I mercati petroliferi sono rimasti solidi vicino ai recenti massimi nella prima mattinata di giovedì, mentre gli investitori valutavano le implicazioni della crescente campagna tariffaria del presidente statunitense Donald Trump e un aumento a sorpresa delle scorte di greggio interne, segnale di una possibile debolezza della domanda.
I future sul Brent con consegna a settembre sono scesi leggermente dello 0,1% a 70,09 dollari al barile alle 21:55 ET (01:55 GMT), mentre il West Texas Intermediate (WTI) ha perso lo 0,2%, arrivando a 68,23 dollari. Entrambi i benchmark si sono mantenuti vicino ai massimi di due settimane raggiunti all’inizio della settimana, sostenuti in gran parte dalle rinnovate tensioni in Medio Oriente—particolarmente dai disordini provocati dagli Houthi nel Mar Rosso.
Trump prende di mira rame e Brasile con nuovi dazi
Mercoledì, il presidente Trump ha ampliato la sua offensiva commerciale, annunciando un dazio del 50% sulle importazioni di rame, che entrerà in vigore il 1° agosto. La misura, ha dichiarato, mira a “boost the domestic copper industry.”
In un annuncio separato, la Casa Bianca ha confermato l’aumento dei dazi sui beni brasiliani al 50%, rispetto al 10% precedente, a seguito di uno scontro diplomatico con il presidente Luiz Inácio Lula da Silva. Il leader brasiliano, parlando a un vertice BRICS, aveva definito Trump un “unwanted emperor.” Lula ha risposto avvertendo che “any new tariffs would be met with retaliatory actions.”
Negli ultimi giorni, gli Stati Uniti hanno iniziato a inviare notifiche tariffarie ai principali partner commerciali, tra cui dazi del 25% sui beni provenienti da Giappone e Corea del Sud, alimentando i timori di un più ampio conflitto commerciale globale. Questi sviluppi hanno fatto scattare l’allarme tra gli investitori petroliferi, già alle prese con una dinamica di offerta tesa e timori sulla futura domanda.
Le scorte di greggio USA aumentano a sorpresa
Secondo i dati pubblicati mercoledì dall’Energy Information Administration, le scorte di greggio degli Stati Uniti sono aumentate di 7,07 milioni di barili nella settimana conclusasi il 4 luglio, la crescita più significativa da gennaio. Gli analisti si aspettavano un calo di circa 2 milioni di barili, con la differenza attribuita alla riduzione dell’attività di raffinazione durante il periodo festivo.
Tuttavia, i dati sulla benzina hanno offerto un segnale positivo: le scorte sono diminuite di 2,65 milioni di barili, indicando una forte domanda durante le celebrazioni del 4 luglio.
Questi ultimi dati sull’offerta arrivano mentre l’OPEC+ si prepara ad aumentare la produzione di 548.000 barili al giorno ad agosto, una decisione che potrebbe influenzare negativamente il sentimento del mercato verso un possibile eccesso di offerta a breve termine.
Nonostante l’incertezza, i prezzi del petrolio restano sostenuti dalle tensioni geopolitiche e da un sentimento di rischio più ampio, con gli operatori che osservano con attenzione nuovi segnali dalla Casa Bianca e dai produttori globali.
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