Author: Fiona Craig

  • I prezzi del petrolio stabili mentre aumenta l’inventario USA e si avvicina la riunione della Fed

    I prezzi del petrolio stabili mentre aumenta l’inventario USA e si avvicina la riunione della Fed

    I prezzi del petrolio sono rimasti stabili nella sessione asiatica di mercoledì, recuperando parte dei guadagni precedenti a causa di un sorprendente aumento delle scorte di greggio negli Stati Uniti e dell’attesa per la decisione sui tassi della Federal Reserve.

    All’inizio della settimana, il greggio era salito dopo le notizie che gli Stati Uniti intendono sanzionare i principali acquirenti di petrolio russo per fare pressione su Mosca riguardo al conflitto in Ucraina. I guadagni sono stati ulteriormente sostenuti dai progressi nei negoziati commerciali tra Stati Uniti e Unione Europea dopo un recente accordo.

    Tuttavia, l’impulso è rallentato dopo i dati dell’American Petroleum Institute che hanno mostrato un aumento di 1,5 milioni di barili nelle scorte di greggio statunitensi nella settimana terminata il 25 luglio, in controtendenza rispetto alle aspettative di una diminuzione di 2,5 milioni di barili. Questo aumento inatteso ha sollevato dubbi sulla forza della domanda nel più grande consumatore di petrolio al mondo.

    Mentre i mercati attendono i dati ufficiali sulle scorte previsti per mercoledì più tardi, l’attenzione resta focalizzata sulla conclusione della riunione biennale della Federal Reserve. La banca centrale dovrebbe mantenere i tassi fermi nella fascia attuale del 4,25% – 4,50%.

    Nel frattempo, un dollaro USA forte in vista dell’annuncio della Fed ha aggiunto una lieve pressione al ribasso sui prezzi del petrolio.

    Guardando avanti, il rapporto sui nonfarm payrolls di venerdì offrirà importanti indicazioni sul mercato del lavoro, mentre scade lo stesso giorno la scadenza per i dazi imposti da Trump, dopo che Washington ha concluso alcuni accordi commerciali limitati.

    In Asia, l’attenzione è rivolta ai dati PMI cinesi previsti per giovedì, che forniranno indicazioni sulla salute del più grande importatore di petrolio al mondo dopo l’allentamento delle tensioni commerciali tra USA e Cina all’inizio dell’anno.

    Sempre giovedì, la Banca del Giappone dovrebbe mantenere i tassi invariati in un contesto di incertezza persistente sui commerci e sulla leadership politica in Giappone.

    Questo contenuto è fornito esclusivamente a scopo informativo e non costituisce consulenza finanziaria, d’investimento o di altro tipo professionale. Non deve essere considerato come una raccomandazione all’acquisto o alla vendita di titoli o strumenti finanziari. Tutti gli investimenti comportano dei rischi, inclusa la possibilità di perdere il capitale investito. Le performance passate non sono indicative di risultati futuri. Si consiglia di effettuare le proprie ricerche e di consultare un consulente finanziario qualificato prima di prendere qualsiasi decisione di investimento.

  • L’oro resta stabile mentre i mercati attendono la decisione della Fed e la scadenza dei dazi di Trump

    L’oro resta stabile mentre i mercati attendono la decisione della Fed e la scadenza dei dazi di Trump

    I prezzi dell’oro sono rimasti sostanzialmente invariati durante la sessione asiatica di mercoledì, mentre gli investitori bilanciavano le persistenti incertezze commerciali statunitensi con l’attesa per l’annuncio della politica monetaria della Federal Reserve.

    L’oro spot è sceso marginalmente dello 0,1% a 3.323,66 dollari l’oncia, mentre i futures sull’oro hanno perso la stessa percentuale a 3.378,62 dollari l’oncia alle 02:18 ET (06:18 GMT).

    La sessione precedente aveva registrato guadagni modesti per l’oro, spinti dalle preoccupazioni per le tensioni commerciali in vista della scadenza dei dazi del 1 agosto, imposta dal presidente Donald Trump.

    Tuttavia, nelle ultime settimane l’oro ha mostrato un indebolimento a causa dei progressi nei negoziati commerciali USA, che hanno ridotto la domanda per il metallo prezioso come bene rifugio.

    I progressi commerciali e il dollaro forte mettono pressione sull’oro

    Un recente accordo commerciale tra USA e UE ha ridotto i dazi sulla maggior parte dei beni europei dal 30% inizialmente proposto al 15%, attenuando i timori di un conflitto commerciale in escalation.

    Sebbene questo sviluppo abbia calmato alcune ansie di mercato, ha anche rafforzato il dollaro USA. Un dollaro più forte rende l’oro più costoso per chi detiene altre valute, esercitando una pressione al ribasso sui prezzi.

    L’indice del dollaro è rimasto elevato mercoledì, continuando i guadagni realizzati all’inizio della settimana.

    Con l’avvicinarsi della scadenza dei dazi del 1 agosto, i mercati restano cauti, limitando l’ottimismo più ampio e fornendo un supporto moderato allo status di bene rifugio dell’oro.

    Gli analisti hanno osservato: “Gli accordi commerciali guidati dai dazi generalmente supportano il dollaro e riducono l’appeal dell’oro quando cresce l’appetito per il rischio degli investitori.”

    I metalli preziosi arretrano in attesa della decisione della Fed

    Ora l’attenzione è rivolta alla riunione di due giorni della Federal Reserve, che si conclude mercoledì, dove si prevede che i tassi di interesse rimangano stabili tra il 4,25% e il 4,50%.

    Gli investitori analizzeranno con attenzione le dichiarazioni del presidente Powell alla ricerca di segnali su possibili mosse future, soprattutto con alcuni che prevedono un possibile taglio a settembre.

    I prossimi dati economici statunitensi di questa settimana, inclusi il rapporto sull’inflazione PCE e il dato mensile sull’occupazione, saranno inoltre fattori chiave per il mercato.

    Nel frattempo, i futures sul platino sono calati dello 0,3% a 1.415,05 dollari l’oncia e quelli sull’argento dello 0,4% a 38,15 dollari l’oncia.

    Anche i prezzi del rame sono scesi, con i futures sul rame alla London Metal Exchange in calo dello 0,3% a 9.781,45 dollari per tonnellata e quelli statunitensi in ribasso dello 0,5% a 5,64 dollari per libbra.

    I prezzi del rame sono stati influenzati dalle dichiarazioni del ministro delle finanze cileno, che ha detto che il Cile cercherà un’esenzione dai dazi proposti dagli USA sul rame.

    Questo contenuto è fornito esclusivamente a scopo informativo e non costituisce consulenza finanziaria, d’investimento o di altro tipo professionale. Non deve essere considerato come una raccomandazione all’acquisto o alla vendita di titoli o strumenti finanziari. Tutti gli investimenti comportano dei rischi, inclusa la possibilità di perdere il capitale investito. Le performance passate non sono indicative di risultati futuri. Si consiglia di effettuare le proprie ricerche e di consultare un consulente finanziario qualificato prima di prendere qualsiasi decisione di investimento.

  • Il dollaro scende leggermente in attesa della decisione della Fed; euro verso la prima perdita mensile del 2025

    Il dollaro scende leggermente in attesa della decisione della Fed; euro verso la prima perdita mensile del 2025

    Il dollaro statunitense ha leggermente ceduto terreno mercoledì, restituendo parte dei guadagni accumulati all’inizio della settimana, mentre i mercati attendono la prossima decisione di politica monetaria della Federal Reserve. Contemporaneamente, l’euro si avvia a registrare la sua prima perdita mensile dell’anno.

    L’indice del dollaro, che monitora il biglietto verde rispetto a sei valute principali, è sceso dello 0,1% a 98,542 alle 03:00 ET (08:00 GMT), rimanendo vicino a un massimo mensile e in corsa per il suo primo guadagno mensile nel 2025.

    La riunione della Fed si avvicina alla conclusione

    La forza del dollaro di questo mese è stata alimentata dall’accordo commerciale USA-UE, dal ribilanciamento dei portafogli e dai flussi di fine mese. Tuttavia, gli analisti di ING hanno osservato che «questi fattori dovrebbero iniziare a svanire, spostando tutta l’attenzione sui dati e sulla Fed». Hanno aggiunto: «Prima di addentrarci nel calendario statunitense, vale la pena notare che la compressione delle posizioni significa che il dollaro è in una posizione meno ipervenduta e quindi affronta rischi più bilanciati.»

    Gli investitori attendono la conclusione della riunione della Fed, dove ci si aspetta che i tassi rimangano invariati. Le dichiarazioni del presidente Jerome Powell saranno seguite con attenzione per capire la direzione futura della politica, soprattutto alla luce delle continue richieste del presidente Donald Trump di tagli ai tassi.

    I dati di martedì hanno mostrato un calo delle offerte di lavoro e delle assunzioni a giugno, segnalando un possibile rallentamento nel mercato del lavoro in vista del cruciale rapporto sull’occupazione di venerdì. Mercati analizzeranno anche i dati sulle buste paga private di luglio e la lettura preliminare del PIL del secondo trimestre. Gli economisti prevedono una crescita del 2,5% nel Q2 dopo una contrazione dello 0,5% nel Q1.

    Euro in difficoltà con una possibile perdita mensile

    L’euro è salito dello 0,1% contro il dollaro a 1,1553, appena sopra un minimo mensile stabilito nella sessione precedente, ma resta in procinto di chiudere il primo calo mensile dell’anno. Nonostante un rally dell’11% nel 2025, favorito dalla debolezza del dollaro causata dalle politiche commerciali imprevedibili di Trump, l’euro ora affronta crescenti sfide.

    Gli investitori attendono la stima flash della crescita dell’eurozona per il Q2, che guiderà le aspettative sulle future decisioni sui tassi della Banca Centrale Europea. Dati recenti hanno mostrato una crescita dello 0,3% dell’economia francese nel trimestre, superiore alle previsioni grazie a una ripresa della spesa delle famiglie, mentre l’economia tedesca ha registrato una contrazione dello 0,1%.

    Nel complesso, si prevede che l’eurozona mostrerà una crescita nulla nel Q2 mentre l’effetto positivo delle esportazioni del primo trimestre si attenua. Gli analisti di ING hanno dichiarato: «La marcata divergenza nelle notizie sulla crescita tra USA ed Europa dovrebbe sostenere la pressione ribassista su EUR/USD secondo noi, e c’è una buona possibilità di un break sotto 1,150.»

    La sterlina è salita dello 0,1% a 1,3363, scambiandosi poco sopra un minimo di due mesi.

    Attesa per la decisione della BOJ

    USD/JPY è sceso dello 0,4% a 147,87 dopo recenti forti rialzi, con l’attenzione ora puntata sulla riunione della Banca del Giappone di giovedì. La BOJ dovrebbe mantenere i tassi invariati e adottare una posizione prudente in mezzo a incertezze economiche e politiche.

    AUD/USD è sceso dello 0,1% a 0,6510 dopo dati sull’inflazione leggermente più bassi del previsto per il secondo trimestre. L’inflazione ha rallentato ulteriormente rispetto al trimestre precedente, con l’inflazione core nei limiti dell’obiettivo della Reserve Bank of Australia tra il 2% e il 3%. Anche i dati CPI mensili di giugno hanno mostrato un calo superiore alle attese. Questi dati più morbidi offrono alla RBA maggior margine per valutare tagli ai tassi dopo la decisione di luglio di mantenere i tassi invariati.

    USD/CNY è sceso leggermente a 7,1764 mentre i trader attendono il rapporto PMI di giovedì, che potrebbe mostrare un miglioramento dopo l’allentamento delle tensioni commerciali tra USA e Cina negli ultimi mesi.

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  • Dow Jones, S&P, Nasdaq, Wall Street pronta ad aprire in rialzo tra sviluppi commerciali e attesa per la Fed

    Dow Jones, S&P, Nasdaq, Wall Street pronta ad aprire in rialzo tra sviluppi commerciali e attesa per la Fed

    I future sugli indici statunitensi indicano un avvio positivo martedì, con gli investitori che continuano a cavalcare lo slancio rialzista che ha recentemente portato i principali indici ai massimi storici. Dopo una seduta contrastata ma stabile lunedì, i mercati sembrano pronti a proseguire il trend positivo.

    I guadagni di Nasdaq e S&P 500 riflettono la forza persistente del settore tecnologico e la fiducia negli utili aziendali. Ora l’attenzione si sposta sui negoziati commerciali in corso e sugli aggiornamenti della politica monetaria.

    A Stoccolma sono in corso i colloqui tra Stati Uniti e Cina, in vista della scadenza di venerdì che potrebbe portare al ripristino di tariffe reciproche. L’esito di queste trattative potrebbe avere un impatto decisivo sul sentiment di mercato.

    Il presidente Donald Trump ha chiarito la sua posizione lunedì, dichiarando: «La maggior parte dei partner commerciali che non negozieranno accordi separati si troverà presto ad affrontare dazi tra il 15 e il 20 percento sulle esportazioni verso gli Stati Uniti.»

    L’ottimismo sul fronte commerciale ha sostenuto i mercati, ma permane la cautela in vista dell’annuncio della Federal Reserve atteso per mercoledì. La banca centrale dovrebbe lasciare i tassi invariati, ma gli investitori seguiranno con attenzione le indicazioni sulla direzione futura.

    L’attenzione si concentra anche sul rapporto mensile del Dipartimento del Lavoro USA, oltre che sui risultati trimestrali di colossi tech come Apple (NASDAQ:AAPL), Amazon (NASDAQ:AMZN), Microsoft (NASDAQ:MSFT) e Meta Platforms (NASDAQ:META).

    La sessione di lunedì ha visto i guadagni iniziali affievolirsi leggermente, ma Nasdaq e S&P 500 hanno comunque chiuso a nuovi massimi. Il Nasdaq è salito di 70,27 punti (+0,3%) chiudendo a 21.178,58. L’S&P 500 ha aggiunto 1,13 punti, terminando a 6.389,77. Il Dow Jones Industrial Average ha perso 64,36 punti (-0,1%) a 44.837,56.

    Un impulso positivo a fine giornata è arrivato dalla notizia di un accordo commerciale tra Stati Uniti e Unione Europea, unito a indiscrezioni su un possibile prolungamento della tregua tariffaria con la Cina per altri 90 giorni.

    Secondo l’accordo USA-UE, sarà applicato un dazio del 15% sui beni europei, ben al di sotto del 30% inizialmente proposto. In cambio, l’UE si è impegnata ad acquistare 750 miliardi di dollari in energia statunitense e a investire ulteriori 600 miliardi nell’economia americana.

    Il settore energetico è stato il protagonista di lunedì, grazie all’impennata del prezzo del petrolio in seguito all’accordo transatlantico. L’indice NYSE Arca Oil ha guadagnato il 2,1%, mentre il Philadelphia Oil Service Index è salito dell’1,8%.

    Anche i titoli dei semiconduttori hanno registrato buone performance, con il Philadelphia Semiconductor Index in crescita dell’1,6%. Forte anche il comparto hardware, mentre oro, acciaio e real estate commerciale hanno subito pressioni al ribasso.

    Questo contenuto è fornito esclusivamente a scopo informativo e non costituisce consulenza finanziaria, d’investimento o di altro tipo professionale. Non deve essere considerato come una raccomandazione all’acquisto o alla vendita di titoli o strumenti finanziari. Tutti gli investimenti comportano dei rischi, inclusa la possibilità di perdere il capitale investito. Le performance passate non sono indicative di risultati futuri. Si consiglia di effettuare le proprie ricerche e di consultare un consulente finanziario qualificato prima di prendere qualsiasi decisione di investimento.

  • DAX, CAC, FTSE100, I mercati europei salgono grazie agli utili solidi e al clima più disteso sul fronte commerciale

    DAX, CAC, FTSE100, I mercati europei salgono grazie agli utili solidi e al clima più disteso sul fronte commerciale

    I principali indici azionari europei sono in rialzo martedì, sostenuti da risultati societari positivi e dal rallentamento dei timori legati a una guerra commerciale su vasta scala.

    Il sentiment degli investitori resta comunque cauto: l’euro si è indebolito dopo che il recente accordo commerciale con gli Stati Uniti ha ricevuto reazioni contrastanti da parte dei leader europei. L’attenzione dei mercati è ora rivolta ai colloqui tra Stati Uniti e Cina in corso in Svezia, dove si punta a prolungare la tregua temporanea sui dazi.

    Nel primo pomeriggio, il CAC 40 di Parigi guadagna l’1,2%, il DAX di Francoforte sale dell’1,1%, mentre il FTSE 100 di Londra avanza dello 0,5%.

    Tra i titoli in evidenza, ABB (TG:ABB), gruppo svizzero di ingegneria, segna un +1% circa dopo aver ottenuto un contratto per supportare il progetto di decarbonizzazione di Tata Steel presso l’impianto di Port Talbot, nel Regno Unito.

    Tobii AB (TG:24T), azienda specializzata in tecnologia di tracciamento oculare, crolla del 16% nonostante risultati solidi per il secondo trimestre, a causa di prospettive future meno brillanti.

    AstraZeneca (LSE:AZN) avanza del 2,2% a Londra grazie a risultati trimestrali superiori alle attese.

    Essentra (LSE:ESNT) balza del 6% dopo aver confermato le previsioni per l’intero anno e pubblicato risultati del primo semestre in linea con le aspettative.

    TeamViewer SE (TG:TMV) guadagna oltre il 5%. La società tedesca di software ha confermato le previsioni annuali sui ricavi in seguito a un miglioramento degli utili nella prima metà dell’anno.

    Stellantis NV (BIT:STLAM) perde invece il 2,4% dopo aver comunicato una perdita netta di 2,3 miliardi di euro (2,65 miliardi di dollari) per il primo semestre.

    Philips (EU:PHIA), gruppo olandese di tecnologia medica, vola del 10% dopo aver rivisto al rialzo le sue previsioni di redditività.

    Air Liquide (EU:AI) avanza del 2,6%. Il colosso francese dei gas industriali ha confermato gli obiettivi di margine fino al 2026, presentando un fatturato semestrale in linea con le attese degli analisti.

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  • L’oro rimbalza dai minimi di tre settimane mentre le tensioni commerciali si attenuano

    L’oro rimbalza dai minimi di tre settimane mentre le tensioni commerciali si attenuano

    I prezzi dell’oro sono leggermente aumentati martedì, recuperando dai minimi di quasi tre settimane mentre l’allentamento delle tensioni commerciali globali ha ridotto la domanda del metallo prezioso in vista di un’importante riunione della Federal Reserve degli Stati Uniti.

    Alle 04:50 ET (08:50 GMT), l’oro spot è salito dello 0,4% a 3.327,10 dollari l’oncia, con i futures sull’oro che hanno registrato lo stesso incremento, attestandosi a 3.381,00 dollari l’oncia.

    L’accordo commerciale tra USA e UE raffredda lo slancio dell’oro

    L’oro è sceso negli ultimi quattro giorni a causa dei progressi nelle trattative commerciali tra USA e UE, che hanno ridotto l’urgenza di investire in beni rifugio.

    Il recente accordo commerciale tra Stati Uniti e Unione Europea ha attenuato le tensioni tra le due potenze economiche, diminuendo l’appetito degli investitori per l’oro nel breve termine.

    L’indice del dollaro USA è salito di oltre l’1% lunedì e resta su livelli positivi, facendo aumentare il prezzo in dollari dell’oro e rendendolo più costoso per gli acquirenti internazionali.

    Tuttavia, gli analisti intervistati da Reuters prevedono che l’oro rimarrà sopra i 3.000 dollari l’oncia grazie alle incertezze di mercato in corso.

    Il sondaggio condotto su 40 esperti ha mostrato una previsione mediana per il prezzo dell’oro di 3.220 dollari l’oncia per il 2025, in rialzo rispetto ai 3.065 dollari previsti tre mesi fa. La stima per il 2026 è salita a 3.400 dollari dai precedenti 3.000.

    “Sebbene le preoccupazioni commerciali e fiscali abbiano rafforzato l’attrattiva dell’oro, la maggior parte degli esperti attribuisce il rally principalmente alle banche centrali che diversificano le loro riserve lontano dal dollaro USA a lungo termine.”

    Attenzione alla Federal Reserve

    Gli investitori guardano ora alla riunione di due giorni della Federal Reserve, che si concluderà mercoledì, dove si prevede che i tassi rimangano invariati. Gli operatori di mercato sono ansiosi di cogliere eventuali indicazioni sulla futura politica monetaria.

    Questa prudenza in vista della riunione ha mantenuto l’oro in una fascia di prezzo ristretta, con i trader riluttanti a prendere posizioni significative.

    Inoltre, nel corso della settimana sono attesi diversi dati economici chiave dagli Stati Uniti, tra cui il PIL del secondo trimestre, l’inflazione PCE e il rapporto sull’occupazione mensile.

    Aggiornamento sugli altri metalli

    I futures sul platino sono scesi dello 0,1% a 1.418,15 dollari l’oncia, mentre quelli sull’argento sono aumentati dello 0,4% a 38,38 dollari l’oncia.

    I prezzi del rame sono leggermente diminuiti, con i futures sul London Metal Exchange in calo dello 0,1% a 9.782,45 dollari per tonnellata e quelli statunitensi in calo dello 0,2% a 5,60 dollari per libbra.

    I prezzi del rame negli USA sono scesi di quasi il 3% lunedì dopo che il ministro delle finanze del Cile ha annunciato che il paese cercherà un’esenzione dalle imminenti tariffe statunitensi sul metallo.

    “Il mercato del rame attende maggiori dettagli sulle tariffe previste, che entreranno in vigore il 1° agosto,” hanno dichiarato gli analisti di ING.

    “Hanno osservato che i trader stanno spedendo volumi record di rame negli Stati Uniti per anticipare le tariffe, creando un divario di prezzo storico tra il rame statunitense e quello quotato al LME,” hanno aggiunto.

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  • Milan Stock Exchange gains momentum, driven by banks and defense; Stellantis dips

    Milan Stock Exchange gains momentum, driven by banks and defense; Stellantis dips

    Shares climbed on the Milan Stock Exchange, with banks leading the rally as investors assessed the effects of the recent agreement on 15% tariffs for EU goods entering the US.

    At the same time, focus is shifting toward corporate earnings as the reporting season intensifies.

    On the macroeconomic front, the Federal Reserve’s policy meeting begins today, with an interest rate decision expected tomorrow. The rate is widely anticipated to remain steady, but market watchers will be closely examining any signals about future policy direction and the degree of consensus within the Federal Open Market Committee (FOMC).

    By around 10:00 a.m., the FTSE Mib index was up 0.77%, nearing its session highs.

    Banks showed strong performance, with key players UNICREDIT (BIT:UCG) and INTESA (BIT:ISP) both gaining more than 1%. Mediobanca (BIT:MB) advanced 1.5%, buoyed by a takeover bid from MPS (BIT:BMPS), which itself rose 0.6%. Delfin Chairman Francesco Milleri commented in an interview that “a possible adjustment to reflect stock market performance would make the offering more attractive to investors.” Equita brokers added that “a possible adjustment to the economic conditions could be the key to broader investor acceptance.”

    Other banks like BPER (BIT:BPE) and POP SONDRIO (BIT:BPSO) also rallied around 2%, following the conclusion of a takeover bid that raised the Emilian bank’s stake to 80.69% of Popolare di Sondrio’s capital, with the announcement that the stock will continue trading on the Milan exchange.

    Defense stocks rebounded as well, with LEONARDO (BIT:LDO) climbing 1.4% and FINCANTIERI (BIT:FCT) up 0.74% after a dip yesterday linked to news of increased European investments in US defense firms.

    STELLANTIS (BIT:STLAM) saw a sharp decline, initially dropping more than 4.5% before settling around a 2.3% loss, after releasing half-year results and updated full-year forecasts that fell short of analyst expectations and consensus estimates.

    Outside the main index, SOGEFI (BIT:SGF) surged over 3% following its quarterly results and updated annual outlook. Equita noted that “some more positive indications emerged than expected,” prompting the broker to raise its estimates and targets by about 4%.

    Questo contenuto è fornito esclusivamente a scopo informativo e non costituisce consulenza finanziaria, d’investimento o di altro tipo professionale. Non deve essere considerato come una raccomandazione all’acquisto o alla vendita di titoli o strumenti finanziari. Tutti gli investimenti comportano dei rischi, inclusa la possibilità di perdere il capitale investito. Le performance passate non sono indicative di risultati futuri. Si consiglia di effettuare le proprie ricerche e di consultare un consulente finanziario qualificato prima di prendere qualsiasi decisione di investimento.

  • Stellantis prevede una ripresa nella seconda metà dell’anno dopo una perdita di 2,3 miliardi di euro e un burn cash di 3 miliardi nel primo semestre

    Stellantis prevede una ripresa nella seconda metà dell’anno dopo una perdita di 2,3 miliardi di euro e un burn cash di 3 miliardi nel primo semestre

    Stellantis (BIT:STLAM) ha dichiarato martedì di aspettarsi una crescita dei ricavi netti e margini di reddito operativo in cifra singola bassa nella seconda metà dell’anno, segnalando una ripresa graduale dopo un primo semestre difficile.

    Il costruttore automobilistico prevede inoltre un miglioramento del free cash flow industriale nella seconda metà, dopo aver consumato 3 miliardi di euro (3,48 miliardi di dollari) nei primi sei mesi.

    «Il nostro nuovo team di leadership, pur realistico riguardo alle sfide, continuerà a prendere le decisioni difficili necessarie per ristabilire una crescita redditizia e risultati significativamente migliorati», ha detto il nuovo CEO Antonio Filosa in una dichiarazione.

    «Il 2025 si sta rivelando un anno difficile, ma anche di miglioramento graduale.»

    La società ha precisato che le sue previsioni assumono che le attuali regole tariffarie rimangano invariate e stima costi totali per tariffe pari a circa 1,5 miliardi di euro nel 2025, inclusi 300 milioni di euro già sostenuti nel primo semestre.

    Stellantis ha confermato i risultati preliminari diffusi la scorsa settimana, tra cui un calo del 13% dei ricavi netti a 74,3 miliardi di euro, un margine operativo rettificato dello 0,7% e una perdita netta di 2,3 miliardi di euro.

    Questo contenuto è fornito esclusivamente a scopo informativo e non costituisce consulenza finanziaria, d’investimento o di altro tipo professionale. Non deve essere considerato come una raccomandazione all’acquisto o alla vendita di titoli o strumenti finanziari. Tutti gli investimenti comportano dei rischi, inclusa la possibilità di perdere il capitale investito. Le performance passate non sono indicative di risultati futuri. Si consiglia di effettuare le proprie ricerche e di consultare un consulente finanziario qualificato prima di prendere qualsiasi decisione di investimento.

  • DAX, CAC, FTSE100, Le borse europee salgono mentre i mercati valutano l’accordo commerciale USA-UE, i conti societari e la riunione della Fed

    DAX, CAC, FTSE100, Le borse europee salgono mentre i mercati valutano l’accordo commerciale USA-UE, i conti societari e la riunione della Fed

    Le borse europee sono salite moderatamente martedì, mentre gli investitori continuavano a valutare l’impatto del nuovo accordo commerciale tra Stati Uniti e Unione Europea. Il rialzo arriva anche in un momento ricco di pubblicazioni trimestrali e prima della riunione di politica monetaria della Federal Reserve.

    Alle 07:05 GMT, il DAX tedesco era in rialzo dello 0,5%, il CAC 40 francese guadagnava lo 0,2% e il FTSE 100 londinese avanzava dello 0,1%.

    Accordo transatlantico spinge l’ottimismo, ma non mancano le preoccupazioni

    L’intesa annunciata nel fine settimana tra Washington e Bruxelles ha ridotto l’incertezza per le aziende su entrambe le sponde dell’Atlantico, offrendo un certo sollievo ai mercati. Tuttavia, la reazione degli investitori è stata contenuta.

    Gli analisti ritengono che l’accordo favorisca in gran parte gli interessi americani, con potenziali conseguenze negative per l’economia europea.

    L’intesa prevede l’introduzione di un dazio del 15% su gran parte delle esportazioni europee verso gli Stati Uniti a partire dal prossimo mese. Il Primo Ministro francese François Bayrou ha duramente criticato l’accordo:

    “È un giorno buio quando un’alleanza di popoli liberi, uniti per affermare i propri valori comuni e difendere i propri interessi comuni, si rassegna alla sottomissione”, ha scritto Bayrou su X.

    Anche il Cancelliere tedesco Friedrich Merz ha espresso preoccupazione, affermando che i dazi comporteranno danni “significativi” all’economia tedesca.

    USA e UE rappresentano insieme quasi un terzo del commercio globale, rendendo l’accordo altamente rilevante per i mercati internazionali.

    Segnali contrastanti dal settore corporate europeo

    Sul fronte societario, Stellantis (BIT:STLAM) ha fornito previsioni incoraggianti per la seconda metà dell’anno. Il gruppo prevede una ripresa della crescita dei ricavi e margini operativi stabili in bassa cifra singola, dopo un primo semestre difficile. La casa automobilistica ha anche previsto un miglioramento del free cash flow industriale, dopo un deflusso di €3 miliardi ($3,48 miliardi) nei primi sei mesi.

    Barclays (LSE:BARC) ha registrato un aumento del 23% dell’utile semestrale, superiore alle attese, grazie alla forte performance della divisione mercati, trainata dall’attività frenetica seguita ai dazi imposti dall’amministrazione Trump.

    AstraZeneca (LSE:AZN) ha superato le previsioni per il secondo trimestre grazie alle solide vendite di farmaci contro cancro, malattie cardiovascolari e renali, ma ha confermato le previsioni per l’anno intero, citando pressioni sui prezzi e rischi legati al commercio globale.

    Philips (NYSE:PHG) ha riportato un calo del 47% dell’utile netto trimestrale, spiegando che l’assenza di un indennizzo assicurativo una tantum, registrato l’anno precedente, ha pesato sui risultati. Tuttavia, i principali indicatori operativi, inclusi margini e cash flow, sono migliorati.

    Il gruppo svizzero Sika (TG:SIKA) ha aumentato i margini di profitto nel primo semestre, nonostante il calo dei ricavi dovuto all’effetto cambio.

    Air Liquide (EU:AI), attivo nei gas industriali, ha registrato un aumento degli utili e dei margini operativi nel primo semestre, sostenuto da controlli sui costi e investimenti nei settori della transizione energetica e dell’elettronica.

    Focus sulla Federal Reserve

    L’attenzione ora si concentra sulla riunione della Federal Reserve, che inizierà oggi e durerà due giorni. Anche se il consenso prevede il mantenimento dei tassi invariati, i membri del board discuteranno con maggiore intensità la possibilità di tagli nei prossimi mesi.

    Lunedì, l’ex presidente Donald Trump ha nuovamente sollecitato la Fed a ridurre i tassi, sostenendo che “aiuterebbe a far decollare l’economia americana”.

    Prezzi del petrolio stabili dopo i recenti guadagni

    Sul fronte energetico, i prezzi del greggio sono rimasti invariati martedì mattina dopo un deciso rialzo nella sessione precedente.

    Alle 03:05 ET, il Brent scambiava piatto a $69,32 al barile, mentre il WTI statunitense era fermo a $66,71.

    Entrambi i benchmark avevano guadagnato oltre il 2% nella seduta precedente, con il Brent ai massimi dal 18 luglio. L’accordo commerciale tra USA e UE ha evitato una guerra commerciale totale, rafforzando le prospettive di domanda energetica.

    L’intesa prevede anche $750 miliardi di acquisti europei di energia statunitense nei prossimi anni.

    Questo contenuto è fornito esclusivamente a scopo informativo e non costituisce consulenza finanziaria, d’investimento o di altro tipo professionale. Non deve essere considerato come una raccomandazione all’acquisto o alla vendita di titoli o strumenti finanziari. Tutti gli investimenti comportano dei rischi, inclusa la possibilità di perdere il capitale investito. Le performance passate non sono indicative di risultati futuri. Si consiglia di effettuare le proprie ricerche e di consultare un consulente finanziario qualificato prima di prendere qualsiasi decisione di investimento.

  • Dow Jones, S&P, Nasdaq, Wall Street, I futures azionari salgono mentre riprendono i colloqui commerciali USA-Cina; attesa per utili societari e decisione della Fed

    Dow Jones, S&P, Nasdaq, Wall Street, I futures azionari salgono mentre riprendono i colloqui commerciali USA-Cina; attesa per utili societari e decisione della Fed

    I futures sugli indici statunitensi sono saliti martedì, mentre gli investitori osservano con attenzione la ripresa dei negoziati commerciali tra Stati Uniti e Cina, un’agenda fitta di risultati societari e una decisione chiave della Federal Reserve che potrebbe influenzare le prospettive economiche per il resto dell’anno. Nel frattempo, Nvidia avrebbe aumentato la produzione dei suoi chip AI per soddisfare la crescente domanda cinese.

    Futures di Wall Street in lieve rialzo

    Prima dell’apertura dei mercati, i futures degli indici principali mostravano modesti guadagni. Alle 03:35 ET, i futures del Dow erano in aumento di 27 punti (0,1%), quelli dell’S&P 500 salivano di 8 punti (0,1%) e i futures del Nasdaq 100 crescevano di 62 punti (0,3%).

    Lunedì l’S&P 500 ha segnato un nuovo massimo storico, mentre anche il Nasdaq ha guadagnato terreno, in seguito all’annuncio dell’accordo commerciale tra USA e Unione Europea. Si tratta dell’ultimo di una serie di patti siglati dalla Casa Bianca prima dell’introduzione di dazi “reciproci” prevista per il 1° agosto.

    Gli analisti di Vital Knowledge hanno osservato che l’aliquota tariffaria del 15% su tutte le importazioni UE era ampiamente prevista e hanno scritto che “è esattamente quello che [i mercati] si aspettavano”.

    Colloqui USA-Cina riprendono

    I negoziati commerciali tra Stati Uniti e Cina sono ripresi in Svezia, alimentando le speranze di una possibile estensione della tregua tariffaria. Pechino ha tempo fino al 12 agosto per raggiungere un accordo più duraturo con Washington.

    Il Segretario al Tesoro USA Scott Bessent e il Vicepremier cinese He Lifeng sono stati avvistati all’interno dell’ufficio del Primo Ministro svedese, dove si svolgevano gli incontri. Secondo Reuters, i funzionari non hanno rilasciato dichiarazioni lunedì sera.

    Sebbene non si attendano svolte epocali, il Rappresentante USA per il Commercio Jamieson Greer ha dichiarato che non si prevede una “svolta enorme”. Tuttavia, alcuni media parlano della possibilità di una proroga di 90 giorni della tregua, che potrebbe aprire la strada a un nuovo vertice tra il Presidente Trump e il Presidente cinese Xi Jinping.

    Utili societari in arrivo

    La stagione degli utili entra nel vivo con 164 aziende dell’S&P 500 che pubblicheranno i propri risultati trimestrali.

    Martedì prima dell’apertura di Wall Street sono attesi i dati di Merck, UnitedHealth, Boeing e Procter & Gamble – quest’ultima sotto i riflettori dopo che lunedì è stato annunciato l’addio del CEO Jon Moeller.

    Visa pubblicherà i risultati dopo la chiusura dei mercati. Il gruppo dei pagamenti, insieme a MasterCard, offrirà uno spaccato sul comportamento dei consumatori statunitensi in un contesto di incertezza legata ai dazi.

    Anche in Europa si è registrata una forte attività. AstraZeneca ha superato le stime grazie alla domanda di trattamenti oncologici. Barclays ha riportato profitti oltre le attese, sostenuti dalla volatilità seguita all’annuncio delle tariffe USA ad aprile. Philips ha rivisto al rialzo le sue previsioni di margine, mentre Stellantis ha segnalato “sfide” future, nonostante una previsione di crescita dei ricavi.

    Settimana cruciale per i dati economici

    Nei prossimi giorni verranno pubblicati numerosi indicatori economici, tra cui la survey JOLTS, attesa in calo a 7,51 milioni da 7,77 milioni.

    Verrà anche diffuso l’indice di fiducia dei consumatori del Conference Board, previsto in lieve aumento.

    Gli analisti di ING hanno scritto: “In vista della riunione del FOMC di domani, che potrebbe favorire ancora il dollaro, oggi vengono pubblicati i dati sui posti di lavoro JOLTS e la fiducia dei consumatori. Il primo dovrebbe mostrare stabilità (intorno ai 7500k), mentre la seconda dovrebbe aumentare in linea con l’andamento positivo del mercato azionario.”

    La Federal Reserve inizia oggi la sua riunione di due giorni, e il mercato scommette su un mantenimento dei tassi. Diversi funzionari Fed hanno recentemente indicato che è prudente attendere per capire gli effetti delle nuove politiche tariffarie dell’amministrazione Trump.

    Nvidia accelera sulla produzione dei chip AI per la Cina

    Nvidia avrebbe ordinato 300.000 chip H20 AI al produttore Taiwan Semiconductor Manufacturing Co, secondo Reuters. La decisione arriva dopo che il governo USA ha revocato il divieto di vendita alla Cina imposto in aprile.

    Con questo ordine, Nvidia potrebbe aumentare le sue scorte, già comprese tra 600.000 e 700.000 unità. Secondo SemiAnalysis, l’azienda ne ha vendute circa un milione nel 2024.

    Anche se meno potenti degli H100 o dei chip Blackwell, gli H20 rimangono cruciali per il mercato cinese. Il CEO Jensen Huang ha dichiarato a Pechino che la produzione potrebbe riprendere tra nove mesi.

    Questo contenuto è fornito esclusivamente a scopo informativo e non costituisce consulenza finanziaria, d’investimento o di altro tipo professionale. Non deve essere considerato come una raccomandazione all’acquisto o alla vendita di titoli o strumenti finanziari. Tutti gli investimenti comportano dei rischi, inclusa la possibilità di perdere il capitale investito. Le performance passate non sono indicative di risultati futuri. Si consiglia di effettuare le proprie ricerche e di consultare un consulente finanziario qualificato prima di prendere qualsiasi decisione di investimento.