Il governo ha spianato la strada a Banca Monte dei Paschi di Siena (BIT:BMPS) per l’operazione su Mediobanca (BIT:MB). L’esecutivo ha infatti deciso di non esercitare i poteri speciali, la cosiddetta “golden power”, sull’Offerta Pubblica di Acquisto su tutte le azioni ordinarie di Piazzetta Cuccia.
L’annuncio è stato dato questa mattina dalla banca senese tramite un comunicato stampa pubblicato prima dell’apertura ufficiale di Piazza Affari e, nei primi minuti di contrattazione, le azioni MPS sono salite di oltre il 3%, a 6,38 euro, in linea con l’andamento positivo del FTSE MIB (+2%).
Viene dunque confermata la strategia del governo guidato da Giorgia Meloni, che punta a costruire il terzo polo bancario attorno a una MPS ristrutturata e privatizzata, mentre UniCredit (BIT:UCG) prosegue con la sua operazione su Banco Bpm (BIT:BAMI).
Nel frattempo è iniziato il conto alla rovescia per l’assemblea straordinaria di MPS convocata per giovedì 17 aprile, nella quale i soci saranno chiamati a votare sull’attribuzione al consiglio di amministrazione della facoltà di aumentare il capitale sociale (in una o più tranche) a servizio dell’OPA su Mediobanca.
L’amministratore delegato di Siena, Luigi Lovaglio, punta a chiudere l’operazione entro luglio, ma sarà fondamentale il sostegno degli azionisti alla mossa su Piazzetta Cuccia.
Nei giorni scorsi è emersa una spaccatura tra i proxy advisor nelle raccomandazioni riguardanti l’aumento di capitale: Institutional Shareholder Services (Iss) ha raccomandato di votare contro, mentre Glass Lewis si è espresso a favore. Un parere favorevole è arrivato anche da Davide Serra, numero uno di Algebris, e da Pimco.
Alla lista degli oppositori si sono aggiunti altri tre azionisti internazionali che, insieme, non raggiungono lo 0,5%: State Board of Administration Florida, Calvert – del gruppo Morgan Stanley (NYSE:MS) – e il New York City Controller.
L’operazione dovrebbe invece ricevere il voto favorevole del Mef, Delfin, Caltagirone, fondazioni e fondi pensione.
Non si sono ancora espressi i detentori delle quote maggiori, come Vanguard (3%), Dimension Fund Advisors (3%), Norges Bank (2,9%), BlackRock (NYSE:BLK) (1,8%), Allianz (TG:ALV) (1,58%), Crédit Agricole (0,65%) e Janus Henderson (0,6%).
Rimane ancora incerta la posizione di Banco Bpm e Anima (BIT:ANIM), entrati con l’ultimo collocamento del Tesoro e attualmente intorno al 9%.
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