La Banca Centrale Europea è quasi certa di ridurre i tassi d’interesse per la settima volta in un anno, cercando di sostenere un’economia già in difficoltà che sarà anche colpita dalle tariffe statunitensi.
La BCE ha avviato un rapido ciclo di riduzioni dei tassi, poiché le pressioni sui prezzi sono in gran parte scomparse e la recente turbolenza nei mercati globali potrebbe rafforzare la convinzione della banca centrale che l’inflazione nell’Eurozona sia sotto controllo.
Tuttavia, la presidente della BCE Christine Lagarde resta poco propensa a offrire indizi sul futuro, mantenendo la sua posizione secondo cui c’è ancora troppa incertezza per la banca per fare dichiarazioni e che deciderà i suoi prossimi passi sulla base dei dati in arrivo.
Sebbene il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, abbia sospeso la maggior parte delle tariffe, molte restano in vigore e la volatilità nei mercati finanziari ha già causato danni, giustificando una riduzione di 25 punti base al 2,25%, come affermato dalla stragrande maggioranza degli economisti intervistati da Reuters.
“Ridurre il tasso di deposito di 25 punti base verso l’estremità superiore del range (neutrale) dovrebbe essere una decisione scontata dato l’enorme livello di incertezza e la probabilità che la guerra commerciale non solo rappresenti uno shock sull’offerta, ma colpisca anche la domanda”, ha dichiarato l’economista di JPMorgan Greg Fuzesi.
La BCE ha già stimato un impatto negativo di mezzo punto percentuale dalle tariffe statunitensi sull’Eurozona, dimezzando la sua previsione di crescita per l’UE. Tuttavia, questa previsione potrebbe risultare troppo ottimistica se Trump imponesse barriere commerciali più elevate o se l’Unione Europea adottasse contromisure.
La turbolenza causata dall’imprevedibile politica commerciale degli Stati Uniti potrebbe anche influenzare i prezzi, favorendo il ritorno dell’inflazione, come indicato dalla recente volatilità degli indicatori finanziari che hanno un impatto sui prezzi.
L’euro si è rafforzato del 9% raggiungendo un massimo storico su base ponderata per il commercio, i prezzi dell’energia sono in forte calo, la crescita sta rallentando e la Cina, il principale obiettivo delle tariffe statunitensi, potrebbe spostare alcune delle sue esportazioni verso l’Europa.
Morgan Stanley (NYSE:MS) sostiene che, sotto le attuali condizioni di finanziamento, l’inflazione potrebbe anche scendere sotto l’obiettivo della BCE del 2%.
“Le ipotesi riviste spingono significativamente verso il basso l’inflazione complessiva, al di sotto del 2% a partire dal secondo trimestre”, afferma il broker. “E l’inflazione nell’Eurozona potrebbe rimanere sotto l’obiettivo per gran parte del 2026.”
Un argomento finale a favore di una riduzione dei tassi è che gli investitori hanno già in gran parte scontato questa mossa e la BCE non vorrà sconvolgere i mercati già nervosi. Gli investitori si aspettano quindi almeno altre due mosse quest’anno, e alcuni prevedono anche una terza, dato il rallentamento della crescita.
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