Borse europee contrastate: focus su utili, decisione Fed e negoziati commerciali USA-Cina

Gli indici azionari europei hanno mostrato un andamento misto mercoledì, sostenuti in parte dalle indicazioni sull’avvio di colloqui commerciali tra Stati Uniti e Cina, mentre gli investitori valutavano i risultati aziendali e attendevano la decisione di politica monetaria della Federal Reserve.

Alle 09:05 (ora italiana), il DAX in Germania è salito dello 0,1%, mentre il CAC 40 in Francia è sceso dello 0,3% e il FTSE 100 nel Regno Unito ha perso lo 0,2%.

Colloqui commerciali USA-Cina

Il clima sui mercati europei ha beneficiato della notizia che i negoziati commerciali tra Stati Uniti e Cina inizieranno a breve, alimentando le speranze di una de-escalation della guerra commerciale in corso, che ha agitato i mercati e minacciato la crescita economica globale.

Il Segretario al Tesoro USA Scott Bessent e il Rappresentante al Commercio Jamieson Greer incontreranno questa settimana in Svizzera i loro omologhi cinesi per nuovi colloqui, secondo quanto dichiarato dai rispettivi uffici martedì.

L’annuncio rappresenta il segnale più chiaro finora di una disponibilità al dialogo da entrambe le parti, anche se resta da vedere se ciò porterà a una riduzione immediata delle tensioni, soprattutto dopo che il Presidente Donald Trump ha recentemente dichiarato di non avere fretta nel concludere accordi commerciali.

Nel frattempo, la Banca Popolare Cinese ha annunciato mercoledì una riduzione dei requisiti di riserva per le banche, con l’obiettivo di iniettare maggiore liquidità nell’economia per contrastare gli effetti negativi della guerra commerciale.

La riunione della Fed alimenta l’incertezza

Gli investitori stanno anche monitorando con attenzione la conclusione della prima riunione di politica monetaria della Federal Reserve da quando il Presidente Trump ha annunciato i dazi “reciproci” ad aprile.

Si prevede ampiamente che la banca centrale americana manterrà i tassi d’interesse invariati, ma i mercati presteranno particolare attenzione alle dichiarazioni del presidente Jerome Powell per comprendere meglio le future mosse sui tassi e lo stato dell’economia.

Anche l’escalation militare tra India e Pakistan contribuisce all’incertezza sui mercati, mentre in Europa l’attenzione è rivolta ai dati sulle vendite al dettaglio dell’Eurozona per il mese di marzo.

Earning europei: taglio delle previsioni per Novo Nordisk

La giornata è ricca di risultati societari in Europa, in un trimestre generalmente accolto positivamente.

Novo Nordisk (NYSE:NVO) ha registrato un utile netto superiore alle attese nel primo trimestre, ma il gruppo farmaceutico svizzero ha abbassato la previsione di crescita delle vendite per l’intero anno, a causa della minore domanda per il suo farmaco dimagrante di punta, Wegovy.

BMW (TG:BMW) ha confermato le proprie previsioni per il 2025, affermando di attendersi una riduzione di alcuni dazi sulle importazioni di veicoli a partire da luglio.

Siemens Healthineers (BIT:1SHL) ha riportato un aumento del 6,8% dei ricavi trimestrali e un incremento del 25% dell’utile netto, ma ha ampliato l’intervallo di previsione degli utili per l’anno intero a causa delle pressioni derivanti dai dazi globali.

Legrand (EU:LR), gruppo francese dell’infrastruttura elettrica e digitale, ha stimato un impatto finanziario da $150 a $200 milioni quest’anno legato ai dazi USA sulle importazioni dalla Cina.

Orsted (TG:D2G), azienda energetica danese, ha superato le aspettative con i risultati operativi del primo trimestre, ma ha segnalato difficoltà persistenti nel settore dell’eolico offshore, annunciando l’abbandono del progetto Hornsea 4 nel Regno Unito.

Petrolio in rialzo grazie ai segnali dai colloqui commerciali

I prezzi del petrolio sono aumentati mercoledì, allontanandosi dai minimi di quattro anni, grazie alle prospettive di colloqui commerciali USA-Cina e a segnali di forte domanda negli Stati Uniti.

Alle 09:05 (ora italiana), i futures sul Brent sono saliti dell’1,2% a $62,88 al barile, mentre il WTI è avanzato dell’1,4% a $59,90 al barile.

Secondo l’American Petroleum Institute, le scorte di greggio USA sono diminuite di 4,5 milioni di barili nella settimana conclusa il 2 maggio, segnalando una domanda ancora solida. I dati ufficiali del governo USA saranno pubblicati nel corso della giornata.

Entrambi i benchmark petroliferi erano scesi ai minimi da quattro anni dopo la decisione dell’OPEC+ di accelerare l’aumento della produzione, suscitando timori di eccesso di offerta proprio mentre i dazi USA aggravano le preoccupazioni sulla domanda.

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