Author: Fiona Craig

  • Borsa di Milano negativa all’avvio, banche deboli, spiccano Maire e Fincantieri

    Borsa di Milano negativa all’avvio, banche deboli, spiccano Maire e Fincantieri

    La seduta è partita debole a Piazza Affari, dopo la chiusura nettamente negativa di Wall Street di ieri e quella di Tokyo questa mattina.

    Oggi è una giornata ricca di dati macro che potrebbero influenzare l’andamento dei mercati. Da Germania, Francia e eurozona arrivano le prime indicazioni sullo stato di salute del settore privato nel mese di maggio, che beneficia pienamente della sospensione temporanea dei dazi USA sulle importazioni dall’Unione Europea.

    Nel pomeriggio sono attesi i dati sulle nuove richieste di sussidio settimanali negli Stati Uniti, l’indice nazionale di attività di aprile, le stime PMI di maggio per i settori manifatturiero, dei servizi e composito di S&P Global, e infine le vendite di case in corso ad aprile.

    Intorno alle 9:35 il FTSE Mib ha segnato una diminuzione dello 0,70%.

    Vendite generalizzate in tutti i settori questa mattina, con l’eccezione di Fincantieri (BIT:FCT) che si muove controtrend e cresce del 2,6%, raggiungendo nuovi massimi storici a 14,91 euro. Il titolo è in territorio positivo da sei sedute consecutive e dall’inizio dell’anno ha guadagnato circa il 115%.

    Molto forte anche Maire, che avanza del 4,7% e raggiunge nuovi massimi dal luglio 2008 a 10,95 euro.

    L’intero settore finanziario è stato venduto, con i grandi Intesa (BIT:ISP) e UniCredit (BIT:UCG) in calo rispettivamente dello 0,6% e dello 0,5%. Banco BPM è sceso dello 0,35%. Consob ha deciso di sospendere per 30 giorni l’offerta pubblica di scambio lanciata da UniCredit su Banco BPM (BIT:BAMI) alla luce dell’incertezza generata dalla decisione governativa sul ‘golden power’, la cui non applicabilità è oggetto di contestazione legale da parte degli avvocati di UniCredit. La banca ha impugnato la decisione dell’ente di vigilanza del mercato.

    Generali (BIT:G) ha perso l’1,3% dopo guadagni chiari in seguito ai risultati del primo trimestre che hanno mostrato una forte crescita dell’utile operativo, migliore delle attese, sostenuta in particolare dalla performance del segmento Danni (P&C).

    I risultati trimestrali premiano invece MFE-Mediaforeurope, che cresce dell’1,4%.

    Bene le utilities, con Terna (BIT:TRN) in testa a +1,1% ed Enel (BIT: ENEL) a +0,7%.

    Stellantis (BIT:STLAM) è in forte calo, perdendo l’1,9%.

  • Iliad riduce le necessità di fusioni e acquisizioni in Italia, abbonati in crescita

    Iliad riduce le necessità di fusioni e acquisizioni in Italia, abbonati in crescita

    Iliad ha dichiarato martedì di non essere in trattative con Telecom Italia (BIT:TIT) per un possibile accordo, dopo aver registrato solidi risultati nel primo trimestre, sostenuti da una forte crescita degli abbonati in Italia.

    Le compagnie di telecomunicazioni in Italia spingono per una consolidazione al fine di superare l’intensa concorrenza sui prezzi, con l’obiettivo di ridurre il numero degli operatori mobili da quattro a tre.

    All’inizio di maggio, l’amministratore delegato di Telecom Italia, Pietro Labriola, aveva dichiarato che il gruppo stava ancora valutando la possibilità di un accordo con Iliad.

    “In Italia, la consolidazione ha senso per tutti: industria, aziende e cittadini. Per Iliad è un’opportunità, ma non una necessità,” ha detto Thomas Reynaud, CEO del gruppo francese, alla stampa.

    “Vedo molti dirigenti parlare di consolidamento del mercato delle telecomunicazioni in Italia, ma non ci sono negoziazioni in corso,” ha aggiunto rispondendo a una richiesta di commento sulle affermazioni di Labriola.

    Iliad ha registrato un aumento del 6% dell’EBITDA-aL nel primo trimestre, pari a 931 milioni di euro, nonostante un incremento di 41 milioni di euro della tassa flat per le compagnie di rete in Francia.

    In Italia, Iliad ha aggiunto 258.000 nuovi abbonati, diventando il secondo mercato più importante per l’azienda, con un totale di 12,24 milioni di clienti fibra e mobile. L’EBITDA-aL in Italia è cresciuto del 24,4%.

  • Le azioni europee scendono; preoccupazioni sul debito USA pesano

    Le azioni europee scendono; preoccupazioni sul debito USA pesano

    Gli indici azionari europei hanno chiuso in calo giovedì, seguendo la forte vendita a Wall Street, mentre aumentano le preoccupazioni per il crescente deficit di bilancio degli Stati Uniti.

    Alle 03:05 ET, l’indice DAX in Germania è sceso dello 0,4%, il CAC 40 in Francia ha perso lo 0,4% e il FTSE 100 nel Regno Unito è calato dello 0,3%.

    Vendite a Wall Street influenzano l’Europa

    Le azioni europee hanno seguito la tendenza negativa degli Stati Uniti giovedì, in un contesto di timori che una nuova legge fiscale statunitense possa aggravare il già enorme deficit del paese, motivo principale del taglio del rating creditizio AAA da parte di Moody’s la scorsa settimana, a causa dell’aumento del debito.

    La Camera dei Rappresentanti è pronta a votare a breve su un ampio disegno di legge che prevede tagli fiscali e maggiori spese, dopo che una commissione controllata dai Repubblicani ha approvato il provvedimento.

    La legge estenderebbe i tagli fiscali introdotti da Trump nel 2017, aggiungendo 3,8 trilioni di dollari ai 36,2 trilioni di debito statunitense nei prossimi dieci anni, secondo l’Ufficio Bilancio del Congresso, organismo neutrale.

    Jamie Dimon, CEO di JPMorgan Chase (NYSE:JPM), ha detto a Bloomberg News che non esclude la possibilità che l’economia USA entri in stagflazione, vista l’esposizione a rischi geopolitici, deficit e pressioni sui prezzi.

    La pace in Ucraina sembra lontana

    A pesare sul sentiment degli investitori è anche la ridotta probabilità di una rapida conclusione dei negoziati di pace tra Ucraina e Russia.

    Il Wall Street Journal ha riportato mercoledì che il presidente Donald Trump ha detto ai leader europei in una chiamata privata lunedì che Vladimir Putin non crede che la guerra in Ucraina debba finire, poiché pensa di stare vincendo.

    Il commento, avvenuto durante una conference call a cui hanno partecipato anche il presidente ucraino Volodymyr Zelensky e diversi leader europei, rappresenta un cambio rispetto alle precedenti dichiarazioni pubbliche di Trump, in cui suggeriva che Putin fosse aperto alla pace.

    Attenzione ai dati PMI della zona euro

    Il momento clou dei dati economici di giovedì sarà rappresentato dagli indici PMI dei settori manifatturiero e dei servizi relativi a maggio, con previsioni che indicano una sostanziale stabilità dell’attività economica in Eurozona e Germania rispetto al mese precedente.

    Questi dati testeranno come le imprese stanno affrontando un contesto commerciale incerto.

    EasyJet registra un’altra perdita

    La stagione degli utili in Europa sta rallentando, e la salute delle aziende della regione è migliore del previsto, grazie anche agli sforzi della Cina, principale cliente delle imprese europee, per rilanciare i consumi.

    EasyJet (LSE:EZJ) ha riportato una perdita ante imposte di 394 milioni di sterline nei sei mesi terminati il 31 marzo, con un miglioramento anno su anno modesto, tenuto conto della Pasqua tardiva.

    Il free cash flow annuo di BT Group (LSE:BT.A) è aumentato del 25% a 1,6 miliardi di sterline, sostenendo un aumento del dividendo, nonostante il calo di ricavi e vendite di telefoni nel gigante britannico delle telecomunicazioni.

    L’assicuratore italiano Assicurazioni Generali (BIT:G) ha segnalato un aumento dell’8,9% dell’utile operativo nel primo trimestre 2025, trainato da una robusta crescita del ramo danni e responsabilità.

    Il colosso alimentare svizzero Nestlé (TG:NESR) sta concentrando nuovamente l’attenzione sul core business dopo aver esplorato segmenti come gli integratori alimentari che, secondo il CEO Laurent Freixe, “hanno indebolito la struttura dell’organizzazione,” come riportato dal Financial Times giovedì.

    Il petrolio cala dopo l’aumento delle scorte USA

    I prezzi del petrolio sono scesi giovedì mentre i trader hanno digerito un inatteso aumento delle scorte di greggio USA e l’incertezza in vista del rinnovo dei negoziati nucleari tra USA e Iran, oltre alle voci di un possibile attacco israeliano ai siti nucleari iraniani.

    Alle 03:05 ET, i futures sul Brent sono calati dell’1,7% a 63,78 dollari al barile, mentre i futures sul West Texas Intermediate USA sono scesi dell’1,7% a 60,51 dollari al barile.

    L’EIA ha riferito mercoledì sera di un aumento di 1,3 milioni di barili nelle scorte di petrolio greggio USA, in controtendenza rispetto alla previsione di un calo di pari entità, suscitando preoccupazioni sulla domanda del più grande consumatore mondiale di petrolio.

    Entrambi i benchmark hanno registrato cali mercoledì dopo le notizie che i colloqui nucleari tra Iran e Stati Uniti si terranno venerdì a Roma.

    I prezzi avevano invece registrato un rialzo mercoledì mattina dopo un report della CNN secondo cui l’intelligence USA ritiene che Israele si stia preparando a colpire le strutture nucleari iraniane.

  • L’attività economica nell’Eurozona torna in contrazione, il settore dei servizi colpito duramente

    L’attività economica nell’Eurozona torna in contrazione, il settore dei servizi colpito duramente

    L’attività economica nell’Eurozona è inaspettatamente tornata a contrarsi questo mese, secondo un recente sondaggio pubblicato giovedì.
    Il settore dei servizi ha subito un calo più marcato della domanda. Al contrario, il settore manifatturiero ha mostrato ulteriori segnali di stabilizzazione.
    L’indice preliminare composito dei responsabili degli acquisti (PMI) dell’Eurozona, elaborato da S&P Global e considerato un indicatore affidabile della crescita, è sceso a 49,5 questo mese, rispetto al 50,4 di aprile.
    Inoltre, il PMI dei servizi è calato a 48,9 da 50,1. Questo rappresenta il valore più basso da gennaio 2024 e risulta significativamente inferiore alla previsione di un aumento a 50,3.

  • DAX, CAC, FTSE100: le borse europee arretrano dai massimi di nove settimane

    DAX, CAC, FTSE100: le borse europee arretrano dai massimi di nove settimane

    I principali indici azionari europei — DAX, CAC 40 e FTSE 100 — hanno registrato un calo mercoledì, allontanandosi dai massimi delle ultime nove settimane, mentre gli investitori mostrano preoccupazione per la mancanza di progressi nei negoziati commerciali e seguono da vicino le discussioni sul bilancio statunitense e sul deficit federale.

    Il sentiment di mercato è stato ulteriormente scosso da dati economici provenienti dal Regno Unito: l’inflazione dei prezzi al consumo è cresciuta più del previsto nel mese di aprile.

    L’indice dei prezzi al consumo (CPI) è salito del 3,5% su base annua, rispetto al 2,6% di marzo, superando le aspettative che indicavano un aumento al 3,3%.

    Su base mensile, l’indice è aumentato dell’1,2%, rispetto allo 0,3% di marzo, anche questo dato al di sopra delle previsioni che indicavano una crescita dell’1,1%.

    Andamento degli indici principali

    • Il FTSE 100 del Regno Unito è in lieve rialzo dello 0,1%
    • Il DAX tedesco è in calo dello 0,2%
    • Il CAC 40 francese perde lo 0,6%

    Titoli in movimento

    La banca svizzera Julius Baer ha registrato un calo significativo, dopo aver dichiarato di essere stata colpita da una nuova perdita su crediti di grandi dimensioni.

    Anche Close Brothers è crollata, in seguito al calo del proprio portafoglio crediti: -0,9% nel terzo trimestre e -3,5% da inizio anno, scendendo a 9,7 miliardi di sterline nella sua divisione bancaria.

    Il rivenditore di abbigliamento sportivo JD Sports Fashion ha subito un forte calo dopo aver riportato un utile annuale inferiore alle attese.

    Marks & Spencer è anch’essa in calo, dopo aver previsto una perdita di 300 milioni di sterline a causa di un recente attacco informatico.

    Titoli in rialzo

    Al contrario, il colosso farmaceutico AstraZeneca ha registrato un rialzo dopo aver completato con successo l’acquisizione di EsoBiotec.

    Anche Severn Trent, azienda attiva nel settore idrico, è avanzata grazie a una forte crescita dell’utile annuale e ha dichiarato di attendersi un raddoppio dell’utile per azione (EPS) entro il 2028.

    Il produttore tedesco di semiconduttori Infineon è salito dopo aver annunciato che svilupperà un nuovo chip per l’alimentazione in collaborazione con Nvidia.

  • Dow Jones, S&P, Nasdaq e i Futures Indicano un Prolungamento del Calo a Wall Street

    Dow Jones, S&P, Nasdaq e i Futures Indicano un Prolungamento del Calo a Wall Street

    I principali futures sugli indici statunitensi — Dow Jones, S&P 500 e Nasdaq — indicano un’apertura in ribasso per mercoledì, con i mercati azionari che potrebbero registrare ulteriori perdite dopo la correzione moderata della sessione precedente.

    La persistente incertezza sull’andamento del commercio globale e dell’economia mondiale potrebbe continuare a pesare sui mercati, soprattutto dopo l’impennata registrata nelle scorse settimane.

    Nonostante una notevole ripresa dai minimi di inizio aprile, alcuni investitori iniziano a mettere in dubbio la solidità del rimbalzo, in assenza di progressi concreti su nuovi accordi commerciali.

    Anche il continuo aumento dei rendimenti obbligazionari potrebbe causare pressioni di vendita: il rendimento del Treasury a 30 anni ha superato il 5%, a causa di preoccupazioni legate a una nuova proposta di legge fiscale negli Stati Uniti che potrebbe aggravare il deficit federale.

    Attività di Mercato Contenuta

    Tuttavia, si prevede che l’attività di scambio complessiva resterà contenuta, complice l’assenza di dati economici rilevanti nel calendario statunitense, che porta alcuni operatori a rimanere cauti.

    Nei prossimi giorni l’agenda economica USA tornerà a popolarsi, con dati settimanali sulle richieste di sussidi di disoccupazione e rapporti sulle vendite di case nuove ed esistenti, che attireranno sicuramente l’attenzione degli investitori.

    Ribasso Dopo il Rimbalzo

    Dopo aver recuperato da un calo iniziale e aver chiuso in lieve rialzo nella sessione precedente, i mercati sono tornati in territorio negativo martedì, anche se le vendite sono rimaste moderate.

    Gli indici principali hanno recuperato parte delle perdite verso la fine della giornata, ma sono comunque rimasti sotto la parità. Il Dow Jones ha perso 114,83 punti (-0,3%) chiudendo a 42.677,24, il Nasdaq è sceso di 72,75 punti (-0,4%) a 19.142,71, mentre l’S&P 500 ha ceduto 23,14 punti (-0,4%) chiudendo a 5.940,46.

    La debolezza di Wall Street è stata attribuita al fatto che alcuni investitori hanno deciso di realizzare profitti dopo i recenti forti rialzi.

    Gli indici avevano guadagnato terreno considerevole dai minimi di aprile grazie all’allentamento delle tensioni commerciali, con il Nasdaq e l’S&P 500 che avevano toccato i livelli più alti degli ultimi tre mesi.

    Opinioni Divergenti

    Tuttavia, Jamie Dimon, CEO di JPMorgan Chase (NYSE:JPM), ha messo in guardia sul fatto che i valori attuali del mercato azionario potrebbero non riflettere adeguatamente i rischi legati all’inflazione o addirittura alla stagflazione.

    “La mia opinione è che le persone si sentano tranquille perché non hanno ancora visto tariffe reali,” ha dichiarato Dimon durante la giornata annuale per gli investitori della banca. “Il mercato è sceso del 10% ed è già tornato su del 10%. È un livello di compiacenza straordinario.”

    Di opinione diversa Ryan Detrick, capo stratega di mercato presso Carson Group, che ha dichiarato a CNBC che il rimbalzo va preso sul serio, nonostante le preoccupazioni persistenti su commercio ed economia.

    “Tutte queste preoccupazioni sono reali. Non stiamo ignorando quello che succede là fuori,” ha detto Detrick. “Ma stiamo ascoltando ciò che ci dice il mercato, giusto?”

    “Negli ultimi 27 giorni di contrattazioni, l’S&P 500 è salito di quasi il 20%. Questo non è un rally da mercato orso, né un semplice rimbalzo tecnico,” ha aggiunto.

    Settori con Andamento Misto

    Sebbene la maggior parte dei settori abbia chiuso con movimenti modesti, il comparto immobiliare ha mostrato debolezza significativa, facendo scendere l’Indice del Settore Abitativo di Filadelfia dell’1,2%.

    Anche i titoli dei trasporti e delle reti di comunicazione hanno subito cali, mentre i titoli auriferi sono saliti nettamente, sostenuti dall’aumento del prezzo dell’oro.

  • Fortnite di Epic Games torna sull’App Store di Apple negli Stati Uniti dopo quasi 5 anni

    Fortnite di Epic Games torna sull’App Store di Apple negli Stati Uniti dopo quasi 5 anni

    Il popolare videogioco multiplayer “Fortnite” di Epic Games è tornato disponibile sull’App Store di Apple (NASDAQ:AAPL) negli Stati Uniti a partire da martedì, ponendo fine a un ban durato quasi cinque anni e segnando una vittoria significativa per la casa di sviluppo.

    Epic Games, studio statunitense sostenuto dalla cinese Tencent, è coinvolto dal 2020 in una battaglia legale contro Apple, accusando il colosso di Cupertino di violazione delle norme antitrust statunitensi per via della commissione fino al 30% imposta sui pagamenti in-app.

    Il ritorno di Fortnite sui dispositivi iOS negli Stati Uniti segue una sentenza del 30 aprile emessa da un giudice federale, secondo cui Apple ha violato un ordine del tribunale che imponeva all’azienda di favorire una maggiore concorrenza nei metodi di download e pagamento delle app. Il giudice ha inoltre dichiarato che Apple non ha rispettato l’ingiunzione precedente e ha deferito la questione alla procura federale per l’apertura di un’indagine per oltraggio penale.

    Apple non ha risposto immediatamente alla richiesta di commento da parte di Reuters. “Siamo tornati, famiglia”, ha scritto il CEO di Epic Games Tim Sweeney sul social X.

    Lanciato nel 2017, Fortnite ha avuto un successo immediato, conquistando milioni di giocatori in tutto il mondo grazie alla sua modalità “battle royale”, dove vince l’ultimo giocatore rimasto in vita. Al momento del ban, Epic contava 116 milioni di utenti solo sulla piattaforma Apple.

    “Per Epic Games è stata una vittoria ottenuta a caro prezzo, e forse troppo tardi per rilanciare Fortnite, ormai oltre il suo momento di gloria,” ha commentato Gil Luria, analista di D.A. Davidson.

    “Per Apple è invece un’altra crepa nell’armatura del suo business legato ai servizi, basato sull’incanalare i pagamenti attraverso Apple per addebitare commissioni agli sviluppatori su ogni transazione.”

    Anche Michael Ashley Schulman, Chief Investment Officer di Running Point Capital Advisors, ha dichiarato che questa novità apre la porta a servizi in abbonamento come Spotify (NYSE:SPOT) e Netflix (NASDAQ:NFLX), permettendo loro di recuperare margini e agli studi indipendenti di monetizzare senza pagare commissioni aggiuntive ad Apple, con potenziali impatti rilevanti sull’economia di iOS nei prossimi 12-18 mesi.

    Apple e Google (NASDAQ:GOOGL) avevano bandito Fortnite dai loro store nel 2020 a causa di una disputa sulle regole relative ai pagamenti in-app. Il gioco era già tornato sui dispositivi Android a livello globale e sugli iPhone nell’Unione Europea lo scorso anno.

    Fortnite ha inoltre annunciato su X che il gioco è disponibile anche sull’Epic Games Store e su AltStore nell’Unione Europea.

  • Bitcoin, un altro passo verso il mainstream: approvato il Genius Act

    Bitcoin, un altro passo verso il mainstream: approvato il Genius Act

    Bitcoin (COIN:BTCUSD) continua la sua ripresa dopo le notizie provenienti dagli Stati Uniti, dove il disegno di legge Genius Act sulla regolamentazione delle stablecoin ha compiuto un nuovo passo avanti.

    Questa mattina, il prezzo della principale criptovaluta ha toccato i 107.960 dollari, un massimo a quattro mesi e vicino al record storico di 109.288 dollari raggiunto lo scorso gennaio.

    Partendo da un minimo di 77.000 dollari all’inizio di aprile, in poco più di un mese la criptovaluta è aumentata del 43%, mentre dall’inizio dell’anno la crescita si attesta al 15%.

    Ieri, il Senato degli Stati Uniti ha approvato con 66 voti favorevoli l’avanzamento del Genius Act, un disegno di legge che mira a regolamentare le stablecoin, un tipo di criptovaluta ancorata al valore di un altro asset, spesso il dollaro statunitense, considerata meno volatile rispetto ad altre valute digitali e quindi più adatta agli scambi.

    Il disegno di legge, che ora dovrà essere firmato dal presidente Donald Trump, stabilisce regole per gli emittenti di stablecoin, incluso l’obbligo per le aziende di detenere riserve di asset a garanzia della criptovaluta. Questa disposizione intende proteggere i consumatori, che altrimenti potrebbero non riuscire a riscattare le loro monete in caso di vendite rapide e massicce.

    La misura richiede anche che gli emittenti concedano priorità di rimborso ai detentori delle monete in caso di fallimento e che rispettino norme antiriciclaggio e contro il finanziamento del terrorismo.

    I sostenitori del Genius Act applaudono la misura come il primo tentativo concreto di formalizzare un segmento chiave dell’industria delle criptovalute, offrendo tutele ai consumatori, apertura agli operatori finanziari tradizionali e crescita del mercato delle valute digitali.

    “Questa legge prepara il terreno per l’ingresso di questi asset nel mainstream,” ha dichiarato Christian Catalini, fondatore del MIT Cryptoeconomics Lab, a ABC News. Il disegno di legge “permetterà a più emittenti di entrare nel mercato, offrendo maggiore scelta ai consumatori e favorendo la competizione e l’innovazione nei pagamenti”, ha aggiunto.

    Secondo Catalini, le nuove regole “liberano le persone dall’onere di distinguere tra operatori affidabili e non nel settore delle stablecoin, aprendo invece la strada a una competizione basata sulla qualità dei prodotti, con offerte più veloci e migliori funzionalità per consumatori e aziende.”

    Tuttavia, i critici sostengono che la legge rischia di mettere in pericolo i consumatori poco protetti e l’intera economia, con una regolamentazione debole che non affronta adeguatamente il problema del commercio illecito di stablecoin.

    Tra le critiche figura anche il conflitto di interessi di Trump: a marzo, la società World Liberty Financial, supportata dall’ex presidente, ha emesso una stablecoin da 1,5 miliardi di dollari. All’inizio di questo mese, un fondo di investimento con sede ad Abu Dhabi ha utilizzato questa stablecoin per investire 2 miliardi di dollari nell’exchange di criptovalute Binance, mettendo la società di Trump nella posizione di trarre profitto dall’operazione. Trump ha negato ogni illecito.

    “Sebbene una legge forte sulle stablecoin sia l’esito migliore possibile, questa legge debole è peggio dell’assenza di una legge,” ha dichiarato la senatrice democratica Elizabeth Warren al Senato.

    Anche se il disegno di legge contiene una clausola che “proibisce a membri del Congresso o funzionari dell’esecutivo di emettere stablecoin durante il mandato”, Warren ha affermato che la misura “non protegge adeguatamente dalle preoccupazioni sollevate dall’iniziativa di Trump: apre ulteriori possibilità per favorire gli acquirenti delle sue monete con agevolazioni tariffarie, amnistie e nomine governative.”

    Un’altra notizia importante per il settore è arrivata poche ore fa da JP Morgan (NYSE:JPM), una delle maggiori banche statunitensi, che ha confermato che presto consentirà ai suoi clienti di acquistare Bitcoin.

    L’annuncio è stato fatto dal CEO Jamie Dimon durante l’Investor Day annuale della banca, tenutosi lunedì scorso. Dimon ha spiegato che, anche se la banca consentirà l’acquisto della criptovaluta, non offrirà servizi di custodia per il bene digitale.

    Dimon è da tempo un critico di Bitcoin, considerandolo uno strumento per attività illecite, quindi la sua decisione segnala come la banca stia cercando di adattarsi alla crescente domanda e interesse di mercato per gli asset digitali.

    Il manager ha anche criticato la blockchain: “ne parliamo da 12 o 15 anni” e, nonostante gli investimenti, la sua rilevanza “non è così importante come si pensa.” Tuttavia, come nel caso di Bitcoin, JP Morgan continua a investire nella blockchain: la sua piattaforma KInexys ha recentemente completato una transazione su una blockchain pubblica, regolando titoli di stato USA tokenizzati sulla testnet di Ondo Chain, un test considerato molto significativo.

  • Borsa di Milano leggermente positiva, prevale la cautela; corrono i titoli della difesa, Leonardo e Fincantieri in evidenza

    Borsa di Milano leggermente positiva, prevale la cautela; corrono i titoli della difesa, Leonardo e Fincantieri in evidenza

    Gli indici aprono in lieve rialzo a Piazza Affari, mentre gli investitori mostrano un atteggiamento improntato alla cautela.

    Le aspettative su possibili sviluppi riguardanti gli accordi commerciali con gli Stati Uniti e le nuove sanzioni annunciate da UE e Gran Bretagna contro la Russia – dopo che la telefonata tra il presidente statunitense Donald Trump e Vladimir Putin di lunedì non ha portato a un cessate il fuoco in Ucraina – stanno scoraggiando gli investitori dall’entrare sul mercato azionario.

    Intorno alle 9:30, il Ftse Mib segna un rialzo dello 0,20%, trainato principalmente dai titoli bancari e dal settore della difesa.

    Leonardo, tra i migliori del paniere, continua a performare bene anche oggi, con un balzo del 2,6% dopo aver toccato un nuovo massimo storico a 52,44 euro. Le azioni hanno registrato una crescita di oltre il 100% dall’inizio dell’anno. Gli acquisti sono sostenuti dalle aspettative di un aumento della spesa per la difesa da parte dell’UE, oltre agli effetti dei conflitti in corso che non accennano a fermarsi, anche alla luce della mancanza di progressi verso un cessate il fuoco in Ucraina dopo la telefonata tra Trump e Putin.

    Anche Fincantieri (BIT:FCT) è in forte rialzo, con un +4% e nuovi massimi storici a 14,6 euro, dopo il +12% registrato ieri. Il titolo è in territorio positivo da sei sedute consecutive. Dall’inizio dell’anno, le azioni sono cresciute di circa il 109%. Il broker Equita scrive che Fincantieri potrebbe beneficiare della disponibilità di risorse militari messe in campo dall’UE.

    In rialzo anche Iveco, che segna +1,4% grazie agli acquisti nel comparto difesa.

    Tra gli altri titoli industriali, si evidenziano invece le flessioni di Interpump (BIT:IP) (-1,4%), Stellantis (BIT:STLAM) (-1,6%) e Amplifon (BIT:AMP) (-1,8%).

    Bene le banche, con la big UniCredit (BIT:UCG) a +0,7% e Intesa Sanpaolo (BIT:ISP) a +0,35%. Brilla Banco BPM (BIT:BAMI) con un rialzo dell’1,5%.

  • L’antitrust italiana chiude l’indagine su Dior con impegni per finanziare la lotta allo sfruttamento lavorativo

    L’antitrust italiana chiude l’indagine su Dior con impegni per finanziare la lotta allo sfruttamento lavorativo

    L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM) ha chiuso l’indagine su Dior, di proprietà del gruppo LVMH, e due sue controllate in merito a possibili dichiarazioni fuorvianti sui diritti dei lavoratori nella filiera produttiva, affermando che, pur non avendo riscontrato illeciti, l’azienda ha preso una serie di impegni volontari.

    Tra gli impegni assunti, Dior verserà 2 milioni di euro (circa 2,3 milioni di dollari) in cinque anni per sostenere iniziative — aperte anche ad altri marchi — a favore delle vittime di sfruttamento lavorativo.

    Dior si è inoltre impegnata a modificare le proprie dichiarazioni in materia di responsabilità etica e sociale e ad adottare procedure più rigorose per la selezione e il monitoraggio dei fornitori, ha dichiarato l’Autorità mercoledì.

    Lo scorso anno, i procuratori di Milano avevano scoperto laboratori in cui lavoratori sottopagati, spesso immigrati presenti irregolarmente in Italia, producevano borse in pelle poi rivendute a Dior e Armani a una frazione minima del prezzo al dettaglio.

    Queste rivelazioni hanno spinto l’AGCM ad avviare un’indagine per valutare se i marchi del lusso avessero ingannato i consumatori in merito alle condizioni di produzione.

    L’Autorità ha spiegato che l’indagine si è concentrata sulle discrepanze tra la realtà emersa dalle indagini giudiziarie sul lavoro e i messaggi promossi dai brand ai consumatori in termini di artigianalità e responsabilità sociale d’impresa.

    Nel 2023, i procuratori hanno nominato dei commissari per supervisionare le controllate di Dior e Armani coinvolte nell’esternalizzazione della produzione di borse, al fine di garantire la correzione delle criticità nella catena di fornitura. Questo regime di amministrazione straordinaria è stato revocato all’inizio del 2025.

    La scorsa settimana, un tribunale italiano ha posto sotto amministrazione giudiziaria per un anno una controllata del marchio Valentino, dopo aver scoperto abusi nei confronti dei lavoratori nella sua catena produttiva, ultimo episodio di una serie che ha danneggiato l’immagine del settore del lusso.

    (1 dollaro = 0,8834 euro)