Gli indici azionari europei sono saliti lievemente venerdì, poiché il nuovo accordo commerciale tra Stati Uniti e Regno Unito ha offerto speranza che possa fornire un quadro per accordi simili altrove, riducendo le tensioni commerciali globali.
Alle 03:10 ET, l’indice DAX in Germania è salito dello 0,7%, il CAC 40 in Francia ha guadagnato lo 0,7% e l’indice FTSE 100 nel Regno Unito è aumentato dello 0,4%.
L’accordo con il Regno Unito offre un quadro per altri
Gli Stati Uniti hanno firmato giovedì un accordo quadro commerciale con il Regno Unito, secondo cui la tariffa del 10% imposta sui beni importati dal Regno Unito rimarrà in vigore, mentre il Regno Unito ha accettato di ridurre le proprie tariffe al 1,8% rispetto al 5,1%.
Inoltre, le importazioni di acciaio e alluminio negli Stati Uniti saranno esentate dalla tassa del 25% imposta dal presidente Trump.
Subito dopo l’annuncio, il segretario al Commercio degli Stati Uniti, Howard Lutnick, ha dichiarato in alcune interviste che gli Stati Uniti prevedono numerosi accordi commerciali a breve, ma probabilmente manterranno una tariffa universale del 10%.
Questo ha alimentato l’ottimismo che i negoziati tra Stati Uniti e Cina nel fine settimana possano portare a un accordo, con la possibilità di una distensione nella guerra commerciale tra le due economie più grandi del mondo.
Esportazioni della Cina in forte crescita
Il calendario economico europeo è in gran parte vuoto venerdì, suggerendo che le notizie sul commercio saranno il principale motore del sentiment.
Nel frattempo, le esportazioni cinesi hanno superato le previsioni ad aprile, sostenute dalla domanda di materiali da parte dei produttori esteri che hanno accelerato le spedizioni per sfruttare la sospensione dei dazi di 90 giorni decisa dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump.
Le esportazioni dalla seconda economia più grande del mondo sono aumentate dell’8,1% su base annua ad aprile, mentre le importazioni sono diminuite dello 0,2%, indicando un miglioramento della domanda interna mentre le autorità politiche continuano a prendere misure per sostenere l’economia da 19 trilioni di dollari.
Commerzbank registra un utile a sorpresa
Questa settimana è stata caratterizzata da un forte flusso di risultati aziendali, con ulteriori aggiornamenti da digerire venerdì.
Commerzbank (TG:CBK) ha riportato un aumento dell’utile netto di quasi il 12% nel primo trimestre, contrariamente alle aspettative di un calo, mentre la banca tedesca cerca di respingere una possibile acquisizione da parte dell’italiana UniCredit.
Mediobanca (BIT:MB) ha registrato un utile netto di 1 miliardo di euro nei primi nove mesi dell’anno fiscale della banca italiana, grazie a una crescita generalizzata dei ricavi e a una forte generazione di capitale.
La società industriale norvegese di investimenti Aker ha riportato un considerevole profitto per il primo trimestre del 2025, supportato da guadagni derivanti dalla vendita di asset e dai redditi da dividendi.
Il petrolio sale grazie all’ottimismo commerciale
I prezzi del petrolio sono aumentati leggermente venerdì, aggiungendo ai guadagni della sessione precedente poiché le tensioni commerciali si sono allentate in vista dei colloqui tra i principali consumatori di petrolio, Stati Uniti e Cina, e dopo l’annuncio dell’accordo commerciale con il Regno Unito.
Alle 03:10 ET, i futures del Brent sono saliti dello 0,8% a 63,32 dollari al barile, mentre i futures del West Texas Intermediate (WTI) degli Stati Uniti sono aumentati dello 0,8% a 60,38 dollari al barile.
Entrambi i contratti hanno chiuso con un aumento di quasi il 3% giovedì.
I mercati sono stati sostenuti dal fatto che l’accordo con il Regno Unito rappresenta un’indicazione che l’amministrazione Trump sta cercando di concludere rapidamente altri accordi commerciali, in particolare con i principali importatori di petrolio come Cina e India.
I colloqui con l’India sono in corso, mentre i funzionari statunitensi sono pronti a incontrare i loro omologhi cinesi per i colloqui commerciali nel fine settimana.
Nonostante questi guadagni, i prezzi del petrolio rimangono comunque vicini ai minimi degli ultimi quattro anni a causa dell’incertezza economica crescente e del suo impatto sulla domanda di petrolio.
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