Lo yuan tocca i minimi dalla crisi finanziaria globale a causa dell’escalation della guerra commerciale

Lo yuan scambiato contro il dollaro (FX:USDCNY) ha raggiunto il livello più basso dalla crisi finanziaria globale, dopo che la banca centrale cinese ha abbassato il tasso di riferimento per la sesta sessione consecutiva, mentre la guerra commerciale tra Cina e Stati Uniti si è intensificata.

Pechino ha imposto pesanti dazi sulle importazioni statunitensi in risposta alle misure adottate dagli USA. Sebbene il presidente statunitense Donald Trump abbia annunciato una temporanea riduzione dei dazi recentemente imposti a dozzine di Paesi, quelli sui beni cinesi sono invece stati aumentati.

Uno yuan più debole renderebbe le esportazioni cinesi più economiche, attenuando l’impatto dei dazi sull’economia. Tuttavia, un calo marcato potrebbe anche aumentare la pressione sui deflussi di capitale come effetto collaterale indesiderato, minacciando la stabilità finanziaria, secondo analisti ed economisti.

Lo yuan onshore ha aperto a 7,3518 per dollaro, il livello più basso dal 26 dicembre 2007. Alle 9:15 del mattino, la valuta ha recuperato parte delle perdite intraday ed è rimasta pressoché invariata a 7,3430, ma segna comunque un calo di circa l’1,2% su base mensile.

Il suo omologo offshore si attesta a 7,3542, in calo dello 0,16%. Martedì ha toccato un minimo storico di 7,4288.

Prima dell’apertura del mercato, la Banca Popolare Cinese ha fissato il tasso di cambio centrale — attorno al quale lo yuan può oscillare entro una banda del 2% — a 7,2092, il valore più basso dall’11 settembre 2023, mentre le stime di Reuters avevano previsto un tasso a 7,3484.

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