Gli indici azionari europei sono scesi mercoledì a causa dell’intensificarsi della guerra commerciale tra Cina e Stati Uniti, sollevando preoccupazioni sulla solidità dell’economia globale.
Alle 03:05 ET, 07:05 GMT, il DAX in Germania ha perso lo 0,5%, il CAC 40 in Francia è sceso dello 0,7% e il FTSE 100 nel Regno Unito ha ceduto lo 0,3%.
Si intensifica la guerra commerciale tra Cina e Stati Uniti
Le borse europee hanno seguito il trend negativo visto in Asia nella mattinata di mercoledì e la chiusura in calo di Wall Street della sera precedente, con gli investitori preoccupati per le nuove mosse dell’amministrazione Trump nella guerra commerciale con la Cina, le due maggiori economie mondiali.
Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha ordinato un’indagine su potenziali nuovi dazi su tutte le importazioni di minerali critici, un settore fortemente dipendente dalla Cina.
Il sentiment è stato inoltre colpito dalla dichiarazione di Nvidia (NASDAQ:NVDA), gigante dell’intelligenza artificiale, che martedì sera ha comunicato di prevedere fino a 5,5 miliardi di dollari di svalutazioni nei risultati finanziari del primo trimestre, legate ai controlli sulle esportazioni di chip verso la Cina imposti dagli USA.
Questa notizia ha oscurato i dati relativamente positivi provenienti da Pechino, con il PIL cinese in crescita del 5,4% nel primo trimestre, oltre le attese del 5,2%.
Tuttavia, questa crescita precede l’inasprimento delle tariffe statunitensi sulla Cina, ora salite a un impressionante 145%, e potrebbe rappresentare la quiete prima della tempesta.
Rallenta la crescita dell’inflazione nel Regno Unito
In Europa, l’inflazione nel Regno Unito è rallentata a marzo, aumentando le probabilità che la Banca d’Inghilterra riduca nuovamente i tassi di interesse nel prossimo incontro di maggio.
L’indice dei prezzi al consumo è sceso al tasso annuo del 2,6% a marzo rispetto al 2,8% di febbraio, al di sotto delle aspettative degli analisti, che prevedevano un 2,7%.
La Banca d’Inghilterra ha mantenuto i tassi al 4,5% nel mese di marzo, con 8 membri favorevoli a lasciarli invariati e uno solo a favore di un taglio.
L’equivalente dell’inflazione nell’Eurozona è atteso più tardi nella giornata, con previsioni di un rallentamento al 2,2% annuo a marzo, dal 2,3% del mese precedente.
La Banca Centrale Europea si riunirà giovedì, e crescono le aspettative che i responsabili politici approvino un taglio di 25 punti base, portando il tasso sui depositi al 2,25%.
ASML potrebbe registrare un calo della domanda
Nel settore aziendale, ASML (EU:ASML) ha deluso le aspettative sugli ordini netti, suggerendo un possibile rallentamento della domanda per le sue macchine critiche per la produzione di chip, anche se la società olandese ha confermato le previsioni su ricavi e margini per l’intero anno.
Il colosso olandese della birra Heineken (EU:HEIA) ha registrato un aumento dello 0,9% dei ricavi netti organici nel primo trimestre, superando leggermente le aspettative di un calo, nonostante le incertezze legate ai dazi.
Nordea Bank (TG:04Q) ha riportato un utile operativo del primo trimestre superiore alle attese, sostenuto da maggiori entrate e da una riduzione sia delle spese che delle perdite su crediti rispetto al trimestre precedente.
Edenred (EU:EDEN) ha confermato la sua guidance per l’intero anno, nonostante un primo trimestre più debole del previsto, grazie alla solida crescita nel comparto Mobilità che ha compensato la debolezza in altri segmenti.
Il petrolio cala per l’incertezza sulla domanda
I prezzi del petrolio sono scesi mercoledì, con i trader preoccupati per il possibile impatto dell’incertezza commerciale sulla crescita globale, e quindi sulla domanda di greggio.
Alle 03:05 ET, i futures del Brent sono calati dello 0,8% a 64,18 dollari al barile, mentre i futures del greggio statunitense West Texas Intermediate sono scesi dello 0,8% a 60,82 dollari al barile.
Martedì, l’Agenzia Internazionale dell’Energia ha seguito l’OPEC nel tagliare le previsioni sulla domanda globale di petrolio per quest’anno, citando i dazi imposti da Trump e le misure di ritorsione dei partner commerciali.
L’IEA prevede ora una crescita della domanda di greggio di 730.000 barili al giorno nel 2025, nettamente inferiore rispetto al milione e 30 mila barili previsti il mese scorso, e rappresentando il tasso di crescita più lento degli ultimi cinque anni.