Il settore manifatturiero dell’Eurozona perde slancio a novembre con il calo della domanda

Il settore manifatturiero dell’Eurozona ha rallentato a novembre a causa della diminuzione dei nuovi ordini, secondo gli ultimi dati dell’HCOB Eurozone Manufacturing PMI pubblicati lunedì.

L’indice principale PMI è sceso a 49,6 da 50,0 di ottobre, scivolando sotto la soglia chiave di 50,0 che separa la crescita dalla contrazione. Si tratta del livello più basso degli ultimi cinque mesi e segnala un nuovo, seppur moderato, deterioramento delle condizioni industriali nell’area.

Anche l’indice PMI della produzione manifatturiera è diminuito, attestandosi a 50,4 rispetto a 51,0 di ottobre. Pur indicando ancora una lieve espansione, il dato ha toccato il minimo di nove mesi.

Le performance dei Paesi membri hanno mostrato un forte divario. Germania e Francia, le due maggiori economie dell’area, hanno registrato letture PMI in calo ai minimi di nove mesi, rispettivamente a 48,2 e 47,8. L’Irlanda ha invece guidato la crescita con un valore di 52,8, seguita dalla Grecia a 52,7.

I nuovi ordini — la componente più rilevante del PMI — sono tornati a diminuire dopo una stabilizzazione a ottobre. Gli ordini esteri sono scesi per il quinto mese consecutivo, evidenziando la persistente debolezza della domanda internazionale.

Nonostante queste difficoltà, la produzione è cresciuta per il nono mese consecutivo, anche se al ritmo più lento dell’attuale fase di ripresa. Le imprese hanno intensificato le azioni di contenimento, con cali più marcati in occupazione, acquisti e scorte rispetto a ottobre. Il ritmo dei tagli occupazionali è stato il più rapido da aprile.

Le pressioni sulle catene di fornitura sono aumentate: i tempi di consegna dei fornitori si sono allungati al livello più elevato dall’ottobre 2022, contribuendo a un marcato incremento dei costi di input, il più forte da marzo dopo mesi di relativa stabilità dei prezzi.

“Il quadro attuale dell’eurozona è sconfortante, poiché il settore manifatturiero non riesce a uscire dalla stagnazione e tende persino verso la contrazione”, ha dichiarato Dr. Cyrus de la Rubia, Chief Economist della Hamburg Commercial Bank.

Tuttavia, la fiducia delle imprese è migliorata, superando la media storica e raggiungendo il livello più alto da giugno. De la Rubia ha aggiunto che “la maggior parte delle aziende dell’eurozona è fiduciosa di poter aumentare la produzione nei prossimi dodici mesi”, con un miglioramento del sentiment in Germania e un passaggio dal pessimismo all’ottimismo in Francia.

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