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  • Il petrolio arretra mentre gli investitori valutano la decisione della Fed, l’incontro Trump-Xi e le prospettive dell’OPEC+

    Il petrolio arretra mentre gli investitori valutano la decisione della Fed, l’incontro Trump-Xi e le prospettive dell’OPEC+

    I prezzi del petrolio sono scesi giovedì, mentre gli investitori analizzavano le implicazioni del taglio dei tassi d’interesse della Federal Reserve, dell’esito dell’incontro commerciale tra Donald Trump e Xi Jinping, e delle prossime mosse dell’OPEC+ previste per il fine settimana.

    Alle 08:25 ET (12:25 GMT), il Brent con consegna a dicembre perdeva lo 0,7% a 63,86 dollari al barile, mentre il WTI statunitense scendeva dello 0,7% a 60,06 dollari. Entrambi i benchmark si avviano a chiudere ottobre con cali superiori al 3%, segnando il terzo mese consecutivo di ribassi a causa delle persistenti preoccupazioni sull’eccesso di offerta e sulla debole crescita della domanda.

    Le speranze commerciali svaniscono nonostante i colloqui “straordinari”

    I mercati avevano inizialmente accolto con ottimismo la notizia dell’incontro tra il presidente degli Stati Uniti Donald Trump e il presidente cinese Xi Jinping, tenutosi in Corea del Sud a margine del vertice APEC.

    Trump ha definito i colloqui “straordinari”, annunciando di aver raggiunto un accordo annuale con Xi per ridurre i dazi statunitensi sui beni cinesi dal 57% al 47%. In cambio, ha dichiarato che la Cina riprenderà gli acquisti di soia americana, manterrà l’export di terre rare e intensificherà la lotta contro il traffico di fentanyl verso gli Stati Uniti.

    Nonostante il tono positivo, la mancanza di dettagli concreti ha lasciato gli investitori cauti. Tamas Varga, analista di PVM, ha osservato che “gli investitori considerano l’accordo annunciato tra Cina e Stati Uniti più come una de-escalation delle tensioni che come un cambiamento strutturale nel rapporto”.

    Questo clima di incertezza ha frenato l’appetito per il rischio e riportato i prezzi del greggio in territorio negativo.

    La forza del dollaro e il tono prudente della Fed pesano sui prezzi

    Il mercato petrolifero è stato messo sotto pressione anche dal rafforzamento del dollaro USA, balzato di quasi lo 0,6% contro un paniere di valute principali dopo che la Federal Reserve ha tagliato i tassi di 25 punti base, portando il range al 3,75%-4,00%.

    Il presidente Jerome Powell ha però frenato le aspettative di ulteriori tagli, affermando che una nuova riduzione a dicembre è “tutt’altro che scontata” e che la prolungata chiusura del governo sta aumentando l’incertezza economica.

    Il biglietto verde si è poi leggermente indebolito (-0,2%) nelle contrattazioni asiatiche, ma il calo non è bastato a sostenere i prezzi del greggio.

    Sebbene tassi più bassi possano sostenere la domanda di energia stimolando la crescita economica, il tono più cauto della Fed ha limitato le prospettive di un rialzo duraturo per il petrolio.

    I riflettori sull’OPEC+

    L’attenzione si sposta ora sull’atteso vertice dell’OPEC+, in programma per il fine settimana, dove si prevede che l’alleanza annunci un aumento della produzione di circa 137.000 barili al giorno a partire da dicembre.

    L’organizzazione, che include i membri OPEC e partner come la Russia, continua ad aumentare l’offerta nonostante il mercato debole, cercando di riconquistare quote di mercato in un contesto di prezzi persistentemente bassi.

    Tuttavia, gli analisti avvertono che ulteriori incrementi produttivi potrebbero accentuare lo squilibrio tra offerta e domanda.

    Con l’incertezza geopolitica ancora elevata, una politica monetaria meno accomodante e un’offerta in espansione, il petrolio resta intrappolato tra pressioni macroeconomiche e fondamentali di surplus, lasciando i prezzi vulnerabili a nuovi ribassi.

  • Dow Jones, S&P, Nasdaq, Futures, Wall Street si prepara ad un’apertura in calo tra risultati tech contrastanti e commenti prudenti della Fed

    Dow Jones, S&P, Nasdaq, Futures, Wall Street si prepara ad un’apertura in calo tra risultati tech contrastanti e commenti prudenti della Fed

    I future di Wall Street hanno registrato un leggero calo giovedì, con gli investitori cauti dopo una seduta volatile e una serie di risultati misti provenienti dai giganti tecnologici statunitensi. Le dichiarazioni del presidente della Federal Reserve, Jerome Powell, hanno inoltre smorzato le aspettative di un nuovo taglio dei tassi entro fine anno.

    Il settore tecnologico pesa sull’apertura

    I principali indici statunitensi preannunciano un avvio debole: Dow Jones, S&P 500 e Nasdaq 100 erano tutti in territorio negativo nelle contrattazioni pre-market. Gli investitori hanno reagito a una serie di trimestrali contrastanti da parte dei grandi nomi del comparto tecnologico.

    Meta Platforms (NASDAQ:META) è crollata di quasi 10% nel pre-market, nonostante risultati del terzo trimestre superiori alle attese, dopo aver avvertito di un aumento della spesa legata all’intelligenza artificiale (AI).

    Anche Microsoft (NASDAQ:MSFT) ha perso terreno, pur avendo superato le stime sugli utili del primo trimestre fiscale, segnalando però che le spese in conto capitale accelereranno nel corso dell’anno.

    Al contrario, Alphabet (NASDAQ:GOOGL) è balzata del 7,9% dopo che la casa madre Google ha pubblicato risultati che hanno superato le previsioni sia sui ricavi che sui profitti.

    Tra gli altri titoli in evidenza, Eli Lilly (NYSE:LLY) ha aperto in rialzo grazie a utili trimestrali migliori delle attese e all’innalzamento delle previsioni sui ricavi annuali.

    I colloqui Trump-Xi limitano le perdite

    Un po’ di ottimismo geopolitico ha limitato le vendite dopo l’atteso incontro tra il presidente statunitense Donald Trump e il presidente cinese Xi Jinping, che si è concluso con progressi moderati.

    Trump ha definito i colloqui “produttivi”, confermando che Washington ridurrà i dazi legati al fentanyl sui beni cinesi dal 20% al 10%, mentre Pechino riprenderà gli acquisti di soia statunitense e sospenderà temporaneamente le nuove restrizioni all’esportazione di terre rare.

    In cambio, gli Stati Uniti sospenderanno la regola di penetrazione del 50% sulle esportazioni controllate.

    La Fed taglia i tassi, ma Powell resta prudente

    La Federal Reserve ha annunciato un taglio dei tassi di 25 punti base, portando il tasso dei fondi federali nella fascia 3,75%-4,00%, come ampiamente previsto.

    Tuttavia, i commenti di Powell dopo la riunione hanno ridimensionato le aspettative di ulteriori interventi a dicembre.

    Ha affermato che un ulteriore taglio “non è una conclusione scontata”, sottolineando che i funzionari della banca centrale avevano “opinioni fortemente divergenti su come procedere” e citando la mancanza di dati economici dovuta alla chiusura del governo come fattore di incertezza.

    Secondo lo strumento FedWatch del CME Group, la probabilità che i tassi restino invariati a dicembre è salita al 34,1%, rispetto al 9,1% del giorno precedente.

    Riepilogo: una seduta volatile mercoledì

    Mercoledì, l’indice Nasdaq Composite ha guadagnato 0,6%, chiudendo a un nuovo record di 23.958,47, grazie alla forza dei titoli tecnologici e dei semiconduttori.
    L’S&P 500 è rimasto invariato a 6.890,59, mentre il Dow Jones Industrial Average ha perso 0,2% a 47.632,00.

    Panoramica settoriale: tecnologia in rialzo, immobili in calo

    Il comparto tecnologico ha continuato a guidare il mercato, con l’indice NYSE Arca Computer Hardware in crescita del 6,3%, trainato dal rally del 19% di Seagate Technology (NASDAQ:STX) dopo risultati superiori alle attese.

    I titoli energetici hanno beneficiato del rimbalzo del petrolio, mentre i settori sensibili ai tassi — come immobiliare e edilizia — hanno subito cali significativi. L’indice immobiliare Dow Jones U.S. è sceso del 2,6%, l’indice edilizio di Filadelfia ha perso 2,3%, e il comparto aereo ha ceduto 1,4%.

  • DAX, CAC, FTSE100, Le Borse europee scendono dopo i commenti della Fed e i risultati contrastanti delle aziende

    DAX, CAC, FTSE100, Le Borse europee scendono dopo i commenti della Fed e i risultati contrastanti delle aziende

    I mercati azionari europei hanno chiuso in ribasso giovedì, poiché il sentiment degli investitori si è indebolito dopo le dichiarazioni prudenti del presidente della Federal Reserve, Jerome Powell, e una serie di risultati contrastanti da parte dei colossi tecnologici statunitensi.

    Dopo l’atteso incontro tra il presidente americano Donald Trump e il presidente cinese Xi Jinping, terminato senza particolari progressi concreti, l’attenzione degli operatori si è spostata sulla decisione di politica monetaria della Banca Centrale Europea (BCE) attesa nel corso della giornata.

    La BCE dovrebbe mantenere invariati i tassi d’interesse per la terza riunione consecutiva, citando un’inflazione contenuta e una crescita moderata ma stabile nell’area euro.

    Dati economici dell’Eurozona

    I nuovi dati provenienti dalla Francia hanno offerto una nota positiva, mostrando che la seconda economia dell’eurozona è cresciuta più del previsto nel terzo trimestre, nonostante l’incertezza politica e le tensioni commerciali globali.

    Secondo l’istituto statistico nazionale INSEE, il PIL francese è aumentato dello 0,5% nel terzo trimestre, dopo il +0,3% del secondo trimestre, superando le previsioni di un rallentamento allo 0,2%.

    Andamento dei mercati

    A metà seduta, il CAC 40 francese perdeva lo 0,9%, il FTSE 100 di Londra scendeva dello 0,7%, mentre il DAX tedesco arretrava dello 0,2%.

    I principali titoli in movimento

    • Clariant (BIT:1CLN) è salita di quasi 2% dopo aver riportato un forte miglioramento dei margini di profitto nel terzo trimestre.
    • Electrolux (BIT:1ELUX) ha guadagnato 18%, poiché il produttore svedese di elettrodomestici è tornato in utile nel terzo trimestre, ribaltando la perdita dell’anno precedente.
    • ING (EU:INGA) è balzata del 4,3% dopo aver pubblicato risultati trimestrali superiori alle attese e aver annunciato un buyback da 1,1 miliardi di euro (1,3 miliardi di dollari).
    • Stellantis (BIT:STLAM) ha perso 4,2% dopo aver segnalato oneri straordinari previsti nella seconda metà dell’anno.
    • Volkswagen (BIT:1VOW3) è avanzata dell’1% nonostante abbia registrato una perdita operativa di 1,3 miliardi di euro (1,52 miliardi di dollari) nel trimestre.
    • Lufthansa (BIT:1LHA) è salita del 5%, con utili operativi trimestrali superiori alle previsioni.
    • TotalEnergies (EU:TTE) ha perso 1,2% dopo aver comunicato un calo del 2,4% degli utili del terzo trimestre.
    • Crédit Agricole (EU:ACA) ha ceduto 2,2% dopo aver mancato le attese sugli utili trimestrali.
    • La banca Société Générale (EU:GLE) è salita dell’1,6% dopo aver registrato un aumento dell’11% degli utili trimestrali, superiore alle attese.
    • BBVA (NYSE:BBVA) è scesa di oltre 2%, a causa di un calo del 3,7% dell’utile rispetto all’anno precedente.
    • A Londra, Standard Chartered è aumentata di oltre 2% dopo aver pubblicato utili più elevati e aver alzato le previsioni su redditività e ricavi.
  • L’oro rimbalza dai minimi recenti grazie al taglio dei tassi della Fed e all’incertezza commerciale

    L’oro rimbalza dai minimi recenti grazie al taglio dei tassi della Fed e all’incertezza commerciale

    Il prezzo dell’oro è aumentato giovedì, interrompendo una serie negativa di quattro sedute nelle contrattazioni asiatiche, dopo che il taglio dei tassi da parte della Federal Reserve e la mancanza di progressi concreti nei colloqui commerciali tra Stati Uniti e Cina hanno spinto gli investitori a tornare verso i beni rifugio.

    Alle 02:51 ET (06:51 GMT), l’oro spot guadagnava l’1% a 3.967,03 dollari l’oncia, mentre i futures sull’oro statunitense erano in calo dello 0,4% a 3.983,10 dollari.

    Il metallo prezioso aveva registrato perdite nelle quattro sedute precedenti, toccando un minimo di tre settimane a inizio settimana, in seguito a prese di profitto dopo i massimi record superiori a 4.300 dollari l’oncia e a una minore domanda di beni rifugio.

    Il taglio dei tassi della Fed offre un sollievo temporaneo; i commenti di Powell smorzano l’entusiasmo

    Come previsto, la Federal Reserve ha ridotto i tassi d’interesse di 25 punti base, portandoli in un intervallo compreso tra 3,75% e 4,00%, il terzo taglio dell’anno.

    La decisione ha inizialmente indebolito il dollaro statunitense, offrendo un sostegno temporaneo al metallo privo di rendimento. Tuttavia, lo slancio si è esaurito dopo che il presidente della Fed, Jerome Powell, ha dichiarato che un ulteriore taglio a dicembre è “tutt’altro che scontato”.

    Le parole di Powell hanno attenuato le aspettative di un ciclo prolungato di allentamento monetario, limitando il potenziale rialzo dell’oro, nonostante le condizioni finanziarie più favorevoli.

    L’incontro Trump-Xi offre un moderato sostegno geopolitico

    Gli operatori hanno reagito anche agli sviluppi del vertice tra Donald Trump e il presidente cinese Xi Jinping, svoltosi mercoledì a Busan, in Corea del Sud. Trump ha definito l’incontro “straordinario”, annunciando che i due leader hanno concordato di ridurre i dazi statunitensi sulle merci cinesi dal 57% al 47%.

    Ha inoltre dichiarato che la Cina riprenderà gli acquisti su larga scala di soia statunitense e allenterà le restrizioni sulle esportazioni di terre rare.

    Tuttavia, non sono emersi dettagli concreti su questioni delicate come i semiconduttori o le esportazioni agricole, lasciando i mercati in attesa di maggiori chiarimenti. L’incertezza sulle politiche commerciali, unita alla posizione più accomodante della Fed, ha comunque contribuito a far risalire l’oro dai livelli inferiori a 3.900 dollari l’oncia registrati all’inizio della settimana.

    Metalli industriali contrastati; il rame arretra dopo il record storico

    Nel comparto dei metalli industriali, l’andamento è stato misto mentre gli investitori valutavano il contesto macroeconomico.

    I futures sull’argento hanno perso lo 0,7% a 47,605 dollari l’oncia, mentre i futures sul platino sono saliti dello 0,7% a 1.594,80 dollari l’oncia.

    Sul London Metal Exchange, i futures sul rame sono scesi dell’1,3% a 11.019,20 dollari la tonnellata, mentre i futures sul rame statunitense hanno perso lo 0,7% a 5,17 dollari per libbra.

    Il rame aveva raggiunto mercoledì un massimo storico di 11.200,40 dollari la tonnellata prima di ritracciare.

    “Il rame sta salendo a causa delle crescenti interruzioni dell’offerta, in particolare dopo la dichiarazione di forza maggiore di Freeport nella sua gigantesca miniera di Grasberg in Indonesia, e del clima di maggiore propensione al rischio in vista dell’incontro Trump-Xi,” hanno scritto gli analisti di ING in una nota.

  • Il dollaro si indebolisce dopo la decisione della Fed; l’euro avanza in attesa della BCE

    Il dollaro si indebolisce dopo la decisione della Fed; l’euro avanza in attesa della BCE

    Il dollaro statunitense ha registrato un lieve calo giovedì, restituendo parte dei guadagni della seduta precedente, mentre gli investitori valutavano la più recente decisione della Federal Reserve e gli sviluppi dei colloqui commerciali tra Stati Uniti e Cina.

    Alle 05:20 ET (09:20 GMT), l’Indice del dollaro — che misura la performance del biglietto verde rispetto a sei principali valute — era in ribasso dello 0,1% a 98,950, dopo aver toccato un massimo di due settimane nella giornata di mercoledì.

    Segnali contrastanti dalla Fed mantengono alta la cautela

    La Federal Reserve ha ridotto i tassi di interesse di 25 punti base, portandoli in un intervallo compreso tra 3,75% e 4,00%, come ampiamente previsto. Tuttavia, le prospettive per ulteriori tagli restano incerte a causa della mancanza di nuovi dati economici dovuta alla chiusura del governo federale.

    Dopo la riunione, il presidente della Fed Jerome Powell ha dichiarato che un nuovo taglio dei tassi a dicembre è “tutt’altro che scontato”, raffreddando le aspettative del mercato. A seguito delle sue parole, la probabilità di un ulteriore taglio è scesa al 71%, dal 90% precedente.

    “La comunicazione della Fed di ieri sera rende più difficile vendere il dollaro ora”, hanno commentato gli analisti di ING. “Serviranno dati deboli sull’occupazione per consolidare l’idea di ulteriori 75 punti base di allentamento entro l’estate. In caso contrario, 25 punti base potrebbero facilmente essere rimossi da questo ciclo.”

    Il dollaro ha inoltre trovato sostegno grazie alla domanda per beni rifugio, mentre permane l’incertezza sui colloqui tra Donald Trump e Xi Jinping.

    Trump ha definito il primo incontro tra i due leader in sei anni come “straordinario”, aggiungendo che gli Stati Uniti ridurranno immediatamente i dazi sulle merci cinesi. In cambio, ha dichiarato che Pechino si è impegnata a frenare l’esportazione delle sostanze chimiche utilizzate per produrre fentanyl e a sospendere le restrizioni sulle esportazioni di terre rare.

    Tuttavia, gli analisti di Vital Knowledge hanno osservato che “i risultati non cambiano realmente lo status quo” delle relazioni commerciali tra i due paesi “in modo significativo”.

    Euro in rialzo grazie alla crescita francese; focus sulla BCE

    In Europa, l’euro è salito dello 0,2% a 1,1618, dopo che i dati hanno mostrato che il PIL francese è cresciuto dello 0,5% nel terzo trimestre, superando le previsioni di 0,2%. Nel trimestre precedente, la crescita era stata dello 0,3%.

    I dati complessivi dell’area euro, attesi più tardi, dovrebbero segnalare una crescita trimestrale modesta dello 0,1%, pari a un tasso annuo dell’1,2%.

    “Ricordiamo che i sondaggi sono stati incoraggianti, ma i dati concreti sono rimasti deboli quest’estate”, ha osservato ING. “A meno di una forte sorpresa positiva sul PIL dell’eurozona – previsto allo 0,1% trimestrale – è difficile aspettarsi un grande slancio per l’EUR/USD.”

    La Banca Centrale Europea dovrebbe mantenere i tassi invariati al 2% nella riunione odierna.

    “Dubitiamo che la presidente Christine Lagarde senta il bisogno di sconvolgere le aspettative di mercato, che al momento prevedono marginalmente un ulteriore taglio nei prossimi nove mesi”, ha aggiunto ING.

    La sterlina britannica è salita dello 0,1% a 1,3199, ma resta vicina al minimo di cinque mesi e mezzo toccato mercoledì.

    Yen in calo dopo la decisione prudente della BoJ

    In Asia, lo yen giapponese si è indebolito dopo che la Banca del Giappone ha lasciato invariati i tassi di interesse, mantenendo un approccio cauto sull’economia. La coppia USD/JPY è salita dello 0,7% a 153,74.

    La BoJ ha avvertito che il Giappone affronta una maggiore incertezza economica nel breve periodo, ma ha aggiunto che condizioni finanziarie accomodanti contribuiranno ad attenuare l’impatto. La banca ha ribadito che potrebbe aumentare i tassi se crescita e inflazione procederanno come previsto.

    Nel frattempo, lo yuan cinese è arretrato dal massimo di un anno, con USD/CNY in aumento dello 0,2% a 7,1089, dopo l’incontro Trump-Xi. Trump ha dichiarato ai giornalisti di aspettarsi “un accordo commerciale con la Cina molto presto”, aggiungendo che le due parti hanno raggiunto intese su terre rare e acquisti agricoli.

    Il dollaro australiano è rimasto stabile, con AUD/USD invariato a 0,6575.

  • Dow Jones, S&P, Nasdaq, Wall Street, Futures, Le borse statunitensi incerte dopo il taglio dei tassi della Fed, l’incontro Trump-Xi e le trimestrali dei colossi tech

    Dow Jones, S&P, Nasdaq, Wall Street, Futures, Le borse statunitensi incerte dopo il taglio dei tassi della Fed, l’incontro Trump-Xi e le trimestrali dei colossi tech

    I futures americani sono rimasti stabili giovedì, mentre gli investitori hanno valutato una serie di eventi cruciali: la nuova decisione sui tassi della Federal Reserve, il raro incontro tra Donald Trump e Xi Jinping e le trimestrali dei principali colossi tecnologici, che continuano a spingere miliardi di dollari sugli investimenti in intelligenza artificiale.

    Wall Street cauta dopo una seduta volatile

    Alle 03:43 ET, i futures sul Dow Jones perdevano 26 punti (-0,1%), mentre quelli sull’S&P 500 e sul Nasdaq 100 erano in lieve calo. La chiusura di mercoledì era stata mista: il Dow Jones Industrial Average ha perso lo 0,2%, l’S&P 500 è rimasto invariato, mentre il Nasdaq Composite è salito dello 0,6%, sostenuto dalla corsa record di Nvidia (NASDAQ:NVDA), diventata la prima azienda a raggiungere una capitalizzazione di 5.000 miliardi di dollari.

    Anche gli utili aziendali hanno influenzato l’umore dei mercati: Caterpillar (NYSE:CAT) ha registrato risultati trimestrali superiori alle attese, con un rialzo delle azioni dell’11,6%, offrendo un raro slancio al comparto industriale.

    La Fed taglia i tassi ma invita alla prudenza

    La Federal Reserve ha ridotto il tasso di riferimento di 25 punti base, portandolo nella fascia 3,75%–4,00%, il terzo taglio nel 2025. La mossa era ampiamente prevista, ma le prospettive future restano incerte a causa della mancanza di dati economici dovuta alla chiusura parziale del governo federale.

    La decisione ha mostrato divisioni interne: Stephen Miran, governatore nominato da Trump, ha chiesto un taglio più profondo di 50 punti base, mentre il presidente della Fed di Kansas City, Jeffery Schmid, ha votato per lasciare i tassi invariati.

    Durante la conferenza stampa, Jerome Powell ha sottolineato che un nuovo taglio a dicembre è «tutt’altro che scontato», portando gli operatori a ridurre le aspettative di un’altra riduzione al 71%, dal 90% precedente.

    Powell ha inoltre annunciato la fine del programma di inasprimento quantitativo, interrompendo la riduzione del bilancio della Fed a causa di tensioni sui mercati monetari a breve termine.

    Altrove, la Banca del Giappone ha mantenuto la propria politica monetaria invariata ma ha ribadito l’intenzione di alzare i tassi gradualmente se le condizioni economiche lo permetteranno. Anche la Banca Centrale Europea dovrebbe mantenere i tassi fermi al 2%, dopo che Christine Lagarde aveva affermato che l’istituto si trova «in una buona posizione».

    Trump e Xi si incontrano per una nuova intesa commerciale

    La politica commerciale è tornata al centro dell’attenzione con l’incontro tra Donald Trump e Xi Jinping a Busan, Corea del Sud, il primo faccia a faccia in sei anni. Trump ha definito i colloqui «straordinari» e ha annunciato un accordo annuale su terre rare e minerali critici, insieme a un taglio al 10% dei dazi legati al fentanyl.

    In cambio, Pechino ha promesso di limitare l’esportazione delle sostanze chimiche usate per produrre fentanyl e di sospendere le restrizioni sulle terre rare, cruciali per l’industria dei veicoli elettrici e dei semiconduttori. Trump ha aggiunto che la Cina inizierà ad acquistare «enormi quantità» di **soia e prodotti agricoli statunitensi «a partire da subito»*.

    Il Ministero cinese del Commercio ha confermato la sospensione di un anno delle restrizioni e un accordo su fentanyl e commercio agricolo.

    Trump ha precisato che il chip Blackwell di Nvidia non è stato discusso, chiarendo che il futuro dell’azienda in Cina — un mercato da 50 miliardi di dollari — dipenderà «dalle decisioni della stessa società».
    Dopo il colloquio di 90 minuti, gli analisti di Vital Knowledge hanno osservato che «i risultati non cambiano davvero lo status quo» delle relazioni commerciali tra Stati Uniti e Cina.

    Le trimestrali dei colossi tech dominano l’attenzione

    Gli investitori hanno esaminato i risultati dei giganti tecnologici Meta Platforms (NASDAQ:META), Alphabet (NASDAQ:GOOG) e Microsoft (NASDAQ:MSFT), in attesa di Apple (NASDAQ:AAPL) e Amazon (NASDAQ:AMZN).

    Le azioni di Meta sono crollate di oltre 7% nel dopo mercato, dopo che l’azienda ha annunciato che aumenterà “in modo aggressivo” gli investimenti per sviluppare un’intelligenza artificiale in grado di superare l’intelligenza umana. L’annuncio ha suscitato preoccupazioni per l’entità dei costi. Nonostante ricavi record, l’utile netto ha deluso a causa di un onere fiscale legato alla legge di bilancio di Trump.

    Alphabet, casa madre di Google, ha registrato ricavi record e un utile in crescita del 33% a 35 miliardi di dollari, grazie alle divisioni cloud e pubblicità digitale. Le azioni sono salite del 7% nel trading serale.

    Microsoft ha beneficiato della forte domanda per servizi cloud e AI, annunciando che raddoppierà la capacità dei data center nei prossimi due anni. Tuttavia, ha avvertito che le spese AI supereranno le stime precedenti, spingendo il titolo in calo del 2% nel dopo mercato.

    Alcuni analisti hanno avvertito che l’eccessiva corsa agli investimenti potrebbe generare una bolla tecnologica sull’AI, simile a quella del boom dot-com.

    OpenAI prepara la IPO del secolo

    Secondo Reuters, OpenAI sta preparando una offerta pubblica iniziale per il 2027, che potrebbe valutare la società fino a 1.000 miliardi di dollari, diventando così la più grande IPO della storia.

    L’azienda punta a raccogliere almeno 60 miliardi di dollari, con il deposito ufficiale previsto nella seconda metà del 2026. L’operazione darebbe al CEO Sam Altman il capitale necessario per portare avanti la sua visione sull’intelligenza artificiale generale.

    Nota per ChatGPT, OpenAI ha già impegnato centinaia di miliardi di dollari in chip e infrastrutture AI. Questa settimana ha inoltre raggiunto un accordo con Microsoft, il suo principale sostenitore, per diventare una società a scopo di lucro e finanziare la prossima fase di crescita.

  • DAX, CAC, FTSE100, Borse europee contrastate tra risultati aziendali, tregua commerciale e decisione BCE

    DAX, CAC, FTSE100, Borse europee contrastate tra risultati aziendali, tregua commerciale e decisione BCE

    Le borse europee hanno chiuso in ordine sparso giovedì, mentre gli investitori hanno valutato una nuova serie di risultati aziendali, il miglioramento del clima commerciale globale, i dati macroeconomici regionali e la decisione sui tassi di interesse della BCE.

    Alle 08:05 GMT, il DAX tedesco guadagnava lo 0,1%, mentre il CAC 40 francese perdeva lo 0,5% e il FTSE 100 britannico scendeva dello 0,5%.

    Cautela dopo l’incontro tra Trump e Xi

    Gli investitori hanno reagito all’esito dell’incontro in Corea del Sud tra il presidente USA Donald Trump e il presidente cinese Xi Jinping. Trump ha definito i colloqui “straordinari”, annunciando un accordo annuale sulle terre rare e i minerali critici e un taglio al 10% dei dazi legati al fentanyl.

    Tuttavia, la mancanza di dettagli concreti e la retorica altalenante di Trump sulla Cina hanno spinto i mercati a mantenere un atteggiamento prudente.

    Fed taglia i tassi, BCE pronta a mantenere la rotta

    La Federal Reserve ha tagliato i tassi di 25 punti base, portandoli a 3,75%-4,00%, il terzo taglio del 2025. Il presidente Jerome Powell ha però avvertito che un’ulteriore riduzione è “tutt’altro che scontata”.

    Ora l’attenzione si sposta sulla Banca Centrale Europea, che dovrebbe mantenere il tasso sui depositi al 2%, dopo che Christine Lagarde aveva dichiarato che l’istituto è “in una buona posizione”.

    Gli operatori attendono anche i dati sull’inflazione tedesca e il PIL dell’eurozona, che dovrebbero indicare una crescita debole nel terzo trimestre.

    Aggiornamenti societari: energia, auto e banche

    Tra i principali risultati trimestrali in Europa:

    • Shell (LSE:SHEL) ha registrato un utile di 5,3 miliardi di dollari, in aumento rispetto ai 3,6 miliardi del trimestre precedente.
    • Volkswagen (TG:VOW3) ha riportato una perdita operativa di 1,3 miliardi di euro a causa dei dazi USA e dei costi di ristrutturazione di Porsche.
    • Société Générale (EU:GLE) ha superato le attese grazie a tagli ai costi, ma non ha annunciato un nuovo buyback.
    • Stellantis (BIT:STLAM) ha visto i ricavi crescere del 13% su base annua, interrompendo una serie di sette trimestri consecutivi di calo.
    • Puma (TG:PUM) ridurrà il personale del 13% (900 posti) entro il 2026.
    • Carlsberg (LSE:0AI3) ha riportato vendite leggermente inferiori alle previsioni, ma ha confermato le stime per l’anno.

    Intanto, a Wall Street, gli investitori attendono i conti di Alphabet, Meta e Microsoft.

    Il petrolio prosegue il calo mensile

    I prezzi del petrolio sono scesi nonostante un clima commerciale più sereno. Il Brent è diminuito dello 0,9% a 63,76 dollari al barile, mentre il WTI ha perso lo 0,9% a 59,93 dollari. Entrambi i benchmark si avviano a chiudere ottobre in calo di oltre il 3%, segnando il terzo mese consecutivo di perdite.

    L’attenzione ora è rivolta al meeting OPEC+ del 2 novembre, dove il gruppo dovrebbe confermare un aumento di produzione di 137.000 barili al giorno per dicembre.

  • UniCredit ottiene l’autorizzazione della BCE per acquisire fino al 29,9% di Alpha Bank

    UniCredit ottiene l’autorizzazione della BCE per acquisire fino al 29,9% di Alpha Bank

    UniCredit (LSE:UCG) ha annunciato giovedì di aver ricevuto l’autorizzazione dalla Banca Centrale Europea (BCE) per acquisire una partecipazione diretta fino al 29,9% in Alpha Bank, rafforzando così la propria posizione strategica in Grecia.

    L’istituto di credito italiano ha inoltre comunicato di aver sottoscritto ulteriori strumenti finanziari, portando la propria posizione complessiva in Alpha Bank a circa il 29,5%. L’aumento dell’esposizione è stato completato a sconto rispetto ai prezzi di mercato attuali, con la contestuale implementazione di una copertura per mitigare i rischi legati all’operazione.

    Se UniCredit dovesse convertire integralmente tali strumenti, raggiungendo una partecipazione diretta di circa 29,5%, l’impatto sul capitale resterebbe contenuto — pari a circa 80 punti base negativi sul CET1 ratio — in linea con quanto precedentemente comunicato dalla banca.

  • Prysmian alza la guidance 2025 dopo un forte terzo trimestre trainato dalla crescita della trasmissione

    Prysmian alza la guidance 2025 dopo un forte terzo trimestre trainato dalla crescita della trasmissione

    Prysmian SpA (BIT:PRY) ha rivisto al rialzo le previsioni per il 2025 dopo aver riportato risultati del terzo trimestre superiori alle attese, sostenuti dall’ottima performance delle divisioni Renewable Transmission e Power Grids.

    Il produttore italiano di cavi ha registrato ricavi trimestrali pari a 5,03 miliardi di euro, circa il 3% sopra il consenso aziendale di 4,86 miliardi. L’EBITDA rettificato si è attestato a 644 milioni di euro, superando le stime dell’1% e con un margine del 12,8%, leggermente inferiore al 13,1% previsto. La crescita organica ha raggiunto il 9,2%, contro il 7,8% stimato.

    Jefferies ha definito l’aggiornamento “solido ma con aspettative elevate,” aggiungendo che “una crescita più forte e una buona esecuzione nella Trasmissione, insieme a un contributo molto superiore alle attese nelle Soluzioni Digitali, sono stati compensati da una debolezza nell’Elettrificazione e da margini leggermente inferiori nelle Power Grids.”

    Per segmento, la Renewable Transmission ha registrato una crescita organica del 39%, ben oltre il 28% previsto, grazie all’aumento della capacità e all’esecuzione efficiente dei progetti. Le Power Grids sono cresciute del 15%, contro l’8% stimato, con una solida performance in Nord America ed Europa. L’Elettrificazione è rimasta stabile rispetto alle attese di un incremento del 3%, mentre le Soluzioni Digitali sono aumentate del 13%, superando il 9% previsto e beneficiando dell’acquisizione di Channell.

    A livello di redditività, l’EBITDA della Renewable Transmission è risultato superiore del 15% alle stime, quello delle Power Grids del 2%, mentre l’Elettrificazione è risultata inferiore dell’8%. Le Soluzioni Digitali hanno superato le previsioni del 13%, grazie alla crescita organica e al contributo delle recenti integrazioni.

    Dopo i risultati trimestrali, Prysmian ha aggiornato la guidance per il 2025 e ora prevede un EBITDA rettificato compreso tra 2,38 e 2,43 miliardi di euro, rispetto al precedente intervallo di 2,3–2,38 miliardi. Il valore mediano della nuova forchetta è in linea con il consenso di mercato a 2,41 miliardi di euro. Il free cash flow atteso è stato rivisto a 1,03–1,13 miliardi di euro, rispetto alla stima precedente di 1–1,08 miliardi.

    Jefferies ha commentato che Prysmian “probabilmente non sta ancora beneficiando dei dazi sul rame, ma ciò fa ben sperare per il 2026,” aggiungendo che la revisione al rialzo della guidance è “guidata dall’ottima performance nella Trasmissione e in Nord America.” La società di brokeraggio ha confermato la raccomandazione “buy” con un target price di 102 euro, che implica un potenziale rialzo dell’11% rispetto alla chiusura precedente di 91,70 euro. Jefferies ha inoltre previsto “lievi revisioni positive del consenso verso la parte alta della forchetta.”

    Prysmian ha segnalato un portafoglio ordini high-voltage stabile a circa 16 miliardi di euro. Nel 2024, il gruppo con sede a Milano ha registrato 17 miliardi di euro di ricavi e 1,9 miliardi di euro di EBITDA rettificato.

  • Stellantis registra la prima crescita dei ricavi dopo sette trimestri, ma gli analisti segnalano oneri in arrivo

    Stellantis registra la prima crescita dei ricavi dopo sette trimestri, ma gli analisti segnalano oneri in arrivo

    Stellantis (BIT:STLAM) ha riportato la prima crescita dei ricavi trimestrali dopo sette trimestri consecutivi di calo, segnalando i primi progressi nel piano di rilancio del CEO Antonio Filosa. Tuttavia, il titolo è sceso di oltre il 4% nelle prime contrattazioni di giovedì, dopo che gli analisti hanno richiamato l’attenzione su possibili oneri nel secondo semestre.

    Filosa, che guida il gruppo proprietario di marchi come Jeep e Fiat, sta lavorando per riposizionare l’azienda con l’obiettivo di rilanciare le vendite e ridurre i livelli elevati di scorte, in particolare nel mercato nordamericano. La società ha inoltre annunciato un piano di investimenti da 13 miliardi di dollari in quattro anni per potenziare la produzione negli Stati Uniti, una mossa vista come parte della strategia per mitigare l’impatto delle nuove politiche tariffarie del presidente Donald Trump, che dovrebbero costare a Stellantis circa 1 miliardo di euro nel 2025 — una cifra inferiore alla precedente stima compresa tra 1 e 1,5 miliardi.

    Nel trimestre conclusosi a settembre, Stellantis ha registrato ricavi netti pari a 37,2 miliardi di euro, in aumento del 13% su base annua, grazie soprattutto alla solidità dei mercati europeo e nordamericano. Il dato è stato in linea con le aspettative degli analisti, secondo Reuters. Le consegne consolidate sono salite del 13%, a 1,3 milioni di unità, spinte dal miglioramento dei livelli di inventario presso i concessionari in Nord America.

    In una nota, gli analisti di Jefferies hanno avvertito che la società intende contabilizzare prossimi oneri legati a iniziative strategiche e piani di prodotto, e “più preoccupante,” a modifiche nei calcoli delle garanzie.

    Nonostante ciò, Stellantis ha confermato la propria guidance per la seconda metà dell’anno, prevedendo ricavi e flussi di cassa in crescita, insieme a un margine operativo rettificato a bassa cifra singola. “We are also taking decisive actions to align Stellantis’ resources, programs and plans to support long-term, profitable growth,” ha dichiarato Filosa in un comunicato.

    Le azioni Stellantis, quotate a Milano, sono scese di oltre il 4% dopo la pubblicazione dei risultati.