Dopo il sell-off di mercato visto nel corso della sessione di giovedì per Dow Jones, S&P e Nasdaq, le azioni hanno mostrato un sostanziale movimento al rialzo durante le contrattazioni di venerdì. I principali indici hanno registrato un forte aumento, con il Nasdaq, fortemente orientato verso il settore tecnologico, che ha ottenuto un guadagno particolarmente rilevante.
Gli indici principali hanno raggiunto nuovi massimi per la sessione prima della chiusura delle contrattazioni. Il Nasdaq è balzato di 451,07 punti, pari al 2,6%, chiudendo a 17.754,09, mentre l’S&P 500 (SPI:SP500) è salito di 117,42 punti, pari al 2,1%, raggiungendo 5.638,94. Il Dow Jones ha guadagnato 674,62 punti, ovvero l’1,7%, chiudendo a 41.488,19.
Nonostante il significativo rimbalzo della giornata, gli indici principali hanno comunque registrato pesanti perdite settimanali. Il Dow Jones è crollato del 3,1%, mentre il Nasdaq e l’S&P 500 hanno perso rispettivamente il 2,4% e il 2,3%.
Il rally di Wall Street è stato alimentato dal tentativo di alcuni investitori di acquistare titoli a prezzi ridotti dopo il forte calo registrato giovedì, che aveva trascinato il Nasdaq e l’S&P 500 ai loro livelli di chiusura più bassi degli ultimi sei mesi.
Il crollo ha anche spinto l’S&P 500 in territorio di correzione, poiché l’indice ha perso oltre il 10% rispetto ai massimi storici di febbraio.
Un sentiment positivo potrebbe essere stato generato anche dalla notizia che gli Stati Uniti probabilmente eviteranno una chiusura del governo, dopo che il leader della minoranza al Senato, Chuck Schumer (D-NY), ha dichiarato che avrebbe votato per avanzare un disegno di legge repubblicano per finanziare il governo fino a settembre.
Sebbene i Democratici si oppongano alla proposta, Schumer ha sostenuto che permettere al presidente Donald Trump di “assumere ancora più potere attraverso una chiusura del governo sarebbe un’opzione decisamente peggiore”.
Nel frattempo, gli investitori hanno in gran parte ignorato un rapporto dell’Università del Michigan che mostrava un forte peggioramento della fiducia dei consumatori e un’impennata delle aspettative di inflazione per il mese di marzo.