JPMorgan prevede che le banche europee manterranno la leadership nel 2026 grazie a fondamentali solidi e a una rivalutazione del settore

Secondo l’ultimo outlook di JPMorgan, le banche europee sono destinate a proseguire la loro sovraperformance anche nel 2026, sostenute da condizioni macroeconomiche stabili, forte generazione di capitale interna e ulteriori miglioramenti nelle valutazioni.

La banca sostiene che gli istituti stanno operando in un contesto particolarmente favorevole, caratterizzato da una crescita del PIL solida, bassa volatilità e una politica monetaria stabile da parte della BCE — fattori che favoriscono un flusso di credito regolare e una qualità degli attivi complessivamente buona.

“Entriamo nel 2026 con una visione positiva, continua e riconfermata, sulle banche europee che operano in un ambiente ‘perfetto’”, hanno dichiarato gli analisti di JPMorgan guidati da Kian Abouhossein.

Secondo il team, i due fattori chiave sono: un contesto macro in miglioramento — con crescita del PIL in ripresa e stabilità su tassi, inflazione e disoccupazione — e una solida forza operativa, con crescita annuale dell’utile operativo ante accantonamenti del 5,5% e crescita degli utili del 9,7% fino al 2027, sostenute anche dai buyback.

Le valutazioni rappresentano un pilastro centrale della tesi rialzista. Il settore tratta a 8,9 volte gli utili attesi per il 2027, un livello considerato interessante rispetto ai rendimenti sul capitale tangibile (RoTE) del 16,2%, che implicano un costo del capitale vicino all’11%. Gli analisti prevedono che questo scenda verso il 10% nel 2026, generando “almeno un 12% di rialzo nei prossimi dodici mesi”.

Nel medio termine, secondo JPMorgan, lo sconto del settore rispetto al mercato più ampio dovrebbe continuare a ridursi con il rafforzamento dei fondamentali.

La banca sottolinea inoltre che gli istituti stanno producendo leva operativa positiva, con costi in aumento dell’1,7% annuo contro una crescita dei ricavi del 3,6%. I buffer patrimoniali restano solidi: il settore può assorbire circa 268 punti base di accantonamenti prima che i profitti diventino negativi. Le distribuzioni agli azionisti — tra dividendi e buyback — dovrebbero restare attorno all’8% annuo.

Nella selezione dei titoli, JPMorgan privilegia valutazioni convenienti e solidità patrimoniale. Restano nella lista dei preferiti Barclays (LSE:BARC), NatWest (LSE:NWG), Deutsche Bank (TG:DBK) e Société Générale (EU:GLE), a cui si aggiungono Caixabank (TG:48CA), Standard Chartered (LSE:STAN) ed Erste (TG:EBO).

Gli analisti hanno aggiunto di “continuare a preferire le banche europee rispetto a quelle statunitensi”, nonostante l’indice europeo Stoxx 600 Banks abbia sovraperformato il KBW Nasdaq Bank Index USA del 40% dall’inizio dell’anno.

Il team sostiene che lo sconto del 17% sul P/E a due anni rispetto alle banche statunitensi “è troppo elevato”, notando che tale differenza è più tipica delle banche regionali USA di qualità inferiore, mentre i grandi istituti americani trattano a circa 11,7 volte gli utili previsti per il 2027.

Tra i rischi individuati figurano tassi d’interesse più bassi del previsto, incertezza politica in Francia e maggiore competizione sulla raccolta dei depositi.

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