Author: Fiona Craig

  • Dow Jones, S&P, Nasdaq, Futures, Wall Street si prepara a rimbalzare grazie agli acquisti a sconto

    Dow Jones, S&P, Nasdaq, Futures, Wall Street si prepara a rimbalzare grazie agli acquisti a sconto

    I futures statunitensi puntano a un forte rimbalzo lunedì mattina, segnalando una possibile ripresa dopo le pesanti perdite registrate venerdì.

    Gli investitori sembrano pronti a tornare sul mercato per acquistare azioni a prezzi più bassi dopo la brusca ondata di vendite della scorsa settimana. L’ultima seduta ha visto i principali indici toccare i minimi di un mese, a causa dell’escalation delle tensioni commerciali tra Stati Uniti e Cina. Il presidente Donald Trump ha minacciato un “massive increase” delle tariffe sulle importazioni cinesi in risposta all’espansione dei controlli all’export di terre rare da parte di Pechino.

    Tuttavia, nel weekend Trump ha adottato un tono più conciliante, contribuendo ad attenuare parte dei timori che avevano agitato i mercati.

    “Don’t worry about China, it will all be fine!” ha dichiarato Trump su Truth Social. “Highly respected President Xi just had a bad moment. He doesn’t want Depression for his country, and neither do I. The U.S.A. wants to help China, not hurt it!”

    Nonostante i futures positivi, i volumi potrebbero essere inferiori alla norma a causa della festività del Columbus Day, che potrebbe tenere alcuni investitori lontani dalle loro scrivanie.

    Anche un calendario economico scarno potrebbe contribuire a un’attività contenuta. Lo shutdown del governo ha rinviato diverse importanti pubblicazioni di dati. Bureau of Labor Statistics ha confermato che il report sull’indice dei prezzi al consumo, inizialmente previsto per mercoledì, sarà pubblicato venerdì 24 ottobre. L’agenzia ha sottolineato che tali dati sono fondamentali affinché la Social Security Administration possa rispettare le scadenze legali per i pagamenti dei benefici.

    Con pochi dati macroeconomici all’orizzonte, la stagione degli utili sarà probabilmente il principale driver del sentiment di mercato. Grandi istituzioni finanziarie — Citigroup (NYSE:C), JPMorgan Chase (NYSE:JPM), Wells Fargo (NYSE:WFC), Bank of America (NYSE:BAC) e Morgan Stanley (NYSE:MS) — pubblicheranno i risultati trimestrali nel corso della settimana.

    Venerdì, il Nasdaq Composite è crollato di 820,20 punti (-3,7%) a 22.204,43, l’S&P 500 ha perso 182,60 punti (-2,7%) a 6.552,51, mentre il Dow Jones Industrial Average è sceso di 878,82 punti (-1,9%) a 45.479,60.

    Tutti e tre i principali indici hanno registrato forti perdite settimanali: il Dow -2,7%, l’S&P 500 -2,4% e il Nasdaq -2,5%.

    I commenti precedenti di Trump, che ha accusato la Cina di “becoming very hostile” e ha minacciato un “massive increase” dei dazi, hanno aggravato i timori di un’escalation commerciale. Ha inoltre annunciato che non parteciperà all’incontro con Xi Jinping durante il Asia-Pacific Economic Cooperation in Corea del Sud, affermando “now there seems to be no reason to do so.”

    Molti investitori hanno approfittato della debolezza iniziale per prendere profitto dopo il recente rally, spinti da crescenti preoccupazioni sulle valutazioni.

    I dati preliminari della University of Michigan hanno mostrato che la fiducia dei consumatori è scesa leggermente a 55,0 in ottobre da 55,1 di settembre. Le aspettative di inflazione a un anno sono scese al 4,6% dal 4,7%, mentre quelle a lungo termine sono rimaste ferme al 3,7%.

    Le minacce commerciali di Trump hanno colpito duramente i titoli dei semiconduttori e dell’hardware: l’Philadelphia Semiconductor Index è sceso del 6,3% e l’NYSE Arca Computer Hardware Index del 5,8%.

    Anche i servizi petroliferi sono crollati insieme ai prezzi del greggio, con l’Philadelphia Oil Service Index in calo del 5,4% ai minimi di quasi due mesi. Le perdite si sono estese a diversi settori, tra cui acciaio, networking, banche e trasporti.

    Questo contenuto è fornito esclusivamente a scopo informativo e non costituisce consulenza finanziaria, d’investimento o di altro tipo professionale. Non deve essere considerato come una raccomandazione all’acquisto o alla vendita di titoli o strumenti finanziari. Tutti gli investimenti comportano dei rischi, inclusa la possibilità di perdere il capitale investito. Le performance passate non sono indicative di risultati futuri. Si consiglia di effettuare le proprie ricerche e di consultare un consulente finanziario qualificato prima di prendere qualsiasi decisione di investimento.
    Alcune parti di questo contenuto potrebbero essere state generate o supportate da strumenti di intelligenza artificiale (IA) e sono state revisionate per accuratezza e qualità dal nostro team editoriale.

  • DAX, CAC, FTSE100, Mercati europei in rialzo mentre Trump adotta un tono più morbido sulla Cina

    DAX, CAC, FTSE100, Mercati europei in rialzo mentre Trump adotta un tono più morbido sulla Cina

    Le borse europee hanno chiuso per lo più in territorio positivo lunedì, spinte da commenti concilianti del presidente statunitense Donald Trump sulle relazioni commerciali con Pechino, affermando che tutto andrà “bene” e che Washington non intende “ferire” la Cina.

    L’attenzione degli investitori si è concentrata anche sulla Francia, dove il Primo Ministro Sébastien Lecornu, rieletto venerdì scorso, ha presentato il suo nuovo governo in un momento di forti preoccupazioni di bilancio che stanno spaventando imprese e mercati.

    Sul fronte macroeconomico, i dati di Destatis hanno mostrato che l’inflazione all’ingrosso in Germania è accelerata a settembre. I prezzi all’ingrosso sono saliti dell’1,2% su base annua, rispetto allo 0,7% di agosto e allo 0,5% di luglio.

    Gli indici azionari europei hanno mostrato un andamento misto ma tendenzialmente positivo: il DAX tedesco e il CAC 40 francese sono saliti dello 0,2%, mentre il FTSE 100 britannico ha registrato un calo dello 0,1%.

    Sul fronte societario, le azioni di PSI Software (TG:PSAN) sono balzate dopo che Warburg Pincus ha annunciato un’offerta pubblica volontaria di acquisto del valore superiore a 700 milioni di euro.

    Sidetrade (EU:ALBFR) ha registrato un forte rialzo dopo aver firmato un accordo vincolante per acquisire il 100% di EzyCollect.

    Exosens (EU:EXENS) è salita dopo che Theon International Plc (EU:THEON) ha annunciato l’intenzione di acquistare una quota del 9,8% nella società per 268,7 milioni di euro.

    Skanska (USOTC:SKBSY) ha guadagnato terreno grazie a un contratto da 175 milioni di dollari (circa 1,7 miliardi di corone svedesi) con Ridgeline Development Partners per la costruzione di un complesso residenziale e alberghiero a Nashville, Tennessee.

    Onward Medical (EU:ONWD) è avanzata dopo l’aggiornamento del business relativo al terzo trimestre 2025, mentre Pets at Home (LSE:PETS) è salita dopo il lancio della seconda tranche del programma di buyback da 25 milioni di sterline.

    Al contrario, le azioni di AstraZeneca (LSE:AZN) sono scese dopo che la società farmaceutica è diventata la seconda a raggiungere un accordo con l’amministrazione Trump per ridurre i prezzi dei farmaci in cambio di un allentamento dei dazi.

  • Deutsche Bank: il rally dell’oro potrebbe avvicinarsi a una fase di stallo, ma è improbabile un crollo

    Deutsche Bank: il rally dell’oro potrebbe avvicinarsi a una fase di stallo, ma è improbabile un crollo

    Il forte rialzo dell’oro sembra perdere un po’ di slancio, con indicatori tecnici che suggeriscono che il rally potrebbe essere vicino al suo picco, secondo gli analisti di Deutsche Bank. L’avanzata di settembre-ottobre è ormai arrivata a 29 sedute di contrattazione, un dato ben superiore alla mediana storica di 18-19 giorni.

    Michael Hsueh, analista della banca, ha osservato che questo rally si è distinto per una combinazione insolita di forte direzionalità e bassa volatilità, una dinamica che probabilmente ha favorito gli investitori sistematici e le strategie trend-following. Tuttavia, un recente aumento della volatilità realizzata indica che questo contesto favorevole potrebbe iniziare a svanire.

    Hsueh ha sottolineato che questo non deve essere interpretato come un segnale di una correzione imminente. Ha indicato il periodo giugno-agosto come termine di paragone, quando l’oro si era preso una pausa senza subire una correzione significativa. Ha inoltre evidenziato che i modelli di fair value sono aumentati di 260–290 dollari l’oncia dall’inizio di agosto, offrendo un cuscinetto anche a fronte di un incremento di quasi 700 dollari dei prezzi spot.

    Un aspetto chiave che differenzia questo rally da quello precedente è la forte partecipazione di altri metalli preziosi. L’argento è salito a 51 dollari l’oncia, sostenuto da “tassi di leasing record di venerdì al 20% per l’argento a 3 mesi”, mentre il palladio ha recuperato dopo un lungo periodo di sottoperformance nel 2025. Secondo Hsueh, questo movimento più ampio è coerente con il comportamento storico, suggerendo che il rally esclusivamente dell’oro di inizio anno fosse l’eccezione.

    Sebbene i dati sul posizionamento dei futures non siano attualmente disponibili a causa dello shutdown del governo statunitense, i flussi sugli ETF indicano un rallentamento degli acquisti piuttosto che vendite nette.

    Hsueh ha inoltre menzionato un’operazione di leaseback da parte di Umicore relativa a scorte d’oro vincolate, ma ha invitato alla cautela nell’interpretarla. “Descrivendo la decisione, Umicore ha osservato che i tassi di leasing storicamente stabili significano che i loro costi annuali di leasing ‘saranno più che compensati da minori costi di finanziamento’,” ha affermato.

    Guardando avanti, Hsueh ritiene che il rapporto oro-WTI abbia ancora margine di crescita, prevedendo un movimento verso l’intervallo 72–73. Ciò potrebbe avvenire tramite un aumento dell’oro verso i 4.450 dollari l’oncia o con un calo del petrolio greggio verso l’obiettivo di 55 dollari al barile per il 2026 stimato dalla banca.

    Questo contenuto è fornito esclusivamente a scopo informativo e non costituisce consulenza finanziaria, d’investimento o di altro tipo professionale. Non deve essere considerato come una raccomandazione all’acquisto o alla vendita di titoli o strumenti finanziari. Tutti gli investimenti comportano dei rischi, inclusa la possibilità di perdere il capitale investito. Le performance passate non sono indicative di risultati futuri. Si consiglia di effettuare le proprie ricerche e di consultare un consulente finanziario qualificato prima di prendere qualsiasi decisione di investimento.
    Alcune parti di questo contenuto potrebbero essere state generate o supportate da strumenti di intelligenza artificiale (IA) e sono state revisionate per accuratezza e qualità dal nostro team editoriale.

  • I prezzi dell’argento raggiungono nuovi record mentre il rally dell’oro e la scarsità di offerta alimentano la corsa agli acquisti

    I prezzi dell’argento raggiungono nuovi record mentre il rally dell’oro e la scarsità di offerta alimentano la corsa agli acquisti

    I prezzi dell’argento sono saliti a nuovi massimi lunedì, con un aumento del 5% nelle prime ore di contrattazione, poiché gli investitori si sono riversati sui metalli preziosi in scia a un forte rally dell’oro e a crescenti tensioni sul fronte dell’offerta fisica.

    A New York, i future sull’argento hanno raggiunto i 49,63 dollari l’oncia, mentre l’oro spot è balzato del 2,7% a 51,66 dollari, segnalando una domanda elevata per asset rifugio in un contesto macroeconomico incerto.

    Gli analisti di Goldman Sachs hanno affermato che l’argento continua a beneficiare degli stessi flussi d’investimento che sostengono l’oro mentre la Federal Reserve taglia i tassi di interesse. “Tuttavia, nel breve termine, vediamo una maggiore volatilità e un rischio al ribasso rispetto all’oro, riflettendo il mercato dell’argento più piccolo e meno liquido,” hanno osservato.

    I tassi di leasing dell’argento — un indicatore chiave del costo per prendere in prestito il metallo fisico — sono aumentati di oltre il 35%, secondo gli operatori, mentre gli acquirenti hanno pagato premi record per assicurarsi consegne immediate. L’impennata riflette la ridotta disponibilità di scorte nei caveau londinesi, spinta dalla crescente domanda speculativa.

    Nel frattempo, i future sul platino sono aumentati del 3,3% a 1.676,90 dollari l’oncia, aggiungendo ulteriore slancio al rally dei metalli preziosi.

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  • Il G20 lancia l’allarme sui mercati fragili in mezzo all’impennata dei prezzi degli asset

    Il G20 lancia l’allarme sui mercati fragili in mezzo all’impennata dei prezzi degli asset

    Il Financial Stability Board (FSB) ha avvertito che il recente rally dei mercati azionari e dei prezzi degli asset a livello globale potrebbe rendere i mercati finanziari più vulnerabili a una brusca correzione, in un contesto caratterizzato da crescenti incertezze economiche e geopolitiche.

    In una lettera datata 8 ottobre ai ministri delle Finanze del G20, il presidente del FSB Andrew Bailey ha sottolineato l’importanza della cooperazione internazionale per salvaguardare la stabilità finanziaria e sostenere la crescita economica di lungo periodo.

    «Mentre nella maggior parte delle giurisdizioni si è registrata una ripresa dei mercati finanziari negli ultimi mesi, le valutazioni potrebbero ora essere in contrasto con l’incerto contesto economico e geopolitico, lasciando i mercati vulnerabili a un aggiustamento disordinato», si legge nella lettera.

    L’avvertimento arriva poco dopo che il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha minacciato di imporre «massicci» nuovi dazi contro la Cina in risposta alla decisione di Pechino di inasprire le regole sull’export di terre rare. La notizia ha scatenato il calo più marcato a Wall Street negli ultimi sei mesi, evidenziando la sensibilità dei mercati agli sviluppi geopolitici.

    Bailey ha inoltre segnalato l’aumento del debito sovrano e le persistenti debolezze del sistema finanziario, sottolineando che questi fattori aumentano il rischio di instabilità.

    «La necessità di standard globali e di cooperazione rimane quindi estremamente chiara», afferma la lettera.

    Ha aggiunto che l’FSB, che riunisce banche centrali e autorità di vigilanza dei principali Paesi del G20, «modificherà» la sua strategia, passando dallo sviluppo di nuove politiche alla piena attuazione delle riforme globali concordate.

    «L’efficacia di queste misure dipende dalla loro attuazione tempestiva, coerente e completa in tutte le giurisdizioni», ha dichiarato Bailey.

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  • Dow Jones, S&P, Nasdaq, Wall Street, I futures statunitensi salgono mentre Trump adotta toni più concilianti verso la Cina — I fattori che muovono i mercati

    Dow Jones, S&P, Nasdaq, Wall Street, I futures statunitensi salgono mentre Trump adotta toni più concilianti verso la Cina — I fattori che muovono i mercati

    I futures di Wall Street sono partiti in rialzo lunedì dopo che il presidente Donald Trump ha attenuato i toni nei confronti di Pechino nel fine settimana, allentando i timori di un’escalation della guerra commerciale. Sebbene avesse minacciato nuovi dazi elevati, Trump ha sottolineato di non voler “danneggiare” la Cina. I dati positivi sulle esportazioni cinesi hanno ulteriormente sostenuto il sentiment, mentre la ricerca di asset rifugio ha spinto l’oro a nuovi massimi e il petrolio è rimbalzato dai minimi plurimensili.

    I futures salgono grazie all’allentamento dei timori commerciali

    I futures azionari statunitensi hanno aperto la settimana con slancio, reagendo al cambiamento di tono di Trump dopo il crollo dei mercati di venerdì.

    Alle 03:19 ET, i futures sul Dow Jones erano in rialzo di 468 punti (+1,0%), quelli sull’S&P 500 guadagnavano 96 punti (+1,5%) e i futures sul Nasdaq 100 avanzavano di 472 punti (+1,9%).

    Il crollo di venerdì è arrivato dopo i post di Trump sui social media, che hanno riacceso i timori di una guerra commerciale su larga scala. In seguito all’espansione delle restrizioni all’export di terre rare da parte della Cina, Trump aveva minacciato di imporre dazi del 100% sulle importazioni cinesi e nuove restrizioni all’esportazione su “qualsiasi e tutto il software critico” entro il 1° novembre. Aveva inoltre lasciato intendere che non ci fosse più motivo di incontrare Xi Jinping al prossimo Asia-Pacific Economic Cooperation in Corea del Sud, anche se l’incontro non è stato ufficialmente cancellato.

    Queste dichiarazioni hanno riacceso i timori di un conflitto commerciale che si era temporaneamente placato dopo i negoziati precedenti.

    Trump: gli Stati Uniti non vogliono “danneggiare” la Cina

    Nel fine settimana, Trump ha ammorbidito la sua posizione, dichiarando che Washington non intende “danneggiare” la Cina.

    Pechino ha difeso le sue restrizioni all’export di terre rare definendole una risposta all’“aggressione” statunitense, ma non ha introdotto nuovi dazi.

    «Questa ultima disputa potrebbe comunque risolversi se prevarrà la ragione», hanno scritto gli analisti di Capital Economics, aggiungendo che l’incontro tra Trump e Xi potrebbe rappresentare «una via d’uscita». Hanno però avvertito che «entrambe le parti potrebbero irrigidirsi, aspettandosi che l’avversario ceda per primo», sottolineando che, sebbene la Cina abbia mostrato resilienza, una frattura più profonda potrebbe avere conseguenze economiche significative.

    Gli Stati Uniti hanno cercato di organizzare una telefonata con Pechino dopo l’annuncio cinese, ma la conversazione è stata rinviata. Le autorità cinesi hanno inoltre accusato Washington di “doppio standard” per le blacklist commerciali e le nuove tariffe portuali.

    Esportazioni cinesi migliori delle attese

    Le esportazioni cinesi hanno superato le aspettative a settembre, anche se il riaccendersi delle tensioni commerciali con Washington mette in ombra le prospettive economiche.

    Le esportazioni della seconda economia mondiale sono aumentate dell’8,3% su base annua, superando le stime del 6% e accelerando rispetto al +4,4% di agosto.

    «Questa resilienza dimostra che la Cina ha rafforzato il commercio con il resto del mondo in risposta al protezionismo statunitense», hanno scritto gli analisti di ING Group.

    Pechino ha diversificato i mercati di esportazione per ridurre la dipendenza dagli Stati Uniti, sostenendo così l’obiettivo di crescita annua del 5%. Tuttavia, la minaccia di dazi a tre cifre da parte di Trump potrebbe mettere sotto pressione questa strategia.

    Oro ai nuovi massimi storici

    I prezzi dell’oro hanno raggiunto nuovi record lunedì, poiché le rinnovate tensioni commerciali e geopolitiche hanno spinto gli investitori verso asset rifugio.

    L’oro spot è salito dell’1,3% a 4.070,29 dollari l’oncia alle 02:53 ET (05:53 GMT), dopo aver toccato un nuovo record di 4.078,05 dollari. I futures sull’oro USA sono aumentati dell’1,6% a 4.089,45 dollari l’oncia.

    Anche l’argento ha toccato un massimo storico. Il rally è iniziato venerdì dopo le minacce tariffarie di Trump, che hanno spinto gli investitori a cercare protezione nei metalli preziosi. Nonostante i toni più concilianti, permane cautela tra gli operatori.

    Il petrolio rimbalza dai minimi di cinque mesi

    I prezzi del petrolio sono rimbalzati lunedì dopo essere scesi ai minimi da cinque mesi nella sessione precedente, grazie alle speranze di un allentamento delle tensioni commerciali.

    I futures sul Brent sono saliti dell’1,6% a 63,72 dollari al barile alle 03:47 ET, mentre il WTI è aumentato dell’1,6% a 59,83 dollari. Entrambi i benchmark avevano chiuso venerdì ai livelli più bassi dal 7 maggio.

    Gli analisti hanno segnalato anche un miglioramento del sentiment geopolitico in Medio Oriente. Nel fine settimana, Hamas ha rilasciato il primo gruppo di ostaggi israeliani nell’ambito di un accordo di cessate il fuoco mediato dagli Stati Uniti, riducendo i timori legati all’offerta di greggio nella regione.

    Questo contenuto è fornito esclusivamente a scopo informativo e non costituisce consulenza finanziaria, d’investimento o di altro tipo professionale. Non deve essere considerato come una raccomandazione all’acquisto o alla vendita di titoli o strumenti finanziari. Tutti gli investimenti comportano dei rischi, inclusa la possibilità di perdere il capitale investito. Le performance passate non sono indicative di risultati futuri. Si consiglia di effettuare le proprie ricerche e di consultare un consulente finanziario qualificato prima di prendere qualsiasi decisione di investimento.

  • Il dollaro scende mentre Trump attenua i toni sulle tensioni commerciali con la Cina

    Il dollaro scende mentre Trump attenua i toni sulle tensioni commerciali con la Cina

    Il dollaro statunitense si è indebolito lunedì, mentre gli investitori sono diventati più ottimisti sulla possibilità che Washington adotti un approccio più morbido in seguito alla recente escalation nei confronti di Pechino. Il calo della valuta è arrivato dopo la forte svendita di venerdì, mentre sviluppi politici in Francia e Giappone hanno pesato su euro e yen.

    L’indice del dollaro, che misura la valuta statunitense contro un paniere di sei principali valute, è sceso dello 0,1% a 98,908. Il calo è avvenuto dopo un breve rimbalzo successivo all’annuncio da parte del presidente degli Stati Uniti Donald Trump di dazi al 100% sulle importazioni cinesi, che ha innescato un’ondata di avversione al rischio.

    La minaccia improvvisa di nuovi dazi ha riportato alla mente dei trader le ampie misure tariffarie annunciate da Trump all’inizio dell’anno e ha riacceso l’incertezza, trascinando al ribasso azioni e criptovalute.

    “Certamente c’è parecchia tensione là fuori”, ha dichiarato Tim Kelleher, responsabile delle vendite FX istituzionali presso Commonwealth Bank ad Auckland. “Se guardiamo alla questione tra Stati Uniti e Cina, sembra che Trump abbia fatto un po’ di TACO di nuovo e ammorbidito i toni”, ha aggiunto, riferendosi all’adagio di mercato secondo cui “Trump si tira sempre indietro”.

    Nel fine settimana, Trump ha cercato di tranquillizzare i mercati scrivendo su Truth Social: “Non preoccupatevi della Cina, andrà tutto bene! L’illustre presidente Xi ha solo avuto un brutto momento. Non vuole una depressione per il suo Paese, e nemmeno io. Gli Stati Uniti vogliono aiutare la Cina, non danneggiarla!!!”.

    La scarsa liquidità legata ai giorni festivi potrebbe pesare sull’attività di mercato, con parte degli Stati Uniti che celebra il Columbus Day/Indigenous Peoples’ Day. I mercati giapponesi erano chiusi per la Giornata della Salute e dello Sport, mentre le borse statunitensi sono rimaste aperte.

    L’euro è rimasto stabile a 1,1622 dollari in Asia, dopo che la presidenza francese ha annunciato il nuovo gabinetto del primo ministro Sebastien Lecornu, confermando Roland Lescure come ministro delle finanze. Nel frattempo, il dollaro si è rafforzato dello 0,5% a 151,89 yen, mentre i trader valutavano le prospettive per la leader del Partito Liberal Democratico Sanae Takaichi dopo l’uscita di Komeito dalla coalizione di governo.

    I mercati delle criptovalute sono rimasti volatili, con bitcoin in calo dello 0,2% a 114.849,14 dollari. L’oro ha raggiunto un nuovo record di 4.068 dollari l’oncia, in rialzo dell’1,2%. Lo yuan offshore ha guadagnato lo 0,2% a 7,1357 per dollaro dopo che i dati commerciali cinesi hanno mostrato una crescita più forte delle esportazioni a settembre.

    “Ciò che farà la Cina in risposta all’ultimo annuncio di dazi di Trump influenzerà anche la reazione dei mercati nei prossimi giorni”, ha affermato Vasu Menon, direttore generale della strategia d’investimento di OCBC a Singapore. “Sia gli Stati Uniti che la Cina sanno che non possono permettersi di aumentare troppo le tensioni, soprattutto dopo i progressi compiuti nei colloqui commerciali negli ultimi mesi”, ha aggiunto. “In definitiva, lo scontro tra le due superpotenze potrebbe lasciare spazio alla ragione, e i due leader potrebbero dare priorità alle loro economie piuttosto che agli ego”.

    Il dollaro australiano è salito dello 0,8% a 0,6525 dollari, il kiwi ha guadagnato lo 0,3% a 0,5735 dollari e la sterlina è salita dello 0,1% a 1,3347 dollari.

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  • Il petrolio rimbalza dai minimi di cinque mesi mentre i mercati guardano ai colloqui USA-Cina

    Il petrolio rimbalza dai minimi di cinque mesi mentre i mercati guardano ai colloqui USA-Cina

    I prezzi del petrolio sono saliti lunedì, recuperando parte delle pesanti perdite della sessione precedente, mentre gli investitori si concentrano sulla possibilità di nuovi colloqui commerciali tra Stati Uniti e Cina che potrebbero allentare le tensioni tra le due maggiori economie e consumatori di energia al mondo.

    I futures sul Brent sono aumentati di 92 centesimi, pari all’1,47%, a 63,65 dollari al barile alle 06:22 GMT, dopo il calo del 3,82% di venerdì, che aveva segnato la chiusura più debole dal 7 maggio. Il WTI statunitense è salito di 89 centesimi, pari all’1,51%, a 59,79 dollari al barile, dopo essere sceso del 4,24% venerdì ai livelli minimi da inizio maggio. La chiusura dei prezzi WTI è prevista per martedì, poiché lunedì è festivo in alcune aree degli Stati Uniti.

    “Il crollo dei prezzi della scorsa settimana è stato in gran parte dovuto al cessate il fuoco a Gaza e al ritorno della volatilità commerciale USA-Cina in vista della scadenza del 10 novembre per la tregua commerciale”, ha dichiarato Suvro Sarkar, analista energetico di DBS Bank. Ha aggiunto che il recente calo “sembra ora essere limitato dalla volontà di entrambe le parti di negoziare”, sottolineando che l’andamento a breve termine dipenderà dall’esito dei colloqui.

    Le tensioni si sono intensificate la scorsa settimana dopo che la Cina ha ampliato le restrizioni sulle esportazioni di terre rare. In risposta, il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha annunciato che la sua amministrazione imporrà dazi del 100% sulle esportazioni cinesi e nuove restrizioni alle esportazioni su “qualsiasi e tutto il software critico” entro il 1° novembre.

    Nel fine settimana, tuttavia, Trump ha cercato di calmare i mercati, scrivendo su Truth Social: “Non preoccupatevi della Cina, andrà tutto bene!”.

    Gli sviluppi arrivano alla vigilia di un possibile incontro tra Trump e il presidente cinese Xi Jinping a margine del Asia-Pacific Economic Cooperation in Corea del Sud. Jamison Greer, rappresentante commerciale degli Stati Uniti, ha dichiarato che l’incontro potrebbe ancora tenersi entro la fine del mese.

    “Lo scenario più probabile sembra essere che entrambe le parti facciano un passo indietro rispetto alle politiche più aggressive e che i colloqui portino a un’ulteriore — e possibilmente indefinita — estensione della pausa dell’escalation tariffaria raggiunta a maggio”, hanno scritto gli analisti di Goldman Sachs in un report. Tuttavia, hanno avvertito che permane il rischio di una nuova escalation, che potrebbe temporaneamente far salire i dazi o introdurre restrizioni più severe alle esportazioni.

    Il mercato petrolifero è stato particolarmente sensibile alle tensioni commerciali tra Washington e Pechino, con forti ribassi nei momenti di maggiore scontro all’inizio dell’anno.

    Nel frattempo, i dati doganali hanno mostrato che le importazioni di petrolio greggio della Cina sono aumentate del 3,9% su base annua a settembre, raggiungendo 11,5 milioni di barili al giorno — il livello più alto del 2025 — grazie a una maggiore attività delle raffinerie e all’aumento delle scorte strategiche.

    In Medio Oriente, un funzionario coinvolto nel processo ha confermato che Hamas ha rilasciato i primi sette ostaggi israeliani sopravvissuti lunedì. Si tratta della fase iniziale di un accordo di cessate il fuoco mediato con l’aiuto di Trump per porre fine al conflitto a Gaza.

    Questo contenuto è fornito esclusivamente a scopo informativo e non costituisce consulenza finanziaria, d’investimento o di altro tipo professionale. Non deve essere considerato come una raccomandazione all’acquisto o alla vendita di titoli o strumenti finanziari. Tutti gli investimenti comportano dei rischi, inclusa la possibilità di perdere il capitale investito. Le performance passate non sono indicative di risultati futuri. Si consiglia di effettuare le proprie ricerche e di consultare un consulente finanziario qualificato prima di prendere qualsiasi decisione di investimento.

  • Oro ai massimi storici vicino a 4.100 $/oncia tra tensioni commerciali USA-Cina

    Oro ai massimi storici vicino a 4.100 $/oncia tra tensioni commerciali USA-Cina

    I prezzi dell’oro sono balzati a nuovi massimi storici nelle contrattazioni asiatiche di lunedì, avvicinandosi alla soglia dei 4.100 dollari l’oncia, mentre le crescenti tensioni commerciali tra Stati Uniti e Cina hanno alimentato la domanda di beni rifugio.

    L’oro spot è salito dell’1,3% a 4.070,29 dollari l’oncia alle 02:53 ET (05:53 GMT) dopo aver toccato un massimo intraday record di 4.078,05 dollari nella sessione precedente. I future sull’oro USA sono aumentati dell’1,6% a 4.089,45 $/oncia. Anche l’argento ha raggiunto nuovi massimi, rafforzando la corsa dei metalli preziosi.

    Trump intensifica la disputa commerciale con la Cina

    Il rally è arrivato dopo le dichiarazioni di venerdì del presidente statunitense Donald Trump, che ha minacciato di imporre dazi fino al 100% sulle importazioni cinesi e di inasprire i controlli sulle esportazioni di tecnologie critiche.

    I mercati hanno reagito rapidamente, con gli investitori che si sono spostati verso asset rifugio come l’oro. Nel fine settimana, tuttavia, Trump ha attenuato i toni, invitando i mercati a “non preoccuparsi della Cina” e lasciando intendere che non fosse previsto un immediato inasprimento delle tensioni. Ciò ha contribuito ad allentare parzialmente la pressione, ma i trader restano cauti data l’imprevedibilità della politica commerciale statunitense.

    Pechino, da parte sua, ha dichiarato di “non avere paura” di una guerra commerciale e che adotterà tutte le misure necessarie per difendere i propri interessi. Questa posizione ferma ha alimentato i timori di una nuova escalation nelle tensioni economiche tra le due potenze.

    Il prezzo dell’oro è aumentato di oltre il 50% dall’inizio dell’anno, sostenuto dalla forte domanda di beni rifugio, dalle aspettative di tassi d’interesse USA più bassi e dagli acquisti costanti delle banche centrali. Le crescenti tensioni geopolitiche e la debolezza dei mercati azionari globali hanno dato ulteriore slancio al metallo prezioso.

    Argento in rialzo, bene anche i metalli industriali

    I future sull’argento hanno registrato un forte aumento, toccando un nuovo massimo storico di 51,7 dollari l’oncia, con un incremento del 2,4% nella giornata. Gli analisti attribuiscono il rialzo a una combinazione di forte domanda degli investitori, condizioni di offerta limitata e uno short squeeze sui mercati londinesi.

    I future sul platino sono saliti di quasi il 3% a 1.669,60 $/oncia, mentre i future sul rame alla London Metal Exchange sono aumentati dell’1,5% a 10.572,75 $ la tonnellata. I future sul rame USA sono cresciuti dell’1,7% a 4,98 $ la libbra.

    La solidità dei metalli industriali è stata sostenuta anche dai dati commerciali cinesi, che hanno mostrato esportazioni e importazioni in forte crescita a settembre, oltre le attese, nonostante i timori legati ai dazi USA, segnalando la resilienza degli scambi globali.

    Questo contenuto è fornito esclusivamente a scopo informativo e non costituisce consulenza finanziaria, d’investimento o di altro tipo professionale. Non deve essere considerato come una raccomandazione all’acquisto o alla vendita di titoli o strumenti finanziari. Tutti gli investimenti comportano dei rischi, inclusa la possibilità di perdere il capitale investito. Le performance passate non sono indicative di risultati futuri. Si consiglia di effettuare le proprie ricerche e di consultare un consulente finanziario qualificato prima di prendere qualsiasi decisione di investimento.

  • Stellantis posticipa la presentazione del nuovo piano strategico

    Stellantis posticipa la presentazione del nuovo piano strategico

    Stellantis N.V. (BIT:STLAM) ha deciso di prendersi più tempo per finalizzare la nuova strategia industriale. Il costruttore automobilistico, guidato da Antonio Filosa, ha rinviato la presentazione del piano strategico al primo semestre del 2026, spostando la scadenza originaria dal primo trimestre al 30 giugno.

    L’obiettivo di questo rinvio di tre mesi è garantire che il piano strategico rappresenti “una vera svolta per l’azienda”, contribuendo ad accompagnare il gruppo fuori dal periodo di difficoltà industriali e finanziarie che sta affrontando da diversi mesi.

    La notizia è emersa dalla trascrizione della conference call tenutasi venerdì 10 ottobre, durante la quale Ed Ditmire, responsabile delle relazioni con gli investitori di Stellantis, ha commentato le stime preliminari sulle consegne del terzo trimestre. Ditmire ha spiegato agli analisti che l’azienda sta conducendo una revisione strategica approfondita per ridefinire “priorità, programmi e obiettivi”. Ha sottolineato inoltre che il rinvio serve a concedere il tempo necessario “per consentire al nuovo team di gestione di contribuire pienamente alla definizione del piano industriale”.

    Ditmire ha citato anche altri fattori che hanno pesato sulla decisione, tra cui “l’evoluzione del quadro tariffario commerciale negli Stati Uniti” e “il continuo e intenso dialogo con i responsabili politici europei”, impegnati a definire nuovi standard ambientali e industriali che plasmeranno il futuro del settore automobilistico nel continente.

    Stellantis pubblicherà i dati sui ricavi e sulle spedizioni del terzo trimestre il 30 ottobre. Nel frattempo, Deutsche Bank ha alzato il target price sul titolo Stellantis da 7,50 € a 8,00 €, rispetto agli 8,858 € registrati in apertura (+3%). Gli analisti della banca hanno “leggermente aumentato” le loro stime per il 2025 e si aspettano una crescita dei ricavi a doppia cifra per il terzo trimestre, grazie anche a una base di confronto “debole” rispetto allo stesso periodo del 2024.

    Citi ha confermato la raccomandazione neutrale e un target price di 8,50 €, dopo che la guidance sulle consegne è risultata superiore dell’11% alle attese degli analisti e del 4% rispetto al consensus, sottolineando le buone performance del Nord America.

    Secondo gli analisti di Intesa Sanpaolo, “I volumi del gruppo nel terzo trimestre sono stati nel complesso in linea con le aspettative e sono stati in gran parte sostenuti da una base di confronto favorevole, ma il dato superiore del 10% rispetto al consensus in Nord America appare piuttosto incoraggiante e lascia ben sperare per una riconquista di quote di mercato da parte del gruppo.” La banca mantiene una raccomandazione neutrale sul titolo e un target price di 9,10 €.

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