I prezzi dell’oro sono scesi dai massimi storici durante le contrattazioni asiatiche di giovedì, poiché gli investitori hanno incassato i profitti ai livelli di picco, mentre il sentiment è stato influenzato negativamente dai commenti restrittivi del presidente della Federal Reserve, Jerome Powell.
Alle 03:40 ET (07:40 GMT), l’oro spot è sceso dello 0,7% a 3.320,56 dollari l’oncia, mentre i future sull’oro con scadenza a giugno hanno perso lo 0,4% a 3.334,61 dollari l’oncia.
Il metallo giallo aveva raggiunto in precedenza un massimo storico di 3.356,32 dollari, segnando il secondo record consecutivo.
Powell della Fed esclude tagli ai tassi nel breve termine
Il recente aumento dei prezzi dell’oro è stato trainato principalmente dall’aggravarsi dei rischi geopolitici, dalla forte domanda delle banche centrali e dalle persistenti preoccupazioni inflazionistiche.
Tuttavia, il calo di giovedì ha suggerito una pausa nel momentum rialzista, con gli investitori che hanno rivalutato le proprie posizioni alla luce dei segnali restrittivi provenienti dal presidente della Fed, Jerome Powell.
Powell ha dichiarato mercoledì che la banca centrale non è propensa a tagliare i tassi d’interesse nel breve termine, citando le pressioni inflazionistiche e le incertezze economiche introdotte dalle nuove tariffe.
Tassi d’interesse elevati tendono a deprimere il prezzo dell’oro, poiché aumentano il costo opportunità di detenere asset che non generano rendimento, come l’oro, e rafforzano il dollaro, rendendo il metallo meno attraente per gli investitori.
Il calo è coinciso anche con l’avvio ufficiale da parte di Trump dei negoziati tariffari con il Giappone. Dopo l’incontro con una delegazione commerciale giapponese a Washington mercoledì, ha annunciato “grandi progressi”.
Gli analisti si aspettano che il supporto di fondo per l’oro rimanga solido, a causa delle persistenti incertezze macroeconomiche.
Altri metalli preziosi
I future sull’argento sono scesi dell’1,6% a 32,470 dollari l’oncia, mentre quelli sul platino sono calati dell’1,1% a 969,75 dollari l’oncia.
Il rame cala con il rafforzamento del dollaro e le tensioni commerciali USA-Cina
I prezzi del rame sono scesi giovedì, con il dollaro in rialzo sulla scia del tono da falco della Fed.
Le perdite si sono intensificate a causa delle continue tensioni commerciali tra Stati Uniti e Cina.
Nonostante alcuni rapporti abbiano suggerito che la Cina sia pronta a negoziare con gli USA, gli investitori restano cauti.
Il più grande importatore mondiale di rame è stato colpito da tariffe complessive pari al 145%.
I future benchmark sul rame al London Metal Exchange sono scesi dello 0,4% a 9.172,15 dollari a tonnellata, mentre i future con scadenza a maggio sono calati dell’1,6% a 4,610 dollari per libbra.
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