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  • Mediobanca punta a un payout azionario di 4,9 miliardi di euro e prevede forte crescita di utili e ricavi fino al 2028

    Mediobanca punta a un payout azionario di 4,9 miliardi di euro e prevede forte crescita di utili e ricavi fino al 2028

    La banca italiana Mediobanca (BIT:MB) ha presentato un piano strategico aggiornato fino al 2028, prevedendo aumenti significativi di utili e ritorni per gli azionisti.

    L’istituto mira a distribuire un totale di 4,9 miliardi di euro agli azionisti nei prossimi tre anni, di cui 4,5 miliardi sotto forma di dividendi e 400 milioni tramite riacquisti di azioni.

    I dividendi per azione sono previsti in crescita da 1,125 euro nell’esercizio 2025 a 1,7 euro nel 2026, fino a raggiungere 2,1 euro nel 2028, per un rendimento cumulativo superiore al 30%. Questi pagamenti saranno interamente in contanti e finanziati dai profitti ricorrenti.

    Secondo il piano aggiornato “One Brand – One Culture”, Mediobanca prevede che i ricavi supereranno i 4,4 miliardi di euro entro il 2028, con un incremento del 20% rispetto al 2025, mentre l’utile netto crescerà del 45% fino a 1,9 miliardi di euro e l’utile per azione raggiungerà i 2,4 euro.

    L’utile netto ordinario è stimato in aumento del 30%, arrivando a 1,7 miliardi di euro nel periodo.

    Il ritorno sul capitale tangibile (ROTE) è previsto al 20% su base riportata e al 17% su base ordinaria, in aumento rispetto al 14% del 2025.

    Mediobanca ha precisato che queste previsioni escludono l’impatto dell’acquisizione in corso di Banca Generali (BIT:BGN), che dovrebbe concludersi a ottobre, con un piano strategico combinato che verrà annunciato successivamente.

    Il piano assume inoltre l’assenza di eventi esterni o imprevisti rilevanti, incluso l’offerta pubblica di scambio di Monte dei Paschi di Siena (MPS), che Mediobanca ha definito priva di logica industriale e senza creazione di valore per i suoi azionisti.

    La crescita attesa sarà diffusa su più fronti. La divisione Wealth Management diventerà il principale contributore ai ricavi, supportata da un afflusso netto annuo di nuovi capitali tra 10 e 11 miliardi di euro e da un miglioramento del rapporto costi/ricavi, che scenderà dal 66% al 56%.

    I ricavi della divisione Corporate & Investment Banking sono previsti raggiungere 1 miliardo di euro, con una redditività (RORWA) in crescita al 2,2%. Il settore Consumer Finance vedrà un aumento del fatturato del 5%, attestandosi intorno a 1,5 miliardi, mantenendo stabile un RORWA del 2,9%.

    Inoltre, la banca ha segnalato un contributo lordo previsto di 500 milioni di euro dal progetto immobiliare a Monaco, che sarà principalmente riconosciuto negli esercizi 2027 e 2028.

    I coefficienti patrimoniali rimarranno solidi, con un CET1 in lieve calo al 14% a causa delle distribuzioni previste, mentre il Tier 1 è atteso in aumento al 15,5% dopo l’emissione di strumenti Additional Tier 1 per 750 milioni di euro. Il total capital ratio è stimato al 17,5%.

  • I prezzi dell’oro sfiorano il minimo delle ultime quattro settimane mentre la tregua Israele-Iran regge e si attende il dato sull’inflazione PCE

    I prezzi dell’oro sfiorano il minimo delle ultime quattro settimane mentre la tregua Israele-Iran regge e si attende il dato sull’inflazione PCE

    I prezzi dell’oro sono scesi nel commercio asiatico di venerdì, avvicinandosi al livello più basso da quasi un mese, poiché la tregua in corso tra Israele e Iran ha attenuato le tensioni geopolitiche, riducendo la domanda del metallo rifugio. Nel frattempo, gli investitori sono concentrati sui dati sull’inflazione USA in arrivo, che potrebbero influenzare le decisioni della Federal Reserve sui tassi di interesse.

    L’oro spot è calato dell’1% a 3.293,79 dollari l’oncia, segnando il livello più basso dall’inizio di giugno. I futures sull’oro ad agosto sono scesi dell’1,2%, attestandosi intorno a 3.306,70 dollari l’oncia nelle prime ore di venerdì (01:15 ET / 05:15 GMT). Il metallo si prepara a chiudere la settimana con perdite superiori al 2%, segnando il secondo calo settimanale consecutivo e un ribasso di quasi il 6% rispetto al record di fine aprile.

    La tregua in Medio Oriente regge, all’orizzonte i dati sull’inflazione

    La tregua mediata dal presidente USA Donald Trump tra Israele e Iran sembrava reggere fino a giovedì, attenuando i timori relativi ai conflitti regionali e indebolendo il ruolo tradizionale dell’oro come bene rifugio in tempi di crisi.

    Gli operatori di mercato ora attendono la pubblicazione dell’indice dei prezzi per le spese personali di consumo (PCE) di maggio — l’indicatore d’inflazione preferito dalla Federal Reserve — prevista per venerdì. Le previsioni indicano un aumento mensile dello 0,1% sia per il PCE headline che per il core, con incrementi annuali rispettivamente del 2,3% e del 2,6%, leggermente superiori ai valori dell’anno precedente.

    Questo segue l’audizione del presidente della Fed Jerome Powell al Congresso, durante la quale ha espresso cautela nel tagliare troppo presto i tassi di interesse e ha evidenziato che le pressioni inflazionistiche, in particolare quelle legate ai dazi, potrebbero essere più persistenti del previsto.

    In risposta, il presidente Trump ha criticato duramente Powell e ha indicato di prendere in considerazione “tre o quattro” candidati per sostituirlo, con fonti che suggeriscono una possibile nomina già a settembre.

    Prezzi delle materie prime in calo mentre il dollaro si rafforza leggermente

    L’indice del dollaro USA è salito dello 0,1% durante le ore asiatiche, rimanendo però vicino ai minimi degli ultimi tre anni. Un dollaro più forte rende le materie prime denominate in dollari, come l’oro, più costose per gli acquirenti esteri, riducendone la domanda.

    I futures sul platino sono scesi dell’1,3% a 1.392 dollari l’oncia, arretrando da livelli che non si vedevano da oltre un decennio, anche se il metallo segna ancora un guadagno del 32% nel mese. I futures sull’argento hanno perso lo 0,6%, scendendo a 36,38 dollari l’oncia.

    Nel frattempo, il rame ha mostrato movimenti contrastanti: i futures sul rame alla London Metal Exchange sono calati dello 0,2% a 9.891,15 dollari la tonnellata, mentre quelli negli USA sono leggermente aumentati, attestandosi intorno a 5,06 dollari la libbra.

  • I prezzi del petrolio salgono con tensioni Israele-Iran in calo, ma la perdita settimanale resta pesante

    I prezzi del petrolio salgono con tensioni Israele-Iran in calo, ma la perdita settimanale resta pesante

    I prezzi del petrolio sono aumentati modestamente nei mercati asiatici venerdì, sostenuti da segnali di una domanda solida negli Stati Uniti. Tuttavia, sia il Brent che il West Texas Intermediate (WTI) si avviano a registrare forti perdite settimanali dopo l’attenuarsi delle preoccupazioni per interruzioni di fornitura in Medio Oriente.

    Alle 21:10 ET (01:10 GMT), il Brent con consegna ad agosto è salito dello 0,5%, a 68,07 dollari al barile, mentre il WTI è cresciuto dello 0,5%, a 65,57 dollari al barile.

    Il recente rialzo dei prezzi è stato sostenuto in parte da un calo significativo delle scorte di greggio negli Stati Uniti, che indica una domanda interna robusta. Inoltre, l’ottimismo legato a potenziali misure di stimolo economico in Cina, il maggior importatore di petrolio al mondo, ha rafforzato il sentiment del mercato.

    Un dollaro statunitense più debole — sceso giovedì ai livelli più bassi degli ultimi tre anni — ha contribuito al rialzo, alimentato dalla crescente speculazione su un possibile taglio dei tassi da parte della Federal Reserve. Gli investitori attendono ora i dati sull’inflazione dal PCE Price Index previsti per venerdì, che potrebbero influenzare le decisioni della Fed.

    Perdita settimanale oltre il 12% mentre i rischi geopolitici si allentano

    Nonostante i guadagni modesti di venerdì, i futures su Brent e WTI hanno perso oltre il 12% ciascuno questa settimana. Le perdite sono arrivate dopo l’annuncio del presidente degli Stati Uniti Donald Trump di un cessate il fuoco tra Israele e Iran, che ha contribuito a ridurre i timori di interruzioni nella fornitura di una regione cruciale per il petrolio globale.

    Il cessate il fuoco, inizialmente incerto, sembrava stabile venerdì mattina. Trump ha anche indicato che l’Iran potrebbe continuare a vendere petrolio alla Cina, un fattore ribassista per i prezzi del petrolio, e ha sottolineato i prossimi colloqui nucleari con Teheran in programma la prossima settimana.

    Inoltre, l’Iran non ha chiuso lo Stretto di Hormuz, una via di navigazione vitale, garantendo flussi di petrolio costanti verso i mercati asiatici ed europei.

    Gli operatori di mercato ora si concentrano sugli esiti dei recenti attacchi militari statunitensi contro le infrastrutture nucleari iraniane. I primi rapporti indicavano che gli attacchi non avevano completamente bloccato le capacità nucleari dell’Iran, anche se la Casa Bianca ha contestato queste affermazioni.

    Nessun piano immediato per rifornire la Riserva Strategica di Petrolio degli USA

    Aumentando la pressione sui prezzi del petrolio, l’amministrazione Trump ha annunciato di non avere intenzione di rifornire immediatamente la Riserva Strategica di Petrolio (SPR) degli Stati Uniti. La riserva si trova ai livelli più bassi dagli anni ’80 dopo forti prelievi effettuati dall’amministrazione Biden per contenere i prezzi della benzina durante il conflitto Russia-Ucraina.

    Con scorte così basse, gli Stati Uniti hanno meno riserve d’emergenza per fronteggiare shock di fornitura o picchi dei prezzi.

    Tuttavia, Trump ha promosso un aumento della produzione petrolifera statunitense, una strategia che potrebbe aiutare a mitigare alcuni rischi legati ai bassi livelli di riserva.

  • Dow Jones, S&P, Nasdaq, i futures indicano un avvio positivo per Wall Street

    Dow Jones, S&P, Nasdaq, i futures indicano un avvio positivo per Wall Street

    I futures sugli indici azionari statunitensi segnalano un’apertura in rialzo per giovedì, con i mercati pronti a proseguire i recenti guadagni dopo la pubblicazione di dati economici incoraggianti.

    Il momentum iniziale è stato sostenuto da un rapporto del Dipartimento del Lavoro, secondo cui le richieste iniziali di sussidio di disoccupazione sono diminuite inaspettatamente nella settimana terminata il 21 giugno. Le richieste sono scese di 10.000 unità a 236.000, sorprendendo gli analisti che si aspettavano un dato stabile a 245.000.

    Un altro rapporto del Dipartimento del Commercio ha mostrato che gli ordini di beni durevoli sono aumentati del 16,4% a maggio, ben oltre le aspettative di un +8,5%. Questo dato segue un calo rivisto al ribasso del 6,6% in aprile. Escludendo il settore volatile dei trasporti, gli ordini sono comunque cresciuti dello 0,5%, segnalando una domanda manifatturiera diffusa.

    Tuttavia, non sono mancati segnali di cautela: i dati rivisti sul PIL hanno mostrato che l’economia statunitense si è contratta più del previsto nel primo trimestre del 2025. Il PIL reale è diminuito dello 0,5%, un calo più marcato rispetto al -0,2% inizialmente comunicato. La revisione è dovuta soprattutto a una riduzione della spesa dei consumatori e delle esportazioni, parzialmente compensata da un calo delle importazioni.

    Mercoledì, le azioni avevano iniziato la giornata in rialzo, sostenute dai guadagni delle sedute precedenti, ma il rally si è affievolito verso la chiusura. Il Nasdaq ha toccato un nuovo massimo a quattro mesi, chiudendo in rialzo dello 0,3% a 19.973,55. L’S&P 500 ha chiuso invariato a 6.092,16, mentre il Dow Jones Industrial Average ha perso lo 0,3% a 42.982,43.

    La forza iniziale dei mercati è stata attribuita al sentiment positivo persistente, ma successivamente l’attenzione si è spostata su sviluppi geopolitici, dopo le notizie di un accordo di cessate il fuoco tra Israele e Iran, che hanno portato alcuni investitori a prendere profitto dopo i recenti rialzi.

    Nel settore immobiliare, il Dipartimento del Commercio ha segnalato un forte calo delle vendite di nuove abitazioni a maggio, scese del 13,7% a un tasso annualizzato di 623.000 unità. Questo dato segue un aumento del 9,6% ad aprile e si è rivelato inferiore alle aspettative di un calo del 7,1%.

    I titoli legati all’immobiliare sono stati penalizzati da questi dati. L’indice immobiliare Dow Jones U.S. Real Estate è sceso del 2,4%, mentre il Philadelphia Housing Sector Index ha perso l’1,9%. Debolezza anche nei titoli legati ai servizi petroliferi, alle compagnie aeree e al gas naturale. Al contrario, i titoli del settore networking hanno sostenuto il Nasdaq, che ha sovraperformato il mercato più ampio.

  • DAX, CAC, FTSE100, le Borse europee in rialzo nonostante le preoccupazioni sui dazi

    DAX, CAC, FTSE100, le Borse europee in rialzo nonostante le preoccupazioni sui dazi

    Le principali borse europee sono per lo più in rialzo giovedì, nonostante le preoccupazioni sull’indipendenza della Federal Reserve e l’incertezza legata all’imminente scadenza del rinvio dei dazi da parte del presidente statunitense Trump.

    Sul fronte economico, la fiducia dei consumatori tedeschi dovrebbe calare a luglio dopo tre mesi consecutivi di crescita, a causa dell’aumento della propensione al risparmio che ha compensato l’impulso positivo derivante da migliori prospettive di reddito, secondo quanto emerso da un sondaggio.

    L’indice anticipatore del sentimento dei consumatori è sceso inaspettatamente a -20,3 a luglio rispetto a -20,0 del mese precedente, secondo una ricerca congiunta del gruppo di analisi GfK e dell’Istituto di Norimberga per le Decisioni di Mercato. Le previsioni indicavano un valore di -19,1.

    L’indice tedesco DAX registra un aumento dello 0,5%, il FTSE 100 britannico è in rialzo dello 0,4% e il CAC 40 francese sale dello 0,2%.

    Le azioni di 3i Group (LSE:III) sono salite dopo che la società di gestione ha comunicato che Action, la sua controllata di maggioranza, ha continuato a registrare “ottimi” risultati, con una crescita delle vendite su base comparabile del 6,9% da inizio anno.

    Il rivenditore di piastrelle Topps Tiles (LSE:TPT) ha registrato un forte rialzo dopo aver nominato un nuovo CEO e un CFO ad interim.

    Anche la catena di abbigliamento Next (LSE:NXT) è avanzata dopo aver riportato una solida performance nel primo trimestre fiscale e aver rivisto al rialzo le previsioni per l’intero esercizio per la seconda volta.

    Il gruppo di costruzioni e infrastrutture Balfour Beatty (LSE:BBY) è salito dopo essersi aggiudicato un contratto da 833 milioni di sterline (1,14 miliardi di dollari) dalla società francese Technip Energies.

    Anche il rivenditore di moda H&M ha registrato un’impennata dopo aver battuto le aspettative con i risultati del secondo trimestre.

  • Dow Jones, S&P, Nasdaq, I futures azionari salgono leggermente mentre Trump valuta la sostituzione di Powell – I movimenti del mercato oggi

    Dow Jones, S&P, Nasdaq, I futures azionari salgono leggermente mentre Trump valuta la sostituzione di Powell – I movimenti del mercato oggi

    I futures azionari statunitensi sono saliti leggermente giovedì, con l’S&P 500 che si avvicina ai massimi storici. Nel frattempo, l’ex presidente Donald Trump starebbe valutando la possibilità di sostituire il presidente della Federal Reserve Jerome Powell, in mezzo a un crescente malcontento verso l’approccio prudente della Fed. Altrove, le azioni del leader cinese dei veicoli elettrici BYD sono scese dopo segnalazioni di riduzione della produzione, mentre Shell ha negato le voci su un possibile acquisto del rivale BP.

    Futures USA in lieve rialzo

    I futures hanno mostrato guadagni modesti nelle prime ore di giovedì. Alle 03:10 ET, i futures sul Dow erano in aumento di 84 punti (+0,2%), quelli sull’S&P 500 sono saliti di 14 punti (+0,2%) e i futures sul Nasdaq 100 hanno guadagnato 74 punti (+0,3%).

    Wall Street ha chiuso la seduta di mercoledì in modo misto, interrompendo una serie positiva di due giorni. Gli investitori hanno valutato gli sviluppi geopolitici, tra cui una possibile tregua tra Israele e Iran, insieme alla testimonianza del presidente della Fed Jerome Powell al Congresso.

    Ora l’attenzione è rivolta all’indice dei prezzi delle spese per consumi personali (PCE) in uscita venerdì, l’indicatore preferito dalla Fed per l’inflazione. Powell ha ribadito un approccio prudente e dipendente dai dati sulle decisioni sui tassi, sottolineando l’incertezza economica, soprattutto per gli effetti dei dazi USA.

    “I mercati sembrano fidarsi della tregua […], e il dollaro sta testando nuovamente i minimi. I dati statunitensi saranno ora al centro dell’attenzione, soprattutto dato il tono leggermente accomodante di Powell,” hanno osservato gli analisti di ING.

    Trump valuta la sostituzione di Powell alla Fed

    L’ex presidente Donald Trump starebbe restringendo la lista dei candidati per sostituire Jerome Powell alla guida della Federal Reserve. Trump ha più volte criticato la riluttanza di Powell a tagliare i tassi d’interesse in modo più deciso, sostenendo che ciò costi al governo federale centinaia di miliardi in pagamenti di interessi.

    Secondo il Wall Street Journal, Trump potrebbe annunciare il sostituto già quest’estate, anche se settembre o ottobre sono le date più probabili. Mercoledì ha persino messo in dubbio la capacità mentale di Powell, alimentando le speculazioni su un possibile cambio di leadership alla banca centrale.

    Le azioni BYD calano per rallentamento produttivo

    Le azioni di BYD Co. (SZ:002594), uno dei principali produttori cinesi di veicoli elettrici, sono scese di oltre il 2% dopo un report di Reuters che ha riportato una riduzione della produzione e un rinvio dei piani di espansione.

    Fonti vicine alla società hanno riferito che BYD ha cancellato i turni notturni e ridotto la produzione di almeno un terzo in quattro stabilimenti cinesi. I piani per installare nuove linee produttive sono stati posticipati a causa dell’aumento delle scorte e delle pressioni sui costi.

    Nonostante abbia superato Tesla nel 2023 con vendite record di 4,27 milioni di veicoli – e un obiettivo per il 2024 di 5,5 milioni – BYD deve affrontare una concorrenza crescente e margini in contrazione in un mercato EV sempre più affollato.

    Shell nega piani di acquisizione di BP

    Shell ha smentito le notizie riportate dai media secondo cui starebbe valutando l’acquisizione di BP. In una dichiarazione ufficiale, il gigante petrolifero ha affermato di non aver avanzato alcuna proposta e di non avere intenzione di farlo.

    Secondo le normative britanniche sulle acquisizioni, questa smentita pubblica limita Shell dal fare un’offerta formale per BP per sei mesi.

    “Shell desidera chiarire che non sta attivamente valutando un’offerta per BP e conferma di non aver avviato contatti o trattative,” si legge nella nota.

    Il Wall Street Journal aveva precedentemente riportato che Shell era in fase iniziale di discussioni su una possibile acquisizione di BP, citando fonti informate.

    Prezzi del petrolio in rialzo per calo delle scorte

    I prezzi del petrolio sono saliti leggermente dopo la notizia di una riduzione delle scorte statunitensi superiore alle attese, segnale di domanda solida.

    Alle 03:15 ET, il Brent è salito dello 0,2% a 66,54 dollari al barile, mentre il WTI è aumentato dello 0,1% a 65,00 dollari.

    Entrambi i benchmark hanno guadagnato quasi l’1% mercoledì, recuperando dalle perdite iniziali dopo i dati dell’Energy Information Administration che hanno mostrato un calo delle scorte di petrolio USA per la quinta settimana consecutiva – di 5,8 milioni di barili. Anche le scorte di benzina sono diminuite di 2,1 milioni di barili, con la domanda al livello più alto da dicembre 2021.

  • Milan Stock Exchange Edges Up as Defense and Telecom Stocks Shine

    Milan Stock Exchange Edges Up as Defense and Telecom Stocks Shine

    Piazza Affari opened modestly higher Thursday, mirroring the cautious gains seen across European markets amid ongoing geopolitical tensions and trade uncertainties.

    By 9:30 a.m., the FTSE MIB index had inched up 0.15%, reflecting a lack of clear market direction.

    Investor confidence in the defense sector received a boost following NATO’s confirmation of a 5% GDP target for military spending. Shares of key players like Leonardo (BIT:LDO) rose 1.7%, Avio (BIT:AVIO) gained 2.5%, while Fincantieri (BIT:FCT) led the sector with a strong 5.3% jump, fueled by news of a fresh contract with the Italian Navy.

    Meanwhile, telecom stocks also showed strength after Berenberg upgraded ratings for companies such as TIM (BIT:TIT), which climbed 2.2%, and Inwit (BIT:NSCIT3040317), up 1.3%.

    In contrast, sectors including banking, automotive, and energy experienced slight declines, reflecting a mixed trading session overall.

  • Le azioni Fincantieri volano dopo il nuovo contratto con la Marina e l’aumento della spesa militare NATO

    Le azioni Fincantieri volano dopo il nuovo contratto con la Marina e l’aumento della spesa militare NATO

    Fincantieri (BIT:FCT) è protagonista oggi alla Borsa di Milano, sostenuta dall’annuncio di un importante nuovo contratto con la Marina Militare Italiana e dalla recente decisione della NATO di aumentare le spese militari.

    Le azioni del principale costruttore navale europeo sono salite di oltre il 6% nella prima ora di contrattazioni, raggiungendo un picco di 15,32 euro. Da inizio 2025 il titolo ha più che raddoppiato il suo valore, con un rialzo di circa il 120% rispetto ai 6,93 euro di gennaio, mentre la crescita su base annua supera ora il 230%.

    L’ultimo contratto, assegnato dalla Marina Italiana, riguarda la costruzione di due navi da combattimento multiruolo PPA (Pattugliatore Polivalente d’Altura), che sostituiranno unità precedentemente vendute alla Marina Indonesiana. Questa estensione dell’accordo originale — avviato con l’ultima Legge Navale — è gestita da Occar (Organisation Conjointe de Coopération en matière d’Armement) nell’ambito di un consorzio temporaneo che vede Fincantieri come contraente principale insieme a Leonardo.

    Il valore dell’accordo si aggira intorno ai 700 milioni di euro e comprende la realizzazione delle due nuove unità in configurazione “Light Plus”, che saranno costruite presso i cantieri integrati di Riva Trigoso e Muggiano, con consegne previste rispettivamente nel 2029 e 2030.

    Pierroberto Folgiero, Amministratore Delegato e Direttore Generale di Fincantieri, ha sottolineato l’importanza del contratto: “Questo accordo conferma il valore strategico del programma e dimostra la capacità del nostro Gruppo di rispondere in modo rapido ed efficace alle esigenze operative della Marina.”

    Folgiero ha inoltre evidenziato l’impatto più ampio sull’ecosistema della difesa italiano: “Le nuove unità rafforzano la filiera nazionale, garantiscono continuità produttiva e stabilità occupazionale e consolidano il ruolo dell’Italia come protagonista centrale nella difesa globale, dove le capacità navali sono un elemento chiave di influenza geopolitica e cooperazione internazionale.”

    L’entusiasmo degli investitori è sostenuto anche dall’impegno recente della NATO ad aumentare i budget della difesa tra i suoi 32 Paesi membri. La dichiarazione finale dell’alleanza prevede che gli alleati destinino almeno il 3,5% del PIL alla difesa core entro il 2035, con un obiettivo complessivo del 5% includendo le spese correlate. Questo cambiamento di politica dovrebbe tradursi in un incremento della spesa militare di circa 400 miliardi di euro all’anno per l’alleanza nel prossimo decennio.

    Riflettendo questo outlook positivo, Banca Akros ha migliorato il rating su Fincantieri da neutral a accumulate, confermando un prezzo target di 15,80 euro. Gli analisti della banca hanno osservato che i nuovi obiettivi di spesa sono in linea con gli impegni precedenti, anche se la tempistica è stata leggermente posticipata dal 2032 al 2035.

    Hanno inoltre sottolineato che l’obiettivo del 5% si suddivide in almeno il 3,5% per la difesa core e fino all’1,5% per le aree correlate — settori in cui i prodotti di Fincantieri, come fregate, corvette, sottomarini e siluri, sono direttamente coinvolti.

  • Il dollaro crolla mentre Trump attacca di nuovo Powell; euro e sterlina guadagnano terreno

    Il dollaro crolla mentre Trump attacca di nuovo Powell; euro e sterlina guadagnano terreno

    Il dollaro statunitense è sceso bruscamente giovedì ai minimi da oltre due anni, dopo una nuova ondata di pressioni politiche su Jerome Powell, presidente della Federal Reserve, da parte dell’ex presidente Donald Trump, suscitando nuove preoccupazioni sull’indipendenza della banca centrale.

    Alle 08:30 GMT, l’Indice del Dollaro USA, che misura il valore del dollaro rispetto a un paniere di sei valute principali, è calato dello 0,6% a 96,682, un livello che non si vedeva dall’inizio del 2022.

    Powell sotto pressione politica

    Durante il secondo giorno della sua audizione al Congresso, il presidente della Fed Jerome Powell ha mantenuto un approccio prudente sul tema del taglio dei tassi d’interesse, sottolineando che ogni decisione dipenderà da una maggiore chiarezza sull’inflazione, specialmente riguardo all’impatto delle tariffe.

    La sua posizione ha subito attirato critiche da Donald Trump, che ha definito Powell troppo conservatore nel non abbassare i tassi più drasticamente. Il Wall Street Journal ha riportato che Trump sta considerando di annunciare in anticipo il successore di Powell, mesi prima della fine del suo mandato prevista per maggio 2026.

    “Sono già orientato su tre o quattro nomi,” ha dichiarato Trump. “Per fortuna lui se ne andrà presto. Non penso abbia fatto un buon lavoro.”

    Queste dichiarazioni hanno scosso i mercati, sollevando timori di interferenze politiche nella politica monetaria e minando la fiducia nell’indipendenza della Federal Reserve.

    Gli analisti di ING hanno sottolineato che, con due funzionari della Fed — Michelle Bowman e Christopher Waller, entrambi nominati da Trump — che manifestano opinioni divergenti, i mercati potrebbero cominciare a prezzare un outlook più accomodante in risposta ai dati economici statunitensi più deboli.

    Contemporaneamente, le speculazioni su una possibile nomina anticipata del nuovo presidente della Fed hanno rafforzato le aspettative di una politica monetaria più morbida. Di conseguenza, le probabilità di un taglio dei tassi nella riunione di luglio sono salite al 25%, rispetto al 12% di una settimana fa.

    Euro e sterlina rafforzati dal calo del dollaro

    L’euro è salito, con EUR/USD che ha guadagnato lo 0,4% a 1,1706, raggiungendo il livello più alto da settembre 2021. Gli analisti di ING hanno suggerito che la moneta unica potrebbe aver beneficiato leggermente dall’accordo della NATO su un obiettivo di spesa per la difesa del 5% e dal tono relativamente conciliante di Trump verso gli alleati europei, eccezion fatta per la Spagna.

    Tuttavia, gli analisti hanno sottolineato che il movimento di EUR/USD è stato principalmente guidato dalla debolezza del dollaro. “Se la coppia riuscirà a mantenersi sopra 1,170, il prossimo obiettivo psicologico potrebbe essere 1,20,” hanno osservato, anche se per raggiungerlo potrebbe essere necessario un ulteriore indebolimento degli Stati Uniti.

    Resta comunque il rischio per l’euro, con la scadenza del 9 luglio per importanti negoziati commerciali e il potenziale ritorno di tensioni tra Washington e Bruxelles.

    Nel frattempo, il sentimento dei consumatori tedeschi continua a indebolirsi, con l’indice GfK di luglio che è sceso leggermente a -20,3, segnalando difficoltà economiche persistenti.

    La sterlina britannica ha anch’essa beneficiato della debolezza del dollaro, con GBP/USD che è salito dello 0,6% a 1,3748, il livello più alto da gennaio 2022. Il rafforzamento della sterlina riflette i dubbi crescenti sul ruolo dominante del dollaro come valuta di riserva mondiale.

    Yen e yuan guadagnano terreno in Asia

    Nel mercato asiatico, lo yen giapponese si è rafforzato, portando USD/JPY a scendere dello 0,9% a 143,97. Gli investitori attendono i dati sull’inflazione in uscita venerdì da Tokyo, che potrebbero influenzare le decisioni della Bank of Japan sul prossimo rialzo dei tassi. L’aumento recente della pressione sui prezzi ha aumentato le scommesse su un imminente inasprimento della politica monetaria.

    Anche la valuta cinese è salita, con lo yuan che ha raggiunto il massimo da sette mesi. Il cambio USD/CNY è sceso dello 0,1% a 7,1683, sostenuto dalle aspettative di nuovi stimoli economici a Pechino. I media locali hanno riferito che la Commissione Nazionale per lo Sviluppo e la Riforma cinese lancerà a luglio un nuovo pacchetto di incentivi e sovvenzioni per i consumatori, con l’obiettivo di stimolare la domanda interna.

  • I mercati europei salgono mentre si allentano le tensioni in Medio Oriente; Trump torna ad attaccare Powell

    I mercati europei salgono mentre si allentano le tensioni in Medio Oriente; Trump torna ad attaccare Powell

    Le borse europee hanno registrato modesti rialzi giovedì, con gli investitori attenti agli sviluppi geopolitici, alle incertezze sulle politiche commerciali e alle indicazioni provenienti dalla Federal Reserve statunitense.

    Alle 07:15 GMT, il DAX tedesco era in aumento dello 0,5%, il CAC 40 francese guadagnava lo 0,4%, mentre il FTSE 100 britannico segnava un rialzo dello 0,1%.

    Cessate il fuoco tra Israele e Iran, ma i dazi USA restano una minaccia

    Il clima più disteso sul fronte geopolitico ha sostenuto i mercati, grazie al cessate il fuoco tra Israele e Iran, mediato dal presidente americano Donald Trump, che sembra reggere. L’accordo ha ridotto i timori di interruzioni nelle catene di approvvigionamento globali, fattore che aveva inciso negativamente sul sentiment degli investitori.

    Tuttavia, l’attenzione si sposta ora sulla scadenza del 9 luglio per i nuovi accordi commerciali con l’amministrazione Trump. Con pochi segnali di progresso concreto, il ritorno dei dazi potrebbe presto riemergere come rischio per i mercati.

    Trump attacca Powell e anticipa una possibile sostituzione

    Durante un’audizione al Congresso mercoledì, il presidente della Federal Reserve, Jerome Powell, ha ribadito che non ci saranno tagli ai tassi d’interesse finché non sarà chiaro l’impatto inflazionistico delle tariffe. Powell ha avvertito che gli aumenti dei prezzi legati ai dazi potrebbero essere più persistenti del previsto.

    La posizione cauta del banchiere centrale ha attirato nuove critiche da parte del presidente Trump, che lo ha definito “terribile” e ha annunciato che intende nominarne un successore già da settembre, prima della scadenza ufficiale del mandato di Powell nel maggio 2026.

    “So già chi sceglierò, ho tre o quattro nomi in mente”, ha detto Trump.

    Queste affermazioni alimentano i timori di indipendenza compromessa della Fed, un principio fondamentale per la fiducia degli investitori nelle politiche monetarie USA.

    H&M sotto le attese; titoli della difesa favoriti dagli impegni NATO

    Sul fronte aziendale, il colosso svedese H&M ha riportato un calo delle vendite del secondo trimestre leggermente peggiore delle attese. Tuttavia, si attende una crescita del 3% a giugno, calcolata in valute locali.

    Nel frattempo, i titoli della difesa potrebbero beneficiare del rinnovato sostegno della NATO a un forte aumento della spesa militare.

    Shell (LSE:SHEL) ha inoltre smentito le indiscrezioni del Wall Street Journal riguardo presunte trattative iniziali per l’acquisizione del rivale BP (LSE:BP.).

    Petrolio in rialzo grazie alla forte domanda USA

    I prezzi del petrolio sono aumentati giovedì, consolidando i guadagni della sessione precedente dopo che i dati USA hanno mostrato un calo superiore alle attese delle scorte di greggio, segnale di domanda sostenuta.

    Alle 03:15 ET:

    • Il Brent guadagnava lo 0,4% a $66,70 al barile
    • Il WTI statunitense saliva dello 0,5% a $65,23 al barile

    Entrambi i contratti erano già saliti di quasi l’1% mercoledì, grazie a un calo di 5,8 milioni di barili delle scorte di greggio USA. Anche le riserve di benzina sono diminuite di 2,1 milioni di barili, con una domanda al livello più alto da dicembre 2021.