Il dollaro resta stabile dopo i commenti di Powell; l’euro avanza dopo la decisione della BCE

Il dollaro statunitense è rimasto leggermente in rialzo venerdì, mantenendo la sua forza dopo i recenti commenti del presidente della Federal Reserve, Jerome Powell, che hanno ridotto le aspettative di un nuovo taglio dei tassi a breve termine. L’euro ha registrato un modesto rialzo, sostenuto dall’atteggiamento invariato della Banca Centrale Europea.

Alle 05:10 ET (09:10 GMT), l’indice del dollaro, che misura il valore del biglietto verde rispetto a sei principali valute, è salito dello 0,1% a 99,380, dopo aver toccato il massimo di tre mesi il giorno precedente.

I commenti di Powell sostengono il dollaro

Il dollaro ha esteso i guadagni della settimana dopo che Powell ha segnalato un approccio più cauto verso ulteriori tagli dei tassi. Dopo il taglio di 25 punti base deciso mercoledì, il presidente della Fed ha dichiarato che un’ulteriore riduzione a dicembre è “ben lontana dall’essere una conclusione scontata.”

Gli operatori di mercato hanno quindi ridimensionato le aspettative: secondo lo strumento FedWatch del CME, i future sui Fed funds ora indicano una probabilità del 74,7% di un nuovo taglio di un quarto di punto a dicembre, in calo rispetto al 91,1% di una settimana fa.

“Il blocco del governo ha impedito ai dati sull’occupazione di fornire un catalizzatore, e la cautela di Powell su un taglio a dicembre deve essere presa più alla lettera ora,” hanno scritto gli analisti di ING in una nota.

La BCE mantiene i tassi invariati; l’euro in lieve rialzo

L’euro è salito dello 0,1% a 1,1570 dopo che i dati hanno mostrato un rallentamento dell’inflazione in Francia, con i prezzi al consumo in aumento dello 0,9% a ottobre rispetto all’1,1% di settembre. I mercati attendono ora i dati sull’inflazione dell’eurozona, previsti per venerdì, che dovrebbero confermare un leggero calo al 2,1%.

Giovedì, la Banca Centrale Europea ha mantenuto il tasso sui depositi al 2% per la terza riunione consecutiva, ribadendo che la politica monetaria si trova in una “buona posizione” poiché i rischi economici si stanno attenuando.

“Nelle prossime settimane i membri del Consiglio direttivo offriranno le loro sfumature nelle valutazioni su politica, inflazione e crescita. Ma non aspettatevi grandi cambiamenti. La BCE è chiaramente in una ‘buona posizione’ al 2% e l’asticella per ulteriori allentamenti rimane alta,” ha scritto ING.

Sterlina in calo tra le tensioni politiche nel Regno Unito

La sterlina è scesa dello 0,1% a 1,3143 a causa delle preoccupazioni politiche legate al futuro della ministra delle Finanze Rachel Reeves. “I mercati temono che un cambio di Cancelliere possa portare a regole fiscali più flessibili e a un aumento del debito, in un momento in cui l’emissione di gilt resta elevata. Una dimissione a sorpresa, sebbene improbabile, provocherebbe, a nostro avviso, un’elevata volatilità nei gilt e nella sterlina,” ha aggiunto ING.

Lo yen si indebolisce nonostante i dati positivi

Lo yen ha perso i guadagni iniziali, con USD/JPY in aumento dello 0,2% a 154,36. L’indice dei prezzi al consumo di Tokyo è salito più del previsto a ottobre, con l’inflazione core che resta sopra il 2% obiettivo della Banca del Giappone.

La BOJ ha lasciato i tassi invariati, ma il governatore Kazuo Ueda ha dichiarato che un aumento dei tassi “potrebbe essere considerato presto”, a seconda della crescita dei salari.

Yuan stabile, dollaro australiano in calo

Lo yuan cinese è sceso dello 0,1% a 7,1143 dopo una fissazione leggermente più debole da parte della Banca Popolare Cinese. I dati PMI ufficiali hanno mostrato che il settore manifatturiero cinese si è contratto per il settimo mese consecutivo a ottobre, mentre la domanda interna debole e le tariffe statunitensi continuano a pesare.

Nonostante ciò, lo yuan rimane vicino al suo livello più forte dell’anno, sostenuto da interventi regolari della banca centrale.

Nel frattempo, il dollaro australiano è sceso dello 0,2% a 0,6542, poiché i dati sull’inflazione più alti del previsto hanno ridotto le possibilità di ulteriori tagli dei tassi da parte della Reserve Bank of Australia. La valuta ha chiuso ottobre in calo di circa l’1%.

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