenti saranno interamente in contanti e finanziati dai profitti ricorrenti.

    Secondo il piano aggiornato “One Brand – One Culture”, Mediobanca prevede che i ricavi supereranno i 4,4 miliardi di euro entro il 2028, con un incremento del 20% rispetto al 2025, mentre l’utile netto crescerà del 45% fino a 1,9 miliardi di euro e l’utile per azione raggiungerà i 2,4 euro.

    L’utile netto ordinario è stimato in aumento del 30%, arrivando a 1,7 miliardi di euro nel periodo.

    Il ritorno sul capitale tangibile (ROTE) è previsto al 20% su base riportata e al 17% su base ordinaria, in aumento rispetto al 14% del 2025.

    Mediobanca ha precisato che queste previsioni escludono l’impatto dell’acquisizione in corso di Banca Generali (BIT:BGN), che dovrebbe concludersi a ottobre, con un piano strategico combinato che verrà annunciato successivamente.

    Il piano assume inoltre l’assenza di eventi esterni o imprevisti rilevanti, incluso l’offerta pubblica di scambio di Monte dei Paschi di Siena (MPS), che Mediobanca ha definito priva di logica industriale e senza creazione di valore per i suoi azionisti.

    La crescita attesa sarà diffusa su più fronti. La divisione Wealth Management diventerà il principale contributore ai ricavi, supportata da un afflusso netto annuo di nuovi capitali tra 10 e 11 miliardi di euro e da un miglioramento del rapporto costi/ricavi, che scenderà dal 66% al 56%.

    I ricavi della divisione Corporate & Investment Banking sono previsti raggiungere 1 miliardo di euro, con una redditività (RORWA) in crescita al 2,2%. Il settore Consumer Finance vedrà un aumento del fatturato del 5%, attestandosi intorno a 1,5 miliardi, mantenendo stabile un RORWA del 2,9%.

    Inoltre, la banca ha segnalato un contributo lordo previsto di 500 milioni di euro dal progetto immobiliare a Monaco, che sarà principalmente riconosciuto negli esercizi 2027 e 2028.

    I coefficienti patrimoniali rimarranno solidi, con un CET1 in lieve calo al 14% a causa delle distribuzioni previste, mentre il Tier 1 è atteso in aumento al 15,5% dopo l’emissione di strumenti Additional Tier 1 per 750 milioni di euro. Il total capital ratio è stimato al 17,5%.