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  • Leonardo acquisisce il 24,55% di SSH, azienda finlandese di cybersicurezza

    Leonardo acquisisce il 24,55% di SSH, azienda finlandese di cybersicurezza

    Il gruppo italiano Leonardo (BIT:LDO), leader nei settori aerospaziale e della difesa, acquisirà una quota del 24,55% nella società finlandese di cybersicurezza SSH, diventandone il principale azionista. Questa operazione fa parte di una più ampia alleanza strategica volta a rafforzare la presenza di Leonardo nel settore della cybersicurezza.

    L’accordo prevede un aumento di capitale di 20 milioni di euro tramite l’emissione di nuove azioni di SSH a favore di Leonardo, subordinato a determinati requisiti normativi e condizioni, come confermato da entrambe le società martedì.

    Leonardo considera la cybersicurezza un’area di crescita fondamentale e prevede una forte espansione a due cifre in questo settore nei prossimi anni.

    Al completamento dell’operazione, Leonardo supererà Accendo Capital, attuale maggior azionista con una quota del 20,87% in SSH.

    Stefano Pontecorvo, Presidente di Leonardo, ha sottolineato l’importanza strategica dell’acquisizione, affermando che «l’ambito della cybersicurezza è diventato essenziale nei nuovi sistemi di guerra multi-dominio interconnessi».

    Questa partnership rappresenta un passo chiave per Leonardo nel consolidare la propria posizione nel mercato della cybersicurezza in rapida espansione.

  • Il dollaro scende ai minimi pluriennali tra attese di tagli dei tassi, ottimismo commerciale e preoccupazioni sul disegno di legge fiscale

    Il dollaro scende ai minimi pluriennali tra attese di tagli dei tassi, ottimismo commerciale e preoccupazioni sul disegno di legge fiscale

    Il dollaro USA ha continuato a scendere martedì, toccando livelli che non si vedevano dall’inizio del 2022, mentre i mercati scontano sempre più tagli dei tassi di interesse imminenti. Nel frattempo, il disegno di legge sulle tasse e la spesa proposto dal presidente Donald Trump ha acceso preoccupazioni sul quadro fiscale nazionale.

    Alle 04:25 ET (08:25 GMT), l’indice del dollaro, che misura il biglietto verde rispetto a un paniere di sei valute principali, è sceso dello 0,2% a 96,275, raggiungendo il livello più basso da febbraio 2022.

    Pressione sul dollaro

    Il calo del dollaro è guidato da crescenti aspettative che la Federal Reserve allenti la politica monetaria a breve, unite a un certo ottimismo sui possibili accordi commerciali e a dispute politiche sul disegno di legge fiscale e di spesa di Trump.

    “Il dollaro continua a scendere in modo probabilmente ora meglio definibile come una tendenza ordinata al ribasso. Dopo un calo strutturale del dollaro in aprile, le perdite nell’ultimo mese circa sono diventate cicliche, mentre l’allentamento della Fed già anticipato viene scontato,” hanno osservato gli analisti di ING in un commento.

    Le aspettative di tagli dei tassi sono alimentate dalla pressione continua del presidente Trump sulla Fed. Recentemente, ha inviato al presidente della Fed Jerome Powell una nota scritta a mano in cui paragona i tassi di interesse degli Stati Uniti a quelli di altri Paesi, suggerendo che il tasso USA dovrebbe essere compreso tra lo 0,5% del Giappone e l’1,75% della Danimarca.

    L’attacco continuo di Trump a Powell e alla Fed ha innervosito gli investitori, sollevando dubbi sull’indipendenza e credibilità della banca centrale, fattori che pesano sul dollaro.

    L’incertezza degli investitori è alimentata anche dal dibattito acceso al Senato USA sul disegno di legge fiscale e di spesa di Trump, ostacolato dalle divisioni interne al partito a causa dell’aumento previsto di 3,3 trilioni di dollari al debito pubblico.

    ING ha aggiunto: “Nel breve termine, il dollaro è già sceso molto e questa tendenza al ribasso probabilmente necessita di qualche notizia macroeconomica. Tale notizia arriva oggi sotto forma dei dati ISM manifatturieri di giugno e dei dati JOLTS.”

    Euro vicino ai massimi da quattro anni

    In Europa, l’euro ha leggermente ceduto lo 0,1% a 1,1781 contro il dollaro, appena sotto il recente massimo quadriennale di 1,1808. La moneta unica è salita del 13,8% nella prima metà dell’anno, segnando la migliore performance semestrale di sempre, secondo dati LSEG.

    I trader attendono ora i dati preliminari sull’inflazione nell’Eurozona, che si prevede indichino un tasso annuo intorno al 2% per giugno, in linea con l’obiettivo della Banca Centrale Europea.

    All’inizio del mese, la BCE ha tagliato i tassi per l’ottava volta in un anno, ma ha segnalato una probabile pausa nella prossima riunione a causa dell’incertezza legata alle tensioni commerciali con gli Stati Uniti.

    I dati sugli indici dei responsabili degli acquisti del settore manifatturiero di Francia, Germania e Eurozona saranno pubblicati martedì, insieme agli interventi dei capi delle banche centrali al forum BCE di Sintra, Portogallo.

    La sterlina si rafforza nonostante i dati sulle abitazioni

    La sterlina ha guadagnato lo 0,3% a 1,3764 contro il dollaro, vicino al massimo da tre anni e mezzo toccato la scorsa settimana.

    Tuttavia, nuovi dati hanno mostrato che i prezzi delle case nel Regno Unito sono diminuiti dello 0,8% a giugno, un calo più marcato del previsto e il più forte in oltre due anni, secondo il prestatore ipotecario Nationwide.

    “Anche la sterlina potrebbe affrontare rischi politici mentre il primo ministro Keir Starmer deve affrontare una rivolta dei parlamentari sulla riforma del welfare. Il governo è già stato costretto a fare concessioni per circa 4 miliardi di sterline per far passare il disegno di legge – anche se il suo passaggio non è garantito. Qualsiasi fallimento potrebbe pesare su sterlina e gilts, con la percezione che saranno necessarie ulteriori concessioni in un momento di assenza di margine fiscale,” hanno sottolineato gli analisti ING.

    Lo yen giapponese sostenuto dalla domanda di rifugio

    In Asia, lo yen giapponese si è rafforzato, con USD/JPY in calo dello 0,7% a 143,06. La valuta nipponica ha beneficiato di flussi di rifugio sicuro dopo le critiche di Trump a Tokyo per la presunta riluttanza a importare riso americano, oltre a un accenno alla possibile fine dei negoziati commerciali.

    I funzionari giapponesi hanno dichiarato martedì di voler ancora perseguire un accordo tariffario con gli Stati Uniti, ma senza compromettere l’industria agricola nazionale.

    Nel frattempo, USD/CNY è leggermente sceso a 7,1624, vicino al livello più forte da novembre, sostenuto da dati positivi sul settore manifatturiero. I dati Caixin di martedì hanno mostrato che il settore manifatturiero cinese è tornato in espansione a giugno, beneficiando della temporanea riduzione delle tariffe commerciali concordata tra Washington e Pechino.

  • Dow Jones, S&P, Nasdaq, I futures scendono mentre Trump critica Powell prima del forum della Banca Centrale

    Dow Jones, S&P, Nasdaq, I futures scendono mentre Trump critica Powell prima del forum della Banca Centrale

    I futures azionari statunitensi hanno leggermente ceduto martedì, dopo un forte rally di lunedì che ha portato i mercati globali a nuovi massimi intraday. Gli investitori valutano ora gli sviluppi nelle trattative commerciali tra Stati Uniti e Canada e il dollaro più debole, preparando al contempo i dati economici chiave in arrivo questa settimana.

    Entro martedì mattina presto (07:32 GMT), i futures sul Dow erano in calo di 30 punti (-0,1%), quelli sull’S&P 500 di 11 punti (-0,2%) e quelli sul Nasdaq 100 di 56 punti (-0,3%). I guadagni di lunedì erano stati alimentati dall’ottimismo per una possibile ripresa dei colloqui commerciali tra USA e Canada, anche se permangono preoccupazioni riguardo a un massiccio disegno di legge su tasse e spesa attualmente in discussione al Senato, che potrebbe aumentare ulteriormente il debito nazionale, già pari a 36,2 trilioni di dollari.

    Nonostante alcune fluttuazioni legate alle notizie, gli analisti di Vital Knowledge hanno osservato che “c’è poca ansia immediata riguardo al disegno di legge sulla riconciliazione o alle tariffe”.

    Trump aumenta la pressione sul presidente della Fed Powell

    Il presidente Donald Trump ha intensificato le critiche al presidente della Federal Reserve Jerome Powell, inviandogli lunedì una lettera manoscritta con tono deciso, esortandolo a tagliare rapidamente e significativamente i tassi di interesse. Nella lettera, Trump ha incluso un grafico che confronta i tassi delle principali banche centrali mondiali, sostenendo che gli USA dovrebbero puntare a costi di finanziamento intorno all’1% o meno.

    Il messaggio di Trump è chiaro: “Come al solito, troppo tardi,” ha scritto, lamentando che il paese sta perdendo “centinaia di miliardi” a causa dell’attuale politica della Fed. Ciò arriva dopo la decisione della Fed di mantenere i tassi tra il 4,25% e il 4,5%, con Powell che adotta un atteggiamento prudente in attesa degli sviluppi, vista l’incertezza legata alle politiche tariffarie aggressive di Trump.

    Frustrato dalla risposta ritenuta lenta rispetto ad altre banche centrali, Trump ha lanciato ripetute critiche verbali e starebbe valutando di nominare un successore a Powell entro fine anno — una mossa che potrebbe indebolire la sua autorità, secondo alcuni analisti.

    Powell protagonista al forum BCE in mezzo all’incertezza dei mercati

    Jerome Powell sarà nuovamente al centro dell’attenzione martedì durante un panel ad alto profilo al forum annuale della Banca Centrale Europea a Sintra, Portogallo. Al suo fianco ci saranno la presidente della BCE Christine Lagarde e i leader delle banche centrali di Giappone, Regno Unito e Corea del Sud.

    La discussione verterà probabilmente sul ruolo del dollaro come valuta di riserva globale dominante, particolarmente dopo il suo forte calo in questo anno, il peggior avvio dal 1970, in parte dovuto alla politica commerciale protezionistica di Trump.

    L’incertezza sarà la parola chiave dell’evento, come sottolineato da Lagarde nei suoi commenti introduttivi di lunedì, evidenziando che la mancanza di chiarezza sulle tariffe USA e sul piano fiscale del Presidente restano fattori critici per l’economia globale.

    USA puntano a accordi commerciali più mirati prima della scadenza tariffaria

    Secondo il Financial Times, l’amministrazione USA sta cambiando strategia commerciale, puntando su accordi più ristretti e mirati per ottenere risultati rapidi prima della scadenza del 9 luglio, quando potrebbero essere reintegrate dure tariffe reciproche.

    Invece di cercare i 90 accordi ampi inizialmente promessi durante la pausa tariffaria di 90 giorni iniziata il 2 aprile, gli Stati Uniti cercano ora “accordi di principio” su temi limitati con paesi selezionati, per evitare tariffe fino al 50%, anche se rimarrebbe una tariffa base del 10% in attesa di negoziati più ampi.

    I colloqui restano complessi, e l’amministrazione sta ancora considerando possibili tariffe su settori chiave anche nel perseguire questi accordi graduali.

    Mercati petroliferi volatili in vista della riunione OPEC+

    I prezzi del petrolio hanno mostrato volatilità, scendendo dopo aver toccato un minimo di tre settimane, complice il calo delle preoccupazioni sull’offerta e le attese di un aumento della produzione da parte di OPEC+.

    Alle 03:38 ET, i futures sul Brent sono scesi dello 0,4% a 66,47 dollari al barile, toccando il minimo da giugno 11, poco prima dell’inizio del conflitto Israele-Iran. I futures sul West Texas Intermediate sono calati dello 0,5% a 64,81 dollari al barile.

    Il gruppo OPEC+ si riunirà il 6 luglio. Reuters ha riportato la settimana scorsa che l’alleanza prevede di aumentare la produzione di 411.000 barili al giorno in agosto, dopo aumenti simili a maggio, giugno e luglio. Questo porterebbe l’incremento totale di offerta per l’anno a 1,78 milioni di barili al giorno, sebbene sia ancora inferiore al volume dei tagli effettuati negli ultimi due anni.

  • I Prezzi dell’Oro Salgono in Scia all’Incertezza sui Dazi Prima della Scadenza di Trump

    I Prezzi dell’Oro Salgono in Scia all’Incertezza sui Dazi Prima della Scadenza di Trump

    I prezzi dell’oro sono aumentati nettamente nei mercati asiatici martedì, spinti da una crescente domanda di beni rifugio mentre gli investitori affrontano l’incertezza sulle trattative commerciali USA in vista della scadenza dei dazi fissata dal presidente Donald Trump per il 9 luglio. Un dollaro USA più debole ha ulteriormente sostenuto l’appeal del metallo prezioso.

    L’oro spot ha guadagnato lo 0,8%, raggiungendo 3.328,71 dollari l’oncia, mentre i futures sull’oro di agosto sono saliti dell’1% a 3.339,70 dollari nelle prime ore di martedì (06:10 GMT). Questo movimento segue un aumento dell’1,5% registrato il giorno precedente, recuperando gran parte delle perdite della settimana scorsa dopo il cessate il fuoco tra Israele e Iran.

    Domanda di Beni Rifugio in Crescita con l’Avvicinarsi della Scadenza sui Dazi

    L’imminente scadenza della pausa di 90 giorni sui dazi, il 9 luglio, tiene gli investitori in apprensione. Da quando la pausa è iniziata il 2 aprile, gli Stati Uniti hanno concluso solo due accordi commerciali — con Cina e Regno Unito. I paesi che non raggiungeranno un accordo entro la scadenza rischiano la reintroduzione di dazi reciproci, fino al 50%.

    Secondo un rapporto del Financial Times pubblicato martedì, i funzionari commerciali statunitensi stanno ora puntando su accordi più mirati e ristretti per ottenere progressi rapidi prima della scadenza. L’amministrazione sta inoltre valutando l’introduzione di dazi su diversi settori chiave.

    Ad aumentare la tensione sui mercati, Trump ha minacciato nuovi dazi sul Giappone, mentre il Segretario al Tesoro USA Scott Bessent ha avvertito che, nonostante le trattative in corso, molti paesi potrebbero comunque affrontare pesanti aumenti tariffari. Bessent ha espresso ottimismo sul fatto che potrebbero essere raggiunti numerosi accordi prima del termine.

    Questa combinazione di incertezza e rischio di nuovi dazi ha spinto gli investitori verso beni rifugio tradizionali come l’oro.

    I Mercati dei Metalli Reagiscono al Dollaro Debole e a Dati Positivi

    L’indice del dollaro USA è rimasto debole durante le ore di scambio asiatiche, oscillando vicino ai minimi degli ultimi tre anni, sostenendo così i guadagni nei metalli preziosi.

    I futures sull’argento sono saliti dello 0,4% a 36,00 dollari l’oncia, mentre quelli sul platino sono scesi dello 0,4% a 1.360,45 dollari. Anche il rame ha registrato rialzi: i futures sul rame al London Metal Exchange sono cresciuti dello 0,2% a 9.839,95 dollari la tonnellata, mentre quelli negli Stati Uniti sono aumentati dell’1,2% a 5,1145 dollari la libbra.

    Il rally del rame è stato supportato da un’indagine privata che ha mostrato un’espansione inattesa dell’indice PMI manifatturiero Caixin della Cina a giugno. Il miglioramento delle condizioni commerciali ha rafforzato il sentiment nel più grande consumatore mondiale di rame.

  • I prezzi del petrolio tornano ai livelli pre-conflitto in attesa delle decisioni di produzione di OPEC+

    I prezzi del petrolio tornano ai livelli pre-conflitto in attesa delle decisioni di produzione di OPEC+

    I prezzi del petrolio sono scesi martedì al livello più basso delle ultime tre settimane, tornando ai valori registrati prima del recente conflitto tra Israele e Iran. Questo calo è dovuto a un allentamento delle preoccupazioni riguardo alle interruzioni dell’offerta e alle attese di un aumento della produzione da parte di OPEC e dei suoi alleati.

    Il Brent con consegna a settembre è calato dello 0,3%, a 66,57 dollari al barile, mentre i futures sul West Texas Intermediate sono scesi anch’essi dello 0,3%, attestandosi a 63,64 dollari al barile alle 21:17 ET. I prezzi del Brent hanno raggiunto il livello più basso dal 11 giugno, poco prima dell’inizio delle ostilità in Medio Oriente.

    Sembra che la tregua tra Israele e Iran tenga, contribuendo a calmare i mercati petroliferi.

    L’attenzione degli investitori è ora rivolta all’Organizzazione dei Paesi Esportatori di Petrolio e ai suoi partner, noti come OPEC+, che dovrebbero riunirsi nel corso della settimana. Il gruppo dovrebbe continuare a ridurre gradualmente i tagli alla produzione attivi da due anni.

    Recenti rapporti indicano che OPEC+ prevede di aumentare la produzione di circa 411.000 barili al giorno in agosto, dopo incrementi simili a maggio, giugno e luglio. Questo porterebbe l’aumento totale per il 2025 a circa 1,78 milioni di barili al giorno. Tuttavia, questo aumento rimane inferiore al volume di tagli effettuati dall’alleanza negli ultimi due anni.

    L’incremento previsto segnala una svolta verso un aumento dell’offerta, in risposta alla pressione esercitata dai prezzi del petrolio costantemente deboli. I principali produttori di OPEC+, tra cui Arabia Saudita e Russia, sono inoltre interessati a mantenere la disciplina all’interno del gruppo per evitare una produzione eccessiva che potrebbe deprimere ulteriormente i prezzi.

    Nel frattempo, persistono le tensioni sui mercati per le politiche commerciali statunitensi, con l’avvicinarsi della scadenza del 9 luglio fissata dal presidente Donald Trump per la conclusione di nuovi accordi commerciali. Lunedì, Trump ha criticato il Giappone per le sue politiche di importazione del riso e ha suggerito che i negoziati commerciali con Tokyo potrebbero terminare.

    Anche il segretario al Tesoro statunitense Scott Bessent ha avvertito che, nonostante i negoziati in corso, alcuni Paesi — tra cui Giappone e India — potrebbero essere soggetti a dazi superiori al 20%. Questo ha sollevato timori che l’escalation delle tensioni commerciali possa frenare la crescita economica globale e, di conseguenza, ridurre la domanda di petrolio.

  • Le azioni Tesla calano del 4% nel premarket mentre si riaccende lo scontro tra Trump e Musk

    Le azioni Tesla calano del 4% nel premarket mentre si riaccende lo scontro tra Trump e Musk

    Tesla Inc (NASDAQ:TSLA) ha registrato un calo significativo nel premarket di martedì, con le tensioni che sono riemerse tra il presidente degli Stati Uniti Donald Trump e l’amministratore delegato di Tesla, Elon Musk. Trump ha accusato Musk di ricevere sussidi governativi sproporzionati e ha chiesto una revisione federale del supporto concesso a Tesla.

    Secondo i dati di trading delle 24 ore di Robinhood (NASDAQ:HOOD), le azioni Tesla sono scese fino al 6,4%, attestandosi a 297,35 dollari.

    Sulla sua piattaforma social Truth Social, Trump ha invitato il Dipartimento per l’Efficienza Governativa (DOGE) a investigare sull’entità dell’assistenza federale concessa a Tesla. Ha avvertito: “Elon potrebbe ricevere più sussidi di qualunque altro essere umano nella storia.”

    Trump ha aggiunto: “Senza i sussidi, probabilmente Elon dovrebbe chiudere bottega e tornarsene in Sudafrica.”

    Elon Musk ha risposto prontamente su X dichiarando: “Sto letteralmente dicendo TAGLIATE TUTTO. Ora.”

    Il conflitto tra Trump e Musk è principalmente incentrato sull’opposizione di Musk a una vasta legge su tagli fiscali e alla spesa pubblica che Trump sostiene e che è attualmente al vaglio del Senato.

    Le obiezioni di Musk riguardano l’impatto che la legge potrebbe avere sull’aumento significativo del debito e della spesa federale. Ha anche avvertito che il provvedimento potrebbe ostacolare i suoi sforzi con il Dipartimento per l’Efficienza Governativa per ridurre la spesa pubblica.

    Un’analisi indipendente suggerisce che la legge potrebbe aumentare il debito nazionale di 3,3 trilioni di dollari nei prossimi dieci anni, se approvata nella forma attuale.

    Musk ha più volte criticato la legge definendola troppo grande e inefficiente. Questa posizione è stata un fattore chiave nel deterioramento pubblico del rapporto con Trump all’inizio di giugno, che ha portato Musk a dimettersi dal suo ruolo presso DOGE.

  • DAX, CAC, FTSE100, I mercati europei mostrano movimenti contrastanti in mezzo agli sviluppi sul commercio globale

    DAX, CAC, FTSE100, I mercati europei mostrano movimenti contrastanti in mezzo agli sviluppi sul commercio globale

    Le azioni europee hanno mostrato una direzione incerta lunedì mentre gli investitori osservano con attenzione i negoziati commerciali internazionali in corso, in vista della scadenza del 9 luglio per i dazi reciproci statunitensi.

    Le tensioni si sono in parte attenuate dopo che il Canada ha deciso di ritirare la prevista tassa sui servizi digitali (DST) rivolta alle aziende tecnologiche statunitensi.

    Nel frattempo, il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha criticato le condizioni commerciali relative alle automobili tra Stati Uniti e Giappone, definendole squilibrate, e ha suggerito che il dazio del 25% sulle auto importate dal Giappone potrebbe rimanere in vigore.

    In un altro sviluppo, un nuovo accordo commerciale tra Stati Uniti e Regno Unito è entrato ufficialmente in vigore oggi, riducendo i dazi statunitensi sulle auto e sui componenti aeronautici prodotti in Gran Bretagna.

    A metà giornata, il CAC 40 francese è salito leggermente dello 0,1%, mentre il FTSE 100 britannico e il DAX tedesco sono entrambi scesi dello 0,2%.

    Sul fronte aziendale, Skanska AB (USOTC:SKSBF) ha visto il prezzo delle azioni calare dopo aver annunciato un investimento significativo, circa 700 milioni di SEK (circa 1,6 miliardi di CZK), in un progetto residenziale chiamato D.O.K. Radlice situato nel quartiere Radlice di Praga.

    La società di tecnologia per la difesa Chemring (LSE:CHG) ha registrato un rialzo dopo aver annunciato l’acquisizione di Landguard Nexus Limited per un valore fino a 20 milioni di sterline.

    Anche le azioni di STMicroelectronics (NYSE:STM) e Infineon Technologies (TG:IFX) sono aumentate, sostenute dall’inserimento di entrambe nella lista di J.P. Morgan come titoli con catalizzatori positivi.

  • Dow Jones, S&P, Nasdaq, Wall Street in rialzo grazie all’ottimismo sui negoziati commerciali

    Dow Jones, S&P, Nasdaq, Wall Street in rialzo grazie all’ottimismo sui negoziati commerciali

    I futures sui principali indici azionari statunitensi sono in rialzo in avvio di settimana, dopo una chiusura per lo più positiva ma volatile nella sessione di venerdì scorso.

    La fiducia degli investitori è sostenuta dall’ottimismo riguardo ai potenziali accordi commerciali, mentre si avvicina la scadenza per i dazi reciproci statunitensi prevista per l’inizio del prossimo mese.

    Ulteriore impulso positivo arriva dalla decisione del Canada di abolire la tassa sui servizi digitali imposta alle aziende tecnologiche statunitensi — una tassa che avrebbe dovuto entrare in vigore proprio oggi.

    Questa mossa segue la dichiarazione del presidente Donald Trump di venerdì scorso, che aveva annunciato la fine delle trattative commerciali con il Canada a causa di questa tassa.

    “L’eliminazione della tassa sui servizi digitali permetterà alle negoziazioni di un nuovo rapporto economico e di sicurezza con gli Stati Uniti di fare progressi fondamentali e rafforzare il nostro lavoro per creare posti di lavoro e prosperità per tutti i canadesi,” ha dichiarato il ministro delle finanze canadese Francois-Philippe Champagne.

    La sessione di venerdì ha mostrato ampie oscillazioni, con gli indici principali che hanno alternato guadagni e perdite. Nonostante la volatilità, sia l’S&P 500 che il Nasdaq hanno chiuso a nuovi massimi storici.

    Alla chiusura, il Dow Jones è salito di 432,43 punti (1,0%) a 43.819,27, il Nasdaq è cresciuto di 105,55 punti (0,5%) a 20.273,46, e l’S&P 500 è aumentato di 32,05 punti (0,5%) a 6.173,07.

    Nel corso della settimana, il Nasdaq ha guidato con un aumento del 4,3%, seguito dal Dow (+3,8%) e dall’S&P 500 (+3,4%).

    Il rialzo è iniziato dopo che il presidente Trump ha accennato a un nuovo accordo con la Cina.

    Un funzionario della Casa Bianca ha poi precisato che Stati Uniti e Cina hanno raggiunto “una comprensione aggiuntiva di un quadro per implementare l’accordo di Ginevra.”

    Il Ministero del Commercio cinese ha confermato che entrambe le parti “hanno confermato i dettagli del quadro,” con gli Stati Uniti che accettano di rimuovere “misure restrittive” e la Cina che si impegna a “rivedere e approvare” gli articoli sotto i controlli alle esportazioni.

    Il Segretario al Commercio Howard Lutnick ha detto a Bloomberg che l’amministrazione si aspetta di finalizzare presto accordi con dieci importanti partner commerciali.

    Tuttavia, i mercati hanno registrato un ritracciamento nel pomeriggio dopo che Trump ha annunciato la fine delle trattative con il Canada a causa della tassa sui servizi digitali imposta alle aziende tecnologiche statunitensi.

    “Faremo sapere al Canada quali tariffe dovranno pagare per fare affari con gli Stati Uniti entro i prossimi sette giorni,” ha scritto Trump su Truth Social.

    I dati economici del Dipartimento del Commercio hanno mostrato che i prezzi al consumo a maggio sono aumentati più o meno come previsto, anche se l’inflazione core è risultata leggermente superiore alle attese.

    “Il rilascio di oggi ha mostrato un po’ più di inflazione core rispetto alle aspettative basate sui dati CPI e PPI, ma non abbastanza da preoccupare qualcuno,” ha commentato Chris Low, Chief Economist di FHN Financial.

    Inoltre, un rapporto dell’Università del Michigan ha indicato un miglioramento del sentimento dei consumatori più marcato del previsto a giugno.

    I titoli retail hanno registrato una buona performance, portando l’indice Dow Jones U.S. Retail a guadagnare l’1,8%, chiudendo al massimo da oltre quattro mesi.

    Anche i titoli delle compagnie aeree sono saliti, con l’indice NYSE Arca Airline in aumento dell’1,5%.

    Al contrario, i titoli auriferi sono scesi bruscamente, trascinando l’indice NYSE Arca Gold Bugs in calo del 4,0% insieme al prezzo del metallo prezioso.

  • A2A sigla un accordo di fornitura di GNL con BP fino al 2044

    A2A sigla un accordo di fornitura di GNL con BP fino al 2044

    Il gruppo energetico italiano A2A (BIT:A2) ha firmato un accordo a lungo termine con il colosso energetico BP (LSE:BP.) per la fornitura annuale di gas naturale liquefatto (GNL), assicurandosi fino a 10 carichi all’anno – pari a circa 1 miliardo di metri cubi – nel periodo compreso tra il 2027 e il 2044.

    Il contratto pluriennale, annunciato congiuntamente dalle due società, prevede che BP fornisca GNL ad A2A attraverso il proprio portafoglio globale diversificato. Le consegne saranno ricevute e rigassificate principalmente presso il terminale OLT Offshore LNG Toscana, situato al largo di Livorno, dove A2A detiene capacità di rigassificazione a lungo termine. Ulteriori carichi potranno essere trattati anche in altri terminali europei.

    Secondo quanto dichiarato, i volumi concordati copriranno circa il 20% del fabbisogno complessivo di gas naturale di A2A, rappresentando un passo importante nel rafforzamento della resilienza dell’approvvigionamento energetico del gruppo.

    “Questo accordo riflette il nostro impegno strategico per diversificare le fonti di approvvigionamento, garantendo al contempo una maggiore stabilità e prevedibilità dei prezzi nel medio-lungo periodo”, ha dichiarato Renato Mazzoncini, Amministratore Delegato di A2A. “In qualità di secondo operatore energetico in Italia, siamo concentrati sul soddisfare in modo affidabile la domanda dei clienti finali e contribuire alla sicurezza energetica del Paese, delle imprese e dei cittadini.”

  • Dow Jones, S&P, Nasdaq, I futures statunitensi salgono mentre il Canada ritira la tassa sui servizi digitali. Il Senato USA avvia il dibattito sulla maxi legge fiscale

    Dow Jones, S&P, Nasdaq, I futures statunitensi salgono mentre il Canada ritira la tassa sui servizi digitali. Il Senato USA avvia il dibattito sulla maxi legge fiscale

    I futures azionari statunitensi sono in rialzo lunedì, sostenuti dalla decisione del Canada di annullare una controversa tassa sui servizi digitali. Nel frattempo, il Senato degli Stati Uniti, a maggioranza repubblicana, ha avviato il dibattito su un ampio disegno di legge su tagli fiscali e spesa pubblica promosso da Donald Trump. Intanto in Asia, i dati sulla produzione manifatturiera cinese mostrano una contrazione più moderata del previsto.

    Apertura positiva per i mercati

    I mercati azionari statunitensi si avviano verso un’apertura solida, spinti dalla notizia che il governo canadese ha ritirato una tassa sui ricavi digitali destinata ai colossi tech americani.

    Alle 07:30 GMT, i futures sul Dow Jones erano in rialzo di 250 punti (+0,6%), quelli sull’S&P 500 salivano dello 0,4%, mentre i futures sul Nasdaq 100 guadagnavano lo 0,5%.

    Venerdì, l’S&P 500 e il Nasdaq hanno chiuso ai massimi storici, con il Nasdaq che è entrato ufficialmente in territorio di mercato rialzista, segnando un aumento del 20% dai recenti minimi.

    I dati sulla spesa personale negli Stati Uniti hanno mostrato un calo inatteso a maggio, mentre l’inflazione resta sopra il target del 2% della Fed. Ciò ha rafforzato le aspettative di un possibile taglio dei tassi d’interesse a partire da settembre. I mercati ora prevedono con una probabilità del 74% un taglio dei tassi entro quella data.

    Il Canada annulla la tassa digitale

    Il governo canadese ha annunciato la revoca della tassa sui servizi digitali, che sarebbe dovuta entrare in vigore lunedì. La decisione è vista come un tentativo di rilanciare i colloqui commerciali con Washington, dopo che Trump aveva minacciato nuove tariffe in risposta alla tassa.

    La misura avrebbe applicato un’imposta del 3% ai ricavi digitali superiori ai 20 milioni di dollari ottenuti da aziende tecnologiche in Canada, retroattiva al 2022.

    Il premier Mark Carney e il presidente Trump hanno ora in programma un incontro per raggiungere un accordo commerciale entro il 21 luglio.

    Il Senato USA discute maxi piano fiscale

    Il Senato ha avviato il dibattito su una legge fiscale sostenuta da Trump, che include l’estensione dei tagli fiscali del 2017 e nuovi fondi per difesa e sicurezza alle frontiere.

    Secondo l’Ufficio di Bilancio del Congresso, il disegno di legge potrebbe aumentare il debito nazionale di circa 3.300 miliardi di dollari in dieci anni. Il voto finale in Senato potrebbe arrivare già lunedì. Il Congresso punta a far firmare la legge a Trump entro il 4 luglio.

    Manifattura cinese ancora in calo

    L’attività manifatturiera cinese è calata per il terzo mese consecutivo a giugno, ma a un ritmo inferiore rispetto alle attese. L’indice PMI si è attestato a 49,7, sopra le stime di 49,6.

    La lettura riflette un lieve miglioramento, favorito da un accordo di maggio tra Cina e Stati Uniti per ridurre alcune tariffe commerciali. Un ulteriore rafforzamento dei rapporti tra i due paesi potrebbe favorire le esportazioni cinesi.

    Petrolio in lieve calo

    I prezzi del petrolio sono scesi leggermente a causa del calo delle tensioni in Medio Oriente e delle aspettative di un aumento della produzione da parte dell’OPEC+.

    Alle 03:35 ET, i futures sul Brent erano in calo dello 0,2% a 66,66 dollari, mentre il WTI perdeva lo 0,4% a 65,26 dollari.

    Nonostante un forte calo settimanale, entrambe le tipologie sono pronte a chiudere giugno con il secondo guadagno mensile consecutivo superiore al 5%.