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  • Moody’s annuncia una serie di upgrade positivi per le principali banche italiane

    Moody’s annuncia una serie di upgrade positivi per le principali banche italiane

    Moody’s Ratings ha pubblicato un’ondata di revisioni al rialzo per diverse società italiane, con particolare attenzione ai principali istituti quotati sul FTSE MIB. Il nuovo report dell’agenzia segue l’upgrade del rating sovrano dell’Italia da Baa3 a Baa2, con outlook rivisto da positivo a stabile. Questo miglioramento si è riflesso sulle banche italiane, sostenendo i loro rating grazie a condizioni operative più favorevoli, buona qualità degli attivi, solide posizioni patrimoniali, basso rischio di rifinanziamento e ampie riserve di liquidità di elevata qualità.

    Moody’s sottolinea che il miglioramento del merito di credito sovrano rafforza un contesto operativo e creditizio più positivo per il sistema bancario italiano. L’outlook stabile per i prossimi 12–18 mesi indica maggiore fiducia e prospettive migliorate per il settore domestico.

    Tra le banche analizzate figura Intesa Sanpaolo (BIT:ISP), il maggiore gruppo bancario italiano per attivi totali, base clienti e masse gestite, oltre che principale operatore nazionale nel credito a famiglie e imprese. Moody’s ha alzato il rating long-term senior preferred (unsecured) dell’istituto a “A3” da “Baa1”, mantenendo un outlook stabile. Il rating di breve termine è stato confermato a “P-2”. L’agenzia ha precisato che, nonostante l’upgrade, non sono attesi impatti finanziari significativi per la banca.

    UniCredit (BIT:UCG) ha ricevuto a sua volta vari miglioramenti. Moody’s ha portato i rating Senior Preferred e Long-Term Deposit da “Baa1” a “A3”, entrambi con outlook stabile. La Baseline Credit Assessment è stata elevata a “baa2”. Il miglioramento del rating standalone e del profilo finanziario A3 riflette il business diversificato della banca e la sua presenza di primo piano nei mercati europei maturi. I rating Additional Tier 1, Tier 2 e Senior Non-Preferred sono stati anch’essi incrementati di un notch.

    La decisione di Moody’s “rappresenta il quarto importante miglioramento del merito di credito ottenuto da UniCredit quest’anno,” ha evidenziato l’istituto guidato da Andrea Orcel, “che ora dispone di un rating ‘single A’ da tutte e tre le principali agenzie.”

    Banco BPM (BIT:BAMI) ha anch’esso beneficiato di miglioramenti. Moody’s ha alzato il Long-Term Issuer Rating da Baa2 a Baa1, il Senior Unsecured Debt Rating da Baa2 a Baa1 e il Long-Term Deposit Rating da Baa1 a A3, tutti con outlook stabile. Questi upgrade derivano dal miglioramento della Baseline Credit Assessment a baa2 da baa3, sostenuto sia dall’upgrade sovrano sia dalla valutazione positiva dell’agenzia sui fondamentali del gruppo: un solido posizionamento commerciale in Italia, qualità degli attivi in miglioramento, buona redditività e diversificazione dei ricavi, capitalizzazione robusta, basso rischio di rifinanziamento e un importante stock di attività liquide di alta qualità.

    “Moody’s è la seconda agenzia quest’anno a riconoscere un miglioramento nei rating Issuer e Deposit di Banco BPM, portando il Deposit rating nella categoria ‘A’,” hanno sottolineato da Piazza Meda.

    Per BPER Banca (BIT:BPE), l’upgrade riflette anch’esso il miglioramento del rating sovrano italiano. Moody’s ha alzato la BCA a “baa2” da “baa3”, rimuovendo il precedente limite derivante dal rating del Paese. La buona qualità creditizia della banca — nonostante la crescita rapida degli impieghi — insieme alla solidità della redditività e dei livelli di capitale, hanno contribuito alla revisione al rialzo. L’agenzia ha inoltre richiamato la struttura di funding e liquidità del gruppo, caratterizzata da basso rischio di rifinanziamento e da un’ampia riserva di attività liquide di alta qualità.

    L’outlook stabile sui rating a lungo termine relativi a depositi, senior unsecured e issuer riflette la prospettiva stabile dell’Italia e le aspettative di Moody’s di una significativa stabilità del profilo finanziario e della struttura del passivo della banca nei prossimi 12–18 mesi.

  • UBS alza il rating su Eni a Buy, citando “investimenti di alta qualità”; titolo in rialzo

    UBS alza il rating su Eni a Buy, citando “investimenti di alta qualità”; titolo in rialzo

    UBS ha alzato martedì la sua raccomandazione su Eni (BIT: ENI) a Buy, affermando che il gruppo energetico italiano oggi si distingue per la solidità del portafoglio upstream e per la qualità della sua allocazione del capitale. La banca ha inoltre aumentato il prezzo obiettivo da 15,5 € a 18 €, dopo aver rivisto al rialzo le stime sugli utili in media del 16% per il periodo 2025–28.

    Il titolo Eni è salito dell’1,4% nelle prime contrattazioni a Milano dopo l’upgrade.

    La società è stata una delle migliori performer del settore energetico europeo quest’anno, grazie a risultati costantemente superiori alle attese, ai progressi nelle dismissioni e a un recupero nella produzione upstream.

    Secondo UBS, il profilo di crescita di Eni è “il più interessante tra le large cap”, con un tasso di crescita annuale composto atteso del 5% fino al 2028 e un patrimonio di asset superiore di oltre il 20% rispetto alla media del settore.

    Un elemento centrale della valutazione più positiva è la strategia d’investimento di Eni. L’analisi della banca mostra che il gruppo destina circa il 20% del capitale alla crescita — oltre la media del settore — e indirizza una quota maggiore di questa spesa verso progetti con ritorni più elevati. Il team guidato da Joshua Stone stima che questi investimenti di crescita generino un tasso interno di rendimento (IRR) del 16,2%, il più alto nell’intero comparto.

    “La nostra analisi lo evidenzia come avente i piani di spesa della massima qualità, con un IRR sugli investimenti >16%,” hanno scritto gli analisti. “Ci aspettiamo che questo, insieme alla ristrutturazione nel settore chimico, alimenti un forte recupero dei rendimenti nel periodo previsionale, il che a sua volta giustifica una continua rivalutazione del titolo mentre il positioning rimane negativamente orientato,” hanno aggiunto.

    Il segmento della raffinazione e della chimica ha pesato sui risultati di Eni negli ultimi anni, ma il piano della società di chiudere tre steam cracker italiani dovrebbe invertire la maggior parte delle perdite, con un beneficio di circa 250 milioni di euro sugli utili incluso nelle stime per il 2026.

    La banca ha inoltre evidenziato un profilo patrimoniale più difensivo. Il debito netto è in calo quest’anno nonostante prezzi delle materie prime più bassi, grazie a oltre 8 miliardi di euro di dismissioni, tra cui Enilive, Plenitude, Costa d’Avorio e Congo LNG.

    Nel frattempo, il positioning rimane “negativamente orientato”, con le posizioni corte salite intorno al 7,1%.

    Gli analisti notano che i rendimenti nominali del free cash flow potrebbero sottostimare l’attrattiva di Eni poiché non tengono conto delle spese destinate alla crescita. Una volta normalizzato per la capex di mantenimento, Eni tratta più in linea con i competitor, pur offrendo una traiettoria degli utili nettamente più forte, con un CAGR dell’EPS attorno al 20% fino al 2028 rispetto al 9,5% del settore, ha osservato UBS.

  • BofA considera il recente calo della difesa europea come un’opportunità di acquisto

    BofA considera il recente calo della difesa europea come un’opportunità di acquisto

    Bank of America Securities afferma che il recente forte arretramento dei titoli della difesa europea ha creato un potenziale punto d’ingresso interessante, osservando che il settore ha subito una marcata svalutazione negli ultimi tre mesi.

    Secondo la banca d’investimento, il premio di valutazione del settore rispetto allo STOXX Europe 600 è diminuito drasticamente, poiché gli ordini tedeschi non hanno soddisfatto le aspettative elevate e alcune prospettive per il 2026 — incluso Hensoldt — hanno deluso. I titoli della difesa, che avevano raggiunto un premio del 120–130% dopo gli annunci di Monaco e gli obiettivi NATO del 3,5% del PIL, sono ora scesi a circa un premio del 70% rispetto all’SXXP.

    BofA ha inoltre evidenziato che le aziende europee della difesa sono attualmente valutate 11,6 volte l’EV/EBIT sulle stime 2028, con leva finanziaria netta pari a zero a livello settoriale — una configurazione che la banca considera “altamente interessante se la crescita dei budget della difesa persiste.” La banca rimane fiduciosa nelle prospettive di spesa a lungo termine e vede il calo recente come “un punto di ingresso interessante.”

    La banca ha ricordato che le valutazioni hanno mostrato forti oscillazioni: da un premio del 36% a inizio 2025, al balzo seguito agli obiettivi NATO, fino alla correzione più recente. Prima del COVID-19, il settore scambiava tipicamente a un premio del 20% durante le fasi di aumento del budget e a uno sconto del 20% nelle fasi di riduzione, mentre l’invasione dell’Ucraina ha spinto le valutazioni in un intervallo elevato compreso tra premi del 20% e del 50%.

    Nonostante il calo, BofA resta positiva sui fondamentali. Prevede una crescita organica media dei ricavi di circa il 12,5% nel periodo 2025–2030, un’espansione dei margini di circa 280 punti base e un CAGR dell’EPS di circa il 20%. Se i membri NATO dovessero aumentare la spesa al 3,5% del PIL, la banca stima circa 310 miliardi di dollari di spesa incrementale — o circa 187 miliardi al 3% rispetto ai livelli del 2025.

    Guardando al futuro, BofA prevede che il 2026 sarà un anno record per i rapporti book-to-bill, poiché i governi europei continuano a reindustrializzare la capacità produttiva nel settore della difesa. Le aziende hanno inoltre indicato che la crescita potrebbe accelerare tra il 2027 e il 2029 grazie a nuovi ampliamenti produttivi.

    Anche se le discussioni diplomatiche continuano — e il Financial Times ha riportato che l’Ucraina ha accettato una clausola che limita l’organico di pace a 800.000 soldati — BofA afferma che un eventuale cessate il fuoco non cambierebbe la sua visione sulla spesa europea per la difesa nel lungo periodo. Secondo la banca, il recente calo riflette aspettative di stabilizzazione piuttosto che di accelerazione, e le valutazioni attuali non incorporano pienamente il potenziale di crescita previsto.

  • DAX, CAC, FTSE100, Le Borse europee in rialzo dopo la seduta mista di ieri

    DAX, CAC, FTSE100, Le Borse europee in rialzo dopo la seduta mista di ieri

    Dopo la performance contrastante della sessione precedente, i mercati azionari europei si sono mossi prevalentemente al rialzo nel corso della giornata di martedì.

    Il FTSE 100 del Regno Unito sale dello 0,4%, mentre il CAC 40 francese e il DAX tedesco avanzano entrambi dello 0,7%.

    Sul fronte macroeconomico, i dati rivisti di Destatis hanno mostrato che l’economia tedesca è rimasta stagnante nel terzo trimestre, poiché la crescita degli investimenti è stata compensata dalla debolezza delle esportazioni.

    Destatis ha confermato che il prodotto interno lordo è rimasto invariato rispetto al trimestre precedente, dopo un calo dello 0,2% nel secondo trimestre.

    “L’attività economica è stata ostacolata nel terzo trimestre da esportazioni deboli, mentre gli investimenti sono aumentati leggermente”, ha dichiarato Ruth Brand, Presidente dell’Ufficio Federale di Statistica.

    ABN AMRO (EU:ABN) vola al rialzo. La banca olandese ha annunciato piani per tagliare 5.200 posti di lavoro a tempo pieno entro il 2028 mentre la nuova CEO Marguerite Bérard punta a rafforzare la redditività.

    Anche il retailer del bricolage Kingfisher (LE:KGF) avanza nettamente dopo aver rivisto al rialzo le sue previsioni di utile.

    Il costruttore svedese Skanska (BIT:1SKAB) si muove anch’esso in rialzo dopo aver firmato un contratto per costruire un nuovo data center negli Stati Uniti.

    Nel frattempo, la compagnia aerea britannica easyJet (LSE:EZJ) arretra nonostante abbia riportato un utile operativo annuale superiore alle attese.

    A Francoforte, anche le azioni di Thyssenkrupp Nucera (BIT:1TKA) crollano dopo che il produttore di elettrolizzatori ha previsto un forte calo delle vendite per il 2026.

  • Dow Jones, S&P, Nasdaq, I futures indicano un avvio piatto a Wall Street mentre gli operatori fanno una pausa dopo il forte rimbalzo

    Dow Jones, S&P, Nasdaq, I futures indicano un avvio piatto a Wall Street mentre gli operatori fanno una pausa dopo il forte rimbalzo

    I futures sugli indici statunitensi segnalano un’apertura sostanzialmente invariata martedì, suggerendo che i mercati potrebbero prendersi una pausa dopo il rally della sessione precedente.

    Dopo diversi giorni di forte volatilità, gli investitori sembrano pronti a fermarsi per rivalutare le prospettive di breve termine. Il rialzo di lunedì ha ampliato il vigoroso rimbalzo iniziato venerdì, compensando gran parte delle forti perdite della scorsa settimana.

    I futures sono rimasti stabili anche dopo la pubblicazione dei dati statunitensi, ritardati da tempo, sulle vendite al dettaglio e sui prezzi alla produzione di settembre.

    Il Dipartimento del Commercio ha riferito che le vendite al dettaglio sono aumentate dello 0,2% a settembre, sotto le attese di un +0,4% e in rallentamento rispetto al +0,6% di agosto. Escludendo le auto, le vendite sono aumentate dello 0,3%, contro previsioni di +0,4%.

    Separatamente, il Dipartimento del Lavoro ha comunicato che i prezzi alla produzione sono saliti dello 0,3% a settembre, in linea con le stime, invertendo il calo dello 0,1% di agosto. L’aumento annuo del PPI è rimasto al 2,7%, invariato rispetto alla lettura rivista di agosto e conforme alle aspettative degli economisti.

    L’ADP ha aggiunto un ulteriore dato, indicando che i datori di lavoro privati USA hanno tagliato in media 13.500 posti a settimana nelle quattro settimane concluse l’8 novembre—peggiorando rispetto alla perdita media settimanale di 2.500 della precedente finestra di quattro settimane.

    Il rally di lunedì è stato particolarmente intenso nel settore tecnologico. Il Nasdaq è balzato di 598,92 punti, o del 2,7%, a 22.872,01, recuperando quasi del tutto il forte calo della settimana precedente. L’S&P 500 è salito di 102,13 punti (+1,6%) a 6.705,12, mentre il Dow ha guadagnato 202,86 punti (+0,4%) a 46.448,27.

    Il rimbalzo è arrivato dopo pesanti vendite a inizio settimana, quando timori sulle valutazioni e sulle prospettive dei tassi d’interesse avevano trascinato Nasdaq e S&P 500 ai minimi di oltre due mesi. Nonostante la ripresa di venerdì, tutti e tre gli indici hanno chiuso la settimana in forte calo: il Nasdaq ha perso il 2,7%, l’S&P 500 il 2,0% e il Dow l’1,9%.

    Il sentiment è stato sostenuto anche dai segnali di progresso nei negoziati per porre fine alla guerra tra Russia e Ucraina. Il Segretario di Stato Marco Rubio ha dichiarato che sono stati compiuti “progressi straordinari” nei colloqui con i funzionari ucraini, definendo i punti critici della proposta di pace dell’amministrazione Trump “non insormontabili”.

    I mercati hanno beneficiato inoltre del rinnovato ottimismo sulle prospettive dei tassi dopo le più recenti dichiarazioni dei funzionari della Federal Reserve. In un’intervista a Fox Business, il governatore Christopher Waller ha indicato di sostenere un ulteriore taglio di un quarto di punto a dicembre.

    Le sue osservazioni seguono i commenti accomodanti del presidente della Fed di New York John Williams, che venerdì scorso ha affermato di vedere “spazio per un’ulteriore regolazione” dei tassi.

    Lo strumento FedWatch del CME ora indica una probabilità dell’84,9% di un taglio di un quarto di punto il mese prossimo, in forte aumento rispetto al 42,4% di una settimana fa.

    I titoli dei semiconduttori hanno guidato il rialzo di lunedì, con il Philadelphia Semiconductor Index in aumento del 4,6%, continuando il recupero dopo i minimi di due mesi toccati giovedì scorso. Anche i titoli hardware e networking hanno registrato forti progressi.

    Fuori dal settore tech, i titoli auriferi sono saliti nettamente insieme al prezzo dell’oro, spingendo l’indice NYSE Arca Gold Bugs in rialzo del 5,8%. Anche i titoli delle compagnie aeree, delle società di intermediazione e delle biotecnologie hanno registrato una solida performance.

  • Nuove posizioni short sull’S&P 500 mentre il posizionamento sul Nasdaq 100 aumenta

    Nuove posizioni short sull’S&P 500 mentre il posizionamento sul Nasdaq 100 aumenta

    Il posizionamento degli investitori sui principali indici statunitensi ha continuato a diminuire la scorsa settimana, con un incremento delle nuove posizioni short sull’S&P 500, secondo gli strateghi di Citigroup.

    Il team guidato da Chris Montagu ha sottolineato che il Nasdaq 100 si sta muovendo in controtendenza. Nuove posizioni long e attività di ricopertura degli short hanno contribuito a rafforzare il posizionamento netto sull’indice tecnologico.

    In Europa, il posizionamento sul FTSE 100 è rimasto sostanzialmente stabile, poiché gli investitori attendono l’annuncio del bilancio del Regno Unito previsto per questa settimana.

    Per quanto riguarda l’Euro Stoxx 50, il posizionamento è in calo da oltre un mese, anche se l’indice rimane comunque in territorio rialzista, hanno riportato gli strateghi.

    Nel settore bancario europeo, i flussi recenti sono stati dominati dalla chiusura di posizioni long, segnale che gli investitori stanno incassando i profitti dopo settimane di accumulo.

  • Il petrolio scende per timori di eccesso di offerta nonostante l’attenzione sui colloqui di pace in Ucraina

    Il petrolio scende per timori di eccesso di offerta nonostante l’attenzione sui colloqui di pace in Ucraina

    I prezzi del petrolio sono diminuiti martedì, mentre i crescenti timori di un possibile surplus di offerta nel 2026 hanno superato l’incertezza persistente sulle esportazioni russe, con i negoziati per porre fine alla guerra in Ucraina che non mostrano progressi concreti.

    Il Brent è sceso di 33 centesimi, o dello 0,5%, a 63,04 dollari al barile alle 07:30 GMT, mentre il West Texas Intermediate (WTI) ha perso 28 centesimi, anch’esso dello 0,5%, a 58,56 dollari.

    Lunedì i prezzi erano saliti dell’1,3%, sostenuti dai dubbi sulla possibilità di un accordo di pace tra Russia e Ucraina. L’assenza di risultati ha alimentato l’idea che il flusso di greggio e prodotti raffinati russi — ancora soggetti a sanzioni occidentali — non tornerà presto sui mercati globali senza restrizioni.

    Tuttavia, nonostante questi rischi geopolitici, le previsioni di una crescita dell’offerta più rapida rispetto alla domanda nel 2026 continuano a pesare sul sentiment. Molti analisti vedono un mercato più abbondante l’anno prossimo.

    “Nel breve termine, il rischio principale è l’eccesso di offerta e gli attuali livelli di prezzo sembrano vulnerabili,” ha affermato Priyanka Sachdeva, senior market analyst presso Phillip Nova.

    Ulteriori pressioni derivano dai cambiamenti nei flussi commerciali. Le nuove sanzioni contro Rosneft e Lukoil, unite al divieto per l’Europa di acquistare prodotti raffinati da greggio russo, hanno portato alcune raffinerie indiane — in particolare la società privata Reliance — a ridurre gli acquisti dalla Russia.

    Con meno sbocchi commerciali, Mosca sta cercando di aumentare le esportazioni verso la Cina. Parlando a un forum economico Cina-Russia a Pechino, il vice primo ministro russo Alexander Novak ha dichiarato che Mosca e Pechino stanno discutendo modi per ampliare le forniture di petrolio russo verso la Cina.

    Tuttavia, l’attenzione degli analisti resta concentrata sul rischio di squilibri strutturali tra domanda e offerta. Deutsche Bank prevede un surplus di almeno 2 milioni di barili al giorno nel 2026 e “nessun percorso chiaro per tornare a deficit” fino al 2027.

    “La traiettoria verso il 2026 rimane ribassista,” ha affermato l’analista Michael Hsueh.

    Le aspettative di un mercato più debole il prossimo anno stanno superando l’assenza di progressi nei colloqui di pace — un accordo potrebbe infatti portare alla rimozione delle sanzioni e al ritorno di volumi russi oggi bloccati.

    Ciononostante, il mercato trova un certo sostegno nelle crescenti probabilità che la Federal Reserve statunitense riduca i tassi nella riunione del 9–10 dicembre, dopo che vari funzionari hanno espresso apertura all’allentamento.
    Tassi più bassi potrebbero stimolare la crescita economica e rafforzare la domanda di petrolio.

    “Il mercato petrolifero è in un tiro alla fune tra un eccesso di offerta guidato dalla cautela e speranze di domanda basate su una politica monetaria più accomodante,” ha aggiunto Sachdeva.

  • L’oro prolunga il rally mentre aumentano le scommesse su un taglio dei tassi a dicembre; in arrivo una raffica di dati USA

    L’oro prolunga il rally mentre aumentano le scommesse su un taglio dei tassi a dicembre; in arrivo una raffica di dati USA

    I prezzi dell’oro hanno continuato a salire nelle contrattazioni asiatiche di martedì, ampliando i forti guadagni della notte precedente mentre i mercati rafforzavano le aspettative di un taglio dei tassi da parte della Federal Reserve nella riunione di dicembre.

    La cautela degli investitori in vista di una serie di importanti dati economici statunitensi ha sostenuto la domanda di beni rifugio, con l’oro in aumento nonostante la tenuta del dollaro. Anche i metalli industriali si sono mossi al rialzo.

    L’oro spot è salito dello 0,3% a 4.145,57 dollari l’oncia, mentre i future sull’oro con consegna a febbraio sono aumentati dello 0,2% a 4.180,0 dollari/oncia alle 23:46 ET (04:46 GMT).

    Scommesse sui tassi in forte aumento dopo segnali accomodanti dalla Fed

    Le aspettative di un taglio dei tassi a dicembre sono aumentate in modo marcato dopo le recenti dichiarazioni di due funzionari della Federal Reserve che hanno lasciato intendere il loro sostegno a un nuovo allentamento.

    Secondo il CME FedWatch, i mercati assegnano ora una probabilità del 77,2% a un taglio di 25 punti base nella riunione del 9–10 dicembre, in netto aumento rispetto al 41,8% della settimana precedente.

    Tassi più bassi rendono più attraenti gli asset privi di rendimento come l’oro, riducendo il costo opportunità di detenerli. Il metallo prezioso ha toccato diversi massimi storici quest’anno grazie ai tagli operati dalla Fed nelle ultime due riunioni.

    La domanda rifugio è stata sostenuta anche dalle crescenti tensioni geopolitiche tra Cina e Giappone, oltre che dai timori per livelli elevati di spesa pubblica nei Paesi sviluppati.

    Tra gli altri metalli preziosi, il platino spot è salito dello 0,5% a 1.570,65 dollari/oncia, mentre l’argento spot ha guadagnato lo 0,8% a 51,5555 dollari/oncia.
    Il rame ha registrato un rialzo dell’1,2%, con i future del London Metal Exchange a 10.887,0 dollari la tonnellata.

    Investitori in attesa dei nuovi dati USA per ulteriori indicazioni sui tassi

    I movimenti sui metalli sono rimasti limitati mentre il mercato attende una serie di importanti dati statunitensi nei prossimi giorni.

    Sebbene i dati si riferiscano a settembre, saranno probabilmente gli ultimi indicatori disponibili per la Fed prima della riunione di dicembre.
    Nella giornata sono attesi i numeri su inflazione alla produzione e vendite al dettaglio, mentre domani arriverà il dato PCE, l’indicatore d’inflazione preferito dalla Fed.

    Le autorità USA hanno segnalato che i dati di ottobre su inflazione e lavoro potrebbero non essere mai pubblicati a causa del prolungato shutdown governativo, circostanza che in precedenza aveva alimentato l’ipotesi di una possibile pausa della Fed a dicembre data la scarsa visibilità sulle condizioni economiche.

  • Il dollaro rimane stabile in attesa di una raffica di dati; l’euro è sottovalutato

    Il dollaro rimane stabile in attesa di una raffica di dati; l’euro è sottovalutato

    Il dollaro USA è rimasto sostanzialmente stabile martedì, mentre i mercati valutari hanno fatto una pausa in vista del rilascio di numerosi dati economici ritardati che potrebbero chiarire se la Federal Reserve ridurrà i tassi il mese prossimo.

    Alle 04:15 ET (09:15 GMT), il Dollar Index — che misura il biglietto verde contro un paniere di sei valute — si attestava intorno a 100,072, senza grandi variazioni.

    Dollaro in attesa dei dati chiave

    Il governatore della Fed Christopher Waller ha dichiarato lunedì che il mercato del lavoro è abbastanza debole da giustificare un nuovo taglio dei tassi di un quarto di punto a dicembre, riecheggiando le osservazioni del presidente della Fed di New York John Williams di fine settimana scorsa.

    Il tono accomodante ha fatto impennare rapidamente le aspettative di un taglio, con il CME FedWatch che ora assegna una probabilità dell’81%, rispetto al 42% di una settimana fa.

    Tuttavia, i verbali dell’ultima riunione della Fed hanno mostrato divisioni interne fra i responsabili politici, rendendo ancora più cruciali i dati in arrivo — molti dei quali ritardati dal lungo shutdown governativo.

    Nel corso della giornata saranno pubblicati i numeri sull’inflazione dei prezzi alla produzione e sulle vendite al dettaglio di settembre, mentre mercoledì arriverà l’indice dei prezzi PCE, la misura dell’inflazione preferita dalla Fed.

    Questi rapporti rappresenteranno le ultime letture economiche prima della riunione di dicembre, poiché le autorità hanno segnalato che i dati di ottobre su inflazione e mercato del lavoro probabilmente non verranno mai diffusi.

    “I mercati sono tornati a prezzare 19 punti base di allentamento per dicembre, ma il dollaro è rimasto resiliente,” hanno scritto gli analisti di ING. “Alcuni flussi di ribilanciamento di fine anno prima del Thanksgiving potrebbero interferire, ma a meno che i mercati non rivedano una visione più hawkish, il dollaro sembra troppo forte rispetto ai differenziali dei tassi a breve termine a questi livelli, e vediamo rischi di ribasso significativi.”

    ING: Euro sottovalutato rispetto al dollaro

    In Europa, EUR/USD è salito dello 0,1% a 1,1529 dopo piccoli guadagni notturni.

    Nuovi dati hanno confermato che l’economia tedesca è rimasta piatta nel terzo trimestre 2025, in linea con la stima preliminare.

    Questo segue l’indice Ifo di novembre, pubblicato lunedì, che ha mostrato un calo dell’ottimismo delle imprese tedesche e suggerisce un finale d’anno complicato.

    “L’EUR non ha ancora beneficiato in modo concreto dei colloqui di pace sull’Ucraina, e questa mattina scambia con una sottovalutazione del 2% rispetto al USD,” ha affermato ING.

    Anche GBP/USD è salito dello 0,1% a 1,3114, mentre cresce la cautela prima della presentazione del bilancio britannico di mercoledì.

    La ministra delle finanze Rachel Reeves dovrebbe aumentare le tasse per rispettare gli obiettivi fiscali, anche se sarà riluttante a frenare ulteriormente una crescita già debole.

    Lo yen resta sotto osservazione per un possibile intervento

    In Asia, USD/JPY è sceso dello 0,1% a 156,62, mantenendo lo yen in un’area che in passato ha spinto il governo giapponese a intervenire.

    Funzionari di Tokyo hanno avvertito dei rischi di un ulteriore indebolimento dello yen, ma finora non si è visto nessun intervento diretto.

    “La liquidità ridotta per il Thanksgiving potrebbe offrire condizioni favorevoli alla BoJ per intervenire su USD/JPY, idealmente dopo una correzione guidata dal mercato,” ha dichiarato ING. “I dati USA potrebbero fornire il catalizzatore per tale correzione, ma non oggi secondo noi.”

    USD/CNY è sceso dello 0,1% a 7,0949, con un lieve rafforzamento dello yuan grazie alle prospettive di miglioramento delle relazioni sino-americane. Il presidente USA Donald Trump ha annunciato una visita a Pechino in aprile.

    Nel frattempo, AUD/USD è sceso dello 0,1% a 0,6455, mentre NZD/USD ha perso lo 0,2% a 0,5599 in vista della decisione della Reserve Bank of New Zealand attesa più tardi.

  • Dow Jones, S&P, Nasdaq, Wall Street, Futures, I mercati guardano ai nuovi dati USA, ai segnali della Fed e agli utili di Dell

    Dow Jones, S&P, Nasdaq, Wall Street, Futures, I mercati guardano ai nuovi dati USA, ai segnali della Fed e agli utili di Dell

    I futures sugli indici azionari statunitensi sono scesi leggermente martedì, mentre gli investitori si preparano a una serie di importanti dati economici rimasti in sospeso. Numerosi indicatori — tra cui vendite al dettaglio e prezzi alla produzione — offriranno un quadro aggiornato dell’economia, mentre i funzionari della Federal Reserve continuano a discutere la direzione dei tassi d’interesse. Intanto Google (NASDAQ:GOOG) starebbe accelerando i propri piani per competere con Nvidia (NASDAQ:NVDA) nel mercato dei chip legati all’intelligenza artificiale, e Dell (NYSE:DELL) è attesa alla pubblicazione dei risultati trimestrali.

    Futures in lieve calo

    I futures sugli indici USA sono scivolati martedì mattina, segnalando cautela in vista di una settimana densa di dati macroeconomici.

    Alle 02:35 ET, i futures sul Dow erano in calo di 42 punti (0,1%), quelli sullo S&P 500 scendevano di 7 punti (0,1%) e i futures sul Nasdaq 100 perdevano 46 punti (0,2%).
    Wall Street aveva chiuso in rialzo lunedì, inaugurando una settimana di contrattazioni accorciata dalla festività del Thanksgiving.

    Il sentiment è stato sostenuto dai commenti di vari funzionari della Federal Reserve, che hanno rafforzato le speranze di un taglio dei tassi nella riunione di dicembre. Queste aspettative hanno compensato in parte i timori legati a una possibile bolla dell’intelligenza artificiale, aggravati dal crescente ricorso al debito per finanziare infrastrutture dedicate.

    Gli analisti di Vital Knowledge hanno osservato che questa narrativa cupa mostra segnali di “stabilizzazione”.

    “Il denaro non sta uscendo dall’AI, ma si sta spostando,” hanno affermato, indicando nuovi flussi verso Google e Broadcom (NASDAQ:AVGO) grazie al modello Gemini di Google e ai chip ottimizzati per l’AI.
    Hanno aggiunto che, in tale contesto, “c’è un po’ più di conforto nella prospettiva di un rally di fine anno,” pur notando che gli investitori rimangono prudenti dopo la recente volatilità.

    Arrivano i dati USA dopo lo shutdown

    Gli operatori volgono ora lo sguardo al calendario economico americano, nuovamente ricco di dati dopo la fine dello storico shutdown federale che aveva ritardato diverse pubblicazioni.

    Il blocco prolungato ha lasciato la banca centrale senza informazioni aggiornate, complicando le decisioni su investimenti, costo del credito e tassi.

    Martedì verranno diffusi i dati di settembre su vendite al dettaglio e prezzi alla produzione. La spesa dei consumatori — che rappresenta oltre due terzi dell’economia USA — resta centrale, mentre l’inflazione rimane ostinata.
    Tuttavia, poiché i dati risalgono a due mesi fa, gli analisti avvertono che le condizioni potrebbero essere cambiate sensibilmente.

    La Fed divisa sulla prossima mossa

    Il quadro incerto rende più difficile la decisione della Federal Reserve nella riunione di dicembre.

    I funzionari restano divisi tra il taglio dei tassi per la terza riunione consecutiva e il mantenimento dell’attuale intervallo del 3,75%–4%.

    La presidente della Fed di San Francisco, Mary Daly, e il governatore Christopher Waller hanno lasciato intendere lunedì di preferire un altro taglio, privilegiando il sostegno al mercato del lavoro indebolito rispetto all’inflazione persistente. Le probabilità di un taglio di 25 punti base sono quindi aumentate.

    Altri membri della Fed hanno però messo in guardia dal tagliare i tassi senza dati aggiornati e hanno espresso timori per il percorso oltre dicembre.
    Secondo il Wall Street Journal, la decisione finale spetterà a Jerome Powell — scelta comunque delicata in entrambi i casi.

    Accordo sui chip AI tra Google e Meta in discussione

    Google starebbe intensificando la competizione con Nvidia nel settore dei chip AI, e Meta Platforms (NASDAQ:META) potrebbe diventare un cliente chiave, secondo The Information.

    Google finora ha utilizzato i suoi chip TPU solo nei propri data center, ma ora, secondo il report, sta proponendo ai clienti di installarli direttamente nelle loro strutture.

    Meta, proprietaria di Facebook e Instagram, sarebbe in trattative per investire miliardi nell’adozione dei TPU a partire dal 2027, affittando anche capacità TPU da Google Cloud già dal prossimo anno. Attualmente Meta si affida soprattutto alle GPU Nvidia.

    Nel premarket USA, Alphabet era in rialzo mentre Nvidia perdeva oltre il 2%.

    Dell si prepara ai risultati trimestrali

    Dell Technologies pubblicherà i risultati dopo la chiusura di Wall Street, chiudendo la stagione degli utili.

    L’azienda — che serve clienti come CoreWeave e xAI di Elon Musk — ha quasi raddoppiato a ottobre il suo obiettivo di crescita dell’utile annuo per i prossimi quattro anni, segno della forte domanda per i suoi server dedicati all’AI.

    La crescita dell’utile per azione rettificato è ora stimata ad almeno il 15% annuo, rispetto all’8% precedente. I ricavi annualizzati dovrebbero crescere tra il 7% e il 9%, contro una precedente indicazione del 3%–4%.

    L’impennata degli investimenti nei server Dell ha consolidato la sua posizione come uno dei principali beneficiari del boom dell’AI, sebbene gli analisti temano la pressione dei costi e la concorrenza elevata.

    Alibaba e Analog Devices pubblicheranno i loro risultati prima dell’apertura dei mercati USA.