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  • Stellantis registra il terzo mese consecutivo di crescita delle vendite in Europa

    Stellantis registra il terzo mese consecutivo di crescita delle vendite in Europa

    Stellantis (BIT:STLAM) ha proseguito la sua traiettoria positiva nel mercato europeo (UE, EFTA, Regno Unito), registrando un aumento delle vendite per il terzo mese consecutivo dopo i buoni risultati di agosto. A settembre, il costruttore automobilistico ha consegnato 165.457 veicoli nella regione, con un incremento dell’11,5% su base annua, portando la propria quota di mercato dal 13,3% del 2024 al 13,4%.

    Nonostante questo slancio recente, le immatricolazioni complessive di Stellantis nei primi nove mesi del 2025 sono diminuite del 5,6%, attestandosi a 1.464.419 unità. La quota di mercato nello stesso periodo è scesa leggermente dal 15,9% al 14,7%. Tra i marchi del gruppo, Alfa Romeo ha registrato la migliore performance con un aumento del 39,4% nelle immatricolazioni, mentre Lancia ha subito un crollo del 71%.

    «Uno dei principali fattori di questa performance è stata la strategia delle ‘smart car’. Modelli come Citroën C3, Citroën C3 Aircross, Fiat Grande Panda e Opel Frontera hanno registrato un forte incremento degli ordini, contribuendo a mantenere la leadership di Stellantis nel segmento strategico dei veicoli ibridi, con una quota del 15,2% da gennaio, in aumento di 4,1 punti percentuali rispetto a settembre 2024», ha dichiarato l’azienda.

    Il buon risultato si inserisce in un contesto più ampio di ripresa per il mercato europeo, che a settembre è cresciuto del 10,7% raggiungendo 1.236.876 veicoli immatricolati. La crescita è stata trainata da incrementi a doppia cifra in Spagna (+16,4%) e Germania (+12,8%), oltre ai progressi registrati in Italia (+4,2%) e Francia (+1%). Questa ripresa compensa la debolezza della prima parte dell’anno e consente al mercato di chiudere i primi nove mesi con un lieve surplus rispetto al 2024.

    Il segmento dell’elettrificazione ha mostrato una forte dinamica, con le immatricolazioni di ibridi plug-in in aumento del 32% su base annua. La loro quota sul totale è passata dal 7,1% nei primi nove mesi del 2024 al 9,3% nello stesso periodo di quest’anno. L’Italia rimane indietro, con una crescita del 26,6% delle immatricolazioni di auto elettriche, ma una quota di mercato salita solo dal 4% al 5,2%. Gli analisti attendono con attenzione i dati di ottobre per valutare l’impatto dei nuovi incentivi introdotti la scorsa settimana.

    Anche altri grandi costruttori hanno registrato risultati positivi: Renault ha visto le proprie immatricolazioni crescere del 15,2%, mentre Volkswagen Group ha registrato un aumento del 4,4% da inizio anno e del 9,7% a settembre. Tra i player emergenti, SAIC Motor ha raggiunto una quota di mercato del 2,7% per il mese, mentre Tesla, Inc. è scesa al 3,2% a settembre e all’1,7% da inizio anno. BYD Company ha raggiunto il 2% per il mese, quadruplicando la propria quota rispetto allo stesso periodo del 2024.

    «Nel settembre 2025, le nuove immatricolazioni di auto nell’UE sono aumentate dello 0,9% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, segnando il terzo mese consecutivo di crescita», ha sottolineato la European Automobile Manufacturers’ Association (ACEA). L’associazione ha attribuito parte di questo slancio ai nuovi lanci di modelli, che a settembre hanno registrato un aumento del 10%. La quota dei veicoli 100% elettrici è rimasta stabile al 16,1% da inizio anno, mentre gli ibridi si confermano la scelta preferita dagli acquirenti.

    «Questa è indubbiamente una buona notizia, accompagnata da ulteriori segnali positivi per le auto elettriche che, nel periodo gennaio-settembre, hanno raggiunto in Europa occidentale 1.796.688 immatricolazioni, con un aumento del 25,4% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, portando la quota di mercato al 18,1% contro il 14,7% del 2024», ha aggiunto il Promotor Research Center diretto da Gian Primo Quagliano.

  • Piazza Affari apre piatta: focus su Fed, relazioni USA-Cina e calo del petrolio

    Piazza Affari apre piatta: focus su Fed, relazioni USA-Cina e calo del petrolio

    La Borsa Italiana ha aperto la seduta di martedì con movimenti contenuti, in linea con l’andamento cauto delle principali borse europee dopo il rally della giornata precedente.

    Il sentiment degli investitori resta legato alle aspettative sul fronte commerciale tra Stati Uniti e Cina, mentre i mercati guardano al viaggio in Asia del presidente USA Donald Trump e al suo incontro con il presidente cinese Xi Jinping previsto per giovedì.

    L’attenzione è puntata anche sulla riunione della Federal Reserve System, che si apre oggi e dovrebbe concludersi domani con un nuovo taglio dei tassi di 25 punti base. Gli investitori ascolteranno con attenzione le dichiarazioni del presidente Jerome Powell per avere indicazioni più chiare sul futuro percorso di politica monetaria. Non sono invece attese modifiche di rilievo dalla riunione della European Central Bank in programma nei prossimi giorni.

    Intorno alle 9:35, l’indice FTSE MIB segnava un lieve rialzo dello 0,1%. I titoli energetici hanno risentito della discesa dei prezzi del greggio, dopo le indiscrezioni secondo cui l’OPEC+ potrebbe aumentare la produzione. ENI (BIT:ENI) ha perso l’1,1%, mentre Saipem (BIT:SPM) è scesa dello 0,6%. Inoltre, HSBC ha abbassato il rating su ENI da “buy” a “hold”, pur alzando leggermente il target price da 16,30 a 16,50 euro.

    Debole anche il comparto industriale: Buzzi Unicem (BIT:BZU) ha perso lo 0,9%, Amplifon (BIT:AMP) lo 0,6% e Interpump Group (BIT:IP) lo 0,5%.

    In controtendenza il settore dei chip e delle utility. STMicroelectronics (BIT:STM) è salita del 2%, mentre Stellantis (BIT:STLAM) è rimasta invariata dopo la pubblicazione dei dati sulle immatricolazioni europee. Le banche hanno recuperato dopo un avvio debole: Banca Monte dei Paschi di Siena (BIT:BMPS) ha guadagnato l’1,2% e BPER Banca (BIT:BPE) lo 0,6%.

    Fuori dall’indice principale, Avio (BIT:AVIO) è balzata del 2,9% dopo aver pubblicato risultati trimestrali in linea con le attese e aver confermato la guidance per il 2025. L’azienda ha inoltre ribadito l’obiettivo di completare l’aumento di capitale da 400 milioni di euro entro la fine dell’anno.

  • La fiducia di imprese e consumatori in Italia migliora a ottobre

    La fiducia di imprese e consumatori in Italia migliora a ottobre

    La fiducia delle imprese e delle famiglie italiane è aumentata a ottobre, superando le previsioni di mercato e offrendo un segnale incoraggiante per la terza economia dell’area euro.

    Secondo i dati pubblicati martedì dall’Istituto Nazionale di Statistica (ISTAT), l’indice composito di fiducia delle imprese — che riflette il sentiment nei settori manifatturiero, commerciale, edilizio e dei servizi — è salito a 94,3 a ottobre rispetto a 93,7 di settembre.

    Anche l’indice manifatturiero ha registrato un progresso, passando da 87,4 a 88,3, superando così le aspettative degli analisti fissate a 87,5.

    I dati sulla fiducia migliori del previsto indicano un crescente ottimismo nell’economia italiana, un attore chiave dell’area euro, e suggeriscono una certa resilienza nonostante i venti contrari sul fronte macroeconomico.

  • I prezzi del rame si avvicinano ai massimi storici grazie all’ottimismo sui rapporti commerciali USA-Cina

    I prezzi del rame si avvicinano ai massimi storici grazie all’ottimismo sui rapporti commerciali USA-Cina

    I prezzi del rame sono aumentati lunedì, avvicinandosi ai massimi storici, sostenuti da un rinnovato ottimismo sui rapporti commerciali tra Stati Uniti e Cina in vista dell’incontro previsto per questa settimana tra Donald Trump e Xi Jinping.

    Sulla London Metal Exchange, i futures sul rame sono saliti dell’1% a 10.962 dollari per tonnellata metrica, avvicinandosi al record assoluto di 11.104,50 dollari raggiunto nel maggio 2024.

    Le speranze di un accordo commerciale tra Washington e Pechino hanno contribuito ad allentare i timori di nuove tensioni commerciali, considerate una minaccia per la crescita economica globale e per la domanda di metalli industriali.

    Il rally del rame è sostenuto anche dalle aspettative di un taglio dei tassi d’interesse da parte della Federal Reserve System questa settimana. I dati sull’inflazione statunitense più deboli del previsto hanno rafforzato le scommesse del mercato su una politica monetaria più accomodante.

    Mentre il rame guadagna terreno, i prezzi dell’alluminio si muovono in direzione opposta, con i futures sulla London Metal Exchange in calo dello 0,1% a 2.859 dollari per tonnellata.

  • Dow Jones, S&P, Nasdaq, Futures di Wall Street in rialzo grazie all’ottimismo sui negoziati USA–Cina

    Dow Jones, S&P, Nasdaq, Futures di Wall Street in rialzo grazie all’ottimismo sui negoziati USA–Cina

    I futures sugli indici statunitensi sono saliti lunedì, segnalando un avvio di settimana positivo grazie al rinnovato ottimismo sui negoziati commerciali tra Washington e Pechino e in vista della decisione di politica monetaria della Federal Reserve.

    L’incontro di questa settimana tra il presidente degli Stati Uniti Donald Trump e il presidente cinese Xi Jinping è atteso con grande attenzione, con gli investitori che sperano in un passo avanti decisivo su tariffe e commercio.

    Durante il fine settimana, il Segretario al Tesoro Scott Bessent ha incontrato funzionari cinesi in Malesia, descrivendo i colloqui come un “quadro molto positivo” che servirà da base per l’incontro tra i due leader previsto per giovedì. Bessent ha inoltre indicato che Pechino dovrebbe riprendere gli acquisti di soia statunitense e posticipare le restrizioni sulle esportazioni di terre rare, una delle principali fonti di tensione recente.

    Parlando durante il viaggio verso il Giappone, Trump ha espresso fiducia nei negoziati, affermando di aspettarsi “un accordo con la Cina” dopo aver firmato nuovi accordi commerciali e minerari con Malesia e Cambogia.

    Anche le aspettative di un nuovo allentamento monetario contribuiscono al clima positivo. Si prevede che la Fed taglierà i tassi di interesse di 25 punti base mercoledì. Gli operatori seguiranno con attenzione le indicazioni che potrebbero suggerire ulteriori riduzioni entro fine anno.

    Secondo il FedWatch Tool della CME Group, c’è una probabilità del 96,7% di un taglio di un quarto di punto questa settimana e del 95,8% di un altro taglio a dicembre.

    La scorsa settimana, i principali indici hanno chiuso ai massimi storici: il Dow Jones Industrial Average è salito di 472,51 punti (+1,0%) a 47.207,12, il Nasdaq Composite di 263,07 punti (+1,2%) a 23.204,87 e lo S&P 500 di 53,25 punti (+0,8%) a 6.791,69.

    Per la settimana, l’S&P è cresciuto dell’1,9%, mentre Dow e Nasdaq sono avanzati rispettivamente del 2,2% e 2,3%, sostenuti da segnali di inflazione più bassa che supportano la prospettiva di ulteriori tagli dei tassi.

    I dati del U.S. Department of Labor hanno mostrato che i prezzi al consumo sono aumentati dello 0,3% a settembre, al di sotto dello 0,4% previsto, mentre l’inflazione annua è salita al 3,0%, leggermente inferiore alle attese. L’inflazione core è cresciuta dello 0,2% su base mensile e si è attestata al 3,0% su base annua.

    “L’inflazione dei consumatori è stata più bassa del previsto a settembre, rafforzando le aspettative che la Fed taglierà nuovamente i tassi alla riunione della prossima settimana,” ha dichiarato Kathy Bostjancic, capo economista di Nationwide.

    Ha aggiunto: “Continuiamo a ritenere che la Fed ridurrà il tasso sui fed funds di altri 50 punti base entro la fine dell’anno, poiché l’indebolimento del mercato del lavoro pesa più delle preoccupazioni per un’inflazione moderatamente più alta, dovuta principalmente ai dazi.”

    Anche gli utili aziendali hanno contribuito al rally. Le azioni di Ford Motor Company (NYSE:F) sono balzate del 12,2% dopo risultati trimestrali superiori alle attese. Procter & Gamble (NYSE:PG) ha guadagnato lo 0,9% e Intel Corporation (NASDAQ:INTC) lo 0,3% nonostante il ridimensionamento dei guadagni iniziali.

    Il settore dell’hardware ha guidato i rialzi, con l’NYSE Arca Computer Hardware Index in crescita del 3,2% a un massimo storico. Anche i titoli bancari hanno brillato, con un aumento del 2,1% dell’KBW Bank Index, mentre semiconduttori, brokeraggio e networking hanno registrato forti guadagni. Le azioni aurifere hanno invece perso terreno a causa di un leggero calo dei prezzi dell’oro.

  • DAX, CAC, FTSE100, Le Borse europee si avvicinano ai massimi storici grazie all’ottimismo commerciale

    DAX, CAC, FTSE100, Le Borse europee si avvicinano ai massimi storici grazie all’ottimismo commerciale

    Le borse europee hanno iniziato la settimana vicine ai livelli record, spinte dal rinnovato ottimismo dopo i segnali di un allentamento delle tensioni commerciali tra Stati Uniti e Cina.

    Gli investitori guardano anche a una settimana intensa sul fronte delle banche centrali, con le prossime decisioni sui tassi di interesse della Federal Reserve, della European Central Bank e della Bank of Japan. I mercati si aspettano un taglio di 25 punti base da parte della Fed, mentre la BCE e la BoJ dovrebbero mantenere i tassi invariati.

    La stagione degli utili resta sotto i riflettori con i risultati trimestrali in arrivo da alcune delle principali aziende tecnologiche statunitensi, tra cui Apple Inc. (NASDAQ:AAPL) e Microsoft Corp. (NASDAQ:MSFT).

    A livello di indici europei, il FTSE 100 di Londra è salito dello 0,1%, il DAX di Francoforte è rimasto poco sotto la parità e il CAC 40 di Parigi ha perso lo 0,1%.

    Le azioni di Porsche AG (BIT:1PORS) sono salite nonostante l’azienda abbia registrato un calo del 96% degli utili nei primi nove mesi del 2025, a causa degli elevati costi di ristrutturazione legati alla revisione della strategia per i veicoli elettrici e della domanda in calo in Cina.

    Nel frattempo, le azioni di Novartis (NYSE:NVS) sono scese dopo che la società farmaceutica svizzera ha confermato l’acquisizione in contanti da 12 miliardi di dollari di Avidity Biosciences (NASDAQ:RNA).

    Anche HSBC Holdings (LSE:HSBA) ha registrato un calo dopo aver comunicato un accantonamento di 1,1 miliardi di dollari legato alla sconfitta in appello nella causa Madoff, incluso nei risultati del terzo trimestre.

  • Dow Jones, S&P, Nasdaq, Futures di Wall Street in rialzo grazie ai progressi sui negoziati USA–Cina e alle trimestrali

    Dow Jones, S&P, Nasdaq, Futures di Wall Street in rialzo grazie ai progressi sui negoziati USA–Cina e alle trimestrali

    I futures azionari statunitensi sono saliti lunedì mattina, sostenuti dall’ottimismo per i progressi nei colloqui commerciali tra Stati Uniti e Cina e in vista di una settimana intensa, con numerose trimestrali e decisioni chiave delle banche centrali. Funzionari di entrambi i Paesi hanno confermato di aver raggiunto un accordo quadro in vista del tanto atteso incontro tra i due leader. Allo stesso tempo, Donald Trump ha dichiarato che la decisione sul prossimo presidente della Federal Reserve potrebbe arrivare entro la fine dell’anno.

    Futures in crescita

    Il tono positivo segue la chiusura record di venerdì, quando tutti i principali indici statunitensi sono saliti grazie a dati sull’inflazione più deboli del previsto. Alle 03:58 ET, i futures sul Dow Jones guadagnavano 323 punti (+0,7%), quelli sull’S&P 500 salivano di 58 punti (+0,9%) e i futures sul Nasdaq 100 avanzavano di 285 punti (+1,1%).

    Gli investitori si preparano a una settimana segnata dalle trimestrali dei colossi tech e da importanti decisioni di politica monetaria, incluso il meeting della Fed. Secondo il FedWatch Tool della CME, i mercati stanno già scontando un taglio dei tassi nella riunione di due giorni che inizierà martedì, con oltre il 95% di probabilità di un ulteriore intervento a dicembre.

    Le trimestrali aziendali hanno contribuito al sentiment positivo. Nonostante la mancanza di nuovi dati macroeconomici a causa della chiusura prolungata del governo federale, gli analisti prevedono ora una crescita degli utili dell’S&P 500 del 10,4% rispetto all’anno scorso, rispetto all’8,8% stimato a inizio ottobre, secondo LSEG citata da Reuters.

    L’accordo commerciale alimenta l’ottimismo

    Gli investitori hanno accolto con favore i segnali di distensione tra Washington e Pechino. Durante il weekend, i negoziatori di entrambi i Paesi hanno annunciato di aver raggiunto un accordo quadro su dazi e altre questioni, spianando la strada all’incontro di giovedì tra Trump e Xi Jinping in Corea del Sud.

    Jamieson Greer, rappresentante commerciale degli Stati Uniti, ha dichiarato in Malesia che i colloqui stanno entrando nella fase in cui “gli ultimi dettagli” potrebbero essere finalizzati. Li Chenggang, capo negoziatore cinese, ha aggiunto che è stato raggiunto un “consenso preliminare” dopo “discussioni franche e approfondite”.

    L’intesa arriva dopo settimane di tensione, alimentate dalla minaccia di Trump di imporre dazi a tre cifre in risposta ai limiti cinesi sulle esportazioni di terre rare. Il Segretario al Tesoro USA Scott Bessent ha detto all’emittente ABC, nel programma This Week, di ritenere che i dazi “verranno evitati” e che la Cina è pronta a fare “concessioni” sui controlli alle esportazioni.

    Trump annuncia decisione sulla Fed entro fine anno

    Oltre alla questione commerciale, Trump ha indicato che potrebbe annunciare la sua scelta per il prossimo presidente della Fed entro la fine dell’anno. Sebbene Jerome Powell, nominato da Trump nel 2017, sia ancora nel suo mandato, il presidente ha spesso criticato l’approccio prudente della Fed, sollecitando tagli dei tassi più rapidi e incisivi.

    Bessent ha dichiarato che l’amministrazione sta preparando una “buona rosa” di candidati “subito dopo il Giorno del Ringraziamento”. Tra i nomi citati figurano Kevin Hassett, Kevin Warsh, Christopher Waller, Michelle Bowman e Rick Rieder.

    Trimestrali in primo piano

    La settimana degli utili si apre con Keurig Dr Pepper (NASDAQ:KDP), per cui le stime Bloomberg prevedono un utile per azione rettificato di 0,54 dollari e ricavi per 4,15 miliardi di dollari. Gli investitori monitoreranno eventuali aggiornamenti sull’impatto delle tensioni commerciali, inclusa la decisione di Trump di imporre un nuovo dazio del 10% sui beni canadesi.

    Più avanti, l’attenzione si sposterà sui colossi tecnologici. Sono attesi i risultati di Alphabet Inc. (NASDAQ:GOOG), Meta Platforms (NASDAQ:META) e Microsoft (NASDAQ:MSFT) mercoledì, seguiti da Apple Inc. (NASDAQ:AAPL) e Amazon.com, Inc. (NASDAQ:AMZN) giovedì.

    L’oro arretra con il ritorno dell’appetito per il rischio

    I prezzi dell’oro hanno esteso le perdite della scorsa settimana, penalizzati dal miglioramento del sentiment di mercato e dal calo della domanda di beni rifugio. L’oro spot è sceso dell’1,3% a 4.060,80 dollari l’oncia alle 00:44 ET, mentre i future USA sull’oro sono calati dell’1,6% a 4.072,60 dollari.

    Le aspettative di un taglio dei tassi da parte della Fed hanno però limitato ulteriori ribassi, poiché un contesto di tassi bassi tende a sostenere l’oro. Il metallo prezioso ha interrotto di recente una serie di nove settimane consecutive di rialzo, dopo aver superato i 4.300 dollari l’oncia.

  • Il prezzo del petrolio sale mentre l’intesa commerciale USA–Cina rafforza la fiducia dei mercati

    Il prezzo del petrolio sale mentre l’intesa commerciale USA–Cina rafforza la fiducia dei mercati

    I prezzi del greggio sono aumentati lunedì dopo che funzionari economici di Stati Uniti e Cina hanno raggiunto un’intesa preliminare su un accordo commerciale, attenuando i timori che dazi e controlli sulle esportazioni tra i due maggiori consumatori di petrolio al mondo possano rallentare la crescita economica globale.

    I future sul Brent sono saliti di 47 centesimi, pari allo 0,71%, a 66,41 dollari al barile alle 06:29 GMT, mentre i future sul greggio statunitense West Texas Intermediate hanno guadagnato 44 centesimi, ovvero lo 0,72%, a 61,94 dollari. Entrambi i contratti avevano già registrato forti rialzi la settimana precedente — rispettivamente dell’8,9% e del 7,7% — sostenuti dalle nuove sanzioni USA e UE nei confronti della Russia.

    Haitong Securities ha dichiarato in una nota ai clienti che l’ottimismo è cresciuto grazie alle nuove sanzioni e ai segnali di allentamento delle tensioni commerciali tra Stati Uniti e Cina, bilanciando così le preoccupazioni per l’eccesso di offerta che avevano pesato sui prezzi all’inizio di ottobre.

    Il Segretario al Tesoro USA Scott Bessent ha dichiarato domenica che funzionari statunitensi e cinesi hanno raggiunto un “quadro molto sostanziale” per un accordo commerciale, aprendo la strada a un incontro tra il presidente Donald Trump e il presidente Xi Jinping per discutere di cooperazione economica questa settimana.

    Bessent ha spiegato che l’intesa eviterà dazi statunitensi al 100% sulle merci cinesi e includerà il rinvio dei controlli sulle esportazioni di terre rare da parte della Cina.

    Trump ha espresso fiducia nei negoziati, dichiarando di aspettarsi incontri sia in Cina che negli Stati Uniti.

    “Penso che avremo un accordo con la Cina”, ha detto Trump. “Li incontreremo più avanti in Cina e li incontreremo negli Stati Uniti, a Washington o a Mar-a-Lago”.

    Secondo Tony Sycamore, analista di mercato presso IG Group, l’annuncio ha contribuito ad alleviare i timori che la Russia possa rispondere alle nuove sanzioni statunitensi contro Rosneft e Lukoil offrendo sconti aggressivi e utilizzando flotte ombra per mantenere le vendite.

    “Tuttavia, se le sanzioni sull’energia russa si riveleranno meno efficaci del previsto, le pressioni da eccesso di offerta potrebbero tornare sul mercato”, ha affermato l’analista di Haitong Securities Yang An.

  • Il prezzo dell’oro scende ancora mentre l’ottimismo USA–Cina riduce la domanda di beni rifugio

    Il prezzo dell’oro scende ancora mentre l’ottimismo USA–Cina riduce la domanda di beni rifugio

    L’oro ha continuato a perdere terreno durante le contrattazioni asiatiche di lunedì, estendendo il calo della settimana scorsa, poiché il miglioramento del sentiment sui negoziati commerciali tra Stati Uniti e Cina ha ridotto la domanda per il metallo prezioso come bene rifugio. Gli operatori guardano ora alla Federal Reserve, che dovrebbe annunciare un taglio dei tassi d’interesse entro la settimana.

    L’oro spot è sceso dell’1,3% a 4.060,80 dollari l’oncia alle 00:44 ET (04:44 GMT), mentre i futures sull’oro statunitense sono arretrati dell’1,6% a 4.072,60 dollari. Il ribasso arriva dopo la fine di una serie positiva durata nove settimane, durante la quale i prezzi avevano raggiunto massimi storici sopra i 4.300 dollari l’oncia, sostenuti da tensioni geopolitiche e aspettative di allentamento monetario.

    L’intesa commerciale riduce l’appeal dell’oro

    Il nuovo calo segue un passo avanti nei colloqui commerciali: nel fine settimana, funzionari di Stati Uniti e Cina hanno raggiunto un’intesa preliminare a margine degli incontri dell’ASEAN in Malesia. L’accordo dovrebbe essere finalizzato quando Donald Trump e Xi Jinping si incontreranno in Corea del Sud più avanti nella settimana, con l’obiettivo di estendere la tregua commerciale e gettare le basi per un’intesa più ampia.

    “La minaccia del dazio al 100% è svanita, così come la minaccia che la Cina dia inizio a un regime di controllo globale delle esportazioni”, ha dichiarato l’alto funzionario del Tesoro USA Scott Bessent, suggerendo che il rischio di una nuova escalation commerciale si è ridotto.

    Il miglioramento del sentiment ha spinto gli investitori verso asset più rischiosi, penalizzando l’oro.

    Decisione della Fed nel mirino

    Le aspettative di un taglio dei tassi da parte della Fed nella riunione del 29 ottobre hanno comunque contenuto le perdite dell’oro. Il dato sull’inflazione USA (CPI) più debole delle attese diffuso la scorsa settimana ha rafforzato le scommesse su un taglio di 25 punti base, mentre i trader attendono indicazioni su eventuali ulteriori mosse entro fine anno.

    Tassi d’interesse più bassi tendono a favorire l’oro, riducendo il costo opportunità di detenere asset non remunerativi e indebolendo il dollaro USA, rendendo così il metallo più appetibile per gli investitori esteri.

    Andamento contrastante nei metalli

    Anche gli altri metalli preziosi hanno registrato ribassi lunedì. I futures sull’argento sono calati dell’1,4% a 47,91 dollari l’oncia, mentre quelli sul platino hanno perso lo 0,9% a 1.587,10 dollari.

    Al contrario, il rame ha proseguito il rally. I futures di riferimento sulla London Metal Exchange sono saliti di oltre l’1% raggiungendo un nuovo record di 11.078,00 dollari a tonnellata, mentre i futures sul rame negli Stati Uniti sono avanzati dell’1,4% a 5,19 dollari per libbra. Il rialzo è stato alimentato dalla chiusura della miniera Grasberg della Freeport-McMoRan Inc. in Indonesia e dall’ottimismo rinnovato su una possibile tregua commerciale tra USA e Cina.

  • Intesa Sanpaolo sotto i riflettori in vista dei risultati trimestrali

    Intesa Sanpaolo sotto i riflettori in vista dei risultati trimestrali

    La stagione degli utili prosegue sulla FTSE MIB, con il settore bancario ancora protagonista. UniCredit (BIT:UCG) ha inaugurato la tornata il 22 ottobre, annunciando per il terzo trimestre 2025 un utile di 2,6 miliardi di euro (8,7 miliardi nei primi nove mesi). La banca guidata da Andrea Orcel ha registrato un altro risultato record, nonostante i primi segnali di rallentamento del margine d’interesse netto. I ricavi da interessi sono scesi del 2,7% su base annua (193 milioni di euro in meno), compensati però da commissioni, dividendi e profitti da investimenti più elevati.

    L’attenzione si sposta ora su Intesa Sanpaolo (BIT:ISP), che pubblicherà i risultati trimestrali venerdì 31 ottobre. Seguirà BPER Banca (BIT:BPE) il 5 novembre, subito dopo aver completato l’acquisizione di Banca Popolare di Sondrio (BIT:BPSO) il 4 novembre. Chiuderanno la stagione dei cosiddetti “big five” Banco BPM (BIT:BAMI) e Banca Monte dei Paschi di Siena (BIT:BMPS), attesi rispettivamente per il 6 e 7 novembre.

    Le attese degli analisti

    Secondo Equita SIM, Intesa Sanpaolo dovrebbe registrare un utile vicino a 2,3 miliardi di euro, in linea con la guidance per l’intero esercizio, fissata oltre i 9 miliardi di euro. Il consenso sui ricavi è intorno a 6,7 miliardi di euro, mentre l’utile dei primi nove mesi dovrebbe superare i 7,5 miliardi di euro.

    La banca guidata da Carlo Messina potrebbe contare su un vantaggio competitivo importante in questa fase, grazie alla sua ampia rete di consulenti finanziari, alla piattaforma dei fondi Eurizon e alla divisione assicurativa in costante crescita. Avere una filiera integrata consente alla banca di trattenere una quota maggiore di commissioni, un vantaggio strategico in un contesto di politica monetaria più accomodante.

    Target price e raccomandazioni

    Lunedì Oddo BHF ha alzato il prezzo obiettivo per Intesa Sanpaolo da 5,80 a 6,20 euro, confermando la raccomandazione “outperform”. In mattinata il titolo è salito dello 0,70% a 5,501 euro. Gli analisti continuano a considerare Intesa una delle migliori scelte tra le banche dell’Europa meridionale, prevedendo che il rerating del settore possa proseguire grazie a una solida generazione di capitale organico, buona solidità patrimoniale e prospettive crescenti per la remunerazione degli azionisti.

    All’inizio di ottobre, l’analista Andrea Filtri di Mediobanca aveva confermato la raccomandazione “outperform” e un prezzo obiettivo di 6,60 euro. Mediobanca prevede per il terzo trimestre un utile netto di circa 2,4 miliardi di euro, sostenuto da margini d’interesse stabili e da una moderata crescita delle commissioni. Le linee guida per l’intero anno restano invariate, con un utile netto atteso di circa 9 miliardi di euro, riflettendo una solida qualità dell’attivo e una politica dei dividendi sostenibile.

    Aggiornamento sul rating

    La scorsa settimana Morningstar DBRS ha migliorato il rating senior preferred a lungo termine di Intesa Sanpaolo da “BBB (high)” a “A (low)” con outlook stabile. Il rating a breve termine è stato confermato a “R-1 (low)” con outlook stabile. L’azione segue un analogo upgrade al rating sovrano dell’Italia annunciato il 17 ottobre. Secondo l’agenzia, “non si prevedono impatti finanziari rilevanti per la banca”.