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  • DAX, CAC, FTSE100, I mercati europei scendono mentre i dati sull’inflazione riaccendono le preoccupazioni della BCE

    DAX, CAC, FTSE100, I mercati europei scendono mentre i dati sull’inflazione riaccendono le preoccupazioni della BCE

    Le borse europee hanno chiuso in ribasso martedì dopo che i dati di Eurostat hanno mostrato che i prezzi al consumo nell’Eurozona sono saliti al 2,1% lo scorso mese, superando per la prima volta da aprile l’obiettivo del 2% fissato dalla Banca Centrale Europea. L’aumento è stato trainato principalmente dai maggiori costi di cibo, alcol e tabacco.

    L’euro è rimasto stabile, con gli investitori convinti che la BCE manterrà invariata la sua politica monetaria nella riunione dell’11 settembre. L’attenzione si è spostata anche oltre Atlantico, in vista dei dati occupazionali statunitensi che potrebbero fornire indicazioni sulle prossime mosse della Federal Reserve.

    Il DAX tedesco ha perso l’1,9%, cancellando il guadagno dello 0,6% di lunedì, mentre il rendimento del bond trentennale tedesco è salito al livello più alto degli ultimi 14 anni, seguendo l’andamento dei Treasury USA.

    In Francia, il CAC 40 è sceso dello 0,6% in attesa del cruciale voto di fiducia in parlamento previsto per lunedì prossimo sul piano di austerità del governo. L’esito potrebbe ridisegnare lo scenario politico, con rischi che vanno dal rinvio delle misure di bilancio fino a elezioni anticipate.

    A Londra, il FTSE 100 ha ceduto lo 0,7%, penalizzato dalle preoccupazioni sul debito, dopo che il rendimento del gilt trentennale ha raggiunto in avvio di seduta il 5,680%, il livello più alto degli ultimi 27 anni, rappresentando una sfida per il cancelliere Rachel Reeves alla vigilia del bilancio.

    Sul fronte societario, Centrica (LSE:CNA), proprietaria di British Gas, è scesa dopo aver annunciato la proroga della vita operativa di due centrali nucleari britanniche nelle quali detiene una quota del 20%.

    Anche Wizz Air (LSE:WIZZ) ha registrato cali nonostante un aumento dell’11,4% del traffico passeggeri ad agosto rispetto all’anno precedente.

    BASF (TG:BAS) è scesa dopo il rinnovo di un contratto di fornitura a lungo termine per materiali catodici attivi prodotti nello stabilimento di Schwarzheide.

    Nestlé (LSE:0RR6) ha perso terreno dopo aver annunciato il licenziamento dell’amministratore delegato Laurent Freixe, in seguito a rivelazioni su una relazione personale con una dipendente.

    Al contrario, DEUTZ (TG:DEZ) è balzata in rialzo dopo aver raggiunto un accordo per l’acquisizione di Sobek Group, specializzata in sistemi di propulsione per droni.

    Questo contenuto è fornito esclusivamente a scopo informativo e non costituisce consulenza finanziaria, d’investimento o di altro tipo professionale. Non deve essere considerato come una raccomandazione all’acquisto o alla vendita di titoli o strumenti finanziari. Tutti gli investimenti comportano dei rischi, inclusa la possibilità di perdere il capitale investito. Le performance passate non sono indicative di risultati futuri. Si consiglia di effettuare le proprie ricerche e di consultare un consulente finanziario qualificato prima di prendere qualsiasi decisione di investimento.

  • Dow Jones, S&P, Nasdaq, Futures, Wall Street si prepara a un sell-off mentre la decisione sui dazi alimenta l’incertezza

    Dow Jones, S&P, Nasdaq, Futures, Wall Street si prepara a un sell-off mentre la decisione sui dazi alimenta l’incertezza

    I mercati statunitensi si avviano a un avvio debole martedì, con i futures in calo mentre gli investitori fanno i conti con una nuova ondata di incertezza legata ai dazi.

    La pressione arriva dopo che la Corte d’Appello federale ha dichiarato illegali la maggior parte delle tariffe imposte dall’ex presidente Donald Trump. Con una decisione 7-4, la corte ha stabilito che la Costituzione attribuisce esclusivamente al Congresso il potere di imporre tasse e dazi.

    L’attuazione della sentenza è stata rinviata a ottobre, lasciando tempo all’amministrazione per presentare ricorso alla Corte Suprema.

    “Tutti i dazi sono ancora in vigore!” ha ribadito Trump su Truth Social. “Se questi dazi sparissero, sarebbe un disastro totale per il nostro Paese.”

    I rendimenti obbligazionari sono balzati dopo la sentenza, riflettendo il timore che Washington possa dover restituire miliardi già incassati attraverso i dazi.

    Gli indici erano già scesi venerdì, dopo una serie di rialzi. Il Nasdaq Composite ha guidato le perdite, chiudendo in calo di 249,61 punti (-1,2%) a 21.455,55. L’S&P 500 ha perso 41,60 punti (-0,6%) a 6.460,26, mentre il Dow Jones è scivolato di 92,02 punti (-0,2%) a 45.544,88.

    Su base settimanale, tutti e tre gli indici hanno registrato leggere flessioni, con gli analisti che hanno indicato prese di profitto dopo i massimi storici recenti.

    Il trend rialzista rimane comunque intatto, con l’S&P 500 che aveva toccato un nuovo massimo di chiusura solo nella sessione precedente.

    I dati economici non hanno riservato sorprese. Il Dipartimento del Commercio ha confermato che l’indice PCE dei prezzi è salito dello 0,2% a luglio dopo un +0,3% a giugno, con un tasso annuo stabile al 2,6%. Il PCE core è cresciuto dello 0,3% su base mensile, mentre il tasso annuo è passato dal 2,8% al 2,9%.

    Questi dati hanno rafforzato le aspettative di un taglio dei tassi da parte della Federal Reserve a settembre, con i futures che indicano un’87,1% di probabilità di una riduzione di un quarto di punto.

    A Washington, l’attenzione si è concentrata anche sulla battaglia legale relativa al tentativo di Trump di rimuovere la governatrice della Fed Lisa Cook. Un’udienza al tribunale distrettuale sulla sua richiesta di bloccare la mossa si è conclusa senza una decisione del giudice Jia M. Cobb.

    A livello settoriale, semiconduttori e hardware hanno guidato i ribassi venerdì. Il Philadelphia Semiconductor Index ha perso il 3,2%, mentre il NYSE Arca Computer Hardware Index è calato del 2,0%. Dell Technologies (NYSE:DELL) è scivolata di quasi il 9% dopo risultati trimestrali superiori alle attese, ma accompagnati da indicazioni deludenti.

    Al contrario, i titoli auriferi hanno guadagnato terreno insieme al prezzo dell’oro. Il NYSE Arca Gold Bugs Index è salito del 3,3%, segnalando una crescente domanda di beni rifugio in un contesto di forte incertezza politica.

    Questo contenuto è fornito esclusivamente a scopo informativo e non costituisce consulenza finanziaria, d’investimento o di altro tipo professionale. Non deve essere considerato come una raccomandazione all’acquisto o alla vendita di titoli o strumenti finanziari. Tutti gli investimenti comportano dei rischi, inclusa la possibilità di perdere il capitale investito. Le performance passate non sono indicative di risultati futuri. Si consiglia di effettuare le proprie ricerche e di consultare un consulente finanziario qualificato prima di prendere qualsiasi decisione di investimento.

  • Il dollaro USA resta vicino al minimo delle cinque settimane tra cautela della Fed e incertezza sui dazi

    Il dollaro USA resta vicino al minimo delle cinque settimane tra cautela della Fed e incertezza sui dazi

    Il dollaro USA si è mantenuto vicino al minimo delle cinque settimane martedì, mentre gli investitori valutavano la probabilità di un imminente taglio dei tassi da parte della Federal Reserve e l’incertezza sui dazi commerciali statunitensi.

    Alle 04:39 EST (08:39 GMT), l’indice del dollaro USA, che confronta il biglietto verde con un paniere di valute principali, è salito dello 0,6% a 98,30, rimanendo comunque vicino al minimo multi-settimanale di lunedì. L’euro ha perso lo 0,5% sul dollaro, mentre la sterlina è scesa dell’1,0% in attesa dei nuovi dati sull’inflazione dell’Eurozona.

    L’attenzione si concentra sui dati sull’occupazione USA

    L’attenzione dei mercati è rivolta al report sui nonfarm payrolls di agosto, in uscita venerdì. Questo dato sarà determinante per confermare le aspettative su un possibile taglio dei tassi da parte della Fed questo mese. Secondo il CME FedWatch, vi è l’87% di probabilità che la Fed riduca il tasso di riferimento di 25 punti base nella riunione del 16-17 settembre.

    Il presidente della Fed, Jerome Powell, aveva indicato in un recente simposio economico che i responsabili politici sono pronti ad adattare la politica monetaria se l’inflazione continua a diminuire e il mercato del lavoro mostra segnali di raffreddamento.

    «Ricordate che è stato il rapporto sull’occupazione di luglio – e soprattutto le 258.000 revisioni al ribasso dei mesi precedenti – a invertire il rally del dollaro di luglio e a essere il catalizzatore per il presidente della Fed Jerome Powell ad aprire la porta a un taglio dei tassi a settembre», hanno osservato gli analisti di ING.
    «Ancora una volta, ci si aspetta molta attenzione sulle revisioni dei mesi precedenti, dato che solo il 60% dei partecipanti al sondaggio risponde entro il primo mese», hanno aggiunto.

    L’Institute for Supply Management pubblicherà anche l’indice di attività del settore manifatturiero USA martedì, seguito più tardi nella settimana da un report chiave sul settore dei servizi. Il manifatturiero rappresenta circa il 10% del PIL statunitense, mentre i servizi costituiscono oltre due terzi dell’economia.

    Persistono le incertezze commerciali

    I mercati rimangono preoccupati per i dazi statunitensi. Una corte d’appello degli Stati Uniti ha recentemente dichiarato illegali la maggior parte dei dazi imposti dal presidente Donald Trump, pur consentendo che restino in vigore fino al 14 ottobre mentre l’amministrazione fa ricorso alla Corte Suprema.

    L’impatto dei dazi è stato a lungo oggetto di dibattito sia per gli investitori che per i funzionari della Fed. Nonostante le richieste di Trump di tagli rapidi dei tassi, la Fed ha mantenuto quest’anno un approccio prudente di “attendere e vedere”. La recente spinta di Trump a rimuovere la governatrice della Fed Lisa Cook ha inoltre intensificato le speculazioni sul fatto che la Casa Bianca possa cercare nomine favorevoli a riduzioni dei tassi più rapide.

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  • L’inflazione nell’Eurozona aumenta leggermente in agosto

    L’inflazione nell’Eurozona aumenta leggermente in agosto

    I prezzi al consumo nell’Eurozona sono aumentati leggermente in agosto, rimanendo vicini all’obiettivo della Banca Centrale Europea del 2%, suggerendo un contesto inflazionistico relativamente stabile che potrebbe incoraggiare i responsabili politici a mantenere i tassi di interesse dopo una serie di rapide riduzioni.

    Secondo quanto riportato dai media, è previsto che la BCE mantenga i tassi invariati nella prossima riunione di questo mese. Tuttavia, le preoccupazioni per un rallentamento dell’economia più ampia dell’Eurozona potrebbero riaccendere il dibattito su possibili tagli dei tassi in autunno.

    La BCE ha mantenuto il tasso chiave al 2% a luglio, con la presidente Christine Lagarde che ha dichiarato che la politica è in una “buona posizione”. Questa decisione ha concluso un ciclo annuale di riduzioni dei tassi, nonostante le tensioni commerciali e la volatilità geopolitica continuino a creare incertezza sulle prospettive economiche.

    Le stime flash di Eurostat indicano che l’indice dei prezzi al consumo principale nei dodici mesi fino ad agosto è al 2,1%, in aumento rispetto al 2,0% di luglio e in linea con le aspettative.

    “Il piccolo aumento dell’inflazione principale […] fa poca differenza per i responsabili politici della BCE, che sembrano destinati a lasciare i tassi di interesse invariati nella riunione della prossima settimana e probabilmente per diversi mesi a venire,” hanno osservato gli analisti di Capital Economics.

    Hanno sottolineato che l’inflazione nel settore dei servizi, un’area chiave monitorata dalla BCE, “è leggermente scesa” dal 3,2% di luglio al 3,1% di agosto. Questo rappresenta il tasso più basso di inflazione nei servizi da marzo 2022 e “dovrebbe fornire qualche rassicurazione ai responsabili politici che le pressioni sui prezzi interni continuano a diminuire.”

    Nel frattempo, l’IPC “core”, che esclude elementi volatili come cibo ed energia, è aumentato al 2,3%, confermando il ritmo di luglio e leggermente al di sopra del 2,2% previsto dagli economisti.

    La prossima riunione della BCE è prevista per l’11 settembre, con l’aspettativa che i tassi rimangano invariati. Guardando più avanti, alcuni analisti vedono la possibilità di un taglio dei tassi verso la fine del 2025 o all’inizio del 2026 per evitare che l’inflazione rimanga persistentemente al di sotto del target del 2%.

    Questo contenuto è fornito esclusivamente a scopo informativo e non costituisce consulenza finanziaria, d’investimento o di altro tipo professionale. Non deve essere considerato come una raccomandazione all’acquisto o alla vendita di titoli o strumenti finanziari. Tutti gli investimenti comportano dei rischi, inclusa la possibilità di perdere il capitale investito. Le performance passate non sono indicative di risultati futuri. Si consiglia di effettuare le proprie ricerche e di consultare un consulente finanziario qualificato prima di prendere qualsiasi decisione di investimento.

  • DAX, CAC, FTSE100, Le azioni europee scendono mentre Nestlé affronta un cambio di leadership in vista dei dati sull’inflazione

    DAX, CAC, FTSE100, Le azioni europee scendono mentre Nestlé affronta un cambio di leadership in vista dei dati sull’inflazione

    Le borse europee hanno registrato un calo martedì, mentre gli investitori valutavano un inaspettato cambio di gestione in Nestlé e si preparavano alla pubblicazione dei dati chiave sull’inflazione nell’Eurozona.

    Alle 08:16 GMT, l’indice pan-europeo Stoxx 600 è sceso dello 0,6%, il Dax tedesco ha perso lo 0,9% e il FTSE 100 britannico lo 0,4%, mentre il CAC 40 francese è rimasto sostanzialmente invariato.

    Il settore alimentare e delle bevande ha sottoperformato, trascinato da un calo dell’1,7% delle azioni di Nestlé (LSE:0RR6) quotata in Svizzera. Il CEO Laurent Freixe è stato rimosso lunedì dopo una revisione del consiglio su una relazione sentimentale precedentemente non dichiarata con un subordinato, in violazione del codice di condotta dell’azienda. Philipp Navratil, dirigente di lunga data e responsabile della divisione Nespresso, ha assunto immediatamente il ruolo di CEO.

    Questo cambiamento improvviso aumenta la pressione su una società già alle prese con anni di vendite e performance azionarie contenute, dopo la partenza dell’ex CEO Mark Schneider lo scorso anno. Il Presidente di lunga data Paul Bulcke ha inoltre annunciato l’intenzione di dimettersi nel 2026.

    Gli investitori ora guardano all’indice dei prezzi al consumo dell’Eurozona, previsto per questa mattina. L’inflazione headline è stimata al 2,1% su base annua ad agosto, leggermente sopra l’obiettivo della Banca Centrale Europea del 2%, mentre l’inflazione core, che esclude elementi volatili come cibo ed energia, è prevista al 2,2%.

    Gli analisti di ING hanno osservato che la BCE prevede un calo dell’IPC all’1,6% il prossimo anno, sostenendo così la possibilità di ulteriori tagli dei tassi per stimolare l’economia dell’Eurozona. “Detto questo, la direzione dell’inflazione da qui resta un dibattito aperto nel Consiglio direttivo,” hanno scritto.

    Tra i movimenti azionari, le azioni di Kering (EU:KER) sono salite dopo che HSBC ha alzato il rating del gruppo Gucci da “hold” a “buy”, mentre Partners Group (LSE:PEY) ha guadagnato terreno a seguito della pubblicazione dei risultati semestrali.

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  • L’oro riduce i guadagni dopo il picco record tra attese di tagli dei tassi e incertezze sui dazi

    L’oro riduce i guadagni dopo il picco record tra attese di tagli dei tassi e incertezze sui dazi

    L’oro ha leggermente corretto martedì dopo aver toccato brevemente un massimo storico, mentre i mercati reagivano alle aspettative di possibili tagli dei tassi d’interesse negli Stati Uniti e all’incertezza sui dazi commerciali del presidente Donald Trump. Il metallo prezioso resta al centro dell’attenzione come bene rifugio in un contesto di preoccupazioni economiche e politiche.

    Anche argento e platino hanno registrato forti rialzi, con l’argento vicino al massimo degli ultimi 14 anni e il platino in prossimità del picco degli ultimi 11 anni. I movimenti sono coincisi con l’indebolimento del dollaro a un minimo di cinque settimane, in seguito alle speculazioni su possibili riduzioni dei tassi USA.

    L’oro spot è salito dello 0,8% a 3.508,54 dollari l’oncia, mentre i futures sull’oro di dicembre hanno raggiunto 3.578,20$/oz. Nella prima sessione di contrattazione, l’oro spot ha corretto leggermente, negoziando con un rialzo dello 0,2% a 3.482,28$/oz.

    Dazi e attese Fed sostengono i metalli

    Il recente rally dell’oro è stato alimentato dall’incertezza sui dazi di Trump, dopo che una sentenza li ha dichiarati illegali. Pur permettendo la loro applicazione fino a metà ottobre, il presidente ha criticato la decisione e intende fare ricorso alla Corte Suprema. Questa incertezza, soprattutto sui dazi entrati in vigore ad agosto, ha spinto gli investitori verso i metalli come rifugio.

    Allo stesso tempo, le attese per un possibile taglio dei tassi da parte della Federal Reserve a settembre hanno ulteriormente sostenuto oro e altri metalli. I dati CME FedWatch indicano circa l’85% di probabilità per una riduzione di 25 punti base, nonostante l’indice PCE di luglio mostrasse pressioni inflazionistiche persistenti sopra il target del 2% della Fed. Il presidente della Fed Jerome Powell aveva precedentemente indicato la possibilità di un taglio a settembre, senza però impegnarsi formalmente a causa dell’inflazione.

    Un dollaro più debole ha inoltre supportato i beni privi di rendimento come i metalli, resi più attraenti dai tassi bassi rispetto ai titoli di Stato.

    L’argento spot è salito dello 0,1% a 40,7545$/oz, superando brevemente il livello di 40$ per la prima volta dal 2011. Il platino ha guadagnato lo 0,7% a 1.421,55$/oz, restando vicino al massimo degli ultimi 11 anni. Negli ultimi mesi argento e platino hanno sovraperformato l’oro, con prezzi più bassi e consolidamento dell’oro a stimolare la domanda speculativa.

    Anche i metalli industriali hanno mostrato slancio. I prezzi del rame sono aumentati, in risposta a dati PMI misti dalla Cina, suggerendo possibili ulteriori stimoli. I futures sul rame della London Metal Exchange sono saliti dello 0,3% a 9.919$/ton, mentre il rame COMEX ha guadagnato lo 0,4% a 4,5905$/lb.

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  • Il petrolio mantiene i guadagni tra preoccupazioni per le forniture russe e OPEC+

    Il petrolio mantiene i guadagni tra preoccupazioni per le forniture russe e OPEC+

    I prezzi del petrolio sono rimasti sostanzialmente invariati nella sessione asiatica di martedì, mantenendo i guadagni di lunedì mentre i trader valutano i rischi di potenziali interruzioni legate al conflitto Russia-Ucraina contro l’aumento della produzione dei paesi OPEC+.

    Alle 21:03 ET (01:03 GMT), il Brent con consegna a novembre era in rialzo dello 0,3% a 68,33 dollari al barile, dopo un balzo superiore all’1% di lunedì. Il WTI, non quotato lunedì per il giorno festivo negli Stati Uniti, è salito dell’1,3% rispetto alla chiusura di venerdì a 64,81 dollari al barile.

    Rischi sulle forniture russe

    Il mercato resta cauto dopo le notizie di nuovi attacchi ucraini agli impianti di raffinazione ed esportazione russi. Le prospettive di un accordo di pace tra Mosca e Kiev si sono raffreddate dopo l’invito di Donald Trump a colloqui diretti tra i presidenti Zelenskyy e Putin, prima di un possibile vertice trilaterale a Washington.

    L’escalation degli attacchi ha aumentato la probabilità di ulteriori sanzioni sul greggio russo, con potenziali effetti sul mercato e supporto ai prezzi. Stati Uniti e alleati hanno rafforzato l’applicazione delle sanzioni secondarie sul petrolio russo, anche se le forniture verso l’Asia sono state solo marginalmente influenzate. La scorsa settimana Washington ha imposto un’ulteriore tariffa del 25% sulle importazioni indiane di greggio russo, portando il totale al 50% in risposta agli acquisti crescenti di Nuova Delhi.

    Focus sulla riunione OPEC+

    A bilanciare le preoccupazioni sulle forniture, l’aumento della produzione OPEC+ negli ultimi mesi ha sollevato timori di un eccesso di offerta. Gli investitori guardano ora alla riunione del 7 settembre del gruppo per indicazioni sui livelli produttivi futuri. I sondaggi indicano che il cartello probabilmente manterrà stabile la produzione dopo i recenti aumenti accelerati.

    Gli operatori seguono anche il rapporto sull’occupazione non agricola statunitense previsto venerdì, che potrebbe influenzare le aspettative di un taglio dei tassi da parte della Fed. Tassi più bassi generalmente sostengono il petrolio, stimolando la domanda, indebolendo il dollaro e rendendo le materie prime più attraenti rispetto ai titoli di Stato.

    Questo contenuto è fornito esclusivamente a scopo informativo e non costituisce consulenza finanziaria, d’investimento o di altro tipo professionale. Non deve essere considerato come una raccomandazione all’acquisto o alla vendita di titoli o strumenti finanziari. Tutti gli investimenti comportano dei rischi, inclusa la possibilità di perdere il capitale investito. Le performance passate non sono indicative di risultati futuri. Si consiglia di effettuare le proprie ricerche e di consultare un consulente finanziario qualificato prima di prendere qualsiasi decisione di investimento.

  • Dow Jones, S&P, Nasdaq, Wall Street, Futures, Mercati in calo mentre l’oro sale e Nestlé affronta un cambio di leadership

    Dow Jones, S&P, Nasdaq, Wall Street, Futures, Mercati in calo mentre l’oro sale e Nestlé affronta un cambio di leadership

    I futures azionari statunitensi hanno registrato un calo all’inizio di una settimana accorciata dal feriado, con gli investitori concentrati sui prossimi dati economici che potrebbero indicare la futura direzione dei tassi d’interesse negli Stati Uniti. Nel frattempo, il gigante svizzero dell’alimentare Nestlé ha perso terreno dopo l’improvvisa uscita del CEO, mentre l’oro ha raggiunto livelli record in mezzo alle aspettative di tagli dei tassi e incertezze commerciali.

    Futures in ribasso

    I futures dei principali indici statunitensi sono scesi martedì con il ritorno degli operatori dal Labor Day. Alle 03:37 ET, i futures sul Dow Jones erano in calo di 113 punti (0,3%), quelli sull’S&P 500 di 15 punti (0,2%) e quelli sul Nasdaq 100 di 65 punti (0,3%).

    Nonostante agosto sia storicamente un mese volatile per i mercati azionari, l’S&P 500 è salito dell’1,9% nel mese, portando il guadagno dall’inizio dell’anno a circa il 10% e mantenendo l’indice vicino ai massimi storici. Il rialzo segue una ripresa iniziata ad aprile, quando le preoccupazioni per i dazi statunitensi su larga scala avevano provocato vendite massicce.

    Focus sui dati economici

    Gli investitori attendono un pacchetto di dati economici chiave, incluso il rapporto sulle nonfarm payrolls di venerdì. Gli analisti sostengono che una crescita occupazionale più debole del previsto ad agosto — dopo un luglio debole e revisioni negative dei mesi precedenti — potrebbe rafforzare le scommesse su un taglio dei tassi della Fed nella riunione del 16-17 settembre. Si prevedono circa 74.000 nuovi posti di lavoro, leggermente sopra i 73.000 di luglio.

    Martedì sarà pubblicato anche l’indice ISM del settore manifatturiero relativo ad agosto, stimato a 49,0, in aumento rispetto al 48,0 di luglio ma ancora sotto la soglia di 50 punti che indica espansione.

    Uscita del CEO di Nestlé

    Le azioni Nestlé (LSE:0RR6) hanno perso oltre il 3% dopo la rimozione del CEO Laurent Freixe, a seguito di un’indagine del consiglio che ha rilevato una violazione del codice aziendale dovuta a una relazione romantica non dichiarata con un subordinato.

    Philipp Navratil, dirigente di lunga data che in passato ha guidato la divisione Nespresso, assumerà immediatamente il ruolo. Il cambio di leadership aumenta la pressione su un’azienda che affronta già anni di crescita contenuta e un precedente cambio di CEO, mentre il presidente Paul Bulcke ha annunciato l’intenzione di dimettersi nel 2026.

    Oro ai massimi storici

    Martedì l’oro ha raggiunto livelli record, sostenuto dalla domanda di beni rifugio in previsione di tassi più bassi negli USA e dall’incertezza commerciale. L’oro spot è salito dello 0,8% a 3.508,54 dollari l’oncia, mentre i futures di dicembre hanno raggiunto 3.578,20 dollari. Alle 03:27 ET, i prezzi spot hanno leggermente corretto a 3.482,28 dollari l’oncia.

    Anche altri metalli preziosi come argento e platino hanno registrato guadagni, con l’argento vicino ai massimi di 14 anni e il platino vicino ai massimi di 11 anni. Il dollaro è sceso a un minimo di cinque settimane, aumentando l’attrattiva degli asset senza rendimento rispetto ai titoli di Stato. L’incertezza legale sui dazi statunitensi, dopo una sentenza che ne ha dichiarato l’illegalità ma ha consentito la loro applicazione fino a metà ottobre, ha contribuito alla volatilità dei mercati.

    Petrolio in rialzo

    I prezzi del petrolio hanno continuato a salire, con i futures sul Brent novembre in aumento dello 0,9% a 68,74 dollari al barile e il WTI in rialzo dell’1% a 65,24 dollari. Gli operatori hanno valutato il rischio di interruzioni dell’offerta dovute al conflitto Russia-Ucraina rispetto all’aumento della produzione da parte dei membri OPEC+. L’intensificazione dei bombardamenti e le potenziali sanzioni sul petrolio russo hanno aumentato i timori di problemi di approvvigionamento, mentre l’incremento della produzione OPEC+ ha generato preoccupazioni per un possibile eccesso di offerta. I mercati attendono ora la riunione OPEC+ del 7 settembre per segnali sulla politica di produzione futura.

    Questo contenuto è fornito esclusivamente a scopo informativo e non costituisce consulenza finanziaria, d’investimento o di altro tipo professionale. Non deve essere considerato come una raccomandazione all’acquisto o alla vendita di titoli o strumenti finanziari. Tutti gli investimenti comportano dei rischi, inclusa la possibilità di perdere il capitale investito. Le performance passate non sono indicative di risultati futuri. Si consiglia di effettuare le proprie ricerche e di consultare un consulente finanziario qualificato prima di prendere qualsiasi decisione di investimento.

  • Monte Paschi Potenzia l’Offerta su Mediobanca a 13,5 Miliardi di Euro con Incentivo in Contanti e Rinuncia alla Soglia Minima di Accettazione

    Monte Paschi Potenzia l’Offerta su Mediobanca a 13,5 Miliardi di Euro con Incentivo in Contanti e Rinuncia alla Soglia Minima di Accettazione

    Banca Monte dei Paschi di Siena (BIT:BMPS) martedì ha aumentato la propria offerta su Mediobanca (BIT:MB) includendo un pagamento in contanti di 0,90 € per azione, portando il valore totale dell’offerta a 13,5 miliardi di euro.

    Secondo i termini aggiornati, gli azionisti di Mediobanca riceveranno 2,533 azioni ordinarie di nuova emissione di Monte dei Paschi più il pagamento in contanti per ciascuna azione conferita. Sulla base del prezzo di riferimento di Monte dei Paschi di 6,093 € del 23 gennaio, l’offerta valuta ogni azione Mediobanca a 16,334 €, rappresentando un premio dell’11,4% rispetto al prezzo rettificato di 14,667 € della stessa data. Il premio sale al 14,8% rispetto alla media mensile precedente alla data di riferimento, ma si riduce all’1,6% sulla media trimestrale e diventa negativo sulle medie semestrali e annuali.

    Il pacchetto comprende circa 12,8 miliardi di euro in nuove azioni e circa 750 milioni di euro in contanti. Monte dei Paschi ha confermato che gli azionisti che avevano già accettato l’offerta precedente beneficeranno automaticamente delle condizioni migliorate.

    La banca con sede a Siena ha lanciato l’offerta pubblica volontaria di scambio il 14 luglio, a seguito dell’approvazione normativa di Consob del 2 luglio e della pubblicazione del documento di offerta il 3 luglio. L’offerta, che copre tutte le azioni ordinarie di Mediobanca, comprese le azioni proprie, era inizialmente strutturata come uno scambio esclusivamente azionario prima dell’aggiunta della componente in contanti.

    La revisione dell’offerta è avvenuta dopo aggiornamenti delle analisi con consulenti finanziari, includendo i dati di mercato fino al 29 agosto e il piano strategico di Mediobanca pubblicato il 27 giugno. Monte dei Paschi ha inoltre considerato l’annullamento di 20 milioni di azioni proprie da parte di Mediobanca annunciato il 31 luglio, che ha ridotto il numero massimo di azioni oggetto dell’offerta a 813.279.689.

    Il consiglio di amministrazione di Monte dei Paschi ha dichiarato che gli obiettivi finanziari restano invariati, prevedendo un Common Equity Tier 1 pro-forma di circa il 16% in caso di piena sottoscrizione dell’offerta, insieme a un payout ratio del dividendo fino al 100% dell’utile netto. La banca ha evidenziato sinergie annuali pre-tasse previste di circa 700 milioni di euro.

    Separatamente, Monte dei Paschi ha rinunciato alla condizione iniziale che richiedeva l’accettazione da parte dei detentori di almeno il 66,7% dei diritti di voto di Mediobanca. La banca ha confermato che procederà con tutte le azioni conferite, anche se l’offerta non avrà successo se la partecipazione finale scenderà sotto il 35%.

    Questo contenuto è fornito esclusivamente a scopo informativo e non costituisce consulenza finanziaria, d’investimento o di altro tipo professionale. Non deve essere considerato come una raccomandazione all’acquisto o alla vendita di titoli o strumenti finanziari. Tutti gli investimenti comportano dei rischi, inclusa la possibilità di perdere il capitale investito. Le performance passate non sono indicative di risultati futuri. Si consiglia di effettuare le proprie ricerche e di consultare un consulente finanziario qualificato prima di prendere qualsiasi decisione di investimento.

  • Le azioni di Ithaca Energy calano dopo la vendita da 143 milioni di dollari di Delek ed Eni

    Le azioni di Ithaca Energy calano dopo la vendita da 143 milioni di dollari di Delek ed Eni

    Delek Group (USOTC:DLKGF) e l’italiana Eni (BIT:ENI) hanno venduto azioni per un valore di circa 106 milioni di sterline (143 milioni di dollari) in Ithaca Energy (LSE:ITH), riducendo le loro partecipazioni nel produttore di petrolio e gas quotato a Londra. L’annuncio ha fatto scendere il prezzo delle azioni di Ithaca di oltre il 12% durante la sessione di Londra alle 07:50 GMT di martedì.

    Attraverso le loro filiali nel Regno Unito, i due principali azionisti hanno venduto 49,6 milioni di azioni ordinarie a 213,75 pence ciascuna tramite un accelerated bookbuild, organizzato da Peel Hunt. La transazione rappresenta circa il 3% del capitale sociale totale di Ithaca. Dopo la vendita, Delek mantiene una partecipazione del 50,5%, mentre Eni detiene circa il 36%.

    La cessione delle azioni avviene a poche settimane dall’aumento delle previsioni di produzione 2025 di Ithaca per la seconda volta in tre mesi. La produzione nel primo semestre è più che raddoppiata, raggiungendo 123.600 barili di petrolio equivalente al giorno, rispetto ai 53.000 boepd dell’anno precedente, trainata da acquisizioni, tra cui il portafoglio UK di Eni e una quota maggiorata nel giacimento di gas Cygnus. La società ha riportato un EBITDAX rettificato di 1,1 miliardi di dollari per il primo semestre, rispetto ai 533 milioni dell’anno precedente, e ora prevede una produzione annuale compresa tra 119.000 e 125.000 boepd, rispetto alla precedente stima di 109.000–119.000 boepd.

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