Il dollaro statunitense ha continuato a indebolirsi venerdì, avviandosi verso il calo settimanale più marcato degli ultimi tre mesi, mentre le rinnovate preoccupazioni per la stabilità del settore bancario hanno rafforzato le aspettative di ulteriori tagli dei tassi di interesse da parte della Federal Reserve entro la fine dell’anno.
Alle 04:10 ET (08:10 GMT), l’U.S. Dollar Index — che misura la forza del dollaro rispetto a sei principali valute — è sceso dello 0,1% a 97,975, accumulando un ribasso settimanale dello 0,7%, il più ampio dalla fine di luglio.
Pressioni dal settore bancario regionale
La valuta statunitense ha subito ulteriori pressioni dopo che Zions Bancorporation e Western Alliance Bancorporation hanno segnalato problemi legati a prestiti fraudolenti, riaccendendo i timori per la salute del settore bancario regionale in un contesto di rallentamento dell’economia americana.
“Il contagio ad altri asset rischiosi dimostra non solo che i mercati restano sensibili alle preoccupazioni per le banche regionali (un’eredità del crollo di SVB nel 2023), ma potenzialmente anche per il più ampio mercato del credito, che negli ultimi mesi ha operato con spread eccezionalmente ridotti”, hanno scritto gli analisti di ING Group.
Queste tensioni, unite alle frizioni commerciali globali e ai segnali di indebolimento della crescita, hanno rafforzato l’aspettativa di ulteriori tagli ai tassi da parte della Fed.
“In un ambiente così volatile, è difficile individuare un fondo per l’USD. L’indice DXY potrebbe dover scendere fino a 97,50 prima di trovare un forte supporto, a meno che oggi non arrivino notizie positive dagli Stati Uniti”, ha aggiunto ING.
L’euro trae vantaggio dalla politica francese
L’EUR/USD è salito dello 0,2% a 1,1713 dopo che il primo ministro francese Sébastien Lecornu è sopravvissuto a due mozioni di sfiducia giovedì, accettando di rinviare la riforma delle pensioni.
“Questo è… sufficiente perché l’euro possa eliminare gran parte del premio di rischio francese e, a meno di un crollo del governo entro la fine dell’anno, ciò dovrebbe permettere all’EUR/USD di tornare a concentrarsi sui driver di mercato canonici (tassi e azioni)”, ha spiegato ING.
L’euro ha inoltre beneficiato dell’annuncio di un incontro tra il presidente statunitense Donald Trump e il presidente russo Vladimir Putin nelle prossime settimane per discutere la fine della guerra in Ucraina.
Nel frattempo, il GBP/USD è sceso dello 0,1% a 1,3424, restituendo parte dei guadagni della sessione precedente dopo che i dati hanno mostrato una modesta crescita dell’economia britannica in agosto.
Lo yen si rafforza in vista della riunione BOJ
Lo yen giapponese si è rafforzato nettamente, facendo scendere l’USD/JPY dello 0,6% a 149,60, dopo che il governatore della Bank of Japan, Kazuo Ueda, ha dichiarato che la banca centrale continuerà ad aumentare i tassi se migliorerà la fiducia nel raggiungimento degli obiettivi economici.
Pur non fornendo dettagli sul calendario o sull’entità degli aumenti, i commenti di Ueda hanno sostenuto lo yen a pochi giorni dalla prossima riunione della BOJ prevista per fine ottobre.
Altre valute in movimento misto
L’USD/CNY è salito dello 0,1% a 7,1269, con lo yuan stabile per gran parte della settimana, mentre l’Reserve Bank of Australia ha visto aumentare le aspettative di ulteriori tagli ai tassi dopo dati deludenti sull’occupazione.
L’AUD/USD è sceso dello 0,5% a 0,6449, estendendo le perdite settimanali.
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