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  • I prezzi del petrolio salgono grazie all’ottimismo per l’incontro USA-Cina e al calo delle scorte

    I prezzi del petrolio salgono grazie all’ottimismo per l’incontro USA-Cina e al calo delle scorte

    I prezzi del petrolio sono aumentati mercoledì, sostenuti da un calo superiore alle attese delle scorte di greggio negli Stati Uniti e dal rinnovato ottimismo in vista dell’atteso incontro tra i leader di Stati Uniti e Cina, i due maggiori consumatori di petrolio al mondo.

    Alle 07:45 GMT, i futures del Brent sono saliti di 22 centesimi, o 0,34%, a 64,62 dollari al barile, mentre il West Texas Intermediate (WTI) statunitense ha guadagnato 20 centesimi, o 0,33%, a 60,35 dollari al barile.

    Il Ministero degli Esteri cinese ha confermato che il Presidente Xi Jinping incontrerà il Presidente statunitense Donald Trump giovedì a Busan, in Corea del Sud, dichiarando che l’incontro “inietterà nuovo slancio nello sviluppo delle relazioni tra Stati Uniti e Cina” e che Pechino è pronta a collaborare con Washington per “risultati positivi.”

    Le autorità cinesi hanno inoltre affermato che il Paese resta disponibile a cooperare con gli Stati Uniti sul controllo delle esportazioni di fentanyl, dopo che Trump ha dichiarato di poter ridurre i dazi sui beni cinesi in cambio di un impegno di Pechino a limitare le esportazioni dei precursori chimici della droga.

    Secondo i dati dell’American Petroleum Institute (API), le scorte di greggio, benzina e distillati negli Stati Uniti sono diminuite la scorsa settimana. Le scorte di greggio sono calate di 4,02 milioni di barili, quelle di benzina di 6,35 milioni e i distillati di 4,36 milioni nella settimana terminata il 24 ottobre.

    Il calo più marcato del previsto ha innescato un rialzo dei prezzi nella sessione precedente e ha continuato a sostenere il mercato mercoledì.

    “Il calo inaspettato delle scorte negli Stati Uniti ha sostenuto i prezzi questa mattina, ma l’interazione tra i rischi legati alle sanzioni e la posizione dell’OPEC+ sta guidando i mercati,” ha dichiarato Priyanka Sachdeva, analista senior di mercato presso Phillip Nova.

    “Ciò non significa che il rally abbia un potenziale illimitato. Perché, mentre la storia delle sanzioni e dell’offerta è stata rafforzata, la domanda mostra ancora debolezza e la capacità inutilizzata resta,” ha aggiunto.

    La scorsa settimana, Brent e WTI hanno registrato i loro maggiori guadagni settimanali da giugno dopo che Trump ha imposto nuove sanzioni legate all’Ucraina contro la Russia, colpendo i giganti energetici Lukoil e Rosneft.

    Tuttavia, le aspettative che le sanzioni non ridurranno significativamente l’offerta e le voci su un possibile aumento della produzione OPEC+ hanno fatto scendere i prezzi di circa 2% nella sessione precedente.

    Il Cremlino ha risposto martedì affermando che la Russia continua a offrire “energia di alta qualità a un buon prezzo”, lasciando ai propri partner la decisione di continuare o meno gli acquisti sotto il nuovo regime di sanzioni.

    Fonti del settore hanno riferito che diversi raffinatori indiani hanno sospeso nuovi ordini di petrolio russo in attesa di ulteriori indicazioni dal governo, mentre altri si sono rivolti al mercato spot per alternative. Tuttavia, Indian Oil ha ribadito che “non smetterà di acquistare petrolio russo finché rispetterà le sanzioni.”

    Il ministro dell’Economia tedesco ha successivamente confermato che il governo statunitense ha fornito garanzie scritte che esentano le attività tedesche di Rosneft dalle sanzioni, poiché non sono più sotto controllo russo.

    All’interno dell’OPEC+, fonti vicine ai colloqui hanno affermato che il gruppo si orienta verso un aumento moderato della produzione a dicembre, con un possibile incremento di circa 137.000 barili al giorno.

    Nel frattempo, l’amministratore delegato di Saudi Aramco ha dichiarato che la domanda globale di greggio “era forte anche prima che venissero imposte sanzioni alle principali compagnie petrolifere russe” e che “la domanda cinese è ancora solida,” alimentando l’ottimismo nel settore energetico.

  • Stellantis accelera verso il futuro autonomo con la partnership con Nvidia, Uber e Foxconn

    Stellantis accelera verso il futuro autonomo con la partnership con Nvidia, Uber e Foxconn

    Stellantis N.V. (BIT:STLAM) compie un ulteriore passo decisivo nel settore della guida autonoma, annunciando una nuova collaborazione con Nvidia Corporation (NASDAQ:NVDA), Uber Technologies Inc. (BIT:1UBER) e Foxconn Technology Group (USOTC:FXCOF) per sviluppare e implementare veicoli autonomi di Livello 4 destinati ai servizi di robotaxi a livello globale. La mossa segue la recente alleanza con Pony.ai, confermando l’accelerazione di Stellantis verso la mobilità senza conducente.

    Secondo l’azienda, la nuova partnership “rappresenta un significativo passo avanti nella strategia globale di robotaxi di Stellantis”, posizionandola “in una posizione strategica per svolgere un ruolo di primo piano nella transizione verso una mobilità autonoma sicura, efficiente e sostenibile.”

    Le azioni di Stellantis hanno aperto in rialzo a Piazza Affari, guadagnando circa l’1% fino a €9,77, segno dell’ottimismo degli investitori per la nuova iniziativa.

    Nell’ambito della collaborazione, Stellantis progetterà, ingegnerizzerà e produrrà veicoli autonomi basati sulle piattaforme AV-Ready, K0 for LCV e STLA Small. Questi modelli integreranno il software Nvidia Drive AV, che consente le funzionalità di guida autonoma Livello 4.

    Nvidia fornirà la sua suite software Drive AV, che include le funzioni L4 Parking e L4 Driving, basate sull’architettura Drive AGX Hyperion 10. Nel frattempo, Foxconn collaborerà con Stellantis per l’integrazione hardware e dei sistemi, mentre Uber gestirà le flotte di robotaxi, utilizzando i veicoli Stellantis equipaggiati con la tecnologia Nvidia.

    “La mobilità autonoma apre la porta a nuove scelte di trasporto più comode per i clienti. Abbiamo costruito piattaforme AV-Ready per soddisfare la crescente domanda e, insieme ai leader nell’intelligenza artificiale, nell’elettronica e nei servizi di mobilità, puntiamo a creare una soluzione scalabile che offra una mobilità più intelligente, sicura ed efficiente per tutti,” ha dichiarato Antonio Filosa, CEO di Stellantis.

    Il piano prevede che Uber introduca i veicoli autonomi prodotti da Stellantis in diverse città del mondo, a partire dagli Stati Uniti, con una flotta iniziale di 5.000 unità.

    L’alleanza unisce l’esperienza globale di Stellantis nella produzione automobilistica, i sistemi autonomi basati sull’intelligenza artificiale di Nvidia, le competenze elettroniche e di integrazione di Foxconn e la leadership di Uber nei servizi di mobilità, con l’obiettivo di ridefinire la guida autonoma di Livello 4 su scala industriale.

    “Il Livello 4 di autonomia non è solo una pietra miliare per l’industria automobilistica, ma un salto quantico nelle capacità dell’intelligenza artificiale. Il veicolo diventa un robot che vede, percepisce, pianifica e guida con una precisione sovrumana,” ha sottolineato Jensen Huang, fondatore e CEO di Nvidia.

    Le aziende hanno firmato un Memorandum d’intesa (MoU) non vincolante che definisce un quadro per futuri accordi su sviluppo tecnologico, licenze, produzione e approvvigionamento dei veicoli, mantenendo al contempo la flessibilità per ulteriori collaborazioni.

    I programmi pilota e i test dovrebbero intensificarsi nei prossimi anni, con l’inizio della produzione previsto per il 2028.

  • Dow Jones, S&P, Nasdaq, Wall Street, I futures USA puntano in alto mentre continua la spinta rialzista

    Dow Jones, S&P, Nasdaq, Wall Street, I futures USA puntano in alto mentre continua la spinta rialzista

    I futures sugli indici azionari statunitensi indicano un’apertura leggermente positiva martedì, segnalando la possibilità che Wall Street possa estendere i guadagni che hanno portato i principali indici a nuovi massimi storici all’inizio della settimana.

    Il sentiment rimane sostenuto dall’ottimismo per l’imminente incontro tra il presidente Donald Trump e il presidente cinese Xi Jinping, che gli investitori sperano possa aprire la strada a un accordo commerciale tra le due maggiori economie del mondo. La fiducia è stata ulteriormente rafforzata dalla notizia di un accordo tra Stati Uniti e Giappone sui metalli rari, che alimenta le aspettative per il vertice di fine settimana.

    L’entusiasmo potrebbe tuttavia essere contenuto in vista della decisione di politica monetaria della Federal Reserve, attesa mercoledì. La Fed dovrebbe tagliare i tassi di interesse di 25 punti base, ma gli investitori seguiranno da vicino la conferenza stampa del presidente Jerome Powell e la dichiarazione ufficiale per capire quali potrebbero essere i prossimi passi in materia di tagli.

    Secondo il FedWatch Tool di CME Group, i mercati stimano attualmente una probabilità del 94,9% di un nuovo taglio di un quarto di punto a dicembre, anche se le previsioni oltre questa data restano più incerte.

    Anche la stagione degli utili sarà al centro dell’attenzione questa settimana, con in arrivo i risultati trimestrali di diversi colossi tecnologici, tra cui Alphabet Inc. (NASDAQ:GOOGL), Apple Inc. (NASDAQ:AAPL), Meta Platforms Inc. (NASDAQ:META), Microsoft Corporation (NASDAQ:MSFT) e Amazon.com Inc. (NASDAQ:AMZN).

    Lunedì Wall Street ha registrato un nuovo slancio rialzista. Il Nasdaq Composite è balzato di 432,59 punti (+1,9%) a 23.637,46, lo S&P 500 ha guadagnato 83,47 punti (+1,2%) a 6.875,16 e il Dow Jones Industrial Average è salito di 337,47 punti (+0,7%) a 47.544,59.

    L’avanzata è stata trainata dal rinnovato ottimismo commerciale. Nel fine settimana, il segretario al Tesoro Scott Bessent ha definito i negoziati con i funzionari cinesi in Malesia come un «quadro molto positivo» in vista dell’incontro tra Trump e Xi. Ha inoltre indicato che la Cina potrebbe riprendere l’acquisto di soia statunitense e rinviare le restrizioni sulle esportazioni di terre rare.

    Durante il suo viaggio verso il Giappone, Trump ha espresso fiducia nella possibilità di raggiungere un accordo commerciale con Pechino dopo aver firmato accordi separati su commercio e minerali con i leader di Malesia e Cambogia.

    Anche le aspettative di tassi d’interesse più bassi stanno sostenendo il sentiment in vista della decisione della Fed.

    Tra i settori, i produttori di chip sono stati i protagonisti. L’Philadelphia Semiconductor Index è salito del 2,7% a un nuovo massimo storico, trainato da un balzo dell’11,1% di Qualcomm (NASDAQ:QCOM) dopo la presentazione di nuovi chip di accelerazione AI destinati a sfidare NVIDIA Corporation (NASDAQ:NVDA) e Advanced Micro Devices, Inc. (NASDAQ:AMD).

    Anche il comparto delle telecomunicazioni ha performato bene, con l’NYSE Arca North American Telecom Index in crescita dell’1,4%. Buone performance anche per i titoli del trasporto, dell’acciaio e del software, mentre le azioni legate all’oro hanno subito pressioni a causa del calo dei prezzi del metallo prezioso.

  • DAX, CAC, FTSE100, Borse europee caute in attesa delle decisioni delle banche centrali

    DAX, CAC, FTSE100, Borse europee caute in attesa delle decisioni delle banche centrali

    I mercati azionari europei si sono mossi in modo contenuto martedì, con gli investitori che mantengono un atteggiamento prudente in vista di importanti riunioni delle banche centrali questa settimana e dell’atteso incontro tra il presidente degli Stati Uniti Donald Trump e il presidente cinese Xi Jinping, previsto per giovedì in Corea del Sud.

    Il sentiment è stato ulteriormente appesantito dai dati deludenti provenienti dalla Germania. Un importante indicatore della fiducia dei consumatori è sceso ai minimi da aprile, riflettendo l’incertezza geopolitica persistente e le pressioni inflazionistiche.

    L’FTSE 100 nel Regno Unito è salito dello 0,2%, mentre l’DAX in Germania è rimasto leggermente sotto la parità e l’CAC 40 in Francia ha perso lo 0,1%.

    I risultati aziendali hanno influenzato gran parte dei movimenti individuali. Le azioni di Symrise AG (TG:SY1) sono crollate dopo che il produttore di fragranze e aromi ha tagliato le sue previsioni di crescita organica per l’intero anno. La banca francese BNP Paribas (EU:BNP) ha registrato un calo dopo aver mancato le stime sugli utili del terzo trimestre.

    Il gruppo farmaceutico Novartis AG (NYSE:NVS) ha anch’esso perso terreno nonostante risultati trimestrali in linea con le attese, mentre l’operatore telefonico olandese KPN (EU:KPN) è sceso dopo aver riportato una crescita del fatturato trimestrale del 2%.

    Sul fronte positivo, HSBC Holdings (LSE:HSBA) è salita dopo aver alzato le previsioni di utile per il 2025, nonostante un calo del 14% dell’utile ante imposte nel terzo trimestre. Capgemini (EU:CAP) ha guadagnato terreno dopo aver rivisto al rialzo la guidance sui ricavi annuali grazie a vendite trimestrali migliori del previsto.

    Infine, Amundi (EU:AMUN), il più grande asset manager d’Europa, è avanzata dopo aver riportato un utile ante imposte per il terzo trimestre 2025 superiore alle attese degli analisti.

  • BYD accelera mentre Tesla registra un calo delle vendite in Europa a settembre

    BYD accelera mentre Tesla registra un calo delle vendite in Europa a settembre

    Le vendite di Tesla, Inc. (NASDAQ:TSLA) in Europa sono diminuite a doppia cifra a settembre, mentre il concorrente cinese BYD Company Limited ha registrato una crescita esplosiva, conquistando una quota maggiore in un mercato dei veicoli elettrici in forte espansione.

    Secondo i dati diffusi dalla European Automobile Manufacturers’ Association, le immatricolazioni di Tesla nell’UE, nell’EFTA e nel Regno Unito sono scese del 10,5% su base annua a 39.837 unità. La quota di mercato del costruttore è calata al 3,2% dal 4,0% dell’anno precedente. Tuttavia, rispetto ad agosto (14.831 unità), le vendite di settembre hanno registrato un forte rimbalzo, grazie anche a una ripresa stagionale della domanda.

    Al contrario, BYD (USOTC:BYDDY) ha visto le sue immatricolazioni impennarsi del 398% rispetto all’anno scorso, raggiungendo 24.963 veicoli. La sua quota di mercato è salita al 2% dallo 0,4% precedente. L’aumento è in parte attribuibile alla presenza limitata di BYD in Europa lo scorso anno, ma evidenzia anche la sua strategia aggressiva di espansione nel mercato EV europeo. Le vendite mensili hanno superato nettamente anche quelle di agosto (11.455 unità).

    Nel complesso, le nuove immatricolazioni di auto in Europa sono aumentate del 10,7% su base annua a 1,24 milioni di unità, spinte dalla crescente adozione di veicoli elettrici e ibridi. Le vendite di modelli a benzina e diesel sono invece diminuite.

    I veicoli ibridi hanno guidato il mercato con una quota del 34,7%, seguiti dai veicoli a benzina al 27,7%, mentre i veicoli completamente elettrici — segmento in cui Tesla è leader — hanno raggiunto una quota del 16,1%.

    Nonostante il calo su base annua sia stato meno marcato rispetto ai mesi precedenti, Tesla deve affrontare una concorrenza sempre più intensa. I produttori europei stanno ampliando le proprie gamme di veicoli elettrici, mentre BYD continua a rafforzare la propria presenza con modelli più accessibili. L’immagine del marchio Tesla in Europa rimane inoltre fragile, anche a causa delle critiche crescenti nei confronti del CEO Elon Musk.

    A livello globale, Tesla ha registrato consegne record nel terzo trimestre, spinte dalla corsa all’acquisto prima della scadenza degli incentivi fiscali statunitensi. Tuttavia, la redditività ha deluso le aspettative, complice il calo dei margini e gli investimenti significativi in intelligenza artificiale e robotica.

    BYD, che ha superato Tesla in diversi mesi del 2025, prosegue la sua espansione internazionale aggressiva. Entrambe le aziende restano impegnate in una guerra dei prezzi in Cina, che ha ulteriormente compresso i margini negli ultimi trimestri.

  • L’oro scivola ulteriormente sotto i 4.000 dollari mentre cresce l’appetito per il rischio grazie alle speranze sui negoziati USA–Cina

    L’oro scivola ulteriormente sotto i 4.000 dollari mentre cresce l’appetito per il rischio grazie alle speranze sui negoziati USA–Cina

    I prezzi dell’oro hanno proseguito il loro calo nelle contrattazioni asiatiche di martedì, scendendo ulteriormente sotto la soglia dei 4.000 dollari l’oncia, poiché l’ottimismo legato ai negoziati commerciali tra Stati Uniti e Cina ha ridotto la domanda di beni rifugio in vista della riunione di politica monetaria della Federal Reserve System.

    Alle 01:58 ET (05:58 GMT), l’oro spot era in calo dello 0,4% a 3.963,60 dollari l’oncia, mentre i future sull’oro statunitense perdevano l’1% a 3.981,59 dollari l’oncia. Il crollo del 3% di lunedì ha spinto i prezzi ai minimi di oltre due settimane, circa il 10% al di sotto del record di 4.381,29 dollari l’oncia toccato solo pochi giorni prima.

    Le speranze di un accordo commerciale pesano sull’oro

    La recente debolezza è arrivata dopo i segnali di distensione tra Washington e Pechino, a seguito dell’accordo preliminare raggiunto nel fine settimana durante i colloqui a Kuala Lumpur. L’intesa mira a evitare un nuovo ciclo di dazi e sanzioni e potrebbe aprire la strada a un accordo formale quando il presidente Donald Trump incontrerà il presidente cinese Xi Jinping entro la fine della settimana.

    Il clima più disteso sui negoziati ha ridotto l’attrattiva dell’oro come bene rifugio contro i rischi geopolitici.

    “Anche dopo la correzione di [lunedì], l’oro è ancora in rialzo di oltre il 50% quest’anno, sostenuto dalla forte domanda di ETF e dagli acquisti delle banche centrali nell’ambito di una strategia di diversificazione”, hanno scritto in una nota gli analisti di ING.

    “Il recente arretramento dei prezzi potrebbe persino essere visto da alcune banche centrali come un’opportunità per aumentare le proprie riserve”, hanno aggiunto.

    L’attenzione del mercato è ora rivolta alla riunione di due giorni della Fed, che inizia oggi e dovrebbe concludersi mercoledì con un taglio dei tassi di 25 punti base. Sebbene tassi più bassi tendano a sostenere l’oro riducendo i rendimenti reali, gli investitori ritengono che gran parte di questa mossa sia già scontata, limitando il potenziale rialzista a breve termine.

    Metalli in calo con l’aumento del sentiment di rischio

    Il calo dell’oro è stato accompagnato da ribassi anche per altri metalli preziosi e industriali, riflettendo un miglioramento generale dell’appetito per il rischio.

    I future sull’argento sono scesi dello 0,6% a 46,49 dollari l’oncia, mentre i future sul platino hanno perso l’1,6% a 1.556,60 dollari l’oncia. I future sul rame di riferimento alla London Metal Exchange sono arretrati dello 0,6% a 10.948,95 dollari a tonnellata, e quelli statunitensi sono calati dello 0,8% a 5,12 dollari per libbra.

    Lunedì il rame LME ha toccato un massimo storico di 11.052 dollari a tonnellata, sostenuto dalle preoccupazioni sull’offerta e dal miglioramento del clima commerciale globale.

    “Con le interruzioni dell’offerta che si accumulano e l’ottimismo commerciale in crescita, le prospettive per il rame iniziano a sembrare più brillanti”, hanno affermato gli analisti.

  • Il petrolio scende per la terza seduta consecutiva mentre le prospettive di aumento della produzione OPEC+ smorzano l’ottimismo sui colloqui USA–Cina

    Il petrolio scende per la terza seduta consecutiva mentre le prospettive di aumento della produzione OPEC+ smorzano l’ottimismo sui colloqui USA–Cina

    I prezzi del greggio sono scesi nuovamente martedì, zavorrati dalle aspettative di un nuovo aumento della produzione da parte di OPEC+ a dicembre, che ha attenuato l’entusiasmo dei mercati per i prossimi colloqui commerciali tra Stati Uniti e Cina.

    Alle 07:57 GMT, i future sul Brent Crude hanno perso 0,83 dollari, pari all’1,26%, a 64,79 dollari al barile, mentre il West Texas Intermediate (WTI) è sceso di 0,75 dollari, ovvero dell’1,22%, a 60,56 dollari.

    “Gli operatori hanno valutato i progressi nei colloqui commerciali USA-Cina e le prospettive più ampie dell’offerta”, hanno scritto gli analisti di Australia and New Zealand Banking Group (ANZ) in una nota.

    La debolezza segue la più forte performance settimanale da giugno per Brent e WTI, alimentata dalle sanzioni annunciate da Washington contro la Russia. Le misure del presidente Donald Trump hanno preso di mira Lukoil e Rosneft, segnando una significativa escalation geopolitica. Gli investitori stanno ancora valutando quanto queste sanzioni possano incidere sull’offerta globale.

    All’interno dell’alleanza dei produttori, fonti vicine alle trattative hanno affermato che OPEC+ sta valutando un incremento limitato della produzione il mese prossimo, come parte della strategia di allentamento graduale dei tagli attuati negli ultimi anni. Il gruppo ha iniziato a ridurre le restrizioni produttive lo scorso aprile.

    Allo stesso tempo, le aspettative di un accordo commerciale tra Washington e Pechino restano un elemento di sostegno per la domanda. Trump e il presidente cinese Xi Jinping si incontreranno giovedì in Corea del Sud, e i mercati seguono da vicino ogni possibile segnale di svolta tra i due principali consumatori mondiali di petrolio.

    Il ministro degli Esteri Wang Yi ha dichiarato al segretario di Stato statunitense Marco Rubio durante una telefonata di lunedì che la Cina spera che Washington possa venirle incontro “per preparare interazioni ad alto livello” tra i due Paesi.

    In Russia, l’impatto delle sanzioni statunitensi si fa già sentire: Lukoil ha annunciato lunedì che venderà i propri asset internazionali, la mossa più significativa da parte di un’azienda energetica russa dall’inizio delle sanzioni occidentali seguite alla guerra in Ucraina, cominciata nel febbraio 2022.

    Tuttavia, gli esperti ritengono che l’effetto delle sanzioni sui prezzi sarà limitato. Fatih Birol, direttore esecutivo della International Energy Agency, ha dichiarato che la capacità produttiva inutilizzata del mercato dovrebbe assorbire l’impatto.

    Un rapporto di Haitong Securities ha ribadito questa valutazione, sottolineando che “gli operatori di mercato considerano ampiamente le sanzioni come un fattore con impatto a breve termine” e che “un eccesso di offerta probabilmente eserciterà pressioni sui prezzi” nel medio-lungo periodo.

  • Dow Jones, S&P, Nasdaq, Wall Street, Futures USA stabili in vista della riunione della Fed; Trump in Giappone, Amazon prepara tagli, l’oro sotto pressione

    Dow Jones, S&P, Nasdaq, Wall Street, Futures USA stabili in vista della riunione della Fed; Trump in Giappone, Amazon prepara tagli, l’oro sotto pressione

    I futures azionari statunitensi sono rimasti stabili martedì, mentre gli investitori si preparano a una settimana ricca di trimestrali importanti, decisioni di politica monetaria e sviluppi geopolitici chiave. Il presidente Donald Trump è in Giappone nell’ultima tappa del suo tour asiatico, alimentando le aspettative che il prossimo vertice con Xi Jinping in Corea del Sud possa aprire la strada a un accordo commerciale tra Stati Uniti e Cina.

    Gli operatori guardano anche ai risultati di UnitedHealth Group Incorporated (NYSE:UNH) e ai tagli di personale previsti da Amazon.com, Inc. (NASDAQ:AMZN), mentre l’oro continua a perdere terreno in un contesto di crescente propensione al rischio.

    Futures quasi invariati

    I futures sugli indici statunitensi si muovevano poco: alle 03:50 ET, Dow Jones Industrial Average e Nasdaq 100 erano piatti, mentre S&P 500 perdeva 4 punti (–0,1%).

    Lunedì Wall Street ha chiuso per la seconda seduta consecutiva su nuovi massimi storici, sostenuta dalle speranze che l’incontro tra Trump e Xi contribuisca ad allentare le tensioni sui dazi. Gli investitori contano su un accordo che possa evitare nuove tariffe all’importazione statunitensi e alleggerire le restrizioni cinesi sulle terre rare, spingendo l’indice CBOE Volatility Index (VIX) ai minimi di un mese.

    Le azioni di Qualcomm Incorporated (NASDAQ:QCOM) sono balzate dell’11% dopo l’annuncio del lancio di due nuovi processori AI per data center nel 2026.

    Trump incontra Takaichi a Tokyo

    Prima del vertice con Xi, Trump ha fatto tappa in diverse capitali asiatiche. Martedì ha incontrato a Tokyo la nuova prima ministra giapponese Sanae Takaichi. I due leader hanno firmato un accordo quadro per garantire l’approvvigionamento di terre rare, con l’obiettivo di ridurre la dipendenza dalla Cina per minerali critici utilizzati in settori strategici come semiconduttori e auto elettriche.

    Né Trump né Takaichi hanno menzionato esplicitamente la Cina, ma l’intesa rientra nella strategia USA di diversificare le catene di approvvigionamento. Il Giappone ha anche ribadito il suo piano di investimenti da 550 miliardi di dollari negli Stati Uniti.

    Attesa per i conti di UnitedHealth

    L’attenzione si sposta ora sui risultati di UnitedHealth, che pubblicherà la trimestrale prima dell’apertura dei mercati. Gli analisti seguiranno con attenzione la strategia di rilancio delineata dal CEO Stephen Hemsley.

    UnitedHealth deve fare i conti con costi sanitari crescenti e con una pressione regolatoria crescente sulle pratiche di autorizzazione preventiva. Queste politiche sono finite sotto i riflettori dopo l’omicidio di un suo dirigente lo scorso anno, evento che ha spinto l’intero settore assicurativo sanitario a promettere cambiamenti.

    Nel corso della giornata, sono attesi anche i risultati di Visa Inc. (NYSE:V) e Booking Holdings Inc. (NASDAQ:BKNG), seguiti nei prossimi giorni da Alphabet Inc. (NASDAQ:GOOG), Meta Platforms, Inc. (NASDAQ:META) e Amazon.

    Amazon pronta a tagliare 30.000 posti – Reuters

    Secondo Reuters, Amazon è pronta a tagliare circa 30.000 posti di lavoro nelle sue operazioni corporate, quasi il 10% della forza lavoro impiegatizia, nel più grande piano di licenziamenti dal 2022, quando furono eliminati 27.000 ruoli.

    Le notifiche ai dipendenti coinvolti inizieranno martedì. I tagli dovrebbero colpire divisioni come podcasting, comunicazione e dispositivi, e potrebbero estendersi anche a Amazon Web Services. Il CEO Andy Jassy aveva già avvertito che l’espansione dell’intelligenza artificiale avrebbe potuto comportare ulteriori riduzioni.

    L’oro scende ancora

    I prezzi dell’oro proseguono la discesa, penalizzati dall’attenuarsi delle tensioni commerciali tra Stati Uniti e Cina e in vista della riunione di politica monetaria della Federal Reserve System. Lo spot gold è sceso dell’1,6% a 3.915,67 dollari l’oncia, mentre i future sull’oro USA hanno perso il 2,3% a 3.928,26 dollari.

    Il metallo giallo ha ceduto oltre il 3% lunedì, toccando il minimo di due settimane, e ha perso circa il 10% rispetto al record storico di 4.381,29 dollari raggiunto la settimana scorsa.

    £Anche dopo la correzione di lunedì, l’oro è ancora in rialzo di oltre il 50% quest’anno, sostenuto da una forte domanda di ETF e dagli acquisti delle banche centrali nell’ottica di diversificazione”, hanno dichiarato gli analisti di ING Group. “Il recente calo dei prezzi potrebbe persino essere visto da alcune banche centrali come un’opportunità per aumentare le proprie riserve”, hanno aggiunto.

    La Fed inizierà oggi la sua riunione di due giorni e dovrebbe annunciare domani un taglio dei tassi di 25 punti base. Sebbene normalmente un taglio favorisca l’oro, gran parte dell’effetto è già stata prezzata dal mercato.

  • DAX, CAC, FTSE100, Borse europee caute in attesa della Fed; HSBC subisce un forte impatto legale

    DAX, CAC, FTSE100, Borse europee caute in attesa della Fed; HSBC subisce un forte impatto legale

    Le principali Borse europee hanno chiuso miste martedì, con gli investitori che valutano una serie di risultati societari importanti in vista della riunione di politica monetaria della Federal Reserve System.

    Alle 08:05 GMT, il DAX tedesco perdeva lo 0,3%, il CAC 40 francese scendeva dello 0,2%, mentre il FTSE 100 di Londra saliva dello 0,2%.

    Attesa per la riunione della Fed

    L’attenzione degli operatori è rivolta alla riunione di due giorni della Fed, che inizia oggi. La banca centrale statunitense dovrebbe annunciare domani un taglio dei tassi di 25 punti base, dopo che i dati della scorsa settimana hanno mostrato un’inflazione annua al 3% a settembre, inferiore alle attese.

    Secondo il CME FedWatch Tool, i mercati prezzano una probabilità del 96% di un taglio dei tassi questa settimana. Gli investitori attendono anche segnali dal presidente della Fed Jerome Powell su un possibile ulteriore allentamento della politica monetaria a dicembre, alla luce di un mercato del lavoro in rallentamento.

    Oltre alla Fed, questa settimana si riuniscono anche la Bank of Japan, la Bank of Canada e la European Central Bank. La BCE dovrebbe lasciare invariati i tassi di interesse, dato che l’inflazione si mantiene vicina al target del 2% e la crescita appare stabile.

    In Germania, la fiducia dei consumatori ha mostrato un peggioramento: l’indice GfK è sceso a -24,1 punti per novembre da -22,5 punti in ottobre.

    Focus sul commercio globale

    Il commercio internazionale resta un fattore chiave per i mercati. Giovedì, il presidente statunitense Donald Trump incontrerà il presidente cinese Xi Jinping in Corea del Sud per finalizzare un accordo commerciale. L’ottimismo è cresciuto dopo che i negoziatori a Kuala Lumpur hanno raggiunto un’intesa preliminare per evitare nuovi dazi.

    Trump ha anche incontrato lunedì a Tokyo la nuova premier giapponese Sanae Takaichi, con cui ha discusso di cooperazione in materia di difesa, commercio e del piano di investimenti statunitense da 550 miliardi di dollari annunciato in precedenza.

    HSBC colpita da un’accantonamento legale

    La stagione delle trimestrali europee prosegue intensa. HSBC Holdings plc (LSE:HSBA) ha registrato un calo del 14% dell’utile ante imposte nel terzo trimestre, a causa di un accantonamento legale da 1,1 miliardi di dollari. Tuttavia, la banca ha rivisto al rialzo la sua guidance sui ricavi annuali, prevedendo tagli dei tassi più lenti nei principali mercati come Hong Kong e Regno Unito.

    BNP Paribas (EU:BNP) ha riportato un aumento del 6,1% dell’utile grazie ai solidi risultati nel trading e al primo contributo di AXA Investment Managers.

    Novartis AG (BIT:1NOVN) ha registrato un aumento di vendite e utili nel terzo trimestre, confermando l’outlook annuale grazie alla forte domanda per i farmaci chiave e ai progressi nei programmi clinici avanzati.

    Amundi S.A. (EU:AMUN) ha superato le previsioni di profitto, ma ha dichiarato che il piano strategico 2028 terrà conto dell’incertezza legata alla scadenza dell’accordo di distribuzione con UniCredit S.p.A. nel 2027.

    Anglo American plc (LSE:AAL) ha confermato la guidance annuale nonostante risultati operativi contrastanti: rame in crescita, calo della produzione di minerale di ferro, ma forte ripresa nel manganese e nei diamanti.

    Capgemini SE (EU:CAP) ha alzato le stime di crescita 2025 dopo un trimestre migliore del previsto, sostenuto dalla domanda in Nord America e dall’espansione nei servizi cloud, dati e intelligenza artificiale.

    Petrolio in calo su voci OPEC+

    I prezzi del greggio sono scesi martedì dopo indiscrezioni su un nuovo aumento della produzione da parte di OPEC+. I future sul Brent erano in calo dell’1,3% a 64,03 dollari al barile, mentre il WTI perdeva l’1,5% a 60,40 dollari.

    Secondo Bloomberg, OPEC+ starebbe valutando un aumento della produzione a dicembre di 137.000 barili al giorno per recuperare quote di mercato e contrastare la debolezza dei prezzi del petrolio.

  • Le azioni Sogefi salgono dopo risultati trimestrali migliori delle attese

    Le azioni Sogefi salgono dopo risultati trimestrali migliori delle attese

    Sogefi S.p.A. (BIT:SGF) ha registrato martedì un aumento del 6% in Borsa dopo aver pubblicato i risultati del terzo trimestre 2025, superiori alle previsioni del mercato grazie a margini solidi e a una gestione dei costi particolarmente efficiente.

    L’utile operativo (EBIT) si è attestato intorno ai 16 milioni di euro, con un margine EBIT del 6,7%, superando le stime degli analisti di oltre il 20%. Sebbene i ricavi siano stati sostanzialmente in linea con le attese, la redditività ha beneficiato di efficienze operative durature, di un contributo più forte della divisione Sospensioni e di minori ammortamenti e svalutazioni.

    La società ha inoltre generato un solido flusso di cassa libero di 6 milioni di euro, che ha permesso di ridurre l’indebitamento netto a 52 milioni di euro, circa il 13% al di sotto delle stime di consenso.

    Sogefi ha confermato le proprie previsioni per l’intero esercizio 2025, che indicano un calo dei ricavi a metà cifra singola e un lieve miglioramento della redditività. Alla luce di questi risultati, gli analisti ritengono possibile una revisione al rialzo delle stime di EBIT in un intervallo compreso tra la media e l’alta cifra singola.