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  • Le preoccupazioni sui dazi spingono le vendite negli USA, l’Europa ancora a rischio

    Le preoccupazioni sui dazi spingono le vendite negli USA, l’Europa ancora a rischio

    I mercati azionari statunitensi sono finiti sotto pressione mentre gli hedge fund e i commodity trading advisors (CTAs) hanno ridotto aggressivamente l’esposizione in vista dei prossimi annunci sui dazi. Nel frattempo, i mercati europei, nonostante i recenti afflussi di capitale, potrebbero non essere immuni da un più ampio sentiment di avversione al rischio.

    “A marzo si è registrata una diffusa riduzione delle posizioni azionarie da parte delle principali categorie di investitori”, hanno dichiarato gli analisti di Barclays, evidenziando che i fondi sistematici e con leva finanziaria hanno drasticamente ridotto la loro esposizione azionaria negli Stati Uniti.

    In particolare, i CTAs sono ora nettamente posizionati al ribasso, mentre i fondi a parità di rischio (risk parity funds) detengono la loro minore allocazione in azioni da oltre un anno, avendo spostato i capitali sui titoli di Stato (Treasuries).

    Tuttavia, nonostante questa riduzione tattica del rischio, Barclays sottolinea che il posizionamento complessivo è ancora lontano dai livelli tipici di una recessione.

    Le famiglie detengono un livello record del 65% dei loro asset finanziari in azioni, e le allocazioni dei fondi comuni restano ben al di sopra dei minimi toccati durante le passate recessioni.

    “Sebbene la vendita da parte degli investitori speculativi sia in gran parte terminata negli Stati Uniti, il denaro reale (fondi comuni e investitori retail) rimane quasi completamente investito”, hanno affermato gli strateghi di Barclays guidati da Emmanuel Cau.

    “Nonostante tutto il rumore attorno a Trump, la resilienza dei flussi azionari è finora supportata da utili solidi. Ma se i fondamentali degli utili peggiorassero, i flussi probabilmente seguirebbero la stessa direzione”, hanno aggiunto.

    Il rischio azionario si sposta in Europa

    Il rischio azionario sembra essersi spostato in Europa, dove l’esposizione netta degli hedge fund ha raggiunto il 70° percentile.

    Le azioni europee hanno registrato afflussi per 24 miliardi di dollari dall’inizio dell’anno, il livello più alto dal 2017.

    Tuttavia, gli strateghi avvertono che “le posizioni lunghe tattiche in Europa sembrano vulnerabili se il timore di un rallentamento della crescita peggiora”. Gran parte dei recenti afflussi, in particolare in Germania, provengono da investitori domestici, mentre il rimpatrio di capitali da parte degli investitori statunitensi è stato limitato, lasciando spazio a ulteriori aggiustamenti.

    Allocazioni settoriali e coperture tattiche

    Per quanto riguarda le allocazioni settoriali, i dati mostrano un’inclinazione verso un posizionamento meno esposto ai dazi (“tariffs-light”), ma i portafogli rimangono vulnerabili ai rischi legati alla crescita.

    Il settore tecnologico ha sottoperformato, ma i fondi long-only e gli hedge fund continuano a detenere posizioni significative.

    Le banche e la difesa sono considerate posizioni lunghe di consenso nei portafogli, ma il posizionamento nel settore bancario rimane elevato e il comparto “sembra vulnerabile a un’impennata delle preoccupazioni sulla recessione”.

    Barclays ritiene che il settore assicurativo e i comparti difensivi, come telecomunicazioni e immobiliare, rappresentino coperture tattiche più attraenti.

    “L’energia è anche sottopesata nei portafogli e potrebbe funzionare come copertura contro i rischi estremi”, ha aggiunto la banca.

  • L’UE pronta a contrastare i dazi commerciali USA se necessario: von der Leyen

    L’UE pronta a contrastare i dazi commerciali USA se necessario: von der Leyen

    L’Unione Europea (UE) è pronta a rispondere a eventuali dazi commerciali imposti dagli Stati Uniti con misure di ritorsione adeguate, se necessario, ha dichiarato la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen.

    L’obiettivo principale dell’UE è raggiungere una soluzione negoziata. Tuttavia, se la situazione lo richiedesse, l’Unione Europea è pronta a difendere i propri interessi, i cittadini e le imprese, ha affermato von der Leyen.

    La presidente della Commissione europea ha sottolineato che l’UE non desidera ricorrere a misure di ritorsione. Tuttavia, qualora fosse necessario, l’UE dispone di un piano dettagliato e non esiterà a metterlo in atto.

    Queste dichiarazioni sono state fatte martedì durante un discorso al Parlamento europeo a Strasburgo.

  • Il settore manifatturiero italiano registra un’ulteriore contrazione a marzo

    Il settore manifatturiero italiano registra un’ulteriore contrazione a marzo

    Il settore manifatturiero italiano ha subito una contrazione ancora più marcata a marzo, con un calo dei volumi di produzione al ritmo più rapido degli ultimi quattro mesi, secondo un’indagine pubblicata martedì.

    L’Indice dei Direttori agli Acquisti (PMI) manifatturiero di HCOB, un indicatore chiave della salute del settore, è sceso a 46,6 a marzo, rispetto ai 47,4 di febbraio.

    Si tratta del 12º mese consecutivo in cui l’indice rimane al di sotto della soglia critica di 50,0. Un valore inferiore a 50,0 indica una contrazione del settore, mentre un valore superiore segnala una crescita.

    Questa continua contrazione del settore manifatturiero in Italia evidenzia le sfide che l’economia del paese deve affrontare.

  • Il dollaro in lieve rialzo in attesa dell’annuncio sui dazi; l’euro si indebolisce

    Il dollaro in lieve rialzo in attesa dell’annuncio sui dazi; l’euro si indebolisce

    Il dollaro statunitense ha registrato piccoli guadagni martedì, muovendosi in attesa dell’imminente imposizione di dazi reciproci da parte del presidente degli Stati Uniti Donald Trump, prevista per questa settimana, mentre l’euro si è indebolito in vista dei dati chiave sull’inflazione.

    Alle 03:05 ET (08:05 GMT), l’Indice del Dollaro, che misura il valore del biglietto verde rispetto a un paniere di sei altre valute, è aumentato dello 0,1%, raggiungendo quota 103,937.

    Dati JOLTS in arrivo

    Il dollaro è rimasto in gran parte stabile in attesa che il presidente Trump sveli nuovi dazi commerciali, che potrebbero essere annunciati già questa sera, ma più probabilmente mercoledì, il giorno da lui definito “Giorno della Liberazione”.

    Trump ha sostenuto che i dazi sono necessari per correggere gli squilibri tra gli Stati Uniti e i loro partner commerciali esteri, oltre che come strumento per riportare i posti di lavoro manifatturieri nel paese.

    Tuttavia, alcuni economisti hanno avvertito che queste misure potrebbero alimentare ulteriormente le pressioni inflazionistiche e frenare la crescita, portando a un periodo di cosiddetta “stagflazione”.

    “Il dollaro ha ampio margine di rialzo se l’annuncio sui dazi di domani sorprenderà con un tono aggressivo (negativo per il rischio), ma rimane vulnerabile a eventuali pressioni ribassiste legate ai dati economici,” hanno scritto gli analisti di ING in una nota.

    Questa settimana sono attesi numerosi indicatori economici statunitensi di rilievo, a partire dal dato sulle offerte di lavoro di febbraio, il primo di una serie di report sul mercato del lavoro che culminerà venerdì con il fondamentale rapporto sui salari non agricoli.

    Il rapporto sulle Offerte di Lavoro e la Rotazione della Manodopera (JOLTS) dovrebbe attestarsi a 7,690 milioni nell’ultimo giorno di febbraio, rispetto ai 7,740 milioni del mese precedente.

    “Il calendario macroeconomico degli Stati Uniti avrà un ruolo importante nei movimenti del mercato valutario di oggi, ma se non ci saranno sorprese nei dati, non contrasteremmo la timida ripresa del dollaro,” ha aggiunto ING.

    Focus sull’inflazione dell’eurozona

    In Europa, la coppia EUR/USD è scesa dello 0,1%, attestandosi a 1,0801, in attesa della pubblicazione di importanti dati economici, tra cui i prezzi al consumo di marzo.

    L’indice CPI dell’eurozona è previsto in calo al 2,2% su base annua a marzo, rispetto al 2,3% del mese precedente, ma una sorpresa al ribasso è possibile dato che l’inflazione in Germania è scesa più del previsto nello stesso periodo.

    La Banca Centrale Europea ha tagliato i tassi d’interesse sei volte da giugno, ma ha fornito pochi segnali sulle prossime mosse dopo l’ultima riduzione del tasso di deposito chiave al 2,5% nella riunione di marzo.

    “Rimaniamo generalmente cauti nel seguire qualsiasi rialzo dell’EUR/USD fino all’annuncio dei dazi e vediamo per lo più rischi al ribasso, a meno di una significativa sorpresa nei dati statunitensi,” ha dichiarato ING.

    “Riteniamo ancora possibile un movimento verso 1,070-1,073 nei prossimi giorni se gli Stati Uniti procederanno con un piano tariffario aggressivo.”

    La coppia GBP/USD è scesa dello 0,1% a 1,2908, con i trader della sterlina in attesa di notizie sui dazi commerciali dopo che il primo ministro Keir Starmer e Trump hanno avuto “negoziati produttivi” per un accordo commerciale durante una telefonata nel fine settimana.

    Lo yen rifugio guadagna terreno

    In Asia, la coppia USD/JPY è scesa dello 0,3% a 149,61, con lo yen giapponese sostenuto dai dati che mostrano un leggero, ma inaspettato, miglioramento del tasso di disoccupazione in Giappone.

    Lo yen è aumentato di quasi il 5% rispetto al dollaro nel periodo gennaio-marzo, a causa delle crescenti aspettative che la Banca del Giappone possa aumentare nuovamente i tassi d’interesse.

    La coppia USD/CNY è salita dello 0,2% a 7,2681, nonostante i dati dell’indice dei direttori agli acquisti privati (PMI) abbiano mostrato una crescita del settore manifatturiero migliore del previsto, in linea con il dato governativo pubblicato lunedì.

    La Cina si prepara a essere uno dei principali bersagli dei dazi di Trump.

    La coppia AUD/USD è salita dello 0,1% a 0,6248, riducendo i guadagni iniziali dopo che la Reserve Bank of Australia ha mantenuto invariati i tassi d’interesse al 4,1%.

    La banca centrale ha segnalato un’elevata incertezza sull’economia australiana e globale, specialmente di fronte all’aumento dei dazi commerciali statunitensi.

  • Le borse europee in rialzo; attenzione su dazi commerciali e prezzi al consumo

    Le borse europee in rialzo; attenzione su dazi commerciali e prezzi al consumo

    I mercati azionari europei hanno registrato un lieve rialzo martedì, rimbalzando dopo le perdite della sessione precedente, mentre gli investitori attendono con ansia l’annuncio dei dazi commerciali del presidente degli Stati Uniti Donald Trump, oltre ai dati sull’inflazione regionale.

    Alle 02:02 ET, 07:02 GMT, l’indice DAX in Germania è salito dello 0,6%, il CAC 40 in Francia ha guadagnato lo 0,4% e il FTSE 100 nel Regno Unito è aumentato dello 0,6%.

    In attesa dei dazi commerciali

    I mercati globali, compresi gli investitori europei, trattengono il fiato in attesa dell’annuncio di Trump sui dazi, inizialmente previsto per il 2 aprile, ma che potrebbe avvenire già questa sera.

    Trump è pronto ad annunciare il suo piano per l’imposizione di dazi reciproci, che ha minacciato di applicare ai paesi con persistenti squilibri commerciali con gli Stati Uniti.

    Lunedì sera il presidente americano ha dichiarato che sarà “molto gentile” con i partner commerciali, ma ha aggiunto che è necessaria un’azione reciproca perché la più grande economia mondiale è stata “sfruttata da ogni paese del mondo”.

    I principali indici europei hanno chiuso in netto ribasso lunedì, con il DAX tedesco in calo dell’1,3%, dopo che un rapporto del Wall Street Journal ha indicato che questi dazi potrebbero essere più pesanti del previsto.

    Prezzi al consumo nell’eurozona in arrivo

    In Europa, ci sono molti dati economici da analizzare per valutare lo stato di salute dell’economia dell’eurozona, tra cui il tasso di disoccupazione mensile, l’attività manifatturiera regionale e soprattutto i prezzi al consumo di marzo.

    L’indice CPI dell’eurozona per marzo è previsto in calo al 2,2% su base annua, rispetto al 2,3% del mese precedente, ma è possibile una sorpresa al ribasso dato che l’inflazione tedesca è scesa più del previsto a marzo.

    La Banca Centrale Europea ha tagliato i tassi d’interesse sei volte dal giugno scorso, ma ha fornito pochi segnali sulla sua prossima mossa dopo l’ultimo taglio del tasso di deposito chiave al 2,5% nella riunione di marzo.

    La prossima decisione sui tassi è prevista per il 17 aprile.

    Lufthansa prevede un 2025 positivo

    Nel settore aziendale, la compagnia aerea tedesca Lufthansa (TG:LHA) ha dichiarato di non aver registrato un calo delle prenotazioni da e verso gli Stati Uniti, nonostante una politica di frontiera più rigida sotto la presidenza di Donald Trump.

    Il CFO Till Streichert ha affermato in un’intervista che il contesto di mercato per il 2025 è positivo, in particolare sull’Atlantico settentrionale, aggiungendo di aspettarsi un “miglioramento significativo degli utili per il gruppo”.

    Mercedes-Benz (TG:MBG) sta accumulando scorte negli Stati Uniti sia a livello all’ingrosso che presso i concessionari per anticipare l’introduzione dei dazi, hanno detto i dirigenti agli analisti durante una chiamata lunedì.

    Il petrolio in leggero rialzo

    I prezzi del petrolio sono aumentati martedì dopo che il presidente Trump ha minacciato di imporre dazi secondari sul petrolio russo e di attaccare l’Iran, sebbene i timori che i dazi commerciali possano colpire la crescita globale abbiano limitato i guadagni.

    I benchmark hanno chiuso ai massimi di cinque settimane il giorno precedente.

    I prezzi dell’oro hanno raggiunto un nuovo massimo storico martedì, sostenuti dall’appeal del metallo come bene rifugio mentre i mercati si preparano agli imminenti annunci sui dazi.

    Il metallo giallo ha segnato record consecutivi nelle ultime quattro sessioni.

  • DAX, CAC, FTSE100: le borse europee scendono dopo l’annuncio dei dazi di Trump

    DAX, CAC, FTSE100: le borse europee scendono dopo l’annuncio dei dazi di Trump

    Le borse europee, rappresentate dal DAX, CAC e FTSE100, hanno registrato un calo lunedì dopo che il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha annunciato che i prossimi dazi colpiranno tutti i paesi, alimentando i timori che una guerra commerciale globale possa portare a una recessione.

    Sul fronte economico, i prezzi all’importazione in Germania sono aumentati al ritmo più rapido degli ultimi due anni a febbraio, mentre i prezzi all’esportazione sono aumentati del 2,5% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, segnando il più grande incremento annuale registrato dal marzo 2023, secondo i dati pubblicati oggi da Destatis.

    L’indice tedesco DAX è in calo del 2,1%, il francese CAC 40 è in ribasso del 2,0%, mentre il britannico FTSE 100 ha perso l’1,4%.

    Il produttore automobilistico svedese Volvo Car è sceso dell’1,2% dopo aver nominato Hakan Samuelsson come nuovo amministratore delegato.

    Fortnox AB è balzata del 35%. Il gruppo di private equity svedese EQT e l’investitore First Kraft hanno offerto di acquistare la società di software contabile in un accordo che valuta l’azienda circa 55 miliardi di corone svedesi (5,50 miliardi di dollari).

    3i Infrastructure, una società d’investimento con sede nel Regno Unito, è scesa di circa l’1% dopo aver pubblicato un aggiornamento pre-chiusura per l’anno fiscale che terminerà il 31 marzo 2025.

    Le azioni del Pennon Group sono crollate del 3%. La società britannica di servizi pubblici ha dichiarato che un focolaio di contaminazione dell’acqua, che ha colpito migliaia di abitazioni in una località balneare del sud-ovest, ha aumentato i costi di “ristrutturazione e trasformazione” a circa 36 milioni di sterline.

    Pets At Home Group è precipitata di quasi il 13% dopo aver avvertito di un calo degli utili per l’anno fiscale 2026.

    Associated British Foods ha perso il 3,7% dopo che l’amministratore delegato di Primark, Paul Marchant, si è dimesso a seguito di un’indagine su presunte accuse di cattiva condotta.

  • Dow Jones, S&P, Nasdaq: le azioni statunitensi potrebbero estendere il calo a causa delle continue preoccupazioni sui dazi

    Dow Jones, S&P, Nasdaq: le azioni statunitensi potrebbero estendere il calo a causa delle continue preoccupazioni sui dazi

    I principali future sugli indici statunitensi, tra cui il Dow Jones, l’S&P e il Nasdaq, indicano un’apertura nettamente in ribasso lunedì, con le azioni che probabilmente estenderanno il significativo ritracciamento registrato nelle ultime sessioni.

    L’andamento ribassista di Wall Street è dovuto alle continue preoccupazioni riguardanti l’impatto dei dazi reciproci imposti dal presidente Donald Trump sui partner commerciali degli Stati Uniti, la cui entrata in vigore è prevista per mercoledì 2 aprile.

    Domenica, a bordo dell’Air Force One, Trump ha dichiarato ai giornalisti che i dazi reciproci colpiranno tutti i paesi, non solo un gruppo ristretto con i maggiori squilibri commerciali.
    “Si inizierebbe con tutti i paesi,” ha affermato Trump. “Essenzialmente, tutti i paesi di cui stiamo parlando.”

    Gli investitori temono che i dazi di Trump e le possibili ritorsioni dei paesi colpiti possano alimentare l’inflazione, mantenere elevati i tassi di interesse e rallentare la crescita economica globale.

    Estendendo il calo visto nelle sessioni di mercoledì e giovedì, le azioni hanno subito una netta flessione anche nella giornata di venerdì. I principali indici hanno subito pressioni fin dall’inizio della seduta e hanno continuato a scendere con il passare delle ore.

    Il Nasdaq, ricco di titoli tecnologici, ha registrato una perdita particolarmente accentuata, crollando di 481,04 punti (-2,7%) fino a chiudere ai minimi degli ultimi sei mesi a 17.322,99. L’S&P 500 è sceso di 112,37 punti (-2,0%) a 5.580,94, mentre il Dow Jones ha perso 715,80 punti (-1,7%) chiudendo a 41.583,90.

    Il calo ha più che annullato l’ottimo inizio della settimana. Complessivamente, il Nasdaq ha perso il 2,6% nell’ultima settimana, l’S&P 500 l’1,5% e il Dow Jones l’1,0%.

    La svendita a Wall Street è stata alimentata anche dai timori per le prospettive economiche, dopo la pubblicazione degli ultimi dati, tra cui le misure di inflazione preferite dalla Federal Reserve.

    Un rapporto del Dipartimento del Commercio ha mostrato che i prezzi al consumo sono aumentati in linea con le previsioni degli economisti, ma i prezzi core (escludendo cibo ed energia) sono cresciuti leggermente più del previsto.

    Secondo il Dipartimento del Commercio, l’indice dei prezzi della spesa per consumi personali (PCE) è aumentato dello 0,3% a febbraio, in linea con i due mesi precedenti e con le stime degli economisti.

    Il tasso di crescita annuale dell’indice PCE è stato del 2,5% a febbraio, invariato rispetto a gennaio e conforme alle aspettative.

    Nel frattempo, il rapporto ha rivelato che l’indice core PCE è salito dello 0,4% a febbraio, rispetto allo 0,3% di gennaio. Gli economisti avevano previsto un altro aumento dello 0,3%.

    Il tasso di crescita annuale dell’indice core PCE è accelerato al 2,8% a febbraio, rispetto al 2,7% (rivisto al rialzo) di gennaio. Gli economisti si aspettavano un aumento al 2,7% dal 2,6% inizialmente riportato per il mese precedente.

    Il rapporto ha inoltre mostrato che la spesa personale reale (escludendo le variazioni di prezzo) è aumentata solo dello 0,1% a febbraio, dopo essere diminuita dello 0,6% a gennaio.

    “L’accelerazione dell’inflazione core PCE e la debolezza della spesa dei consumatori rappresentano un mix sfavorevole di dati economici”, ha affermato Kathy Bostjancic, capo economista di Nationwide.

    Ha aggiunto: “I dati supportano la nostra opinione che i rischi al ribasso per l’economia stanno emergendo, ma con l’inflazione in aumento, la Fed per ora manterrà il suo approccio attendista”.

    Le azioni hanno subito ulteriori pressioni dopo che l’Università del Michigan ha pubblicato dati rivisti che mostrano un peggioramento della fiducia dei consumatori a marzo, più marcato di quanto inizialmente stimato.

    Il rapporto ha anche mostrato che le aspettative di inflazione a breve e lungo termine sono aumentate più del previsto nel mese.

    Le azioni del settore hardware informatico hanno registrato un calo significativo, con l’indice NYSE Arca Computer Hardware che ha perso il 3,1%, raggiungendo il livello di chiusura più basso in oltre quattro mesi.

    Anche le azioni delle compagnie aeree hanno mostrato una debolezza significativa, con l’indice NYSE Arca Airline in calo del 3,0%, chiudendo ai minimi di sei mesi.

    Il settore dei semiconduttori ha subito perdite considerevoli, come evidenziato dal crollo del 3,0% dell’indice Philadelphia Semiconductor, che ha toccato il suo livello di chiusura più basso in oltre un anno.

    Anche i titoli dei settori software, acciaio, commercio al dettaglio e immobiliare hanno registrato un forte calo, mentre le utility sono state tra i pochi comparti a resistere alla tendenza ribassista.

  • I prezzi del petrolio in leggero calo tra tensioni geopolitiche e timori sull’offerta; scoperta in Cina sotto i riflettori

    I prezzi del petrolio in leggero calo tra tensioni geopolitiche e timori sull’offerta; scoperta in Cina sotto i riflettori

    I prezzi del petrolio sono leggermente diminuiti nel commercio asiatico di lunedì dopo che i media cinesi hanno riportato la scoperta di importanti riserve nel Mar Cinese Meridionale, attenuando le preoccupazioni su un’offerta più ristretta e sul rallentamento della crescita economica.

    I prezzi del greggio sono scesi dopo tre settimane consecutive di guadagni, sostenuti principalmente dalle crescenti scommesse su una riduzione dell’offerta, dopo che il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha minacciato di imporre ulteriori sanzioni alla Russia.

    Trump ha anche minacciato di bombardare l’Iran se non avesse firmato un nuovo accordo nucleare con Washington.

    Tuttavia, questo trend è stato compensato dai rapporti secondo cui la China National Offshore Oil Corporation (HK:0883) ha scoperto un enorme giacimento petrolifero nel Mar Cinese Meridionale, il che potrebbe indicare un aumento delle forniture nel lungo termine.

    Alcuni dati positivi provenienti dalla Cina hanno contribuito a limitare il calo del petrolio, con gli indici PMI che hanno mostrato una crescita superiore alle aspettative nel mese di marzo.

    I future sul Brent con scadenza a maggio sono scesi dello 0,2% a 73,52 dollari al barile, mentre i future sul West Texas Intermediate (WTI) sono calati dello 0,2% a 68,74 dollari al barile alle 21:57 ET, 01:57 GMT.

    Trump minaccia nuove tariffe contro la Russia

    Nel fine settimana, Trump ha avvertito che potrebbe imporre dazi secondari agli acquirenti di petrolio russo, se ritiene che Mosca non sia disposta a negoziare un cessate il fuoco con l’Ucraina.

    Le minacce di sanzioni da parte di Trump contro Russia, Iran e Venezuela sono state un fattore chiave nel sostegno ai prezzi del petrolio nelle ultime tre settimane, poiché gli investitori temevano una riduzione delle forniture.

    Tuttavia, questo trend è stato in parte bilanciato dai timori di un raffreddamento della domanda, soprattutto se la crescita economica dovesse deteriorarsi a causa delle interruzioni causate dalle tariffe imposte da Trump.

    Il presidente degli Stati Uniti è pronto ad annunciare una nuova ondata di dazi il 2 aprile, con i mercati ancora incerti sulla loro portata e impatto. I rapporti del fine settimana hanno indicato che Trump sta considerando dazi più ampi e significativi.

    CNOOC della Cina scopre un grande giacimento petrolifero nel Mar Cinese Meridionale

    CNOOC ha scoperto un giacimento petrolifero nel Mar Cinese Meridionale con riserve provate superiori a 100 milioni di tonnellate, secondo quanto riportato lunedì dai media statali cinesi.

    Il giacimento non si trova in una zona contesa del Mar Cinese Meridionale, ma rientra nella Zona Economica Esclusiva della Cina.

    Il giacimento si trova al largo della costa di Shenzhen, a una profondità media di 100 metri.

    Questa scoperta potrebbe contribuire a rafforzare le riserve petrolifere della Cina e a ridurre la sua dipendenza dalle importazioni. Tuttavia, i rapporti dei media non hanno specificato quando CNOOC inizierà l’estrazione su larga scala. Le riserve offshore sono solitamente difficili da esplorare.

    La Cina è il più grande importatore di petrolio al mondo, ma ha registrato un calo costante della domanda a causa di una debolezza economica prolungata.

    I dati PMI di lunedì hanno mostrato alcuni segnali di miglioramento, con entrambi gli indici manifatturiero e non manifatturiero che hanno registrato una crescita superiore alle attese a marzo.

  • Dollaro avviato verso una perdita trimestrale per timori sui dazi; yen rifugio in rialzo

    Dollaro avviato verso una perdita trimestrale per timori sui dazi; yen rifugio in rialzo

    Il dollaro statunitense si è stabilizzato lunedì, ma è sulla strada per registrare perdite trimestrali a causa delle persistenti preoccupazioni che l’aumento dei dazi commerciali sotto l’amministrazione del presidente Donald Trump possa alimentare l’inflazione e rallentare la crescita economica.

    Alle 03:20 ET, 08:20 GMT, l’Indice del Dollaro, che traccia il biglietto verde contro un paniere di sei altre valute, è rimasto sostanzialmente invariato a 103,700, con una perdita prevista di oltre il 4% per il primo trimestre.

    Il dollaro colpito dai timori sui dazi

    I trader valutari sono nervosi in vista della nuova ondata di dazi reciproci che la Casa Bianca dovrebbe annunciare mercoledì, soprattutto dopo che Trump ha dichiarato domenica sera che praticamente tutti i paesi saranno colpiti dalle nuove tariffe questa settimana.

    “Il mercato valutario, attraverso il mercato spot, le opzioni e il posizionamento, sta mostrando una maggiore attenzione alle implicazioni interne per gli Stati Uniti piuttosto che ai paesi presi di mira dai dazi”, hanno affermato gli analisti di ING in una nota.

    “Potrebbe anche esserci una mancanza di fiducia nella capacità di Trump di mantenere i dazi in vigore a lungo, dati i rischi per l’inflazione e l’attività economica.”

    Il dollaro è stato ulteriormente sotto pressione a causa della fuga verso la sicurezza dei titoli del Tesoro USA, che ha fatto scendere il rendimento del decennale fino a 4,19% lunedì, con una flessione di 6,5 punti base.

    Questa settimana sono attesi numerosi dati economici importanti dagli Stati Uniti, considerando la crescente sensibilità del dollaro agli indicatori macroeconomici.

    I principali rilasci includono le offerte di lavoro JOLTS e l’indice ISM manifatturiero martedì, il rapporto ADP sull’occupazione mercoledì, l’ISM dei servizi giovedì e il rapporto sui salari non agricoli venerdì.

    Crescono le vendite al dettaglio in Germania

    In Europa, la coppia EUR/USD è rimasta sostanzialmente invariata a 1,0830, con l’euro sostenuto dai dati sulle vendite al dettaglio in Germania a febbraio, che hanno superato le aspettative, suggerendo una crescente fiducia tra i consumatori tedeschi.

    Le vendite al dettaglio sono aumentate dello 0,8% rispetto al mese precedente, superando la previsione di crescita nulla.

    Più tardi lunedì, la Germania pubblicherà anche i dati sull’inflazione di marzo, con le attese che prevedono un calo del tasso al 2,4% dal 2,6% del mese precedente.

    L’euro è sulla strada per un guadagno di oltre il 4,6% contro il dollaro statunitense nei primi tre mesi dell’anno.

    “I fattori che hanno spinto il rialzo dell’euro/dollaro sono stati una revisione al rialzo delle aspettative di crescita dell’UE basata sulla spesa fiscale e il pessimismo sull’attività economica statunitense”, ha aggiunto ING.

    La coppia GBP/USD è salita dello 0,2% a 1,2961, con la sterlina in rialzo dopo che un portavoce del governo britannico ha dichiarato che il primo ministro Keir Starmer e Donald Trump hanno avuto “negoziati produttivi” su un accordo commerciale durante una telefonata domenica.

    Lo yen rifugio si rafforza

    In Asia, USD/JPY è sceso dello 0,5% a 149,06, con lo yen giapponese che ha beneficiato della nuova ondata di dazi reciproci che la Casa Bianca annuncerà mercoledì.

    Lo yen ha tratto vantaggio anche dalle crescenti speculazioni su quando la Banca del Giappone alzerà ulteriormente i tassi di interesse. I segnali aggressivi da parte dei funzionari della BOJ, uniti ai solidi dati sull’inflazione nelle ultime due settimane, hanno rafforzato le aspettative di ulteriori rialzi dei tassi quest’anno, sostenendo la valuta giapponese.

    USD/CNY è sceso dello 0,2% a 7,2514, sostenuto da un certo ottimismo sull’economia cinese, dopo che i dati PMI del settore manifatturiero e non manifatturiero di marzo hanno superato le aspettative.

    I dati hanno rafforzato la convinzione che le aggressive misure di stimolo di Pechino stiano iniziando a dare i loro frutti e che l’economia cinese si riprenderà nei prossimi mesi.

  • Le borse europee scendono per timori sui dazi; il CEO di Primark si dimette

    Le borse europee scendono per timori sui dazi; il CEO di Primark si dimette

    Le borse europee hanno registrato un netto calo lunedì, con gli investitori preoccupati per l’imminente imposizione dei dazi commerciali statunitensi prevista per questa settimana, che potrebbe rallentare l’attività economica globale.

    Alle 02:02 ET, 07:02 GMT, l’indice DAX in Germania è sceso dello 0,8%, il CAC 40 in Francia ha perso lo 0,8% e il FTSE 100 nel Regno Unito è calato dello 0,7%.

    Cresce la tensione sui dazi

    Le borse europee seguono il trend negativo dei mercati asiatici, con il Nikkei in Giappone in calo di quasi il 4%, segnando la maggiore perdita giornaliera in sei mesi. Gli investitori attendono una serie di dazi da parte dell’amministrazione Trump, che entreranno in vigore mercoledì, inclusa un’imposta del 25% su tutte le importazioni di automobili.

    Il 2 aprile è anche la data in cui il presidente degli Stati Uniti Donald Trump dovrebbe annunciare il suo piano per l’imposizione di dazi reciproci, che ha minacciato di applicare ai paesi con un persistente squilibrio commerciale con gli USA.

    Le preoccupazioni sui dazi di Trump sono aumentate notevolmente dopo che un rapporto del Wall Street Journal ha rivelato che il presidente sta valutando tariffe ancora più ampie e pesanti contro i principali partner commerciali statunitensi, con la possibilità di un aumento generalizzato del 20%.

    Questo è superiore alla stima del 15% fatta da Goldman Sachs, che ora prevede che i dazi reciproci medi tra gli Stati Uniti e i suoi partner commerciali si aggireranno su questa cifra. La banca d’investimento ha anche aumentato le probabilità di una recessione negli Stati Uniti al 35%, rispetto al precedente 20%, in una nota di aggiornamento.

    Crescita delle vendite al dettaglio in Germania

    Lunedì ci sono state anche alcune notizie economiche positive: i dati pubblicati nella sessione precedente, venerdì, hanno mostrato che le vendite al dettaglio in Germania sono aumentate dello 0,8% su base mensile a febbraio, superando nettamente le previsioni che indicavano una crescita nulla.

    Nel corso della giornata verranno pubblicati anche i dati sull’inflazione dei vari stati tedeschi, che dovrebbero confermare che l’inflazione rimane relativamente contenuta nella più grande economia dell’eurozona.

    Inoltre, il mercato ha dovuto digerire dati migliori del previsto dall’indice PMI cinese di marzo, che hanno mostrato una crescita sia nel settore manifatturiero che in quello dei servizi. Questo suggerisce che le recenti misure di stimolo di Pechino stanno dando i loro frutti, dopo un ciclo aggressivo di interventi iniziato a fine 2024.

    Dimissioni del CEO di Primark

    Nel settore aziendale, Associated British Foods (LSE:ABF) è finita sotto i riflettori dopo che il gruppo ha annunciato le dimissioni immediate del CEO di Primark, Paul Marchant.

    L’azienda ha dichiarato che Marchant ha collaborato con un’indagine interna avviata a seguito di un’accusa riguardante il suo comportamento e ha riconosciuto il suo “errore di giudizio”.

    Altrove, Aston Martin (LSE:AML) ha annunciato che il consorzio Yew Tree di Lawrence Stroll investirà altri 52,5 milioni di sterline nella casa automobilistica di lusso, aumentando la sua partecipazione al 33%.

    Il nuovo finanziamento arriva un mese dopo che l’azienda ha dichiarato che taglierà il 5% della sua forza lavoro a causa dell’aumento delle perdite e del debito, e solo quattro mesi dopo l’ultimo aumento di capitale.

    Il petrolio avviato verso una perdita trimestrale

    I prezzi del petrolio sono scesi lunedì, avviandosi verso una perdita trimestrale, a causa delle preoccupazioni per il rallentamento dell’attività economica sotto il nuovo regime commerciale globale.

    Alle 02:02 ET, i futures sul Brent sono scesi dello 0,1% a 72,73 dollari al barile, mentre il greggio statunitense West Texas Intermediate è calato dello 0,1% a 69,31 dollari al barile.

    Entrambi i benchmark sono sulla strada per registrare la loro prima perdita trimestrale negli ultimi due trimestri, nonostante tre settimane consecutive di guadagni.