I futures sui principali indici azionari statunitensi indicano un’apertura leggermente positiva mercoledì, suggerendo che le azioni potrebbero muoversi al rialzo dopo l’andamento contrastato della seduta precedente.
I primi guadagni a Wall Street potrebbero essere guidati dal settore energetico, in seguito a un forte rimbalzo dei prezzi del petrolio. Il greggio è risalito nettamente dai minimi toccati dall’inizio del 2021, dopo che il presidente Donald Trump ha ordinato un blocco delle petroliere sanzionate che operano da e verso il Venezuela.
In un post pubblicato su Truth Social, Trump ha definito il governo del presidente Nicolas Maduro un’organizzazione terroristica straniera e ha dichiarato di aver disposto un “blocco totale e completo di tutte le petroliere sanzionate” in entrata e in uscita dal Venezuela.
Nonostante il sostegno derivante dall’aumento dei prezzi dell’energia, l’attività di mercato potrebbe rimanere contenuta, poiché gli investitori attendono la pubblicazione, giovedì, di un dato chiave sull’inflazione dei prezzi al consumo negli Stati Uniti.
Il rapporto del Dipartimento del Lavoro sull’inflazione di novembre potrebbe influenzare in modo significativo le aspettative sull’evoluzione dei tassi di interesse.
Dopo la seduta poco brillante di lunedì, i mercati hanno continuato a muoversi in modo irregolare anche martedì. I principali indici hanno oscillato tra rialzi e ribassi nel corso della giornata, per poi chiudere con andamenti divergenti.
Il Nasdaq, a forte componente tecnologica, è salito di 54,05 punti, pari allo 0,2%, a 23.111,46, mentre l’S&P 500 ha ceduto 16,25 punti, pari allo 0,2%, a 6.800,26 e il Dow Jones ha perso 302,30 punti, ovvero lo 0,6%, chiudendo a 48.114,26.
La volatilità di Wall Street è seguita alla pubblicazione del rapporto sull’occupazione di novembre del Dipartimento del Lavoro. Sebbene i dati abbiano mostrato una crescita dell’occupazione superiore alle attese, il risultato è arrivato dopo un forte calo dei posti di lavoro registrato in ottobre.
Il rapporto ha indicato che l’occupazione non agricola è aumentata di 64.000 unità a novembre, dopo il crollo di 105.000 posti in ottobre. Gli economisti si aspettavano un incremento di 50.000 posti di lavoro.
Nel frattempo, il tasso di disoccupazione è salito al 4,6% a novembre dal 4,4% di settembre, superando leggermente le previsioni che indicavano un aumento al 4,5%. Con questo incremento, la disoccupazione ha raggiunto il livello più alto dal settembre 2021, quando aveva toccato il 4,7%.
Secondo molti economisti, i dati aumentano la probabilità che la Federal Reserve continui a tagliare i tassi di interesse nel breve periodo, ma allo stesso tempo sollevano preoccupazioni sulla solidità dell’economia.
“Sebbene il mercato in genere accolga con favore i tagli dei tassi, se la Fed fosse costretta a ridurre i tassi in modo più aggressivo il prossimo anno perché ci stiamo dirigendo verso una recessione, il mercato azionario invece scenderebbe”, ha affermato Chris Zaccarelli, Chief Investment Officer di Northlight Asset Management.
Un altro rapporto diffuso dal Dipartimento del Commercio ha mostrato che le vendite al dettaglio negli Stati Uniti sono rimaste sostanzialmente invariate nel mese di ottobre.
Il Dipartimento del Commercio ha riferito che le vendite al dettaglio sono rimaste praticamente stabili in ottobre, dopo un aumento dello 0,1% a settembre, rivisto al ribasso. Gli economisti prevedevano un incremento dello 0,2%.
Tuttavia, escludendo il forte calo delle vendite di auto, le vendite al dettaglio sono cresciute dello 0,4% in ottobre, dopo un aumento dello 0,1% a settembre. Le vendite al dettaglio al netto delle auto erano attese in crescita dello 0,3%.
Nel corso della seduta, molti dei principali settori hanno mostrato movimenti contenuti, ma i titoli energetici avevano registrato forti ribassi in precedenza, in concomitanza con il crollo del prezzo del petrolio.
Con il greggio sceso ai livelli più bassi dall’inizio del 2021, il Philadelphia Oil Service Index è crollato del 4,2%, mentre il NYSE Arca Oil Index ha perso il 3,6%.
Anche i titoli farmaceutici, sanitari e del settore networking hanno mostrato debolezza, mentre i titoli dell’hardware informatico hanno recuperato parte delle perdite recenti.

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