Il dollaro statunitense ha registrato piccoli guadagni martedì, muovendosi in attesa dell’imminente imposizione di dazi reciproci da parte del presidente degli Stati Uniti Donald Trump, prevista per questa settimana, mentre l’euro si è indebolito in vista dei dati chiave sull’inflazione.
Alle 03:05 ET (08:05 GMT), l’Indice del Dollaro, che misura il valore del biglietto verde rispetto a un paniere di sei altre valute, è aumentato dello 0,1%, raggiungendo quota 103,937.
Dati JOLTS in arrivo
Il dollaro è rimasto in gran parte stabile in attesa che il presidente Trump sveli nuovi dazi commerciali, che potrebbero essere annunciati già questa sera, ma più probabilmente mercoledì, il giorno da lui definito “Giorno della Liberazione”.
Trump ha sostenuto che i dazi sono necessari per correggere gli squilibri tra gli Stati Uniti e i loro partner commerciali esteri, oltre che come strumento per riportare i posti di lavoro manifatturieri nel paese.
Tuttavia, alcuni economisti hanno avvertito che queste misure potrebbero alimentare ulteriormente le pressioni inflazionistiche e frenare la crescita, portando a un periodo di cosiddetta “stagflazione”.
“Il dollaro ha ampio margine di rialzo se l’annuncio sui dazi di domani sorprenderà con un tono aggressivo (negativo per il rischio), ma rimane vulnerabile a eventuali pressioni ribassiste legate ai dati economici,” hanno scritto gli analisti di ING in una nota.
Questa settimana sono attesi numerosi indicatori economici statunitensi di rilievo, a partire dal dato sulle offerte di lavoro di febbraio, il primo di una serie di report sul mercato del lavoro che culminerà venerdì con il fondamentale rapporto sui salari non agricoli.
Il rapporto sulle Offerte di Lavoro e la Rotazione della Manodopera (JOLTS) dovrebbe attestarsi a 7,690 milioni nell’ultimo giorno di febbraio, rispetto ai 7,740 milioni del mese precedente.
“Il calendario macroeconomico degli Stati Uniti avrà un ruolo importante nei movimenti del mercato valutario di oggi, ma se non ci saranno sorprese nei dati, non contrasteremmo la timida ripresa del dollaro,” ha aggiunto ING.
Focus sull’inflazione dell’eurozona
In Europa, la coppia EUR/USD è scesa dello 0,1%, attestandosi a 1,0801, in attesa della pubblicazione di importanti dati economici, tra cui i prezzi al consumo di marzo.
L’indice CPI dell’eurozona è previsto in calo al 2,2% su base annua a marzo, rispetto al 2,3% del mese precedente, ma una sorpresa al ribasso è possibile dato che l’inflazione in Germania è scesa più del previsto nello stesso periodo.
La Banca Centrale Europea ha tagliato i tassi d’interesse sei volte da giugno, ma ha fornito pochi segnali sulle prossime mosse dopo l’ultima riduzione del tasso di deposito chiave al 2,5% nella riunione di marzo.
“Rimaniamo generalmente cauti nel seguire qualsiasi rialzo dell’EUR/USD fino all’annuncio dei dazi e vediamo per lo più rischi al ribasso, a meno di una significativa sorpresa nei dati statunitensi,” ha dichiarato ING.
“Riteniamo ancora possibile un movimento verso 1,070-1,073 nei prossimi giorni se gli Stati Uniti procederanno con un piano tariffario aggressivo.”
La coppia GBP/USD è scesa dello 0,1% a 1,2908, con i trader della sterlina in attesa di notizie sui dazi commerciali dopo che il primo ministro Keir Starmer e Trump hanno avuto “negoziati produttivi” per un accordo commerciale durante una telefonata nel fine settimana.
Lo yen rifugio guadagna terreno
In Asia, la coppia USD/JPY è scesa dello 0,3% a 149,61, con lo yen giapponese sostenuto dai dati che mostrano un leggero, ma inaspettato, miglioramento del tasso di disoccupazione in Giappone.
Lo yen è aumentato di quasi il 5% rispetto al dollaro nel periodo gennaio-marzo, a causa delle crescenti aspettative che la Banca del Giappone possa aumentare nuovamente i tassi d’interesse.
La coppia USD/CNY è salita dello 0,2% a 7,2681, nonostante i dati dell’indice dei direttori agli acquisti privati (PMI) abbiano mostrato una crescita del settore manifatturiero migliore del previsto, in linea con il dato governativo pubblicato lunedì.
La Cina si prepara a essere uno dei principali bersagli dei dazi di Trump.
La coppia AUD/USD è salita dello 0,1% a 0,6248, riducendo i guadagni iniziali dopo che la Reserve Bank of Australia ha mantenuto invariati i tassi d’interesse al 4,1%.
La banca centrale ha segnalato un’elevata incertezza sull’economia australiana e globale, specialmente di fronte all’aumento dei dazi commerciali statunitensi.
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