Il dollaro si stabilizza dopo il rally guidato dai verbali della Fed

Il dollaro statunitense è rimasto stabile giovedì, dopo il forte balzo registrato nella sessione precedente. Il rafforzamento era stato innescato da verbali della Federal Reserve con toni più falchi, che hanno ridimensionato le aspettative di un possibile taglio dei tassi a dicembre.

Alle 04:45 ET (09:45 GMT), il Dollar Index — che misura la valuta contro sei principali concorrenti — risultava praticamente invariato a 100,150, dopo un rialzo dello 0,7% nella notte.

Il dollaro sostenuto dai segnali della Fed

I verbali della riunione di ottobre della Fed hanno mostrato un comitato diviso, con “molti” funzionari contrari a un taglio dei tassi a dicembre, mentre “diversi” ritenevano ancora possibile un taglio.

Gli analisti di ING hanno commentato: “Alla riunione di ottobre, diversi membri del FOMC erano contrari alla decisione di tagliare i tassi, e molti si aspettavano un mantenimento a dicembre. Ciò conferma che la conferenza stampa dai toni falchi di Powell rappresentava una buona parte del Comitato.”

La recente interruzione del calendario dei dati economici causata dallo shutdown del governo USA complica ulteriormente le decisioni della Fed.

Il rapporto sull’occupazione di settembre sarà pubblicato oggi e dovrebbe indicare una crescita di circa 50.000 posti di lavoro, anche se la natura ormai datata dei dati potrebbe ridurne l’impatto.

I prossimi rapporti chiave — quello di novembre e una stima parziale per ottobre — arriveranno solo il 16 dicembre, dopo la riunione della Fed del 10 dicembre.

ING ha aggiunto: “Finora la nostra previsione era che i dati sull’occupazione avrebbero giustificato un taglio a dicembre, ma il cambiamento nel calendario delle pubblicazioni rende ora questa valutazione molto più difficile.”

ING: le perdite dell’euro difficilmente dureranno

EUR/USD è sceso dello 0,1% a 1,1525, dopo che i prezzi alla produzione tedeschi di ottobre sono calati meno del previsto (-1,8% rispetto alle attese di -1,9%).

ING ha dichiarato: “Riteniamo che EUR/USD possa effettuare brevi incursioni sotto 1,150, ma perché ciò sia sostenibile servirebbe o una revisione falca più ampia (per via di dati USA forti) o qualche notizia negativa che colpisca l’euro.”

GBP/USD è salito dello 0,1% a 1,3074, ma secondo ING la sterlina continua a incorporare un “premio di rischio moderato”, destinato probabilmente a persistere fino al Bilancio del 26 novembre.

La retromarcia del governo britannico sull’aumento delle imposte sul reddito ha aumentato l’incertezza e spaventato gli investitori obbligazionari, pesando sulla sterlina.

Yen ai minimi da dieci mesi

In Asia, USD/JPY è salito a 157,19, toccando il livello più alto da metà gennaio dopo un aumento di oltre l’1% nella notte.

Il governatore della Bank of Japan Kazuo Ueda ha incontrato mercoledì il ministro delle Finanze Satsuki Katayama e il ministro dell’Economia Minoru Kiuchi.

Dopo il meeting, Katayama ha dichiarato che “non si sono svolte discussioni specifiche sul tasso di cambio”, segnalando una cautela persistente riguardo un intervento valutario.

USD/CNY è salito dello 0,1% a 7,1159 dopo che la banca centrale cinese ha mantenuto invariato il tasso prime sui prestiti.

AUD/USD è rimasto stabile a 0,6478 dopo il calo dello 0,5% di mercoledì.

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