Il petrolio sale leggermente, ma le preoccupazioni sull’eccesso di offerta limitano il rialzo

I prezzi del petrolio sono aumentati leggermente giovedì, recuperando parte del calo della sessione precedente, mentre un calo delle scorte statunitensi superiore alle attese ha compensato i timori che la pressione diplomatica di Washington per porre fine al conflitto tra Russia e Ucraina possa immettere ulteriori barili in un mercato già ben rifornito.

Alle 07:14 GMT, il Brent era in rialzo di 20 centesimi, ovvero dello 0,31%, a 63,72 dollari al barile, mentre il West Texas Intermediate statunitense guadagnava 22 centesimi, o lo 0,37%, a 59,66 dollari.

Il lieve rimbalzo è arrivato dopo una flessione del 2,1% mercoledì, in seguito a un articolo Reuters secondo cui gli Stati Uniti avrebbero chiesto all’Ucraina di prendere in considerazione una proposta di pace redatta da Washington — che prevederebbe la cessione di territorio e alcune armi — secondo due fonti a conoscenza dei colloqui.

La notizia ha alimentato le speculazioni secondo cui un eventuale accordo potrebbe portare a un allentamento delle sanzioni sulle esportazioni di greggio russo, aumentando l’offerta globale in un momento in cui il petrolio è già accumulato in stoccaggi galleggianti e i principali produttori hanno aumentato la produzione.

In una nota di giovedì, gli analisti di ING hanno osservato che è improbabile che l’Ucraina accetti il piano, ritenendo che favorisca la Russia, ma hanno aggiunto che “i segnali che gli Stati Uniti stiano ancora cercando di lavorare a un accordo riducono alcune preoccupazioni su ulteriori sanzioni contro la Russia e anche su quanto rigorosamente saranno applicate le restrizioni attuali.”

A sostenere parzialmente i prezzi sono stati i dati della Energy Information Administration, che hanno mostrato un calo delle scorte statunitensi superiore alle previsioni. La diminuzione riflette una maggiore attività di raffinazione, sostenuta da buoni margini, e una forte domanda di export.

Le scorte sono diminuite di 3,4 milioni di barili, a 424,2 milioni, nella settimana terminata il 14 novembre — ben al di sopra delle attese degli analisti, che avevano previsto un calo di 603.000 barili.

Tuttavia, gli analisti hanno anche evidenziato che le scorte di benzina e distillati negli Stati Uniti sono aumentate per la prima volta in oltre un mese, segnalando un possibile rallentamento dei consumi.

Il mercato guarda inoltre alla scadenza del 21 novembre, fissata dagli Stati Uniti, entro la quale le aziende dovranno interrompere le attività con Rosneft e Lukoil, i due maggiori produttori ed esportatori di petrolio russi.

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