La settimana è iniziata in modo drammatico a Piazza Affari, dove le vendite di panico stanno dominando in tutti i settori, con i titoli bancari e petroliferi tra i più colpiti.
L’effetto dei dazi e i timori di una recessione globale hanno causato anche un crollo dei mercati asiatici questa mattina, in particolare Tokyo, che ha perso il 7,8%.
Prosegue oggi la fase di pesanti scarichi sui titoli, con numerosi titoli sospesi o che non sono riusciti ad aprire.
Nel quotidiano Intermonte si legge che “prosegue la fase risk-off innescata dall’annuncio dei dazi e dalla posizione intransigente dell’amministrazione USA, che potrebbe riflettersi in un forte rallentamento della crescita oltre che in una svalutazione del dollaro e in un deflusso dagli asset rischiosi verso investimenti a minor rischio”.
Intorno alle 10 del mattino, l’indice Ftse Mib perde circa il 6,7%, tornando ai livelli di agosto 2024.
I titoli bancari stanno affondando, con l’indice Ftse del settore in calo dell’8,5%. I colossi Unicredit (BIT:UCG) e Intesa (BIT:ISP) perdono circa l’8%, mentre Mps (BIT:BMPS), Bper (BIT:BPE) e Banco Bpm (BIT:BAMI) segnano ribassi tra il 10 e l’11%.
Tra gli industriali, il peggiore è Leonardo, che perde il 12,4%. Secondo un trader, il forte calo è legato al fatto che il titolo è stato tra i ‘top gainers’ per diversi mesi ed è quindi più soggetto a vendite per presa di profitto.
Il brusco calo del prezzo del petrolio ha messo al tappeto anche Eni (BIT:ENI), che perde il 5,5%, ai minimi da ottobre 2022, e Saipem (BIT:SPM), che cede il 7,3%.
Crolli a doppia cifra anche per Fincantieri (BIT:FCT) a -11,4% e Iveco a -8,5%.
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