DAX, CAC, FTSE100, Borse europee per lo più in calo in attesa dei dati sull’inflazione dell’eurozona

I mercati europei hanno chiuso la settimana in leggero calo venerdì, con la maggior parte degli indici regionali in ribasso mentre gli investitori valutavano una serie di risultati societari e decisioni delle principali banche centrali in vista di un importante dato sull’inflazione dell’eurozona.

Alle 08:05 GMT, il DAX tedesco e il FTSE 100 britannico erano entrambi in calo dello 0,2%, mentre il CAC 40 francese è rimasto sostanzialmente invariato.

La BCE dovrebbe mantenere la calma

La Banca Centrale Europea ha lasciato invariato il tasso sui depositi al 2% giovedì per la terza riunione consecutiva, segnalando che la politica monetaria è in una “buona posizione” poiché i rischi economici si sono attenuati e l’eurozona continua a mostrare resilienza in un contesto di incertezza.

Barclays ha rivisto le sue previsioni sulla politica monetaria della BCE, ora prevedendo che la banca centrale manterrà i tassi invariati a dicembre, abbandonando la precedente ipotesi di un taglio di 25 punti base. L’istituto si aspetta inoltre che i tassi restino stabili fino alla fine del 2026.

“La BCE continua a mostrare pochissima, se non alcuna, convinzione su se e per quanto tempo l’attuale orientamento verrà mantenuto,” ha scritto Barclays in una nota.

Gli economisti prevedono che l’indice dei prezzi al consumo dell’eurozona per ottobre si attesti al 2,1% su base annua, in leggero calo rispetto al 2,2% di settembre, segnalando che l’inflazione rimane sotto controllo. Dati precedenti hanno mostrato che i prezzi al consumo in Francia sono aumentati meno del previsto, con l’inflazione armonizzata — aggiustata per il confronto con gli altri paesi dell’eurozona — allo 0,9% su base annua.

Nel frattempo, la Federal Reserve statunitense ha ridotto il tasso di riferimento di 25 punti base all’inizio della settimana, portandolo a un intervallo compreso tra 3,75% e 4,00%, segnando il terzo taglio dell’anno. Tuttavia, il presidente Jerome Powell ha avvertito che un’ulteriore riduzione a dicembre è “tutt’altro che una conclusione scontata.”

Apple e Amazon protagoniste negli utili statunitensi

La sessione di venerdì è stata più tranquilla per quanto riguarda i risultati trimestrali, ma l’attenzione si è concentrata sui solidi risultati di due dei maggiori nomi di Wall Street.

Apple (NASDAQ:AAPL) ha riportato ricavi da iPhone e servizi superiori alle aspettative, con l’amministratore delegato Tim Cook che ha dichiarato che l’azienda è pronta per “un trimestre festivo da record.”

Amazon (NASDAQ:AMZN) ha anch’essa battuto le previsioni, sostenuta da un miglioramento dei margini retail e dalla solida crescita della divisione cloud, Amazon Web Services.

In Europa, Danske Bank (TG:DSN) ha dichiarato di aspettarsi un utile netto per il 2025 nella fascia alta delle previsioni, nonostante un calo del 5% dei profitti nei primi nove mesi dell’anno, citando maggiori accantonamenti su crediti e minori ricavi dal ramo assicurativo.

Caixabank (USOTC:CIXPF) ha annunciato un nuovo programma di riacquisto di azioni da 500 milioni di euro insieme ai risultati del terzo trimestre, leggermente superiori alle attese grazie a ricavi più elevati e alla qualità stabile degli attivi.

Aker Solutions (BIT:1AKRO) ha registrato utili in crescita nel terzo trimestre, sostenuta da una forte attività progettuale, mentre Fuchs (TG:FPE3) ha superato le previsioni e confermato la propria guidance per l’intero anno.

Petrolio in calo per il terzo mese consecutivo

I prezzi del greggio sono scesi nuovamente venerdì, avviandosi verso il terzo mese consecutivo di perdite a causa del rafforzamento del dollaro e dell’aumento dell’offerta da parte dei principali produttori.

I future sul Brent sono diminuiti dello 0,3% a 64,21 dollari al barile, mentre il WTI statunitense è sceso dello 0,3% a 60,42 dollari. Entrambi i benchmark sono destinati a perdere circa il 3% in ottobre, poiché l’aumento dell’offerta dovrebbe superare la crescita della domanda, con l’OPEC e i produttori non OPEC che incrementano la produzione per guadagnare quote di mercato. L’aumento della produzione dovrebbe inoltre attenuare l’impatto delle sanzioni occidentali sulle esportazioni di petrolio russo verso i principali acquirenti, tra cui Cina e India.

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