Author: Fiona Craig

  • Dow Jones, S&P, Nasdaq, Wall Street, Futures in rialzo, boom di vendite per iPhone 17 e accordo Kering-L’Oréal: ecco cosa muove i mercati

    Dow Jones, S&P, Nasdaq, Wall Street, Futures in rialzo, boom di vendite per iPhone 17 e accordo Kering-L’Oréal: ecco cosa muove i mercati

    I futures azionari statunitensi registrano un leggero rialzo lunedì, sostenuti dall’ottimismo per un possibile allentamento delle tensioni commerciali tra Stati Uniti e Cina. Nel frattempo, nuovi dati mostrano che le vendite di iPhone 17 di Apple (NASDAQ:AAPL) hanno superato quelle del modello precedente del 14% nei primi dieci giorni di disponibilità in USA e Cina. Inoltre, Kering (EU:KER) ha annunciato un accordo da 4 miliardi di euro per la cessione della sua divisione beauty a L’Oréal (EU:OR).

    Futures in rialzo

    I futures indicano un’apertura positiva per Wall Street, mentre gli operatori valutano segnali di distensione tra Washington e Pechino e si preparano a una settimana intensa di trimestrali.

    Alle 03:28 ET, i futures sul Dow Jones guadagnavano 176 punti (+0,4%), quelli sull’S&P 500 salivano di 30 punti (+0,5%) e i futures sul Nasdaq 100 avanzavano di 139 punti (+0,6%).

    Tutti i principali indici avevano chiuso la scorsa settimana in rialzo. Il presidente Donald Trump ha dichiarato che i dazi a tre cifre proposti contro la Cina “non sono sostenibili”, pur criticando Pechino per aver intensificato la guerra commerciale con nuove restrizioni sulle esportazioni di terre rare.

    Trump ha confermato che l’incontro con il presidente cinese Xi Jinping in Corea del Sud si terrà entro fine mese, aggiungendo in un’intervista televisiva che gli Stati Uniti “andranno bene con la Cina”.

    Il segretario al Tesoro Scott Bessent ha affermato di aspettarsi un incontro con il vicepremier cinese He Lifeng questa settimana per evitare un’escalation dei dazi. I media statali cinesi hanno riportato che He e Bessent hanno avuto “discussioni costruttive” e hanno concordato di avviare nuove trattative commerciali “il prima possibile”.

    Le minacce tariffarie restano comunque uno strumento chiave per la Casa Bianca. Trump ha promesso di mantenere “dazi massicci” sull’India finché non smetterà di importare petrolio russo e ha segnalato aumenti dei dazi alla Colombia per una lunga disputa sul traffico di droga.

    Gli investitori guarderanno anche ai risultati di Tesla (NASDAQ:TSLA) e Netflix (NASDAQ:NFLX), oltre al rapporto sull’inflazione USA rinviato a causa della chiusura del governo federale.

    iPhone 17 supera le vendite del predecessore

    Secondo i dati diffusi lunedì da Counterpoint Research, la gamma iPhone 17 ha superato le vendite della iPhone 16 del 14% nei primi dieci giorni di disponibilità negli Stati Uniti e in Cina.

    Il modello base è stato il principale motore di questa crescita, con un aumento delle vendite di quasi un terzo rispetto al modello di ingresso dello scorso anno. In Cina, le vendite del dispositivo base sono quasi raddoppiate.

    Mengmeng Zhang, Senior Analyst di Counterpoint, ha spiegato: “Il modello base di iPhone 17 è estremamente attraente per i consumatori, offrendo un ottimo rapporto qualità-prezzo”, aggiungendo che offre “un chip migliore, un display migliorato, più memoria di base e una fotocamera frontale potenziata — tutto allo stesso prezzo dell’iPhone 16 dell’anno scorso”.

    Negli Stati Uniti, il modello Pro Max è stato il protagonista, grazie a un aumento del 10% dei sussidi da parte degli operatori telefonici, segnalando un cambio strategico verso clienti ultra-premium.

    Kering e L’Oréal siglano un accordo da 4 miliardi di euro

    Kering (EU:KER) ha annunciato la vendita della sua maison di profumi Creed a L’Oréal (EU:OR) per un valore complessivo di 4 miliardi di euro in contanti.

    L’accordo prevede anche la concessione in licenza dei diritti per i profumi di marchi come Gucci, Balenciaga e Bottega Veneta. A partire dalla prima metà del 2026, e previa approvazione regolamentare, L’Oréal avrà i diritti esclusivi per creare, sviluppare e distribuire prodotti beauty per questi marchi per 50 anni.

    Le due aziende hanno inoltre annunciato la creazione di una joint venture al 50% per esplorare “nuove opportunità di business all’intersezione tra lusso, benessere e longevità”.

    La decisione arriva mentre il nuovo CEO Luca de Meo punta a rilanciare Kering. “Questa partnership ci consente di concentrarci su ciò che ci definisce meglio: la potenza creativa e la desiderabilità delle nostre Maison”, ha dichiarato de Meo.

    Il titolo Kering guadagnava oltre il 4% nelle prime contrattazioni europee, mentre L’Oréal saliva dello 0,9%.

    Crescita cinese ai minimi da un anno

    L’economia cinese è cresciuta leggermente più del previsto nel terzo trimestre 2025, ma al ritmo più lento da un anno, frenata dalla disinflazione e dalle tensioni commerciali con gli Stati Uniti.

    Il PIL è aumentato del 4,8% su base annua, leggermente sopra le attese del 4,7%, ma in calo rispetto al +5,2% del trimestre precedente. Su base trimestrale, la crescita è stata dell’1,1%, sopra lo 0,8% previsto.

    Dall’inizio dell’anno, il PIL ha raggiunto il 5,2%, leggermente inferiore al 5,3% del trimestre precedente ma ancora sopra l’obiettivo annuale di Pechino.

    Oro stabile dopo le perdite

    I prezzi dell’oro si sono stabilizzati lunedì, recuperando parte delle perdite della scorsa settimana e rimanendo vicini ai massimi storici, mentre i mercati hanno assorbito i toni più concilianti degli Stati Uniti nella disputa commerciale con la Cina.

    L’oro spot è salito dello 0,2% a 4.257,09 dollari l’oncia, mentre i future di dicembre sono aumentati dell’1,4% a 4.270,69 $/oz alle 03:54 ET.

    Il metallo era scivolato dai massimi la settimana scorsa dopo che Trump aveva messo in dubbio la durata della guerra commerciale con Pechino, pur confermando che i colloqui restano in programma. Questo ha ridotto in parte l’appeal dell’oro come bene rifugio.

    Questa contenuto è fornito esclusivamente a scopo informativo e non costituisce consulenza finanziaria, d’investimento o di altro tipo professionale. Non deve essere considerato come una raccomandazione all’acquisto o alla vendita di titoli o strumenti finanziari. Tutti gli investimenti comportano dei rischi, inclusa la possibilità di perdere il capitale investito. Le performance passate non sono indicative di risultati futuri. Si consiglia di effettuare le proprie ricerche e di consultare un consulente finanziario qualificato prima di prendere qualsiasi decisione di investimento.
    Alcune parti di questo contenuto potrebbero essere state generate o supportate da strumenti di intelligenza artificiale (IA) e sono state revisionate per accuratezza e qualità dal nostro team editoriale.

  • Barclays punta sulle banche italiane, con Bper Banca (BIT:BPE) sotto i riflettori in vista dei conti trimestrali

    Barclays punta sulle banche italiane, con Bper Banca (BIT:BPE) sotto i riflettori in vista dei conti trimestrali

    Le banche italiane sono al centro dell’ultimo outlook di Barclays sul settore finanziario, mentre la stagione delle trimestrali prende il via a Piazza Affari.

    La banca prevede che i risultati del terzo trimestre mostreranno una certa pressione sul margine d’interesse netto (NII) per tutti gli istituti, sebbene complessivamente in linea con le attuali previsioni. Tuttavia, le potenziali operazioni di M&A dovrebbero avere un impatto maggiore dei fondamentali sull’andamento dei titoli. “Crediamo che i fondamentali siano solidi, anche se la crescita degli utili per azione in Italia è in media inferiore rispetto ad altri paesi europei a causa della sensibilità ai tassi d’interesse e della limitata crescita del PIL”, hanno dichiarato gli analisti.

    In particolare, per i titoli con raccomandazione “overweight”, Barclays ha sottolineato che “il dividend yield e le valutazioni restano interessanti” e prevede “diversi aggiornamenti dei piani aziendali per il prossimo anno (almeno Intesa Sanpaolo (BIT:ISP), BPER Banca (BIT:BPE)) come potenziali catalizzatori, permettendo agli investitori di apprezzare meglio il potenziale di crescita”.

    Attualmente le banche italiane scambiano a un P/E 2026E di 9,3 volte, con un dividend yield stimato per il 2025 del 7,9%.

    Tra i nomi del settore, Barclays ha espresso una netta preferenza per BPER Banca (BIT:BPE), ripristinando la raccomandazione “overweight” dopo aver integrato Banca Popolare di Sondrio (BIT:BPSO) nel proprio modello e fissando un prezzo obiettivo a 12,5 euro rispetto ai 9,642 euro di questa mattina (+4%). La banca considera l’istituto emiliano un investimento “semplice e convincente”, sia per il terzo trimestre che per il medio termine.

    Dopo l’acquisizione dell’80,69% di BP Sondrio, BPER è diventata “un’azienda focalizzata sul contenimento dei costi, con opportunità per snellire le operazioni e rafforzare la propria solida posizione patrimoniale”, ha spiegato Barclays. “Grazie a un margine d’interesse resiliente, a una certa crescita delle commissioni e al controllo dei costi, ci aspettiamo un costo del rischio del 46% nel 2026, in calo al 43% nel 2027. Ci aspettiamo un costo del rischio di circa 40 punti base nel 2026”, hanno aggiunto.

    Il terzo trimestre rifletterà pienamente la fusione con BP Sondrio, seguito dal quarto trimestre, quando verrà contabilizzato il 75% dei costi di integrazione (300 milioni di euro, con i restanti 100 milioni nel 2026). “Il capitale è un altro elemento importante, con potenziale di crescita. Stimiamo che BPER abbia un CET1 ratio intorno al 14,5% quest’anno, che dovrebbe superare il 15% a partire dal prossimo anno, considerando un payout in contanti del 75% nelle nostre stime (yield del 9%, 2026E) e la fusione recentemente annunciata con BP Sondrio”.

    Inoltre, se BPER dovesse vendere Alba Leasing, Barclays stima che si libererebbero circa 40–45 punti base di CET1 con un impatto minimo sugli utili per azione (circa -1% nel 2026).

    Per Banca Monte dei Paschi di Siena (BIT:BMPS), gli analisti hanno confermato il rating “equal weight” e aggiornato il modello per includere Mediobanca (BIT:MB). “Considerata la scarsa visibilità dell’azienda”, Barclays prevede che la banca “manterrà una partecipazione stabile dell’86,3% in Mediobanca nel nostro orizzonte di previsione, anche se questa potrebbe potenzialmente fluttuare”.

    In caso di fusione, “MPS potrebbe emettere nuove azioni per le restanti azioni MB, ma le minoranze scomparirebbero, con effetti compensativi sugli utili per azione e impatti positivi sul capitale”.

    I risultati del terzo trimestre di MPS rifletteranno ancora la performance stand-alone, con MB integrata solo a livello di stato patrimoniale. A partire dal quarto trimestre, MB sarà completamente consolidata, includendo “la piena rivalutazione delle imposte differite attive (DTA) e il 50% dei costi di integrazione annunciati”. Le stime per il 2026 rifletteranno interamente il contributo di MB.

    Per Barclays, i principali punti di forza restano “capitale e distribuzione (CET1 ratio del 16,2% e rendimento annuo dell’11% per il 2026E, cioè un payout ratio del 100%)”. Gli analisti hanno aggiunto: “Sarà importante monitorare come procederà l’integrazione con MB dal punto di vista industriale e come sarà definita la nuova governance del gruppo”. Secondo gli analisti, il potenziale di crescita “potrebbe derivare da sinergie generate da possibili iniziative, tra cui progetti per Widiba + CheBanca!, lo sviluppo di attività di cross-selling per le PMI rispetto al private banking e l’integrazione del business consumer di MPS con Compass di MB”.

    Il calendario delle trimestrali a Piazza Affari prevede che il consiglio di amministrazione di BPER Banca (BIT:BPE) si riunisca il 5 novembre per approvare i risultati del terzo trimestre, seguito da MPS (BIT:BMPS) il giorno successivo. Intesa Sanpaolo (BIT:ISP) pubblicherà i conti il 31 ottobre, mentre UniCredit (BIT:UCG) è attesa domani, 21 ottobre.

    Riguardo a BPER, Barclays ha affermato che l’istituto “potrebbe registrare una buona performance prima dei risultati, grazie sia ai dati solidi stand-alone (like-for-like) che agli aggiornamenti su BP Sondrio, che ci aspettiamo influenzino positivamente il consenso”.

    Potrebbe essere un trimestre positivo anche per MPS, per la quale “su base trimestrale, ci aspettiamo un calo del margine d’interesse leggermente inferiore rispetto ai concorrenti, anche se accompagnato da una riduzione leggermente maggiore delle commissioni”. Tuttavia, Barclays ha sottolineato che “la reazione del prezzo delle azioni potrebbe essere più strettamente legata a eventuali modifiche al piano industriale della nuova entità, che probabilmente saranno comunicate solo in seguito, nel comunicato sui risultati annuali”.

    Per UniCredit (BIT:UCG), “dopo gli annunci estivi sul CET1 ratio in avvicinamento al 14%, capitale e distribuzione potrebbero essere al centro dell’attenzione durante la conference call”.

    Infine, per Intesa Sanpaolo (BIT:ISP), gli analisti hanno affermato che “il terzo trimestre sarà solido (pur mostrando una certa stagionalità nelle commissioni), ma i messaggi e gli aggiustamenti più significativi probabilmente arriveranno in occasione della presentazione del piano industriale, prevista per il 26 febbraio”.

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  • L’oro si stabilizza mentre i mercati reagiscono a toni più distensivi sul fronte commerciale USA-Cina

    L’oro si stabilizza mentre i mercati reagiscono a toni più distensivi sul fronte commerciale USA-Cina

    I prezzi dell’oro si sono rafforzati nelle contrattazioni asiatiche di lunedì, recuperando parte delle forti perdite della scorsa settimana grazie ai toni più concilianti provenienti da funzionari statunitensi riguardo ai rapporti commerciali con la Cina. Il metallo prezioso è rimasto vicino ai massimi storici, sostenuto da un contesto geopolitico incerto e dalle persistenti preoccupazioni sull’economia statunitense.

    L’oro spot è salito dello 0,4% a 4.267,70 dollari l’oncia, mentre i futures con consegna a dicembre hanno guadagnato l’1,6% a 4.280,65 dollari alle 00:49 ET (05:49 GMT). La scorsa settimana, i prezzi spot avevano toccato un massimo storico di 4.379,44 dollari l’oncia prima di ritracciare bruscamente.

    L’oro arretra dai massimi mentre si allentano le tensioni commerciali

    La scorsa settimana l’oro era finito sotto pressione dopo che il presidente statunitense Donald Trump aveva adottato un tono più ottimistico sui negoziati con Pechino. Trump ha affermato di considerare i dazi elevati sulla Cina come “non sostenibili” e ha confermato l’intenzione di incontrare il presidente cinese Xi Jinping in Corea del Sud tra due settimane, segnalando progressi nei colloqui commerciali.

    Anche il Segretario al Tesoro statunitense Scott Bessent ha confermato che i negoziati con funzionari cinesi sono previsti per questa settimana, aumentando la fiducia degli investitori e favorendo un rally degli asset più rischiosi. Di conseguenza, la domanda di beni rifugio come l’oro si è indebolita, e prese di profitto hanno amplificato il calo dopo il forte rialzo dei due mesi precedenti.

    Le preoccupazioni per la chiusura del governo statunitense e le aspettative di ulteriori tagli dei tassi da parte della Federal Reserve System hanno comunque sostenuto i prezzi del metallo prezioso nelle ultime settimane.

    La domanda di beni rifugio sostenuta dalle tensioni geopolitiche

    Il modesto rimbalzo di lunedì è stato alimentato anche dall’incertezza geopolitica. Gli scontri del fine settimana hanno momentaneamente minacciato la tregua tra Israele e Hamas, anche se Israele ha poi confermato che il cessate il fuoco resta in vigore e che gli aiuti umanitari a Gaza riprenderanno.

    Sul fronte diplomatico, l’attenzione si è concentrata sui tentativi statunitensi di favorire un cessate il fuoco nella guerra tra Russia e Ucraina. Trump ha incontrato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky e, secondo i resoconti, lo avrebbe esortato a cedere territori a Mosca, rifiutando allo stesso tempo ulteriori aiuti militari a Kiev.

    Questo mix di incertezze geopolitiche e timori economici interni ha mantenuto viva la domanda per beni rifugio, sostenendo non solo l’oro ma anche altri metalli preziosi.

    L’argento spot è salito dello 0,6% a 52,2520 dollari l’oncia, restando vicino ai massimi storici, mentre il platino è sceso dell’1% a 1.597,02 dollari.

    Tra i metalli industriali, il rame ha esteso i guadagni dopo dati macroeconomici positivi dalla Cina. Il PIL cinese è cresciuto leggermente più del previsto nel terzo trimestre, pur registrando il ritmo più lento dell’ultimo anno, offrendo un cauto ottimismo per la domanda industriale.

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  • Il petrolio scivola mentre le tensioni commerciali e i timori di eccesso di offerta pesano sul mercato

    Il petrolio scivola mentre le tensioni commerciali e i timori di eccesso di offerta pesano sul mercato

    I prezzi del petrolio sono scesi all’inizio della settimana, sotto pressione per le rinnovate preoccupazioni legate a un eccesso di offerta e a un rallentamento della domanda globale, mentre le tensioni commerciali tra Stati Uniti e Cina si intensificano.

    Alle 00:32 GMT, i futures sul Brent erano in calo di 24 centesimi, ovvero dello 0,4%, a 61,05 dollari al barile, mentre i futures sul West Texas Intermediate statunitense perdevano 21 centesimi, o lo 0,4%, a 57,33 dollari, annullando i modesti guadagni di venerdì.

    Entrambi i benchmark hanno registrato un calo superiore al 2% la scorsa settimana, segnando la terza settimana consecutiva di ribassi. La flessione è arrivata dopo l’avvertimento dell’International Energy Agency su un possibile aumento dell’eccesso di offerta nel 2026.

    «Le preoccupazioni per l’eccesso di offerta derivante dall’aumento della produzione dei paesi produttori di petrolio, unite ai timori di un rallentamento economico dovuto all’intensificarsi delle tensioni commerciali tra Stati Uniti e Cina, stanno alimentando la pressione in vendita», ha dichiarato Toshitaka Tazawa, analista presso Fujitomi Securities.

    «Mentre gli Stati Uniti stanno aumentando la pressione sugli acquirenti di greggio russo, il prossimo vertice tra il presidente statunitense Donald Trump e il presidente russo Vladimir Putin aggiunge incertezza alle prospettive, rendendo difficile per alcuni investitori aggiustare le proprie posizioni», ha aggiunto.

    Le tensioni tra Washington e Pechino sono tornate a crescere, con l’imposizione reciproca di tariffe portuali sulle spedizioni, una mossa che potrebbe perturbare i flussi commerciali globali e accentuare la pressione sui mercati energetici. Il capo dell’World Trade Organization ha recentemente avvertito che un decoupling prolungato tra le due maggiori economie mondiali potrebbe ridurre la produzione globale del 7% nel lungo periodo.

    Nel frattempo, Trump e Putin hanno concordato giovedì di tenere un nuovo vertice per discutere della guerra in Ucraina, mentre Washington intensifica la pressione su India e Cina per ridurre le importazioni di petrolio russo.

    Dopo un incontro alla Casa Bianca con il presidente ucraino Volodymyr Zelenskiy, Trump ha esortato sia Kiev che Mosca a «fermare immediatamente la guerra», anche se ciò comportasse concessioni territoriali da parte dell’Ucraina.

    Secondo fonti commerciali e analisti, la pressione statunitense ed europea sugli acquirenti asiatici potrebbe ridurre le importazioni di petrolio russo da parte dell’India a partire da dicembre, lasciando potenzialmente più forniture scontate disponibili per la Cina.

    Sul fronte della produzione, Baker Hughes Company ha dichiarato venerdì che le società energetiche statunitensi hanno aggiunto impianti di trivellazione per petrolio e gas per la prima volta in tre settimane, segnalando un possibile rimbalzo della produzione interna.

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  • JPMorgan prevede utili USA superiori a quelli dell’Eurozona nel Q3, con segnali di svolta per i ciclici

    JPMorgan prevede utili USA superiori a quelli dell’Eurozona nel Q3, con segnali di svolta per i ciclici

    La stagione delle trimestrali metterà nuovamente in luce il divario di performance tra Stati Uniti ed Eurozona, secondo gli strategist di JPMorgan Chase & Co.. Le stime di consenso prevedono un aumento del 6% su base annua degli utili dell’S&P 500, a fronte di un calo dell’1% per l’STOXX Europe 600.

    A differenza del solito schema di revisioni al ribasso prima della stagione degli utili, le aspettative degli analisti sono rimaste stabili. Gli strategist hanno sottolineato che “la dinamica dell’attività è migliorata durante il trimestre”, sostenuta da letture PMI più solide. Il team guidato da Mislav Matejka ha aggiunto che “la stabilità delle stime negli ultimi due mesi aumenta il potenziale per sorprese positive”.

    Circa il 60% della capitalizzazione dell’S&P 500 pubblicherà i risultati nelle prossime due settimane, rispetto a circa il 50% in Europa. I titoli tecnologici a mega capitalizzazione rimangono il principale motore: i Magnificent 7 dovrebbero registrare una crescita degli utili del 15% in questo trimestre, dopo il +27% dello scorso trimestre, quasi il doppio delle previsioni iniziali.

    Per il resto dell’S&P 500 si prevede una crescita degli utili intorno al 4%. JPMorgan ha osservato che le società non appartenenti ai Magnificent 7 hanno registrato il miglior tasso di crescita degli utili degli ultimi tre anni, pari al 9%, suggerendo che anche questo trimestre potrebbe sorprendere positivamente.

    In Europa, il quadro resta più debole: le aziende dell’Eurozona hanno registrato una contrazione dell’1% degli utili nel trimestre precedente, a sostegno della visione prudente di JPMorgan sulla regione. Tuttavia, gli strategist prevedono che il divario con gli USA possa ridursi “in misura più contenuta” grazie agli utili degli esportatori già fortemente corretti, creando spazio per un’“inversione di tendenza”.

    La crescita mediana degli utili appare più equilibrata, con entrambe le aree intorno al 4% su base annua, il che lascia spazio a sorprese positive se i trend sui ricavi resteranno solidi.

    Gli strategist avvertono però di alcuni rischi, tra cui il calo dei prezzi del Brent e segnali di rallentamento nei dati su lavoro e vendite al dettaglio negli Stati Uniti, che potrebbero esercitare pressione sui ricavi. Il calo dei rendimenti obbligazionari — oltre 60 punti base dal picco — ha favorito i settori difensivi come Utilities e Healthcare negli ultimi mesi in entrambe le regioni.

    Pur confermando la loro preferenza per un posizionamento a lunga duration, il team ritiene anche che “gli utili del settore ciclico potrebbero iniziare a migliorare” man mano che gli indicatori economici si rafforzano. Tra i fattori positivi evidenziati figurano PMI in aumento, un migliore impulso creditizio in Europa e un miglioramento della fiducia dei consumatori.

    Guardando al 2026, JPMorgan ritiene che i settori ciclici possano beneficiare di un contesto macroeconomico più favorevole, incluso un possibile rimbalzo della domanda dei consumatori cinesi, che potrebbe sostenere i titoli del lusso e dell’industria. Sebbene le previsioni sugli utili dell’Eurozona per il 2025 siano ancora riviste al ribasso, le stime per il 2026 indicano un rimbalzo vicino al 15%, grazie a effetti base favorevoli e a una domanda interna ed esterna più solida.

    “Siamo ora rialzisti sull’Eurozona, dopo la fase laterale e nonostante diverse resistenze”, hanno scritto gli strategist.

    “Se l’ultima disputa commerciale e le preoccupazioni creditizie dovessero portare a una nuova debolezza azionaria, non crediamo che l’Eurozona debba necessariamente subire un calo amplificato, data la posizione più favorevole, le valutazioni interessanti e la già debole performance relativa recente”, hanno aggiunto.

    Il team ha inoltre ribadito che la recente turbolenza politica in Francia dovrebbe essere vista come un’opportunità d’acquisto.

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  • Borse europee in rialzo grazie al rally asiatico che rafforza il sentiment globale

    Borse europee in rialzo grazie al rally asiatico che rafforza il sentiment globale

    Le borse europee hanno iniziato la settimana con un tono positivo lunedì, spinte dai forti guadagni registrati sui mercati asiatici e in attesa di una settimana intensa sul fronte delle trimestrali.

    Alle 07:10 GMT, l’indice DAX in Germania era in rialzo dell’1%, il CAC 40 in Francia guadagnava lo 0,5% e il FTSE 100 nel Regno Unito saliva dello 0,4%. Questo dopo una chiusura debole venerdì, quando le preoccupazioni sul settore bancario statunitense avevano pesato sui mercati europei. Un rimbalzo delle banche regionali americane ha poi contribuito a ridurre i timori legati al credito.

    L’umore degli investitori è stato rafforzato dal rally registrato in Giappone. L’indice Nikkei 225 è balzato di oltre il 3%, superando i 49.000 punti, un nuovo record storico, dopo le notizie secondo cui il partito di governo Liberal Democratic Party avrebbe ottenuto l’appoggio necessario per formare una coalizione guidata da Sanae Takaichi. Considerata fiscalmente espansiva, Takaichi dovrebbe aumentare la spesa pubblica e opporsi a ulteriori rialzi dei tassi da parte della Bank of Japan. Il voto parlamentare sulla sua nomina è previsto per martedì, aprendo la strada alla prima premier donna del Giappone.

    In Cina, il PIL del terzo trimestre è cresciuto del 4,8% su base annua, leggermente al di sopra delle stime (4,7%), ma in rallentamento rispetto al +5,2% del secondo trimestre, secondo i dati ufficiali diffusi lunedì. Si tratta della crescita più debole dall’autunno 2024, a causa della disinflazione persistente e delle tensioni commerciali con gli Stati Uniti. In Europa, i prezzi alla produzione in Germania sono calati dello 0,1% a settembre, in ribasso dell’1,7% su base annua, segnalando pressioni inflazionistiche ancora contenute nella maggiore economia dell’Eurozona.

    Il settore del lusso è al centro dell’attenzione dopo che Kering (EU:KER) ha annunciato nel fine settimana la vendita della divisione beauty a L’Oréal (EU:OR) per 4 miliardi di euro. L’operazione si inserisce nella strategia del nuovo CEO Luca de Meo per ridurre il debito e rifocalizzare il gruppo sul core business della moda.

    La settimana si apre in modo relativamente tranquillo sul fronte delle trimestrali europee, ma i risultati si intensificheranno nei prossimi giorni. L’Oréal pubblicherà martedì, mentre SAP SE, Barclays e Heineken N.V. presenteranno mercoledì. Giovedì sarà la volta di Kering, Roche Holding AG, Unilever e Lloyds Banking Group.

    Negli Stati Uniti, le trimestrali della settimana vedranno in primo piano Tesla, Inc., Ford Motor Company, General Motors, Netflix, Inc., Procter & Gamble, The Coca-Cola Company, RTX Corporation, International Business Machines Corporation (IBM) e Intel Corporation.

    I prezzi del petrolio hanno esteso le perdite lunedì, riflettendo le preoccupazioni per una domanda debole e un possibile eccesso di offerta. I future sul Brent sono scesi dello 0,8% a 60,83 dollari al barile, mentre quelli sul WTI hanno perso lo 0,8% a 56,72 dollari. Entrambi i benchmark hanno registrato un calo di oltre il 2% la scorsa settimana, la terza consecutiva, appesantiti dalle previsioni della International Energy Agency su un surplus di offerta nel 2026.

    Questa contenuto è fornito esclusivamente a scopo informativo e non costituisce consulenza finanziaria, d’investimento o di altro tipo professionale. Non deve essere considerato come una raccomandazione all’acquisto o alla vendita di titoli o strumenti finanziari. Tutti gli investimenti comportano dei rischi, inclusa la possibilità di perdere il capitale investito. Le performance passate non sono indicative di risultati futuri. Si consiglia di effettuare le proprie ricerche e di consultare un consulente finanziario qualificato prima di prendere qualsiasi decisione di investimento.
    Alcune parti di questo contenuto potrebbero essere state generate o supportate da strumenti di intelligenza artificiale (IA) e sono state revisionate per accuratezza e qualità dal nostro team editoriale.

  • Kering decolla in Borsa dopo la vendita della divisione beauty a L’Oréal per 4 miliardi di euro

    Kering decolla in Borsa dopo la vendita della divisione beauty a L’Oréal per 4 miliardi di euro

    Kering (EU:KER) ha registrato un rialzo di circa il 5% lunedì dopo aver annunciato la vendita della sua divisione beauty a L’Oréal (EU:OR) per 4 miliardi di euro. L’operazione segna una svolta strategica significativa sotto la guida del nuovo amministratore delegato Luca de Meo, che punta a rifocalizzare il gruppo sul core business e a rafforzare la struttura finanziaria.

    L’accordo include la cessione della maison di profumi di lusso Creed — acquisita nel 2023 — e concede a L’Oréal una licenza esclusiva di 50 anni per sviluppare e commercializzare profumi e prodotti di bellezza dei marchi Gucci, Bottega Veneta e Balenciaga una volta scaduti i contratti esistenti, tra cui l’accordo di Gucci con Coty Inc. (in scadenza nel 2028).

    L’operazione annulla di fatto una delle iniziative di diversificazione più ambiziose avviate da François-Henri Pinault, che aveva creato Kering Beauté per espandere il gruppo oltre la moda e ottenere una quota maggiore del valore nel segmento beauty, tradizionalmente dominato da licenze.

    La vendita arriva in un momento delicato per la situazione finanziaria di Kering. A fine giugno il debito netto ammontava a 9,5 miliardi di euro, a cui si aggiungono circa 6 miliardi di euro di obbligazioni di leasing. Il rallentamento di Gucci — che genera oltre la metà dei profitti del gruppo — soprattutto in Cina, ha alimentato le preoccupazioni degli investitori sul livello di leva finanziaria.

    L’integrazione di Creed e il lancio di linee di profumi gestite internamente, come Bottega Veneta, non hanno prodotto il miglioramento previsto, con la divisione ancora in perdita nella prima metà del 2025. Optando per la cessione anziché l’espansione, de Meo segnala chiaramente un ritorno a un modello più snello, focalizzato su moda, efficienza operativa e generazione di cassa.

    Per L’Oréal l’acquisizione è altrettanto trasformativa: l’azienda otterrà il controllo diretto di Creed e, in seguito, della licenza per Gucci Parfums, uno dei marchi più redditizi a livello globale nel settore beauty. Si tratta della più grande acquisizione nella storia di L’Oréal, superando l’acquisto di Aesop del 2023 per 2,5 miliardi di dollari, e rafforza la sua presenza nel segmento dei profumi di lusso in forte crescita. Le due società creeranno inoltre una joint venture dedicata al benessere e alla longevità, ampliando la collaborazione strategica oltre le licenze.

    Gli analisti hanno accolto positivamente l’operazione. UBS ha dichiarato che la valutazione di 4 miliardi di euro rappresenta “un piccolo segnale positivo per Kering”, contribuendo ad alleggerire un bilancio che ha preoccupato gli investitori per tutto l’anno. La riduzione del debito è diventata un obiettivo chiave, soprattutto dopo il rinvio della transazione Valentino, e la vendita potrebbe compensare un’eventuale svalutazione legata all’acquisizione di Creed.

    Bernstein ha definito la decisione “una medicina amara ma necessaria”, sottolineando che l’uscita dal business beauty interno permetterà al nuovo CEO di concentrare tutti gli sforzi sul rilancio di Gucci. Gli analisti hanno riconosciuto che Creed è uno degli asset più interessanti del settore profumi di lusso e che il prezzo di vendita è elevato, ma la priorità degli azionisti si è spostata nettamente verso il rafforzamento del bilancio piuttosto che sull’espansione settoriale.

    JPMorgan Chase & Co. ha definito la transazione “il primo atto strategico rilevante” dell’era de Meo e “un netto cambio di rotta”, suggerendo che potrebbero seguire ulteriori cessioni di marchi minori a bassa marginalità. Secondo la banca, il mercato potrebbe accogliere positivamente la semplificazione della struttura del gruppo e l’allentamento dei vincoli finanziari, pur avvertendo che la rinuncia al business beauty a lungo termine potrebbe limitare il potenziale di crescita se Gucci Parfums dovesse sovraperformare in futuro.

    Questa contenuto è fornito esclusivamente a scopo informativo e non costituisce consulenza finanziaria, d’investimento o di altro tipo professionale. Non deve essere considerato come una raccomandazione all’acquisto o alla vendita di titoli o strumenti finanziari. Tutti gli investimenti comportano dei rischi, inclusa la possibilità di perdere il capitale investito. Le performance passate non sono indicative di risultati futuri. Si consiglia di effettuare le proprie ricerche e di consultare un consulente finanziario qualificato prima di prendere qualsiasi decisione di investimento.
    Alcune parti di questo contenuto potrebbero essere state generate o supportate da strumenti di intelligenza artificiale (IA) e sono state revisionate per accuratezza e qualità dal nostro team editoriale.

  • Dow Jones, S&P, Nasdaq, Futures di Wall Street stabili mentre gli investitori valutano i rischi bancari e le tensioni commerciali

    Dow Jones, S&P, Nasdaq, Futures di Wall Street stabili mentre gli investitori valutano i rischi bancari e le tensioni commerciali

    I futures sugli indici statunitensi sono rimasti pressoché invariati venerdì mattina, segnalando un avvio cauto per l’ultima sessione di borsa della settimana. I mercati faticano a trovare una direzione dopo il forte calo di giovedì, innescato dal ritorno delle preoccupazioni sui rischi di credito delle banche regionali.

    I futures, inizialmente in ribasso, hanno recuperato terreno in seguito a un miglioramento moderato del sentiment. Le azioni di Jefferies Financial Group (NYSE:JEF) sono salite del 4% nel pre-market dopo che Oppenheimer & Co. ha alzato il rating a “Outperform” da “Perform”. Questo dopo il crollo di oltre il 10% registrato giovedì a causa dei timori per la sua esposizione alla società di componenti auto fallita First Brands. Oppenheimer ha però chiarito che la sua esposizione è “molto limitata”.

    I guadagni nel settore bancario hanno contribuito a stabilizzare l’andamento dei futures. Fifth Third Bancorp (NASDAQ:FITB), Huntington Bancshares (NASDAQ:HBAN) e Truist Financial (NYSE:TFC) sono tutte salite nel pre-market dopo aver riportato risultati trimestrali migliori delle attese.

    Anche American Express (NYSE:AXP) è in rialzo dopo aver battuto le stime sugli utili del terzo trimestre e alzato la guidance per l’intero anno, sostenendo ulteriormente il comparto finanziario.

    Nonostante ciò, i volumi di scambio complessivi potrebbero restare contenuti a causa di un calendario economico statunitense tranquillo, complice il prolungato shutdown del governo. Gli investitori restano inoltre concentrati sugli sviluppi della disputa commerciale tra Stati Uniti e Cina.

    In un’intervista a Fox Business questa mattina, il presidente Donald Trump ha commentato i dazi che ha minacciato sulle importazioni cinesi, affermando che “probabilmente non [sono sostenibili]” ma aggiungendo che “mi hanno costretto a farlo”.

    Giovedì, dopo un buon avvio, Wall Street ha perso slancio chiudendo in ribasso. L’Dow Jones Industrial Average ha perso 301,07 punti (-0,7%) a 45.952,24; l’S&P 500 è sceso di 41,99 punti (-0,6%) a 6.629,07; e l’Nasdaq Composite ha ceduto 107,54 punti (-0,5%) a 22.562,54.

    Il calo è stato alimentato da nuove preoccupazioni sui prestiti deteriorati legati ai fallimenti di First Brands e Tricolor Holdings. “Quando vedi uno scarafaggio, probabilmente ce ne sono altri,” ha dichiarato Jamie Dimon, CEO di JPMorgan Chase, all’inizio della settimana.

    Le banche regionali Zions Bancorporation (NASDAQ:ZION) e Western Alliance Bancorporation (NYSE:WAL) hanno subito forti cali, così come Jefferies.

    Nel comparto tecnologico, Taiwan Semiconductor Manufacturing Company (NYSE:TSM) ha inizialmente dato impulso al mercato grazie a utili trimestrali superiori alle attese trainati dalla forte domanda di chip AI e a un rialzo delle previsioni di crescita annuale. Tuttavia, dopo aver toccato un record intraday, il titolo ha chiuso in calo dell’1,6%.

    Sul fronte macroeconomico, la Federal Reserve Bank of Philadelphia ha registrato un crollo del proprio indice manifatturiero regionale da 23,2 a -12,8 punti, segnalando una contrazione dell’attività.

    I titoli finanziari hanno guidato i ribassi, spingendo l’KBW Bank Index in calo del 3,6%. Anche i titoli del settore brokeraggio hanno perso terreno, con l’NYSE Arca Broker/Dealer Index in ribasso dell’1,9%.

    Ulteriori pressioni hanno colpito i settori aerei, energetici e retail, mentre i titoli legati all’oro hanno sovraperformato grazie al nuovo record dei prezzi del metallo prezioso.

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  • DAX, CAC, FTSE100, Le borse europee scendono mentre le preoccupazioni per le banche statunitensi si diffondono sui mercati

    DAX, CAC, FTSE100, Le borse europee scendono mentre le preoccupazioni per le banche statunitensi si diffondono sui mercati

    I listini europei hanno registrato forti cali venerdì, con il sentiment degli investitori appesantito da nuove preoccupazioni sulla solidità delle banche regionali statunitensi.

    La flessione è stata innescata dopo che Zions Bancorporation (NASDAQ:ZION) e Western Alliance Bancorporation (NYSE:WAL) hanno rivelato la loro esposizione a presunte frodi da parte di clienti, riaccendendo i timori di instabilità nel mercato del credito.

    L’DAX è sceso dell’1,4%, l’FTSE 100 dell’1,0%, mentre l’CAC 40 è rimasto sostanzialmente invariato.

    Il comparto bancario è stato tra i più colpiti. In particolare, Commerzbank (TG:CBK), Deutsche Bank (TG:DBK), BNP Paribas (EU:BNP), Société Générale (EU:GLE) e Lloyds Banking Group (LSE:LLOY) hanno segnato ribassi significativi.

    Il titolo Volvo Group (BIT:1VOLC) ha perso terreno dopo che il costruttore svedese ha avvertito che le nuove tariffe statunitensi potrebbero pesare sulla domanda di camion pesanti in Nord America nel 2025.

    Anche Novo Nordisk (NYSE:NVO) ha subito forti vendite dopo che il presidente USA Donald Trump ha promesso di ridurre il prezzo del suo popolare farmaco dimagrante Ozempic.

    Tra i titoli in controtendenza, Pearson (LSE:PSON) è balzata dopo aver registrato un aumento del 4% delle vendite sottostanti nel terzo trimestre 2025.

    Il titolo BBVA (NYSE:BBVA) è salito dopo che l’offerta ostile in azioni per acquisire Banco de Sabadell (BIT:1SAB) non ha raggiunto la soglia minima di accettazione.

    Infine, Smiths Group (LSE:SMIN) ha guadagnato terreno dopo aver annunciato l’intenzione di vendere o scorporare due delle sue quattro divisioni principali nell’ambito di un piano strategico di ristrutturazione.

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  • Dow Jones, S&P, Nasdaq, Wall Street, I futures scendono per le tensioni bancarie; Oracle presenta una guidance ambiziosa; CSX batte le attese; Micron interrompe le forniture alla Cina; l’oro continua la sua corsa record

    Dow Jones, S&P, Nasdaq, Wall Street, I futures scendono per le tensioni bancarie; Oracle presenta una guidance ambiziosa; CSX batte le attese; Micron interrompe le forniture alla Cina; l’oro continua la sua corsa record

    I futures di Wall Street sono scesi venerdì, con i timori legati alla solidità delle banche regionali statunitensi e alle tensioni commerciali tra Washington e Pechino che hanno pesato sul sentiment degli investitori. Oracle Corporation (NYSE:ORCL) ha presentato una previsione di crescita a lungo termine trainata dalla forte domanda di intelligenza artificiale, CSX Transportation (NASDAQ:CSX) ha riportato utili migliori del previsto nonostante un calo dei profitti, mentre Micron Technology (NASDAQ:MU) prevede di interrompere la fornitura di chip per server ai data center cinesi. Intanto, i prezzi dell’oro hanno continuato a salire ai massimi storici.

    I futures proseguono al ribasso

    I futures statunitensi hanno segnalato un’altra giornata negativa, con gli investitori preoccupati per la salute creditizia delle banche regionali. Alle 03:46 ET, i futures sul Dow erano in calo di 546 punti (1,2%), quelli sull’S&P 500 di 96 punti (1,5%) e quelli sul Nasdaq 100 di 382 punti (1,5%).

    Il calo arriva dopo le vendite di giovedì, innescate da un aggiornamento negativo sul credito di Zions Bancorporation, che ha alimentato i timori legati ai recenti fallimenti di First Brands e TriColor. Le azioni di Zions sono crollate del 13%, mentre Western Alliance Bancorporation ha perso oltre il 10% dopo aver rivelato una causa per frode contro un suo mutuatario. L’aumento dei rendimenti dei Treasury ha aggravato la pressione sui mercati azionari.

    Gli analisti di Vital Knowledge hanno sottolineato che “people [are growing] more concerned about a potential systemic problem,” ma hanno aggiunto che “based on all the bank reports thus far, it does seem like First Brands and TriColor are isolated, as credit quality in aggregate remains healthy.”

    La guidance ambiziosa di Oracle

    Oracle Corporation ha presentato giovedì una previsione di crescita a lungo termine molto positiva, attribuendola alla domanda esplosiva di tecnologie di intelligenza artificiale, che i dirigenti hanno definito “really hard to comprehend.”

    L’azienda prevede un fatturato di 225 miliardi di dollari e utili rettificati di 21 dollari per azione entro l’anno fiscale 2030, superando le stime degli analisti. Circa due terzi di questi ricavi proverranno dall’infrastruttura cloud potenziata dall’AI di Oracle. Il CEO Clay Magouyrk ha sottolineato che le nuove prenotazioni arrivano da una base di clienti diversificata, non solo da OpenAI.

    Gli analisti hanno osservato che queste previsioni rialziste erano ampiamente attese, ma hanno avvertito di possibili pressioni sui margini a causa degli investimenti nell’AI. Secondo dati LSEG citati da Reuters, i margini lordi dovrebbero diminuire leggermente entro il 2027. Le azioni Oracle sono scese nelle contrattazioni after-hours.

    CSX supera le attese

    Le azioni di CSX Transportation sono salite nelle contrattazioni after-hours dopo che l’azienda ha riportato un utile netto di 694 milioni di dollari, o 0,37 dollari per azione, in calo rispetto all’anno precedente. Escludendo 164 milioni di dollari di oneri straordinari, l’utile per azione è stato di 0,44 dollari, superando le stime degli analisti.

    Il CEO Steve Angel ha dichiarato che l’azienda è pronta a valutare “any strategic options” che abbiano senso, riaccendendo le speculazioni su possibili fusioni. Un accordo da 85 miliardi di dollari tra Union Pacific e Norfolk Southern ha già alimentato i rumors di consolidamento nel settore.

    CSX e BNSF Railway avevano annunciato ad agosto una partnership per collegare le rotte tra la costa orientale e occidentale degli Stati Uniti, riducendo in parte le speculazioni su una fusione completa. Tuttavia, Ancora Holdings continua a fare pressione su CSX per perseguire opzioni strategiche.

    Micron ferma le forniture di chip ai data center cinesi

    Micron Technology intende interrompere la fornitura di chip per server ai data center cinesi, secondo quanto riportato da Reuters citando due fonti a conoscenza dei fatti.

    La decisione arriva dopo il divieto imposto dalla Cina nel 2023 all’uso dei chip Micron nelle “infrastrutture critiche”, considerato una ritorsione contro i controlli statunitensi sulle esportazioni tecnologiche. Micron continuerà a vendere ai clienti cinesi che gestiscono data center fuori dalla Cina, inclusa Lenovo Group, e ai settori automobilistico e mobile. La Cina rappresentava circa il 12% dei ricavi di Micron lo scorso anno.

    L’oro continua a correre

    I prezzi dell’oro hanno esteso la loro corsa record, spinti dalle aspettative di un taglio dei tassi da parte della Federal Reserve e dalle tensioni commerciali. L’oro spot è salito dello 0,3% a 4.339,28 dollari l’oncia alle 03:33 ET, dopo aver toccato 4.379,29 dollari in precedenza. I futures sull’oro per dicembre sono aumentati dell’1,0% a 4.348,86 dollari.

    Il metallo è sulla buona strada per la nona settimana consecutiva di guadagni e per la quinta sessione di fila di nuovi record. Oltre alle aspettative sui tassi, l’oro beneficia degli acquisti delle banche centrali, degli afflussi negli ETF e della forte domanda asiatica. Le tensioni commerciali e i timori per una prolungata chiusura del governo statunitense hanno aggiunto ulteriore slancio al rally.

    Questa contenuto è fornito esclusivamente a scopo informativo e non costituisce consulenza finanziaria, d’investimento o di altro tipo professionale. Non deve essere considerato come una raccomandazione all’acquisto o alla vendita di titoli o strumenti finanziari. Tutti gli investimenti comportano dei rischi, inclusa la possibilità di perdere il capitale investito. Le performance passate non sono indicative di risultati futuri. Si consiglia di effettuare le proprie ricerche e di consultare un consulente finanziario qualificato prima di prendere qualsiasi decisione di investimento.
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